“Sobria soddisfazione per la squadra che siamo riusciti a comporre”. “Record di presenza femminile e ringiovanimento”. Così Letta. E Napolitano subito dopo: “E’ un governo politico, nato dall’intesa delle forze che garantiranno la fiducia nelle due Camere”. “Il governo si metta a lavorare rapidamente”. Ministro all’integrazione una immigrata dall’Africa: Cecile Kyenge, medico congolese, parlamentare del Pd. Iosefa Idem allo sport. No ai ministri di precedenti governi, ma ci sono Cancellieri, Bonino, Moavero. Bonino era nelle quirinarie dei grilli. Se conto bene le donne sono otto su ventuno. Sovrarappresentati i cattolici, sottorappresentata l’ala ex Ds del Pd. Ma anche Renzi il rottamatore. Zanonato fa presente Bersani. Ben rappresentato Berlusconi con Alfano. Ma Angelino è sia il migliore portavoce di Silvio sia la migliore sagoma per il suo tiro a segno.
Letta legge i ministri: Bonino, Cancellieri, Idem
205 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Da donna dico: sono contenta che Letta sia contento che noi quote rosa riempiamo il suo governo, ma se ci metteva qualche cosa d’altro dalla Lorenzin e dalla De Girolamo mi sentivo più rappresentata. (se le donne e i giovani son questi scongeliamo Andreotti please).
Per il resto buona fortuna e speriamo bene.
Questo governo è una prova tecnica del dialogo politico.
Se riuscirà sarà aperta una nuova stagione politica.
Se non riuscirà il paese sarà in mano agli antagonisti.
Molto dipenderà dalla capacità di trasformare dei solisti in una squadra.
Coraggio, Enrico! Sarà durissima, ma ce la puoi fare!
A me le donne sembrano sette, Luigi: la Bonino, la Cancellieri, la Idem, la Kyenge, la Di Girolamo, la Lorenzin e la Carrozza; ne ho dimenticata qualcuna ?
Comunque, sono molto contento per la nomina a Ministro di Flavio Zanonato, ottimo Sindaco di Padova, che conosco, per motivi personali / familiari / politici, da anni e stimo moltissimo: confido sarà anche un bravo Ministro.
Per il resto, quale scelta mi sembra positiva (la Idem, la Kyenge – che spero si renderà fautrice della più radicale revisione della Legge Bossi-Fini – e la conferma, nella “squadra” di governo, della Cancellieri), e qualche altra meno (la Bonino ed il subentro di Alfano alla Cancellieri al “Viminale”): osservo che la “lobby ciellina”, che sperava di “papparsi” Salute ed Istruzione, è restata a bocca asciutta (ed anche questo è un bene).
In generale, mi pare che il bravo e simpatico Enrico Letta abbia fatto del suo meglio, e, nelle condizioni date, sia riuscito a varare una compagine non impresentabile, e, se non altro, più del solito giovane e ricco di presenza femminile: nutro molti dubbi sui risultati che questo governo conseguirà ma, tenendo anch’io, come tutti, famiglia, spero di sbagliarmi e formulo i migliori auguri ad Enrico Letta.
Ciao a tutti.
Roberto 55
“Se non riuscirà il paese sarà in mano agli antagonisti”
Sarà in mano a Berlusconi, cioè continuerà ad esserlo. Nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte gli sta persino ricrescendo l’aura.
Si sono 7 ma la De Girolamo all’agricoltura e la Lorenzin alla salute bastano per tutte.
Otto donne:
1. Esteri – Emma Bonino
2. Giustizia – Anna Maria Cancellieri
3. Poliche Agricole – Nunzia Di Girolamo
4. Istruzione, Università e ricerca- Maria Chiara Carrozza
5. Salute – Beatrice Lorenzin
6. Politiche comunitarie – Anna Maria Bernini
7. Pari opportunità, sport, politiche giovanili – Iosefa Idem
8. Integrazione – Cecile Kyenge
Bene 8, ma sempre rimangono la Lorenzin e la De Girolamo, ho votato a sinistra per la sanità e alla salute mi ritrovo la Lorenzin, però è donna e anche giovane rallegriamoci.
🙁
Correggo: le donne sono 7, va tolta dalla mia lista
6. Politiche comunitarie – Anna Maria Bernini
L’avevo presa da una lista pubblicata in prima battuta dal sito del “Corriere della Sera”. Nella lista definitiva non c’è più la voce “Politiche comunitarie”, ma il suo posto è preso da “Affari europei” con Enzo Moavero Milanesi.
M’ero imperdonabilmente dimenticato della Bernini: come ho potuto ?
Scherzi a parte, Sara, e non certo perchè io nutra chissà quali aspettative su questo governo, e sui suoi componenti, ma la Lorenzin e la De Girolamo le valuteremo nei fatti: attendiamole alla prova; pensa, Sara, che alla Salute era addirittura pronosticato Lupi …………..
Oltre alla (più del solito) giovane età media ed alla (maggiore del solito) presenza femminile, altre caratteristiche di questo governo mi sembrano il suo collegamento con il “lavoro dei saggi” (parlo della presenza di Moavero e di Quagliariello) ed una linea di continuità superiore alle previsioni con la politica del governo-Monti (non spiego diversamente la presenza, oltre che della Cancellieri, di Saccomanni e di Giovannini).
Un caro saluto a tutti.
Roberto 55
Lupi è finito alle infrastrutture. Anche secondo me ci sarò sostanziale continuità con Monti. soprattutto in economia, ho letto qualche intervento sul Sole 24 ore di Letta la linea è quella, più competitività, riforma del welfare, liberalizzazioni.
Probabilmente l’unica spruzzata di sinistra sarà in materia di diritti (la Idem mi sembra sia favorevole alle nozze omosessuali, senza parlare della Bonino).
Mah, ho molti dubbi, ma faccio anch’io tanti auguri di buon lavoro al nuovo Governo, a noi e all’Italia.
http://www.youtube.com/watch?v=dzDBB3iWLA0
Io aspirerei a morire “italiano” e “cattolico” e seppellito sotto l’italica zolle.
Non volevo morire “”europeizzato” (almeno “questa” Europa che non vuole riconoscere e vivere le radici cristiane).
Non volevo morire “americanizzato” e/o “europeizzato” sepolto sotto la fecale zolle delle loro luciferine ideologie politiche ed economiche.
Non volevo morire “protestantizzato”.
Mi ha detto male, non ci volevo morire, ma peggio, sono costretto a viverci.
Però almeno non mi “protestantizzo”, nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!
Da Matteo Salvini, segretario della Lega Lombarda: ”Siamo pronti a fare opposizione totale al ministro per l’Integrazione, simbolo di una sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non ai doveri”.
Quando ascolto Salvini ho la testa rutilante. Per frenare il rutilio riprendo un appunto che mi ero segnato mercoledì, seguendo l’udienza generale di Papa Francesco in piazza San Pietro: “Penso ai tanti stranieri che sono in diocesi di Roma: che cosa facciamo per loro?”
E’ il ruggito del topo.
Buona domenica !
Roberto 55
Salvini è quello che è, però ieri qualcuno faceva notare che Kyenge è stata messa all’integrazione nonostante sia medico mentre la Lorenzin che ha solo il classico alla salute.
Come dire: se sei di colore al massimo ti occupi di immigrati, sa di paternalismo diciamolo.
Comunque habemus governum almeno mettiamo fine al tormentone, sospetto che tra un po’ rimpiangeremo il fatto di essere senza ma, hai visto mai, magari risolvono davvero qualche cosa.
Buona domenica a tutti.
La sparatoria non voleva .. che macello!
Immagino i frequentatori del pianerottolo alla ricerca di notizie prima di intervenire sulla sparatoria. Che non ci voleva proprio ..
Governo equilibrato, ottima la scelta della Lorenzin, che è tutto fuorchè una ragazza coccodè.
Ottima anche la vasta presenza di democratici cristiani perbene, che quando sono tali sono di gran lunga i politici migliori che un Paese possa augurarsi, in ogni Repubblica.
Non sono entusiasta per la presenza dei cattolici: anche questa volta, nonostante i pronostici, sono relegati in ministeri problematici (marò e TAV) o secondari. La scuola è ancora una volta interdetta ai cattolici, rei forse di essere poco statalisti. Ci sono diversi esponenti “cattolici adulti” che non mi danno nessuna garanzia e alcuni laicisti con incarichi di grande importanza. Per fortuna ci sono anche un paio di cattolici di centrodestra che faranno buona guardia ai valori non negoziabili, per quanto possibile.
Non sono entusiasta e oggi il Governo parte con i peggiori auspici, tuttavia al Paese serve un governo e serve una pacificazione tra le principali forze politiche in un momento in cui crisi economica, disoccupazione e antipolitica stanno mettendo in pericolo la nostra stessa convivenza.
Domani è la festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia, e lei affidiamo le sorti del Paese e il buon esito delle iniziative di questo Governo e della maggioranza che dovrà sostenerlo. Speriamo.
Nel nuovo esecutivo c’è anche un ministro ferrarese, ma non non posso certo dire di essere contento (e non festeggiano nemmeno nel suo Partito).
Non capisco le critiche alle giovani ministre del PDL: sono esponenti di spicco, hanno saputo raccogliere molti consensi sul territorio e avranno l’opportunità di dimostrare quanto valgono. Piuttosto non capisco chi e cosa rappresenti la Bonino, il cui partito ha raccolto pochissimi consensi e non ha rappresentanti in PArlamento (e quindi secondo un principio democratico non dovrebbe stare al Governo) e non riesco ad apprezzare diverse figure indicate dal PD. In particolare penso che Idem e Kyerge siano state nominate solo per una questione di “immagine” (in particolare la Kyerge, che difficilmente riuscirà a realizzare il programma della sinistra sugli immigrati, per la semplice e banale osservazione che il PDL è contrario e che quindi il Governo non potrà recepirlo).
Interdetta in che senso? la Gelmini era cattolica ed è stata ministro pochi anni fa.
Riguardo alla Kyenge concordo sulla operazione immagine (lei però mi pare persona valida) del resto ha fatto poco in materia anche Riccardi su cui ben speravo.
Leggo qui certi commenti (come quelli di Sara1 e Roberto55) e davanti a tanta spocchia non riesco a trattenere una certa incredula ilarità. Ma davvero?!
Voi sostenitori di un partito (il PD) che negli ultimi mesi si è coperto di ridicolo (e anche un po’ di vergogna);
voi ammiratori devoti di un personaggio (Bersani) che è seriamente in lizza per il titolo di uomo politico più stupido di tutta la storia dell’umanità (io dico che vince);
voi che avete tenuto in ostaggio per due mesi il 75 % degli italiani (tutti quelli che non vi hanno votato) alle vostre allucinate smanie di inveterati pippaioli (il “governo di cambiamento”, senza avere i numeri per farlo);
voi, proprio voi, ora che la Realtà si è dovuta scomodare di persona, attraverso l’ipotiposi geronto-presidenziale del Napolitano rieletto, per venirvi a prendere, con misericorde catabasi, darvi la manina e amorevolmente portarvi là dove sareste dovuti arrivare da soli se non la sera del 25 febbraio la mattina del 26,
voi vi permettete di fare i difficili, gli schifiltosi, arricciare il nasino e dire che questo non va bene e quell’altro neppure?
Due sculaccioni e a letto senza cena!
Quanto al governo, direi così: meglio non aspettarsi granché, però il fatto che ci sia è già qualcosa. E “qualcosa”, nell’attuale situazione italiana, è moltissimo.
Ah, quanto alla Lorenzin e alla De Girolamo, che Sara1 schifa tanto, immagino che siano due ragazzotte né migliori né peggiori di altre che sono in circolazione (che so, penso a quella piadaiola che vedo delle volte in televisione e che mi pare si chiami De Micheli).
Però la Lorenzin è molto carina e una certa somiglianza con Meg Ryan ce l’ha davvero. E la De Girolamo oggi al giuramento era decisamente la più elegante.
Un’altra cosa, poi esco appunto per andare a comprare la piadina: mi fanno un po’ sorridere quelli che per giornaloni e tv sono “bravissimi” per definizione, a prescindere. Come per esempio la Bonino. Per me rimane quella del metodo Karman, una aspirabambini. Ma a parte questo, non mi è chiaro quali siano le prove della sua tanto decantata eccellenza politica.
Comunque non ne faccio un dramma: deve fare solo il ministro degli esteri, mica la devo sposare.
Sara,
mi riferivo ai governi del CS centrosinistra/Ulivo/Unione e della parentesi tecnica del governo Monti, sostenuto comunque dal PD.
I Governi del centrodestra hanno avuto molti limiti, ma se non altro i cattolici non venivano ghettizzati alla Difesa o agli Affari Regionali…
Concordo con Franti nell’osservare che i sostenitori del PD, e in particolare i fan di Bersani, non possono proprio lamentarsi: il loro Partito, nonostante tutto e nonostante abbia raccolto meno di un terzo dei consensi elettorali, ha una decina di ministri (più la Bonino, già ministro del Governo Prodi), con deleghe anche molto rilevanti. Ricordino poi che la nuova maggioranza comprende PDL e SC-UDC e non Vendola e sinistra antagonista: il programma dovrà essere concordato di volta in volta e non potrà assolutamente essere quello del PD e dei progressisti.
