Siamo in otto, due uomini, quattro hobbit, un elfo e un nano: così Legolas nella seconda parte del Signore degli anelli presenta la “Compagnia dell’anello” ai guardiani della foresta di Lothorien, chiedendo l’autorizzazione ad attraversarla. I guardiani rispondono che il nano non potrà entrarvi a meno che non accetti di essere bendato, perchè sarebbe pericoloso che un nano conosca il mondo degli elfi. Il nano Gimli figlio di Gloin non accetta quella che gli appare una mancanza di fiducia e una discriminazione. Aragorn propone allora che tutti gli otto – egli compreso – accettino la benda. A questo punto è Legolas l’elfo a trovare stravagante che egli debba camminare bendato nella sua foresta, ma infine così si fa e per un giorno e una notte la compagnia procede senza vedere, scortata dai due guardiani. Al secondo giorno sopraggiungono messaggeri della Dama del Lago che autorizza Gimli a vedere il proprio regno e tutti possono togliersi la benda. Applico il mito di Tolkien alla questione zingara e dico che sarà bene, se necessario, che vengano prese le impronte di tutti per non fare torto a nessuno. Ultimamente mi sono state prese le impronte per il visto di ingresso negli Usa e il gesto non mi ha offeso.
Le impronte dei rom e la benda dei nani
98 Comments
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Giusto: Impronte prese a tutti….
Mi spiego meglio: Concordo con Luigi…per non fare torto a nessuno, le impronte siano prese a tutti…
Non vedo controindicazioni. E’ importante e giusto essere identificabili, riducendo al minimo il rischio di uno scambio di persona. Perché dovrei frapporre difficoltà a una pratica utile e del tutto rispettosa della dignità propria di un essere umano?
(Tanto più che l’estrema facilità con cui è possibile falsificare gli usuali documenti d’identità fa di questi uno strumento impreciso e obsoleto.)
Anch’io sarei d’accordo siul prendere le impronte a tutti, senza distinzione (compresi i grandi finanzieri e i politici…). Basta con gli ipergarantismi che garantiscono solo i delinquenti! Mia moglie, che è magistrato, mi dice che gli extracomunitari che delinquono (non tutti) dicono sempre di avere smarrito i documenti d’identità, o li presentano falsi, cosicché il presunto Paese di origine, all’atto dell’esplusione, non li accetta, dicendo che non sono loro concittadini (magari facendo pure loro i furbi…) e dobbiamo tenerceli noi. D’altrone, tra ‘ndrangheta, camorra, mafia ecc., di delinquenza ne abbiamo molta anche noi, per cui non è giusto fare identificazione.
Io non ho nulla da nascondere: se mi chiedono le impronte non protesterò.
Per tutti i pellegrini, nelle loro terre e fuori delle loro terre, sotto lo sguardo dell’oscuro signore o nella luce della libertà, con o senza impronte schedate:
May it be an evening star
Shines down upon you
May it be when darkness falls
Your heart will be true
You walk a lonely road
Oh! How far you are from homeMorniÎ utùliÎ
Believe and you will find your way
MorniÎ alantiÎ
A promise lives within you now
May it be the shadow’s call
Will fly away
May it be your journey on
To light the day
When the night is overcome
You may rise to find the sun
MorniÎ utùliÎ
Believe and you will find your wayMorniÎ alantiÎÝ
A promise lives within you now
(http://andreamacco.wordpress.com/storia-del-blog/scoprendo-gli-inni-quenya/)
beh, se le impronte sono prese a tutti, italiani e stranieri, evidentemente non ha senso protestare.
Ma se sono prese solo ai Rom… io qualche problemino me lo metterei.
Buona festa di San pietro e di San Paolo a tutti
Anch’io sarei d’accordo siul prendere le impronte a tutti, senza distinzione (compresi i grandi finanzieri e i politici…)
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ovviamente niente discriminazioni, poi, per i parlamentari condannati in giudicato !!!!
che strano paese!
ci si preoccupa dei Rom e Zingari
si è gridato alla sicurezza in questi mesi passati, gettando fango su etnie anche di nazionalità italiana,
poi….
sugli scranni parlamentari, siedono a 15.000 euro mensili
parlamentari condannati con sentenza definitiva.
Che strano paese!
Poi per salvare tutto il minestrone, montato da un po di delinquenti parlamentari….
noi accettiamo di farci prendere le impronte digitali……
ma per loro resta l’impunità.
Che strano paese!
In questi giorni si dicono e si scrivono – sul problema delle impronte digitali – parole e frasi di cui non comprendo il significato.
1. Prendere le impronte digitali non è un’offesa per nessuno: nulla di invasivo, nulla di umiliante.
2. Le impronte digitali servono a identificare una persona.
3. Attori e calciatori più o meno brocchi, cantanti pop più o meno stonati, banchieri più o meno onesti, politici più o meno condannati non ne avrebbero affatto bisogno, visto che non hanno problemi di identificazione.
4. Non ne avrebbero bisogno nemmeno le oneste persone qualunque, identificabili facilmente con i documenti d’uso.
5. Purtroppo i documenti d’uso sono facilmente falsificabili, e i delinquenti – di piccolo o grande cabotaggio – sanno benissimo come fare.
6. Per un gran numero di delinquenti e “irregolari” l’identificazione è un rischio grave: questi signori – tra cui spiccano gli immigrati clandestini dediti a pratiche illegali e molti piccoli e grandi di etnia rom – non vogliono assolutamente essere identificati.
7. In nessun paese civile esiste il diritto di non essere identificati: rendere obbligatoria l’identificazione non è fascismo, né razzismo, né xenofobia: è puro e semplice buon senso.
8. Estendere l’identificazione con impronte digitali a tutti i cittadini e comunque a tutti i residenti – compresi quelli che non ne avrebbero bisogno – è un segno di sensibilità nei confronti degli “irregolari”, e peraltro ricorda opportunamente un principio sacrosanto come l’uguaglianza di tutti davanti alla legge.
9. Sui rapporti fra Parlamento e Magistratura sarebbe forse necessario un post specifico (e magari bastasse un post!): col problema delle impronte digitali a me sembra che tali rapporti non c’entrino assolutamente nulla.
Concorsdo con Sump. Se no rispondiamo in qualche modo (che sia equo e non discriminatorio) al bisogno di sicutrezza dei cittadini temo che le tendenze xenofobe si accentueranno.
ma siamo sicuri che il bisogno di sicurezza dei cittadini sia così strettamente legato alla presenza di immigrati iregolari, rom e via dicendo?
O non piuttosto alla mancanza di lavoro, ad un’economia lentissima, a una società sempre meno sussidiaria delle categorie più povere (vedi la maxi manovra di Tremonti), a un generale abbassamento della soglia di civiltà del nostro popolo? Stiamo diventando un po’ più tecnologici e un po’ meno uomini…
Anche questo fa parte del pensare “con la carne e col sangue”, per usare le parole del vangelo di oggi…
E noi cristiani dovremmo avere qualcosa da dire in merito.
Impronte prese a tutti e niente storie, ma non venitemi a dire che il problema dell’Italia sono i rom o gli immigrati…
Opus iustitiae pax… chi era quel Papa del secolo scorso che aveva questo motto?
Il cammino di san Pietro verso Roma, come rappresentante dei popoli del mondo, sta soprattutto sotto la parola «una»: il suo compito è di creare l’unità della catholica, della Chiesa formata da giudei e pagani, della Chiesa di tutti i popoli. Ed è questa la missione permanente di Pietro: far sì che la Chiesa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura o con un solo Stato. Che sia sempre la Chiesa di tutti. Che riunisca l’umanità al di là di ogni frontiera e, in mezzo alle divisioni di questo mondo, renda presente la pace di Dio, la forza riconciliatrice del suo amore. Grazie alla tecnica dappertutto uguale, grazie alla rete mondiale di informazioni, come anche grazie al collegamento di interessi comuni, esistono oggi nel mondo modi nuovi di unità, che però fanno esplodere anche nuovi contrasti e danno nuovo impeto a quelli vecchi. In mezzo a questa unità esterna, basata sulle cose materiali, abbiamo tanto più bisogno dell’unità interiore, che proviene dalla pace di Dio – unità di tutti coloro che mediante Gesù Cristo sono diventati fratelli e sorelle. È questa la missione permanente di Pietro e anche il compito particolare affidato alla Chiesa di Roma.
(Benedetto XVI Omelia per la Solennità dei Santi Pietro e Paolo
La presa delle impronte va benissimo, non susciterei paure di “grandi fratelli” per questo. Poi è questione di sensibilità: in Inghilterra gridano al “Terrore” al solo pensiero d’introdurre la carta d’identità…
Quello che non si può fare, ma direi che siam tutti d’accordo, è differenziare “per via etnica”.
Già diverso sarebbe dire “le si prende agli extracomunitari” (però in questo caso anche americani e svizzeri!). Avrebbe comunque una giustificazione giuridica.
Ma moltissimi zingari (scusate, non amo i nomi “politically correct” che poi ridiventano immediatamente insultanti) sono cittadini italiani come te e come me, incensurati come te e come me. Se le si vuol prendere anche a loro – e può effettivamente avere un senso come avete spiegato bene – vanno prese anche a te e a me. Così almeno vedremo l’effetto-che-fa.
Senza “extracomunitari”
non sarebbe mai nata la Chiesa Romana,
Me lo immagino il bisogno di sicurezza all’epoca dell’impero romano,
accidenti se non avevano bisogno di sicurezza,
ma loro…. i Romani, quelli veri…. hanno fatto tutta un’altra politica,
finchè non hanno cominciato ad avere paura dei cristiani (una sorta di minoranza multietnica, che in Roma, stava spopolando, e creava insicurezza nelle radici Romane, già intaccate da varie problematiche economiche a causa di una gestionedi un non indifferente impero e tantissima corruzione, allora, si trovo’ che il farli socialmente e fisicamente fuori, rispondesse ai requisiti di sicurezza che gli imperatori e la gens del momento, richiedeva).
Ah!
come la storia non cambia!
