L’annuncio della “rinuncia” del papa ha sorpreso tutti e al momento non ho elementi per interpretare: mi chiamano agenzie, televisioni, giornali e neanche riesco a concentrarmi. Il “Corriere della Sera” mi ha richiamato in servizio e mi ha già chiesto due articoli. Capisco che devo disdire tutti gli impegni che avevo preso da qui alla fine di marzo. Benedetto scenderà dalla cattedra il 28 febbraio e da quel momento sarà “sede vacante”. In genere la sede vacante dura una quindicina di giorni o poco più, dunque a metà marzo dovremmo avere il nuovo papa. Probabilmente prima, perché stavolta l’inizio della “vacanza” non è improvviso e non ci sono da fare le esequie del papa defunto. Al momento realizzo soltanto questo pensiero: che dovremo tenere conto, nell’interpretare la notizia, della particolare umanità di papa Ratzinger, della sua inclinazione all’umiltà e alla discrezione, della sua psicologia di uomo di studio che aveva tante volte espresso – da cardinale – il desiderio di ritirarsi a vita privata e di tornare agli studi. Ecco ora l’ha fatto, alla ricerca, io penso, anche di quella pace che tanto aveva desiderato per i suoi ultimi anni e che gli era venuta a mancare. E nella fiducia – anche questo è importante – di poter lasciare ad altri il peso delle chiavi. Gli dico “bravo” per non essersi lasciato condizionare dal peso della tradizione e per aver preso la sua decisione – come pare sia – senza consultare nessuno, obbedendo alla propria coscienza. Ora vado a scrivere i due articoli che mi hanno chiesto e domani metterò qui il link per i visitatori che li volessero leggere.
La rinuncia del papa: gli dico “bravo”
87 Comments
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Ne scriveva Socci già il 25/09/11:
http://www.liberoquotidiano.it/news/home/829920/Antonio-Socci-su-Libero-l-aveva-detto—La-tentazione-di-Papa-Benedetto-.html
Oddio solo l’idea che il Papa pensi come Socci…
Sono ancora sconvolta per dire bravo o meno ci mediterò.
“We were all in the Sala del Concistorio in the third loggia of the Apostolic palace. After giving the date for the canonisation, the 12th of May, the pope took a sheet of paper and read from it, in latin.
He just said that he was resigning and that he would be finishing on February 28. We were all left … [he tailed off, lost for words]
The cardinals were just looking at one another. Then the pope got to his feet, gave his benediction and left. It was so simple; the simplest thing imaginable. Extraordinary. Nobody expected it.
Then we all left in silence. There was absolute silence … and sadness.” (Monsignor Oscar Sanchez)
Homo sum, humani nihil a me alienum! …nemmeno la vecchiaia e la mancanza delle forze.
Giovanni Paolo II e Martini gli hanno, forse, aperto la strada per una scelta responsabile, coraggiosa.
Sia.
Benedetto.
Un abbraccio pieno di bene e di gratitudine a Benedetto
Un amico mi segnala una dichiarazione “ufficiosa” del Card. Romeo di qualche tempo fa. Non so quanto possa essere attendibile, ad ogni modo relata refero:
“Circa un paio di anni fa, il Cardinale Romeo, nel corso di un suo viaggio, non segreto, ma riservato, in Cina incontrò degli uomini d’affari palermitani. Parlando a braccio con loro raccontò, più o meno, che Benedetto XVI è molto malato. I medici gli davano una speranza di vita non molto superiore ai due anni (ci saremmo quasi). Pertanto stava, già allora da tempo, organizzando le cose in modo da essere lui stesso colui che avrebbe predisposto il Concalve, allo scopo di favorire il più possibile l’elezione del Cardinale Scola. Parlò liberamente di ciò, perchè si fidava dei Palermitani. Però, si dimenticò di dove stava. Ovvero che, in Cina, i servizi segreti monitorano continuamente ogni singolo respiro di ogni straniero di riguardo. Figurarsi degli affaristi siculi, per non parlare del Cardinale. Forse pensava che, esprimendosi in vernacolo, i cinesi non avrebbero capito. Il regime cinese ha saputo tutto (magari non subito, ma dopo il tempo necessario di trovare un traduttore in grado d’interpretare il palermintano stretto). I Capi cinesi, per vedere di nascosto l’effetto che fa, hanno chiuso tutti e due gli occhi su fughe di notizie. Quando divennero pubbliche, il Cardinale ammise il viaggio, l’incontro con gli affaristi, ma negò il resto”.
Con profonda commozione ascolto “la” notizia e non posso fare a meno di ricordare il Papa Giovanni Paolo II e di quando le sua salute gli impediva una presenza esternamente piena…ma confortava la sicurezza di una presenza interiore più che piena… Quando penso al fatto che non si curò per essere in pieno presente così come dicono ora per l’attuale Pontefice… Il mio trovarmi il Parkinson mi prefigura con vero terrore di vedermi così come veniva ripreso impietosamente nelle attività del suo altissimo servizio….Per questo mi immedesimo un po’ ed indegnamente nei nostri due grandi Papi ed istintivamente rimetto ogni giudizio nel confronto tra i due comportamenti visti gli imperativi impegni del servizio ecclesiale in questi tempi complessi perchè non è giudicabile questa scelta e solo può rimandare a quel “giudizio della coscienza” di cui il nostro Santo Padre ha parlato.Per questo prego ed abbraccio forte forte il nostro papa sicura che continuerà ad essere un riferimento per tutti noi che siamo Chiesa.
Di una cosa si puo’ essere sufficientmente sicuri, alla luce di svariati decenni di sevizio di Ratzinger prima e di Benedetto poi. Quali che siano le motivazioni della sua scelta, l’ultima preoccupazione che ingombra la sua mente è quella di pilotare la successione e di voler favorire o questo o quello.
Concordo in pieno con te, Luigi.
Il Papa ha il grande merito di avere rotto con la tradizione e di avere ascoltato la sua coscienza. Un fatto importantissimo.
È stato davvero intelligente e responsabile.
Anche io dico “bravo bravo bravo” a Ratzinger.