O mangiar questa minestra o saltar dalla finestra.
Gli elettori del centro destra, pur molto malvolentieri, si sono rassegnati a questa “minestra”, facciano altrettanto anche i sinistri…
Ho l’impressione che Leonardo Franti non abbia letto quello che ho scritto (ed in tal caso non ha perso nulla), o, se l’ha letto (peggio per lui !), non l’ha capito: diversamente, non m’avrebbe messo in bocca quel che non ho scritto.
Il Leonardo vero, appunto, era un’altra cosa.
Ciao-ciao.
Roberto 55
Caro Franti se nemmeno lei riesce a trovare alla Lorenzin e alla De Girolamo maggiori pregi dell’essere simili a Meg Ryan ed elegante!!
🙂
«osservo che la “lobby ciellina”, che sperava di “papparsi” Salute ed Istruzione, è restata a bocca asciutta (ed anche questo è un bene)»
«pensa, Sara, che alla Salute era addirittura pronosticato Lupi …………..»
Ora, d’accordo che Lupi sembra la figlia di Fantozzi e quando parla non mi pare che dica cose memorabili … ma quando uno è, come il signor Roberto55, un fedele adepto di Bersani (cioè nelle condizioni tragicomiche che ho cercato di descrivere sommariamente sopra), nelle presenti circostanze più che scusarsi di esistere secondo me non può permettersi di fare.
Per questo parlavo di spocchia.
Ma lei, gentile Sara1, assomiglia a Meg Ryan? Io, per esempio, no.
Mi sa che abbiamo trovato la versione italiana di un vecchio frequentatore del blog che scriveva da oltre oceano…
Distinti saluti sig. Franti.
Mi immagina tutta ciccia e brufoli o più bella che intelligente come la Bindi caro Franti?
Si farebbe operare da Meg Ryan lei? O le chiederebbe di risolvere il problema dei posti letto in drastica caduta?
Passi la Di Girolamo all’agricoltura, anche se provenendo da famiglia contadina e avendo assaporato fango e letame devo dire che l’eleganza è per lo più un accessorio in certi ambiti.
Poi per carità gente titolatissima non ha fatto niente di che, hai visto mai.
Questa sera al “sior” Luigi Franti l’imitazione di Leonardo proprio non riesce: l’elegante grammatico Leo i miei interventi (giustamente) neppure se li filava, perchè aveva evidentemente altro di meglio da fare, mentre il bilioso Luigi Franti se li legge (povero lui ….), e, nonostante non vi sia nulla da capire (tanto sono modesti), non li capisce lo stesso; non insisto oltre, anche perchè è tardi e domani è lunedì e debbo svegliarmi anche “più presto” (qui Leo m’avrebbe ripreso …..) del solito.
Buona notte !
Roberto 55
Franti ha comunque ragione a sottolineare una certa spocchia.
Ma chi vi credete di essere? Ma a quale titolo vi permettete di disprezzare il prossimo?
E chi dice che una bella ragazza come la Lorenzin non possa essere anche un bravo ministro? Alla salute, come all’agricoltura non servono “tecnici” (ne abbiamo avuti abbastanza e i risultati sono stati sempre discutibili), ma politici capaci di prendere decisioni sensate.
E che dire di Orlando e Franceschini? O la Idem e gli altri?
E’ sempre il solito senso di superiorità dei sinistri…
Ma superiorità di che? Avete perso le elezioni e bloccato il Paese per due mesi con le vostre divisioni e le vostre indecisioni (e una buona dose di incapacità politica del “leader” che vi siete scelte con le primarie): basta!
Che la Lorenzin sia bella o cozza mi pare del tutto ininfluente, sottolineavo che la sua scelta è segno di un certo indirizzo che si intende dare alla sanità, indirizzo che non è lo stesso per cui avevo espresso il mio voto.
Per il resto quello che è esteticamente, nel suo privato o quanto altro non mi riguarda, nessuno disprezza lei come persona.
Ma appunto l’indirizzo per cui hai votato tu è stato sconfitto dalle elezioni e adesso il nuovo governo dovrà trovare un nuovo indirizzo, completamente diverso, frutto di intese trasversali.
Ma pensi che la politica per l’immigrazione rappresentata dalla Kyenge sia quella votata da dieci milioni di Italiani che hanno votato per il centrodestra?
E che dire della Bonino?
L’idea che il partito per cui ho votato ha consentito la nascita di un governo con la Bonino mi fa star male. L’unica consolazione è che, per brutto che sia, questo governo è sempre meglio, molto meglio, di un esecutivo Bersani-Vendola. Per fortuna il buon senso degli Italiani, ancora una volta, lo ha impedito.
Bene, a destra sono scontenti e a sinistra pure, sono due anni che l’unica politica che ci è concessa è quella europeista napolitana.
Anzi che ci siano giovani, donne e moderati meglio, così applicano le riforme urgenti senza discutere.
A me non piace sinceramente, poi che dire, se non c’è alternativa.
Sulla sanità però mi scaldo, lo sa che qua ci stanno smantellando l’ospedale? Lasceranno solo il pronto soccorso, chiederemo aiuto a Formigoni quando dovremo portarci qualcuno? Mi sembra un orrore che si debba rinunciare ad una sanità pubblica per tutti, accetto tutto ma questo non mi scende.
Quando si parla di buon senso.
Sara,
la sanità è competenza regionale e, al di là dei tagli “ministeriali”, le tue critiche vanno rivolte alla Giunta della tua regione (per la quale immagino avrai entusiasticamente votato).
A proprosito di critiche, giusto per darti un’idea di quello che tocca mandare giù un po’ a tutti:
la campionessa olimpionica Josepha Idem, già assessore allo sport a Ravenna (!), ha fatto dichiarazioni a favore dei matrimoni tra gay a Vanity Fair. In virtù di questo curriculum ce la ritroviamo apprezzata ministra per la Pari Oppurtunità.
WOW!
Lo avevo già scritto della Idem e degli omosessuali, ma tanto il nuovo PD è questo: più diritti individuali, riformismo (leggi tagli e maggior competitività di mercato) in economia.
Giusto il contrario di quanto servirebbe.
p.s. il suo tono onestamente è arrogante, io non le ho mai rimproverato le sue scelte con battutine di dubbio gusto, se la mia regione fa i tagli, la sua cosa fa? Aumenta i posti letto?
Alla fine non è una guerra e a rimetterci sono solo i poveracci.
La mia Regione non ne azzecca una e proprio nella mia provincia c’è un problema grosso come una casa a proposito di un nuovo ospedale, a Cona, che nessuno vuole e di diversi altri, che varrebbe la pena tenere aperti, che sono condannati alla chiusura o al ridimensionamento.
La colpa è tutta della Regione e della giunta rossa per la quale non ho mai pensato di votare.
Il mio tono non è arrogante, cara Sara, ma sono rimasto piuttosto amareggiato da alcuni commenti sarcasttici e offensivi nei confronti di giovani ministre che non conosciamo, mentre potremmo esprimere giudizi piuttosto critici verso altre figure (Franceschini, Orlando…) che si conoscono benissimo e altre (Kyenge e Idem) che si conoscono meno ma sulla opportunità della cui nomina si potrebbe perlomeno discutere. Essendo del PD le avete assolte, prendendovela con Lorenzin e Di Girolamo…
E poi sono io il “super-patetico”…
Amareggiato, non arrogante.
A proposito della Kyenge, lo sa che i vescovi si sono dichiarati a favore dello ius soli?
http://www.zenit.org/it/articles/anche-in-italia-lo-ius-soli-per-i-figli-degli-immigrati
Forse lei non conosce le giovani ministre, io le conosco perchè le sento spesso nei vari programmi di approfondimento.
Onestamente non mi hanno dato l’impressione di avere una particolare preparazione e un particolare talento.
I vescovi sono anche contrari alle unioni civili e afavore della parità scolastica.
Se si prende qua e là non la finiamo più
Lo sai che la Lorenzin è contraria a modificare la legge 40 sulla fecondazione assistita?
Se la sinistra forza sullo “ius soli” o sulle unioni civili, cercando sponde nel M5stelle, il Governo cade e si va alle elezioni anticipate. Questo governo e questa legislatura hanno altre priorità, tutte piuttosto urgenti.
E quale talento ha Letta? E Orlando? E, a parte la vis polemica, Dario Franceschini?
Se il criterio è la simpatia politica…
Io ho detto cosa penso delle nozze omosessuali lei che pensa dell’immigrazione e dello ius soli?
Parità scolastica in ogni caso non significa smantellare la scuola pubblica, significa dare la possibilità di scegliere anche la scuola privata. Senza scuola pubblica che scelta ci sarebbe? La sussidiarietà serve a riempire i buchi non può fare tutto, già la caritas non ce l fa..
Parità scolastica significa parità di condizioni di accesso, attraverso finanziamenti e detrazioni fiscali che consentano a tutte le famiglie di scegliere la scuola per i propri figli. Le scuole cattoliche soffrono moltissimo perchè cercano di mantenere rette basse a fronte di costi molto elevati: molte non ce la fanno. Le famiglie pagano attraverso le tasse una scuola statale di cui non usufruiscono e sono costrette a sobbarcarsi i costi di una scuola non statale che, in tutte Europa, ha agevolazioni e finanziamenti pubblici. Senza contare che la presenza delle scuole private (specie materne e superiori) fa risparmiare lo Stato. Finchè si ragiona in termini di statalismo non si migliora ne’ la scuola ne’ la qualità dell’istruzione.
Sullo ius soli bisognerebbe guardare all’estero. Dove c’è esistono leggi sull’immigrazione molto severe e applicate in modo rigoroso. In Italia il rischio è che si trasformino i centri di accoglienza nelle sale parto di tutti i disgraziati di questo mondo. Se l’obiettivo è favorire l’integrazione si può procedere con altre iniziative, ad esempio velocizzando le procedure per la cittadinanza. La riflessione dei vescovi è sensata, ma andrebbero approfonditi gli effetti sociali. La sinistra strumentalizza questa idea solo per propaganda. Ad ogni modo modificare in modo così significativo una legge sulla cittadinanza richiederebbe ampi consensi: non si può pensare di approfittare dei seggi concessi dal premio di maggioranza. Magari anche un referendum.
Per lo ius soli ci vogliono ampi consensi, le scuole cattoliche invece devono essere finanziate da tutti anche se è una minoranza chi vi accede e se ne interessa. (me compresa che ho frequentato al Cattolica a Milano sia chiaro).
Lei ragiona in un modo…
Non è vero.
Le scuole cattoliche (e paritarie in genere) devono essere finanziate perchè collaborano con lo Stato nell’offerta formativa: questa è la logica del buono scuola per ogni studente. Oppure si consenta almeno alle famiglie una detrazione fiscale pari alla quota versata per la retta, in modo che non si trovino a pagare due volte la scuola.
In tutta Europa è così, solo in Italia è rimasta una discriminante statalista e anticlericale di origine risorgimentale.
Si invoca l’Europa solo quando fa comodo…
Cara Sara,
non è “arrogante il tono” d chi scrive:
“Lei ragiona in un modo…”?
Senza offesa ma quando si diventa statalisti e anticlericali solo perchè si difende una scuola pubblica che garantisca il diritto di studio a tutti.
Che i cattolici, con la scusa della sussidiarietà, contribuiscano a distruggere sanità e istruzione è qualche cosa di cui non mi capacito.
Senza offesa, ma diritto di studio a tutti, laicità e scuola pubblica sarebbero garantiti anche nel caso che lo stato contribuisse in piccola parte alla libertà di educazione e al pluralismo scolastico.
Come cattolici dobbiamo avere a cuore l’educazione dei nostri ragazzi, non il monopolio statale della pubblica istruzione.
Personalmente non mi capacito che ci siano cattolici che non riescono a cogliere il valore delle scuole paritarie cattoliche…
http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/41-scuole-a-culture-saperi-a-tecnologie/11311-lla-cei-difende-la-scuola-pubblicar.html
http://www.famigliacristiana.it/chiesa/news_1/articolo/cei-ok-alla-scuola-pubblica_280211213155.aspx
Ricordo le puntualizzazioni della Cei quando Berlusconi ha attaccato la scuola pubblica.
Cara Sara come medico ti posso dire che non sono i “cattolici” a distruggere la sanità! Anzi! Ti augurerei di vivere in paesi dove la religione cattolica è bandita o perseguitata: forse allora ti renderesti conto che SOLO i cattolici hanno veramente a cuore i malati. Solo il cristianesimo si china a baciare i lebbrosi… gli altri, cara Sara, compreso lo Stato eETICO, lo Stato che garantisce i diritti, dei lebbrosi se ne fregano!
Discepolo, è medico nel pubblico o nel privato?
E poi come puoi dire che i cattolici distruggono l'”istruzione”?
a volte mi sembra che alcune persone che si dicono cattoliche, abbiano un odio, un astio, un rancore, una vera e propria rabbia contro” i cattolici “che un ateo , uno che non crede in Dio, non avrebbe!
E’ probabile vedere in questo atteggiamento un complesso freudiano. La Chiesa cattolica è madre e maestra disse una volta Giovanni XXIII. Aveva proprio ragione: nessuno si odia di più che la propria madre! E infatti molti suoi figli la odiano….
