In un commento che ho scritto ieri per il “Corriere della Sera” di oggi ho descritto la sostituzione di Müller con Ladaria come il passaggio dal pedale destro al sinistro della stessa auto, essendo già l’arcivescovo spagnolo il numero due di quella Congregazione da nove anni, su chiamata di Benedetto. L’articolo dopo l’invio è stato a due riprese ristretto nelle righe per ragioni di spazio e ora nei commenti lo riporto all’originario splendore. Buona lettura.
Aggiornamento al 3 luglio. Il Corsera di oggi ha un mio secondo articolo sulla sostituzione di Müller con Ladaria.
Cambio netto in Curia: Francesco sostituisce il cardinale tedesco Gerhard Müller, 69 anni, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, con il vice dello stesso dicastero, l’arcivescovo gesuita spagnolo Luis Ladaria, 73 anni. Sia Müller sia Ladaria erano stati chiamati a quei ruoli da Papa Benedetto (l’uno nel 2012, l’altro nel 2008) e costituivano il pedale destro e sinistro di quella macchina: Benedetto privilegiava il destro, Francesco ora sposta il piede sul sinistro.
Dal cambio avvenuto ieri verranno novità, ma non immediate né clamorose. Né forse prevedibili. Più novità ordinarie, nell’accompagnamento del magistero papale, che novità di pronunciamenti pubblici: Ladaria è persona riservatissima e tale resterà nel nuovo ruolo. Ma con lui Francesco trova un interlocutore, mentre Müller non lo era.
Si tratta della maggiore novità introdotta nella Curia da Papa Bergoglio dopo la sostituzione, nel 2013, del cardinale Bertone con il cardinale Parolin in Segreteria di Stato. Ma stavolta, oltre alla rilevanza istituzionale della carica, c’è il cambio di linea – piccolo ma netto – a segnalare la portata dell’avvicendamento.
Gerhard Müller è un ratzingeriano integrale – a lui Benedetto ha affidato la pubblicazione della sua “Opera omnia”: fino a oggi sono usciti 18 volumi – ma è anche il più rigido tra i discepoli più noti del teologo Ratzinger: Schönborn, Ouellet, Scola. Uomo di antica correttezza, all’arrivo di Francesco ha cercato di collaborare lealmente con il nuovo Papa ma vi è riuscito – parrebbe – solo sui temi sociali e non su quelli propriamente dottrinali.
La vicinanza al Papa sui temi sociali è espressa in un libro di Müller intitolato “Povera per i poveri. La missione della Chiesa” (LEV 2014) per il quale Francesco ha scritto la prefazione. Il cardinale tedesco ha pure abbozzato un avvicinamento personale al Papa argentino con un altro testo: “Benedetto & Francesco. Successori di Pietro al servizio della Chiesa” (Ares 2016). Un momento di collaborazione effettiva Bergoglio e Müller l’hanno vissuto nel comune impegno per la beatificazione dell’arcivescovo Romero.
Ma tra i due si sono manifestate negli anni distanze che devono essere parse ad ambedue irriducibili, soprattutto in occasione dei Sinodi sulla famiglia (2014 e 2015) e sull’interpretazione della “Amoris laetitia” con cui Francesco ha tirato le conclusioni dei lavori sinodali.
Nell’ottobre del 2015 Müller fu tra i 13 firmatari della lettera al Papa che protestava per la conduzione del Sinodo, che consideravano manipolatrice dell’assemblea in senso innovatore. Ultimamente aveva disapprovato le interpretazioni “aperte” dell’Amoris laetitia che invece il Papa approvava.
Luis Francisco Ladaria Ferrer viene dall’isola di Maiorca, nelle Baleari. Teologo di professione più di quanto non lo siano stati i predecessori Müller, Levada e Ratzinger (tutti e tre prima della chiamata in Curia erano vescovi diocesani) è stato professore di dogmatica alla Gregoriana e vicerettore della stessa. Su chiamata del cardinale Ratzinger diviene consultore della Congregazione per la Dottrina nel 1995: lavora dunque in quell’ambiente da 22 anni.
La stima da parte del prefetto Ratzinger è così forte tanto da volerlo, nel 2004, segretario della Commissione teologica internazionale. L’agosto scorso Francesco l’aveva posto a presidente della “Commissione di studio sul Diaconato delle donne”. E’ il primo gesuita al quale sia stata affidata la guida della Dottrina della Fede. E già era stato il primo nel ruolo di segretario.
Ladaria si considera un moderato: “Non mi piacciono gli estremismi, né quelli progressisti, né quelli tradizionalisti. Credo che ci sia una via media che mi sembra quella giusta da seguire” disse in una rara intervista al mensile “Trentagiorni” quando Benedetto lo nominò segretario alla Dottrina.