D’accordo, Maioba, sui principi. Ma non facciamo finta di non vedere che (per una serie di ragioni economiche, culturali ecc., non certo genetiche) tra i nomadi e gli extracomunitari clandestini il tasso di microdelinquenza è molto più alto della media. Il problema non si risolve negandolo, né demonizzando l'”altro” (come fa la Lega), ma affrontando i vari aspetti del problema in modo corretto (ad es. avviando i nomadi verso attività artiogianali più vicine alla loro identità culturale ecc.). Molti Stati (in primis la Libia, che è notoriamente una dittatura poco rispettosa dei diritti umani, pur avendo un PIL elevato grazie al petrolio) favoriscono l’emigrazione clandestina verso di noi per liberarsi del problema in casa loro. E così fa il Marocco. Provate a interrogare i magistrati PM, i poliziotti, i carabinieri…
Editoriale del prossimo numero di Famiglia cristiana anticipato oggi alla stampa:
SILENZIO ASSORDANTE CONTRO L’INDECENTE PROPOSTA DI MARONI. PRIMA PERÒ LE IMPRONTE DEI PARLAMENTARI E DEI FIGLI
Alla prima prova d’esame i ministri “cattolici” del Governo del Cavaliere escono bocciati, senza appello. Per loro la dignità dell’uomo vale zero. Il principio della responsabilità di proteggere (cioè, il riconoscimento dell’unità della famiglia umana e l’attenzione per la dignità di ogni uomo e donna), ampiamente illustrato da papa Benedetto XVI all’Onu, è carta straccia. Nessuno che abbia alzato il dito a contrastare Maroni e l’indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom. Avremmo dato credito al ministro se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla. Il prefetto di Roma, Carlo Mosca, s’è rifiutato di schedare, il presidente del Veneto, Galan, ha parlato di “fantapolitica”, ma il ministro non arretra d’un millimetro. Non stupisce, invece, il silenzio della nuova presidente della Commissione per l’infanzia, Alessandra Mussolini (non era più adatta Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle famiglie?), perché le schedature etniche e religiose fanno parte del Dna familiare e, finalmente, tornano a essere patrimonio di Governo. Non sappiamo cosa ne pensi Berlusconi: permetterebbe che agenti di polizia prendessero le impronte dei suoi figli o dei suoi nipotini? A sessant’anni dalle leggi razziali, l’Italia non ha ancora fatto i conti con le sue tragiche responsabilità (non ce ne siamo vergognati abbastanza). In particolare, quei conti non li ha fatti il Centrodestra al Governo, se un ministro propone il concetto di razza nell’ordinamento giuridico. Perché di questo si tratta. Come quando i bambini ebrei venivano identificati con la stella gialla al braccio, in segno di pubblico ludibrio. Oggi, con le impronte digitali, uno Stato di polizia mostra il volto più feroce a piccoli rom, che pur sono cittadini italiani. Perché non c’è la stessa ostinazione nel combattere la criminalità vera in vaste aree del Paese? Rende meno, forse, politicamente? Ma c’è di più. Stiamo assistendo al crepuscolo della giustizia e alla nascita di un diritto penale straordinario per gli stranieri poveri. La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia (firmata anche dall’Italia, che tutela i minori da qualsiasi discriminazione) non conta più niente. La schedatura di un bambino rom, che non ha commesso reato, viola la dignità umana. Così come la proposta di togliere la patria potestà ai genitori rom è una forzatura del diritto: nessun Tribunale dei minori la toglierà solo per la povertà e le difficili condizioni di vita. È giusto reprimere, con forza, chi nei campi nomadi delinque, ma le misure di Maroni non servono a combattere l’accattonaggio (che non è reato). C’è un solo modo perché i bambini rom non vadano a rubare: mandarli a scuola. Qui, sì, ci vorrebbe un decreto legge perché, ogni mattina, pulmini della polizia passassero nei campi nomadi a raccoglierli. Per la sicurezza sarebbero soldi ben spesi. Quanto alle impronte, se vogliamo prenderle, cominciamo dai nostri figli; ancor meglio, dai parlamentari: i cittadini saprebbero chi lavora e chi marina, e anche chi fa il furbo, votando al posto di un altro. L’affossa “pianisti” sarebbe l’unico “lodo” gradito agli italiani.
Il ricorso alle impronte digitali non mi scandalizza assolutamente, e trovo strumentali le molte delle critiche che sono state fatte (compreso quelle di FC). Sarebbe anzi un strumento utilissimo per tutti, che permetterebbe di identificare in maniera rapida ed immediata tutti i cittadini in casi di reale bisogno (eventuali cadaveri da indentificare, impronte sui luoghi di delitto, ecc.).
Ad essere sincero sono davvero stupito di come gli Europei accettino qualsiasi “umiliazione” quando si tratti di entrare negli Stati Uniti, e non pensino minimamente di mettere le stesse regole per i cittadini statunitensi che entrano in Europa.
Per quanto riguarda i Rom invece il punto è un altro: dal momento che i rom sono cittadini italiani a tutti gli effetti, devono rispettare le leggi italiane, e dunque poter essere identificabili.
Un’ultima nota un po’ polemica: una legge del genere sarebbe una vera e propria mazzata nei confronti dell’immigrazione clandestina cinese, vero e proprio male endemico dell’Europa, ma siamo sicuri che i nostri governanti vogliano davvero arginare il problema?
A Giacomo Brunoro il mio benvenuto nel blog! Se ho ben capito lei è favorevole alle impronte prese a tutti – riconosce dunque una qualche validità a quanti – tipo “Famiglia cristiana” – polemizzano con le impronte prese ai soli zingari: ho capito bene?
Per Accattoli …
Bisogna scegliere la Compagnia giusta; quegli stessi Elfi, passarano a fil di freccia una banda di Orchi invasori.
Mi rendo conto che JRRT troverebbe agevolmente di che rispondermi, ma pongo cmq la domanda: quale è la compagnia giusta?
Altro che fichidindia, caro Luigi!
– “Indecente proposta razzista”
– “Le schedature etniche e religiose fanno parte del Dna familiare (di Alessandra Mussolini) e, finalmente, tornano a essere patrimonio di Governo”.
– “A sessant’anni dalle leggi razziali… un ministro propone il concetto di razza nell’ordinamento giuridico”.
– “Come quando i bambini ebrei venivano identificati con la stella gialla al braccio, in segno di pubblico ludibrio”.
– “Uno Stato di polizia mostra il volto più feroce a piccoli rom…”
– “Crepuscolo della giustizia”.
– “Vìola la dignità umana”.
E via cialtronando.
Ora: anche i maestri della propaganda populista e trinariciuta hanno diritto di scrivere sui giornali; anche gl’imbecilli in mala fede; anche i razzisti (e il riferimento al dna familiare sconfina allegramente nel razzismo: quello vero). Ma perché su una rivista che porta l’appellativo di “cristiana”?
Argomentazioni come queste, su un settimanale con quel titolo, fanno del male
1. alla verità
2. alla causa dei diseredati
3. al Cristianesimo.
Oh buon Dio! Quel Giacomo Brunoro? Saragozza 1997-1998, Residencia Ramon Pignatelli? Anni ’80? “Ho ammazzato Gigi Rizzi”? Possibile che sia una coincidenza?!?
[Il problema non sono le impronte digitali, prima o poi le prenderanno a tutti comprese probabilmente quelle della retina e non so quali altre; il problema è su che base decidere a chi prenderle. Vorrei che Sump dicesse se secondo lui, e a che titolo, è giusto prenderle su base etnica ]
Allora, accetta di farti schedare soltanto tu, la tua famiglia e magari i tuoi vicini di casa, per il solo fatto di essere tuoi conoscenti, caro sumponctura, e attendi con fiducia sperando che a qualche prefetto trinariciuto e populista non salti la mosca al naso o voglia farti qualche scherzetto, in attesa che la verità – come la chiami tu – si affermi… e forse in attesa che il vero cristianesimo, che evidentemente secondo te coincide con una razza, si affermi.
Caro Luca,
evidentemente non riesco a spiegarmi a sufficienza, nonostante lo stile schematico e le argomentazioni per punti.
Sul problema in generale rinvio all’intervento di ieri, ore 8:46. Aggiungo:
– “Vorrei che Sump dicesse se secondo lui, e a che titolo, è giusto prenderle su base etnica”. Non è giusto, e a nessun titolo.
– Prendere le impronte è necessario per identificare le persone che rifiutano di essere identificate: di qualunque etnia siano.
– Siccome un certo numero di furbi (involontariamente aiutati da un certo numero di ingenui) hanno sollevato un polverone, straparlando di razzismo, stelle di Davide e campi di sterminio, tagliamo la testa al toro: si prendano le impronte a tutti.
– La parabola tolkieniana di Luigi, con la sua conclusione salomonica, mi pare tanto saggia quanto cristiana. Lo sproloquio di “Famiglia cristiana” mi pare tanto stupido quanto controproducente (e tutt’altro che cristiano).
– Se (Dio non voglia) si dovesse arrivare a un incanaglimento anti-Rom di vasti strati di popolazione italiana, se dovesse aggravarsi la deriva populistica e razzista di tanti “poveracci” (in tutti i sensi) esasperati dalla delinquenza e dall’impunità, ecco: l’autore dell’editoriale di “F. c.” non farà una gran fatica a rintracciare i veri responsabili. Basterà che si guardi allo specchio.
Caro Mattlar, confesso i miei limiti: non ti capisco.
Controproposta del Grande Fratello: prendere le impronte digitali a tutti ma… ai bambini Rom , in aggiunta, mettere un chip sottopelle, con tutte le informazioni su di loro. (Così, da quel momento, non saranno solo Bambini Rom, ma anche “bambini-ROM” .)
sono tutti zingari e rom?
gli assassini in Italia?
sono tutti zingari e rom?
i truffatori dell’alta finanza?
sono tutti zingari e rom?
i furbetti del quardierino, che con piccole e grandi truffe, fanno grandi scalate?
sono tutti zingari e rom?
la camorra e i loro referenti politici in parlamento?
sono tutti zingari e rom?
la mafia e i loro referenti politici in parlamento?
sono tutti zingari e rom?
nella clinica santa Rita dove hanno fatto morire un po di persone per prenders i rimborsi regionali?
sono tutti zingari e rom?