Cara Sara io sono un medico pubblico, o meglio un medico che è convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale. Questo non vuol dire che non abbia anche i mei pazienti privati.
quello che le persone non capiscono è che la distinzione pubblico/privato, nella medicina come nell’istruzione e in tanti altri campi non hanno alcun senso, perché il rapporto che deve esserci fra medico e paziente. come fra insegnante e alunno, è quello della scelta basata sulla fiducia.
Una famiglia vuole mandare il proprio figlio ad una scuola che ritiene ottima , anche se privata, ad esempio a Milano il LEoneXIII, tenuto dai gesuiti. Perché non dovrebbe farlo? Una famiglia vuol fare visitare il proprio figlio da un medico di cui ha fiducia , perché non dovrebbe farlo?
Dove è qui la distinzione , così ideologica, tra pubblico e privato?
Esiste solo la vita , la fiducia, le preferenze leggittime delle persone.
Per fortuna non viviamo nell’URSS di Stalin , ma ( ancora) in uno Stato liberale dove le professioni liberali, medico, avvocato, insegnante, si basano sulla fiducia tra il cliente e il professionista. Io non sono un MEDICO di STATO, e se mi obbligasse, lo Stato a fare cose che non voglio fare, in coscienza, non obbedirei, Così un insegnante: la Scuola di Stato , per esempio, fa studiare la Storia secondo una certa ideologia . E chi non è d’accordo?
Cara Sara, prova a pensare , rifletti, se tutto fosse dello STATO, lo stato diventerebbe un entità quasi assoluta, e la libertà, anche di opinione o di coscienza dell’individuo scomparirebbe. Non credo cara Sara che tu preferiresti vivere nella Russia Sovietica, o in Corea del Nord, o a Cuba, piuttosto che in uno stato che pur con tutte le sue pecche, lascia ancora liberi i cittadini di credere in ciò che vogliono, di scegliere l’educazione che preferiscono per i loro figli, nello scegliere il medico o la struttura sanitaria o l’Ospedale, anche privato, in cui hanno più fiducia.
Cara Discepolo, immagino che se lo Stato le è così intollerabile potrebbe rinunciare alla parte di lavoro costretta dal servizio sanitario nazionale e darsi completamente al privato.
La differenza tra quando si va da un pediatra pubblico e uno privato, per l’utente, è che si paga nel secondo caso nel primo no.
A me pare differenza non da poco.
Brava Sara. E’ proprio questo il punto.
Con il buono scuola (o misure analoghe), la differenza che evidenzi tu verrebbe meno.
federico la carta voucher sulla sanità fu il cavallo di battaglia di Paul Ryan alle presidenziali americano l’estate scorsa.
i vescovi Usa la bocciarono e giudicarono il suo programma Darwinismo sociale.
Sulla scuola, potendo scegliere, chi porterebbe i suoi figli in una scuola ad alto tasso di immigrati? (per esempio).
e’ facile vedere che ci sarebbero scuole di serie A e scuole di serie B e indoviniamo a chi toccherebbero quelle di serie B.
Anche adesso esistono scuole di serie B e sono le scuole paritarie, a prescindere dalla qualità dell’insegnamento.
Si ma nella scuola pubblica ricco o povero, italiano o straniero hai lo stesso trattamento.
il figlio del professionista e il rom a fianco possono avere la stessa istruzione e sono trattati alla pari.
A me sembra irrinunciabile, dato che già c’è chi parte svantaggiato (a volte gravemente) nella corsa per il successo che piace tanto a qualcuno.
Questo senza mettere in discussione il valore della scuola paritaria ci mancherebbe.
L’intervento della sempre puntuale discepolo mi dà modo di far presente agli idolatri dello statalismo un piccolo fatto che potrebbe forse farli riflettere. Il S.S.N. funziona sulla base del principio della libera scelta del medico di base (“medico di fiducia” si sarebbe detto una volta). Ciascuno di noi, un giorno, è andato alla sua ASL e ha SCELTO un medico, all’interno di un elenco di professionisti convenzionati (come discepolo) che gli è stato presentato. Certo, non è una libertà di scelta illimitata, perché ad esempio non si può scegliere un medico che abbia già raggiunto il massimale, però il principio rimane quello della scelta. Libera e del tutto autonoma.
Questo viene considerato evidente quando è in gioco la cura del corpo, cioè in un campo in cui, in fin dei conti, degli elementi oggettivi, “scientifici”, validi per tutti (i famosi “protocolli”) che guidano la pratica si potrebbero anche trovare.
Lo stesso principio, invece, fa scandalo (anche tra molti cattolici, ahimé) quando si chiede di applicarlo all’educazione, cioè in un campo in cui sono ancor più rilevanti le implicazioni valoriali, l’orientamento culturale e morale, insomma tanti elementi in cui la questione della libertà è molto più in gioco.
Non è assurdo tutto ciò?
Ci sembrerebbe una sopraffazione, una lesione dei nostri diritti se la ASL decidesse d’imperio di assegnarci un medico di base che non gradiamo. Eppure lo consideriamo normale, anzi necessario (e guai a chi obietta), per gli educatori dei nostri figli.
Oh potenza diabolica dell’ideologia!
Incominciate a recitare tutti i giorni la preghiera a san Giuseppe, specialmente dove dice: «allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo ecc. ecc.».
Quanto male ha fatto il dossettismo ai cattolici italiani!
Per quanto tempo ancora pagheremo le conseguenze di una visione così fortemente statalista?
Non so perchè, ma il quadro che voi tracciate mi fa venire in mente una canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=xU7nZr139Jc
Da parte degli altri non so, da parte mia è un discorso molto serio sinceramente.
Sì, non intendevo essere sarcastica, volevo solo dire che le osservazioni da una parte e dall’altra fanno emergere un quadro sconsolante, come se la squadra di governo fosse piuttosto scalcagnata…
Ho anch’io delle perplessità, ma ho deciso di cominciare concedendo la fiducia. Non vedo altro modo per uscire dalla trappola del reciproco “esautorarsi a prescindere”.
Anch’io concedo la fiducia al Governo, forse il migliore possibile in questo momento, ma restano molte perplessità su alcuni ministri (specialmente la Bonino) e sul PD.
Io la Scuola paritaria Cattolica l’ho frequentata per cinque anni al Liceo e ne vado orgoglioso.
Solo una piccola nota: a seguire un cammino di Fede e a partecipare all’Eucaristia Domenicale eravamo, nella mia classe, in 3 su 21.
Così, un piccolo esempio di microcosmo che non vuole essere assoluto, ma che ho ritenuto giusto segnalare.
Un caro saluto.
Perplesso sulla Bonino, ministro degli Esteri?
Per quale motivo, scusa?
@ELSA,
per questo motivo:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-quanto-ci-coster-la-bonino-6360.htm
Mai letto uno schifo più schifo di questo!
Che squallore!
Spero ci siano criteri più seri e meno pretestuosi per giudicare un ministro degli esteri.
Spero che non serva l’imprimatur vaticano.
Spero che le nostre gerarchie cattoliche abbiano criteri di valutazione più ampi di questo signor Danilo Quinto.
Non sono l’avvocato difensore di Quinto, ma le motivazioni presentate sono serie e varrebbe la pena di rifletterci. Non sappiamo come sarà la Bonino come Ministro degli Esteri e avremo presto l’occasione di verificarlo, ma i dubbi su una presenza radicale in un ministero tanto importante (e una presenza che peserà nel Consiglio dei Ministri) rimane.
Ecco comunque un altro articolo che evidenzia come, a parte i soliti “cattocomunisti”, ci sia nel mondo cattolico una perplessità sull’opportunità di questa nomina:
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/cattolici-vaticano-vatican-24407/
Se servissero altre motivazioni:
http://www.lapresse.it/politica/quirinale-famiglia-cristiana-boccia-bonino-no-dai-cattolici-1.317149
Sono letteralmente basìto dal fatto che un partito serio e difensore dei “valori non negoziabili” come il PdL, che ha impedito in Italia la vittoria della sinistra laicista e zapaterista possa aver votato un Governo con al suo interno Emma Bonino.
Non ci sono parole: mi chiedo dove siano i vari Sacconi, Roccella, Lupi, Quagliariello (ah, gli ultimi due sono al Governo)…
Non ho parole, non ho parole, ma è il PdL, quindi amici e amiche puntiamo sempre al solito schema: noi difensori dei “valori non negoziabili” facciamo finta che il PdL non abbia alcuna responsabilità nell’aver votato un Governo con Emma Bonino al suo interno e scateniamoci come nostro solito sul partito Democratico. E’ lo sport che più ci gratifica.
Suppongo che il signor Fabricianus volesse fare dell’ironia. Ma è sciocca, e soprattutto tradisce ancora una volta l’infantilismo politico del piddino medio.
Certo che la Bonino è male (come tutti i radicali lo sono), ma che vuol dire? In politica si fa quel che si può, e come si può. Che è esattamente quello che nel vuoto crapun di Bersani (“una fronte inutilmente spaziosa”, l’avrebbe definita Fortebraccio) non è entrato per sessanta giorni.
Se non si può far meglio, ci si siede a tavola anche con Belzebù. E ci si fa piacere il pranzo, se non si può far meglio. Chi non capisce questo, vada a giocare ai giardinetti (o vada da Grillo, che è lo stesso).
Fabricianus,
mi sembra di aver capito che la Bonino è stata “imposta” da Napolitano e accolta favorevolmente dal PD, che spera di accontentare una certa ala del Partito (quella che voleva Presidente Rodotà), gli ex alleati vendoliani e magari i soliti corteggiatissimi 5Stelle…
Il PDL ha dovuto accettare la Bonino, ex ministro del Governo Prodi (ma non si era detto che gli ex ministri non dovevano esserci?), come altri ministri del PD (per esempio all’Istruzione): è la logica delle alleanze tra soggetti diversi.
Prego notare che quattro dei cinque ministri del PDL è composta di cattolici che avevano sostenuto il progetto “Italia Popolare” e che Mauro, ministro in quota SC, ha partecipato a questo stesso progetto quando era nel PDL. Questi cinque ministri sapranno tenere testa alla deriva laicista rappresentata dalla Bonino e dalla sinistra. Spero comunque che siano tutti abbastanza intelligenti da accantonare in questa legislatura la questioni maggiormente divisive, come sono appunto quelle eticamente sensibili.
Mi auguro comunque che Sacconi e Roccella possano entrare nella squadra di governo come sottosegretari, a meno che non ci siano altri veti espliciti del PD.
Menomale che ci sono gli “intelligentoni” come il sig. Franti ad arginare l’infantilismo politico degli elettori Pd. Sono più sollevato e sereno.
La polemica di alcuni cattolici sulla libertà dell’istruzione è, a mio avviso, prima ancora che faziosa, miope.
Al di là del dettato dell’art. 33 della Costituzione, il patto che tutti gli italiani hanno scelto di sottoscrivere con la nascita della Repubblica, per il quale “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” dovrebbero valere delle ulteriori considerazioni.
Rinunciare a un sistema di scuola pubblica in favore di un pluralismo scolastico privato esporrebbe la società a possibili future frammentazioni. Riconosciuto in via generale, si dovrebbe in seguito ammettere scuole separate anche per altre culture che ormai sono quantitativamente numerose in Italia, e sulla cui adesione piena degli insegnamenti al sistema di valori costituzionale non si può essere certi.
Una scuola pubblica in cui tutte le giovani generazioni sperimentano la convivenza con tutti è la migliore assicurazione di una società pacifica futura.
Altro contributo, per Elsa:
GOVERNO, BONINO SEGNO DI DIVISIONE E LACERAZIONE
Il Movimento per la vita italiano reitera la centralità politica del diritto alla vita
Roma, 29 Aprile 2013 (Zenit.org)
Sarebbe un gran giorno quello in cui avvenisse la conversione del ministro Emma Bonino ad un pieno riconoscimento dei diritti umani dal concepimento alla morte naturale. Ma, fino a quando questo straordinario evento non avverrà, il suo nome è destinato a rimanere simbolo di una lacerazione non sanata quale è la promozione e l’attuazione dell’aborto come diritto civile.
Chi è fermamente convinto della centralità politica del diritto alla vita avverte, purtroppo, un’ombra nell’immagine del nuovo governo che vorrebbe essere strumento di unificazione civile.
Nel momento in cui si vota la fiducia al nuovo – necessario e urgente – governo e all’inizio del lavoro della nuova legislatura, qualcuno deve ricordare a tutti i parlamentari e agli uomini di governo l’appello rivolto anche ai politici da chi ha saputo abbattere gli storici e mondiali muri della divisione in nome dei diritti umani, Giovanni Paolo II: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità!”.
@Alexandros,
la tua è una visione statalista e non condivisibile.
L’art. 33 della Costituzione è interpretato anche in altro senso, cioè con il divieto per lo Stato di finanziare l’ “ISTITUZIONE” di scuole non statali, non di finanziarne il funzionamento una volte istituite.
