“Per la Chiesa la presenza di un papa emerito oltre a quello in carica è una novità. E poiché si amano, è una novità bella. In certo senso esprime in maniera particolarmente evidente la continuità del ministero petrino, senza interruzione, come gli anelli di una stessa catena saldati dall’amore. Il popolo santo di Dio in cammino lo ha capito molto bene”: parole di Francesco contenute nella prefazione che ha scritto per la biografia di Benedetto della quale al post precedente. Nei commenti altre righe della stessa prefazione anticipata da Avvenire del 24 agosto.
La novità bella dei due Papi che si amano
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Disponibilità al consiglio. In questi primi anni del mio pontificato il mio legame spirituale con lui rimane particolarmente profondo. La sua presenza discreta e la sua preghiera per la Chiesa sono appoggio e conforto continuo per il mio servizio […]. In tutti gli incontri con lui ho potuto sperimentare non solo reverenza e obbedienza, ma anche cordiale vicinanza spirituale, gioia di pregare insieme, fraternità sincera, comprensione e amicizia, e anche disponibilità al consiglio. Chi meglio di lui può comprendere le gioie ma anche le difficoltà del servizio della Chiesa universale e del mondo di oggi, ed essere spiritualmente vicino a chi è chiamato dal Signore a portarne il peso? Perciò la sua preghiera mi è particolarmente preziosa e la sua amicizia gradita.
Apparso in pubblico. Tutte le volte che il papa emerito, accogliendo il mio invito, è apparso in pubblico e l’ho potuto abbracciare davanti a tutti, la gioia e l’applauso dei presenti sono stati sinceri e intensi. Sono stato molto grato a Benedetto XVI per aver voluto partecipare all’apertura del Giubileo della Misericordia, passando attraverso la Porta Santa subito dopo di me. E un suo recente intervento (“Osservatore Romano”, 17.3.2016), in cui mette in evidenza come «segno dei tempi» il fatto che «l’idea della misericordia di Dio diventi sempre più centrale e dominante» e che «l’uomo d’oggi è in attesa della misericordia», dimostra ancora una volta nel modo più chiaro come l’amore misericordioso di Dio sia il filone unificante più profondo degli ultimi pontificati, il messaggio più urgente che la Chiesa in uscita porta fino alle periferie di un mondo segnato da conflitti, ingiustizie e disprezzo per le persone umane.
Conferma a specchio. Ciò che il Papa emerito dice del successore conferma a specchio quanto il Papa in carica dice – nello stesso volume – del predecessore: vedi il commento numero 3 del post precedente che ho intitolato “Paterno-fraterno”. Questa “vicinanza spirituale” credo sia di aiuto all’insieme della cattolicità: invita i partigiani del Papa argentino a riconsiderare la loro resistenza al Papa tedesco e incoraggia i nostalgici del Papa teologo ad amare il Papa delle periferie.
Sarebbe di aiuto essenziale.
Sempre che non ci si tappi le orecchie e si ficchi la testa sottoterra.
🙂
Certo che fa una certa impressione confrontare il linguaggio semplicissimo, lineare, normalissimo dei due papi con la prosa intorcinata, astiosa, magniloquente e obliqua con cui da anni si cerca di alimentare in continuo il clima di sospetto, di dietrologia, di chissàchec’èsotto….
Ed è un bene, un benissimo anche questo.
Sia le parole del nostro amato Papa Francesco che le parole del caro Papa Emerito Benedetto sono chiare, semplici, d’uno splendore cristallino: non c’è nulla da interpretare, ma basta solo leggerle ed accompagnare Papa Francesco e Papa Benedetto nelle nostre preghiere.
‘Notte a tutti !
Roberto Caligaris