«Il Papato si è rivelato capace di cambiamenti e questa sorpresa è all’origine dell’attenzione mondiale. Nei tempi recenti un senso di vertigine ha sfiorato più volte il Pontificato romano. Con l’elezione del Papa polacco nel 1978, con i proiettili di Alì Agca nel 1981, con la rinuncia di Benedetto e l’arrivo di Francesco nel 2013. I pieni poteri conferiti ai Papi nel segno della continuità garantivano la tenuta dell’istituzione, ma procurano ansia se passano a un Vescovo di Roma disposto a rinunciare al Pontificato e a un altro inteso a una sua profonda riforma, che lui chiama conversione. Il Papa che riforma sempre divide. Se poi mette il Vangelo a motore dei cambiamenti, divide due volte». E’ una delle venti mie risposte a Jacopo Guerriero per il magazine digitale Tortuga. Nei commenti riporto cinque delle risposte.
Le quattro vertigini del Papato in 35 anni: dall’elezione di Wojtyla a quella di Bergoglio
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Se Wojtyla fosse un conservatore. C’è nell’immaginario uno schematismo invalso: Wojtyla conservatore e Bergoglio rivoluzionario. È davvero così? «Sull’immagine papale, sul mea culpa, sulla sinagoga e la moschea, sul rapporto con il Sud del mondo, sulla frontiera della pace Giovanni Paolo II ha fatto di sicuro passi in avanti, o comunque portatori di novità. Non sono sicuro che fosse un conservatore. Lo era nella considerazione del ruolo del Papa, questo sì. Ma non lo era per il pensiero sociale e lo era e non lo era per il patrimonio dottrinale. Era geloso di questo patrimonio nel suo insieme ma non era fissista. Lo fosse stato non si sarebbe avventurato nel mea culpa. Forse il più originale tra i suoi lasciti è stato l’esame di fine millennio, che ha portato al mea culpa giubilare, un fatto privo di precedenti storici. Ogni persona di buona volontà non può che ringraziarlo di quell’umiltà e di quell’audacia. Francesco ha cambiato le vesti, l’abitazione, la gestualità, il linguaggio, il rapporto con i media. Tutto. E forse non avrebbe potuto farlo se prima non ci fosse stato l’uragano Wojtyla. Giovanni Paolo II avvia un riscatto della soggettività papale che con Francesco diviene totale».
Papi e media. «Sia Wojtyla sia Bergoglio hanno fruito di una creativa alleanza con i media nata in ambedue i casi mezz’ora dopo l’elezione, quando il nuovo Papa si affaccia alla Loggia centrale della Basilica di San Pietro: Wojtyla e Francesco trasformano quella prima apparizione da evento rituale in fatto giornalistico. Ricordo i giorni della morte di Giovanni Paolo II come un momento di grande emozione collettiva. Certo anche orchestrata dai movimenti ecclesiali e ingigantita dai media. Lo stesso motto “santo subito” era organizzato, in particolare dal Movimento dei Focolari. Ma l’emozione collettiva come materia prima c’era di suo. I media ingrandiscono e prolungano, ma nulla è nei media che non sia prima nella realtà».
Forza della figura papale nell’era dei media visuali. Perché, a fronte di una evidente diminuzione della partecipazione popolare alla vita della chiesa, la figura del papa è ancora così circondata da attenzione mediatica? «Il Papa cresce e la Chiesa diminuisce. Almeno nei media e nell’opinione pubblica è così. Dall’angolo che è il mio – di uomo della comunicazione di massa – il cambiamento è stato sorprendente, nel cinquantennio della mia attività di giornalista, rispetto alle mie aspettative: è cresciuta l’attenzione per la figura del papa ed è diminuita quella per il vissuto cristiano, per le Chiese locali, per l’ecumenismo. Prendo atto che è avvenuto il contrario di quello che io auspicavo. La figura del Papa cresce perché si sposa alla perfezione con le modalità della comunicazione per immagini, che è il segno dell’epoca: lo avvantaggia il fatto di vestire di bianco, di avere un ruolo unico, e un nome breve: papa, appunto. O Francesco. I nomi sono calamite. Più sono brevi e meglio arrivano».