Ritengo comunque che si sia consultato, in gran segreto, con qualcuno e ne abbia ascoltato il consiglio prima della grande decisione. Qualcuno di cui sapeva di potersi fidare ciecamente (magari il fratello).
Gli auguro di cuore di poter trascorrere in pace e serenità quel che gli resta (spero molti anni ancora) da vivere.
Rotto con la tradizione no Marilisa anzi erano 6 secoli che un Papa non si dimetteva, i precedenti (5 o 6 da quanto ho capito) sono tutti antichi.
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/papa-pope-el-papa-22134/
Oremus pro Pontifice nostro Benedicto. Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra. Et non tradat eum in animam inimicorum eius.
Ultimamente Benedetto XVI è stato insultato in ogni modo su twitter. Chiedo a tutti coloro che frequentano il pianerottolo di accedere e di scrivere parole di gratitudine e di incoraggiamento.
In preghiera per la Chiesa e per Benedetto XVI.
Per ora, solo questo mi viene da fare e pensare.
Un abbraccio a tutti.
Tempo fa
il Papa disse, citando Terenzio: “Senectus ipsa est morbus” e questa frase, detta da uno che generalmente non si parla addosso, avrebbe dovuto far riflettere. Io credo che già allora pensasse a questo ultimo, importante, “grande passo”.
In un mondo popolato di gente che parla tanto per far prendere aria ai denti (o alle protesi dentali) ancora una volta arriva dal cristianesimo una “parola” consapevole, umana, “da Papa”…
Mentre mi unisco alla preghiera perchè il Signore Gesù assista la Chiesa in questo momento particolare, vorrei segnalare la coincidenza della data,di questo epocale annuncio (nei secoli passati si ricorda un Gregorio XII e il famoso Celestino V ) – ma sicuramente Lei sig. Accattoli l’avrà notata – :
11 Febbraio.
Questa data nel calendario è dedicata alla B.V.Maria di Lourdes ed è una data che tengo in grande considerazione per una piccola ma grande grazia che la Vergine ha voluto elargirmi in occasione di un importante evento chirurgico.
Attendo i suoi articoli e grazie.
Non mi associo ai cori gioiosi di chi batte le manine “bravo , bravo Benedetto” come se si trattasse di una bellissima notizia.
E’ una notizia tragica e tristissima …il buon nocchiero abbandona la barca per stanchezza, perchè non ce la fa più
se non vi rattristate di questo non avete cuore….
There was absolute silence … and sadness
http://www.youtube.com/watch?v=O8i-F4azBRs
No, discepolo, “bravo” non è per il fatto che il suo corpo ceda.
Si apprezza, penso, la forza interiore, la saggezza, la lucidità di chi si ritira per rispetto verso la missione che deve copiere.
Luigi, ma se ci si aspetta che il conclave inizi verso il primo di marzo significa che materialmente sarà convocato a breve, a papa ufficialmente ancora regnante? E’ possibile una cosa del genere? E chi lo convocherebbe, essendo un potere che si ha solo “sede vacante”? O verrà convocato dopo il 28 ma a strettissima scadenza? Immagino che i cardinali stiano già facendo le valigie, ma secondo me il problema formale c’è tutto. Scusa le domande e il formalismo.
Ma poi come finirà con due Papi in vita l’infallibilità papale?
Cioè il Papa non è la regina Elisabetta (che a dimetterci intanto non ci pensa per niente) questa abdicazione è molto terrena ma il ruolo spirituale?
Per quanto riguarda la possibilità di avere il nuovo papa per metà marzo, ipotizzata da Luigi, mi permetto di osservare che, dal punto di vista del diritto canonico, la Sede apostolica diventerà vacante dalla sera del 28 febbraio. Secondo quanto prevede la costituzione apostolica “Universi dominici gregis” di Giovanni Paolo II, il conclave dovrà essere convocato non prima del 15.mo giorno e non oltre il 20.mo giorno dall’inizio della Sede vacante (art. 37). conseguentemente, sebbene la vacanza sia stata prevista con largo anticipo, il conclave dovrà iniziare non prima del 15 marzo né dopo il 20 marzo. L’annuncio anticipato dal Santo Padre della rinunica al proprio ufficio consente ai Cardinali di avere una ventina di giorni in più per pensare all’elezione del Successore…
Sara, l’infallibilità come tutte le altre caratteristiche della giurisdizione del papa (diciamo così) cessano con le sue dimissioni. La prerogativa dell’infallibilità sarà del solo futuro papa regnante.
Giuco, normativa alla mano concordo con te ma mi sembrava che sulla scia delle parole di p. Lombardi si pensasse a un conclave già convocato per l’inizio di marzo.
Si si Luca, questo lo immagino ma due Papi in vita è una novità cui abituarsi, mi rendo conto che finora ho considerato le prerogative del Papa qualche cosa di “indissolubile” non so come il matrimonio.
Inoltre un’altra cosa che mi chiedo è la questione della collegialità, il Papa ha deciso in completa solitudine senza consultarsi e rivelare nulla a nessuno.
E’ una novità e nello stesso tempo un salto indietro o un salto avanti non ho ancora metabolizzato.
Discepolo, ma perché le piace TRAVISARE tutto?
A lei non sembra che all’età di 86 anni uno possa non avere più voglia di portare addosso un peso tanto gravoso? E che non si senta più in grado di governare una “barca” che richiede vigore fisico e mentale e per la quale è necessario un “nocchiero” all’altezza della situazione?
Vorrei vedere lei a quell’età esercitare la sua professione.
Mi pare significativo che Benedetto abbia scelto la giornata mondiale del malato per dare l’annuncio del ritiro.
Tenerezza e grande rispetto mi suscita la sua decisione.
Gli auguro ogni bene.
Inoltre vedendo le storie dei precedenti rifiuti, può entrare nella scelta anche il clima di grande divisione della attuale Chiesa?
E’ un atto moderno di semplice volontà di smettere o un atto più “tradizionale” di governo?
Bho, io continuo a trovarlo abbastanza sconvolgente.
Sara, di sicuro non è ordinaria amministrazione 🙂
@Giuco
non credi che la scelta della data da parte di BXVI sia tale da consentirci di avere un nuovo pontefice prima di Pasqua?