Ripeto: in tutta Europa esistono finanziamenti alle scuole non statali o agevolazioni fiscali per le famiglie dei ragazzi che le frequentano. Perchè in Italia no? Perchè in Italia esiste questa ostilità laicista, statalista e ottusa verso la libertà di educazione e il diritto dei genitori di scegliere la scuola per i propri figli? Perchè solo i ricchi possono scegliere e i poveri no? L’uguaglianza non è un principio costituzionale, o non va considerata di fronte ad una visione superstatalista della scuola?
Miope è non capire che la pubblica istruzione, in tutto il mondo, è un sistema complementare tra scuole statali e non statali.
Fazioso è chi non comprende le ragioni di chi chiede pluralismo scolastico.
Non stupisce che ci siano laicisti e anticlericali contrari alle scuole non statali, ma stupisce che certe idee siano condivise anche da certi cattolici. Sarebbe ora che certo dossettismo, ormai superato da tanti punti di vista, sia definitivamente archiviato.
Ho frequentato la Cattolica, mio cugino ha fatto il liceo in seminario, un altro cugino le superiori dai salesiani, mio fratello sempre le superiori in un collegio di padri Barnabiti (o qualche cosa di simile non ricordo), dove non vede la libertà di scelta Federico? Se ti iscrivi alla Bocconi ti danno il buono? O l’agevolazione fiscale?
inoltre vorrei anche precisare che in una scuola cattolica non è che ti saltano Darwin o Marx o l’illuminismo, i programmi sono gli stessi, all’università avevo lo stesso manuale di storia consigliatomi dalla Prof del liceo.
Oggi il mio amico Federico se la prende con Dossetti…
Ma statte tranquillo che le Scuole Paritarie Cattoliche non le tocca nessuno.
Certo, prima di “sostenere” esse, cosa che io non trovo affatto sbagliata, la priorità va data alla Scuola Pubblica.
Poi Federico, puoi sempre decidere di cambiare la Costituzione.
Che poi per scuole non statali bisognerebbe anche specificare cosa si intende…Scusami Federico, sai bene che e’ Paritaria (cattolica e non) la definizione giusta.
La “non libertà di scelta” sta nelle difficoltà di chi non può permettersi le rette che le scuole paritarie sono costrette a chiedere. Se ci fosse un sistema di finanziamento veramente “europeo”, ci sarebbe maggiore democrazia e uguaglianza.
Parità scolastica non significa niente se non diventa parità di “accesso” per tutte le famiglie.
Quanto ai programmi, è evidente che devono essere quelli ministeriali. Il valore di una scuola cattolica non si dovrebbe limitare ai buoni insegnanti o alla “qualità dell’istruzione”, ma dovrebbe comprendere qualcosa di più che Sara e i suoi parenti evidentemente non hanno trovato: una proposta educativa chiara e ben identificabile come cattolica. Nelle scuole tenute dai Salesiani, per esempio, si propongono due ore di religione anzichè una e un’ora “formativa” ulteriore, senza considerare i momenti di preghiera e la possibilità di un accompagnamento spirituale per gli allievi. Se le scuole cattoliche non si differenziano in niente dalle scuole statali è meglio che chiudano.
Federico lei vuole il privato con i prezzi del pubblico.
se iscrive suo figlio a nuoto (privato) lo sa che una lezione individuale costa più di una di gruppo no?
Fabricianus,
le scuole paritarie stanno soffrendo terribilmente e molte hanno bilanci in deficit. Persino le materne parrocchiali, che pure alleviano i Comuni da costi piuttosto elevati, non hanno riconoscimenti e faticano ad andare avanti.
Bisognerebbe cambiare mentalità e con spirito veramente europeo provare a riconsiderare il discorso dei finanziamenti e delle detrazioni fiscali.
Non parlo chiaramente dei “diplomifici”, ma di scuole serie, a volte anche eccellenti, dalle quali sono esclusi i ragazzi provenienti da famiglie che non possono permettersi di pagarne le rette.
La nostra costituzione non dovrebbe essere di ostacolo.
Spero sinceramente che cambi presto questa visione iperstatalista della scuola, almeno tra i cattolici.
Sara, ti prego.
Vorrei solo non pagare due volte per la scuola di mio figlio: con le tasse quella statale che non frequenta e con la retta quella non statale che frequenta.
Non può essere considerato un lusso scegliere la scuola dei propri figli!
Terribile come il rispetto della vita umana non vada d’accordo col rispetto delle persone, accusate di disumanità.
Che stoltezza! Secondo questo modello pseudo-islamico i ministri andrebbero votati in base all’adesione ai principi etici proposti dalla chiesa cattolica.
Magari anche per l’elezione in parlamento, eh?
Suvvia!
E’ un affronto all’intelligenza.
Invece piuttosto sono per la totale demolizione della scuola statale, fra l’altro già sfasciatasi da sola, e per la sua sostituzione con una scuola “pubblica”, ovvero aperta a tutti, ma gestita da privati. E questo checché dica la Costituzione.
Il compito dello Stato è garantire l’istruzione, non farla e gestirla.
Mi scaldo perchè a Bologna è in atto un tentativo di sopprimere, attraverso un referendum demagogico e strumentale, quel poco che c’è a sostegno delle scuole materne paritarie. Inutile dire chi è a favore e chi contro.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-pd-la-curia-e-la-scuola-privata-una-storia-damore-e-perdizione-ovvero-perche-al-referendum-di-bologna-sceglia
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/politica/2013/03/23/863308-referendum_finanziamento_scuola_comitato.shtml
http://www.referendumbologna.it/referendum-comune-bologna-scuola-pubblica-bambini.html
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2013/25-aprile-2013/referendum-campo-caffarra-cattolici-andate-votare-212837900631.shtml
Anche Elsa vuole il privato ma gratis, il senso?
Nel privato paghi anche se vuoi la spruzzatina di cacao sul caffè altroché gratis..
Federico a tutti capita di doversi rivolgere al privato ogni tanto, magari per il dentista o per la visita specialistica, se pago due volte in questo modo io mi immagino che qualcuno ne avrà giovamento, le tasse che pago non le pago per me sola, altrimenti che le paga a fare Berlusconi? gli converrebbe comprarsi una scuola o un ospedale piuttosto che pagarle…
Gratis?
Chi ha mai parlato di gratis?
Perché oggi la scuola sarebbe gratis?
E chi paga il personale e le strutture?
Mi rendo conto che è inutile continuare.
Non ci capiamo perchè non si vuole capire che la libertà di educazione è un valore che uno stato democratico dovrebbe promuovere e non penalizzare come di fatto succede in Italia.
All’estero sono tutti stupidi? In tutta Europa, ad eccezione mi pare della sola Grecia, ci sono misure diverse di finanziamento al pluralismo scolastico: o direttamente alle scuole (secondo la logica del buono scuola per ogni iscritto) o alle famiglie.
Chiudo invitando tutti ad una visione meno pregiudiziale e meno ostinatamente statalista.
Sa che c’è Elsa? Oggi son tutti liberisti alla Marchionne, vogliono privatizzare i guadagni e socializzare le perdite.
Ci vorrebbe davvero un liberismo di quelli tosti che se paghi hai altrimenti corri e ti arrangi dopo.
Vogliamo il pluralismo? benissimo, questo ovviamente comprende anche gli asili Montessori, le scuole Steineriane e le scuole laiche come quella frequentata dalla figlia di Santoro perchè quella pubblica non è laica abbastanza.
http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_03/santoro-rodota_c1c77f04-4576-11e0-be93-d37b38d5ef64.shtml
Santoro almeno paga la sua parte di tasse senza protestare.
Mah.
Se avessi il suo stipendio non mi lamenterei nemmeno io.
I ricchi hanno indubbiamente una libertà di scelòta assoluta.
La questione che ponevo io (e che dovrebbe porsi lo stato italiano, alla luce della sua osannatissima costituzione) è consentire a tutti, anche cioè ai meno abbienti, la stessa libertà che ha avuto Santoro.
Chiudo veramente qui.
errata corrige: libertà di scelta
Mi fa ridere il fatto che per lei la scuola è relativista laicista e porta i figli in scuole cattoliche, invece per Santoro la scuola è Vaticandipendente e porta la sua in scuole laiche, delle due una, ma dato che si parla di relativismo..
Comunque quanto deve contribuire lo stato per la libertà di educazione di un figlio? tanto da mandarlo all’asilo delle suore vicino a casa, o tanto da mandarlo alla Bocconi?
Il Pubblico è uno il privato hai voglia quante facce (e costi) ha..
Perché, invece di parlare di cose che con tutta evidenza non conoscete, non vi andate a studiare che cosa veramente dice l’art. 33 della costituzione?
E poi, dopo averlo studiato e possibilmente capito, non andate a confrontare la previsione costituzionale con il sistema che in effetti si è realizzato in Italia?
Anche il somarismo ha un limitismo.
Ma la cosa più grave non è neppure l’ignoranza. È il punto di partenza del vostro pensiero: trattando di educazione, voi partite dallo stato. Come se l’educazione fosse affare dello stato e non della persona.
Ragionate ancora come i laicisti massoni, i fascisti e i comunisti, non come dovrebbe ragionare un cattolico.
Sa che c’è Franti? Portate i figli dove volete, dalla scuola laicista a quella musulmana o fondamentalista sa che ci farei io con i soldi che verso alla stato in tasse se il ringraziamento è questo?
Fa bene chi ruba. guardi un pio’ che mi tocca dire..
Sara1,dammi solo una buona ragione perché la scuola debba essere statale.
Magari perchè grazie a quella schifezza della scuola statale i miei suoceri, che non avevano finito le elementari, hanno laureato due figli.
Magari.
Ce lo dica lei sig. Franti cosa esattamente afferma l’art. 33 della Costituzione, ci illumini dalla sua cattedra dello Stato Pontificio pre 1870, ci dica, ci dica.
Io attendo come un bravo scolaretto.
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
eccolo l’articolo 33. Primo l’istruzione privata deve avvenire senza oneri per lo stato, secondo gli alunni di scuole statali e non statali devono avere un trattamento scolastico equipollente (infatti si parla di scuole paritarie non private tout court).
Lezioncina n.1 (corso elementare).
Si osservi innanzitutto la struttura dell’articolo, la sua “architettura”, che esprime una ben precisa gerarchia di concetti. Il primum, il perno su cui si basa tutto il resto, è il principio di libertà di educazione. Non si parte dallo stato, si parte dal diritto naturale della persona, che precede lo stato, alla libertà di educazione (in senso attivo e passivo).
Il primo comma afferma la coessenzialità dei tre fattori: arte e scienza (potremmo anche dire, sinteticamente, “cultura”), libertà, educazione. Ne seguono logicamente i seguenti assiomi: non c’è cultura senza libertà; non c’è libertà senza cultura; non c’è educazione senza cultura e non c’è cultura senza educazione; non c’è libertà senza educazione e non c’è educazione senza libertà.
Compito a casa: riflettere su ciascuno di questi nessi e rilevarne le implicazioni. (Ad esempio: dire che non c’è cultura senza educazione, significa affermare che una cultura vive solo se si trasmette. Negare o limitare la possibilità per una cultura di proporsi agli altri, e in particolare di presentarsi come ipotesi educativa ai giovani significa ucciderla)
Perché dico che il primo comma afferma la coessenzialità di libertà, cultura ed educazione? Perché se così non fosse la pura e semplice affermazione del diritto costituzionale di libertà di educazione poteva apparire pleonastica, o comunque non strettamente necessaria, dato che si poteva ricavare dai più generali principi di libera espressione della personalità (ex articolo 2) di libertà di espressione del pensiero (ex articolo 21).
La prossima volta andiamo avanti, ma poi interrogo.
Sara1,
Senza oneri per lo Stato non significa che lo Stato non debba dare contributi (attualmente irrisori per dirla tutta) per consentire ai genitori cittadini della repubblica di mandare i figli in scuole che rispondano alle loro convinzioni religiose (diritto inalienabile dei genitori; nella maggioranza dei casi si tratta di scuole cattoliche). Genitori che pagano le tasse due volte, allo stato e in più – spesso con grandi sacrifici – le rette delle scuole paritarie (non private, giacché danno un servizio pubblico accessibile a chiunque). Altrimenti finisce che alle scuole erroneamente dette “private” possono andare solo i ricchi (spesso “de sinistra” radical-chic che non vogliono mischiarsi con la plebe). Quello è il punto dolente, molti di sinistra vogliono restare allo status quo di scuole elitarie e il popolo si arrangi con quello che passa il convento statale (nulla contro le scuole statali, io ho frequentato entrambe).
Questo annoso problema è strettamente connesso con la mancanza di considerazione italica verso le famiglie con molti figli.
È inoltre risaputo che lo stato grazie alle scuole paritarie risparmia un sacco di soldi (vedi costo pro capite per scuole pubbliche e paritarie).
Cordialmente la saluto.
Ringrazio il Sig. Franti.
Io è mio marito siamo laureati e mandiamo nostro figlio alla scuola pubblica. Da noi funziona benissimo se altri per motivi religiosi o elitari fanno altrimenti va benissimo non lo reputò però’ un diritto inalienabile della persona, il diritto e’ quello allo studio e mediamente la nostra scuola va benissimo.
Tanto più’ che la stessa CEI come ho ricordato ha difeso la scuola pubblica.
Capisco e riconosco il ruolo della scuola cattolica trovo però’ inaccettabile che la si usi come pretesto per un’indebolimento di quella pubblica.
