Francesco detta le regole della “misericordia pastorale” per le famiglie ferite, indicando come possibile “in certi casi” l’ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. L’esortazione pubblicata oggi con il titolo “Amoris laetitia” (La gioia dell’amore), a riepilogo dei due Sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015, fa segnare un passo alla sua “riforma della Chiesa in uscita”, in quanto esce per un momento dalla logica delle affermazioni categoriche sulle “situazioni oggettive di peccato” e apre al “discernimento” del caso per caso.
La misericordia di Francesco per le famiglie ferite
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Passo personale. E’ un passo piccolo ma deciso e decisivo, in una materia fortemente combattuta e vagliata con un dibattito di quasi tre anni al quale ha preso parte l’intera comunità cattolica mondiale. E’ anche un passo personale che Bergoglio compie ricapitolando l’insegnamento sulle situazioni matrimoniali irregolari che è venuto proponendo da quando è Papa, avendo ottenuto dai due Sinodi un incoraggiamento di massima ma andando oltre la lettera dei loro documenti conclusivi.
Kasper e Schoenborn. Per il raggiungimento di questo risultato è stato determinante l’appoggio che “l’invito alla misericordia e al discernimento pastorale” del Papa argentino ha trovato nel “gruppo di lingua tedesca” dell’ultimo Sinodo e nei cardinali e teologi della stessa area, Kasper e Schoenborn. Appoggio che si è manifestato fin dall’inizio del cammino sinodale, prima nell’esplorazione delle possibili soluzioni condotta – su incarico di Francesco – da Walter Kasper, cardinale di Curia in pensione; e poi con l’autorevole apporto alle due assemblee sinodali venuto da Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, che oggi ha presentato il documento papale alla stampa. Schoenborn si è mosso, ieri come già nei Sinodi, con la duplice autorità che gli viene dall’essere il discepolo prediletto del teologo Joseph Ratzinger e uno dei sostenitori più efficaci della “riforma” impostata da Papa Francesco.
Due novità. Nel testo dell’esortazione due sono le affermazioni nuove e di maggiore impegno che i due Sinodi avevano abbozzato e che il Papa formula in proprio, rafforzando e completando gli auspici sinodali: quella già accennata sulla comunione agli irregolari del matrimonio e un’altra di principio sulla possibilità di formulazioni e discipline diverse nei diversi paesi.
Sulla comunione. “A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa. In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti” (paragrafo 305 e nota 351).
Varietà cattolica. Sulle possibili variazioni normative e di linguaggio in materia matrimoniale, queste sono le parole chiave: “Non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero. Naturalmente, nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano” (paragrafo 3).
Servizi ecclesiali. Segnalo anche una terza affermazione rilevante ma non nuova, contenente una sollecitazione agli episcopati perché provvedano a rivedere l’attuale proibizione agli irregolari dei vari “servizi” ecclesiali: lettore, catechista, padrino, insegnante di religione e così via. L’affermazione non è nuova perché era già presente nella relazione finale dell’ultimo Sinodo: “La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate” (paragrafo 299). Si direbbe che qui il Papa rimandi ai vescovi la questione che i vescovi gli avevano sottoposto, come a dire: provvedete secondo le varie esigenze delle vostre comunità.
Come dice giustamente Accattoli la misericordia e’di Francesco.La dottrina npn e’stata toccata! La dottrina npn e’stata cambiata!Per questo dovrebbero suonare a stormo le campane di tuttw le chiese! Misericordia fin che si vuole ma non “diritto” dei divorziati a far la comunione. Misericordia finche si vuole ma non diritto dei.gay a sposarsi. Misericordia fin che si vuole ma il matrimonio resta indissolubile!Non c’e’il divorzio cattolico!Vi smbra poco? E’TUTTO!Il papa rivoluzionario non ha avuto il coraggio di fate la rivuzione. Deo Gratias.
Al di la’delle parole cambia ben poco. La comunione qi divorziati la danno gia’molti preti sia in Germania fhe in Italia,da un bel po’di tempo. Non cambia nulla. Certo si giustifica l’indulgenza come prassi ma non cambia nulla. Il papa non ha avuto il fegato ,il coraggio di cambiare la dottrina. Deo gratias!
Fra l’altro sul valutare “caso per caso” papa Francesco contraddice se stesso quando disse che non bisogna fare della “casistica”,
Invece adesso fa della casistica nella più genuina tradizione gesuitica., quando dice che il Magistero non può dare delle indicazioni generali ma deve vedere caso per caso.
