Finalmente un Papa dice che “i mafiosi sono scomunicati” e tutti capiamo l’antifona: della rivoluzione di Francesco fa parte una semplificazione del linguaggio che lo espone a critiche all’interno della Chiesa ma che rende comprensibili alle moltitudini le sue parole e a volte – come in questo caso – le mostra ispirate al “sì sì no no” del Vangelo […]. Nella Chiesa Cattolica il parto di una parola può risultare straordinariamente difficile. In questo caso è stato necessario un taglio cesareo operato personalmente da Papa Bergoglio. – Sono la testa e la coda di un mio articolo eccessivamente accessoriato pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” alle pagine 1 e 3. Nel primo commento le parole del Papa che ne sono l’incolpevole causa.
La scomunica di Francesco ai mafiosi
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La ’ndrangheta adora il male. Parole del Papa nell’omelia della messa celebrata ieri pomeriggio nella Piana di Sibari: “Quando all’adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione; quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. La vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato. La ’ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no! La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre di più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi, ce lo domandano i nostri giovani bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare. Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!“
Quando la parola si corrompe e dal “si si no no” si passa al “ma se ni ecc. ” il messaggio cristiano diventa all’acqua di rose e in sostanza inefficace. Anche sulla terribile parola “scomunica” , teologi, prelati e uomini del potere mediatico ricamano , distinguono, precisano,.. anche oggi. E’ difficile seguire Francesco per tanta parte del cattolicesimo !
Sì tutto molto bello. Però in questo profluvio di belle parole, l’unica cosa concreta mi pare sia quella precisata nella nota dei vescovi siciliani dell’82, così riportata da Luigi: «la condizione di scomunicato emergerà quando l’autore di uno dei due delitti si accosterà alla confessione per essere assolto dal peccato: il sacerdote lo informerà che non può assolverlo, in quanto colpito da ‘scomunica’ che i vescovi hanno ‘riservato’ a se stessi: dalla quale, cioè, soltanto loro possono assolvere».
Quindi, a quanto è dato capire, chi rapina o uccide in Sicilia, se si va a confessare non può essere assolto dal prete ma deve andare dal vescovo.
Questa è una norma. Mi incuriosisce sapere che ne è di chi rapina e uccide in Calabria o in Emilia-Romagna, ma la norma c’è.
Ma quando il papa dice che chi è in peccato mortale non è in comunione con Dio (perché questo, in sostanza, ha detto) …?
Luigi pare molto impressionato dalla parola “scomunicato”. E certo il papa l’ha usata proprio perché fa effetto. Ma per come l’ha usata lui, vuol dire soltanto che chi è in peccato mortale non è in comunione con Dio, quindi è scomunicato.
“Torturare le persone è un peccato mortale, è un peccato molto grave” dice Francesco all’Angelus per la giornata contro la tortura, che si fa in Italia il 26 giugno.
La scomunica decisa dai vescovi siciliani è una scomunica latae sententiae, automatica. A maggio a fatto scalpore la scomunica dei fondatori austriaci di Noi Siamo Chiesa, anche quella era una scomunica latae sententiae, in cui non c’entravano nulla nè il papa nè la CDF.
Anche nel caso dell’aborto, altra scomunica latae sententiae, il sacerdote dovrebbe informare la persona che non ne sia al corrente che è scomunicata e che può essere assolta solo dal Vescovo. Nella pratica molti peccati riservati possono sovente essere assolti validamente dai sacerdoti dei santuari, mete di pellegrinaggio, che hanno ricevuto questa facoltà dai Vescovi.In molte diocesi i Vescovi danno facoltà a tutti i sacerdoti di assolvere le donne che hanno abortito e che non erano consapevoli di essere incorse nella scomunica, cosa molto frequente.