Speravo di vedere un Papa che rinuncia. Lei è uomo di fede: la turbano le dimissioni di un pontefice? «Per nulla. Le prevedevo e le desideravo. Ridimensionano la figura papale, ma è un ridimensionamento provvidenziale. Per rifare l’unità dei cristiani il Papato deve diminuire. Il suo ruolo è stato ingigantito dalla storia e si è fatto ingombrante per l’attestazione del Vangelo all’umanità di oggi. Papa emerito è una parola nuova per un fatto nuovo. Non solo su questo Benedetto è apparso più libero di Giovanni Paolo: lo è stato anche, ad esempio, sulla morale sessuale». Di fronte alle dimissioni i fedeli non restano scossi? «La scossa c’è stata, ma credo più tra gli ecclesiastici che tra i fedeli. Era una novità epocale e dunque tutti abbiamo avuto un qualche soprassalto. Ma ora non è più una novità e perciò l’accettazione sarà molto più facile quando un altro Papa lascerà le chiavi che gli sono state affidate. Il Papa è un vescovo – il vescovo di Roma – e come dal popolo dei fedeli lungo l’ultimo mezzo secolo sono state metabolizzate le dimissioni dei vescovi, che pure erano una novità, così in un tempo analogo la comunione cattolica assimilerà le rinunce papali».
Ci sarà uno scisma tedesco? Come vede le tensioni tra Roma e l’episcopato tedesco? «Quelle nubi continueranno ad addensarsi sotto questo pontificato ma sarei portato a scommettere che la tempesta arrivi con il prossimo Papa. Il Sinodo convocato dai vescovi tedeschi probabilmente andrà oltre le competenze «ricevute» di un sinodo nazionale e Papa Francesco non approverà né condannerà, modello Amazzonia, mantenendo aperta la questione che passerà bollente al successore. Se il successore sarà conforme a Bergoglio le novità tedesche si consolideranno come una pluralità di fatto, considerata sopportabile. Ma se il successore sarà rigorista provvederà a stringere e potrebbe venirne uno scisma. La barca resterà unita se riuscirà a legittimare una diversificazione dottrinale e normativa che permetterà la convivenza di opzioni anche conflittuali. Francesco questa diversificazione la persegue e l’ha persino teorizzata in Amoris laetitia, quando ha affermato che «non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero» e che «in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali». Il programma di governo del prossimo Papa dovrebbe partire da lì».
Corsera e Sismografo. L’intervista è stata ripresa l’altro ieri dal Corriere della Sera digital – dove però la possono leggere solo gli abbonati:
https://www.corriere.it/rassegna-stampa/2021/05/17/turista-spazio-razzismo-d-america-due-papi-lacrime-l-intrusione-al-qaeda-ritorno-cinema-difesa-dell-impegno-ff394774-b720-11eb-ba17-f6e1f3fff06b.shtml
Oggi è stata ripresa dal Sismografo:
https://ilsismografo.blogspot.com/2021/05/italia-da-wojtyla-bergoglio-intervista.html
” l’accettazione sarà molto più facile quando un altro Papa lascerà le chiavi che gli sono state affidate”
Spero che il prossimo papa che rinuncia e da le dimissioni lo faccia non per ragioni politiche o personali ma per non accondiscendere a stravolgimenti della dottrina cristiana: che dica ai cari vescovi tedeschi : fate pure quel che volete ma non in MIO NOME, alla cara lobby LBGT fate pure quel che volete ma non con la mia benedizione .Che dica al mondo intero: le mie dimissioni le do perche’ in coscienza non posso tradire Cristo.E che si lasci inchiodare alla croce del disprezzo del mondo piuttosto che
ridurre la figura del papa a cappellano dell’ ONU .
Spunti interessanti in questa bella intervista. Io credo che ancora una volta la sintesi più profonda degli orientamenti che si sono succeduti la ata facendo la gente. E la strada decisiva e non solo per motivi ad intra sarà sppunto una sinodalità autentica, anche sui media.
https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/
Perché questa ambiguità…?….