La banda della magliana?
In Italia sembra che abbiamo ogni anno circa 3 milioni di reati!
sono tutti zingari e rom?
o clandestini?
A Lycopodium. La scelta della compagnia è certamente decisiva tante volte e le più. Ma nella mia parabola la compagnia è la comunità nazionale, e in tal caso non c’è scelta. La scelta è se bendare uno o tutti.
Condivido le tue ultime riflessioni, caro Matteo…
IL “problema” Rom comunque esiste e va gestito e coordinato. Non certo con le iniziative padano-leghiste, ma con un’efficacia azione delle Forze dell’Ordine dove si configurano reati, accompagnata SEMPRE dal rispetto dei DIRITTI UMANI e da Politiche che aiutino, soprattutto i bambini ad integrarsi.
Un caro saluto a tutti!
F.
Non capisco perchè non si faccia un progetto che riguardi TUTTA la problematica dei reati in Italia,
ma in questo preciso particolare momento si stia focalizzando soltanto su una particolare popolazione, che guarda caso è la più facile da criminalizzare in tutti i tempi, anche perchè comunque tra loro ci sono anche, anche, anche, persone che delinquono.
Avevano ragione negli USA, ad usare quei metodi particolari verso i nostri emigranti nel 900, visto che a casa loro abbiamo importato la più grande organizzazione criminale del mondo “made in Italy” che è la MAFIA (parola italiana in qualsiasi paese del mondo andate!!!) e che tanto sangue ha versato per le strate di Chicago e in altre città USA.
Quando sono stato negli USA per un mese, spesso mi sentivo dire scherzando (?): “Italiano, mafia!”
Dunque criminalizzare tutti per alcuni.
Che memoria corta che abbiamo!
Certo! che bisogna prendere provvedimenti verso le persone che delinquono,
MA VERSO TUTTE LE PERSONE CHE DELINQUONO,
e non scegliere soltanto alcuni,
che non hanno potere,
perchè non hanno rappresentanti nel Parlamento italiano !!!!!!!!
“E via cialtronando”
“Ora: anche i maestri della propaganda populista e trinariciuta hanno diritto di scrivere sui giornali; anche gl’imbecilli in mala fede; anche i razzisti (e il riferimento al dna familiare sconfina allegramente nel razzismo: quello vero). Ma perché su una rivista che porta l’appellativo di “cristiana”?”
Poniamo che l’articolo aborrito (che condivido e lietamente mi prendo del cialtrone, populista, trinariciuto, imbecille, razzista ecc.) parta dal presupposto che ci sia stata una proposta di prendere le impronte su base etnica. Ma allora non vale questo? – “Vorrei che Sump dicesse se secondo lui, e a che titolo, è giusto prenderle su base etnica”. Non è giusto, e a nessun titolo.” Insomma, Famiglia cristiana dice le stesse cose in fondo.
Singolare la definizione di razzista: non è razzista chi propone una schedatura su base etnica, è razzista chi avverte del pericolo. Ma ammettiamo che l’allarme sia infondato: chi grida al fuoco al fuoco, e il fuoco non c’è, al massimo provoca un allarme ingiustificato, non un fuoco.
Torno sul “trinariciuto”. E’ l’aggettivo che mi piace di più, perché mi ricorda per assonanza le mie origini in Trinacria.
Giusto, Matteo. Provvedimenti penali verso TUTTE le persone che delinquono!!!!
Focallizzare l’attenzione sui Rom è molto comodo e non crea particolari problemi….
Io faccio sempre l’esempio della mia Regione (la Lombardia). L’ultima relazione della Commissione Antimafia parla di una terra con forti infiltrazioni di Criminalità Organizzta (n’drangheta, per la precisione). Ebbene, di ciò se ne parla pochissimo….Tutti preoccupati per i Rom…mah….
Organizzta: Organizzata..Sorry…
@ Sumponctura
Non ti preoccupare: confesso il mio tempo limitato. Quello che penso lo hanno detto i trinariciuti, populisti, e dai diciamolo pure: comunisti!, che per fortuna rimangono ancora un esempio di pensiero che non si inchina al principe!
Populisti?
sono tutti quelli che hanno messo il cervello in frizeer,
e non hanno più neuroni in movimento.
Preferiscono pensare in semplice, preferiscono,
essere forti con i deboli….
ma con i forti…… come si azzittiscono,
la loro coscienza cristiana,
è tutta presa dai paramenti di B16….
ma la realtà concreta degli ultimi,
“l’orfano, la vedova, lo straniero”
ma quando mai Signore?
Ne hai parlato per caso?
Ma si’, le solite parabole!
Ma mica riguardano il concreto della nostra vita! della nostra sicurezza!
L’editoriale di “Famiglia cristiana” è un po’ forte (così come, sull’altro versante, la critica al PD di qualche settimana fa). Trovo però eccessiva la polemica di Sump. Ribadisco che per me si possono prendere le impronte, purchè lo si faccia a tutti, senza discriminazione; e i provvedimenti repressivi siano accompagnati da provvedimenti che mandino i figli dei rom a scuola e che cerchino di indirizzare i loro padri verso un lavoro che consenta loro di mantenere le famiglie.Certo, dopo non potranno permettersi il lusso di rifiutare il lavoro offerto loro per continuare a chiedere l’elemosina o a rubare… Credo che i due aspetti del problema (legalità ed accoglienza) non possano essere disgiunti. Come ha detto il sindaco di Venezia Cacciari, per fare una politica seria di integrazione ci vogliono i soldi: e non ci si può accontentare dello slogan “meno tasse e più legalità”.
Credo che l’articolo pubblicato su FC (che però non ho letto in maniera approfondità) sia corretto per quanto riguarda la sostanza, ma troppo polemico per quanto riguarda i toni.
Se si vuole ricorrere alla “schedatura” delle impronte digitali per quanto mi riguarda nessun problema, purché vengano fatte a tutti.
Il problema nello specifico è che di fronte ai Rom si pone il problema concreto di poterli identificare, ma questo accade anche con la comunità cinese e con gli immigrati clandestini in generale.
Ripeto: se c’è la necessita rileviamo le impronte digitali a tutti e così siamo a posto, visto che elimineremmo anche il problema dei pianisti in parlamento… 😀
@Luca Grasselli
Proprio quel Giacomo Brunoro: http://www.flickr.com/photos/giacomobrunoro/2618339974/
Se guardi bene ci sei anche tu… un abbraccio!
è da un po’ che FC le sta menando delle mazzate … sia a destra che a sinistra… e secondo me fa benissimo.
A sinistra di solito reagiscono dicendo serenamente e pacatamente che FC fa bene ma che loro sono adulti (= prete fai la tua predica, ma alla fine decidiamo noi!).
Invece a destra si metteno a distribuire le patenti di cristianità, tempo fa lo fece Gasparri (sul reato di immigrazione illegale), ieri la Mussolini e, nel suo piccolo, anche il nostro Sump (= prete te la scriviamo noi la predica, tu non sei cristiano!).
Forza FC, continua a menare mazzate.
PS: Luca e Giacomo, Spagna selvaggia eh? Ci davate dentro alla grande col Martini 🙂
Come appunto stavo dicendo… era un’omonimia! Anzi due! ;););););)
Serissimi visitatori del blog, passate oltre! ;););););)
Tu, Luigi, non hai visto niente! ;););););)
E ora diranno che sono martiniano…
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ‘l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Sull’articolo di “Famiglia cristiana” ho espresso la mia opinione, come del resto altri ospiti del pianerottolo. Non ce le siamo mandate a dire, il nostro linguaggio è stato sì sì no no, quanno ce vò ce vò, e sempre viva la libertà di espressione.
Non voglio riprendere argomentazioni e polemiche, ma sono debitore di un chiarimento a Targum: non accuso di razzismo chi “avverte del pericolo”, ci mancherebbe altro. Accuso di razzismo chi ritiene che possa esistere il razzismo nel dna di una famiglia. Pensare che il razzismo si trasmetta per via genetica vuol dire ragionare, appunto, da razzista.
Un saluto.
Magdi Cristiano Allam, “Quanta ipocrisia negli attacchi a Maroni”, “Corriere della sera” di oggi, p. 38:
“Ebbene, se proprio non ci piacciono le impronte digitali perché evocano la scena del criminale arrestato e sottoposto a crudeli interrogatori, la tecnologia biometrica oggi ci offre una molteplicità di alternative, dal riconoscimento facciale e dell’iride, per nulla invasive. Ed è bene che questa moderna identificazione individuale concerna tutti noi indistintamente”.
Caro Matteo,
siccome ti voglio un gran bene, mi faccio ardito e ti chiedo un favore. Siccome so benissimo che vuoi bene a papa Benedetto, e un pochino anche a me, potresti evitare di indicare il nome del Santo Padre con una sigla (B16) che fa pensare a un bombardiere o a un missile terra-aria? Lo so che è una questione di forma e non di sostanza, ma ogni volta che vedo quella sigla faccio un salto sulla sedia. Ciao e grazie comunque.
“… Comunisti!, che per fortuna rimangono ancora un esempio di pensiero che non si inchina al principe!”.
Ma come, caro Mattlar? Vuoi far rigirare nella tomba il povero e grande Antonio Gramsci, teorico del partito comunista come il “moderno principe”?
(Al di là delle battute: se sei comunista, a te l’onore delle armi: siete rimasti talmente in pochi – per buoni motivi e per grazia di Dio – che non vi si può non riconoscere una buona dose di coraggio. Lunga vita! Io non sono d’accordo con quel famoso comunista cinese che teorizzava l’obbligo di “bastonare il cane che annega”).
Caro don78,
son rimasto di sale, trovandomi – sia pure nel mio piccolo – in una stessa famigliola con Gasparri e la Mussolini. Gulp, gasp, sob: o reverendo, o icché tu dici? ‘Unn’è mi’a vero che sono ‘osì bischero. O per chi tu m’ha’ preso? Ho un cervellino un po’ vispo, ma sempre ‘ompagno.