Va bene tutto, caro Luigi, ma trovo che ci sia qualcosa … come dire … di un po’ ridicolo in questo sottolineare enfaticamente, come se avesse qualcosa di straordinario, ogni parola che esce dalla bocca del papa, anche quando dice che «torturare le persone è un peccato mortale, è un peccato molto grave». Come se finora i papi avessero lodato e promosso la tortura.
Ma cosa dici caro Luigi Franti!Prima che lo dicesse Papa Francesco a nessuno di noi era venuto in mente che torturare una persona (e anche un animale) fosse male e prima che lo dicesse Papa Francesco a nessuno noi era venuto in mente che un boss mafioso pluriomicida non fosse in comunione con Dio. Meno male che dall’Argentina e’venutp Bergoglio a farci queste rivelazioni..
Prima che ce le diicesse Bergoglio nessuno sapeva queste cose!E dunque plaudiamo tutti in coro alla scoperta dell’acqua calda:; che torturare r’peccato. grave e che fare i mafiosi e’peccato mortale.
La grande Novita’ alla fine si risolve in qu
esto :minacciare di scomunica i peccatori. Ma non era quello che avevano sempre fatto tuttti i papi?e tutti i predicatori da Savonarola
MInacciate la scomunica,l‘inferno ,la dannazione eterna. Non mi pare una grande novita‘. E non mi pare che Bergoglio possa vantare il copyrightcdi questa invenzione,la scomunica,nostante i vaticanisti si scalmanino a dire novita‘novita‘ rivoluzione
Vero Picchio
http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/18/scomunica_mafiosi_sanzione_automatica_co_0_920618069.shtml
Discepolo
qualcuno ancora adesso pensa che la tortura non sia un male, come il vescovo di Ciudad del Este in Paraguay che aveva dato asilo e proteggeva un prete argentino condannato per tortura, poi arrestato in Aprile
http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=53948
“Meno male che dall’Argentina e’venutp Bergoglio a farci queste rivelazioni..
Prima che ce le diicesse Bergoglio nessuno sapeva queste cose!E dunque plaudiamo tutti in coro alla scoperta dell’acqua calda”
Questo è l’ennesimo appiglio di discepolo per attaccare il Papa. Lei già lo sapeva che l’acqua calda è… acqua calda.
Che brava!! Che genio!! E se qualcuno ancora non lo avesse saputo? Perché le dispiace tanto che papa Francesco lo abbia ripetuto?
Potrei dire che “repetita iuvant”, invece mi limito a constatare che le anime pie come discepolo meglio farebbero a pensare bene a quel che dicono prima di fare uscire dalla bocca un fiume di parole insensate, che mai otterranno–mi dispiace tanto per lei– l’effetto desiderato.
Si dia pace, discepolo. Non continui a torturarsi così.
Vorrei modestamente aggiungere una nota alle parole del Papa sul peccato mortale che commettono quei disgraziati che torturano le persone.
Anche quelli che torturano gli animali ( e ce ne sono tanti) commettono peccato grave, a mio parere.
Chiunque fa soffrire le creature( tutte) di Dio commette peccato grave. E questo dovremmo ricordarcelo più spesso.
Dunque, dunque …picchio (una maschera) offende una persona vera, il vescovo di Ciudad del Est mons.Livieres Plano, accusandolo di essere un fautore della tortura, sulla base di un articolo di Adista (!) che fa puzza fino a qui da quanto è scopertamente fazioso in ogni sua riga (basti, tanto per dirne una, che è in buona parte basato su dichiarazioni di quel Verbitsky che sostiene che Bergoglio è stato complice della dittatura argentina).
Ora, se Luigi è intellettualmente onesto, dovrebbe sottoporla allo stesso “trattamento Gutierrez” che fece al povero Federico. O l’onore di Gutierrez vale mentre quello di Livieres no?