Questo “non approvare né condannare” da parte di un Papa, non lo posso concepire, è incomprensibile e anche grave che a memoria non mi sovviene nei predecessori. Concordo totalmente con Cristina, cioè, qui ormai si assiste al teatrino inverecondo della ” Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana” che in modo schizofrenico ora si ritira dal mondo, talaltra riemerge timidamente, così, alla carlona , a correnti alterne senza prendere mai una posizione di rilievo neppure dinnanzi a problemi fondamentali che riguardano la morale cattolica, e la riguardano in modo cogente: questo Ddl Zan va preso di petto, contrastato strenuamente e deve farlo il Papa in primis, deve partire da lui la rivolta, se non altro un moto interiore a fronte di quel dono speciale cui fa eco una responsabilità particolare . Qui sta la fede di Pietro, che non può vacillare perché si suppone fondato sulla presenza del Suo e Nostro Signore Gesù Cristo., questo mi aspetto dalla Chiesa e dal Papa: una difesa a spada tratta senza sé e senza ma.
Si parla di scisma: come ogni credente un Papa è tenuto in prima persona ad evitare lo scisma perché sia quando ci si separa dal Papa come capo -oppure- quando ci si separa dal corpo della Chiesa è sempre del Papa la chiamata e il dovere a conservare l’unità per non diventare egli stesso scismatico.
Una Chiesa che si ritrae come sposa annoiata, stanca, inflaccidita, che non prova per lo sposo alcun appeal, né passione che non ha più nulla da dire al mondo, nessuna missione da portare avanti, nulla da difendere, né trasmettere . Che si gingilla in dialoghi che non portano a niente è una barca alla deriva in balia dei venti proprio come la sognò don Bosco.
Una Chiesa solo orizzontale che passa la maggior parte del tempo a parlare di fraternità, accoglienza, solidarietà, tolleranza per carità tutte cose importanti ma di cui si occupa già una pletora di associazioni anche laiche, ma che se ne fa il mondo di una Chiesa siffatta, a chi serve ….
“Mi ami tu più di questi? Pascola i miei agnelli e le mie pecore”…solo così, solo a questa condizione gli viene affidata la guida che non consente equivochi di sorta.
Questo è il mio pensiero, opinabile quanto si vuole. Ma in questo credo.
“Una Chiesa …Che si gingilla in dialoghi che non portano a niente è una barca alla deriva in balia dei venti proprio come la sognò don Bosco.”
Don Bosco non sognò mai nulla del genere.
Sognò, Anzi, l’esatto contrario.
Nel sogno detto comunemente ” delle due colonne” ecco come definisce la Chiesa: “una maestosa nave arredata di tutto punto, cui fanno scorta molte navicelle, che da lei ricevono i segnali di comando ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalle flotte avversarie.” Certo: ci sono innumerevoli nemici ( altre navi) che la cirocndano e ” Il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici.” . Ma : “Il comandante supremo sulla gran nave, che è il Romano Pontefice, seppure assalito da ogni parte, sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portar la nave in mezzo a due colonne ( una con una statua della Vergine e l’altra con un’ostia sopra): “il combattimento si fa sempre più accanito. Le prore nemiche l´urtano violentemente, ma inutili riescono i loro sforzi e il loro impeto. Invano ritentano la prova e sciupano ogni loro fatica e munizione: la gran nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta ne´ suoi fianchi larga e profonda fessura, ma non appena è fatto il guasto spira un soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano.” Ad un certo momento il Papa è colpito due volte, soccombe e , nel sogno, muore. Ma ” Senonchè appena morto il Pontefice un altro Papa sottentra al suo posto. I Piloti radunati lo hanno eletto così subitamente, che la notizia della morte del Papa giunge colla notizia dell´elezione del successore. Gli avversarii incominciano a perdersi di coraggio. Il nuovo Papa sbaragliando e superando ogni ostacolo, guida la nave sino alle due colonne e giunto in mezzo ad esse, la lega con una catenella che pendeva dalla prora ad un´áncora della colonna su cui stava l´Ostia; e con un´altra catenella che pendeva a poppa la lega dalla parte opposta ad un´altra áncora appesa alla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata. Allora succede un gran rivolgimento. Tutte le navi che fino a quel punto avevano combattuto quella su cui sedeva il Papa, fuggono, si disperdono, si urtano e si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre. Alcune navicelle che hanno combattuto valorosamente col Papa vengono per le prime a legarsi a quelle colonne.
