Caro Papa Francesco, sono più avanti di te negli anni ma credo che anche tu ti trovi a dover vivere “Spes contra spem”. Ti voglio bene davvero. Tuo Marco: sono le ultime parole di una lettera scritta da Pannella al Papa il 22 aprile. La riporto nel primo commento, grato a Marco e a Francesco per essere riusciti a stabilire un vero contatto. Nel secondo commento qualche notizia su quest’ultimo scambio mediato dall’arcivescovo Paglia.
L’addio di Pannella al Papa: “Spes contra spem”
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Lettera di Pannella al Papa. Roma 22 aprile 2016. Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano – vicino al cielo – per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa.
Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano.
Questa passione è il vento dello “Spirito” che muove il mondo. Lo vedo dalla mia piccola finestra con le piante impazzite che si muovono a questo vento e i gabbiani che lo accompagnano. In questo tempo non posso più uscire ma ti sto accanto in tutte le uscite che fai tu. Un pensiero fisso mi accompagna ancora oggi: “Spes contra spem”.
Caro Papa Francesco, sono più avanti di te negli anni ma credo che anche tu ti trovi a dover vivere “Spes contra spem”.
Ti voglio bene davvero. Tuo Marco.
PS. Ho preso in mano la croce che portava mons. Romero, e non riesco a staccarmene.
Da Famiglia Cristiana: La croce di Romero oggi la porta attorno al collo monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. E’ stato lui a spiegare a Pannella l’origine di quella croce. «Marco mi ha chiesto di indossarla, non voleva più staccarsene. E alla fine, quando prima di andare via me la sono ripresa, dentro di me ho sentito un po’ di rimorso per avergliela tolta».
La lettera di Pannella è stata portata al papa da monsignor Paglia. Il 2 maggio, giorno del compleanno di Pannella, Francesco gli ha mandato in regalo il suo libro sulla Misericordia e una medaglia. Paglia conosce e frequenta Pannella dai primi Anni Novanta. Nelle ultime settimane si sono visti più spesso. «A marzo ero alla Casa del Divin Maestro di Ariccia con il Papa e gli altri prelati della Curia durante gli esercizi spirituali di Quaresima», racconta Paglia, «quando ho ricevuto una telefonata di Pannella. Voleva vedermi. Ho informato il Papa e lui mi ha detto: “Vai di corsa”».
🙂
In un’intervista pubblicata oggi dal Corsera, l’arcivescovo Paglia dice tra l’altro: Gliel’avevo detto: ti seguo con la preghiera, eh? E lui mi abbracciava. Eravamo amici. Non c’era, tra noi, una corsa a convertirci, ma ad approfondire la nostra amicizia rispettosa e fraterna. Noi siamo uno, mi ha detto, “siamo ecclesia!”. Parlavamo e lui ha voluto bere da mio stesso bicchiere […]. Con me amava parlare spesso del Vangelo, delle parole di Gesù, della speranza. Diceva: «Io sono anticlericale, il mio spirito è religioso». Talvolta mi diceva: credo sia il Vangelo la fonte che mi ispira e mi guida, del resto era un pilastro anche per Gandhi! Amava una frase di San Paolo, “spes contra spem”, per lui era un chiodo fisso: di fronte alle manifestazioni di violenza e di crudeltà di questo mondo, ripeteva, credo che dobbiamo continuare a opporci anche contro ogni speranza, anzi dobbiamo essere speranza.
Quando Pannella volle una “Rassegna stampa vaticana” a Radio Radicale. Ne parla a Radio Vaticana Giuseppe di Leo, il collega vaticanista meno inquadrabile che esista:
http://www.news.va/it/news/pubblicata-lettera-di-marco-pannella-a-papa-france
Non ho mai capito (per la verità, non l’ho mai neppure approfondito) se Marco Pannella – nella vita pubblica, incallito “mangiapreti” – fosse, intimamente, credente o meno: dalla lettura di queste testimonianze, comunque, emerge quel che, magari, da tanta gente non si sarebbe pensato, e, cioè, un atteggiamento di rispetto, “laico” ma profondo, verso le varie figure dei Pontefici di questi ultimi decenni.