I casuisti gesuiti dell’epoca di Pascal riuscivano con vari sofismi e con le attenuanti anche a perdonare l’omicidio se fatto in determinate circostanze e con certe attenuanti.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio: evidentemente i gesuiti non hanno perso il vizio della casistica, del voler valutare “caso per caso” anche quando c’è una legge data da Nostro Signore molto chiara e sintetica “non separi l’uomo ciò che Dio ha unito”
meno male che Cristo non era gesuita, se no ve le immaginate che noia i Vangeli? almeno 250 paragrafi per dire quello che Cristo ha detto in due parole!
Ho appena sentito Rita Dalla Chiesa al TG4.
Sono curioso di sentire le sintesi che verranno dagli altri telegiornali e dai quotidiani di domani.
La maggior parte delle persone con cui ho scambiato qualche parere (molte delle quali non approfondiranno i testi ecclesiali e si accontenteranno dell’impressione di queste prime ore) sono convinte che ora i divorziati potranno ricevere la comunione.
E chi si ricorderà più della dottrina?
Bene, Luigi: possiamo a questo punto aprire il dibattito.
Leggeremo, ovviamente, con tutta l’attenzione del caso il testo dell’esortazione, ma grazie, innanzitutto, per queste tue prime indicazioni che ci permettono di avviare meglio ora il confronto tra gli amici del “pianerottolo”.
Sin d’ora, e dal mio “ultimo banco”, osserverei due cose: mi sembra che il Papa abbia inteso, una volta di più, assumere pienamente su di sé il ruolo di guida del “popolo di Dio”, nel momento in cui ha non solo sintetizzato le conclusioni dei Sinodi ma le ha anche, in qualche misura, “portate oltre” (come scrivi anche tu, Luigi); in ciò, il nostro Papa si ritiene, a buon diritto, forte di un “idem sentire” con il “popolo di Dio” che lo segue e lo sostiene sulla strada del radicale rinnovamento della Chiesa.
Anche, inoltre, il paragrafo 299 mi pare s’inquadri nella volontà di modellare la Chiesa in senso sempre più aperto e plurale (appunto, “in uscita”): certo, questo comporta anche per tutte le comunità ecclesiali, quindi pure per ognuno di noi, una bella (in tutti i sensi ……..) e precisa responsabilità; ma è un punto su cui l’amico Lorenzo aveva già svolto, giorni or sono, le sue ottime considerazioni, e non è il caso che io le replichi.
Buon fine – settimana !
Roberto Caligaris
vero Luigi, c’è molto Kasper e Schoenborn in questa esortazione, grazie a Dio. Come fa norate Faggioli un Sinodo vero e un’esortazione che invita a fare un passo avanti, Vedremo come la recepiranno i vescovi.
cristina Vicquery
@mariacristinaventuri
“non separi l’uomo ciò che Dio ha unito”
Vero, ma c’è scritto anche:
“dì soltanto una parola…”.
ricevere la comunione non è un diritto per nessuno, è una grazia per tutti.
mi ha colpito come il monito di “vivere come fratello e sorella” per accedere alla Comunione, fatto da GPII,sia stato derubricato in nota 329 come qualcosa che al contrario può essere negativo per la nuova coppia e il bene dei loro figli.Estremamente significativo.
Cristina Vicquery
Federico Benedetti la gente crede beotamente a quello che scrivono i titoli dei giornali e quasi tutti i giornali hanno intitolato:il papa apre ai divorziati.Quanti si prenderanno la briga di approfondire e di CAPIRE il documentoPochissimi. Ma cosi’e’per tutto e non solo per questa esortazione. La superficialita’odierna fa si’che on si creda piu’al Vangelo e che si creda invece ai vaticanisti di Repubblica o del Corriere come fossero Vangelo.Lascia che gli idolatri credano quel che vogliono,caro Federico. L’importante e’che non sia stata messa in dubbio con CHIARE PAROLE l’indissolubilita’del matrimonio cattolico e la sua unicita’L’importante e’che non si sia istituito una sorta di divorizio cattolico. Il rischio di tale eresia c’era con questo papa. Per grazia di Dio non si e’giunti a questo. Che poi la gente faccia delle comunioni sacrileghe sono fattiloro. come dice Luigi Mortara e sonod’accordo l’Eucarestiace’una grazia immeritata per tutti. Signore non sono degno dcge entri sotto il mio tetto ma di’solo una parola.. Di comunioni sacrileghe,cioe’fatte in stato di peccato mortal,senza confessarsi ,sai quante ce ne sono ad ogni Messa? Le persone sono convinte di non aver nulla da farsi perdonare o che il perdono sia automatico e anche senza cambiare vita. Si confonde la Grazia con la grazia a buon mercato. Certo magari dopo questa esortazione cosi ambigua le confusione sara’ancora maggiore,molti adulteri crederanni che il papa considera l’adulterio e il concuinaggio una situazione normale e quasi positiva. Ma questa non e’la dottrina della Chiesa e la dottrina non e’stata cambiata. E’cambiata la prassi ma non e’scritto da nessuna parte del documento che i divorziati risposati abbiano diritto alla Comunione
Caro Luigi Mortari
la comunione non e’un diritto per nessuno ma una grazia. Sono d’accordo e questa e’sempre stata la dottrina cattolica. Nella spiritualita ‘cristiana non si e’mai parlato di “diritti” come se ne parla oggi. Quale diritto puo’mai pretendere di avere la creatura di fronte al Creatore? Il diritto al perdono?Il diritto alla salvezza? Tutto questo e’Grazia non diritto! Il diritto alla felicita’? E se cosi fosse gli infelici dovrebbero fare causa all’Onnipotente?
