“L’amore che ha fatto dei figli è incancellabile”: l’ha detto don Luigi Verzè a Gian Guido Vecchi in un’intervista pubblicata dal “Corriere della Sera” il 7 maggio. Ho lasciato passare dei giorni per servirlo freddo, com’era giusto. L’autore è chiacchierato e l’occasione era quello che era: un invito a Veronica perchè perdoni a Silvio. Ma il motto è bello. Fate conto che sia mio.
L’amore che ha fatto dei figli
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come cantava Venditti: “Che non c’è sesso senza amoreeeeeeee, è dura legge nel tuo cuoreeeee”….
Bellissima la frase di don Verzè, mi piace perchè rimanda alla forza misteriosa, a quella che esiste a prescindere da noi, dalla nostra debolezza.
Se i figli sono fatti con amore, ha ragione don Verzè.
Le perle possono essere trovate ovunque e, nel loro delicato brillare, sono sempre riflesso di Dio. La frase è bella e vera, immagine dell’irrevocabilità della fedeltà di Dio da cui sia il matrimonio sia la genitorialità traggono forza, con l’impegno umano che è però sempre necessario.
Credo che solo Luigi, con il suo occhio attento ai dettagli (anche a quelli su graffiti e murales) avrebbe saputo isolarla in quel contesto affannato e carico di passioni.
quando darei perchè fosse vero!
purtroppo nella mia quotidiana esperienza di pediatra che ha a che fare sempre più spesso con bambini i cui genitori sono separati e divorziati, l’amore spesso si tramuta in odio, astio ,rancore e a soffrirne sono proprio i figli…
sballottati e divisi, confusi e infelici, fra la mamma che parla male di papà e il papà che parla male della mamma…che pena!
discepolo, sei pediatra????
d’ora in poi sarò sempre d’accordo con te 😀
In una coppia,
la capacità di superare gli ostacoli dovuti ai limiti personali o del patner, la capacità di perdonare, quando l’amore continua a condire la vita e non si vuole spegnere il lumicino fumigante…
Certo, se si parla di normale umanità….
Ma se entriamo nel mondo di “Beautiful”,
tutto è diverso,
tutto è attraversato da ipocrisia, infingimenti, apparenza, dove solo il denaro fa la differenza di potere anche in un rapporto di coppia,
e lì non c’è perdono che tenga,
è semplicemente una questione di prezzo.
A quel livello, tutto ha un prezzo,
er piccoletto, ha sempre cercato il prezzo delle cose e delle persone…
per ora si ritrova con la …forma della sua scarpa….
Della serie… anche i ricchi piangono….
lasicamoli piangere,
loro che hanno goduto della vita,
loro che dalla vita hanno avuto e comprato tutto,
a loro l’icona del ricco Epulone si adatta bene.
Al piccoletto,
non serve la mia com-passione,
gli bastano i suoi soldi, i suoi accoliti, i suoi corifei, la sua corte dei miracoli, nani..fannulloni e professori(?)…, ballerine, avvocati, giornalisti, ……..
L’affermazione di don Luigi Verzè è bella,ma nella realtà dei fatti risulta pura utopia.I figli infatti il più delle volte si fanno sotto la spinta di impulsi che niente hanno a che fare con l’amore,è inutile negarlo.
L’amore vero,al di là della attrazione iniziale, si basa sulla tenerezza,sul rispetto reciproco,sulla devozione,sulla stima,tutte cose che non sempre sussistono nella unione di due coniugi,e proprio per questo spesso,nonostante la presenza dei figli,l’amore viene cancellato irrimediabilmente.E proprio i figli ne piangono le conseguenze.
Ma perché Matteo ce l’ha tanto con Rascel?
A tonizzo, discepolo, marilisa. “Incancellabile” io l’intendo che non lo puoi depennare, tagliare, togliere, abradere, raschiare, abolire, abrogare, annullare, cassare, sbianchettare, nascondere, negare, dimenticare. Non che non lo puoi contraddire e abbandonare. Difendo il motto perchè l’ho fatto mio.