Franti
il sito Adista è un sito serio, sono io che ho dato per scontato una cosa che Adista non dice cioè che il vescovo sapesse che Vara era ricercato per tortura. Chiedo scusa al vescovo.
sempre a proposito del vescovo Livieres: la polemica in questi giorni riguarda l’accusa di essere un omosessuale da lui fatte all’arcivescovo di Asuncion in una intervista televisiva :
http://www.ultimahora.com/video-livieres-se-ratifica-cuquejo-es-homosexual-n801777.html
http://elioperno.altervista.org/polemiche-inconsuete-per/
http://www.ultimahora.com/solo-el-papa-puede-intervenir-el-conflicto-livieres-y-cuquejo-n802403.html
Non ho capito però cosa c’entri l’omosessualità dell’arcivescovo, non è a quello che so un peccato essere omosessuale quanto se mai trasgredire il celibato (cioè è uguale se lo fai da etero).
Come disse Papa Francesco sul caso Ricca: (Per quanto riguarda monsignor Ricca, ho fatto quello che il diritto canonico manda a fare, che è l’investigatio previa. E in questa investigatio non c’è niente di quello che accusano, non abbiamo trovato niente. Questa è la risposta. Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa. Io vedo che tante volte nella Chiesa, fuori di questo caso e anche in questo caso, si vanno a cercare i peccati, di gioventù per esempio, e questo si pubblica. Non i delitti, eh, i delitti sono un’altra cosa. L’abuso di minori per esempio è un delitto, non è un peccato. Ma se una persona, laica prete o suora, commette un peccato e poi si converte, il Signore perdona. E quando il Signore perdona, il Signore dimentica
http://www.asianews.it/notizie-it/Papa:-lo-Ior-sar%C3%A0-trasparente-e-l%27anno-prossimo-andr%C3%B2-in-Asia-28604.html)
Però forse qualche cosa mi è sfuggito nelle accuse di Livieres
Prima della recita dell’Angelus di ieri, il Papa ha commentato la celebrazione, in Italia del Corpus Domini, dicendo che la partecipazione all’Eucaristia “trasforma” e rende “capaci di amare anche chi non ci ama, di opporci al male con il bene, di perdonare, di condividere, di accogliere”.
E poi ha gridato la “ferma condanna per ogni forma di tortura”: “torturare le persone è un peccato mortale, un peccato molto grave”.
Papa Francesco è tutt’altro che un ingenuo.
Dosa le parole ed i silenzi con intelligenza ed accortezza, da vero gesuita. E probabilmente, certi silenzi andrebbero letti correttamente.
Ha detto e ripetuto più volte che i cristiani uccisi in odio alla fede sono oggi più numerosi che nei primi secoli cristiani.
Ma si è sempre guardato dello sfidare apertamente qualcuno degli odierni “torturatori” e persecutori dei cristiani, indicando nomi e fatti.
A maggio, divenne di dominio pubblico la condanna a morte in Sudan della giovane sposa e madre Meriam, per la sola colpa di essere cristiana; più precisamente Meriem veniva – in base all’aberrante sharia – condannata a morte per apostasia dall’islam, nonostante fosse cristiana fin da bambina.
Papa Francesco non ha detto nulla sulla questione. Silenzio assoluto, a dispetto della campagna mondiale per la liberazione della donna.
Forse – lo dico senza malizia e nell’assoluta ignoranza di come si stia muovendo la diplomazia vaticana su questo delicato terreno – quello di Meriam è proprio un caso di “tortura”, che meritava un intervento più esplicito e diretto.
Papa Francesco ha osservato il silenzio – se si esclude un intervento su twitter – anche sulle oltre duecento studentesse rapite da Boko Haram nel nord della Nigeria, nonostante la mobilitazione mondiale per la loro liberazione.
Certamente come dice il Cardinale Parolin: “La Santa Sede cerca la maniera più efficace per intervenire, che non sempre è quella di gridare”.
Quindi, almeno a noi, non resta che pregare per la salvezza di queste povere donne, “torturate” – non mi piacciono i termini edulcorati – dagli islamici.
