Lamento del lamantino Caproni tre ragazze e io

Ho letto il Caproni della maturità ieri mentre con la Metro B andavo verso la Città universitaria, avendo vicine tre ragazze iscritte a Scienze naturali che ne facevano gran festa: “C’è il lamantino, che caro e c’è anche il galagone! E’ bravo questo poeta, come si chiama?”. E io che sapevo benissimo come si chiamasse e non sapevo per nulla che fossero il lamantino e il galagone. Così si intrecciano sulla terra le generazioni le parole e i sentimenti. Nei commenti la poesia, le foche, le proscimmie e la morale della favola.

23 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Versicoli quasi ecologici

    Non uccidete il mare,
    la libellula, il vento.
    Non soffocate il lamento
    (il canto!) del lamantino.
    Il galagone, il pino:
    anche di questo è fatto
    l’uomo. E chi per profitto vile
    fulmina un pesce, un fiume,
    non fatelo cavaliere
    del lavoro. L’amore
    finisce dove finisce l’erba
    e l’acqua muore. Dove
    sparendo la foresta
    e l’aria verde, chi resta
    sospira nel sempre più vasto
    paese guasto: Come
    potrebbe tornare a essere bella,
    scomparso l’uomo, la terra.

    Giorgio Caproni, Res amissa, Garzanti 1991

    23 Giugno, 2017 - 19:34
  2. Luigi Accattoli

    Il Battaglia – abituale rimedio all’ingoranza – mi informa che il lamantino è una specie di foca gigante [“mammifero dellordine Sireni”] cosi nomato dal francese “lamantin” (lamento) con riferimento al “grido lamentoso dell’animale”. “Il lamento del lamantino” è un dono di poeta che vorrei tenere con me. Il galagone – dice sempre il provvido Battaglia – è una proscimmia [mammifero simile alla scimmia] della famiglia Nitticebi, grande come uno scoiattolo.

    23 Giugno, 2017 - 19:34
  3. Luigi Accattoli

    Morale della favola. “Se ero io facevo questo tema” diceva una ragazza. Le altre a lodarla e anch’io tra me. Tu puoi arrivare a Caproni perché ami il lamantino e te invece per amore dei poeti t’affacci al lamantino. Vai a capire dove ti porta una parola.

    23 Giugno, 2017 - 19:35
  4. Ad Apollo Beach – una ventina di chilometri da dove abito – c’e’ la centrale elettrica che serve tutta la contea. La centrale espelle acqua calda che si riversa in mare e crea un habitat perfetto per i lamantini. Vengono persone da tutta l’America a vederli, tanto che TECO ( la centrale elettrica) ha costruito un ponticello che collega due piccoli promontori dove le persone si trattengono per guardare e fotografare i lamantini. Che, peraltro, sono l’animale simbolo della Florida.
    A me ricordano molto un gigante buono e gentile.

    24 Giugno, 2017 - 6:01
  5. Luigi Accattoli

    Cinzia bentornata.
    Lo sapevi che il lamantino si chiama così per il lamento?
    Vieni più spesso.

    24 Giugno, 2017 - 9:18
  6. Clodine-Claudia Leo

    “La fontana malata” di Aldo Palazzeschi, non suscita certo l’interesse per i lamantini e del galagone , che non conoscevo. Però, ascoltarla, più che leggerla , è sempre una riscoperta, perché qui il lamento è quello di una fontana che riproduce l’affanno di una persona malata. E’ incredibile l’abilità di Palazzeschi di riprodurre qualsiasi suono, rumore, ticchettio, attragga il suo udito sensibile: tante onomatopee che usa in modo magistrale per creare suoni bizzarri, strofe, senza un nesso semantico fra di loro, ma, divertenti. Si divertiva Palazzeschi, e divertiva pure me, chissà se continua a far divertire con il suo lessico originale e unico….