Molte altre navi che, ritiratesi per timore della battaglia si trovano in gran lontananza, stanno prudentemente osservando, finchè dileguati nei gorghi del mare i rottami di tutte le navi disfatte, a gran lena vogano alla volta di quelle due colonne, ove arrivate si attaccano ai ganci pendenti dalle medesime, ed ivi rimangono tranquille e sicure, insieme colla nave principale su cui sta il Papa. Nel mare regna una gran calma.”
Il significato di questo sogno, viene svelato dallo stesso don Bosco in coppia con don Rua:
“D. Bosco a questo punto interrogò D. Rua: – Che cosa pensi tu di questo racconto?
D. Rua rispose: – Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, di cui esso è il Capo: le navi gli uomini, il mare questo mondo. Quei che difendono la grossa nave sono i buoni affezionati alla santa Sede, gli altri i suoi nemici, che con ogni sorta di armi tentano di annientarla. Le due colonne di salute mi sembra che siano la divozione a Maria SS. ed al SS. Sacramento dell´Eucarestia.
D. Rua non parlò del Papa caduto e morto e D. Bosco tacque pure su di ciò. Solo soggiunse: – Dicesti bene. Bisogna soltanto correggere un´espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla a petto di ciò che deve accadere. I suoi nemici sono raffigurati nelle navi che tentano di affondare, se loro riuscisse, la nave principale. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio! – Divozione a Maria SS. – frequenza alla Comunione, adoperando ogni modo e facendo del nostro meglio per praticarli ”
Come si vede, nella prospettiva indicata da Don Bosco, la ” barca alla deriva in balià dei venti” non esiste manco p’a capa, mentre esiste al contario una guida senza incertezze che sbaraglia avversari di qualunque tipo.
La verità è che se qualcuno avesse mosso al Papa e alla Chiesa ( QUALUNQUE PAPA) un centesimo delle critiche e dei rilievi mosse dai moderni antipapisti, don Bosco lo avrebbe metaforicamente preso a robuste pedate spirituali nel sedere per tutto il cortile di Valdocco.
Morale: ciascuno esprima pure il suo “pensiero, opinabile finché si vuole”.
Ma non cerchi un inesistente avallo da chi dice l’esatto opposto di quel che gli si vuole far dire.
Per chi fosse interessato, qui c’è il cd sogno delle due colonne, come riportato nelle “Memorie biografiche di San Giovanni Bosco, Vol. VII, Capitolo 18, pp. 169-172” :
https://www.sdb.org/it/Don_Bosco/Scritti/Scritti/SOGNO_DUE_COLONNE
Grazie Lorenzo. A questo sogno di don Bosco – una specie di simbolica Battaglia di Lepanto guidata dal Papa invece che da Marcantonio Colonna – mi ero interessato nel 2000 quando fu pubblicato “Il Messaggio di Fatima”, che pure narra una visione dove muore un “vescovo vestito di bianco”, che Lucia – e Giovanni Paolo II con lei – interpretava come figura del Papa. Approfitto di questa rievocazione dei due sogni profetizzanti la morte di un Papa per segnalare che il primo Vescovo di Roma a vestire unicamente di bianco – abbandonato il rosso imperiale – è Francesco e per chiedere ai visitatori che ne sanno di più se conoscono altre profezie accennanti a morti violente di Papi simili a queste di don Bosco e dei veggenti di Fatima. Credo ve ne siano. Germinanti dalla veduta martiriale del ministero papale che ha avuto molto spazio nella pedagogia cattolica degli ultimi due secoli.
21 Maggio, 2021 – 18:34
“Una Chiesa …Che si gingilla in dialoghi che non portano a niente è una barca alla deriva in balia dei venti proprio come la sognò don Bosco.” (Sottoscrivo e confermo.)
Don Bosco non sognò mai nulla del genere.
