La Primavera è arrivata stamane a Roma e io l’ho incontrata alla Farnesina dove ho anche assistito alla piena del Tevere e a un bivacco dei Lanzichenecchi. Una foto della piena l’ho messa qui sopra, un’altra con il segno dei Lanzi è nei commenti dove spiego l’intreccio.
La Primavera i Lanzi e la piena del Tevere
8 Comments
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La stessa alluvione del post ripresa con la scritta lanzichenecca che la sovrasta. Attenzione alle date: alluvione del Tevere 1495, affresco 1518, bivacco dei Lanzi 1527.
Mattinata felice alla Farnesina, con il Trionfo di Galatea (Raffaello) all’interno e con quello della Primavera alle vetrate. La Primavera l’ho ritrovata più tardi a civettare con i cotogni nel Giardino Segreto e per un momento mi è parso che anche Galatea m’avesse seguito all’aperto. Nel Salone delle Prospettive (Peruzzi, 1518-19), in una finta loggia che finge un affaccio sull’Urbe ho trovato pittata un’alluvione del Tevere (forse quella del 1495) e l’ho fotografata in largo e in lungo, preso dall’acqua che sbatte allo Spedale di Santo Spirito. Nella seconda delle foto, in alto, si vede un graffito dei lanzichenecchi che qui bivaccarono per quasi un anno. Che mattinata.
Ci fu uno studio sistematico delle inondazioni del Tevere, ebbi modo anni fa di leggere qualcosa del genere tra gli archivi della biblioteca Nazionale e sembra che già dal V sec. a.C. fino all’anno 0 dell’era cristiana la lotta per rubare quanta più terra al fiume fu tragica e incessante ; ma soprattutto eliminare i vasti Territori malsani e gli acquitrini che si presentavano, malsani,nelle zone a quote più o meno elevate, portatori di malaria ed epidemie…E peggio fu quando durante l’impero con l’avanzare dell’urbanizzazione quando vennero edificate le cloache, soprattutto quella massima che spurgava ogni genere di…”mamma mia”, nel fiume il quale esondando buttava fuori acqua immonda e detriti fediti…che arrivavano fino al Campo Marzio e investivano trastevere a la zona dell’Aventino le cose si aggiustarono un tantino solo nel periodo Augusteo dopo la sistemazione del letto del Tevere ma…solo di un tantino: una vera calamità questo fiume. Eppure, così amato, indissolubilmente legato alla storia di Roma e ai romani. Lessi anche, in quel frangente, la vera storia della Barcaccia di Piazza de Spagna ai piedi di Trinità dei Monti realizzata tra il 1626 e il 1629 per volontà di papa Urbano VIII Barberini dal padre di Gian Lorenzo Bernini, Pietro, il quale volle immortalare un relitto,la barcaccia appunto, spiaggiato dopo una delle tante, devastanti piene.
Scrive Cesare Pascarella, poeta romano di fine 800 autore di sonetti contemporaneo del Belli e Trilussa , in “storia nostra” ..
Der foco,l’acqua è peggio assai,
perché cor foco, tu, se te ce sforzi,
co le pompe, c’arivi, tu, a smorzallo.
Ma l’acqua, dimme un po’, come la smorzi ?
Penso che quella dei Lanzi Luterani sia una ferita ancora aperta nel cuore dei romani…tramandata da padre in figlio è parte della memoria storica della citttà…un’aggressione brutale, imprevista, notturna, e mentre Clemente VII si ostinava a rimanere in preghiera nella sua cappella: “non possendo credere che coloro entrassino”, invece entravano in quella Chiesa rinascimentale corrotta, edonista, malata, che cadeva in pezzi mentre Martin Lutero diffondeva le sue eresie . Sulla Città sii abbatté “L’inferno” che è ” nulla in confronto colla veste che Roma adesso presenta”. Penso fu l’unica volta che un papa permise ai superstiti di riparare presso il Castello Sant’Angelo da cui -narrano le cronache del tempo- i romani gettarono ogni sorta di suppellettili :Tavoli, marmi, statue,ne fecero palle da cannon da scagliare sopra gli eserciti che tentavano l’assalto..
Alla fine, di Roma non restava che un piccolo resto d’Israele. Narra un testimone oculare :È orribile il fetore dei cadaveri: uomini e bestie hanno la medesima sepoltura; nelle chiese ho visto cadaveri rosi da cani. Io non so con che altro confrontare questo, fuorché con la distruzione di Gerusalemme. “
risolviamo la sciarada. Le date:
1495, scisma della Chiesa cattolica
1518 , Lutero affigge le 95 tesi inizio Rif Protestante
1527, sacco di Roma:Luterani e Carlo V d’Asburgo.
E’ sempre emozionante incontrarsi faccia a faccia con la storia. Per questo la ricerca d’archivio è così interessante.
“Non sapete che sono luterani la più parte, e che ammazzare un sacerdote l’hanno per opera meritoria ?” (Don Abbondio – “I promessi sposi”, Capitolo 29).
Buona domenica a tutti.
Roberto Caligaris
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Visti i tempi in cui viviamo, e come stanno andando le cose, tra non molto rimpiangeremo i lanzichenecchi…