E mo’ vi saluto. Bonanotte! No, state ‘òmodi. Riverisco a tutti!
Luca Grasselli tranquillo: in effetti non ho visto niente perchè il portatile con cui mi collego dalle vacanze dice “mostra immagine” ma poi non mostra un accidenti. Credo però d’aver capito a senso la giostra a cui partecipasti in quel di Spagna oltre un decennio fa…
Don78: concordo con te sull’opportunità di guardare con serenità agli editoriali – sempre sopra le righe – di “Famiglia cristiana”. Sono giornalisti e tanto basta per collocarli al giusto posto. Se provocano alla riflessione una volta gridando “al lupo” e un’altra volta “al fuoco” fanno solo il loro mestiere.
Sump ovviamente ha il diritto di gridare a sua volta, poniamo a “li turchi”. Dobbiamo moltiplicare la capacità di tolleranza che abbiamo ereditato dalle precedenti generazioni, che non era poi granchè!
Un grazie a Sumpontcura, che pensa quasi sempre quel che penso io e lo scrive, risparmiandomi la fatica. Che gusto quando al bar, in una discussione che poi non è che ti appassioni tanto, un altro avventore dice anche le tue ragioni, e a te basta annuire, o ammiccare al di sopra dell’orlo del bicchiere.
Ah, solo un appunto: sei troppo gentile con Matteo. Quella sconcezza di chiamare il papa B16 gliel’avevo fatta notare anch’io tempo fa e credo mi avesse risposto con una delle sue solite menate sul fatto che è un uomo libero e che mi facessi una ragione ecc. ecc.
Pfui, è solo maleducazione.
Caro Sump,
se negli anni trascorsi, era normalissimo abbreviare GP2, e ora molti abbreviano B16, non capisco, perchè non possa usarlo anche io.
Non è irriverenza.
Abbiamo un solo maestro.
Abbiamo un solo Padre.
Tutto il resto è umanamente umano,
e persino lo Spirito Santo,
almento per quanto riguarda questo pianeta terra,
sceglie ancora uomini,
uomini, che portano in se tutta la loro umanità.
I Giovani possono chiamarlo B16 e io no?
Sconcezza?
Non credo.
Tutto è puro se hai il cuore puro, credo che lko sai.
In questo caso è stato utile per me leggere i volumi di storielle ebraiche e sul rapporto che gli Ebrei hanno con l’Onnipontente.
Se Cristo nel suo cammino terreno ha vissuto fino in fondo la sua ebraicità,
tanto che se ricordiamo le letture di domenica scorsa, anche Pietro continuava nel solco del proprio Rabbi’, ad essere fedele alle proprie origini ebraiche frequentando assiduamente la sinagoga e le preghiere rituali.
Sump, credo nella tua intelligenza e nel fatto che mi lascerai chiamare il mio vescovo anche con un acronimo, così come un professore viene chiamato “prof” o l’università “univ”.
A te lasciarmi questa libertà.
Diversamente, dovrei trovare un altro modo per appellarlo nel modo più breve. Siamo nell’epoca dello slang, anche in Italia, e nonostante la mia età, mi adeguo abbastanza!!!!
Ti ringrazio comunque dell’attenzione.
Signori si nasce, come direbbe il buon Totò.
Per il resto ribadisco che a qualcuno una scopata in più, toglierebbe tanto malumore, e gli darebbe modo di vedere tante più gioie della vita sotto l’ottica migliore, d’altronde fa parte dei doni del Signore.
Non vorrei ritornare sull’argomento., Ma visto che lo si vuole,
ci ritorno volentieri.
Sump, scusami la parentetica, che non è ovviamente a tuo riguardo.
Mi spiace se mi troverai sopra le righe,
ma sembra che a qualcuno, in fondo… fa piacere…. quindi lo accontento.
ciao
@ Sumponctura
Non sono comunista; non ho mai votato i DS e non li avrei votati nemmeno se sotto l’alberello fosse sparito il simboletto; e – purtroppo, nella mia ignoranza – non ho mai trovato modo di leggere Gramsci. Ma ho un vecchio zio che è stato in un campo di concentramento ed è tornato amico degli zingari; e un nonno che riposa alle fosse ardeatine, perché pubblicava stampa che non era consentita. E i loro ricordi mi sono sufficienti per sapere che sono veramente brutti segni quelli di chi comincia a schedare i rom; a denigrare la stampa che la pensa diversamente dal principe; a chiamare comunisti tutti coloro che fanno resistenza. Non vado oltre per le note ragioni di tempo, ma mi piacerebbe sapere se hai anche tu il cuore colmo di cioia per il clima politico…
Cari Fratelli Vescovi italiani,
(…)
E’ proprio per la consapevolezza di questo contesto che avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo.
Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione.
E ciò che conforta è che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali.
B16: 29-5-2008
Scusa “Genosse” Sump
se ti ho messo tra Gasparri e Mussolini…
hasta la victoria
🙂
Una proposta per trovare un compromesso in merito all’abbreviazione di
Sua Santità Benedetto XVI:
BXVI
Fa meno caccia da guerra, conserva un po’ di solennità ed è altrettanto succinto 🙂
@ SumPontCura
ti segnalo il sito dell’AIZO (Associazione Italiana Zingari Oggi), ed in particolare l’appello al Papa e la richiesta di un incontro con Berlusconi. Mi sembrano interventi belli, anche nel tono.
Poi: vivendo a Torino, non farti scappare l’occasione di incontrare Carla Osella, la Presidente (e fondatrice) dell’AIZO. L’ho conosciuta negli anni ’80, per faccende di servizio civile. Lei è stata “convertita” dagli zingari, una vita fa.
Scusami per essermi aggiunto alla lista di quelli che ti dicono ciò che devi fare, vedere, leggere ecc.
Con molta simpatia
Adriano
http://www.aizo.it/
«I Giovani possono chiamarlo B16 e io no?»
Quindi porti anche i jeans a vita bassa con le mutande de fori … chissà come sei bellino! Mi mandi una foto?
30.06.2008,13:08 – Serbia: in autunno i nuovi passaporti biometrici
Belgrado – Entro il prossimo autunno la Serbia presenterà i nuovi passaporti biometrici, rinviando ad ottobre il rilascio dei documenti dopo un inconveniente burocratico venutosi a creare tra il Vice Premier Bozidar Djelic, il Governatore della Banca Centrale Radovan Jelasic e l’Istituto di emissione di moneta, responsabile della produzione dei documenti. Djelic, dopo aver garantito che in nuovi passaporti sarebbero stati resi disponibili a partire dalla primavera di quest’anno, accusa Jelasic e l’Istituto di emissione di non aver rispettato le scadenza. Il Direttore dell’Istituto, Ljubisa Vuletic, ha negato ogni colpa per tale dilazione, spiegando che il Governo sapeva che erano necessari almeno nove mesi di lavoro per garantire un lavoro a regola d’arte. Il rilascio dei nuovi passaporti è essenziale ai fini dell’implementazione della liberalizzazione dei regimi dei visti nei confronti degli Stati membri dell’UE, e dunque per l’abolizione dei visti per i cittadini della Serbia. I
nuovi passaporti saranno rossi, invece dei vecchi blu scuro, con lo stemma della Repubblica di Serbia e la scritta in cirillico; tutti i dettagli in essi contenuti saranno in serbo, in inglese e in francese. Il Regolamento per i documenti di viaggio, pubblicato il 28 maggio dalla Gazzetta ufficiale della Repubblica di Serbia, precisa la procedura del rilascio dei nuovi passaporti e gli obblighi di raccolta dei dati biometrici della foto tramite una fotocamera digitale, dell’impronta di entrambi i diti indici con lo scanner, e della firma con la tabella per la digitalizzazione della firma. Il documento di viaggio viene rilasciato su richiesta personale, e per il primo rilascio bisogna presentare la prova di cittadinanza, mentre il precedente passaporto è annullato con il rilascio del nuovo. Insieme alla richiesta per il rilascio del passaporto, presentato all’ufficio locale del Ministero degli Interni, si presenta anche la carta d’identità o un altro documento d’identità, una foto, il vecchio passaporto e la ricevuta del pagamento della tassa. L’aspetto del passaporto è previsto dalla Legge sui documenti di viaggio, adottato dal Parlamento della Serbia il 24 settembre 2007, con il quale è stato stabilito che entro la fine del 2008 si devono cambiare tutti i vecchi passaporti.
Grazie di cuore, Adriano, per i consigli sempre graditi, specialmente quando sono accompagnati dal garbo che ti contraddistingue. Conosco il sito dell’Aizo, e conosco diverse persone che qui a Torino lavorano coi nomadi: purtroppo il quadro complessivo presenta – accanto alle immagini bianche e a quelle nere – un incredibile numero di tonalità intermedie.
Caro Mattlar: sul clima politico nuovo e più costruttivo si è discusso, in questo pianerottolo, qualche tempo fa. Io – seguendo le argomentazioni di Luigi – trovo comunque positivo che si cerchi il dialogo; purtroppo il clima è rapidamente peggiorato, e la cosa mi dispiace.
Affrontare argomenti esplicitamente politici ci porterebbe del tutto fuori tema: ma almeno questo mi piacerebbe dirtelo: i “prìncipi” di questo mondo sono più d’uno e si distribuiscono pressoché equamente fra i due schieramenti elettorali. Di “re” venuti nel mondo per portare testimonianza alla verità ce n’è stato uno solo, è apparso duemila anni fa ma è ancora fra noi, non solo in spirito, ma in carne e sangue. Di fronte a questo miracolo, le promesse elettorali e le inevitabili delusioni appaiono, ai miei occhi, poca cosa. Poiché siamo nel mondo, anche di queste miserie è giusto che ci occupiamo; ma sono convinto che votare Ds o no, guardare ai simboletti, giocare con le ideologie, dividersi e riaggregarsi fra strizzatine d’occhio e pacche sulle spalle sia molto, molto secondario. Anche perché, a mio parere, data la situazione politica e economica, il ruolo dell’Italia nell’UE, i rapporti di forza nazionali e internazionali, il rischio di una deriva del nostro paese in direzione comunista o nazifascista è semplicemente inesistente.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/07/02/impronte-ai-rom-de-marco-difende-i-ministri-cattolici-e-castiga-famiglia-cristiana/
Quando si decide di venire a vivere qui negli Stati Uniti, non importa da quale parte del pianeta provieni o a quale etnia appartieni, non solo ti prendono le impronte digitali ma ti sottopongono anche a scrupolosissime visite mediche, incluse analisi del sangue -delle urine -e radiografie totali. Essendo donna vi posso assicurare che soltanto la visita ginecologica e’ stata risparmiata.