***
Grata per la spiegazione circostanziata del famoso sogno, narrato con dovizia, faccio presente che i sogni di San Giovanni Bosco sono circa 153 . La citazione contestata – per quanto mi sia del tutto indifferente- non riferiva al” Sogno delle due colonne” che conosco perfettamente- ma ad altra visione onirica che lo zelante scrivente saprà certamente individuare e collocare tanto è consone e profetica, associabile alla mentalità corrente consona allo stato in cui versa, oggi, l’umanità e parte di una Chiesa sempre più disposta ad occhieggiare ideologie contrarie: una falsa Chiesa, insomma, le cui opere sono ben note , perché nasconderle: impurità, idolatria, inimicizie , discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, orge e cose del genere. Una Chiesa di ammutinati, di complici , che via via si allontana dal “Focus”, dalla Rivelazione per cui non sente l’esigenza di levarsi a bastione in difesa della Verità . Annacqua quanto di più vero e sacro ci è stato trasmesso. C’è poi un resto d’Israele che faticosamente annaspa ancorato alla vera Chiesa di Cristo, aggrappato all’ Universale sacramento di Salvezza. Una fauna in via d’estinzione, tetragona , incrollabile , fedele in Colui che ci ha scelti.. Un piccolo “resto d’ Israele ” che rifiuta la dilagante mentalità imposta dal mondo : menzognero, che chiama bene ciò che è male , e male ciò che è bene. Come disse San Tommaso d’Aquino : “la verità, specie quando incombe un pericolo, deve essere predicata pubblicamente, pure se alcuni se ne scandalizzano”.
Buona festa di Pentecoste…
e non diamo mai per scontato lo Spirito Santo in assenza di vera conversione, di vera fede nel Figlio di Dio. Ce lo rammenta l’Apostolo Pietro il quale nonostante Cristo avesse alitato su di Lui, nonostante avesse ricevuto il potere di rimettere i peccati , e questo prima di Pentecoste (Gv. 20,21), tradì il Signore solo perché una povera donna senza alcuna autorità lo ebbe a riconoscere. Figuriamoci, rinnegò Cristo dinnanzi ad una povera donna.
Meditiamo.
Pronti, non c’è nessun problema.
I 153 sogni di don Bosco sono dettagliatmente riportati e consultabili in rete, a questo link:
https://www.donboscosanto.eu/altri_scritti_don_bosco/Don%20Bosco%20-%20Sogni.pdf
Quale di questi riporta la ” visione onirica” di una Chiesa come ” una barca alla deriva in balia dei venti proprio come la sognò don Bosco.”?
Qule , tra i 153, riporta in modo così evidente “lo stato in cui versa, oggi, l’umanità e parte di una Chiesa sempre più disposta ad occhieggiare ideologie contrarie: una falsa Chiesa, insomma, le cui opere sono ben note , perché nasconderle: impurità, idolatria, inimicizie , discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, orge e cose del genere. Una Chiesa di ammutinati, di complici , che via via si allontana dal “Focus”, dalla Rivelazione per cui non sente l’esigenza di levarsi a bastione in difesa della Verità . ”
Di quale di questi 153 sogni si tratta?
P.S
sul tradimento di Pietro avvenuto prima degli eventi narrati in Gv 20,21 , e non in virtù di questi , Pietro comprese cosa lo portò a diventare un traditore? Vi è qualcosa di inspiegabile e misterioso in questo tradimento che interroga a tutt’oggi le coscienze. Sta di fatto, che nonostante Cristo stesso apparso dopo la resurrezione avesse dato un mandato e alitato sopra lui e gli 11 , questo atto potente non fu sufficiente alla fondazione della Chiesa se non dopo la Pentecoste..
Questo intendevo sottolineare
23 Maggio, 2021 – 16:25
La invito ad una ricerca, e vedrà , seppur in metafora (neppure troppo) individuarlo un gioco da ragazzi . Anzi. Faccia un fioretto, se li legga tutti i sogni di Don Bosco : profetici, illuminanti e di grande attualità. Ne uscirà arricchito ed edificato. Io lo faccio spesso.
Abbiamo cinque anni? Che pena.
La “ricerca” la puo’ fare chiunque.
Non si troverà nulla, semplicemente perché Don Bosco non sognò mai nulla del genere.
Si tratta di una invenzione di sana pianta.
Giu’ le zampe da don Bosco, oltre che dalla Chiesa, grazie.
A propoisto di Don Bosco, quello vero, non quello tarocco e maldestramente gabbato per vero ,oggi, 24 maggio, si festeggia Maria Ausiliatrice. Chi volesse, puo’ seguire ORE 18:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime.(In diretta sul canale Facebook dell’Agenzia Info Salesiana @agenziaans in cinque lingue). Una buona occasione per rendersi conto di come lo spirito salesiano, grazie a Dio, resti conforme a quello del fondatore, completamente lontano e avverso al triste album Panini di geremiadi e frignamenti dei profeti di sventura, sconfessati da sei decadi,ma sempre gracidanti come lugubri corvi autoreferenziali e anticristici.