    LA FONTANA MALATA

    Palazzeschi

    Clof, clop, cloch,
    cloffete,
    cloppete,
    clocchette,
    chchch……
    E’ giu’,
    nel cortile,
    la povera
    fontana
    malata;
    che spasimo!
    sentirla
    tossire.
    Tossisce,
    tossisce,
    un poco
    si tace….
    di nuovo.
    tossisce.
    Mia povera
    fontana,
    il male
    che hai
    il cuore
    mi preme.
    Si tace,
    non getta
    piu’ nulla.
    Si tace,
    non s’ode
    rumore
    di sorta
    che forse…
    che forse
    sia morta?

    Orrore
    Ah! no.
    Rieccola,
    ancora
    tossisce,
    Clof, clop, cloch,
    cloffete,
    cloppete,
    chchch….
    La tisi
    l’ uccide.
    Dio santo,
    quel suo
    eterno
    tossire
    mi fa
    morire,
    un poco
    va bene,
    ma tanto….
    Che lagno!
    Ma Habel!
    Vittoria!
    Andate,
    correte,
    chiudete
    la fonte,
    mi uccide
    quel suo
    eterno tossire!
    Andate,
    mettete
    qualcosa
    per farla
    finire,
    magari…
    magari
    morire.

    Madonna!
    Gesù!
    Non più!
    Non più.
    Mia povera
    fontana,
    col male
    che hai,
    finisci
    vedrai,
    che uccidi
    me pure.
    Clof, clop, cloch,
    cloffete,
    cloppete,
    clocchete,
    chchch…

    24 Giugno, 2017 - 9:37
  7. Enrico Usvelli

    ‘Come
    potrebbe tornare a essere bella,
    scomparso l’uomo, la terra.’

    Finale assolutamente inaccettabile per un cattolico.
    Qualcuno ha fatto notare che la bellezza è inutile senza l’uomo perché solo l’uomo è in grado di apprezzarla.
    La poesia mi fa venire in mente ‘Il vecchio e il bambino’ di Guccini.

    24 Giugno, 2017 - 10:58
  8. Enrico Usvelli

    Clodine,
    me l’ero dimenticata la fontana, grande Palazzeschi.

    24 Giugno, 2017 - 11:00
  9. Clodine-Claudia Leo

    Forte eh….mi sa che noi due, Enrico, abbiamo condiviso le stesse esperienze scolastiche…

    24 Giugno, 2017 - 11:12
  10. Victoria Boe

    Mi piace molto la poesia di Caproni, ma mi piace parecchio anche la morale della favola: “se ero io facevo questo tema”. Proprio così genuina come è scritta, questa frase, e che può significare il non espresso.
    L’amore per la natura incontaminata e che, quando arriva l’uomo, la “guasta” e la sfigura. O cancella crudelmente l’amore.
    Però, caro Luigi, non dirmi di perdonarti quel “te…t’affacci”. No, da te non lo accetto. 😀

    24 Giugno, 2017 - 20:12
  11. Ovviamente Palazzeschi prende in giro La pioggia nel pineto di D’Annunzio… Si sente subito. Palazzeschi è simpatico e irriverente, oltre che intelligente. Ma io preferisco la poesia di D’Annunzio, l’unica che ami.
    Ecco, fate così: parlate di poesia un po’ di più e … rilassatevi!
    Un caldo saluto a Luigi e a tutti voi.
    Marco Statzu

    25 Giugno, 2017 - 8:41
  12. Enrico, se così fosse, i primi cinque giorni di creazione raccontati in Genesi sarebbero inutili, con quella chiosa finale dopo ogni sera: E vide che era cosa buona

    25 Giugno, 2017 - 8:44
  13. Clodine-Claudia Leo

    “E vide che era cosa buona e giusta”, caro Marco, diceva il mio Prof di antropologia filosofica (Sabino Palumbieri) che il dolore e il male sono di casa nella casa del mondo e l’uomo, pur non rassegnandosi alla presenza di questo inquilino conturbante, coestiste con l’uomo,sotto il regime del male, da sempre…