Eppure, nessuno si e’ mai lamentato, non esiste alcuna protesta e tantomeno ci si sente discriminati.
Ma perche’, e veramente vi chiedo di farmi capire, in Italia si crea un caso per una misura che in tanti altri Paesi e prassi comune?
«incontrollata patetizzazione delle cose»: la formula di De Marco, a suggello dell’articolo opportunamente segnalato da lycopodium, è perfetta.
Questo annichilimento della ragione produce continui effetti, ora tragici ora ridicoli. Un esempio del secondo genere lo traggo dalla notizia, appena letta, che per disposizione del ministro Fioroni (mantenuta dal ministro Gelmini) quest’anno non saranno pubblicati i voti dei maturati, per ragioni (risum teneatis!) di privacy.
Demenza allo stato puro, imbecillità quintessenziale, somaraggine inconcussa
Caro Sumponctura, grazie della catechesi.
“Ma perche’, e veramente vi chiedo di farmi capire, in Italia si crea un caso per una misura che in tanti altri Paesi e prassi comune?”
Perché nella ricca, opulenta, snob e decadente cultura europea (e italiana in particolare) malata di individualismo, l’individuo, i suoi desideri e i suoi diritti personali vengono prima di qualunque altra cosa, prima del bene comune e di tanto altro ancora.
E si grida prontamente allo scandalo se qualsiasi cosa non rispetta i diritti dell'”individuo”, ci si straccia le vesti per ogni sciocchezza, si denunciano i docenti a scuola se alzano il tono contro gli alunni (una volta era normale prendere salutari ceffoni dalle maestre, oggi non lo fanno più nemmeno i genitori: come possono permettersi di farlo degli “estranei” come i professori?), ecc…
In realtà quando si alzano barricate in difesa dei diritti altrui, soprattutto quelli più strambi, spesso lo si fa attendendo alla conservazione dei propri diritti e delle proprie prerogative.
Dietro i legislatori c’è una chiara spinta ideologica: nell’unione europea presto sarà reato ad esempio difendere i propri valori religiosi se questi sembrerà che discriminino la persona o certe minoranze. Presto avremo le carceri piene di preti per quello che diranno durante le omelie?
E dietro il popolino uno sfacciato opportunismo. In base a questa volgarizzazione dell’Io, quale genitore non sarebe contento se si potesse in qualche modo ad esempio occultare ad occhi estranei e morbosi il basso voto che il proprio figlio ha meritatamente preso a scuola?
In tempi in cui è normale andare dalla De Filippi a sciorinare i propri fatti e fattacci davanti a tutta l’Italia, la nostra Lucia Ocone docet.
E mala tempora currunt.
Esempio di informazione subdola: tg1 delle 13.30.
A Roma risolto il caso di un omicidio avvenuto 14 anni fa.
Una donna strangolata in casa sua fu uccisa da uno zingaro, diciassettenne all’epoca dei fatti che è stato individuato grazie alle impronte digitali raccolte allora sul luogo del delitto e arrestato in un campo nomadi alla periferia di Roma…
IL responsabile dell’Ufficio di Polizia dice compiaciuto al microfono che grazie alle nuove tecniche scientifiche è possibile risolvere anche questi casi…
Ok.
Ciò significa velatamente: se cominciamo a prendere le impronte ai bambini adesso, quando diventeranno adulti e commetteranno un delitto sarà più facile individuarli…
Non è che si dice: obblighiamoli (peraltro l’obbligo è già legge per tutti) ad andare a scuola (magari chiamando anche insegnanti madrelingua rom, o comunque con conoscenza della lingua e della cultura (un tempo esistevano i maestri rurali…) così con l’educazione impareranno cosa è giusto e cosa è sbagliato…
Questo è un esempio di informazione subdola…
Sul fatto di Terralba il link a un’associazione per i diritti: http://gatoobrero.blogspot.com/2008/07/sgomberati-i-rom-di-terralba.html.
Usa toni forti, a tratti eccessivi, ma la critica di fondo (di non aver saputo sfruttare le risorse che sono a disposizione di chi ne fa richiesta, la cosiddetta Legge Tiziana) per fare un campo decente resta tutta, fino a prova contraria…
Vorrei ringraziare Davidino per aver tentato di darmi una spiegazione al dubbio che avevo sollevato.
Devo confessare che quando sono stata in Italia, lo scorso Aprile,(mancavo da 10 anni) ho osservato una “durezza” di comportamenti e una mancanza di sorrisi impressionante. Indubbiamente la situazione economica e i problemi quotidiani hanno molto a che fare con cio’, ma io intendo parlare proprio della disponibilita’ che e’ sempre stata propria del nostro popolo. Ecco!, questa mancava.Perduta forse tra le difficolta’,l’imbarbarimento dei costumi, la cultura dell’apparire(notare per favore le numerose presenze a fare ciao dietro al giornalista Rai che parla in diretta sul tg1 per la nota politica giornaliera),la politica che non insegna piu’ nulla, la scuola che e’ diventata solo un servizio di baby sitter che, tra l’altro, non funziona.
Non ho riconosciuto la “mia” gente. Quella che mi porto dentro, quella che da un balcone all’altro viveva la vita di dieci famiglie e non solo della sua.Quella che poteva non aver abbastanza soldi ma era ricchissima di umanita’ e disponibilita’.Quella gente che era riservata eppure amabile,educata eppure caciarona nella gioia,piena di amor proprio ma pronta a spendersi per il bene della comunita’ e della nazione intera.
Forse, visto che la virtu’ sta sempre nel mezzo, bisognerebbe trovare un compromesso che non ci faccia perdere quelle che sono le nostre caratteristiche e non ci riduca a sterili cloni di altre popolazioni che sanno solo correre verso il nulla. Peccato che prenda qualche generazione anche solo la correzione dello stato attuale, ammesso che si trovi la buona volonta’ di farlo.
La privacy e’ una grande cosa, ma non va utilizzata a piacimento…
E, soprattutto, va anche rispettata la privacy di coloro la cui voce non si sente.
Difendere i propri diritti e’ sacrosanto, ma la loro difesa va inquadrata nel benessere generale.Perche’, nonostante l’individualismo sfrenato, siamo tutti parte di un gruppo di uomini e donne che cercano il modo migliore di convivere.
Le impronte, le intercettazioni, e tutti gli argomenti che toccano in qualche modo la sfera privata delle persone mi sanno tanto di strumenti per sbandierare il proprio credo senza avere alcun reale interessamento negli argomenti trattati.
Ma forse e’ soltanto la mia impressione…..
All’articolo “affilato” di De Marco, affiancherei quello di Lerner http://www.gadlerner.it/index.php/2008/07/05/un-altro-censimento-70-anni-dopo.html#more-582.
Di De Marco cito solo una perla: “Peccato, per tanto entusiasmo, che parte degli enunciati (quelli allarmistici e vaticinatòri di nuovo razzismo e fascismo) siano analogie infondate e illogiche, e parte siano semplicemente falsi. Non hanno riscontro né in documenti né in dichiarazioni governative: da cui invece si ricava che l’obiettivo dell’azione concordata dei prefetti è “fare il censimento e laddove necessario prendere anche le impronte digitali dei minori, a tutela dei minori”.”
Che logica!
La logica di De Marco non ha nulla che non vada. Certo, se uno apprezza Gad Lerner …
A proposito di quella cosa che in italiano non ha neppure un nome, tant’è che la denominiamo in inglese con il termine citato da principessa, mi piacerebbe fare una lunga requisitoria contro la-legge-più-cretina-che-ci-sia e i suoi ancor più cretini applicatori. Ma è caldo, e mi sono vietato i messaggi troppo lunghi. Diamola per fatta.
De Marco (che ora vedo molto vicino al sen. Pera e a Magdi Allam) e Lerner sono entrambi unilaterali.Ecco il mio intervento sul blog di Gad Lerner:
Caro Gad Lerner, ritengo che si debbano emanare norme valide per tutti, non discriniatorie, senza negare i problemi reali (come osservava giustamente Cacciari). Se è prioritaria l’esigenza della sicurezza, si prendano le impronte a tutti gli italiani, non solo ai nomadi, e si lasci da parte l’ossessione della privacy (e delle intercettazioni, videocamere ecc.). Personalmente non ho obiezioni. Se invece si sbandiera la privacy, allora deve valere per tutti, nomadi ed extracomunitari compresi, non solo per Berlusconi ed i suoi amici.
Quanto ai nomadi, credo che si debba affrontare un problema di base: in genere essi rifiutano ogi lavoro stabile, per cui non rierscono a mantenere in modo legale le loro famiglie, e si dedicano al furto ed alla mendicità (che, sia chiaro, non è “un lavoro”, come sentii dire da un prete tanto generoso quanto ingenuo).Bisognerebbe indirizzarli verso lavori di tipo artigianale, con un sostegno iniziale, che non può durare per sempre: devono imparare a mantenersi come tutti (altrimenti che dirà chi lavora in un call-center per 700-800 euro al mese?). Una cosa non può comunque essere tollerata: che qualcuno costringa i propri figli a mendicare o a rubare anziché andare a a scuola. In questi casi lo Stato dovrebbe togliere loro la potestà genitoriale.
Trovo comunque inaccettabile l’attacco di Magdi Allam (che si dice “censurato” dal Corriere) a “Famiglia cristiana”, alla Fondazione Migrantes, alla comunità di sant’Egidio, a vari prelati ed organizzazioni cattoliche. Chi crede di essere? Da un neoconvertirto mi aspetterei, come minimo, più umiltà e più rispetto per gli altri, anche nel dissenso.San Paolo, neoconvertito rispetto ai Dodici, definiva se stesso “un aborto”, l’ultimo degli apostoli… E invece, quanta presunzione in Magdi! Dovrebbe ricordarsi di essere anche lui un extracomunitario…
Ecco il link al sito di Magdi Allam dove potete trovare le affermazioni presuntupose da me criticate:
http://www.magdiallam.it/node/5749
De Marco, Allam, Lerner. Chi apprezzare?
