Con questo leone trasteverino, gente rissosa, ho mezzo litigato chiedendogli io di girare in qua e tenace lui a mordere in avanti. Gli ho perdonato in grazia dei tanti ricci. Nei commenti altre insensatezze che solum sono mie.
Leo meo dai tanti ricci
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I visitatori sanno la mia passione per i leoni. Questo l’ho fotografato nell’atrio di Santa Maria in Trastevere:
https://www.google.com/search?q=sarcofago+di+vigerio+savonens&tbm=isch&source=iu&ictx=1&fir=-Y49eZor0KyPcM%253A%252CzmAb07ybl7j_kM%252C_&vet=1&usg=AI4_-kQQpKSdV43yUyaytOvHTGcJLci7tQ&sa=X&ved=2ahUKEwichrm8-bHiAhUOyoUKHXCzARIQ9QEwAXoECAgQBg#imgrc=-Y49eZor0KyPcM:
Non so da quale gabbia venga questo leo ricciuto. Né s’appartenga all’evo antico o al medio: io i leoni me li godo in effige e li tratto come viene. Questo di Trastevere mi ricorda l’altro di Palazzo Barberini al quale giusto un anno addietro avevo letto le labbra:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/leone-sulla-scala-in-maesta/
Il Leone Barberini – ho scoperto ultimamente – era piaciuto anche a Stendhal quando passeggiava per Roma: “A Palazzo Barberini abbiamo rivisto con vero piacere il bel leone antico in bassorilievo sulla scalinata”. Così annota il 20 agosto 1827: vedilo in “Passeggiate romane”, Garzanti 2004, pagina 33.
Meno male! Alla fine è arrivato un argomento distensivo!Direi che è medioevale, ma non ci sbraneremo per questo!