Forse il motto del nuovo millennio l’ha proposto Hillary Clinton la settimana scorsa parlando al Newseum di Washington, cioè al museo della libertà di informazione: “Un unico internet al quale tutta l’umanità abbia uguale accesso“. Vedo un segno nel fatto che sia stata una donna a porre la libertà della Rete a simbolo di ogni libertà: “Chi ostacola il libero flusso di informazioni rappresenta una minaccia“. Ieri Roma, le navi, le ferrovie, i telefoni e gli aerei – oggi l’inglese e la Rete unificano il mondo.
L’inglese e la Rete unificano il mondo
13 Comments
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Su internet sono d’accordo.
Su l’inglese… ho qualche riserva: l’inglese rischia di diventare (se non è già diventato) il latino del terzo millennio, con la differenza che chi è di madrelingua inglese è palesemente avvantaggiato, perché non deve studiarselo; il latino almeno, essendo lingua morta, si, era più “difficile” (ma lo era davvero?) ma almeno “costringeva” tutti a studiare qualcosa. Oggi l’uso estensivo dell’inglese crea discriminazione, soprattutto perché non sono le lingue anglosassoni le più diffuse nel mondo occidentale. L’idea di una lingua universale o progetti utopistici come esperanto non hanno mai funzionato davvero, anche a causa di fondamenti ideologici su cui si basavano quei progetti. Tuttavia il problema di una “lingua” comune è un tema ancora aperto, e non è detto che debba essere l’inglese, che già negli usa è “sorpassato” dallo spagnolo. Ma non è detto che la lingua “franca” debba essere quella più diffusa, dopotutto.
Approfondii l’argomento in un mio vecchio post: http://www.bzimage.it/blog/2008/01/latinorum-3th-millenium-style.html
Un progetto che a me affascina molto, è il progetto interlingua, che non è utopistico ne ideologico, ma basato sulla semplicità e il buon senso. Penso che almeno in un contesto europeo possa funzionare, ma necessita di supporto politico.
Parola di informatico professionista, che conosce abbastanza bene l’inglese e che non ha mai studiato latino.
Sono d’accordo con Luigi: l’inglese e la Rete unificano il mondo.
Ho un blog inglese/italiano e la parte inglese riceve commenti da lettori americani, canadesi, australiani, giapponesi, filippini, malesi, spagnoli, portoghesi, indiani, dai paesi africani … insomma da tutto il mondo. Con l’inglese si può comunicare con tutti.
Va beh, mi dirai, esiste anche il traduttore automatico …! 😉
“Forse il motto del nuovo millennio l’ha proposto Hillary Clinton”: forse.
Non mi piace mica tanto, quel motto. Mi viene da pensare: tutto qui?
La Clinton non ha parlato di inglese. Ma l’aggiunta nel post fa bene alla conversazione: per molti è un’arma imperialista. Attendo gustosissime litigate.
In effetti, giusta ed attenta l’osservazione di Marcello, Hillary Clinton non ha parlato d’inglese (e mi sarebbe pure parso strano se l’avesse fatto: per inciso, ricordo che il “sito – Internet” della sua campagna elettorale per le votazioni “presidenziali” del 2008 era – caso unico tra tutti i candidati – “bilingue”, in inglese e spagnolo).
Il concetto affermato, comunque, dal Segretario di Stato degli USA mi pare condivisibile: aggiungo, da parte mia, che quando si parla di “eguale e libero diritto d’accesso alla Rete” significa, per me, che ognuno può liberamente accedervi (anche) esprimendosi nella lingua preferita.
Buona serata a tutti !
Roberto 55
Buona sera.
Scusatemi, sarò un poco macabro, ma fortunatamente c’è una sola cosa che unifica e “livella” il mondo.
Ed è mia consuetudine dire “fortunatamente” .