Un essere umano non si cancella mai, esiste e vive. In qualsiasi situazione sia stato concepito, per qualsiasi motivo (e posso garantire che prima dell’impulso ci potrebbe anche l’intenzione di concepire … non sempre è un “caso”) è un uomo che viene al mondo, è un figlio che rimane …
Esiste il brutto ed esiste il bello, ma dobbiamo essere in grado di guardare sia all’uno che all’altro e non dare per “assoluto” o l’uno o l’altro, ma – di fatto – quello che conta è che un uomo è stato generato ed un uomo è venuto alla luce e di questo ce ne dobbiamo curare, dobbiamo custodire.
I figli interrogano ed interrogano profondamente … sulla qualità dell’amore: se è per sé stessi o se è semplicemente amore.
E questo un pediatra lo sa, lo sa molto bene … vero @discepolo?
il detto indicato da Luigi è bello e mi fa venire in mente persone a cui farebbe bene ascoltarlo… persone che dicono di essere pentiti del loro matrimonio, figli generati compresi.
Non credo che tali affermazioni siano vere fino in fondo, ma un pò alla volta chi arriva ad odiare la propria storia si convince anche di questo, offuscando quanto di buono, anche se minimo, c’è stato.
“incancellabile” poi mi fa venire in mente “non possedibile”, in quanto l’amore che porta frutto ci trascende, pur nascendo in noi in realtà ha una origine più lontana, superiore, divina. Per questo darei anche l’aggettivo di “santo”, ma non per l’intenzione nostra, che siamo “autori secondi”, ma per la mano dell’Autore primo che ha un progetto su quelle vite (in qualsiasi modo siano venute al mondo) di cui siamo custodi, ma mai possessori.
Ricordo ancora come un trauma l’uscita infelice di un prof di matematica (che tra l’altro stimavo e stimo molto) in dialetto. Avevo circa 16 anni.
“I fioi xe na ciavada”.
Al che io che non credevo a ciò che avevo sentito, chiedo :
” Scusi intende dire fregatura o che altro ? ” E lui pacifico e sornione
ancora ” i xe na ciavada”. Ci sono rimasto malissimo.
Per cui sono doppiamente felice di sentire questo motto.
Ogni esperienza lascia un segno che non puoi cancellare, in particolar modo l’esperienza d’amore, anche quando questo finisce, ancora di più se puoi continuare a toccarla attraverso la carne di tuo figlio.
Un applauso personale a @Leopoldo … ma anche gli altri non scherzano un tubo!!!
e’ vero plpl8
per molti i figlioli “sono una chiavata”
bisogna guardare in faccia una realtà
una realtà poco edificante…
per chi ogni giorno si confronta con queste realtà è dura..per questo anche sono un “utopistico” assertore del matrimonio cristiano indissolubile..perchè sono un testimone dei danni, irreparabili, che si fanno a un essere umano, un bambino, proprio nell’età più sensibile, quando i genitori divorziano..
io cerco sempre di dire non divorziate almeno finchè il bambino ha due, tre anni, i danni che potete fargli sono irreparabili.. ma è come parlare al vento..
il bambino è venuto fuori da una “ciavada”.. nulla di più…
con tutto il rispetto a te discepolo,
non divorziate,
finchè il bambino ha 2/3 anni,
al limite se non vanno troppo d’accordo si possono continuare a prendere a pugni, coltellate,
tanto il bimbo non respira affatto eventuali climi di violenza in un matrimonio,
meglio, una sana violenza tra coniugi, che non lasciano turbe psichiche in un bimbo,
che un tragico divorzio,
in cui due coniugi si dividono,
cercando nei limiti del possibile di limitare i danni a se stessi e al bimbo?
Qualcuno oggi mi ricordava che l’omicidio del coniuge è meglio del divorzio,
permette di pentirsi,
di risposarsi in chiesa,
di accostarsi ai sacramenti (previo pentimento, s’intende),
diversamente il divorzio,
non permette mai più di risposarsi in chiesa,
e di accostarsi ai sacramenti.
Logica conseguenza di “valori non negoziabili”, “valori cristiani”.
Eticamente corretto……… come “Avvenire” o “Onda Nuova”….