Per rendersi conto di quanto ormai siamo lontani dalla Grazia basta vedere la mentalita’di. rivendicazione dei propri diritti che si e ‘ fatta largo nella Chiesa cattolicale donne vogliono avere il diritto di essere preti o almeno di predicare dal pulpito o almeno di avere posti di comando in Curia,gli omosessuali vogliono avere il diritto di essere sposati e di adottare bambiniecc. ecc..Te lo immagini caro Luigi Mortari al tempo di Gesu’ in Palestina se uno dei malati non sanati di fronte a Ges’avesse rivendicatk il diritto alla salute?Caro Gesunon e’giusto!Perche’hai sanato lui e non me?Anch’io sono storpio o cieco anche io ho diritto al miracolo!
Oppure se quando Gesu’scelse Pietro come pietra e capo della Chiesa Giacomo e Giovanni avesssro protestato Anche noi ti abbiamo seguito anche noi abbiamo diritto all’autorita’.
Oppure se la Maddalena avesse protestato per il maschilismo degli apostoli
Quanto siamo lontani dalla spiritualita’evangelica quando parliamo di “diritti”.
Nei Vangeli tutto e’Grazia nulla e’diritto e il non-miracolato acclama Gesu’figlio di Dio come il miracolato,il non prescelto umilmente accetta da Gesu la sua non elezione a capo, la Maddalena non solo non chiede di piu’ma e’grata di quello che ha avuto.
E’cambiata la prassi ma non e’scritto da nessuna parte del documento che i divorziati risposati abbiano diritto alla Comunione
maria Cristina è quello che Kasper diceva da anni, ma il cui pensiero neanche tu ti sei mai presa la briga di leggere o approfondire..
Kasper e Schonron hanno sempre detto caso per caso…non si è mai parlato di una sanatoria generale, impossibile.
cristina vicquery
Si conferma il desiderio di papa Francesco di sottolineare le priorità della Chiesa.
«… nell’annuncio del Vangelo è necessario che vi sia una adeguata proporzione. Questa si riconosce nella frequenza con la quale si menzionano alcuni temi e negli accenti che si pongono nella predicazione. Per esempio, se un parroco durante un anno liturgico parla dieci volte sulla temperanza e solo due o tre volte sulla carità o sulla giustizia, si produce una sproporzione, per cui quelle che vengono oscurate sono precisamente quelle virtù che dovrebbero essere più presenti nella predicazione e nella catechesi. Lo stesso succede quando si parla più della legge che della GRAZIA, più della Chiesa che di Gesù Cristo, più del Papa che della Parola di Dio.»
Evangelii Gaudium, 34
«Per molto tempo abbiamo creduto che solamente insistendo su questioni dottrinali, bioetiche e morali, senza motivare l’apertura alla GRAZIA, avessimo già sostenuto a sufficienza le famiglie.»
Papa Francesco, Amoris Laetitia, 37
Nella lotta tra LEGGE e GRAZIA vince la GRAZIA.
La Grazia a buon mercato è nemica mortale della Chiesa!
Grazia a buon prezzo è annunzio del perdono senza pentimento, è battesimo senza disciplina di comunità, è Santa Cena senza confessione dei peccati, è assoluzione senza confessione personale. Grazia a buon prezzo è grazia senza che si segua Cristo, grazia senza croce, grazia senza il Cristo vivente, incarnato…
Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l’uomo va e vende tutto ciò che ha, con gioia; la perla preziosa, per il cui acquisto il commerciante dà tutti i suoi beni; la Signoria di Cristo, per la quale l’uomo si cava l’occhio che lo scandalizza, la chiamata di Gesù Cristo che spinge il discepolo a lasciare le sue reti e a seguirlo.