Dipende dagli argomenti.
Sulla questione “rom” non ho dubbi. La “perla” logica di De Marco resta illogica. Se non lo si avverte, non c’è da fare altro che allargare le braccia o almeno invitare a rifare le medie (materia: storia).
Sulle osservazioni di Savigni mi pare che si possa dire così: se discutiamo di un provvedimento specifico occorre discutere di quello. Esempio: se prendo delle pillole per dimagrire e un medico mi dice che sono inefficaci, non significa che stia negando il problema dell’obesità. In ogni caso, nessun timore: i sondaggi premiano, siamo vicini a percentuali bulgare.
In difesa di Allam.
“E invece, quanta presunzione in Magdi! Dovrebbe ricordarsi di essere anche lui un extracomunitario…”.
Non sono d’accordo.
Una pessima battuta che si sperava di non vedere in giro.
Sono extracomunitari anche gli statunitensi, i giapponesi, i sudamericani, gli asiatici e tutti quelli che non fanno parte dell’UE, né più né meno.
Non sarà che forse noi ci siamo raffreddati, intiepiditi al punto da non capire più l’ardore che prova o dovrebbe avere un cristiano che ha scoperto la bellezza e la sublimità della nostra fede e l’urgenza di difenderla e comunicarla?
Non sarà che chi è appena entrato nella stanza della nostra Fede è in grado di sentire subito l’aria viziata di tutti quelli che da sempre ci respirano? Poi appena apre la finestra gli si dice che è appena entrato e di stare al suo posto, che ad aprire la finestra semmai ci pensa qualcun’altro.
Ma l’aria è anche sua, e se non vuole asfissiare, è un suo diritto aprire quelle finestre.
Che irresistibile abitudine abbiamo a politicizzare sempre le opinioni altrui senza badare alla verità della sostanza, ma se è più vicino a questo o quello. Senza omologare o etichettare il pensiero nostro ed altrui, ci sentiamo persi.
La mia non è una difesa di Cristiano a spada tratta, si può oviamente dissentire dalle sue espressioni, ma dirgli di stare zitto è inaccettabile. E’ da primi della classe.
Inoltre Allam non è un neo-convertito, egli stesso ha affermato di aver compiuto un lungo cammino prima di approdare al Battesimo. Non era già cristiano “in pectore” anche prima?
Sì vabbé, Targum, però dovresti sforzarti di indicare qual è l’errore logico contenuto nella frase citata di De Marco.
Quanto a Lerner, lo trovavo accettabile solo se corretto con abbondanti dosi di Giuliano Ferrara. Da solo, fa pena.
http://www.troviamoibambini.it/index.php/comunicato-stampa-si-al-censimento-dei-bambini-rom/
Davidino, non pretendo di essere il primo della classe. Ma a me non è piaciuto il tono arrogante con cui Magdi Allam giudica vescovi e movimenti cristiani che la pensano diversamente da lui. Può dire il suo parere senza insultare gli altri.
Quello che assolutamente non mi piace è l’immediata politicizzazione di un dibattito interno alla Chiesa. Dovremmo, come cristiani, essere capaci di discutere tra di noi con franchezza e rispetto reciproco, stando ben attenti a non farci strumentalizzare da chi ha tutto l’i nteresse a farlo per i suoi fini.Altrimenti alla fine chi legge stabilirtà l’equazione: Magister e CL (che usano De Mareco e Magdi Allam)_ governo Berlusconi; “Famiglia cristiana” e Sant’Egidio= PD. E’ questo che vogliamo? Io non lo auspico.
Scusami per il “primo della classe”, non intendevo offenderti.
Non capisco però quali sarebbero i “propri fini” di Allam, io personalmente gli credo, non penso ci siano dietrologie da parte sua.
Inoltre, a differenza nostra che non rischiamo un bel niente, lui ogni giorno rischia la sua vita, vive come un condannato a morte, e questo a causa della fede che ha sposato.
Questo personalmente mi fa riflettere moltissimo e aumenta grandemente la sua credibilità di testimone e di voce che grida dai tetti.
Salutoni.
2008-07-06 09:14
Gb respinge 11 mila da Zimbabwe
Avevano chiesto asilo, scrive l’ Observer
(ANSA) – ROMA, 6 LUG – Il ministero dell’interno britannico ha respinto la richiesta di asilo di 11 mila persone e li ha intimato di rientrare nello Zimbabwe.Lo denuncia il settimanale Observer. Alcuni di loro affermano di avere subito torture e di rischiare la vita se tornano in patria. E’ da maggio, scrive l’Observer, che ai richiedenti asilo vengono recapitate lettere in cui si annuncia che ogni assistenza prestata loro verra’ a cessare e che devono al piu’ presto lasciare la Gran Bretagna.
Mi è sembrato molto equilibrato l’editoriale di Carlo Cardia su “Avvenire” del 5 luglio.
@ DAVIDINO
A DAVIDINO vorrei dire tante cose, visto il suo messaggio così denso. Ma non essendo sicuro che le legga, perché è passato ormai tanto tempo mi limito a qualche accenno.
A me sembra di capire che DAVIDINO non abbia chiara la misura proposta oppure ha proprio le idee confuse su tutto. Che la misura di prendere le impronte ai minori zingari sia prassi comune in tanti paesi (?!) lo afferma DAVIDINO e basta, ma questo gli è sufficiente a partire per una invettiva contro i diritti degli individui e per arrivare a conclusioni fenomenali.
DAVIDINO – dopo dotte considerazioni sui diritti degli individui (?!) – si profonde in luoghi comuni il cui fondamento non può essere altro che l’ignoranza (nel senso etimologico). DAVIDINO, infatti, ignora che – negli esempi che porta – ci sono alcune differenze con il caso zingari al nostro esame. Cosa direbbe DAVIDINO se la maestra prendesse a ceffoni tutti, indiscriminatamente? Forse direbbe che c’è qualche problema e – come genitore – dopo aver pensato ai benefici per la salute dei figli, denuncerebbe l’accaduto. Cosa direbbe DAVIDINO se la maestra desse un ceffone a suo figlio Daviduccio che ha commesso una marachella? Forse direbbe che ha ragione, (senza chiedersi cosa ne pensa Daviduccio). Cosa direbbe DAVIDINO se la maestra, senza che Daviduccio abbia commesso niente, gli desse dei ceffoni preventivi e cautelari, perché se non è provato che è stato lui, è presumibile perché è tipico di quelli come lui…? Forse, per la nota fede nei benefici effetti dei ceffoni delle maestre, niente. Al secondo, niente; ma al terzo potrebbe cominciare a interrogarsi. E allora si potrebbe domandare: che differenza c’è tra i ceffoni? Solo un osservatore grossolano, incapace di distinguere le situazioni, risponderebbe che tutti i ceffoni sono uguali. Ma io sono certo che DAVIDINO non è grossolano.
A Mattlar.
Cercherò di scrivere lentamente, così forse mi capisci.
Iniziamo da: “A me sembra di capire che DAVIDINO non abbia chiara la misura proposta oppure ha proprio le idee confuse su tutto.”
La mia risposta a Principessa prendeva soltanto spunto da una questione da lei sollevata, (ma che devo aver evidentemente ben compreso), qando lei scrive “Ma perche’[…], in Italia si crea un caso…ecc.”, per affrontare un argomento più generale che lei ha notato in Italia (anch’io a dire il vero… e tu no? Vivi all’estero?).
Mi sembrava chiaro (ma non a te) che mi riferivo ad un livello di discussione più alto rispetto al particolare delle impronte ai Rom, che Principessa aveva citato come esempio corrente, per riflettere su un atteggiamento generale che nel suddetto caso produceva gli stessi esiti di ribellione nella risposta del “popolo italiano” (forse meglio dire “di una parte” del popolo italiano) ad un provvedimento teso a portare ordine, sentimento di ribellione poi osservato in altre situazioni (fartene l’elenco non mi sembra il caso, dovresti essere in grado di rintracciarle nelle varie situazioni di cronaca del Belpaese, altrimenti ti aiuto io).
Ma per fortuna mia, evidentemente, Principessa ha compreso quello che volevo dirle.
“Che la misura di prendere le impronte ai minori zingari sia prassi comune in tanti paesi (?!) lo afferma DAVIDINO e basta…”
Questo invece l’hai capito tu, o te lo sei sognato (ho già spiegato sopra l’intenzione del mio intervento).
“Cosa direbbe DAVIDINO se la maestra prendesse a ceffoni tutti, indiscriminatamente?”
L’esempio del ceffone era riferito al ceffone meritato, probabilmente (no?), non ad indiscriminate punizioni fisiche elargite ingiustificatamente a tutti gli alunni da docenti sadici e malvagi.
Ho visto mamme che hanno difeso a spada tratta sempre e comunque l’operato dei loro figli vandali, bulli ed animati da spirito di impunibilità, dopo che questi erano stati redarguiti alla vecchia maniera. Per la filosofia de “i figli non si toccano”. Ma evidentemente tu hai frequentato o frequenti una scuola di ceffoni ingiusti ed indiscriminati per tutti.
A mio figlio Daviduccio che ha commesso una marachella, se non trovo segni di accanimento selvaggio da parte delle maestre, dico che gli sta bene, così come faceva mio padre Davidone con me quando io ne combinavo una e la mia maestra mi mollava una sberla. Non era abitudine ancora affermatasi quella di correre dai carabinieri a denunciare la violenza sul minore. Semmai prendevo il resto dalle sue mani, questo si. E personalmente mi ha insegnato il senso del rispetto e dell’obbedienza, perché sapevo quando erano meritate (i ragazzini mica sono stupidi, eh?).
“Forse, per la nota fede nei benefici effetti dei ceffoni delle maestre…”
Mi sa che ho risvegliato qualche trauma, e me ne dispiace.