P.S. dimenticavo: qualcuno ha mai sentito una parola a favore di un’altra “torturata” cristiana, Asia Bibi?
Preghiamo per lei.
E speriamo che la diplomazia vaticana faccia qualcosa (anche) per lei!
Ringrazio picchio per la correttezza di riconoscere il proprio errore e ringrazio Luigi Franti per averglielo chiesto. Potrei dire che le mie pecore hanno il fiuto per trovare la strada. Buona giornata a tutti.
Concordo con Luca. Cioè, veramente, non per polemizzare, ma che la tortura sia un peccato mortale è di una tale ovvietà che enfatizzarla rasenta il ridicolo.
Diverso sarebbe stato se, anziché generalizzare il lemma, lo avesse, Papa Francesco, focalizzato sui tantissimi casi di tortura cui sono sottoposti costantemente i cristiani nelle Corea atea e comunista ad esempio, o in Siria, dove vengono addirittura le crocifissioni. Vero è che l’appello affiché cessino tali barbarie ci fu, da parte del papa, ma non basta dire “Ho pianto quando ho visto sui media la notizia di cristiani crocifissi in un certo Paese non cristiano”. Qui ci troviamo di fronte ad una sistematica manipolazione delle notizie: la verità viene occultata, non si dice che cadono le teste dei cristiani come ai tempi del terrore di Robespierre, che i conventi vengono depretati spogliati gli altari delle reliquie , che le monache stuprate e altre oscenità! La Santa sede deve intervenire , la Chiesa ha il dovere di combattere l’Apostasia, non subirla passivamente.
http://contralaapostasia.com/2014/04/23/extremistas-islamicos-crucifican-a-dos-cristianos-por-no-aceptar-el-islam/
AIUTO! Confesso che più leggo le dichiarazioni di Mons. Galantino (sono tante che purtroppo qualcuna mi sfugge…) meno capisco il suo pensiero. Ho chiesto qualche volta a chi è più intelligente e studiato di me in questo blog (e sono tanti per fortuna) di spiegarmi qualche frase, ma ora mi dichiaro sconfitto. Vedi:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/galantino-francesco-francisco-francis-34857/
Per esempio la frase (chiarissima) “«È chiaro – ha esemplificato il Presule – che il politico, se è politico cristiano, non può trarre ispirazioni da altro se non dal Vangelo.” vuol dire solo che il politico deve condannare la mafia, non chiedere voti ai mafiosi, non fare affari con loro… od anche che nella sua attività politica deve ispirarsi SOLO al Vangelo e quindi ai valori del Vangelo? E come la mettiamo quindi cari cattolici nel PD e come votano?
E poi mi pare che si dia la zappa sui piedi quando dice che vuole una Chiesa “più povera di beni terreni e più ricca di virtù evangeliche, ……non ha bisogno di protezioni, di garanzie e di sicurezze-…” E allora l’8 x 1000? Ci ha rinunciato? Non ho parole, meglio di quanto potrei dire io dice A. SOCCI vedi:
http://www.antoniosocci.com/2014/06/i-vescovi-pauperisti-come-galantino-che-spadroneggia-nella-cei-rinuncino-per-coerenza-allotto-per-mille/
Ma scusate una domanda: Qualcuno sa che fine abbia fatto il card. Bagnasco? Ormai la gente (anche in questo blog) pensa che Mons. Galantino sia a tutti gli effetti il Presidente della CEI… Ma non sarà veramente così? Mi sono perso qualcosa?
Conseguenze del “Galantino-pensiero”: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-vogliono-abbattere-le-sentinelle-9545.htm
Ma Mons. Galantino ha sentito l’omelia odierna di Papa Francesco: http://it.radiovaticana.va/news/2014/06/23/il_papa_chi_giudica_gli_altri_si_mette_al_posto_di_dio/1102062
Chissà cosa ha pensato in riferimento alla sua bella espressione, piena d’amore e non di giudizio: “Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione di gravidanza”.