Io penso che i legami principali , tra cui quello del matrimonio [ma anche nell’amicizia quando è vera e profonda tra due persone] ci appartengono così intimamente che quando certe preroragative di fedeltà, amabilità, sincerità vengono disilluse e tradite, viene tradita la nostra stessa fiducia nel mondo e anche in noi stessi. Credo che ogni legame affettivo rappresenti -per chi lo vive in modo autentico ovviamente, e vi investe la vita- un pezzo di cielo, un desiderio di eternità di sicurezza tale in virtù del quale si superano i limiti, le contingenze e tutte quelle difficoltà che la vita ,spietatamente e crudelmente ,a volte ci riserva. Il legame affettivo di matrimonio o d’amicizia nasce sempre da un bisogno di trascendenza, ed è proprio in questo bisogno che si nasconde anche la tragedia dell’amore, poiché è un desiderio che si ancora sul terreno sdruccevole e mutevole dei sentimenti e degli accadimenti della vita. Perciò il tradimento rappresenta in modo esemplare il massimo della delusione: la perdita totale della nostra identità con i suoi valori e tutto il suo “sentire”. Allora si scava, per trovare in quegli eventi un “motivo” onde capire dove abbiamo sbagliato e perché ci hanno condotto dove siamo. Una solitudine immensa un senso d’abbandono che non lascia scampo talvolta.
Perdonare in questo contesto non è facile per niente, ma è l’unica via per non soffrire di più e peggio. Meglio la pace interiore che macearsi nell’odio che ammorba! Il tradimento è un mangiare spine, è vero, è un amaro calice che va bevuto in fretta perché non avvelenare troppo lentamente. Ma digerito il quale si può passare alla fase successiva, frutto di preghiera di ascesi e di un grande lavoro su se stessi. Solo così si può riuscire a perdonare, ricucire lo strappo, e continuare a vivere: sarà compagna di viaggio la solitudine, compagnia amata, cercata, non subìta.
Matteo ha ragione: così come stanno le cose c’è da riflettere…
moralista
sì sono un pediatra, il mestiere più bello del mondo che non cambierei con nessun altro..
quello che si impara dai bambini ogni giorno è inestimabile…i bambini sono meravigliosi ,..vedere un neonato, grinzoso, quasi cieco, trasformarsi in paffuto e ridente lattante di 8- 9 mesi e poi in un infante di due o tre anni, pieno di vita, felice di scoprire il mondo, e poi in un bambino di cinque o sei anni, misterioso e fantastico, pieno di fantasie, di fiabe, di paure e di gioie, e poi in una ragazzino di dieci anni, piccolo adulto, riflessivo, savio, giudicante gli aldulti con occhio limpido… vedere, seguire tutto questo è una grande , grandissima esperienza , che ogni volta mi lascia stupito e incredulo, grato a Dio per il mistero della vita…
noi adulti abbiamo molta responsabilità verso questi piccoli..
matteo. quello che dici può essere vero, i litigi sono tremendi , ma credimi
per i bambini i divorzi sono tremendi lo stesso…
Ci sono donne che per motivi contingenti sono costrette a crescere da sole i propri figli, cosa frequente fin da tempi remoti – le mogli di quei soldati di istanza in territori di guerra, o quelle dei giornalisti i quali, costretti a girare il mondo rientrano a casa una volta alla settimana quando è di grasso, o degli autotrasportatori di linea ad esempio: non ci sono quasi mai – I motivi per cui i figli sono cresciuti da un solo genitore possono essere molteplici al di la di una causa di divorzio. Ci sono donne che decidono di stare sole per scelta ma questo non inficia lo sviluppo armonico dei ragazzi. l’importante è che siano seguiti anche da un solo genitore ma bene! che vengano loro impartiti quei valori necessari , con il buon esempio giorno dopo giorno a prezzo della propria stessa vita talvolta, ed è dura, perché è difficile non amare la propria vita. Ma chi l’ama la propria vita, la perde, prima o poi la perde: è una legge!
Angustiare i figli con litigi, dare loro un cattivo ricordo in futuro, amareggiarli, scandalizzarli è uno di quei peccati che presto o tardi ci verrà presentato il conto: “chiunque scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata intorno una pietra da mulino e che fosse gettato nel mare”, e lo credo fermamente…
Scusate, ma ho appena saputo che è morto un ragazzo di 19 anni della mia parrocchia.