Pure “laico” e profondo mi sembra il sincero affetto riservato, con l’onestà intellettuale che gli era propria, da Marco Pannella a Papa Francesco: qualcosa, appunto, di molto diverso da quel “timore dell’aldilà” che, ad esempio, aveva portato, nel film “Per grazia ricevuta”, il farmacista ateo (impersonato da Lionel Stander) a baciare frettolosamente, in punto di morte, il crocefisso.
Non sono capace di “linkarne” i “pezzi”, ma segnalo anche, su tutt’altri piani (più “politici”), il bel ricordo personale di Marco Pannella tratteggiato ieri da Luciana Castellina su “Il Manifesto”, e l’omaggio reso oggi da Michele Serra su “Repubblica”.
Buon sabato !
Roberto Caligaris
https://twitter.com/Pontifex_it/status/733975684050079745
Un tweet di @Pontifex che mi pare azzeccato anche in riferimento ai commenti in morte di Pannella.
A leggerne alcuni, mi sembra che emerga chiara, ancora una volta, la volontà dei cattolici che li hanno scritti, di essere sì un ponte tra culture diverse, ma UN PONTE LEVATOIO CHIUSO l tirato su e sbarrato e inaccessibile in modo assolutissimo…..
🙂
Padre Lombardi ha detto commosso che Marco Pannella e‘stato un paladino di nobili ideali.
Ma quali erano questi “nobili ideali“? Pannella si e‘battuto per divorzio ed aborto,per l‘eutanasia,per la manipolazione degli embrioni,per la liberalizzazione del consumo di droga,per la liberalizzazione ditutte le perversioni sessuali compreso incesto e pedofilia,per l‘abolizione dell‘ergastolo. Ha portato in parlamento Ilona Staller piu‘nota come Cicciolina per “scandalizzare i benpensanti“.
Quali sarebbero i nobili ideali a cui si riferisce Padre Lombardi?
Aborto eutanasia incesto droga manipolazione degli embrioni ,questi sono i nobili ideali?
Certo se uno e‘a servizio del diavolo invece che di Dio questi sono nobili ideali..diabolici. Ma Padre Lombardi,mons. Paglia,Bergoglio e tutti questi preti cosi affascinati da Pannella, a servizio di chi sono?Perche‘come ha detto Gesu‘non si possono servire due padroni…
Fra l‘altro Pannella diceva di credere nel Vangelo degli ultimi..ma i feti abortiti non sono gli ultimi degli ultimi? E gli embrioni fatti a pezzi non sono ultimi? E i bambini vittime di incesto non sono ultimi?E i ragazzini che diventano tossici e si rovinano la vita non sono ultimi?E i malati terminali di cui si vuole metter fine all‘esistenza npn sono forse ultimi? Chi e‘veramente dalla parte degli ultimi in senso cristiano come puo‘dedicare la vita a far approvare aborto ed eutanasia?
Ho letto, amico Lorenzo, ma, francamente, credo che questi commenti (scritti, tra l’altro, da una sola persona …………) non meritino alcuna considerazione.
Ciao a tutti.
Roberto Caligaris
Neanche i morti rispetta, neanche i morti.
Che vergogna.
Roberto Caligaris
Io non rispetto le “nobili cause“per cui si e‘battuto Pannella. Non ho detto nulla su di lui come persona. Tu invece Roberto rispetti i nobili ideali cone aborto,eutanasia e manipolazione degli embrioni?Se e‘cosi non dubito che per te Pannella sia u paladino ed un eroe come per mons. Paglia. Ma allora lo posso dire anche io caro Roberto:che vergogna esaltare come un grand uomo uno che per tutto la vita ha desacralizzato i valori piu‘sacri della fede cristiana!
Poi come ha detto la Bonino non riesco a capird questa ipocrisia:perche molti che durante la vita di Pannella lo detestavano dopo morto devono fingere di amarlo? ‘una ipocrisia,la fiera della falsita‘!Il solito teatrino nauseabondo:questo si‘che vergogna!
Ho sbagliato, lo riconosco, e ne chiedo perdono al nostro “padrone di casa” ed al “pianerottolo”: avrei dovuto evitare di commentare (come m’ero, d’ora in avanti, ripromesso, ed avevo invitato anche gli amici a fare) l’ennesimo, incommentabile “intervento” della signora Venturi, e, invece, non ci sono riuscito.