Grazia a caro prezzo è “l’Evangelo che si deve sempre di nuovo cercare, il dono che si deve sempre di nuovo chiedere, la porta alla quale si deve sempre di nuovo picchiare.
La grazia è gratis. Lo dice la parola stessa. Se no che grazia è?
Quindi molto meno che “a buon mercato”.
Se pensiamo di essere noi, i padroni di Dio, per cui abbiamo sempre e comunque diritto alla Grazia allora siamo veramente fuori..
Perché mi sembra si vada delineando l’idea che si possa trattare più o meno alla pari con Dio, anzi, che Dio sia, in qualche misura, al nostro servizio e che “nulla possa”” contro la libertà e le decisioni umane; decisioni e volontà che dovrebbe sempre rispettare.
Povero Dio! Come lo abbiamo ridotto: a nostro fantoccio. Lo facciamo piegare alle umane decisioni, frustrato nei Suoi propositi, limitato (o auto-limitante “in ossequio” alla libertà umana) nel Suo potere. …Siamo tornati indietro, a Pelagio! Perciò è la volontà dell’essere umano la sola in grado di scegliere ed attuare sempre il bene e la grazia divina ? Ma un diritto acquisito…ma va la…
Combattiamo per la fede trasmessa ai santi, una buona volta, e affermiamo, se ci è rimasto un briciolo di buon senso – quelli che sono diritti e le prerogative di Dio…
La grazia è gratis (lo ripeto). Quindi non è neanche un diritto.
E allora cerchiamo di metterci d’accordo, perché se non si capisce cosa sia la Grazia ( come diciamo noi capitolini) “abbiamo chiuso le messe a San Gregorio”! la Grazia santificante ci viene donata nella misura in cui Dio dispone, ed è sempre un tesoro deposto in un vaso d’argilla : limitata e finita.
E perciò, se vogliamo veramente dirci “cristiani” credenti in Cristo non ci sono mezze misure, compromessi, accomodamenti, mescolanze di princìpi. Non si può conoscere il Vero senza combattere il falso ; non si può amare il Bene senza odiare o separarsi dal male. E siccome siamo imperfetti e possediamo ed usiamo le Virtù infuse (Grazia) in modo umano, siamo portati anche a credere in modo arrogante e presuntuoso che Dio ce lo debba tanto da cucirci addosso un abito di valori etico/ morali a misura nostra, secondo la nostra vista ,molto breve…molto, molto breve… .
Un ultima cosa, e poi mi taccio, solo in Nostro Signore vi è una sola Persona divina che fa sussistere in Sé la natura divina e quella umana. Noi, poveri Cristi, siamo chiamati a far cadere (con dolore, cambiando pelle come i serpenti) la nostra falsa personalità umana, sempre ferita e feribile, disordinata e quant’altro per far vivere in noi la Persona di Cristo, ” non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”. Lo dice San Paolo mica Clodine. E alloraSolo i santi, che hanno fatto vivere perfettamente Cristo in sé ed hanno perso la loro vecchia personalità sono uomini normali e cristiani perfetti e integrali, poiché hanno annientato l’indipendenza del falso “io” di fronte all’Io di Cristo. E allora , se la Grazia non è un diritto, cerchiamo “prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto ci sarà dato
in sovrappiù.. (Mt. 6;33)
E’ bello anche, Silvia, accogliere in questo “pianerottolo” la carica della tua simpatia e del tuo entusiasmo.
Piuttosto, ed a proposito di un “passaggio” del tuo intervento delle ore 14.08, mi pare di poter rilevare – e non certo per difendere la categoria professionale cui appartiene Luigi – che, per quel che sono riuscito, seppure velocemente, a leggere stamane, la stampa italiana, al netto delle esigenze di sintesi e di semplificazione giornalistica, ha per lo più riferito in termini corretti ed oggettivi il contenuto dell'”Amoris laetitia”.
Personalmente, poi (e qui rispondo all’amica Cristina/Picchio), non sono pessimista sulle modalità di recepimento della spinta innovativa di quest’esortazione da parte dei nostri Vescovi: credo che anche qui il nostro Papa abbia visto giusto.
Buon sabato !
Roberto Caligaris
Caro Roberto, tra i tanti miei difetti c’è anche quello di essere un beota lettore di “La Repubblica” fin dal primo numero. Per portare un esempio della “superficialità” della stampa, trascrivo qui di seguito quanto ho letto in detto giornale:
“Nessun impedimento, quindi, alla riammissione ai sacramenti purché esistano le condizioni già suggerite dal sinodo: umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento. Atteggiamenti definiti da Francesco fondamentali ‘per evitare il grave rischio di messaggi sbagliati, come l’idea che qualche sacerdote possa concedere rapidamente eccezioni’ o che si possano ottenere ‘privilegi sacramentali in cambio di favori’.