Relativamente alla Pentecoste, tirata in mezzo anch’essa, nella furiosa “predicatio” di ieri.
” Per la Chiesa “oggi è il tempo della consolazione. È il tempo del lieto annuncio del Vangelo più che della lotta al paganesimo. È il tempo per portare la gioia del Risorto, non per lamentarci del dramma della secolarizzazione. È il tempo per riversare amore sul mondo, senza sposare la mondanità. È il tempo in cui testimoniare la misericordia più che inculcare regole e norme”. Tre punti indicati come fermi per tutti:
1) Abita il presente – 2) Cerca l’insieme – 3)Metti Dio prima del tuo io.
Dalla omelia di Pentecoste del Papa.
Guarda: https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-pentecoste-riversare-la-misericordia-sul-mondo
Per il testo integrale cfr qui: https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2021/documents/papa-francesco_20210523_omelia-pentecoste.html
Suppongo che Lorenzo Cuffini metta fra i disprezzati “profeti di sventura” anche la Santissima Vergine Maria che in tutte le sue apparizioni , in quelle ufficialmente riconosciute dalla Chiesa a cominciare da La Salette , Lourdes, Fatima , prevede nel futuro tempi apocalittici e una grande apostasia a cominciare dal vertice della chiesa cattolica . Roma perdera’la fede. Cosi’la Madonna si espresse a La Salette.
Che pessimista la Madonna! Invece di inneggiare alle magnifiche sorti e progressive ,invece di vedere la “vie EN rose” , la Vergine piange quasi sempre, si addolora per la sorte dei uomini, chiede la conversione dei peccatori,mette in guardia dai pericoli.
Ma quali pericoli?Va tutto bene nel migliore dei mondi possibili e maledetti siano i profeti di sventura!
Mi duol dare un dispiacere , ma né Maria Cristina Venturi, né la sua collega in cassandrite compulsiva, sono la Santissima Vergine Maria.
Dunque, la prendano un pochetto più bassa, e si adoprino, come da suggerimento papale pentecostale valido pure per loro, a “mettere Dio prima del tuo io “.
Scommetto che ne apprezeranno pure loro gli incredibili cambiamenti indotti.
Giova inoltre ricordare a tutti, per chiarezza e per dottrina, che quanto rivelato nel corso di apparizioni della Santissima Vergine Maria, per quanto nel corso di apparizioni ufficialmente riconosciute dalla Chiesa Cattolica, non costituisce in alcun modo verità di fede, e la Chiesa Cattolica , considerandole “rivelazioni private” non obbliga né richiede ai fedeli di credervi.
Questo per evitare confusioni, largamente incoraggiate in determinati interventi.
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Diceva il mio caro Padre Spirituale , don Marco Saba, uomo di fede e di preghiera , che quando la Madonna piange c’è poco da ridere. Leggevo con grande interesse le profezie della beata Anna Katharina di Emmerick, che dopo aver ricevuto il dono delle stigmate racconta
di una visione al centro della quale c’è la catastrofica sorte della Chiesa d’Occidente . Scrive il 13 Maggio del 1820 : “Vidi anche il rapporto tra i due Papi. Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa Chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città (di Roma). Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità”. Simile a questa visione la veggente di Fatima parlò del santo padre e di un vescovo vestito di bianco percepiti contemporaneamente come in uno specchio . Parafrasando il Cardinale Biffi, direi che i falsi profeti, nella Bibbia, sono piuttosto quelli che proclamano l’imminenza di ore tranquille e rasserenate.
Chi mai , chiedo per un amico, proclamerebbe l’imminenza di ore tranquille e rasserenate?
Il fatto è che non c’è nessuno che proclami l’imminenza di ore tranquille e rasserenate.
Tutto il contrario, semmai.
C’è una prospettiva che è quella che indica il Vangelo per ciascuno di noi, che -semplicemente – esclude il quieto vivere o il bene essere, con la strada tracciata: rinnega te stesso, prendi la tua croce, seguimi.
C’è la domanda senza indoramenti che si legge nelle stesse pagine: il Figlio dell’Uomo, quando tornerà , troverà la fede sulla terra?