“Solo un osservatore grossolano, incapace di distinguere le situazioni, risponderebbe che tutti i ceffoni sono uguali.”
Il mio esempio era facilmente rinvenibile nella realtà di ognuno di noi, o quasi.
E tu hai completamente disgiunto l’esempio dei ceffoni dal contesto in cui l’avevo posto, cioè in riferimento ai genitori, con molti di essi che sono protagonisti nell’accrescere il senso di impunibilità di cui molti ragazzini nelle scuole si sentono ricoperti, fino a giungere ai non più rari casi di docenti malmenati dagli alunni. In questo caso forse però ci penseranno i genitori dei docenti a denunciare gli alunni (che avranno però a loro volta i propri genitori pronti a difenderli, ecc. ecc. ecc.)?
Beh, che dire, solo un lettore grossolano, incapace di distinguere le situazioni, risponderebbe che tutti i ceffoni sono uguali…
Ma io sono certo che tu non sia grossolano… nevvèro?
Caro Mattlar,
ma tu sei davvero convinto che prendere le impronte digitali sia un fatto così terribilmente offensivo, umiliante, invasivo, doloroso, traumatico?
Davvero?
Fino al punto che preferisci che i piccoli di etnia rom restino non identificati, anonimi, nascosti, sconosciuti a chi dovrebbe avere l’obbligo di proteggerli, istruirli, curarli, dare loro – non sulla carta ma in concreto – lo status di cittadini, o comunque di esseri umani?
Non è importante che tu risponda a me. Guardati allo specchio, nel fondo degli occhi, mentre pensi a quei bimbi disgraziati, indifesi, violentati, sfruttati e martoriati. Nel più assoluto segreto. Ecco: poi vedi se riesci ad andare a dormire sereno.
L’alternativa alle impronte digitali di questi signori che si scandalizzano qual’è? Nessuna.
Hanno forse deciso che è meglio non prendere le impronte, ma stilare dei documenti che identificano questi bambini (ma anche gli adulti, e ce ne sarebbe bisogno)? No.
Stanno lì, a stracciarsi le vesti, ipocritamente, mentre i bambini vengono rimandati a procacciare elemosine ai semafori… Bel modo di difendere i deboli e gli oppressi. Ma i bambini Rom di questo che ne pensano?
Sono così contenti di tornarsene a farsi schiavizzare dai loro genitori? O non vorrebbero giocare come tutti gli altri bambini normali?
Vorrei dire a Mattlar che tutte le ingiurie che ha ricevute le condivido volentieri. Mi trovo perfettamente descritto dagli ultimi interventi. Confesso che spesso faccio fatica ad andare a letto e dormire sereno. Ma per questi argomenti e per questi esempi di interlocuzione cristiana dormo tra quattro guanciali.
Caro Davidino,
non condivido affatto la filosofia de “i figli non si toccano”. Ma quella dei figli si toccano in relazione a quello che hanno fatto e proporzionatamente a quello che hanno fatto sì.
Però, mi fa piacere che condividiamo l’idea che non tutti i ceffoni sono uguali: ci possono essere ceffoni giusti e ceffoni sbagliati. Ma tutti hanno bisogno di essere motivati e, in questo modo, conoscibili e controllabili. Il controllo delle persone o la punizione devono essere legati a dei fatti commessi, piuttosto che a dei pregiudizi, ancorché mascherati – come dice il buon Sumponctura – da benevolenza nei loro confronti e da desiderio di amorevole protezione. A questo proposito, non per disilludere le pie e legittime aspettative di Sumponctura, ricordo che il ministro degli interni non svolge funzioni educative, ma presiede alle funzioni di ordine pubblico (leggi: polizia); che i prefetti non sono delle balie e la qualità prima dei poliziotti armati non è la delicatezza.
Per il resto, non capisco perché dovrei avere traumi nella mia vita scolastica ma – da quello che dici – sei forse tu un non più raro caso (?!) di docente malmenato (addirittura!!!)? Non puoi sapere se io abbia mai aiutato dei rom e quale sia il mio impegno nei loro confronti, che mi fa tornare a casa la sera e dormire sonni ben tranquilli.
Prendere le impronte non è umiliante, offensivo, umiliante, invasivo, doloroso, traumatico! Non l’ho detto. Ciò che contesto e contesterò fino in fondo è che – in questo caso – non è giustificato né motivato da un fatto, ma solo da un pregiudizio.
Vorrei dire a targum che non ho capito quello che dice, specialmente nella parte dei quattro guanciali.
Ma, caro Targum, veramente pensi che andresti a letto più sereno e riusciresti a dormire una volta che sapessi che finalmente la polizia si occupa di schedare i bambini rom? Veramente pensi che la soluzione sia la polizia?
Penso esattamente il contrario. Volevo dire che le argomentazioni portate a favore delle impronte, tacciando di ipocrisia chi pensa il contrario, sono risibili.
Buona risata e sogni d’oro, Targum.
Mattlar, mi fa piacere che i toni siano tornati più decorosi. Torno a ripetere che quello dei ceffoni è solo un esempio indicativo, un termometro del grado di inviolabilità delle proprie prerogative individuali, del proprio preteso livello di autogestione dei rapporti sociali, senza più alcuna fiducia nelle istituzioni educative e nella società. Il discorso era ben più ampio, per quanto in estrema sintesi, e l’esempio sui ceffoni non era necessario estrapolarlo e farne argomento unico di discussione. A me non interessava certo questo, e sono sicuro neanche a Principessa.
Quanto alla risibilità degli argomenti di coloro che ti hanno “ingiuriato”, vorrei intanto ricordare a chi le faceva notare che tu caro Mattlar hai aperto le danze, insultando per primo semmai. A me non sembra invece di averti apostrofato con alcun epiteto.
E poi credo che per dormire tra quattro guanciali senza proporre un bel niente, si possa fare solo dietro abbondanti dosi di sedativi. Certo è un livello di testimonianza cristiana che è un bel dire.
E invito nuovamente a leggere l’articolo di De Marco sul blog di Sandro Magister:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/07/02/impronte-ai-rom-de-marco-difende-i-ministri-cattolici-e-castiga-famiglia-cristiana/
Caro DAVIDINO,
mi compiaccio anche io dei toni. La questione della denuncia facile è senz’altro deplorevole, così come gli eccessi intorno alla privacy di cui forse anche parlavi. Ma tutto ciò – torno a ripetere – non ha nulla di comparabile con la questione delle impronte. Come ho cercato di trasmettere con toni coloriti, perché fosse chiaro, non si tratta dello stesso problema. Proprio adottando il tuo punto di vista, se tuo figlio Daviduccio fosse punito (o messo in osservazione speciale) dal maestro in quanto discolo mi sembra di capire che saresti portato a condividere la misura e non accuseresti il professore. Ma se tuo figlio Daviduccio fosse punito (o v. sopra) in quanto figlio di Davidino, nipote di Davidone che appartengono alla nota famiglia Rom, cosa diresti???? A me sembra che si debba distinguere tra ceffone e ceffone: e assimilare le due situazioni sopra rappresentate continua ad apparirmi operazione assai grossolana. Non so se riesco a farti cogliere la differenza, forse non riesco a spiegarmi bene, ma a me sembrano due cose diverse. La questione delle impronte ai rom non è criticabile perché le impronte sono invasive, ma perché sono discriminatorie e si rivolgono a un gruppo sociale, solo basandosi sul pregiudizio.
Altro discorso è quello delle proposte alternative. Anche qui userò un esempio: tu vedi tuo padre Davidone che picchia con virulenza tuo figlio Davidino di pochi anni, perché quest’ultimo strilla la notte (abitudine certamente asociale). Mi auguro che tu voglia dire a Davidone che forse non è il caso di picchiare a sangue Davidino per questo. Ma da questo si può mai sostenere che tu approvi il disturbo della quiete pubblica notturna???
Vivaddio, Mattlar, forse stavolta riusciamo a capirci. Se Davidone picchia a sangue Davidino perché strilla di notte, o lo costringe a rubare negli appartamenti terrorizzandolo con violenze fisiche anche sessuali, o non prende nemmeno in considerazione il diritto del nipotino ad andare a scuola, o ad essere vaccinato, i casi sono due:
– o i Davidi sono persone qualunque, e allora i vicini di casa, gli assistenti sociali del Comune, l’anagrafe e altri ancora hanno la possibilità d’intervenire, di dare una lezione solenne a Davidone e garantire a Davidino i diritti elementari di una persona umana;
– o i Davidi sono rom, e allora vivono fra loro, nessun vicino di casa si muoverà, i servizi sociali del Comune e l’anagrafe non sono nemmeno informati dell’esistenza in vita di Davidino, perché i Davidi rifiutano ogni tipo di controllo e d’identificazione da parte dello Stato.
Mattlar, stiamo semplificando, e con qualche rozzezza: non sto dicendo che tutti i rom, in quanto tali, sono delinquenti e violentano i bambini: sto dicendo che qualcuno di loro POTREBBE farlo a man salva, perché lo Stato non è in grado di impedirglielo o almeno di salvaguardare i diritti dei minori.
Ecco perché non mi scandalizza affatto il tentativo, un po’ maldestro, di Maroni; evitare discriminazioni estendendo a tutti il sistema delle impronte o altro equivalente mi sembra peraltro un buon compromesso, ma bisogna crederci nei compromessi, non approfittare dell’occasione per fare un po’ di propaganda antigovernativa a spese degli ultimi fra gli ultimi. Non ho niente contro i rom: voglio solo, per esigenze di sicurezza elementare e soprattutto per proteggere i minori, che tutti quelli che soggiornano in Italia siano riconoscibili: tutti, rom compresi.