Di più: La Repubblica ha reso possibile scaricare il PDF del testo ufficiale dell’esortazione “Amoris laetitia”, dando così la possibilità di approfondimento.
Dico questo per dare ulteriore conferma sulla media “correttezza sintetica” della stampa, come constatato da te, e per dire, non a te, che non è bello per un cristiano dare del beota al prossimo, specie se non è nato in Beozia :-). Mi sbaglio?
Buon sabato anche da parte mia.
Quanto poco bastò al buon ladrone per guadagnare il Paradiso.
Lui, una vita forse di delitti puniti da una condanna a una morte infame.
Bastò una frase, “Iesu, memento mei, cum veneris in regnum tuum” per cancellare tutto ogni debito e vedersi spalancate in eterno le porte eterne.
La nostra fede ci offre dopo ogni caduta la possibilità di ripartire, ricominciare. Per ogni caduta dalla più lieve alla più pesante.
Per ricominciare è sufficiente riconoscere i propri errori, i propri limiti, invocare la misericordia del Padre e aprirsi al cambiamento.
La vita di un cristiano è un susseguirsi dell’indossare e smettere la veste della Grazia, dono gratuito del Signore.
Non ci sono, non ci possono essere peccati imperdonabili. Ammettere che ce ne siano di tali è in qualche modo un porre limiti alla Divina Misericordia, un bene che non può essere né esatto, né disperato.
ringrazio Roberto, Giuseppe. Luigi Mortari dei loro ultimi tre interventi.
Che riportano la discussione sul terreno della oggettività.
Ci vuole tanto, a fermarsi ad essa?
No: pochissimo.
Il fatto è che quando si accendono i motori e si alzano in volo le Vere Interprete Della Dottrina, si salvi chi puo’……
🙂
Buona domenica.
Cari Lorenzo , Roberto , Giuseppe, Luigi e come la mettete con le parole del vangelo:
Vangelo secondo Marco 10,11. ” ed egli disse: ” Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio ”
suppongo che vogliate censurare queste parole in nome della misericordia: sì perchè voi vi sentite più misericordiosi di Gesù! e dunque perchè non censurate tutto quello che va contro le vostre opinioni? fate una una versione del vangelo riveduta e corretta: un Vangelo Rosa, Edizioni Harmony, dovetutto è zucchero e miele. Tutto è AMMMOORE, si può far quel che si vuole tanto si è perdonati di default..
Le parole molto semplici chiare e nette del VERO GESU’ che la Chiesa ha seguito per 2000 anni, contro un documento di 60.000 parole fumiose ed ambigue.
per me vincono le parole di Gesù contro le 60.000 parole di un clero sempre più autoreferenziale e lontano dallo spirito evangelico.
«In due modi cerca il demonio d’ingannare l’uomo per farlo perdere; dopo il peccato, lo tenta a disperarsi col rigore della divina giustizia; prima però del peccato l’incoraggia a peccare colla speranza sulla divina misericordia.
E fa assai più strage d’anime con questo secondo inganno che col primo”
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
Maria Cristina
Porta pazienza, sai, ma quelle parole del vangelo ci dicono che divorzio è una colpa grave come l’adulterio; ma non significano che se c’è pentimento e volontà di conversione Dio non ti perdonerà.
Condivido le riflessioni di Discepolo (continuo a chiamarla così) e Clodine.
A Luigi Mortari vorrei solo rispondere che il punto è proprio l’impenitenza: i divorziati risposati che desiderano la comunione riusciranno a vincere la tentazione di autoassolversi?
La mia riflessione è semplice.
Da un lato si è chiuso ogni spiraglio su questioni come divorzio, eutanasia e unioni tra omosessuali. Le parole di chiusura sono chiare e inequivocabili. Anche se (ovviamente) non è stato più di tanto sottolineato dai media, spero che questa presa di posizione, peraltro in continuità con il magistero della Chiesa Cattolica, sia compresa anche da chi ha/aveva attese diverse, dentro e fuori dalla comunità cattolica. Anche in questo blog.