Non so, a me parrebbe una cosa bella…
Credo (penso, spero…) che Benedetto abbia scelto a ragion veduta non solo il giorno che ricorda Lourdes, ma il lunedì nell’immediatezza della Quaresima.
Quaranta giorni di silenzio e di penitenza, in attesa di una Pasqua per tutta la nostra Chiesa così provata…
Una Quaresima di penitenza e di preghiera per la Chiesa, davvero, da parte di tutti noi.
Mentre lo scrivo mi tremano le mani…
Penso che se benedetto XVI ha preso questa decisione abbia soppesato bene ogni aspetto, dato che è un uomo molto riflessivo.
Questa occasione penso che sia un invito a tutti noi fedeli a compartecipare alla vita della Chiesa che sta vivendo un momento difficile con la nostra vicinanza umana e spirituale, concordo per una quaresima di penitenza e di preghiera, dopo arriverà in tutti i sensi la PASQUA DI RESURREZIONE..
Se il Santo Padre avesse rinunciato al Suo ufficio con effetto immediato, il conclave avrebbe dovuto iniziare necessariamente tra il 26 febbraio ed il 3 marzo. La Sua scelta di rinunciare con effetto dal 28 febbraio (spostando così in avanti l’inizio del conclave di ulteriori 17 giorni), mi sembra particolarmente attenta all’esigenza dei Cardinali di avere maggior tempo a disposizione per ponderare le loro scelte.
Non dimentichiamo poi che nel 2007 Benedetto XVI ha modificato la legge del conclave, prevedendo, in caso di circa 34 votazioni infruttuose, la necessità di passare al ballottaggio tra i due nomi più votati nell’ultimo scrutinio; mentre però Giovanni Paolo II aveva previsto la sufficienza della maggioranza assoluta per il ballottaggio, Benedetto XVI ha stabilito anche in tal caso la necessità di una maggioranza dei 2/3 dei Cardinali elettori, con ciò esprimendo l’esigenza di una scelta largamente condivisa.
Sara1, perché tante domande strane? Perché lo “sconvolgimento?”
A parte il fatto che Benedetto XVI in un suo libro-intervista (Luce nel mondo) del 2010 aveva detto che non riteneva illecita una rinuncia al papato nel caso di una impossibilità ( di qualsiasi natura) a portarlo avanti, e parlava in generale e non di sé in particolare, io trovo che il dimettersi dal governo di un’Istituzione come la Chiesa ( ma anche di altre Istituzioni, per es. la Presidenza della Repubblica) quando si verificano le condizioni di cui sopra, sia un atto meritorio di responsabilità legato ad intelligente consapevolezza di non poterla dirigere nel migliore dei modi, a meno di lasciarla, senza dirlo, nelle mani di altre persone vicine.
Governare la Chiesa non significa solo pregare e annunciare il Vangelo. Significa molto di più, tanto è vero che non credo ci sia un solo cardinale che ambisca a ricoprire tale ruolo estremamente impegnativo per quanto prestigioso sia.
Il papa precedente andò avanti fino alla morte, reso irriconoscibile dalla malattia.
E ogni volta che si presentava in pubblico era un tormento anche per chi lo vedeva. A che pro? Chissà quante altre persone “governavano” la Chiesa al posto suo. Che ne sappiamo noi?
Molti si chiedevano perché mai non si dimettesse. Io pensavo che non potesse farlo, ma non era così a quanto pare.
Fu una sua scelta a mio avviso discutibile. Non so se lui o altri abbiano detto che la Croce va portata fino in fondo.
Trovo molto più apprezzabile il gesto di questo Papa che, ritirandosi non senza approfondite riflessioni, porterà ugualmente la Croce della vita.
È verissimo che la vecchiaia è già di per sé una malattia
Del resto, lascia “per il bene della Chiesa”–ha detto– e tanto basta.
Tutto il mondo è rimasto colpito solo perché impreparato ad una novità indiscutibilmente epocale.
Marilisa il libro l’ho letto quando è uscito conoscevo benissimo quella frase, sconvolta si parliamo del sesto o settimo caso in duemila anni ci sarà il diritto di stupirsi no?
Ma non era lei che i dubbi sono il massimo della vita?
Per me Giovanni Paolo II none era un tormento ma un esempio altissimo e un monito continuo, ridurre la vecchiaia ad una malattia per cui devi ritirarti a giocare a bocce, bho che dire, è appena morta Levi Montalcini a 100 e passa anni e non mi pare facesse solo passeggiatine al parchetto.
Esprimevo domande ad alta voce tutto qui.
Non me la sento di commentare le dimissioni del Papa, troppe cose non conosco e forse non conosciamo, ma ho fiducia in Benedetto XVI, e pertanto sono convinto che la sua sia una scelta giusta.
Quanto poi alle dietrologie varie ed ai tecnicismi della successione, sono ancora meno competente e, se vogliamo, meno interessato.
Ho incontrato quello che ritengo sia il vero Benedetto XVI nel libro Luce del Mondo, citato anche da Padre Lombardi nell’annuncio dato nella conferenza stampa relativa alle dimissioni, pubblicato alla fine del 2010.
In esso (Cap. XII) il Papa invocava una “rigenerazione delle forme di religiosità”, affermava che “è necessaria una nuova evangelizzazione”, ricordava della necessità che la Chiesa sia un “organo di unità, .., che non agisca in modo dittatoriale, ma dalla profonda comunità fi fede”, diceva che “è necessario che i vescovi riflettano seriamente su come possa darsi alla catechesi un cuore nuovo, un volto nuovo”.
Oggi siamo all’inizio del 2013, e molte di queste istanze sono completamente assenti dai vari programmi pastorali, dalla cima della CEI in giù.
Qualcosa si è fermato per strada, e forse il Papa se ne è accorto.
Stimo Benedetto XVI, e, certamente, non ho dubbi in Dio.
E tu, sara1, perché senti la necessità di polemizzare? E che cosa c’entrano i dubbi? A parte il fatto, se mi consenti, che io non ho mai detto che “sono il massimo della vita”.