    Ma per tornare a Palazzeschi, premesso che trovo “La pioggia nel pineto” una delle poesie più sublimi , voglio farti ascoltare ” I Fiori” , di Palazzeschi, dalla voce di uno degli amici più cari della mia infanzia, non troppo felice, ma serena: Poalo Poli,ascolta..è straordinario! Lo adoro…

    https://youtu.be/h_t2yfKH0Po

    25 Giugno, 2017 - 11:37
  14. Enrico Usvelli

    Marco,
    ovviamente parlavo di esseri viventi sulla Terra, ovvio che Dio apprezza la bellezza.
    Mi rendo conto che non fosse chiaro ma ho scritto tre frasi slegate tra loro.
    La tesi della poesia è inaccettabile per un cattolico perché Dio non ha posto l’uomo nel mondo come un di più, ma l’ha posto al centro del creato. Che l’uomo a volte non lo custodisca, come richiestogli, ma lo distrugga, rientra nella libertà che Dio gli ha dato.

    25 Giugno, 2017 - 15:56
  15. Victoria Boe

    È accettabile, invece, se si pensa al paradiso terrestre prima della creazione dell’uomo.
    Ecco appunto: l’uomo è colui che ancora oggi distrugge quel paradiso terrestre che tutti vorremmo che fosse. E del quale restano “angoli di paradiso”, come si sente dire, in certe parti della Terra.
    C’è un certo signore biondo-rossiccio che se ne infischia altamente del paradiso terrestre e se ne strafrega degli accordi sul clima.
    Forse è convinto che con le sue enormi ricchezze il paradiso terrestre se lo può comprare. E a tutti gli altri abitanti della Terra, presenti e futuri, non ci pensa neanche un po’.
    Mi chiedo che cosa si aspetti a farlo cadere, quell’idiota.

    25 Giugno, 2017 - 17:21
  16. Grazie Clodine.
    Purtroppo non so apprezzare tanto Palazzeschi… mi stufa. Paolo Poli è molto bravo, da far invidia!
    Grazie

    26 Giugno, 2017 - 12:12
  17. Enrico,
    non so se dico una cosa esagerata, ma le poesie non hanno una tesi. Piuttosto fanno emergere qualcosa di molto profondo, che viene dall’autore, dalla sua osservazione del mondo, certo anche dalla sua cultura e dalla sua spiritualità.
    Caproni è un genio del paradosso e della parola, come nella splendida
    ERRATA
    Non sai mai
    dove sei.
    CORRIGE
    Non sei mai
    dove sai.

    Ancora è ovvio che Caproni sia pessimista, per questa vita e credo anche per l’Altra.
    Un po’ come Leopardi.
    Però credo sia un grande della poesia e i suoi versi debbono essere comunque ascoltati anche da un cristiano.

    26 Giugno, 2017 - 12:17
  18. Enrico Usvelli

    Marco,
    non avranno una tesi ma esprimono quello che il poeta pensa o sente.
    In questo caso mi parre che l’uomo a Caproni non stia molto simpatico. Io non sono un esperto ed un amante della poesia, tuttavia penso che se una poesia è bella la possano leggere tutti, cattolici e non. L’avvertenza deve essere quella di apprezzare l’opera artistica senza per forza condividere il pensiero dell’autore.
    E’ stato un caso che alla maturità ci fosse questa poesia? Chi l’ha messa:
    a) voleva solo stimolare gli studenti
    b) l’ha messa perché come te la ritiene bella
    c) l’ha messa perché riteneva come me che ci fosse una tesi (che magari a lui piaceva)?

    27 Giugno, 2017 - 0:24
  19. Anche nell’ultimo caso, tuttavia, chi l’ha messa può averlo fatto per stimolare lo spirito critico dei maturandi, e portarli a considerare che no, senza l’uomo la terra non sarebbe bella…
    Non è che per forza bisogna inginocchiarsi davanti a Caproni e al suo stile.
    Altrimenti dovremmo espungere anche Qoelet dalla Bibbia

    27 Giugno, 2017 - 7:04
  20. Enrico Usvelli

    Marco, sei un ottimista.

    Toglietemi tutto ma non Qoelet 🙂

    27 Giugno, 2017 - 9:29
  21. Appunto. Servono anche i Qoelet e i Caproni… 😉

    27 Giugno, 2017 - 12:12

Lascia un commento