Un indebolimento scusate.
Il mio “bentornato” a Giovanni Mandis che mancava da più di cent’anni ma che nessuno qui aveva dimenticato…
Se ho visto giusto l’ultimo tuo commento l’avemmo nel luglio del 2010…
(Ora che è tornato il signor Mandis, il giusto pensiero ha un difensore più chiaro e pacato di me, quindi potrei risparmiarmi la fatica, ma oramai ho cominciato e non mi piace lasciare le cose a metà …)
Numero 2.
Dopo aver affermato il principio della libertà di educazione (ma solo dopo!), l’art.33 dice, nel secondo comma, che cosa ci sta a fare lo stato:
«La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi».
Si noti: sono due funzioni diverse, tenute ben distinte. La prima è quella di dettare le “norme generali sull’istruzione”. Attenti alle parole: prima si parlava di arte, scienza e insegnamento. Ora si parla, più specificamente, di istruzione. Dunque libertà assoluta per la cultura e per il suo insegnamento, su cui lo stato non ha nulla da dire, ma interesse dello stato a che l’istruzione (cioè il processo attraverso cui si acquisiscono le competenze necessarie alla vita sociale e lavorativa) sia normata in termini generali. Per capirci: è un interesse pubblico che tutti i cittadini sappiano leggere e scrivere (oggi anche usare il computer). Per questo spetta allo stato definire, per esempio, degli standard minimi che devono essere raggiunti da tutti. Queste “norme generali” (si faccia attenzione all’aggettivo) riguardano chiunque faccia istruzione: ancora non si parla di scuola statale.
Se ne parla subito dopo, quando si enuncia la seconda funzione che lo stato deve svolgere: “istituire scuole di ogni ordine e grado”. Misuriamo bene la portata del dettato costituzionale: ci devono essere scuole statali, ma non si dice in nessun modo che il sistema scolastico debba essere esclusivamente, e neppure prevalentemente statale. In secondo luogo, non si dice affatto che le «norme generali» dell’istruzione debbano consistere nell’estensione a tutte le scuole dell’ordinamento proprio di quelle statali.
Compito a casa: confrontare questa previsione con ciò che storicamente è avvenuto nella scuola italiana negli ultimi sessantacinque anni.
Numero 3.
«Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato».
Detto quel che deve fare lo stato, la costituzione torna subito a parlare di libertà di educazione (che, a ben vedere, è il vero contenuto dell’art.33). «Enti e privati» (tutti, quindi), «hanno il diritto di istituire scuole».
Cominciamo col sottolineare questo: in questo paese aprire una scuola è un diritto costituzionalmente garantito. Anche in questo caso, come si diceva sopra, l’averlo previsto in modo specifico (mentre poteva bastare il diritto di iniziativa economica ex art. 41) ha un significato profondo, soprattutto se si pensa all’orientamento generale del nostro sistema costituzionale, in cui i diritti affermati vengono anche “promossi”, nel senso che lo stato è impegnato a favorirne l’esercizio. Voglio dire che non sarebbe conforme alla costituzione una normativa ispirata a disfavore nei confronti del pluralismo delle scuole.
N. 4
e veniamo al “senza oneri per lo stato”, l’unica parte dell’art. 33 che molti somari e molti pappagalli conoscono e ripetono.
Ma è poi necessario tornarci? Non sappiamo già tutti quel che c’è da sapere? La storia dell’emendamento Corbino e del modo in cui fu presentato e spiegato alla costituente: si voleva semplicemente evitare che l’istituzione di una scuola – proprio in ragione della costituzionalizzazione del diritto di cui si è appena ragionato – facesse scattare un obbligo (un “onere” in senso giuridico, appunto) di finanziamento in capo allo stato. Si disse chiaramente, allora, che la formula non significava un divieto al finanziamento. Ovviamente quel che c’è scritto negli atti dei lavori preparatori di una norma non ha alcuna forza di legge, però le cose sono andate così.
A me, però, non interessa moltissimo il “senza oneri per lo stato”: mi basta che si abbia l’onestà intellettuale di ammettere che può (non dico deve) essere interpretato, senza alcuna forzatura, nel modo sopraddetto.
N. 5
Trovo molto più sexy il comma successivo, che tanti fanno finta di ignorare (o ignorano davvero).
«La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali».
Dunque dunque: intanto veniamo a scoprire che il sistema di istruzione pubblico immaginato dai costituenti è pluralista e comprende – su un piano di assoluta parità – scuole statali e scuole non statali. (Una legge sulla parità l’abbiamo avuta dopo cinquant’anni, e sotto un ministro comunista, Berlinguer!).
Poi impariamo che lo stato, nel dettare diritti e obblighi delle scuole del sistema di istruzione pubblico deve rispettarne la piena libertà.
Infine c’è la questione del “trattamento equipollente”.
E qui viene il domandone, con cui termino la mia lezion picciola: poiché del “trattamento” degli alunni delle scuole statali fa parte la quasi completa gratuità della scuola (anche nella scuola non dell’obbligo le tasse pagate dalle famiglie non arrivano, credo, al 5/10 % del costo per alunno) mi spiegate perché mai gli studenti “equipollenti” delle paritarie non sono trattati allo stesso modo?
Signor Franti, apprezzo la premura con cui ha fatto la sua “lezion picciola”, a più riprese, sull’art.33 della Costituzione riguardante la Scuola etc…; e si comprende più che bene la sua preoccupazione massima di difendere gli istituti non statali, sui quali avrei molto da dire ma preferisco astenermi.
Mi consenta però un interrogativo in merito al suo “domandone” finale: lei, che non è né “somaro” né “pappagallo”, ha capito il significato del “trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali” ? Io credo di no.
“Corso elementare”, “poi interrogo”, “il giusto pensiero” (niente di meno!)… Senza dimenticare i vari apprezzamenti quali “somarismo”, “statalisti”, equiparazione ai “laicisti massoni, ai comunisti, ai fascisti” (ma sì! Non facciamoci mancare niente! Meglio abbondare come dicevano i latini).
Infinitamente grato per l’esposizione della retta interpretazione del disposto costituzionale, mi domando però perché nessuno abbia replicato alla mia seconda obiezione, ossia al rischio che lo svuotamento progressivo della scuola pubblica in favore di una pluralità di scuole confessionali (se religiose) o monoculturali (quella di cinesi ad esempio, o di arabi) possa comportare la creazione di una società frammentata e pericolosamente poco allenata alla convivenza e all’inclusione delle diversità.
Ma infatti una scuola per essere paritaria deve avere “un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione; un piano dell’offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti;”
Ho frequentato il classico statale mio cugino quello in seminario entrambi abbiamo fatto l’esame di maturità statale, non è che ti diplomi con l’imprimatur vaticano.
Chissà che si pensano alcuni che sia la libertà educativa.
Io ci ho provato, sia pure così alla buona e in breve, di spiegare l’abc, ma quando uno replica parlando dello «svuotamento progressivo della scuola pubblica in favore di una pluralità di scuole», vuol dire che non c’è nulla da fare. Per lui scuola pubblica e scuola statale è la stessa cosa, e non è evidentemente in grado di capire la differenza.
(Forse sta meglio lui, non dev’essere male vivere così … certo non si soffre).
Visto che oggi sono particolarmente pieno di benevolenza e premura verso gli erranti, debbo due risposte alla sempre cara signora Marilisa.
No, delle scuole non statali, di per se stesse, non me ne può fregare di meno. Mi sta a cuore moltissimo, invece, il principio di libertà di educazione.
Principio che nel sistema scolastico italiano, così come si è realizzato (in dispregio della visione costituzionale) è quasi totalmente negato.
Sì, lo so anch’io che dell’espressione “trattamento scolastico equipollente” c’è anche chi dà un’interpretazione restrittiva. Ma davvero si può seriamente sostenere che nel concetto di “trattamento scolastico” sia esclusa la dimensione economica? Ripeto, perché sia più chiaro: ogni studente di scuola statale, in Italia, riceve dallo stato un trattamento che consiste nell’erogazione a titolo pressoché gratuito di un servizio quanto mai costoso. Non ho le cifre aggiornate sottomano (anzi, a dire il vero non so neanche se esistano cifre aggiornate), ma sono sicuro che – tanto per fare un esempio – uno studente di liceo costi ogni anno allo stato più di 5/6 mila euro. Di tasse scolastiche non paga quasi nulla (quali che siano le sue condizioni economiche) e quasi tutto glielo regala lo stato in quanto è studente iscritto a una sua scuola. (Così, tra l’altro, ancora una volta i poveri pagano i servizi ai ricchi). Come si fa a dire che questo non fa parte del “trattamento scolastico”?
ma se uno ha a disposizione una scuola pubblica gratis e vuole andare in una privata per i motivi ad esempio espressi dalla figlia di Rodotà (Elementari dalle suore”. Mi ricordavo una famiglia laica. “Laiconi. Ma mia madre voleva che prendessi aria. Quella delle suore era l’unica scuola nel verde. Ero preoccupata per i miei genitori. Da quello che sentivo dire a scuola mi ero ormai convinta che sarebbero andati all’inferno) per quale motivo lo deve avere gratis??
Vuoi il verde? allora paghi.
e comunque le suore si vede quanto hanno giovato alla Rodotà…
Alexandros, premesso che non vi è stata da parte dell’ esimio signor Franti alcuna “retta interpretazione del disposto costituzionale” (nonostante i suoi cavilli interpretativi), a me pare che la tua preoccupazione su una possibile creazione di una società frammentata, nel senso in cui tu la intendi, non sia realistica.
Oggi la scuola pubblica, che pure presenta non pochi problemi, è frequentata da bambini e ragazzi italiani ed immigrati (e di diverse religioni) che avvicinano culture diverse, e ciò è, a mio avviso, positivo perché insegna a non escludere nessuna diversità.
Viviamo in un’ epoca in cui il mondo è diventato, per così dire, più piccolo, e gradualmente tutti i popoli si stanno avvicinando ed arricchendo di reciproci apporti culturali.
È una realtà da cui non si può prescindere e che tende ad ampliarsi.
Che poi ci siano sacche di isolazionismo in cui, almeno per certi aspetti ( per es. quello religioso) e temporaneamente, si preferisca tenere le distanze, mi sembra del tutto normale e non pericoloso.
Ma la scuola pubblica, che ha il compito di promuovere l’educazione di tutti a coltivare la libertà e l’ uguaglianza nel realizzarsi della propria esistenza, non può non accogliere quelli che, diversi per cultura d’origine, chiedono di esservi accolti per ricevere istruzione e per integrarsi appieno nella nostra cultura.
Per cui credo che la convivenza e l’inclusione delle diversità siano un dato di fatto.
Marilisa è ovvio che la scuola delle suore e la scuola Laica della figlia di Santoro porteranno ad accenti e ad una composizione di studenti diversi.
E se un domani nascesse appunto una scuola musulmana’ In cui invece della preghierine delle suore facessero leggere il corano?
A questo si riferisce Alexandros.
C.Mortati, Istituzioni di diritto pubblico, II, Padova 1976 (9 edizione), p.1186: «… la equipollenza del trattamento scolastico degli alunni a quello praticato nelle scuole statali, visto che IL TRATTAMENTO NON PUÒ RIGUARDARE SOLO QUELLO ECONOMICO DELLE RETTE, dovendo estendersi altresì alle materie di insegnamento (non già agli orari) ecc.».
(Sperando che il nome di Costantino Mortati vi dica qualcosa)
“Mi sta a cuore moltissimo, invece, il principio di libertà di educazione.
Principio che nel sistema scolastico italiano, così come si è realizzato (in dispregio della visione costituzionale) è quasi totalmente negato. ”
Lei è libero di pensarla come vuole, signor Franti.
Io sono altrettanto libera di contestare decisamente, e con cognizione di causa, questo suo errato convincimento.
Le do ragione, invece, sul fatto che le tasse scolastiche, nei gradi più alti degli studi, sono al di sotto dei costi del servizio. Soprattutto considerando che vengono agevolati anche i non meritevoli.
A questo punto sarebbe opportuno un discorso più approfondito, ma non lo faccio perché per ora basta così.
Sì, ha ragione, non si sforzi. Ha già sottoposto le sue meningi ad uno stress eccessivo.
(Così, tra l’altro, ancora una volta i poveri pagano i servizi ai ricchi)
Facciamo così: il ministro Severino l’anno scorso ha dichiarato 4 milioni di euro e pagato probabilmente 2 milioni di tasse.
Con due milioni di tasse penso che abbia pagato abbondantemente la scuola per i suoi figli e anche per qualche centinaio di altri studenti no?
Non credo che gliela abbiano pagata le tasse di chi dichiara 20.000 o 30.000 euro.
Morale, va bene Giavazzi e Alesina ma che i ricchi abbiano la meno convenienza al mondo a pagare non ci vuole un genio a capirlo..
A pagare le tasse ovvio, non si sa mai che qualcuno non comprenda..