La vecchiaia un’occasione per giocare a bocce? Chi l’ha mai pensato?
“Boh!” a questo punto lo dico io.
Ho l’impressione che anche tu sia portata a travisare.
Esprimi pure domande ad alta voce, e pensala come vuoi.
Credevo di aver espresso le mie domande con la dovuta gentilezza se sono parse irrispettose me ne scuso.
Però o che ci posso fare mi ha sconvolto questa cosa, chiedere non è polemizzare.
Sono sempre restio ad esprimere giudizi sulle scelte che riguardano in primo luogo la vita di chi le compie. Mi ispira, però, umana simpatia e molta, la decisione inaspettata e decisamente controcorrente, di un uomo che ha smesso volontariamente di essere uno dei potenti della terra riconoscendo la sua debolezza, che sia del corpo o dell’anima. Non la debolezza di colui che ha paura di affermare ciò in cui crede ma quella di chi usa il pastorale per sostenersi e non per brandirlo. E ora, che il Dio in cui credete ve la mandi buona. A voi a e tutti.
Sarà sempre ‘buona’, Leopoldo:
‘Dio vide ciò che aveva fatto ed ecco, era cosa molto buona’ (Gen 1,31).
Anche in questo caso, però, bisogna vedere se lo sarà entro i nostri piccoli parametri o nella misura dell’eternità…
Leopoldo il Papa in teoria non dovrebbe affatto essere un potente della terra; già nel medioevo si identificava nel servo dei servi di Dio. Il Papato non è un onore ma un servizio questo è il senso.
Però forse questo gesto vuole metterne in evidenza ancora più strettamente l’umiltà e la fragilità rispetto al potere e lo splendore.
Chissà è da meditare.
@Nico
Io non riesco comprendere l’eternità, forse a definirla ma non a comprenderla (nel sendo di capirla e nel senso di contenerla). Sto solo ai miei piccolissimi parametri, gli unici che ho. Per di più, è un momento in cui m’interrogo molto sul tempo, sul senso del prima e del dopo e su che cosa significhino. Specie di sera, quando smetto di lavorare, nella periferia d’una città piena di ciminiere, col tramonto che fa da sfondo alle finestre dei condomini che, una ad una, s’illuminano, con tutta quella vita dietro.
28 febbraio 2013, alle ore 20.00
Come nella morte cessa l’incarico di Papa Benedetto XVI.
Joseph Ratzinger non avrà più il titolo dell’incarico e non esisterà più il titolo “Benedetto XVI”
Joseph Ratzinger diverrà semplicemente “Vescovo emerito” di Roma.
Finalmente
un papa Benedetto mi ha stupito.
Mi ricorda la capacità di stupire di Giovanni XXIII
Un grande,
straordinario passo,
verso
il rinnovamento del Ministero Petrino,
del Papato.
WOW !
@Leopoldo
Nessuno di noi riesce a comprendere l’eternità, perchè l’eternità ci comprende,
vi siamo immersi
…possiamo solo lasciare che uno sprazzo di eternità ci abiti e dilati il nostro sguardo, il nostro respiro, il nostro passo…
ci riempia il cuore di un senso di infinito, di una sete a cui nulla basta più se non Dio solo…
(balbetto – perdonami)
Benedetto XVI pur rinunciando al papato si stabilirà nell’unico posto davvero essenziale per la Chiesa di oggi: nel monastero costruito in Vaticano.
Ha scelto la preghiera per la Chiesa, così come aveva fatto Martini.
Questa è la stata la perla della Sua scelta. Un inedito Pietro orante.
Un fulmine ha colpito in ieno la cupola di San Pietro un paio d’ore fa….impressionante!! Cattivo presagio…
Ma no, non sarà Pietro ma solo il cardinal Ratzinger. per questo chiedevo, un vescovo emerito non è che non è più vescovo, ma di Papi non ce ne possono essere due, il Papa è uno solo.
Onestamente non so come sia affrontata nell’ambito del diritto ma di certo porterà a rivedere il magistero petrino. (il che magari sarà un aiuto in ambito ecumenico però la questione avrebbe magari potuta essere decisa collegialmente).
Prossimamente teologi e canonisti chiariranno (spero).
“Chiedo perdono per tutti i miei difetti.”
Benedetto XVI, oggi.
Clo, anch’io ho pensato la stessa cosa, ma … se invece fosse la svolta decisiva per il meglio?
Benedetto XVI ha scelto il cuore della Chiesa, la radice e la sua linfa: ha scelto la preghiera e la meditazione.
E’ importante chi guida, ma lo è ancora di più chi fa da occhi a chi guida e lo fa senza pressioni esterne.
Ecco forse perchè Benedetto XVI gìha detto “per il bene della Chiesa”
Forse non è un fulmine, forse è un’illuminazione anche perchè nessuno sapeva di questa decisione del Papa … forse solo il card. Martini lo sapeva, forse l’ultimo colloquio privato tra loro due riguardava solo questo.
Forse nella sua immensa e nascosta umiltà ha voluto togliersi dai riflettori prima dell’inevitabile (ho sentito che è molto malato).
Ripeto mi ricorda tanto il card. Martini.
A Benedetto XVI ed al Suo successore:
Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.
Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Il Signore darà ordine ai suoi angeli di proteggerti ovunque tu vada.
Essi ti porteranno sulle loro mani e tu non inciamperai contro alcuna pietra
Adesso parlo, per un attimo, da giornalista (e chiedo scusa a Luigi per l’invasione di campo), poi torno a fare il visitatore.
Modo visitatore OFF
Penso che Joseph Ratzinger abbia fatto il gesto più rivoluzionario mai vistosi nella Chiesa dalla chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II l’8 dicembre del 1965. Il resto, per me, è fuffa.
Modo visitatore ON
Chi ha collegato il fulmine al “segno dal cielo” sbaglia.
Il fulmine parte dalla terra infatti. La punta di un campanile concentra le cariche elettriche, idem quella di una cupola, e cerca il cortocircuito con il cielo.