Per quanto riguarda la comunione ai divorziati risposati, non mi tranquillizza che la dottrina sia rimasta formalmente immutata e che siano state per ora (inevitabilmente) confermate le prese di posizione del Beato Paolo VI e di San Giovanni Paolo II: introdurre la possibilità “caso per caso” di accedere alla comunione rischia di scardinare il principio dell’indissolubilità del matrimonio. Ciascun divorziato (e specialmente chi non vuole o non può approfondire più di tanto i documenti ufficiali e si accontenterà della soluzione più comoda e vantaggiosa per se’), ciascun divorziato si sentirà autorizzato a pensare al proprio caso come a uno di quelli che consente l’accesso alla comunione e quale sacerdote si azzarderà a sostenere il contrario (quasi a contraddire le parole del Papa)? Di fatto rischia di diventare l’inizio di una deriva inarrestabile. Non mi preoccupa che ci siano comunioni sacrileghe (fatto grave, come scrive Discepolo, ma inevitabile se si perde il senso del peccato), ma che si finisca per accettare il divorzio come male minore e l’indissolubilità come un buon augurio che però possa anche non verificarsi. E questo in tutta evidenza ha un impatto fortissimo sul sacramento stesso del matrimonio.
I vescovi potranno limitare i danni cercando di definire il più possibile quali sono i “casi” in cui è possibile accedere alla comunione. Diversamente ognuno si sentirà libero di regolarsi da solo, rischiando di cedere alla tentazione (perchè è una tentazione del maligno) di confondere il discernimento con il relativismo, la misericordia con l’incoraggiamento al peccato e all’impenitenza. Se i nostri vescovi non vorranno rinunciare al proprio compito di pastori e maestri cerchino di impedire questo rischio prima che sia troppo tardi.
Ma, insomma, noi, cattolici, dobbiamo o non dobbiamo ascoltare N.Signore Gesù Cristo? Bergoglio deve o non deve tenere fede a quanto disse e fece Gesù? Cos’è il Magistero della Chiesa se non Gesù Cristo stesso che non ha insegnato con ambiguità: non diceva e poi “sdiceva”. Al contrario, perfettamente coerente nel Suo magistero ben conscio circa i tatticismi ispirati da chi tanto amico di Dio non è, ha messo ben in guardia con chiarezza: “Sia il vostro parlare sì, sì; e no, no”.
Quindi due volte “sì” o due volte “no”.
Non prima un “sì” e subito dopo un “no”. Perché questo modo di procedere più che dallo Spirito Santo, proviene da qualche altro spirito che proprio santo non è. Il Papa prima dice “sì” che il matrimonio in Dio è diverso da altre forme di unione; poi, subito dopo, dice “no”.
Nel discorso pronunciato davanti ai giudici della Rota romana dapprima afferma che il matrimonio davanti a Dio è diverso da altri tipi di unione; poi, subito dopo, afferma che anche chi volontariamente (per libera scelta) vive in uno stato di oggettivo errore (sono esempi di oggettivo errore: la convivenza; le seconde o più nozze; le unioni omosessuali) troverà comunque la misericordia di Cristo e della Chiesa. Dice e, subito dopo, disdice!
A me personalmente non scandalizza tanto la cosa in sé, perché alla fine c’è il libero arbitrio, a ciascuno sarà presentato il conto e pagherà il prezzo delle proprie azioni. Ma fa specie l’ambiguità di questo messaggio, il voler apparire sia in linea con la dottrina cristiana che con se stesso strizzando sempre l’occhiolino al mondo. Quale respondabilità dinnanzi a Dio aprire a dismisura la possibilità di annullamento delle nozze con tutto il carico di distruzione che comporterà questo atto.Chi vive per libera scelta (e quindi con convinzione) uno stato di oggettivo errore, consapevole di trasgredire la legge di Dio della quale Cristo disse che “neppure un iota o un apice” sarebbe passato, senza un minimo di contrizione, convincere che si riceverà la misericordia di Cristo e della Chiesa, e vieppiù si invia a ricerve l’Eucaristia con disinvoltura è come mandano le persone a dannazione più che a salvamento…
@mandare le persone a dannazione…
Federico non sono state confermate per nulla le prese di posizione di GpII, GPII aveva chiaramente affermato che un divorziato risposato può accostarsi alla comunione solo e soltanto se non ha rapporti sessuali con il suo partner, se vivono “come fratello e sorella ” . Tutto questo nell’esortazione di papa Francesco non c’è, non esistono divieti, anzi viene detto il contrario. Come riconosce Magister “L’accesso all’eucaristia va da sé, neppure è necessario che il papa lo proclami dai tetti. Bastano un paio di allusive note a piè di pagina.”
Cristina vicquery
Per le unioni omosessuali aspettiamo 50 anni e vedremo un papa che chiederà scusa per le chiusure precedenti, intanto per ora giustamente pretendiamo che sia lo Stato ad occuparsi dei diritti delle persone omosessuali.
Cristina vicquery
Per intanto trovo grandiosa l’affermazione che in una situazione oggettiva di peccato si possa essere in grazia di Dio, Quanto tempo è passato da quando il vescovo di una città Toscana bocciava come pubblici peccatori due giovani che avevano scelto il matrimonio civile.