Se i servizi a domanda individuale sono pagati dalla fiscalità generale vuol dire che li pagano anche coloro che non ne usufruiscono. Il costo del posto di studente della scuola statale occupato gratuitamente da un ipotetico figlio della Severino è dunque a carico di tutti, anche di persone molto meno ricche di lei, anche di persone che non fanno proseguire gli studi ai figli dopo la scuola dell’obbligo …
Pure per capire questo non ci vuole un genio …
Facciamo così: io sono felicissima di pagare le tasse del figlio della Severino avendone in cambio il pagamento per un centinaio e passa di altri studenti.
Le tasse al figlio suo anzi gliele regaliamo di buon cuore.
🙂
La costituzione, tra l’altro, all’art. 34 precisa che la scuola è gratuita quando è obbligatoria. Non dice affatto che dopo l’obbligo debba continuare ad esserlo (cone succede ora). Dice invece che “i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
Dipendesse da me, metterei a pagamento anche le scuole statali, consentendo una robusta detrazione fiscale delle spese. Le persone tendenzialmente non apprezzano ciò che non pagano.
E’ passato dalla libertà di educazione diritto fondamentale della persona a far pagare anche le elementari. e tutto per dar modo alla figlia di Rodotà di andare dalle suore gratis a respirare aria buona.
🙂
Temo, signora Sara1, che anche le sue meningi siano state sottoposte ad uno sforzo eccessivo. Se posso permettermi, credo che farebbe bene a seguire l’esempio della signora Marilisa.
Guardi che le suore mi hanno preso all’asilo a due anni facendo un favore ai miei genitori che avevano un sacco di problemi.
Si figuri che se ce l’ho con le suore. Però che i nostri liberisti alla vaccinara si approfittino di ciò per pasticciare con le loro scuole private e indebolire quella pubblica e aperta a tutti no.
Maestro Franti, ovviamente io conosco Costantino Mortati, ho però studiato il Diritto Costituzionale sui testi di Vezio Crisafulli e Temistocle Martines.
Stia bene e mi saluti Pio IX e tutta la corte pontificia.
Mi spiace non essere più intervenuto ieri, ma ho scelto di onorare il Primo maggio. Non l’ho praticamente mai fatto, ma adesso ci sono le larghe intese, un clima da distensione… Mi sono lasciato tentare.
Ringrazio Franti per le ottime spiegazioni e argomentazioni.
Non mi illudo che possano fare breccia in ambienti intrisi di statalismo e di dossettismo. C’è un blocco sociale (quello degli isegnanti e dei precari, sostenuti da sindacati e politica) molto forte che impedisce qualsiasi tentativo di ampliare lo sguardo oltre la scuola solo statale e preme, come a Bologna, per restringere ulteriormente la presenza delle scuole paritarie.
Chissà che prima o poi i principi della libertà di educazione e di uguaglianza di tutti i cittadini nella scelta della scuola per i propri figli possano trovare anche in Italia (come in tutta Europa e senza che si siano verificati i rischi – pretestuosi – paventati da Sara e Alexandros) una piena e giusta applicazione.
Speriamo e preghiamo che nel frattempo non debbano chiudere tutti gli storici e validissimi istituti cattolici presenti in Italia, scuole di serie B con studenti spesso di serie A (per preparazione).
@FedericoB
Sii sereno FedericoB, te lo dice il buon Fabricianus che è orgoglioso di aver frequentato il Liceo Paritario Cattolico e, altrettanto fiero di rifarsi alla tradizione dossettiana. 🙂 🙂
Gentile sara1, è una questione di libertà di scelta, è diritto inalienabile dei genitori avere la libertà di scegliere una scuola che sia conforme al loro credo religioso e ai loro valori morali. Nessuno stato può prevaricare questo diritto.
Se lavorando normalmente e guadagnando di conseguenza uno non può comunque permettersi di pagare la scuola paritaria è sacrosanto che lo Stato venga in aiuto, anche considerando che la la scuola “statale” NON È GRATIS, la pagano tutti i cittadini INCLUSI quelli che mandano i figli nelle scuole paritarie che così pagano due volte.
Credo che sia ovvio che i contributi alle paritarie debbano andare a chi ne abbia realmente bisogno e non a chi riesce a pagarla senza problemi.
Il suo esempio su Rodotà esemplifica bene l’ingiustizia derivante dalla scarsità di contributi alle paritarie… I ricchi possono mandarci i figli perché c’è il verde e aria buona seppur disinteressati ai contenuti educativi della scuola, mentre gente meno abbiente che crede nei valori di quel tipo di scuola e che volentieri manderebbe i propri figli non può farlo per meri motivi economici (è precisamente il tipo di discriminazione che la costituzione repubblicana dice di volere rimuovere…
Vedi articolo 3: “È compito della Repubblica RIMUOVERE GLI OSTACOLI DI ORDINE ECONOMICO E SOCIALE, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”.
Solo a parole?).
Lo stato per aiutare l’economia e l’occupazione ha dato incentivi (aiuti economici) su tutto (automobili, fotovoltaico, digitale terrestre, computer, etc) e non deve intervenire su uno degli aspetti fondanti e fondamentali della società civile: sostenere l’educazione e l’istruzione delle nuove generazioni secondo la coscienza dei genitori?
cordialmente.
Sì, il punto è questo: bisogna dare la possibilità anche alle famiglie meno abbienti di poter frequentare la Scuola Paritaria…Io sono d’accordo.
E’ forse crudo dirlo, ma ora come ora penso che le finanze italiane non lo permettano.
Detto ciò, non per statalismo, dossettismo, o ignoranza [come i miei amici dispensatori di etichette e patenti (FedericoB e Franti) vanno dicendo] non si può non considerare di fondamentale importanza l’attenzione alla Scuola Pubblica, a cominciare -senza soffermarsi su “grandi princìpi”-, ma partendo dalle piccole cose come la manutenzione edilizia.
In un clima di larghe intese e distensione, sono d’accordo con Fabricianus.
Vorrei però che il dibattito partisse subito e partendo da un punto di vista condiviso (le osservazioni di Franti e Mandis, l’esempio degli altri Paesi europei), vorrei anche che ci fosse al più presto una decisione “simbolica”, che desse ossigeno alle scuole paritarie, rimandando magari ad un periodo di “vacche grasse” la scelta di un contributo più consistente e più giusto. Sono molte e diverse le iniziative buone ed utili ma obiettivamente irrealizzabili in un periodo di tristi “vacche magre”, tuttavia qualche segnale va pur dato, altrimenti la ripresa non partirà mai… Credo che le richieste di Letta alla Merkel (e all’Europa) siano coerenti con questa idea.
D’altro canto la scuola statale è un pozzo senza fondo, un gigante costoso e vorace: se pensiamo di dare sempre la priorità alle scuole dello Stato, non ci saranno MAI soldi “extra” per le paritarie. Dovrebbe cambiare proprio lo sguardo sulla scuola, secondo quei passi della Costituzione vigente così giustamente e chiaramente illustrati da Franti e Mandis.
Ringrazio entrembi per i loro interventi.
Per favore, visto che dice di aver studiato diritto costituzionale su buoni testi, eviti almeno lo sfondone di confondere “scuola pubblica” e “scuola statale”.
Poi, se parliamo di soli, sono d’accordo anch’io che non ce n’è per nessuno. Purtroppo, il grande errore storico è stato commesso all’inizio degli anni sessanta, quando ci fu la scolarizzazione di massa. Quello sarebbe stato il momento propizio per costuire un sistema di istruzione pubblica integrato e pluralista, facendo la massima leva sul principio di sussidiarietà. La crescente (anzi, allora travolgente) domanda di scuola poteva trovare risposta assai migliore di quelle che in effetti c’è stata lasciando sviluppare – accanto alle già esistenti scuole statali un ricco e variegato mondo di scuole paritarie (che mica tutte dovevano essere per forza scuole di preti e di suore! Potevano essere scuole nate da cooperative di insegnanti o di genitori, scuole di enti intermedi; gli orientamenti culturali e pedagogici potevano essere i più diversi …).
Venne scelta un’altra strada, statalista al mille per mille (ribadisco: in dispregio della costituzione) e la DC, purtroppo bisogna ammetterlo, a parte un tentativo col primo governo Moro (che cadde in parlamento proprio sulla scuola materna “privata”), non fece nulla per opporsi a questa deriva, anzi la guidà accontentandosi (stupidamente stupidamente stupidamente stupidamente stupidamente) di avere il ministero della pubblica istruzione.
I risultati si sono visti: la scuola italiana, un pachiderma ingovernabile e irriformabile, con una classe docente pletorica e vecchia, piena di frustrati e di burnout, un esercito di bidelli quasi totalmente inutili, falangi di segretarie impegnate a infiascare la nebbia di una burocrazia oppressiva e che si autoriproduce, metastasi di precariato che sempre si riforma ad ogni nuova sanatoria …
Ormai non ci si può fare nulla. Per il pluralismo scolastico, purtroppo, in Italia non ci sarà mai spazio. Quel pochino di scuola non statale che c’è e destinato, penso, a deperire fino alla quasi scomparsa.
Mi rivolgevo al dott.Fabricianus, evidentemente. E ho scritto “solI” per “soldi”, altrettanto evidentemente.
Maestro Franti, lei ha ragione, per sistema pubblico dovremmo o dobbiamo intendere l’intero sistema scolastico: statale e non statale paritario…
Ma il problema sono le ideologie sull’argomento, presenti da una parte e dall’altra, da una parte e dell’altra. (Repetita iuvant)
Riguardo alle critiche che lei muove agli anni 60, io in quegli anni non c’ero quindi non so dirle, ma certo mi sembra il suo un giudizio eccessivamente tranchant.
Saluti.
P.S. Comunque sì, parlavo di soldi.
L’ideologia è solo da una parte: quella che concepisce sempre e solo una scuola statale.
Dall’altra parte c’è solo qualche flebile e inascoltata voce che propone più Europa in un ambito in cui l’Italia non può certo sostenere di eccellere…
No FedericoB l’ideologia è secondo me da ambo le parti…
Sul tema della Scuola poi è ovvio, si fa sentire e fa più “casino” (scusate il termine) quella di sinistra, ma anche di là non si scherza.
Sara (intervento del 1° maggio h 22.17), a differenza di tutti gli altri, ha capito bene quel che intendevo dire.
@Fabricianus,
il problema della DC degli anni ’60 si chiama centrosinistra e accordo con il PSI. Anche chi non c’era se ne può fare un’idea studiando la storia di quel periodo.
L’ideologia è sempre stata solo da una parte: quella dei laicisti e degli statalisti.
Purtroppo la stessa DC subiva il fascino del dossettismo e propendeva per una scelta marcatamente statalista, che aveva certamente i suoi vantaggi sul piano dei consensi e delle politiche per l’occupazione (nota bene: non sul piano della qualità dell’istruzione e della libertà di educazione).
@Alexandros,
spiega un po’ ai governi europei le tue resistenze alle loro consolidate (e fruttuose) politiche scolastiche.
(che mica tutte dovevano essere per forza scuole di preti e di suore! Potevano essere scuole nate da cooperative di insegnanti o di genitori, scuole di enti intermedi; gli orientamenti culturali e pedagogici potevano essere i più diversi …).
Bene almeno così usciamo dalla questione religiosa e torniamo al solito punto, stato contro privato.
Sulle cooperative ci ho avuto a che fare per un po’ di volontariato in parrocchia, non ci manderei mio figlio in una scuola gestita da una cooperativa, poi per carità, però oggettivamente se si vuole uscire dall’ottica statale e affidarsi ai corpi intermedi ci vorrà il radar per trovare una scuola (a prezzi accessibili) cui potersi affidare con ragionevole certezza di trovare una standard mediamente buono.
Federico in Europa mi pare che andasse forte il multiculturalismo no? Ognuno nella propria cultura e zitti. Ci stanno ripensando.
Ma non c’entra niente! Niente!
Come non c’entra? di fatto quello che voi volete è il diritto di avere una scuola fatta a vostra immagine, bene perchè altri gruppi e comunità che non si riconoscono nei vostri valori o nella scuola pubblica non potrebbero fare altrettanto?
O pensate che senza stato rifiorirebbe il cristianesimo?
Spingere il discorso sul multiculturalismo è sbagliato. Non ci si deve fermare al problema dell’esistenza di una scuola confessionale, ma riconoscere la possibilità di accedere ad una scelta che sinora è garantita solo ai ricchi. Tutti dovremmo poter scegliere quale educazione proporre ai nostri figli e lo Stato dovrebbe aiutare i meno abbienti. L’Europa, che si invoca sempre per qualsiasi altra qestione, stavolta non è minimamente considerata: se lo facessimo, capiremmo che c’è un’anomalia (frutto di una scelta ideologica chiara, Fabricianus) e che dovrebbe essere interesse di tutti superarla.
Cogliamo l’occasione della pacificazione nazionale!
Pax et bonum
Quanti alunni ci sono nella classe dei suoi figli Federico?
perché nel pubblico le classi superano sempre i 26-28 alunni, e i genitori devono aiutare la scuola dalla carta igienica a quella per le fotocopie.
Onestamente, come le ha ricordato Fabricianus, data la situazione attuale se un genitore rivendica il diritto di mandare i figli in classi meno numerose e con orari magari più flessibili (perchè ad esempio molti asili privati tengono più a lungo i bambini) è così terribile che si paghi le comodità in più?