Ambienti della destra cattolica più spinta, spagnola e romana, l’avversano e lo considerano pericoloso specie per i suoi studi di “antropologia teologica” e sul “peccato originale” ma lui non si è mai curato di rispondere alle accuse, mostrando in ciò una libertà di spirito tipicamente gesuitica, simile a quella di Papa Bergoglio di fronte ai tanti attacchi. “Ciascuno è libero di criticare” disse nell’intervista citata: “Questi pareri non mi preoccupano più di tanto. Del resto se sono stato chiamato a questo incarico vorrà dire che non sono considerato un pericolo”.
Lo sapevo, caro Luigi, che non saresti restato a lungo lontano dal blog!
Personalmente sono rimasto sorpreso della mancata conferma di Muller. Forse in un periodo così turbolento poteva svolgere un ruolo di mediazione tra tradizionalisti e innovatori. Ma questa è solo una mia idea e come per la nazionale ogni tifoso ha in mente la propria formazione ideale, anche qui alla fine la formazione la decide l”allenatore. Non c’e’ che da fare sinceri auguri per il compito non facile che attende il.neonominato prefetto.
Non mi sbilancio sulla nuova nomina del prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede, ma devo dire che mi piace molto che abbia detto che “ciascuno è libero di criticare…questi pareri non mi preoccupano più di tanto…”
Davvero una libertà di spirito apprezzabile, dal mio punto di vista.
Anche io gli faccio gli auguri per il compito impegnativo che lo attende.
La non riconferma del cardinal Muller (u con dieresi) non è stata oggettivamente un bel fatto. Che non ci fosse feeling tra papa e cardinale l’avevano capito tutti. Ognuno faceva a meno dell’altro. Probabilmente, come sempre in questi casi, ci sono elementi critici di “ordinaria convivenza” che sfuggono alla cronaca ufficiale.
Oltre ai possibili motivi che indica (come sempre, con grande correttezza professionale) Accattoli c’è stata la infelice e ingenua affermazione dei primi tempi del “quadriennio ereticale” (affermazione mia) in cui Muller parlava della necessità di una fondazione teologica dell’attuale pontificato, dato che chi lo regge non è un teologo.
Quanto a Ladaria sono di buon auspicio per il suo servizio, oltre che la sua riservatezza, le cautele o le riserve pregiudiziali dei tradizionalisti.
Chiarissimo: spoil system.
Come scriveva Maria Cristina Venturi: dieci piccoli indiani…
Resta il dubbio (ah no! Scusate ho sbagliato parola), resta la domanda se questa volontà del Papa sia anche volontà di Dio.
Mi e’venuta in mente stanotte durante una crisi di insonnia la trama di un thriller fantaclericale,stile Dan Brown. La trama e’questa ,dieci cardinali ,appartenenti a varie nazionalita’,un teologo tedesco,un australiano,un americano,degli italiani, guidati da un cardinale africano, decidono di allontanarsi dalla Curia romana e di fondare un nuovo ordine monastico in un luogo segreto e sconosciuto a tutti persino al papa: l’Ordine dei Dieci Porporati scalzi.
I dieci cardinali sono stati tutti,per un motivo o per un altro,bollati dai media comecome perfidi oppositori del pontefice regnante,e dipinti come ambiziosi, ma la loro decisione di ritirarsi in un monastero segreto e’ proprio perche in realta’ non vogliono il potere ma vogliono sinceramente il bene della Chiesa .I dieci cardinali sono giunti alla conclusione che ormai solo una intensa vita di preghiera,di penitenza,di silenzio,di digiuno,,e di sacrificio lontano dai riflettori dei media dalle interviste,potra’ forse salvare il salvabile di una Chiesa cattolica ormai allontanatasi dalla via stretta e avviata sulla via larga che porta alla perdizione. Poiche’il papa regnante non vuole neppure ascoltare le loro suppliche ,i loro consigli e i loro ammonimenti, e li considera dei nemici personali i dieci si ritirano in una specie di Monte Athos cattolico,sulla costa africana,lontano da tutti.
Naturalmente i primi mesi la stampa si interessa alla improvvisa sparizione dei dieci cardinali e le piu’disparate ipotesi vengono formulate ,compresa quella che siano stati rapiti dagli alieni .Ma dopo un po’ci si dimentica di loro. Passano tre anni.I Dieci sono riusciti a mantenere il segreto e a realizzare il loro proponimento di una vita di penitenza e di preghiera.