… e non aggiungo altro se non un “rivolgete un pensiero di consolazione a questi poveri genitori il cui mondo è finito in pochi istanti”.
Grazie
una volta uno che si definiva poeta ha composto una poesia, intitolata
BALLATA DELL’AMANTE E DELL’AMATO
Con la Lupa
o presso Maga Circe.
Con o senza luce elettrica.
Sull’Isola sotto una torre
al buio davanti al mare
o nella città del Giglio.
Persino appeso alla corda
anche il mio ultimo respiro
continuerebbe
ad essere per te.
«Qualcuno oggi mi ricordava che l’omicidio del coniuge è meglio del divorzio,
permette di pentirsi,
di risposarsi in chiesa,
di accostarsi ai sacramenti (previo pentimento, s’intende),
diversamente il divorzio,
non permette mai più di risposarsi in chiesa,
e di accostarsi ai sacramenti.
Logica conseguenza di “valori non negoziabili”, “valori cristiani”.
Eticamente corretto……… come “Avvenire” o “Onda Nuova”….»
Matteo si muove in un mondo di caricature … forse è anche lui un cartone animato.
” bontà e amore mi perseguitano
per tutti i giorni della mia vita
e abiterò nella casa di JHWH
per la lunghezza dei giorni (Sal 23,6).
Che l’amore possa trasformarsi in una “persecuzione” è uno strano ossimoro . Eppure talvolta contravviene persino alla nostra stessa volontà. Così come la fedeltà stessa, il perdono, possono risultare, in un certo senso, “implacabili”.
Alcuni autorevoli professionisti esperti di neuroscienze sia dell’età evolutiva, sia di adolescenti e adulti, mi hanno raccontato dei DANNI IRRIMEDIABILI che bambini di 2/3 anni si portano dietro per tutta la vita per aver vissuto accanto a genitori violenti che in genere finiscono spesso di scaricare la violenza, talvolta provocandone la morte, sugli stessi figli.
La casistica delle violenze subite da questi piccoli e registrate negli ospedali, in Italia, sono in proccupante aumento.
Conosco e seguo i dati da almeno 10 anni del Bambino Gesù , sono incrementali e sconvolgenti.
Si compiono violenze di ogni tipo anche quelle che una complicata e fantasiosa mente umana potrebbe mai immaginare.
Meglio chiudere rapidamente questi traumi che protrali nel tempo.
Non mi piace l’espressione usata da discepolo, la trovo una volgare semplificazione del problema, dal momento che la donna che ha deciso di portare avanti la gravidanza e generare quell’essere dopo 9 mesi, per malvagia che possa essere, non credo l’abbia fatto nel ricordo di un incontro sessuale fine a se stesso. Altrimenti avrebbe abortito. Penso.
Una preghiera, anche da parte mia, per quel ragazzo della Parrocchia di Marta scomparso a 19 anni, e per i genitori di quel ragazzo.
Buona notte a tutti !
Roberto 55
Leonardo,
non voglio augurarti di sperimentare sulla tua pelle cosa significa l’odio che diventa violenza tra moglie e marito.
Una caricatura?
La violenza tra coniugi che non si sopportano più, e che rischiano di ammazzarsi ed usare i figli l’uno contro l’altro
la chiami caricatura,
ma che c….o capisci tu di vita matrimoniale e figli!!!!!
quando il matrimonio fallisce,
ma ti guardi intgorno,
dove vivi,
nel regno di bengodi?
I mariti figli di puttana violenti alcolizzati? o pieni di un ego smisurato che non danno posto a figli e mogli?
E di quelle mogli che se ne approfittano su mariti violentando continuamente la loro dignità umana,
che se la prendono per ogni cosa,
che fanno le sempiterne principesse sul pisello?
La violenza per te è caricatura?
Sei sempre in tempo per provarla sulla tua pelle.
Sei soltanto un figlio della legge,
di quelli che è importante che la gente non sappia,
che la gente non veda,
facciamo finta che lo facciamo per i figli.
bella figura di cristiano.
Meglio la violenza?
vero?
facile fare ironia sul dolore altrui?
vero?
AUGURI
Soltanto la tua becera superficialità può partorire giudizi così mosturosi e inumani da imbecilli.