Io ci penso spesso, forse per paura, o perchè aiuta a viver meglio con se stessi e con l’umanità.
http://www.youtube.com/watch?v=AZ8mrzSKzQs
Buona notte a tut i e scusatemi
Dobbiamo raggiungere “questa famiglia, l’unità della famiglia umana”, diceva La Pira, ma con “la grazia nel cuore”. (G. La Pira, Lettere al Carmelo, Vita e Pensiero, Milano 1985, p.120)
E con tutto questo «libero flusso di informazioni» (?), sappiamo di più o sappiamo di meno?
Com’è che diceva Eliot … «Where is the knowledge we have lost in information?».
Scusate, ma un’interlingua è certamente un bel progetto. Solo che, come l’esperanto, rischia di finire nella categoria del “vorrei ma non posso”.
L’inglese è una lingua viva che si usa e non si studia. Ed è vitale: dieci anni fa conteneva 500.000 parole, oggi è attorno al milione. E l’Italiano è appena appena cresciuto da quota 300.000 a 350-400.000.
Qualcosa vorrà pur dire. Il mondo parla inglese ed è lingua franca per tutti. Perché è semplice (soggetto-predicato-complemento) e funziona con un vocabolario minimo di 500 parole. E quando il mondo corre serve semplicità.
A proposito, vado OT: che cosa ne pensate delle rivelazioni sull’autoflagellazione di papa Wojtyla? Io trovo la cosa inquietante. Non penso che Dio gradisca l’autoflagellazione delle persone, scusate non riesco ad accettarla.
L’interlingua è tutt’altro che un bel progetto, mi dispiace tanto per i bravissimi bzimage e tonizzo.
Padre Dante mi perdonerà se confermo il suo stereotipo, ma noi sardi l’abbiamo provato sulla nostra pelle di recente.
Le ragioni sono spiegate qui:
http://www.emigratisardi.com/old/Limba-sarda-comuna-le-ragioni-di.html
“Gli inglesi oggigiorno hanno veramente tutto in comune con gli americani, tranne, naturalmente, la lingua.”
Oscar Wilde, Il fantasma di Canterville
… e non potete immaginare quanto sia vero! caro Marcello.
Ma c’è un’altra cosa che è verissima, come dice bzimage, e cioè che lo spagnolo sta prendendo piede in maniera impressionante,qui negli USA.Immaginate che se sei di doppia lingua (inglese e spagnolo) vieni considerato in maniera favorevolmente diversa ad un colloquio lavorativo e, se sei assunto, guadagni una piccola differenza in più.Con buona pace delle leggi che vietano di discriminare per lingua,religione,razza o colore della pelle.Così come si tende sempre più spesso a fornire servizi e informazioni in due lingue: dal pacco di biscotti alle istruzioni in banca. E, confesso, che la cosa potrebbe anche starmi bene se non mi tornassero sempre alla mente le parole di mia suocera che si chiedeva spesso perchè gli italiani (polacchi,irlandesi,russi,francesi,scandinavi ecc.ecc.) che erano arrivati in questo Paese all’inizio del secolo scorso avevano DOVUTO imparare l’inglese per sopravvivere. Oggi, invece, l’accoglienza prevede anche l’ospitalità di altre lingue che, piano piano,stanno cominciando a rimpiazzare quella ufficiale. Speriamo davvero che la Rete unisca più di quanto possa fare l’inglese…
( ma un po’fa male per tutti quei vecchi che hanno imparato l’inglese in maniera forzata per essere considerati)
Un grazie affettuoso a Luigi a nome della categoria, per essere sempre attento e rispettoso delle idee e delle iniziative delle donne, così come conferma nella seconda parte di questo post.
La frase citata a proposito di informazione e di libertà, mi fa tornare alla mente quella famosa che dice “dove si bruciano libri un giorno si bruceranno uomini” oppure quella di Thomas Jefferson:” Dove la stampa è libera e tutti sanno leggere non ci sono pericoli”. Sebbene stiamo parlando di internet e non di stampa, mi pare che i concetti si possano attualizzare.