Dire che sono d’accordo con Papa Francesco è superfluo ma è bene che Egli l’abbia proclamata ( la scomunica) pubblicamente e solennemente.
Del resto tutti i cristiani che si sforzano di testimoniare il Vangelo erano e sono ben consapevoli che chi impronta la propria vita alla violenza, alla sopraffazione e al culto idolatrico della ricchezza è di per se scomunicato (cioè fuori dalla comunione con i fratelli credenti e osservanti seriamente)
Come si fa a non essere d’accordo con Papa Francesco.
La dichiarazione pubblica e solenne è quanto mai utile per tutti coloro che , dentro e fuori la Chiesa fingevano o, facevano finta di non comprendere la gravità e la inconciliabile posizione rispetto al Vangelo del complesso fenomeno mafioso.
I cristiani che sinceramente si sforzano di viver e testimoniare il Vangelo sanno benissimo che chi pratica come filosofia e prassi di vita la violenza, la sopraffazione e il culto idolatrico dei beni terreni è automaticamente scomunicato cioè fuori dalla comunione con chi vive con autenticità il messaggio di Cristo
a Sara
“Però forse qualche cosa mi è sfuggito nelle accuse di Livieres”,
penso anch’io che ci sia sotto altro, perche questo Livieres si è comportato in maniera diversa con un prete su cui pendono gravi accuse, ha infatti accolto in diocesi nominandolo addirittura vicario episcopale don Hurrutigoity. Questo prete è stato prima espulso dalla SSPX per comportamento immorale con altri seminaristi, poi incardinato a Scranton in USA venne allontanato dal vescovo americano perchè:
That SSJ founder and former Superior Carlos Urrutigoity has had a long habit of bedding down at night with young men.
That Rev. Urrutigoity supervised gatherings of young men on the Shohola property involving heavy drinking.
That the SSJ promoted a theology of pederasty.
Ora si trova Ciudad del Este dove appunto è vicario episcopale
http://www.christianorder.com/features/features_2012/features_nov12.html
…Si sta passando sempre più da visite che potremmo definire di Stato,
dove in qualche modo i politici e le istituzioni sono sempre in prima fila,
a visita prettamente pastorali.
A Cassano, Francesco ha scelto di venire a incontrare la gente.
Erano previste novantamila persone. Ne sono arrivate duecentomila.
Ma il Papa ha condotto la giornata cercando di privilegiare tutti
a cominciare dagli ultimi, dai poveri.
So che prima di ogni visita scorre con attenzione il programma, anche nei particolari.
Ritiene, infatti, di dover salvaguardare coloro che sono in difficoltà.
Sabato, ad esempio,
dopo pranzo ha visitato “Casa Serena” dove sono ospitati cinquanta anziani.
Qui non ha incontrato il consiglio di amministrazione della Casa,
ma soltanto gli ospiti».
(d.Nunzio)
http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10044
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=2QEXJX&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
Mi sembra di ricordare che Papa Francesco non sia il primo, nè l’unico Papa, ad alzare la voce contro il malaffare in generale (mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona e altre “piacevolezze” del genere). Già il beato Karol aveva gridato, in occasione di una sua visita in Sicilia: “Mafiosi, pentitevi! Verrà anche per voi il giorno del giudizio di Dio!”.
Riguardo alla “scomunica”, cioè al fatto di essere “fuori dalla comunione con la Chiesa, cioè con Dio”, anche se nessun altro uomo lo sa, lo “scomunicato” deve rendersi conto di essere tale. Lo scomunicato si trova nella “palude” del peccato: sabbie mobili dalle quali non può uscire senza l’aiuto della Grazia, quella Grazia che lo porti a riconoscere i propri peccati, a pentirsene e a effettuare una “conversione”, cioè un cambiamento “radicale” della propria vita.