Dunque, con tutto il rispetto, la Rivelazione è completa e compiuta, senza bisogno alcuno di cercare continuamente, con una specie di bulimica ossessione, chissà quali oracoli e vaticini in sante/santi, rivelazioni private e apparizioni assortite.
Quindi non si vede perché mai si dovrebbe essere tranquilli e rasserenati. Infatti non lo si è.
Ma da qui a fare i profeti di sventura, ce ne corre.
L’istantanea ( tanto precisa che potrebbe essere stata scritta dopo aver letto una qualsiasi delle stucchevoli ripetizioni dei soliti noti/ solite note) è sempre quella folgorante di Papa Giovanni:
“Alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa. A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo.”
Caspita: è una descizione perfetta.
A parte la noia della ripetizione sempre uguale ( ricordate il “che noia, che barba” di Vianello, Mondaini? Ecco, bazzichiamo lì) , sessant’anni di vita passata sotto i ponti dimostrano ormai ampiamente che i Profetanti Sventurosi non fanno altro; hanno nella sventura profetizzata
( che è poi il solito ” o tempora, o mores! ” paganeggiante e vecchio come il cucco) , la loro ragion d’essere unica, lì si esauriscono completamente.
Passivamente.
Sterilmente.
Sono ormai “fatti” completi e resi dipendenti da quella sinistra voluttà di mal-dire, nel vortice senza uscita di quel lugubre, e ritrito, snocciolare delle loro recriminazioni malpanciste, che poi, molto banalmente, altro non sono che normalissimi atti di ribellione e di mancata obbedienza nei confronti della loro Chiesa, al di fuori della quale finiscono per porsi.
Ed è quello che in realtà vorrebbero e rivendicherebbero.
Senza averne tuttavia l’ardire.
Quanta stoltezza.
Le profezie sono pane nei testi Sacri, profezie puntualmente realizzate, se non credessimo sarebbe vanificato lo stesso “Mistero della fede” : Incarnazione , passione , Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù . I Vangeli, poi, constano di innumerevoli Profezie tali da far tremare i polsi. che si concludono con l’Apocalisse o Rivelazione contenente il futuro del mondo il rapimento della Chiesa , la grande tribolazione, (Matteo 24) l’ora della tentazione e l’ avvento dell’anticristo, detto “la bestia” . Profezie che invece nessuno più ascolta e tanto meno cita, a partire dal Santo Padre, “in giù”. Di fatto, colui che disse ; “nessun profeta è ben accetto in patria” -fu cacciato fuori dalla città, condotto fin sul ciglio del monte per farlo precipitarlo giù” . Blasfemo rifiutare i testi che la teologia dichiara direttamente ispirati o dettati da Dio e che tali dovrebbero essere considerati, quantomeno da chi afferma di essere un “credente” ed ancor più un “praticante” .
Sul fatto che “il Santo Padre” non citi piu’ o non si occupi delle profezie ultime e in modo particolare dell’Apocalisse , tra i tantissimi esempi possibili, guarda qui:
.) “Nel giorno del Signore. Le Lettere di Giovanni e l’Apocalisse nelle parole del Papa
di Francesco (Jorge Mario Bergoglio- Editore: Castelvecchi -2017
https://librerie.unicatt.it/scheda-libro/francesco-jorge-mario-bergoglio/nel-giorno-del-signore-le-lettere-di-giovanni-e-lapocalisse-nelle-parole-del-papa-9788832821550-255544.html
.) Crisi di una civiltà, omelia del Giovedì, 29 novembre 2018
“Un destino di distruzione, ha rimarcato il Pontefice, che «incomincia da dentro e finisce quando il Signore dice: “Basta”. E ci sarà un giorno nel quale il Signore dirà: “Basta, alle apparenze di questo mondo”». Di fatto, ha aggiunto, questa «è la crisi di una civiltà che si crede orgogliosa, sufficiente, dittatoriale e finisce così». Leggi il testo completo qui, , fino in fondo:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2018/documents/papa-francesco-cotidie_20181129_santa-marta.html
.) L’analisi ” Sfida all’Apocalisse ” nell’articolo dedicato a Francesco da La Civiltà Cattolica.
SFIDA ALL’APOCALISSE : https://www.laciviltacattolica.it/articolo/sfida-allapocalisse/