Faccio ammenda, mi re-impegno ad ignorarla, e mi permetto di chiedere al “pianerottolo” di fare altrettanto.
Buona domenica !
Roberto Caligaris
Ho sempre considerato Marco Pannella un anarchico “radicale”. Mio nonno lo era, anarchico, per questo ne riconosco i tratti distintivi. Anche le battaglie, tante, palesemente provocatorie sono animate più da uno spirito di contestazione che di autentica convinzione politica. Perché politicamente, gli anarchici sono così: tutto e il contrario di tutto. Eterni bastian contrari pronti a rompere le uova nel paniere a qualunque tipo di organizzazione o struttura sociale: Stato, Chiesa famiglia e quant’altro.
“Amico di tutti, servo di nessuno”
Questo è il motto e, mi sembra calzante ai principi di Pannella . Principi che s’ispirano a chi non china la testa di fronte al potere e neppure a domineddio. Di mio nonno posso dire che se l’è sempre presa con il Padreterno e tale rimase fino alla fine, coerente fino all’ultimo, almeno a parole. Mentre di Marco Pannella, che tra un po’ sarà elevato agli onori dell’altare, negli ultimi tempi, avvertita la fine, pare abbia avuto un refolo di conversione e si fosse avvicinato alla fede, almeno dalla testimonianza di Mons. Paglia, di quell’abbraccio di croce che contrasta con gli “irriducibili ” che non hanno paura della morte nè del giudizio eterno. Forse non lo fu, fino in fondo…
Preghiamo per lui.
Spirito di contestazione e libertario ad oltranza, senz’altro.
Ma nel caso di Pannella, la venatura anarchica finiva lì.
Uomo di battaglie politiche in tutti i sensi.
Anche quelli opposti ai nostri naturalmente.
Sulla questione della conversione o meno, saprà Dio. A noi nulla deve importare.
Quello che ci deve importare, e molto, è la possibilità di portare avanti il dialogo anche tra lontani, lontanissimi, avversari.
Senza infilare a rotta di colla la scorciatoia dell’anatema, della scomunica e della rottura.
Se per dialogo s’intende una convergenza paralella ci può stare. Ci mancherebbe che non si dialoghi. San Tommaso d’Aquino spese la vita dialogando con Averroe alla fine però…San Tommaso fu insuperabile. Ma dialogare con un ateo non può esistere è come parlare ad un sasso di ferro, a un fuoco freddo;
Ma non è neppure questo il punto, e riguarda l’onestà, virtù fondamentale, che ci obbliga a distinguere affinché si attribuisca e si doni all’altro ciò che è dell’altro, ma anche che si attribuisca a noi ciò che è nostro, proprio come non si può attribuire a Cristo ciò che non è di Cristo né a Dio ciò che non é di Dio.
Siccome l’onestà mi obbliga, in coscienza, a dire quanto penso e se ometto questa la distinzione e faccio credere che quanto l’altro dice è pensiero di Gesù Cristo quando non lo è, si assume il peccato dell’altro.
Spesso sono stata afferrata per la giacchetta, per mettere la firma..per questo o l’altro dei tanti referendum ecc.
Mi dispiace, io sono cristiana e cattolica, il mio pensiero è diverso e non consente, per il gusto del dialogo o d’amicizia, travisamenti: chi mi dice che in quell’embrione non c’è già una persona dico no! A chi mi dice che il matrimonio tra lo stesso sesso è equiparato a quello tra uomo e donna dico : no! Dio non la pensa così. La firma non te la metto, non è il pensiero di Cristo. Ecco, oggi manca questa onestà al cristiano, e attribuisce a Gesù Cristo ciò che è un “parto” dei suoi pensieri e qualunque aborto di falsità del suo proprio cuore. E questo fa tanto male al corpo di Cristo, veramente tanto male!
P.S
Su San Tommaso d’Aquino, il riferimento ad Averroe, riguarda il contributo del filoso dell’ arabo circa la filosofia Aristotelica, ripresa e perfezionata dall’Aquinate…..