Per dirla in modo che perfino io possa capire, se il malavitoso fa finta di niente, continua la sua vita di sempre, si confessa senza dire di essere scomunicato e continua ad accostarsi ai sacramenti, commette sacrilegio su sacrilegio.
Se il malavitoso morirà senza pentirsi e senza aver ottenuto il perdono di “tutti” i propri peccati (che si può ottenere “solo” accostandosi al Sacramento della Penitenza e mettendo a nudo la propria coscienza, cioè confessando “tutti” i priopri peccati – a meno di un pentimento perfetto un attimo prima di morire – e questa ultima possibilità, per quanto possibile alla Misericordia di Dio la vedo alquanto improbabile per uno “scomunicato”) credo che dopo la morte terrena, quando si troverà solo davanti al giudizio di Dio, non avrà più scampo. Gesù, ultimo e infallibile Giudice, non ci metterà molto a individuare chi è “in comunione” con la Sua Chiesa, cioè con Lui.
Con questo non pretendo di condannare nessuno – tanto per cominciare non sono in grado di farlo – però la vedo molto dura per chi, dopo la morte, si presenterà davanti a Gesù in condizione di “scomunicato”…
Picchio mi riferivo alla questione dell’omosessualità dell’arcivescovo.
Lo accusa di essere omosessuale o di avere relazioni omosessuali? (non me la cavo molto bene con le lingue)
Perchè nel primo caso non mi pareva fosse questione da usare contro un altro vescovo.
Riguardo alle accuse di Verbitsky mi pare siano da prendere con le molle, ma è davvero insolito vedere un vescovo accusare via televisione un proprio fratello nell’episcopato così direttamente.
Miriam è libera!
Grazie Signore!
Scusate ot, ma sono felice!
E perdonate certe mie illazioni nel precedente post.
Sicuramente, come dice il Cardinale Parolin: “La Santa Sede cerca la maniera più efficace per intervenire, che non sempre è quella di gridare”.
Meriam è libera!
E adesso speriamo e preghiamo per una analoga conclusione per le tristi vicende di Asia Bibi e di altri martiri del XXI secolo.
Sara
lo accusa solo di essere omosessuale per quanto ho capito io.Chi ha mai visto un vescovo dire di un suo fratello vescovo certe cose in televisione?
Per quanto riguarda la questione di don Hurrutigoity, accusato di abusi in America e ora vicario episcopale di Livieres,le accuse non sono di Verbitsky, ma dello stesso vescovo di Scranton, Pennsylvania, di Fellay il vescovo lelebvriano ( Hurrutigoity era un prete XXSP prima di essere incardinato a Scranton) e confermate da numerose fonti.
Perché è importante la scomunica? Lo diceva ieri Galantino su Repubblica: ora nessun prete può far finta di non aver capito. Dal 1975 in Calabria la Chiesa parla di mafia e ‘ndrangheta, usando parole come “piaga” “condanna”, ma senza spiegare con chiarezza l’atteggiamento da assumere nei confronti dei mafiosi. Nel 2006 Bregantini formalizzò la scomunica (trovo che lui e Bergoglio siano in sintonia su un’infinità di aspetti), 14 anni prima Agostino (che pure di Bregantini fu maestro) a Crotone emanò un direttorio che di fatto allontanava i mafiosi dai sacramenti ma evitando “il proclama” della scomunica per una serie di ragioni tra le quali la volontà di evitare “una nuova emarginazione”. Le parole di Francesco a Sibari fanno chiarezza ma restano solo un primo passo: ora bisogna dare indicazioni operative ai parroci di paese che si trovano a fronteggiare da soli i prepotenti locali
Grazie andreacs. Potresti mettere qui qualche passo dei testi dei vescovi Bregantini e Agostino?