Senza metterci di mezzo religione e libertà di educare a modo proprio cosa che porterebbe la discussione in campi minati?
In ogni caso non fidarsi dello Stato ma fidarsi di una cooperativa..
Guarda che uno dei miei cuccioli frequenta regolarmente l’Istituto Comprensivo Statale del nostro comune. Scelta dovuta a necessità organizzative (è troppo piccolo per andare da solo in città e i suoi disgraziatissimi genitori non riescono ad accompagnarlo) ed economiche (ahimè e ahilui!).
Lo stesso campione ha frequentato per tre anni una scuola per l’infanzia parrocchiale che offriva MENO servizi delle scuole comunali, dato che, per mantenere basse e “popolari” le rette, il parroco ha limato al massimo le spese e quindi i servizi. La scelta non fu in base ai servizi offerti (avrebbero stravinto le comunali!) o alle infrastrutture (vecchie e poco curate) o alla “qualità professionale” personale docente, ma unicamente alla convinzione che fosse giusto proporgli un’educazione cattolica, con presepe in classe a Natale e spiegazione sulla Festa di Tutti i Santi che evitasse le pagliacciate di da Halloween (entrambe situazioni che la scuola statale ha poi impedito in nome della laicità e del multiculturalismo).
Non ci si fida acriticamente di una cooperativa, ma si partecipa all’educazione dei propri figli. Anche fisicamente: imbiancando aule, spostando banchi, organizzando feste e manifestazioni… Il sistema della cooperativa coinvolge di più di una circolare che arriva sul diario o tramite rappresentante di classe…
In una scuola pubblica i genitori non sono coinvolti nel rapporto con gli insegnanti e si limitano ad una circolare?
In ogni caso mio figlio ha fatto asili ed elementari alla scuola pubblica e lo abbiamo anche vestito da Halloween eppure la domenica è in prima fila come chierichetto.
Per quello che vale. Non credo che far crescere i bambini in una specie di bambagia li renda più saldi nella fede, avranno sempre l’impatto prima o poi con un mondo scristianizzato. Secondo me è giusto accompagnarli fin da piccoli in questo confronto.
A parte che le sue maestre sono sempre state religiose anche nel pubblico sinceramente.
E’ solo la mia esperienza per carità, ma io, il mondo scristianizzato tutto sommato ho imparato a conoscerlo alla Scuola Paritaria cattolica…(Mi riferisco in particolare agli studenti, non al personale docente laico e religioso).
Solo un piccolo esempio, non assolutizzo.
La proposta non implica adesione automatica.
La scelta è sulla proposta.
Non mi convince molto tua risposta delle 16.50 o buon FedericoB.
“Sì, ha ragione, non si sforzi. Ha già sottoposto le sue meningi ad uno stress eccessivo.”
Mi spiace non aver potuto replicare prima alla sua idiozia, signor Franti.
Anche se in ritardo, le assicuro che le mie meningi non sono mai stressate. Le sue invece sì, a quanto pare.
Lo dimostrano i suoi interventi sgangherati e maleducati.
Prenda lezioni di educazione. Ne ha un gran bisogno nonostante l’età avanzata.
“E se un domani nascesse appunto una scuola musulmana’ In cui invece della preghierine delle suore facessero leggere il corano?”
Tu, Sara, lo troveresti sconveniente? E perché?
Mi sembra chiaro che verrebbe frequentata da musulmani, e questo lo trovo normalissimo. Mica mi scandalizzo! Tu sì ? Quale sarebbe il problema?
@Fabricianus,
i figli sono liberi anche di non accettare o rifiutare la fede, la proposta educativa, qualsiasi contenuto delleducazione trasmessa dai genitori.
I genitori però DEVONO (credo anche che sia un obbligo costituzionale, in ogni caso è un dovere morale) occuparsi dell’educazione dei propri figli, senza limitarsi alla cura del corpo o all’istruzione scolastica: questo implica una proposta educativa e (se i genitori sono convinti e coerenti) la condivisione della propria visione del mondo e del sistema dei valori e degli ideali in cui credono. Una volta i nostri “vecchi” riuscivano a trasmettere tutto questo senza pensarci troppo, quasi senza pensarci, oggi non è così: bisogna porre attenzione e non delegare “ciecamente” ad altri educatori un compito tanto importante. Per questo la scelta della scuola è essenziale.
Tuttavia qualsiasi proposta deve poi essere accettata e può naturalmente essere rifiutata. Liberamente.
Marilisa che lei non si scandalizza mai di nulla lo sappiamo.
Non mi scandalizzo per la scuola Musulmana però ritengo che sia meglio uno spazio in cui le varie culture si confrontino piuttosto di tanti in cui si “isolino”.
Sara, ti contraddico: io mi scandalizzo per moltissime cose che non vanno. Tanto per precisare.
E se non te ne sei accorta, non so che farci, ma ne resto sorpresa.
Ti inviterei a stare più attenta ed anche a lasciare quel tono polemico del tutto fuori luogo.
Ti inviterei inoltre a rileggere ( ma attentamente ) il mio intervento di ieri rivolto ad Alexandros.
Comunque, tanto per farla breve, anche io preferisco spazi dove sia possibile un confronto fra varie culture, anche religiose.
Ma parlo di “confronto” che non deve essere “scontro” che porti a ritenere che una è migliore di un’ altra o addirittura superiore. Perché se si parte dall’idea che si è superiori, si parte col piede sbagliato. E ciò non aiuta la convivenza, destinata ad assumere proporzioni rilevanti. Spero di essermi spiegata.
Marilisa facendo l’esempio dei nostri amati lefebvriani, se domani aprono una scuola e insegnano l’antisemitismo secondo lei è cosa buona e giusta o possiamo anche pensare che il dialogo sia “superiore” all’antisemitismo?
Il dubbio rispetto al particolarismo educativo nasce dal fatto che una sintesi in nome di valori che la nostra società ritiene fondanti è sempre necessaria.
Sara, permettimi di dirti che hai portato un esempio che non calza per niente.
Quella dei lefebvriani non è una “cultura”, è una religione esasperata e controcorrente rispetto alla religione cattolica. E l’antisemitismo è semplicemente un’ aberrazione, e come tale va considerata, anche a prescindere dai lefebvriani.
Ci sono tantissimi antisemiti sparsi in tutto il mondo, e va da sé che con essi NON si può dialogare per il semplice fatto che sono talmente ignoranti da essere intrisi di odio.
Per essi si può solo pregare, ammesso che ci si riesca.
Ciò non toglie che, lasciando da parte gli estremismi, che sono sempre respingenti, il dialogo inteso come confronto pacato va sempre cercato, per non colpire con la spada ( anche metaforica) chi usa la spada.
Mi sembra che il cristianesimo lo dica a chiare lettere.
E poi vale la pena ricordare che Gesù ha detto:” chi non è contro di me, è con me”.
“Lasciando da parte gli estremismi”, però gli estremisti sono parte del gioco non sono qualche cosa che vive in un altro mondo.
Pensi all’esempio della scuola di Adro.
http://www.repubblica.it/politica/2010/09/18/news/la_gelmini_alla_scuoal_di_adro_via_quei_simboli_padani-72028
e riguardo all’antisemitismo lei parla di ignoranza ma pensi che arriva anche in università. Non è un problema di ignoranza ma di cultura.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/06/news/lezioni_di_negazionismo_falsit_ad_aushwitz-7784921/
Sara, quando dico “lasciando da parte gli estremismi”, non voglio dire che sono da trascurare, ci mancherebbe altro!
Ci sono e sempre ci saranno. Ma sono frange di esasperazione che non possono impedire che il dialogo avvenga con quelli che non ne fanno parte e che costituiscono la maggioranza, grazie a Dio.
E quando tu dici che gli antisemiti esistono anche all’Università, non mi dici niente di nuovo.
Si tratta di “ignoranza” in senso ampio, non attinente a studi anche avanzati.
È un’ ignoranza di mentalità, che può riguardare anche le persone più colte scolasticamente e che prende avvìo, ahimè, da pregiudizi razziali che parlano di ignoranza crassa ravvisabile in chiunque li abbia e li coltivi e cerchi di diffonderli. Chiaro ?
Di quale cultura parli? Di quella della stupidità a trecentosessanta gradi?
Lei parla di stupidità e ignoranza crassa e Franti bolla come cretinate sessantottine molti aspetti del pensiero contemporaneo o Federico bolla come Pagliacciate le feste che non gli piacciono.
In realtà non è solo uno scontro tra ignoranza e cultura ma proprio una contrapposizione tra culture diverse.
Non è che chi ad esempio è favore dell’uguaglianza tra gli uomini è colto e chi invece apprezza l’aristocratismo elitario è ignorante, purtroppo invece ci sono due culture che si affrontano e il confronto deve avvenire su questo punto.
Ora se ogni comunità rivendica per sé il diritto di insegnare solo la propria cultura sarà più difficile vedere che quanto si insegna sia compatibile con i valori che la nostra costituzione ritiene irrinunciabili.
Per questo appunto si chiede alla scuole paritarie un controllo, si chiede che i programmi siano compatibili con i programmi della scuola pubblica.
Sbriciolare questo sistema a favore di un particolarismo educativo che non riconosce più norme comuni è rischioso.
In altro modo non saprei spiegarlo.
Ci dovrebbe essere un unico criterio per discernere quali siano le culture che hanno o meno diritto di cittadinanza.
Ed è il principio etico rappresentato dalla “Dichiarazione universale dei diritti umani”.
Nell’ambito di questo principio che sviluppa la regola d’oro che è l’elemento comune di tutte le principali religioni, deve valere il principio di libertà di formazione e di educazione secondo le forme ed i valori specifici di ogni cultura.
Ci sono molte famiglie musulmane che mandano i propri figli nelle scuole egiziane o di qualche altro paese arabo: non perchè considerino utile un titolo di studio valido in Egitto, ma perchè preferiscono che i propri figli frequentino scuole in cui si studia l’arabo e il Corano piuttosto che nelle “nostre” scuole occidentali. Questo aspetto apre tutto un capitolo sulla volontà di integrazione di una parte significativa degli immigrati. Ma non è questo il punto.
Il punto quindi non è l’esistenza di scuole confessionali, che ci sono e ci saranno comunque, ma il fatto che la possibilità di sceglierle è riservata solo ai ricchi, mentre ai poveri è negato il diritto di scegliere quale scuola far frequentare ai propri figli.
Il punto è il principio di uguaglianza e la libertà di educazione.
La scuola statale non è l’ideale e il massimo desiderabile, ma anche lo fosse non è giusto che un “agente” tanto importante per l’educazione delle generazioni future sia “subìto” da genitori ai quali di fatto è tolta qualsiasi possibilità di scelta.
Se poi la scuola statale ha tutti i meriti che sono stati elencati in questa pagina di sicuro non correrà il rischio di essere “sbricciolata”. Del resto in tutta Europa esiste un sistema misto integrato tra buone scuole statali e buone scuole non statali.
PS:
parlo di scuole egiziane presenti in Italia, perlomeno nelle città più grandi.
…dunque questi egiziani sono tutti nababbi?!
O sono ricchi o ricevono un “contributo” da qualche benefattore.
…o funzionano come funzionavano le scuole cattoliche ai tempi, che so, di don Bosco e dei primi salesiani…
Lo escluderei, guarda qui:
http://www.scuolaaraba.it/
“Questo aspetto apre tutto un capitolo sulla volontà di integrazione di una parte significativa degli immigrati. ” A me pare che questi immigrati facciano la stessa cosa che fa lei mettendo il Corano al posto della Bibbia.
In ogni caso ho amici che mandano i figli all’asilo dalle suore, non sono certo nababbi anzi, però non hanno avuto particolari difficoltà con i loro 3 bambini.
Non so, quanto sono gravose queste rette? Lo stato da quello che so già contribuisce con finanziamenti o sgravi (la maggior parte delle scuole rientrano se non sbaglio nel no profit).
e ancora, se lo Stato paga la retta delle paritarie dove finirebbe il risparmio?
Sara,
sei l’unica a non conoscere la battaglia delle scuole paritarie per non pagare l’IMU?
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/12/24/SCUOLA-Imu-e-paritarie-ecco-quello-che-non-si-vuol-capire/349845/
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=42142&action=view
http://www.orizzontescuola.it/imu-scuole-paritarie-agesc-caos
lo Stato non deve pagare le rette, ma facilitare le famiglie italiane a scegliere quale scuola vogliono far frequentare ai propri. Le modalità sono quelle già adottate dagli altri Paese europei (quasi tutti), ma si potrebbe partire dalle famiglie attraverso detrazioni fiscali congrue (non irrisorie come adesso) o buono scuola.
http://www.officine.it/icaro/parita/cecconi.html
http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2012/10/24/TOCCAFONDI/2/332081/
E infatti lo Stato non deve pagare alcuna retta, qualunque cosa pensino gli accesi fautori del finanziamento a favore delle scuole private, con tutte le elucubrazioni pretestuose proposte fin qui.
Perché? Semplicemente perché lo stabilisce la Costituzione, che finché non venga modificata, non deve essere stravolta.
Mi dispiace molto per chi la pensa diversamente, ma è così.
I cavilli che qualcuno qui si è affannato a proporre non hanno alcuna validità. Sono cavilli e basta.