Non c’e’ nulla di simbolico in questo. Nulla. Perchè di fulmini in un anno ne cadono tanti. E non è nemmeno a “ciel sereno” visto che c’è una perturbazione imponente che attraversa l’italia.
Lasciamo le superstizioni.
Mi veniva invece in mente una cosa: quando il Papa dà le dimissioni nessuno deve accettarle:
Il Papa Benedetto XVI ha dimissionato il Cardinale Joseph Ratzinger ritenendo con certezza davanti a Dio che, a causa dell’appesantirsi della vecchiaia di quest’ultimo, le energie restanti non fossero più adatte all’impegno del servizio Petrino.
(che Papa e Cardinale siano la stessa persona è un dettaglio ininfluente e fuorviante)
Alta petit Humilitas!
da ieri mattina
i giornalisti
stanno producendo
solo una montagna di fuffa
Infatti Manuel il paradosso che quello che oggi sentono come una novità moderna, rimane nei fatti un gesto di governo assoluto.
Ieri il povero Lombardi sudava freddo a cercare di spiegare quello che non gli era stato detto.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201302/130212mancuso.pdf
E la collegialità?
Io voglio dare un abbraccio caloroso a Papa Benedetto, al quale ho sempre voluto un grande bene!
Rileggendo le parole con le quali ha comunicato la propria decisione, il passaggio decisivo, a mio avviso, è quando il Pontefice dice: “Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo”.
Qui penso risieda il cuore del messaggio che il Papa vuole comunicare con il suo gesto.
Il Papa ha fatto un passo indietro? O un passo avantiIl
Io penso che sorprendendo tutti, abbia fatto un rivoluzionario passo avanti!
Il Papa aveva di fronte a sé due beni: la testimonianza nel martirio – come fece il suo predecessore Giovanni Paolo II – e l’efficacia dell’azione pastorale.
Il Pontefice ha scelto questa seconda strada.
Devo essere sincero: nel mio cuore almeno per un attimo c’è stata delusione, come se mi fossi sentito tradito da una scelta che a pelle sento di minor pregio (come non pensare agli apostoli increduli e scandalizzati di sapere il loro Maestro morto in croce?). “Rinuncia” è infatti il termine che più hanno in bocca i giornalisti, una parola che sa di sconfitta.
Il Papa ha gettato la spugna ed ha vinto il mondo, viene quasi da dire. Meglio ha fatto Giovanni Paolo II che ha lottato sino alla fine ed è rimasto al suo posto – quel posto a cui è stato chiamato da Dio – fino alla morte.
Ma quando si tratta del Vicario di Cristo e quando, come in questo caso, si tratta del teologo Joseph Ratzinger, i criteri di giudizio solo umani devono lasciare il posto a quelli trascendenti, evitando di cedere a facili schematismi. Qui stiamo parlando del successore di Pietro che deve condurre gli uomini verso la salvezza. È dal Cielo che occorre guardare questa vicenda.
Allora dato che lo stesso Pontefice ha sottolineato il fatto che la sua decisione non assomiglia ad un’agevole scorciatoia ma è l’esito di reiterati esami di coscienza fatti al cospetto di Dio, dobbiamo essere certi che questa decisione è quella che Dio stesso gli ha indicato.
Il criterio che Benedetto XVI ha seguito è l’unico valido da seguire non solo per decisioni di questo calibro ma per qualsiasi decisione di qualsiasi Papa: il maggior bene della Chiesa.
Il martirio è via obbligatoria solo se Dio lo chiede perché in quella circostanza e per quella persona è la via più efficace per contribuire al bene della Chiesa. Ma parimenti il passaggio di testimone può essere chiesta da Dio per il bene della Chiesa.
E Benedetto XVI ha dato la risposta che Dio gli ha ispirato nel cuore. Allora in questa prospettiva la scelta del Papa è stata la via indicata dalla Provvidenza, non un passo indietro ma un passo avanti nel misterioso cammino dell’economia della salvezza.
Un pontificato vissuto come la Via Crucis di Gesù, se vogliamo, è più facile da interpretare, più alla nostra portata da decifrare, perché richiama immediatamente un atto eroico, una identificazione con il Crocefisso.
La via dell’umile nascondimento – “un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore” si definì il Papa – del riconoscimento che oggi la barca di Pietro ha bisogno di vigorosi rematori comporta per noi un maggior sforzo per la nostra – spesso minuscola – fede; proprio quella virtù teologale che il Papa ci ha chiesto di meditare e approfondire quest’anno.
In questo senso la decisione del Sommo Pontefice ci obbliga a privilegiare la prospettiva teologica ed in particolare quella escatologica orientata alla salvezza eterna, prospettiva più ardua da assumere.
Per concludere, io penso che sia stata una decisione personale a lungo meditata, su cui pesa certamente la mancanza di forze per poter governare una Chiesa che vive tempi travagliati.
Ma in questo momento è importante anzitutto la gratitudine per questo grandioso e luminoso pontificato, e la certezza che a guidare la Chiesa è sempre lo Spirito Santo.
Wiva il Papa! Wiva Benedetto!
Luca “rinuncia” è usato dai giornalisti – anche il mio post inizia con questa parola – perchè è il termine del Codice:
Canone 332,§ 2: Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.
Ed è la parola usata ieri da Benedetto: “declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commissum renuntiare“
Molto interessante questo commento di Le Goff.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201302/130212legoffmartinotti.pdf
Condivido la riflessione di Luca73 e mi unisco al suo abbraccio a Benedetto XVI.
Io sono molto colpita dalla capacità dei nostri pontefici di sparigliare le carte, in un’epoca in cui tutti crediamo di sapere tutto, di tirarci fuori dalle nostre certezze e costringerci a pensare.
GP II lo ha fatto nei confronti della sofferenza, che con lui ha assunto un altro valore, opposto rispetto al tabù di cui la circonda il nostro modernismo efficientista.
B XVI lo fa nei confronti del potere, mostrando come esso sia sempre espressione di servizio.
Sopra tutto, per entrambi, la fiducia in Dio, l’Unico Necessario.
Questi aspetti non sono certo tutto, nei gesti di cui stiamo parlando, ma sono un segno, che trovo importante.