Mah. Pur nella rozzezza semplificante che premetti avrei molte osservazioni, tanto nelle premesse quanto nelle conclusioni. Ti riporto solamente due considerazioni:
a) Se non capisco male, distingui tra persone qualunque e persone rom, attribuendo a questi ultimi la responsabilità di rifiutare ogni identificazione: sulla base di questa responsabilità ritieni legittimo applicare la misura. In sostanza, nella premessa affermi che la misura preventiva è giustificata in quanto i rom “rifiutano qualunque tipo di controllo”. In tal modo, tu credi di affermare che la responsabilità si trovi nel rifiuto del controllo, in realtà la responsabilità è solo quella di essere rom, indipendentemente dal fatto che siano già controllati; che siano disponibili o addirittura ben lieti di essere controllati o che fuggano. Non li punisci perché si sono rifiutati ma perché presumi che si rifiutino. D’altra parte, anche tu candidamente (e probabilmente in buona fede) affermi che l’unica ragione per prendere le impronte è che qualcuno di loro POTREBBE delinquere!!! Questo è un principio fortunatamente primitivo e ben superato!!! Come posso aiutarti a rendertene conto? Forse con un esempio che riguarda la tua persona: prova a spostare questo su altri reati e sulla tua pesona: prendiamo il classico reato di omicidio. Non c’è dubbio che la finalità della punizione per l’omicidio è quella di tutelare le “esigenze di sicurezza elementare”, quindi in sé è molto importante. Ma se qualcuno ti arrestasse (o prendesse le tue impronte) accusandoti di omicidio, non perché tu lo abbia commesso, ma perché presume che per le tue condizioni abituali, per la tua indole, per la tua famiglia, per il modo in cui vivi potresti averlo fatto, che diresti? Non saresti arrestato perché delinqui ma perché POTRESTI delinquere!!! Favoloso no? Hai mai ricevuto un fermo di polizia? Sei mai stato sottoposto a un procedimento penale? Io no, grazie a Dio. E mi auguro che ciò mai accada. Per quello che mi riguarda, posso garantire; ma, forse, se dipendesse solo dalle opinioni degli altri su di me avrei paura!
Ti accorgi che stai affermando delle responsabilità per dei fatti che non sono dimostrati ma presunti dalla tua personale (anche se condivisa da tanti amici tuoi) visione dei fatti, senza alcun suffragamento nella realtà? Dove sono le finalità di tutela degli ultimi tra gli ultimi? Veramente credi che la polizia persegua finalità educative?
b) Potrei anche osservare che nella premessa tu parli di responsabilità dei genitori: “Davidone picchia a sangue Davidino perché strilla di notte, o lo costringe a rubare negli appartamenti terrorizzandolo con violenze fisiche anche sessuali, o non prende nemmeno in considerazione il diritto del nipotino ad andare a scuola, o ad essere vaccinato” e da questo giustifichi la conseguenza che è bene che i piccoli siano schedati. A parte il fatto di cui sopra, che si tratta di una presunzione non suffragata dai fatti concreti (è sui fatti concreti che si punisce, non sulle presunzioni), le tue considerazioni – se non capisco male – affermano che “Davidone picchia ed è responsabile, ergo schediamo Davidino”. Ti rinnovo le mie perplessità che una schedatura compiuta dalla polizia abbia finalità di tutela (o educative) dello schedato, ma comunque anche il sillogismo è sbagliato e corrisponde grosso modo a questo: siccome in città ci sono molti furti e lo stato non riesce a controllarli, allora vietiamo di girare con le borse!!!! Siccome è cresciuto il numero delle violenze sessuali, vietiamo alle donne di girare. Siccome le rapine in villa crescono, è vietato appendere i quadri di valore in casa o addirittura avere le ville. Ti sembra ragionevole?
Queste sono le sviste più grossolane che attribuisco a questa misura e alla tua ostinata posizione: poi, che l’autore sia Maroni, Verdoni, Bianconi o Sumponctura (Davidino è da escludere, perché ormai appartiene alle vittime degli esempi) poco mi interessa. Ti prego di indicarmi dove si trova la propaganda antigovernativa in quello che ho detto…
Bene, Mattlar, proviamo ancora.
Quando mi è stato detto di farmi la carta d’identità non mi son sentito punito da nessuno: fa comodo a me e a tutti che io sia identificabile in ogni momento, di fronte a ogni POSSIBILE accidente, da me EVENTUALMENTE provocato o subìto.
Quando ho iscritto mio figlio all’anagrafe non l’ho discriminato né punito: quando mi è arrivato a casa il promemoria relativo alle sue vaccinazioni ho avuto un moto di gratitudine e non di stizza nei confronti di chi intendeva sovvenire alla mia EVENTUALE, POSSIBILE smemoratezza.
La questione sta tutta in quel verbo: PUNIRE. Mattlar, non è punitivo richiedere che tutti siano rintracciabili nei computer dell’anagrafe e forniti di sicuro documento d’identità: è una garanzia nei confronti di tutti.
Di tutti meno che dei delinquenti abituali; ma non esiste al mondo uno stato, non uno, che possa garantire il diritto alla non-identificazione.
Andiamo al tuo paradosso: “Davidone picchia ed è responsabile, ergo schediamo Davidino”. Ebbene, sì, mille volte sì: Davidone sarà debitamente punito e Davidino sarà salvato dalle violenze SOLO A CONDIZIONE che la schedatura (di tutti!) mi metta in condizione di intervenire: se non sono nemmeno informato dell’esistenza al mondo di Davidino, questi sarà davvero l’ultimo degli ultimi, senza neppure il diritto all’identità personale.
Infine: la schedatura, con le impronte o altro, – che, ripeto, è un diritto-dovere, non una punizione – non è conseguenza di un reato, è un’elementare applicazione del principio di precauzione. I reati vanno puniti non quando sono possibili ma quando sono avvenuti, e con tutte le garanzie dovute. Ma qui non si parla né di reati, né di punizioni. Quella che tu chiami schedatura NON PUNISCE un bel nulla; rende più difficile un’eventuale (e, stando ai fatti, possibile) violenza nei confronti dei minori non identificati, rom o non rom.
Caro Mattlar,
1) Sump ha compreso bene la questione che ponevo, e questo mi toglie dubbi sulla possibilità, scrivendo ciò che ho scritto, di essere frainteso fin al punto cui sei arrivato tu.
2) Tu scrivi: “La questione delle impronte ai rom non è criticabile perché le impronte sono invasive, ma perché sono discriminatorie e si rivolgono a un gruppo sociale, solo basandosi sul pregiudizio.”
Non mi risulta. Maroni ha affermato chiaramente che le motivazioni della proposta volgono a difesa proprio dei bambini Rom, che non sono da lui discriminati di principio, mentre sono dalla società discriminati di fatto. La proposta sarà insolita ai nostri orecchi di gente perbene (e talvolta ipocrita), ma è almeno un inizio concreto. Mi sembra invece che i pregiudizi, verso Maroni, li abbia avuti tu e chi la pensa alla tua maniera. Finora sembra l’unico modo per dare un’identità a questa gente. Vengano avanti proposte alternativa allora.
Qual’è il tuo problema? Non le impronte solo ai Rom? Allora le si prendano a tutti, ed io sarò in fila davanti al tamponcino inchiostrato!
Caro Davidino,
1) non ti ho frainteso, ma penso che sia importante – anche per te – osservare e valutare per bene tutti gli effetti, nessuno eslcuso, delle scelte che si fanno. E in questo caso io cerco di dimostrarti che la scelta che tu appoggi non è giustificata: questo è il modesto scopo delle mie osservazioni. D’altra parte, comprendo che per valutare la correttezza della propria idea è più gradevole il plauso di chi la pensa (forse, in modo pregiudiziale) come te: ma questo non toglie il pregiudizio, che ti contesto, anzi lo rafforza;
2) continuo a voler ribadire che il Ministro degli interni non è preposto alla tutela e all’educazione dei minori. Forse non è chiaro che ogni potere ha un suo compito precipuo: d’altra parte, come ho cercato di dimostrare in altro loco, i poliziotti (che esprimono il braccio operativo del ministero stesso) sono dotati non di biberon ma di armi… Questo comporta che se anche Maroni avesse detto che la schedatura è volta allo scopo di dare delle cd provvidenze per la promozione dell’imprenditorialità tzigana ci sarebbe da stupirsi e da obiettare!!! E, in fondo, potrebbe mai il ministro degli interni (chiunque esso sia, benedetto e santo) affermare che schediamo gli zingari per ragioni punitive? In questo senso, tuttavia alcune misure correttive proposte quali l’affidamento delle liste alla croce rossa o la previa autorizzazione della magistratura si avvicinano in qualche modo a funzioni di garanzia indispensabili.
Ti ricordo infine che, per dimostrare la bontà delle mie argomentazioni, non spetta a me fornire proposte alternative per dimostrare che questa misura è del tutto sbagliata.
Mi basta condividere quello che dice SUMPONCTURA quando mi elenca opportunamente l’esistenza di misure e strumenti per ricordare a lui e a tutti termini e modalità di vaccinazioni, documentazione di identità etc. In tal senso, evidentemente già esistono strumenti validi e uguali per tutti. Forse, si può pensare che non sono presenti o adeguati o efficaci gli strumenti per ovviare alla mancata condiscendenza all’identificazione o al rifiuto della stessa. Di queste, in condizioni di uguaglianza, si può lavorare. Così come, in ragione della disuguaglianza sociale di fatto, si può pensare che una maggiore attenzione sociale può essere concentrata, con diversi mezzi, sui campi nomadi.
@ Sumponctura e Davidino
In ogni caso, propongo di avviarci alla conclusione: mi sembra che ciascuno abbia espresso quello che pensava con sufficiente compiutezza. Fermo restando che leggerò le vostre eventuali repliche, non tornerò sull’argomento non solo per il motivo anzidetto, ma anche perché – siccome mi trovo in vacanza e torno a casa soltanto per sporadici interventi – non sarei in grado di seguitare la discussione. Ritengo giusto concludere la mia parte, affermando che non metto in discussione la vostra buona fede e le vostre buone intenzioni nel difendere la vostra posizione. Le colorazioni fanno parte del gioco e della parte che ciascuno di noi ha voluto assumere…
Mattlar, prendo atto di ciò che dici, e pur volendolo fare, non replico (perché ce ne sarebbe…) se non puoi rispondere a breve.
Solo ti ricordo che il Ministero dell’Interno è preposto alla sicurezza interna, quindi quella di tutti.
Buone vacanze.