Marta Marta!
I figli sono il dono più grande per una coppia e sono traccia indelebile di un matrimonio,non c’è bisogno di sottolinearlo.Ma quando l’unione coniugale si dissolve senza rimedio per i più svariati motivi attinenti ai molteplici casi della vita(bisogna guardare in faccia la realtà che ci circonda) e non c’è più possibilità di ricucire i rapporti ormai logori,magari dopo vari tentativi di soluzione,non è forse meglio la separazione piuttosto che una vita insieme portata avanti nella tragedia di continui litigi,di intolleranza reciproca,di musi duri,di ostinata indifferenza,tutte cose che creano un clima irrespirabile,direi quasi infernale,di cui i figli sono incolpevoli vittime?In una situazione del genere anche i figli più grandi soffrono,non solo quelli piccoli.Resta il fatto che comunque essi soffrono,ne sono sicura,anche per la separazione(o il divorzio) dei loro genitori perché un equilibrio che si rompe è sempre traumatico.Ma la vita purtroppo è fatta anche di negatività,e tutti i giorni assistiamo al misero fallimento di unioni coniugali,anche a volte di quelle che sembravano più stabili.Se ciò avviene con sempre maggiore frequenza,devono pur esserci dei motivi validi, al di là della abusata espressione “mancanza di dialogo”.
Che poi i figli siano lì a dimostrare per sempre che una unione coniugale,che ha avuto la sua esaltazione nell’amore e nel concepimento, c’è stata e non può essere”dimenticata”,”negata”,”sbianchettata” ecc…è un dato di fatto inconfutabile.
Ma l’amore vero è naufragato nonostante i figli.
Tornando alla frase “L’amore che ha fatto dei figli è incancellabile”…mi viene da dire che questo rimane vero al di là delle stesse divisioni dei coniugi…che chiaramente nessuno si augura, ma che avvengono!
Amare i figli (e riconoscere il dono che sono) a volte è tutto ciò che resta di un matrimonio andato a pezzi, ma è un tutto importante. Più di una volta, ho sentito dire a coppie deluse o separate che i propri figli erano la “cosa” più bella che fosse loro capitata. A volte questa consapevolezza, spinge le coppie a tentare ogni strada per fare memoria dell’amore di un tempo e capire dove/come/quando è cominciata la lacerazione del rapporto.
Detto questo, credo che l’argomento non si presti a generalizzazioni e massimalismi. Purtoppo, la separazione dei coniugi (anche di quelli dichiaratamente cristiani) mette spesso in luce la difficoltà delle comunità cristiane ad essere presenti, sollecite, premurose nelle fatiche delle famiglie.
Questo è ciò che mi spaventa di più. Non i fallimenti, ma l’abbandonare le persone ai propri fallimenti. Tutte le persone: genitori e figli.
Vorrei mettere questa frase “l’amore che ha fatto dei figli è incancellabile”
sulla parete della mia sala d’aspetto. ma non posso farlo, perchè potrebbe essere vista come un indebita introsione nella sfera delle convinzioni personali ed esistenziali.
ho però attaccato un testo che dice “I bambini imparano ciò che vivono”, forse alcuni di voi l’avranno letto..
Vi si dice che i bambini imparano ciò che vedono in casa, se sono criticati imparano a criticaere, se sono picchiati imparano a picchiare, se vedono violenza morale e fisica intorno a se’ imparano a vivere la violenza..
sembrano frasi ovvie ma non lo sono del tutto..
quello che chiedo ai genitori divorziati è semplicemente di non riversare sui figli il loro odio, il loro rancore sull’ex-coniuge come invece regolarmente fanno..quante volte il venerdì pomeriggio vengono mamme a chiedermi un “certificato medico” perchè il figlio o i figli, che il week-end dovrebbero andare dal padre, possano non andarci per “motivi di salute”, al mio rifiuto insistono, davanti al bambino ,”ma sa dottore, quando va da suo padre poi sta sempre male, chissà cosa gli fa fare, chissà cosa gli da’ da mangiare..”