Negli articoli dei giornali di oggi compreso quelli di Luigi Accattoli si insiste che la “stanchezza” del Papa non sia solo fisica e legata all’età. Del resto l’ha detto anche lui nel suo discorso, di non avere più le forze del corpo e dell’ANIMA per assolvere al suo ministero. E tutti sono concordi nel dire che molto ha dovuto tribolare e soffrire questo papa , psicologicamente, per gli attacchi spesso personali e cattivi, come quello che seguì alle sue parole di Ratisbona, mentre il suo predecessore ha dovuto tribolare fisicamente ma non è stato sottoposto agli stessi attacchi. E non parliamo di tutte le offese e ferite all’anima sensibile e mite di quest’uomo, non ultima quella del Corvo.
Io penso che se per lui, come uomo e come cristiano, la decisione è comprensibile, e gli auguro veramente di finire in pace e senza più attacchi velenosi i suoi giorni, è comunque una decisione devastante per la luce che getta sulla realtà poco edificante della Chiesa oggi: l'”umile operaio della Vigna del Signore”, se ne va perchè la vigna si è rivelata un covo di serpenti i cui morsi velonosi non sopporta più!!!!!!.
Noi tutti , a cominciare dai vari Cardinali, da Bertone, via via fin giù all’ultimo fedele dovremmo vivere questa decisione del Papa come un monito e una esortazione: Ravvedetevi e non continuate così! dovremmo cospargersi il capo di cenere anzichè esultare : perchè abbiamo lasciato solo il Papa a combattere contro la sporcizia della Chiesa, perchè non solo non l’abbiamo sostenuto , colle nostre preghiere e facendogli sentire la nostra vicinanza e il nostro affetto, ma molto spesso sbeffeggiato , anche QUI su questo blog, anche se gli stessi che lo sbeffeggiavano con parole anche insultanti sono gli stessi che ADESSO gridano W il Papa e forse si sono dimenticati di come lo trattavano due o tre anni fa!!! Certo adesso Benedetto piace a costoro perchè… fa il favore di togliersi dai piedi, quando ha proclamato in Motu proprio piaceva un po’ meno o quando ha parlato nel viaggio in Africa sulla contraccezione .
per questo sono sconvolta e disgustata dal facile ottimismo con cui alcuni ritengono che questa decisione di portata epocale sia una cosa positiva. Se d’ora in poi questo sarà lo stile alla Nanni Moretti dei Papi, essere Vicario di Cristo non fino alla morte, ma solo finchè uno vuole, certo la Chiesa sarà più moderna, ma sarà per questo migliore???? La Chiesa si migliora solo con le novità, qualsisasi novità???, e basta la novità del Papa che si dimette per rendere più forte la fede nel cristianesimo??????????.
Le uniche parole profonde e sconvolgenti che ho sentito in questo frangente sono quelle del ex – segretario di Woytila, il Card.Wiscinski. “”Dalla Croce non si scende”
Da meditare invece delle insulse parole dei soliti articolisti alla moda.
Un’altra domanda ai lettori di questo blog: adesso che il papa se ne va si sprecano gli abbracci, i barvo, gli attestati di affetto e di stima .
ma non potevate abbracciarlo anche prima?????????
Per una volta ha ragione Discepolo: questo abbraccio in zona Cesarini è uno spasso. Chi lo detestava oggi lo plaude sostanzialmente perchè ha deciso di andarsene.
🙂
Non ricordo che ai tempi di Ratisbona o ai tempi del Corvo, NESSUNo, che adesso si sbracciano tanto in abbracci su questo blog abbia mai difeso il Papa, o anche solo gli abbia espresso affetto e solidarietà!!!
Che valzer dell’ipocrisia!!!!
E’ vero: adesso siamo tutti addolorati e disorientati per il gesto del Papa e magari, ai più sensibili, viene anche lo scrupolo di averlo lasciato solo davanti a tante diverse difficoltà. Vogliamo fargli sentire il nostro affetto, ed è giusto, ma avremmo dovuto farlo anche prima, invece di criticarlo e di cogliere ogni pretesto per contestarlo. Ricordo una polemica sul “ripristino della sedia gestatoria” che altro non era che una pedana mobile per facilitare la deambulazione di una persona molto anziana…
Ma anche il suo predecessore è stato molto contestato. Venne “onorato” in punto di morte ma quante critiche gli sono piovute addosso, anche dai cattolici, durante il suo pontificato e addirittura durante la sua penosa e dolorosa malattia. Ricordo solo io le richieste di “dimissioni”? Quei pii cattolici che invocavano la rinuncia perchè un pontefice “disabile” non poteva guidare la Chiesa?
@Discepolo,
qualche voce, solitaria, c’è stata!
Dopo lo sgomento…
Anzitutto il “mea culpa”…
perso in un attivismo senza sostanza, ho fatto mancare la mia preghiera per Benedetto XVI.
Pur dispiaciuto per l’affetto nei suoi confronti, rispetto la su libera scelta, sia di coscienza che di sovranità, che denota quanto sia uomo di Fede Speranza e Carità.
Sono molto dispiaciuto dal fatto che sui media e soprattutto su internet è tutta una squallida sinfonia di sciaquoni e scopettini da cesso.
I vili hanno una abilità tutta particolare nel tirar pietre agli inermi…
Caro Luigi,
io non mi riferivo a te, ma ad una variopinta classe di sedicenti opinionisti che sbrigativamente hanno tacciato Papa Benedetto quasi di resa.
Da come ti conosco, so benissimo che tu sei un cronista valido e senza preconcetti di sorta, e la decisione del Papa la vedi e l’analizzi con lucidità. E con amore e comprensione. E anche con ammirazione verso un Papa che tanto ha dato, e darà alla Chiesa.
Vogliamo metterci a randellarci sulla crapa come sempre , rinfacciandoci tifoserie pro e contro Benedetto risalendo all’indietro per sei anni? Ne siamo capacissimi, visto che lo facciamo sul Concilio e di anni dobbiamo ripercorrerne 60.Questo nell’attesa di randellarci sul prossimo successore, e già ce ne sono le avvisaglie?