Le scuole private devono reggersi con mezzi propri e non devono funzionare con i proventi della collettività.
Questa sarebbe un’ ingiustizia? Proprio no.
Sì certo, tutte le famiglie dovrebbero essere messe in grado di accedere, con i mezzi propri, alle scuole private se le preferiscono. E invece si sa fin troppo bene che le disagiate situazioni economiche di molte di esse non lo permettono.
Questo è un problema che riguarda anche la sanità, per esempio.
Ci sono cliniche private il cui accesso è riservato solo ai molto ricchi, e di per sé ciò non è un bene.
E allora? Allora la risposta è alla portata di tutti: bisogna che lo Stato si premuri di far funzionare bene i pubblici esercizi( tutti); è un suo compito preminente e fondamentale anche se molto spesso disatteso, purtroppo.
Aggiungo che le scuole private confessionali non sono migliori di quelle pubbliche, laddove si lavori con coscienza e con serietà d’impegno.
Sono diverse solo per il fatto che si impartisce un’educazione orientata a particolari principi ideali, solitamente cattolici.
Ma chi le frequenta non ne esce con una preparazione migliore di quelli che seguono con serietà gli studi nelle scuole pubbliche.
La Costituzione, lo si voglia o no, ha voluto assicurare una visione aperta della società, non assecondando la formazione di gruppi ideologicamente chiusi e favorendo, invece, la possibilità per gli studenti di conoscere differenti aspetti culturali. Qualcuno ha presente questo dato di fatto? Forse no.
C’è l’ ora di religione (cattolica) per chi è interessato a questa materia, e ci sono gli oratori ed altre attività di specifico orientamento confessionale per proseguire con una educazione di ispirazione cattolica.
Detto questo, faccio una domanda semplice semplice, che ha già in sé la risposta: come mai quelli che vanno nelle scuole private (confessionali o commerciali) vengono sempre promossi? Possibile che siano tutti “pozzi di scienza”?
Io sono sicura di no.
Ma …. la cantatrice calva …
… si pettina sempre allo stesso modo?!?
Sono perfettamente al corrente dell’imu ribadisco che il primo modo per garantire il diritto di scelta delle famiglie è far funzionare bene quella statale piuttosto che puntare su buoni scuola da distribuire a seconda del colore politico delle amministrazioni.
Poi per carità..
http://www.orizzontescuola.it/news/elezioni-2013-lega-sostiene-scuola-non-statale
Giusto per curiosità: ma i buoni scuola in Lombardia con cosa sono finanziati? Sono soldi regionali o nazionali?
Ma poi come funziona: il buono scuola è per tutti? cioè se io voglio andare alla scuola pubblica ho lo stesso diritto a riceverlo spendendolo come preferisco?
e in questo modo lo Stato non pagherebbe due volte per chi va alla statale?
http://www.chiesacattolica.it/chiesa_cattolica_italiana/news_e_mediacenter/00043927_La_Chiesa__per_la_scuola.html
Ma chi ha mai detto che gli studenti delle scuole private sono sempre promossi? Ma quando mai?
Ho conosciuto da vicino le scuole dei Salesiani e posso dire che le percentuali di rimandati a settembre (ai miei tempi) e bocciati era senz’altro paragonalbile a quelli della statale.
So che esistono “diplomifici”, ma qui il discorso verteva sulle scuole paritarie serie, cattoliche e non.
Quanti pregiudizi! Quanta ideologia!
Ma perchè non si guarda agli altri paesi europei?
Tutte le obiezioni di Marilisa sono ideologiche e non vale nemmeno la pena rispondere.
Le obiezioni di Sara sarebbero facilmente superabili studiando un po’ i sistemi scolastici di quei Paesi europei che adottano i buoni scuola o che prevedono altre forme di finanziamento.
Chiudo qui il discorso con grande amarezza: quella di constatare ancora una volta che nemmeno tra i cattolici (?) si comprende il valore e l’importanza della libertà di educazione e della scuola cattolica.
E temo che questo sia il frutto di decenni di una visione solo ideologicamente statalista della scuola. Sarebbe ora di guardare avanti…
Ringrazio Luigi per il link.
Visto che questa, in origine, era una discussione sul governo Letta, credo di non andare fuori tema se esprimo tutta la mia contrarietà a quanto è successo ieri con quella sottosegretaria che è stata, di fatto, immediatamente delegittimata per avere semplicemente espresso un’opinione critica nei riguardi del comportamento delle associazioni gay. È un segnale bruttissimo e non importa se nel caso specifico riguarda una signora che a molti qui può non piacere. Immagino che molte delle PAS (persone antropologicamente superiori) che frequentano questo sito la considereranno una impresentabile sgallettata, ma dovrebbero preoccuparsi lo stesso.
Anche in Italia stiamo rapidamente arrivando, sotto la pressione sempre più forte della lobby omosessuale, ad un regime in cui la libertà di pensiero e di parola è negata. Ora, io non sto a fare tante sottigliezze: quando non c’è libertà, per me è fascismo.
Sotto l’ombrello truffaldino della “omofobia” (una neoformazione linguistica da mentecatti, oltretutto, perché semanticamente sbagliata), sta passando la repressione di qualunque pensiero critico o dissenziente rispetto ai dogmi dell’ideologia GLBT. È ovvio che, ove si verifichino ancora episodi di intolleranza nei confronti di persone omosessuali questi vanno condannati, ma credo sia ben difficile sostenere, se si ha un minimo di decenza, che l’ambiente sociale e il clima culturale dell’Italia di oggi sia “omofobico”. La verità è che si vuole far passare per omofobia anche la disapprovazione per le pratiche omosessuali (cioè, ad esempio, la dottrina morale cristiana).
Direi che a questo punto, più che dell’omofobia dobbiamo preoccuparci dell’omofascismo. Attenti, perché si comincia così ma poi viene il giorno (e non ci vorrà molto) in cui sarà fisicamente impedito alla chiesa di proclamare la propria visione dell’uomo.
Sono assolutamente d’accordo con Franti.
Aggiungo una considerazione: avere tolto le deleghe a un sottosegretario solo perchè un’associazione non ne condivide le idee è come dire che la composizione del Governo deve ricevere il nullaosta di una particolare associazione.
E allora perchè si concede questo potere all’Arcigay e non a un sindacato o, per dire, all’Azione Cattolica? Le resistenze nei confronti della Biancofiore sono più significative di quelle nei confronti di Fassina o di Bubbico o della Bonino?
Letta avrebbe dovuto difendere un sottodsegretario del proprio Governo e non cedere ai capricci isterici di una singola associazione.
Ma poi il Ministero delle Pari Opportunità riguarda solo i gay? Non ci sono altre disuguaglianze e diaparità di cui dovrebbe occuparsi? Non era il caso di ascoltare anche le “altre” minoranze?
A proposito dell’abolizione dell’IMU si è detto che il Governo Letto non è un governo del PDL e che quindi non può adottarne il programma elettorale sic et simpliciter. La stessa cosa dovrebbe valere per il PD e i suoi programmi, a partire da quelli inerenti le “pari opportunità” degli omosessuali. Un ministro del PD favorevole alle unioni civili e un sottosegretario del PDL moderatamente (!) contrario avrebbe rappresentato comunque, a prescindere dalle critiche degli uni o degli altri, un buon punto di equilibrio. Adesso l’equilibrio è stato comunque compromesso e il Governo è obiettivamente più debole. Enrico Letta ha commesso il suo primo grave errore politico da Presidente del Consiglio.
Mi dispiace per te, Federico B., ti sbagli alla grande quando affermi che io vado per ideologia.
Tu, caso mai, lo fai davvero con una disinvoltura unica. Non sei il solo- si sa- sei in buona compagnia.
Io considero quel che vedo, e le storture mi fanno indignare. Tutto qui.
E sempre senza ideologia mi va di dire che Letta ha fatto benissimo a ridimensionare la signora Biancofiore, che, a dispetto del bel cognome che porta, fa venire la nausea per quel che dice e per come lo dice.
Tutte le volte che ho avuto la sventura di vederla in TV, pari alle peggiori comari linguacciute e pettegole di cui ho avuto sentore qualche volta, mi ha nauseata per la violenza verbale dettata da una ideologia becera e ben visibile a tutti tranne che agli ipocriti.
E la stessa impressione l’hanno riportata tante altre persone.
Una persona così stomachevole non doveva far parte del Governo, e questo è stato davvero un errore inspiegabile di Letta.
O almeno, lo si può spiegare solo per le pressioni che deve avere ricevuto.
Gli “episodi di intolleranza nei confronti di persone omosessuali” , esimio signor Franti, prendono inizio proprio da parole del tipo di quelle della Biancofiore.
Chi non se ne rende conto, o è in malafede o non ha ancora capito– e non mi meraviglia affatto– che le parole intolleranti sono il primo passo verso l’intolleranza nei fatti.
Non c’è nessuna giustificazione che tenga riguardo alla signora di cui sopra, e chi la cerca a tutti i costi si qualifica da sé.
Del resto, sono sempre gli stessi, chissà perché, che si premurano di giustificare l’ingiustificabile.
Ma quel che fa ridere è che, come se nulla fosse, chiamano in causa, a sproposito, il fascismo essendone, proprio loro, i più vicini per l’ideologia di cui si nutrono abbondantemente.
E quali sarebbero, cara Marilisa le parole “Intolleranti” ed “omofobe” della Biancofiore?
Metterei su una cena che lei non le ha neanche lette!
La Biancofiore ha osato dire che le rivendicazioni degli omosessuali sono “interessi di parte”. Una vera ovvietà, ma un’ovvietà che va contro quell’ideologia GLBT di cui parlava Franti e che pertanto Enrico Letta, sotto le pressioni del suo Partito, ho dovuto necessariamente punire.
Spero che su questi temi non si verifichino altri eccessi.
Lei sbaglia, signora Elsa, come spesso del resto.
Farebbe meglio ad andare retro, mia cara faziosa da due soldi.
L
Lei è molto simile alla Biancofiore nel parlare. E non è un complimento.
Ha la coda di paglia, vero?
Federico B., io spero invece che tu, vincendo per una volta la tua naturale faziosità, riporti per intero le parole offensive pronunciate da chi vuoi difendere. Si tratta di essere onesti.
Lo spero ma, conoscendoti, ne dubito molto.
Sì, certo! Magari l’ha letto dopo la mia scommessa!
E allora, egregia, quali sarebbero le frasi “omofobe” della Whiteflower?
O forse, più semplicemente, non ci sono?
Signora Marilisa, io l’amo: lei non mi delude mai! Ma credo che anche lei, sotto sotto, mi voglia bene.
Non è possibile, infatti, che una persona, per quanto … come dire … “diversamente intelligente” (e lei certo è molto “diversamente intelligente”), non è possibile che ogni volta che apre bocca, senza eccezione alcuna, dica cose … cose … ecco, come si può dire … sì, insomma, cose come quelle che dice lei. No, è umanamente impossibile (non fosse altro che per la regola dell’orologio fermo che due volte al giorno segna pure lui poverino l’ora giusta).
Quindi sono sicuro che lo fa apposta, e mi sono convinto che lo fa apposta per amor mio, per non deludermi.
Però, povera cara, non deve sacrificarsi così. Qualche volta, se per caso le viene, può anche dire una cosa sensata. Non mi offendo:
Toc, toc! C’è qualcuno lì dentro?
Qualcuno che sappia dirmi quali sarebbero le frasi “omofobe” della Whiteflower?
Signor Franti, replico in ritardo avendo letto solo ora le sue cretinate. Me ne scuso.
Io, sinceramente, non l’ amo affatto. Per il semplice motivo che le persone “normalmente intelligenti” (leggasi “tarde”) come lei mi portano a respingerle.
Per il semplice motivo che guardano sempre all’indietro ( altro che “orologio fermo”!) e non riescono a fare un passo in avanti, proponendo ragionamenti cervellotici per far quadrare il cerchio.
Per il semplice motivo che la loro faziosità è così radicata da impedir loro di vedere il giusto e la verità “vera” che ne cava gli occhi perfino ai ciechi.
Per il semplice motivo che sono portati a battere le mani, per partito preso, a chi è perfettamente uguale a loro e, con occhi strabici, ad andare contro chi ha idee diverse e magari più sensate.
E solitamente lo fanno deridendo o insultando o ironizzando ridicolmente. Comunque senza ragionevoli argomentazioni. Magari con la bava alla bocca per la rabbia.
Sì, le persone come lei non le amo affatto. Però devo confessare che qualche volta mi fanno anche ridere per le insulse stupidaggini che sono in grado di produrre. E rido di gusto.
Sì, si pettina sempre allo stesso modo!
In effetti, gentile Elsa, io avevo mescolato alla mia lode per l’affidabilità della Mariabarbisa (“lei non mi delude mai”), un bonario suggerimento (“non deve sacrificarsi così”), perché anche la prevedibilità, quando è troppa, stufa. La Mariabarbisa, qua, è come quei pupazzetti a molla checi regalavano quando eravamo bambini: tu li carichi, e loro fan sempre e solo quei quattro movimenti. Il bambino all’inizio è contento, perché la ripetizione dà un certo piacere all’essere umano; poi, dopo un po’ perde interesse e butta via il pupazzetto.