alla mia sommessa considerazione che la salute fisica non è tutto e che i bambini hanno bisogno psicologico di stare anche col padre , mi guardano senza comprendere.. la durezza del cuore arriva al punto che vorrebbero che l’ex-coniuge non esistesse più. fosse cancellato dalla faccia della
terra…
e questi sono solo le cose lievi, quasi trascurabili.. poi ci sono i drammi veri..
i figli contesi.. i figli violentati dai nuovi compagni della mamma.. i figli
tolti ai genitori dagli assistenti sociiali e mandati in affido.. i figli anoressici.. depressi.. schiavi di psicofarmaci già a dieci anni.. gli adolescenti che tentano il suicidio a tredici anni.. le ragazzine (come una mia paziente l’altro ieri) che vanno in coma etilico (bevono fino a stramazzare)a quattordici anni.. se mi chiedeste di fare una diagnosi di tutto ciò
direi ” soffrono di mancanza d’amore”
“L’amore che fa dei figli è incancellabile”, forse i figli soffrono perchè qualcuno ha voluto cancellare quest’amore……
Aggiungo un altra cosa
sono sempre più convinto che il 90 % delle malattie nei nostri Paesi
Occidentali (non nel terzo Mondo , ovviamente) sia su base psicosomatica..
la sofferenza psichica si tramuta in debolezza del sistema immunitario, in
allergia, in forme di dermatite, in disturbi gastrici, in mal di testa, in
obesità…la gente chiede farmaci , ma dovrebbe invece cosa c’è che non va
nella sua vita…i farmaci risolvono temporaneamente una soffrenza e la dipendenza da farmaci è una delle piaghe della nostra società.. perchè sofferenza quol dire “cmpanello d’allarme” , vuol dire che il tuo corpo ti dice che che c’è qualcosa che non va nel tuo stile di vita.. sedare la sofferenza, anestetizzarla è come far tacere il campanello.. il cmpanello non suona più o non lo senti più ma non hai tolto la cusa profonda che continua a operare
indisturbata.. sedare la sofferenza a ogni costo è pericoloso e illusorio..
scusate lo sfogo, forse non c’entra nulla con quello di cui si parlava…
Ci sono stati alcuni interventi “sopra le righe”: evito di aggiungere benzina. Dico solo che mi rifiuto di scegliere tra la peste (la violenza tra coniugi di fronte ai bambini) ed il colera (un divorzio, di solito accompagnato da insulti violenti, ripicche per escludere l’ex partner dal rapporto col bambino ecc.). I bambini hanno diritto ad altro. Il più saggio è il nostro pediatra.
E condivido il dolore di Marta. Cerchiamo di volare più alto e di evitare insulti tra di noi.
Tra gli esperimenti da laboratorio genetico del dott. Mengele, il III reich intervenne massicciamente nel campo delle neuroscienze e gli esperti di queste discipline ve ne fu uno sconvolgente.
Per capire la psicologia dei neonati da 0 a 6 anni presero un campione consistente di non ariani, li tolsero alle madri naturali da cui prelevavano solo il latte e li fecero nutrire da estranee, semplicemente e solo nutrire nel silenzio assoluto e senza alcun intervento quando piangevano.
Il risultato fu che nell’arco di 6 mesi più di 150 neonati seppure nutriti regalmente morirono.
Anni fa lessi il fatto, l’analisi sui risultati e le decisioni prese dalla Gestapo per applicare l’esperimento ai fini del condizionamento psicologico sulle persone a cominciare dall’età evolutiva.
Da questo ognuno può facilmente capire quale portata e valore per un piccino hanno la parola e i gesti.
Vedi caro discepolo, quando dici “il campanello non suona più o non lo senti più ma non hai tolto la causa profonda che continua a operare indisturbata.. sedare la sofferenza a ogni costo è pericoloso e illusorio..”
Non siamo tutti pediatri o esperti di psicologia capaci di razionalizzare e gestire adeguatamente cose del genere, ma rimuovere quella che tu chiami “causa profonda” investe e coinvolge non solo i genitori e le famiglie ma tutta la comunità in cui si vive.
Siamo persone normali in cammino su strade sempre più tortuose e complesse e che spesso nemmeno i grandi sociologi ed esperti riescono a decifrare né tantomeno a indirizzare.