Ma un bel giorno nel luogo sperduto dove si trova l’Ordine dei Dieci Porporati Scalzi, mentre sono riuniti a celebrare la Santa Messa in gregoriano, arriva un emissario del locale governo islamico…..che dice di voler parlare con loro,perche.da un po’di tempo nei dintorni avvengono fatti inspiegabili,veri e propri miracoli,e la gente del posto vuole passare alla religione dei misteriosi monaci scalzi.
I Dieci Porporati Scalzi si rallegrano perche le loro preghiere e le loro penitenze sono state gradite a Dio,ma questo e’ l’inizio della loro fine:il loro nascondiglio non piu’segreto ,i dieci vengono piano piano colpiti da strane morti “accidentali”Alla fine rimangono in tre,e a quel punto capiscono che le morti dei loro confratelli non erano state accidentali. A questo punto i tre supestiti Porporati scalzi decidono di tornare a Roma.Ma arrivati a Roma scoprono che ……
Il resto alla prossima notte insonne.
🙂 🙂
Bello!!
Squallido!!
Verosimile…
L’ho letta tutta in un istante, bella, la storia m’intriga mi piace. Attendo il seguito! In quanto ad insonnia, cara Cristina, siccome anch’io dormo poco o niente penserò al finale.Anche se, la realtà, di per sé, ha già superato di gran lunga l’immaginazione
Penosa !!!
Una sola domanda: signora Venturi, sa per caso se la penitenza degli scalzi consisteva in robuste cinghiate che lasciavano il segno sulle terga?…
Un po’ di senso dell’umorismo non guasta mai.
OT per Enrico Usvelli! È cominciata la novena di Santa Veronica. Stasera ci sono andata, e ho pensato a lei.
Antonella, si avvicina il 9 luglio e non ho ancora preso una decisione definitiva sulla visita a Città di Castello. Ne avrei voglia, bisogna vedere cosa dice la famiglia.
Mi piacerebbe vederla, Enrico. Ma poi dipende dalle mie amiche, non so quando partiranno per il mare, ed io ho bisogno di un passaggio, dato che da tanti anni non guido più … Ma in fondo Santa Veronica è sempre lì. Può andare bene anche un’altra data.
Buongiorno visitatori belli. Il Corsera di oggi ha un mio secondo articolo sulla sostituzione di Müller con Ladaria:
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/07/vaticano-muller-sorpreso.html
Luigi,
l’articolo mi è piaciuto.
Scrivi:
‘Vedremo se davvero, d’ ora in poi, Francesco sostituirà tutti i capi dicastero al compimento del primo quinquennio: pare un proposito poco verosimile’
Cioè va bene non occupare cariche a vita ma in 5 anni è più il tempo che si passa ad ambientarsi che quello di effettivo lavoro?
Rispondi pure solo se ne hai voglia e con comodo, è giusto una curiosità. Se dici che è una cosa difficilmente attuabile ti credo sulla parola.
Io questo articolo non riesco a leggerlo. Ogni volta che ci clicco, si apre la pagina “non riesco a connettermi”.
Victoria riprova ora. Li ho controllati e mi pare che funzionino sia il link che ho messo nell’aggiornamento del post, sia quello che è nel commento.
Sì, Luigi. Sono riuscita, grazie.
Luigi ho letto il tuo articolo.
Mi sembra che Muller abbia intenzione di non tacere affatto in futuro sulle sue divergenze col papa. Forse Machiavelli lo avrebbe confermato per tenerselo buono…
Andrea
Quando parlerà ora lo farà come cardinale pensionato, ben altro peso avrebbe avuto una sua parola come prefetto della CSF.
Cristina vicquery
Enrico la difficoltà non è solo nella eccessiva brevità dell’incarico ma anche nel maneggio delle chiamate e dei ricollocamenti.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/07/05/muller-fuori-ma-il-vero-attacco-e-contro-veritatis-splendor/
“Deus, qui, per adoptionem gratiæ, lucis nos esse filios voluisti, præsta, quæsumus, ut errorum non involvamur tenebris, sed in splendore veritatis semper maneamus conspicui. Per Dominum nostrum…”.
In italiano, nella traduzione ufficiale:
“O Dio, che ci hai reso figli della luce con il tuo Spirito di adozione, fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, ma restiamo sempre luminosi nello splendore della verità. Per il nostro Signore…”.
intanto i cardinali dei dubia sono rimasti in tre. è morto il cardinale di Colonia
Joachim Meisner…
http://www.periodistadigital.com/religion/mundo/2017/07/05/religion-iglesia-colonia-muere-joachim-meisner-uno-de-los-cuatro-cardenales-discolos.shtml
http://www.aldomariavalli.it/2017/07/02/la-buona-battaglia-del-cardinale-muller/
E anche Scola va in pensione…