Che cosa noi personalmente pensiamo di Benedetto, delle sue dimissioni, delle motivazioni che ci stanno dietro, non ha la minima importanza: se non per noi.
Quello che dovrebbe farci l’effetto di una supposta al peperoncino è che quella decisione è una sveglia ( l’ultima di tante, in crescendo, e la piu’ radicale che poteva darci) a me personalmente e a tutti. Il destino della Chiesa e dello stesso messaggio di Gesù Cristo sono un ministero a cui sono chiamato io, e tutti noi, non meno del Papa.
Mi farebbe molto comodo pensare il contrario.Non è così.
L’esame di coscienza davanti a Dio su questo,non posso piu’ chiuderlo in un cassetto.E anche le randellate, hanno fatto il loro tempo. Non si è cristiani l’uno contro l’altro, ma nemmeno ciascuno per conto suo. Dovremmo ringraziare faccia a terra , tutti i giorni, ” gli altri”, in primis quelli che la pensano diversamente, che ci aiutano a ” portare il peso” del compito che abbiamo. Dovremmo renderci conto che noi siamo un peso aggiuntivo da portare pèr loro. Dovremmo prendere la buona norma di chiedere scusa non per la randellata data, ma per il difetto nostro che sta a monte e dietro la randellata.
Credo che queste dimissioni, se mai prendessimo sul serio una cosa cristiana nella vita, potrebbero cambiarcela davvero, la vita di cristiani.La nostra, non quella d Benedetto.
Discepolo:
le discussioni precedenti sono ancora leggibili.
In passato ho criticato l’operato de Papa e mi chiedevo come potesse un avanguardista del concilio fossilizzarsi con l’età su posizioni tradizionaliste, morale, liturgia etc….
Continuo a non capire…quelle scelte.
Ora invece apprezzo la decisione. Non perchè se ne va, Sara! Anzi…mi fa piacere avere un Papa pensante con una grande preparazione e grande intelligenza. Con persone così è stupendo avere a che fare, anche se le contesti, anche se non le comprendi, perchè con persone intelligenti puoi discutere, con mediocri no!
Apprezzo la decisione perchè, come osservava Nico, offre una testimonianza di servizio grandissima.
Ministerium…da minus. E’ dal servizio che diventa Maestro.
Ok Lorenzo per una volta però non si parlava di noi e di quello che dobbiamo fare noi ma della Chiesa universale come corpo e testa.
E’ una riflessione che possiamo fare senza dover pensare all’esame di coscienza?
Sarà che mi viene spontaneo per formazione anche storica valutarne la straordinarietà di portata..
Chiedo: è mai esistito qualcuno che sia stato immune da critiche?
Neanche Gesù Cristo.
E allora sarebbe il caso di smetterla di lanciare sassi contro chi non avrebbe “abbracciato” papa Ratzinger, anche tra i suoi fedelissimi, quando veniva criticato e “sbeffeggiato”.
Anche questo sperticarsi in sua difesa a posteriori è semplicemente aria fritta.
Trovo desolante il livello delle discussioni televisive su questo avvenimento: quante banalità, quanta sciatteria, quanta arroganza nel giudicare le pretese reali motivazioni.
Riconosco che non sono stato tra i più entusiasti per l’elezione di Ratzinger, per ragioni che ho già espresso in parte in passato. Ma ho sempre rispettato l’uomo e il peso del servizio che portava su di sé. Bene ha fatto Luigi a ricordare che di rinuncia parla il codice di diritto canonico: trattandosi di termine giuridico ha carattere tecnico e attribuirgli altri significati è sbagliato.
Chi rimprovera gli altri di aver fatto mancare il proprio sostegno al papa dovrebbe evitare ogni riferimento al “voler scendere dalla croce”. Queste parole sono peggiori di ogni passata critica leale e rispettosa, perché sottendono violenza e giudizio.
Non è questione di “randellarci”, ma di aiutarci a comprendere a vicenda come critiche viscerali e polemiche spesso senza sostanza (come quella della sedia gestatoria) non abbiano aiutato ne’ la persona del Papa ne’ tantomeno la Chiesa.
A me la cosa che dispiace di più è il pensiero che maggiore affetto e comprensione avrebbero potuto, forse, suggerire una soluzione diversa a Benedetto XVI.
Mi auguro che nei confronti del prossimo pontefice ci possa essere una migliore disposizione, almeno da parte dei cattolici.
No Sara, non credo. Possiamo fare tutte le riflessioni che vogliamo, ovvio, ma non senza esame di coscienza. Papa Benedetto non ha mai perso occasione, compresi gli ultimi tre messaggi ” natalizi” per richiamarci puntulamente e tutti- ma proprio tutti, uno per uno- al nostro compito e al nostro ruolo. Senza che ciascuno, per quanto gli compete, faccia questo, la Chiesa universale va a farsi benedire.
Anche in considerazione delle sterili polemiche che hanno sempre accompagnato ogni uscita di Papa Benedetto e che continuano a sporcarne ogni gesto, io ricordo con tristezza che, una volta, Benedetto disse: “Se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi gli uni gli altri”, riprendendo le parole di San Paolo.
Forse almeno questa volta è meglio tacere. E pregare per Benedetto. E per la Chiesa.
Non si riesce a prendere in considerazione le parole dette dal Papa, e si pretende di interpretare e di immaginare ciò che sarebbe sottinteso.
Il Papa ha parlato di stanchezza e di logoramento fisico dovuto all’età.
E tutti lì a parlare di mancato e colpevole sostegno.
Cari miei, riesce tanto difficile capire che 86 anni sono tanti? E che a tale età vengono a mancare le energie? Provate a mettervi nei panni.
Del resto, preti e vescovi sono chiamati al ritiro a 75 anni ( che per me sono pure tanti). Perché il Papa dovrebbe riuscire a governare la Chiesa fino a 90 o cento anni? Le sue mansioni verrebbero lasciate inevitabilmente ad altri (non eletti), e la figura del Papa sarebbe solo puramente simbolica.
Ma la Chiesa ha bisogno di ben altro, ovvero di un governo vero ad opera di una persona che oltre che pregare ed evangelizzare, voglia e sappia dirigere concretamente la “barca” fra le insidie e le contraddizioni del mondo.