Allora ognuno si regola come meglio può tra l’ignoranza, gli istinti primordiali, il degrado sociale lo stile di vita che ha ereditato e che si porta dietro come un marker invisibile che lavora e scatta quando il vocabolario e le esperienze della vita sono ridotte al lumicino.
Grazie Raffaele … ma sei parente dell’Arcangelo per caso? Un certo modo di “ridare la vista” mi pare tu ce l’abbia.
Allora, con tanta pazienza … l’intervento di Matteo delle 22,37 è stato fatto del tutto fuori dal vaso. La mia osservazione si riferiva – come era del tutto evidente – alla rappresentazione caricaturale che lui è solito dare delle idee altrui, come nell’esempio citato tra virgolette (non per caso!).
P.S.: la smetta, per favore, di ciurlar nel manico.
“L’amore che fa dei figli è incancellabile”.
Mi sembra così vero da sfiorare l’ovvio: se il figlio vive, è il frutto di quell’amore, sta lì, è presente e ti ricorda, anche se qualche volta non vorresti, di essere nato da quell’amore.
Se ti separi non puoi dimenticarlo, non dovresti mai, anche se la sofferenza ti ha distrutto, se il fallimento ti ha indurito, se un nuovo amore che senti potrebbe guarirti, si affaccia.
Mi chiedo allora come mai la Chiesa prevede una cosa così oscena come l’annullamento del matrimonio? Cosa si annulla? Si eliminano i bambini già nati o anche soltanto quell’affetto cheè ormai passato? Cosa si annulla e come?
Non sarebbe un poco meno ipocrita ammettere il fallimento umano anche di fronte a ciò che Dio aveva unito? Non sarebbe meglio dire a qualcuno: “ti sono vicino nel tuo doloroso fallimento che è tale e come tale va considerato” e non usare questa parola che, a mio parere, dovrebbe limitarsi a casi estremi e senza figli?
Non ho mai capito l’atteggiamento della Chiesa di fronte a chi si separa: mi sembra che si giustifichi e si fomenti una specie di infingimento, una corsa all’indietro per non ammettere la realtà dei fatti.
Proprio ieri ho saputo di una mia conoscente che viene picchiata dal marito, il cui bambino non viene a scuola il lunedì per non mostrare i segni delle botte: l’amore che fa i figli è incancellabile, i segni della violenza sono ancora più forti nel cuore dell’uomo. E siccome siamo umani a volte dobbiamo sognare il meglio e raggiungere il meno peggio.
Leonardo… forse Matteo ha solo un po’ più coraggio di noi.
Tutto qui.
Che coraggio ci vuole a fare gli altri scemi per poi dire che sono scemi? Si rilegga la frase che ho citato tra virgolette e se ne consideri l’unico significato possibile.
Leonardo, il tuo egoismo è pari al tuo cinismo.
Vedo che ti è sommamente difficile capire, gli altri.
E’ vero ci vuole coraggio per riconoscere che si è scemi.
ma tu non hai capito un cazzo di figli e di matrimonio.
Mi sembra che la tua arroganza non te lo fa percepire.
sarebbe bene che impari a rispettare le persone.
Non sei capace minimamente a capire il vissuto altrui.
pensi di essere il simpaticone ironico.
Sei soltanto un gradasso che si diverte ad offendere e ad insultare le persone.
E io scelgo di risponderti da pari.
Solo l’egoismo non permette di guardarsi intorno e vedere le tante sofferenze e dolori che ci circondano,
talvolta con famiglie dove l’aria è irrespirabile e i figli la DEVONO respirare, perchèi non possono scegliere.
Ma è mille volte meglio l’ipocrisia alla chiarezza, quella stessa ipocrisia di cui sono tronfi tanti psedocristiani, pseudocattolici,
pronti sempre a far di morale agli altri, a mettere pesi sulle spalle altrui, e poi andare di notte senza essere visti a puttane e a trans, per scaricare le proprie nevrosi familiari.
Soltanto un cieco egoismo permette l’imbecille ironia di Leonardo, incapace di guardare i volti delle persone che gli passano accanto.
Bontà divina, vuole che insieme a famiglie ripiene di aria puzzolente, il Signore ha messo una marea di famiglie che cercano di essere immagine della Trinità.