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/ndrangheta3/vescolocr/vescolocr.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/10/09/mafiosi-pentitevi-niente-sacramenti.html
Più generale
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/06/18/la-chiesa-scomunica-mafiosi-chi-li.html
http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/18/scomunica_mafiosi_sanzione_automatica_co_0_920618069.shtml
Si funerali:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/04/era-un-mafioso-niente-funerale-la-svolta-storica-del-vescovo-di-agrigento/284029/
http://www.articolotre.com/2013/05/papa-francesco-ai-vescovi-niente-funerali-in-chiesa-per-i-mafiosi/
Grazie Sara1, il testo significativo di Bregantini è proprio quello. Di seguito un passaggio di ciò che scrisse Agostino:
“È vero che i mafiosi del nostro territorio hanno bisogno di essere educati, evangelizzati, ma devono anche essere scossi. Ma non si tratta, come alcuni chiedono, di emettere per loro la scomunica-proclama. Tale proposta è stata molto discussa nella nostra Chiesa, specie tra i presbiteri. Noi sappiamo che ogni pena nella Chiesa non è per rompere definitivamente la comunione, ma per cercarla nella verità. Al di là di questa motivazione del fine della pena, la scomunica, poi, non è perseguibile per tanti motivi che qui elenco:
– nel nostro contesto sarebbe una nuova emarginazione;
– non è applicabile per la indeterminatezza dell’organizzazione mafiosa e per un generico, diffuso comportamento evasivo che, in un certo senso, penalizza tutti;
– non è nello spirito della Chiesa del Concilio, che non vuole la moltiplicazione delle pene, ma la proposta di nuovi impegni di evangelizzazione.
Qualcuno, insistendo, dice che tale pena, latae sententiae – cioè già fissata – pur se inferta nel vago e nell’indeterminatezza, otterrebbe uno scuotimento, una paura e, quindi, un freno nel nostro ambiente e nel tipo di religiosità che, da noi, è diffuso. Ritengo, però, che proprio per questo motivo non bisogna generare nuove paure che creerebbero nuove frustrazioni. Piuttosto dobbiamo generare all’autentica libertà, liberando l’uomo del nostro territorio dai non pochi condizionamenti che lo disorientano”.
Queste invece le restrizioni fissate da Agostino:
“a. tali soggetti non siano ammessi ai sacramenti dell’Eucaristia e del Matrimonio, se non sono interiormente pentiti. Dovranno manifestare ciò nella richiesta sincera dei sacramenti e nell’accettazione di una particolare preparazione;
b. non siano ammessi a fare da padrini, a far parte di comitati di feste o a compiere gesti impegnativi e pubblici nella vita della Chiesa;
c. le esequie di chi muore perché ha partecipato a conflitti armati mafiosi ed è notoriamente conosciuto come tale si celebreranno con la sola liturgia della Parola, senza Celebrazione Eucaristica. Tale limite vale anche per chi è stato condannato per omicidio mafioso o per rapina e muore senza aver dato segni di vero pentimento;
d. onde evitare confusione o evasione e far crescere la coscienza ecclesiale ogni decisione deve essere maturata nella comunità parrocchiale per mezzo del Consiglio Pastorale e sottoposto dal parroco all’Ordinario;
e. l’Ordinario deciderà nell’amore e per l’amore che, anzitutto, è amore alla verità. Non c’è pace, infatti, senza verità e giustizia”
“Lo scomunicato si trova nella “palude” del peccato: sabbie mobili dalle quali non può uscire senza l’aiuto della Grazia, quella Grazia che lo porti a riconoscere i propri peccati, a pentirsene e a effettuare una “conversione”, cioè un cambiamento “radicale” della propria vita.”
I mafiosi sanno bene di essere nel peccato grave; lo sanno anche se non ci fosse alcun Papa a dirglielo. La voce della coscienza la sentono anche loro. Chi uccide si rende conto perfettamente di non essere più legato a Dio. Il brutto è che se i ministri del culto continuano ad accoglierli come se niente fosse, allora si sentono legittimati ad obbedire a chi è a capo delle organizzazioni mafiose. E costui per loro è il vero dio.