Ulteriore nota a margine (onde e vitare che si fraintenda, come già accaduto)
intendendo per “dialogo” il dibattito, postumo, sul terreno filosofico ingaggiato da s. Tommaso il quale respinse il tentativo di Averroe di conciliare Aristotele con la religione musulmana e ridurre la fede a un compendio di norme pratiche,dottrina inesattamente detta della “doppia verità”.
Il problema è che l’onestà non funziona a senso unico e non coinvolge esclusivamente il rispetto lapalissiano e sacrosanto per le mie idee e i miei principi, ma necessariamente, per essere onestà, deve esercitarsi nella stessa identica misura per le idee e i principi dell’altro. Con i quali io ho il diritto e pure il dovere di essere in totale e aperto disaccordo, mentre ho molto meno diritto di farlo passare per nemico dell’umanità, satanasso,incarnazione del male.Cosa che i cattolici tendono a fare con i loro “avversari” con inesauribile entusiasmo
Leggo solo adesso gli interventi che ieri mi erano sfuggiti di Maria Cristina.
La quale bacchetta sulle dita ( non che sia una novità 🙂 ) il povero padre Lombardi, reo di avere detto” Marco Pannella e‘stato un paladino di nobili ideali.” A parte il fatto che Lombardi ha detto anche altre diverse cosette, per cui la risultante finale suona assai diversa, veniamo al dunque. Si chiede fremente di sdegno MCVenturi: Quali sarebbero i nobili ideali a cui si riferisce Padre Lombardi?
Ne cito alla rinfusa qualcuno, limitandomi a quelli in cui ebbe per compagni di campo proprio noi cattolici, ad esempio.
A pertire dalla difesa dei diritti dei detenuti e la denuncia dello stato di degrado delle carceri, la reiterata richiesta di amnistia, la stessa di GPII (portata fin davanti a un parlamento che si mise in fila per omaggiarlo e , nei fatti, ne ignorò completamente le richieste); la battaglia per la legalità nelle istituzioni, contro corruzione e partitocrazia; l’impegno contro la fame nel mondo; contro la pena di morte; per la non violenza ; per l’accoglienza dei profughi ai tempi delle prime emergenze dall’Albania;non ultima la presa di posizione pro trattativa per la liberazione di Moro ( unico insieme al Vaticano e ai socialisti)….
Quindi, Lorenzo, basta andare a messa a Natale e/o a Pasqua per essere a posto con la coscienza?
Non saprei a cosa tu ti agganci con quel ” quindi”, Fede, ma per rispondere cmq alla tua domanda certo che no.Non basta andare a messa a Natale e Pasqua, per essere a posto con la coscienza. Se è per questo, però, “non basta” nemmeno andarci a tutte le feste comandate: non basta nemmeno andarci tutti i giorni che Dio manda in terra; non basta nemmeno moltiplicare pratiche, devozioni, preghiere, offerte e sacrifici.
Chiunque di noi, salvo chi si ottunda con miriagrammi di fette di prosciutto occhi & orecchie dell’anima, che prenda in mano il vangelo in qualunque momento della propria vita e della propria giornata sa IMMEDIATAMENTE di non essere ” a posto” proprio per niente.
E per fortuna.
Se uno di noi si sentisse così, sarebbe perduto definitivamente.
🙂
Siamo d’accordo, pertanto inutile ricordare solo le poche iniziative condivisibili di Pannella a fronte di una lunga carriera politica dedicata a battaglie assolutamente incompatibili con il cattolicesimo e la dottrina sociale della Chiesa.
Non si tratta di “bacchettare” nessuno, ma evitiamo l’ipocrisia di dimenticare chi fosse e cosa ha rappresentato Pannella in Italia.
Caritas in veritate.
Se mi si trovasse un commento, tra quelli cattolici considerati “baetificanti” o ” ipocriti” che abbia taciuto sulle battaglie e sui valori lontanissimi rispetto al mondo cattolico, allora ne potremmo riparlare.
Semmai trovo che sia vero il contrario.
Il sommo fastidio in alcuni è generato dal fatto che si ricordino gli elementi, per quanto minoritari, di vicinanza e le battaglie combattute, magari casualmente, gomito a gomito.
Ho l’impressione che si vorrebbe caritas( bonta nostra!) in damnatione,piu’ che caritas in veritate….
Impressione sbagliata e inclemente.
Meglio così, Fede, meglio così.
🙂