Ma il male ha fatto il suo ingresso nel mondo, e Leonardo ne è l’esempio più arrogante.
Lo so’ i toni possono apparire alti… ma se questo Leonardo pensa di attaccare indisturbato gli altri, a gratis, ha trovato la forma della sua scarpa, non può pensare di abusare della pazienza altrui, e rompere i coglioni continuativamente, e gli altri se la devono predere in quel posto.
O si è corretti tutti nel rispetto delle altrui riflessioni, o si rompe l’equilibrio, e allora pane al pane.
Caro Luigi, purtroppo so che mi devo aspettare il tuo rimprovero, perchè so di essere a casa tua, ma se permetti a Leonardo di insultare sempre, io devo sempre accettare, anche davanti a realtà molto delicate?
Leggo che qualcuno ha una idea un po’ strana sugli insulti, c’è chi è titolato a farli e chi a riceversli esclusivamente?
Farsi un po di esperienza quardando anche ad altri matrimoni?
Tutti a guardarsi il proprio ombellico e a dire, per fortuna io non sono come gli altri, io non ho mai divorziato….
Sono grato alle donne, e a qualcuno degli uomini, che mostrano una umana sensibilità, senza ipocrisie.
Allora, sempre con tanta pazienza: io non so nulla delle sofferenze di Matteo e non mi sono mai permesso di parlarne, come mi sono sempre astenuto dall’intervenire sul vissuto di altre persone (forse una volta ho fatto un’eccezione con il caro Syriacus, dandogli un consiglio non richiesto su come cercarsi una ragazza … ma era una cosa molto bonaria e sorridente). Vedo che altri lo fanno e non ho nulla da eccepire, ma non è nel mio stile. Punto.
Non accetto però neanche i ricatti sentimentali o morali del tipo:” tu non sai come soffro io”. Esatto, non lo so e non ne parlo.
Parlo invece di quello che scrivi. Se tu scrivi che la posizione della chiesa è, tolto il velo dell’ipocrisia, che l’uxoricidio è meglio del divorzio – perché questo e non altro era il senso del virgolettato che ora non ho voglia di copiaincollare di nuovo, ma che è facilmente reperibile sopra – se tu scrivi questo, io mi oppongo. Siccome sono una persona molto gentile e dolce, mi limito a far notare che questa è una caricatura. Poi, dato che non capisci (o fai finta di non capire), ti ho spiegato in termini un po’ più rudi, che significa “fare gli altri scemi per poi dire che sono scemi”.
Mi dispiace, ma per carattere e per educazione non posso spiegartelo nei termini che forse tu comprenderesti.
Tu o ci fai o ci sei.
Giochi sulle parole in modo spudorato.
Le sofferenze passano accanto ad ogni uomo, ma a te fa piacere personalizzare, facendomi dire quello che non ho detto.
Non ho mai affermato una posizione della chiesa sull’uxoricidio, mai.
Dunque, mi sembra chiaro che ti arrampichi sugli specchi, pur di giustificare le tue ciniche posizioni di non rispetto altrui.
Quando la misura è colma, non sono disposto continuare a farmi prendere in giro come fai con la tua consueta “dolcezza” che è solo disprezzo.
Tra noi due quello che finge di non capire sei palesemente tu, visto che continui appropriandomi cose che solo tu esprimi.
Se hai dubbi rileggiti quello che ho scritto. Come può fare chiunque altro.
Ma non dubito che arrogante come sei, continuerai sulla tua posizione.
Ma anche io continuerò a difendermi, perché tu non hai il diritto di approfittare dell’educazione altrui e rompermi sempre i coglioni, detto con estrema chiarezza.
O la smetti, o da ora in poi ti risponderò con estrema chiarezza di parole, ogni volta che mi rompi le palle, perché nonostante io mi sia comportato di rimessa, vedo chiaramente che l’educazione non fa parte del tuo bagaglio, e te ne sei sempre approfittato, mascherandoti dietro l’ironia e attaccando sempre personalmente, cosa che io avevo sempre evitato.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Dunque continua a rompermi i coglioni, e io ti rispondero’ da pari.
A Matte’, nun je dà soddisfazione!
La zia di Andreotti