Non mi pare che questo compito possa essere svolto facilmente da un ottantenne.
Manca un atto dirimente e veramente un segno della volontà di rinnovamento, oltrechè di rispetto al pontefice da parte di Bertone, rimettere le dimissioni da Camerlengo nelle mani di Benedetto.
Luigi, secondo il diritto canonico sarebbe possibile rimanere segretario di stato e dimettersi da camerlengo?
Cara la/o mio/a discepolo/a schioppettante…(a salve)…
Dire “bravo” a Benedetto non vuol dire esultare e fare salti di gioia pazza! Tutti siamo consapevoli della sua grande sofferenza di questi anni, per tutta la merda che si e’ ritrovato in giro (e non parlo solo di idee!).
Io mi assoccio al “bravo” di Luigi; per me significa rispetto ed ammirazione, per la umilta’ e grande liberta’ interiore di Benedetto, da cui tutti dovremmo imparare. Anche questo gesto e’ un amore alla verita’, a cui lui tiene tanto: accetta la verita’ della vita, della realta’ e ne tira -umilmente- le conseguenze! Qualsiasi storia o segreto ci possa essere dietro o davanti!
Perdonami, Discepolo/a, ma – once more time – sei patetico/a. Niente di personale, io ma basta farsi vittime (di se’ stessi).
” Mi ha sempre colpito la libertà di parola del cardinale Ratzinger in merito alla riforma liturgica di Paolo VI. Egli ne è severissimo giudice, il suo linguiaggio si fa quasi stroncatorio sul tema – che ritiene decisivo – della proibizione del vecchio messale: parla di “rottura senza precendenti” nella storia della liturgia. Quella libertà di parola mi ha colpito – e mi colpisce ancora di più ora che egli è papa – in senso favorevole: egli cioè ci insegna che c’è un modo ecclesiale di essere critici, anche totali, di una decisione papale. … … Non mi pare che altri papi dell’ultimo secolo fossero stati pubblicamente altrettanto critici, da cardinali, di un loro predecessore. Vedo qui una delle novità liberanti di questo pontificato. ”
Da Luigi Accattoli: in 21 aprile 2006 alle 14:48, su questo blog.
Va bene Lorenzo in questo momento mi pare utile anche una riflessione più allargata, sul significato ecumenico, universale e storico di questo gesto che non rimarrà senza cambiamenti.
L’esame di coscienza lo si fa nell’intimità di casa ma questo fatto riguarda anche il rapporto con il mondo e con l’esterno.
Marilisa logoramento fisico si ma Giovanni XXIII aveva un tumore allo stomaco quando ha indetto il concilio e sapeva di avere poco tempo.
Mi è sempre stato insegnato a leggere questi fatti come un segno della mano di Dio, un Papa malato che guarda in avanti e con speranza, che sa superare i limiti dell’età.
Non so, bho, da oggi bisogna vedere le cose diversamente.
Nino certo che sarebbe possibile. Ma il marchingegno di fare camerlengo il segretario di Stato (già utilizzato da Paolo VI con Villot, segretario di Stato dal 1969 e camerlengo dal 1970) è finalizzato a garantirgli un ruolo nella sede vacante, e quindi domani che rinuncia…
Mi riaffaccio in questo momento, per me di umana tristezza e amarezza, ma sempre di fede nel Signore e nell’indefettibilità della Sua Chiesa.
Ieri – come molti, io penso – ho vissuto un momento, un lungo momento, di lutto interiore, quello che si prova per una morte improvvisa (al di là di quel da due anni almeno avevo letto).
Non sarà un passaggio facile e spero che non preluda ad una “laicizzazione” della Chiesa e del Papa: non è certo questo quello che voleva Benedetto, ma si sa quale sia il mantra.
Per il resto sono pienamente d’accordo con quanto scritto da luca73 alle 9.
Sara1, non va bene fare paragoni fra una persona e un’altra, fra una condizione e un’altra, perché se non si vive dall’interno una determinata esperienza, non si è davvero in grado di capire.
A volte si incontrano persone colpite da infermità molto gravi che sembrano, almeno apparentemente, almeno in certi periodi, stare meglio di altre che invece sono malate diversamente seppure in modo oggettivamente meno grave.
Non si può giudicare.
Quando Giovanni XXIII indisse il Concilio non appariva malato, forse la sua malattia era sotto controllo, altrimenti non credo che sarebbe stato in grado di superare le sue forze cimentandosi in un impegno tanto gravoso.
Oggi Benedetto XVI lascia l’incarico confessando la sua impossibilità a continuare per il peso dell’età che gli impedisce di governare bene, come lui vorrebbe, la Chiesa.
Io non ho difficoltà a credergli, essendo egli un uomo altamente responsabile.
Ha aperto un capitolo nuovo nella storia della Chiesa, e penso che ciò avrà sbocchi positivi per il futuro.
Non appariva malato ma invece lo era.
http://ilsismografo.blogspot.it/2012/10/vaticano-quelle-parole-di-giovanni.html
i soliti vetero-papisti che cercano di suscitare litigi
in questo blog!!!!!
Divertentissimo.
Grazie ai commentatori…..
e alle risate che mi fanno fare….
discepolo, per sua informazione, l’ex segretario di Papa Wojtyla – ora Cardinale – è Dziwisz e non colui che lei menziona.
Inoltre, lo stesso Dziwisz ieri sera ha rettificato quando dichiarato,che era stato estrapolato da una discussione più ampia e aveva quindi perso il suo significato originale.
Il Cardinale Dziwisz non è persona che si permetterebbe mai di pronunciare giudizi così trancianti come essi sono stati riportati.
E,comunque, solo pensare di dire a papa Benedetto che ” dalla Croce non si scende” o che ” da padre non ci si dimette” è indice di chi è abituato a giudicare troppo e a pensare molto poco.
[…] su decisión –como parece ser– sin consultar a nadie, obedeciendo a su propia conciencia.” [Blog, 11.feb.2013] El segundo motivo del Papa es que su precaria salud física no puede resistir más el ritmo que […]