Vero è che forse non tutti i preti e i vescovi conoscono quelli che compongono la fitta trama delle organizzazioni a delinquere.
Comunque, che questi criminali sappiano o no di essere scomunicati, Dio vede e sa. A Lui l’ultima parola.
Chi sulla terra ha il compito difficilissimo di sconfiggerli in qualsiasi modo, deve fare tutto ciò che è in grado di fare. Il resto va lasciato nelle mani di Dio.
Grazie Andrea, una parte delle parole di Agostino erano riportate nel secondo link di Repubblica ma trovo molto belle quelle che ha riportato lei.
🙂
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/antimafia-il-cammino-della-Chiesa.aspx
Non so se interessa, ma Meriam è stata nuovamente arrestata.
È durata poche ore l’esultanza per la sua liberazione: il giorno successivo al rilascio, Meriam è stata arrestata da 40 agenti del Servizio nazionale di intelligence mentre si trovava in aeroporto e portata insieme ai famigliari nella sede centrale dell’agenzia di sicurezza.
Proporrei di pregare per lei e la sua famiglia – e mettere in secondo piano le lacrime per la sconfitta dell’Italia.
Povera Meriam e poveri noi!
Bel risultato della politica di “non intervento” del Vaticano.. Dopo la breve liberazione:“La Santa Sede cerca la maniera più efficace per intervenire, che non sempre è quella di gridare”, ha giustificato il cardinale Parolin, segretario di Stato.
E non stiamo a fare l’esempio dei “silenzi” di Pio XII, erano tempi mooolto diversi, basta sapere un po’ di storia….
Ma certo, bisogna esecrare i vecchi parroci un po’ rintronati che scrivono, ahimè, stupidaggini sul bollettino parrocchiale, mai pensando che andrebbero a finire sui giornali nazionali, e invece, come insegna Mons. Galantino, stare zitti per non offendere chi ammazza, tortura, i cristiani (vedi Boko Haram, Siria, Iraq ecc., ma anche le “sentinelle in piedi” a Modena e Siena, e vedi: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-via-da-quiquella-scandalosaave-maria-9566.htm
Quoto l’intervento di Gianrinaldo e mi unisco alla preghiera di quanti oggi hanno proposto di pregare per Meriam e per tutte le vittime di persecuzione.
La persecuzione dei cristiani dovrebbe essere non una delle tante cose di cui la chiesa si occupa, ma la prima cosa. La più importante. Perché quando un cristiano viene perseguitato per la sua fede è Cristo che viene messo in croce. Il sangue dei cristiani è, letteralmente, sangue del corpo di Cristo.
Se non c’è questo al centro, tutte le uscite verso le periferie sono in realtà delle fughe. Se c’è questo, sono processioni in cui veramente si porta Cristo in croce agli uomini.
Per questo motivo, qualche tempo fa sono andato dal mio vescovo a fargli questa proposta: indicare autorevolmente a tutti i preti della diocesi che in ogni messa si facesse una preghiera “per i cristiani perseguitati”. Penso che fare questo, oltre all’efficacia che ha in sé la preghiera liturgica, sarebbe molto importante per ricordare a tutti quelli che vanno a messa, almeno ogni domenica, la realtà della persecuzione.
Il vescovo mi ha ascoltato gentilmente ma ha lasciato cadere la proposta.
La rilancio a voi, sia perché ciascuno pensi se vuole farla sua e proporla alla sua diocesi, sia perché si prenda in considerazione l’idea di farne oggetto di una petizione pubblica, che potrebbe partire proprio da questo blog, da rivolgere alla CEI.
Condivido la riflessione e la proposta di Franti.
E sei anche l’unico. 🙂
Condivido anch’io la proposta di Luigi Franti.
Non abbandoniamo i nostri fratelli nella Fede, vittime della barbarie e delle discriminazioni.
Franti, ti aspettavi maggiori entusiasmi? Qui?