Cristina vicquery
Ci fu un tempo in cui anche Enrico VIII Tudor era cattolico, ma un cattolico di quelli , che dir fervente è dir poco.
Peccato che a lui il vincolo matrimoniale andava stretto e
…L’ardente desiderio di cambiare mogli (un po’ per l’erede un po’ per capriccio) fu tale che , mutatis mutandis, ne cambiò quanti i giorni della settimana. Così ci fu lo scisma e l’Inghilterra si affrancò da Roma e diventò Anglicana…Quando il card. Newman passò al cattolicesimo, nel 1845, soffrì per l’assenza di una compagna -l’ordinamento della chiesa di stato anglicana lo consente-ma restò fedele allo stato di castità come la Chiesa Cattolica ordina e difese l’indissolubilità del matrimonio quale legame irrevocabile e indissolubile (Mt 19, 6; Mc 10, 9) dono e un dovere. Anche la nuova unione dopo il precedente matrimonio, che rimane vincolo sempre valido, non è ammessa (Mc 10, 11-12) e nel caso in cui avvenga una separazione, si è obbligati a evitare una nuova unione, che sarebbe illegittima(1Cor 7, 10-11). La Parola di Dio è una, leggete le pericopi segnalate, pertanto ogni strumentalizzazione ideologica è fuori dalla Grazia…
E’ falso e menzognero il principio che afferma che in situazione oggettiva di peccato si possa essere in grazia di Dio.
Più che “grandioso” tout court io lo trovo un abominio…un grandioso abominio!
Ci si limitasse appunto a seguire Vangelo, Gesù e la sua Chiesa.
Senza aggiungere filippiche scriteriate, fobìe proprie, fissazioni seiane e compagnia a briscola.
Non è che ad affastellare parole e paroloni si prode un micron nell’arrampicarsi sui vetri delle proprie quattro idee in tema di fede.
Ci si limitassse appunto a seguire Vangelo, Gesù e la sua Chiesa.
Per cui si capisce ad alcuni chilometri di distanza che quanto detto in tre righe da Luigi Mortari ore 20.22 è chiaro, inequivoco, semplicissimo, lampante.
Il resto è aria fritta.
Poi, se c’è chi vuole farsene delle scorpacciate, prego, ” si accomodasse”.
Grazie, dal mio ultimo banco, agli amici Cristina/Picchio, Luigi (Mortari), Marcello, Clo, Silvia, Giuseppe e Lorenzo per aver dato vita, nonostante qualche interruzione, a questo bel confronto: segno, per me, della forza del messaggio del nostro Papa, capace, con le sue parole, di giungere al cuore del “popolo di Dio” (e credo che su questa sintesi ci possiamo riconoscere: che ne dite ?).
Buona domenica al “pianerottolo” !
Roberto Caligaris
Ci sarebbe stato forse un peccato compiuto dal figliol prodigo tanto brutto da scavare una tale solco di inimicizia col padre da far sì che questi non l’avrebbe più atteso e anzi si sarebbe negato anziché corrergli incontro?
Il figlio maggiore non guarda certo di buon occhio il ritorno del fratello; è una presenza fastidiosa la sua, piena di risentimento; per lui sempre fedele, sempre obbediente e rispettoso; per il padre invece quel figlio è pur sempre e comunque un figlio da amare.
E alla cena per lui si banchetta col vitello grasso.
Si può sempre ricominciare, si può sempre ripartire da un “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te”, da un “Non sono degno, ma dì solo una parola…”
UXORICIDA SI RISPOSA
Non è raro che succeda che per una coppia il fidanzamento sia solo rose e fiori e poi il matrimonio si trasformi in una valle di spine. Successe ad Aldo ed Evelina. Aldo dopo pochi anni di matrimonio cominciò a maltrattare la moglie e un giorno la lite finì come lui non avrebbe voluto: la picchiò come altre volte, ma quel giorno esagerò e l’ammazzò. Sconvolto, si costituì. Seguì il processo e fu condannato a 10 anni per omicidio preterintenzionale. In carcere, anche per opera del cappellano, si riaccostò a Dio. Faceva la comunione tutte le domeniche. Era così esemplare nel comportamento, che beneficiò di una riduzione della detenzione. Tanto era cambiato che dopo poco tempo da che era tornato in libertà, trovò Melania che ebbe fiducia in lui e così con lei contrasse un nuovo matrimonio. Vivono ancora felici e contenti e in pace con Dio.
Due temi ancora.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. (Mt 22, 10)
La chiamata è per tutti, buoni e cattivi.
Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. (Mt 22, 12)
La conversione quando c’è deve essere vera.
non poteva mancare l’endorsement per la Amoris laetitia da parte di eugenio scalfari, l'”amico intimo del papa”.
naturalmente scalfari scrive le solite cose , che con Francesco la Chiesa si è ammodernata è cambiata ecc. ecc. Il solito elogio del modernismo della Chiesa di Bergoglio.
Ma quello che fa più senso che fa proprio pensare alla MASSONERIA PURA sono queste parole di Scalfari:
“A questo punto – ma qui esprimo un mio pensiero che non so se posso attribuire anche a papa Francesco – Cristo è semplicemente un modo di chiamare l’Amore. Amore degli uomini verso Dio e Amore di Dio verso gli uomini e Amore degli uomini verso il prossimo. Lo chiamano Cristo, ma è soltanto un nome che significa Amore. Papa Francesco la pensa così? Non gliel’ho mai chiesto e mai glielo chiederò ma secondo me sì, pensa questo poiché la sua ovvia verità e fede è nel Dio Unico. Non solo per i monoteisti ma per tutte le religioni esistenti. Per tutto l’universo del quale facciamo parte. La sua fede è il Creatore e le cose create, dalle stelle alle particelle elementari, allo spazio e al tempo, all’eternità e al costante mutamento, alla nascita e alla morte. Il Creatore è tutto e la fede, per chi ce l’ha, è nel Creatore. Mi azzardo a dire che se leggete con attenzione alcuni passi dell’Esortazione, questo è il pensiero e la fede di papa Francesco. Ed è questo tipo di fede che a tutti lo rende caro.”
“cristo è semplicemente un modo di chiamare l’amore”
da qui alla Nuova Religione Universale e al culto del grande architetto non c’è più differenza! Il Grand Oriente ringrazia!
certo Scalfari dice che questo è il suo pensiero ma aggiunge che crede che sia anche il pensiero di Francesco.
sarà smentito? assolutamente no, perchè probabilmente Bergoglio davvero la pensa come Scalfari..
cari compagni massoni…complimenti avete fatto il colpaccio. Gesù Cristo il Nazareno, colui che si è Incarnato ed è morto per noi ed è risorto, d’ora in poi sarà solo un vago eufemismo , un modo di parlare , “un modo di chiamare l’amore”
http://www.repubblica.it/politica/2016/04/10/news/le_vette_di_francesco_e_la_palude_dove_renzi_annaspa-137294619/?ref=HRER2-1
Dunque se cristo è solo un modo di chiamare l’amore ed esiste un solo Dio creatore, “valido per tutte le religioni2 come dice scalfari, e dice che crede che anche Francesco sia d’accordo, perchè avere ancora delle religioni?
anzi perchè avere ancora un papa? perchè celebrare la Santa messa?
cristo è solo un modo per chiamare l’amore.
siamo al NOMINALISMO più spinto. cristo non più una realtà, anzi l’unica realtà, l’unica VIA VERITA’ e VITA, ma solo un nome fra tanti altri nomi .
Agghiacciante. Orribile. Blasfemo.
ma purtroppo è quello che ci attenderà. la Nuova Unica religione universale che sincretizza tutti i culti.
Giuseppe annotava come in caso di violenza la separazione deve essere accolta. Ma questo è previsto dal codice di diritto canonico. La Chiesa , se richiesto, non ha mai fatto problema, né esercitato ingerenze su questo punto. Anzi, il codice di diritto canonico prevede l’annullamento immediato(Articolo 2.Can. 1153 ) , come pure in caso di matrimonio misto, in vista del a godere, nel caso in cui intervengano squilibri all’interno della coppia, del favore del diritto (Art. 1. Can1150).
Ma se in questo caso ultimo viene sciolto ogni vincolo -a motivo della fede- nel primo caso invece, il vincolo permane, nonostanze la separazione concessa.
Questo perché Il matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte.
corrige@in vista del privilegio paolino, per cui a godere dello scioglimento è la parte battezzata.
Chiedo venia per questi continui tagli e interruzioni ma digitare dal cellulare è una iattura
> Luigi Mortari
Condivido in pieno quanto scrivi.
> Clodine
Mi sono inventato tutto. Volevo solo dire che se un uxoricida può fare la comunione e anche risposarsi, come previsto dal codice di diritto canonico, perché un/una divorziato/a per motivi seri non dovrebbe poter fare almeno la Comunione? Un po’ quello che fa capire Luigi Mortari. Per me peggio di non poter fare la Comunione è solo l’inferno.
>Maria Cristina
Sono senza parole.
Maria Cristina fa finta di non sapere, mentre lo sa benissimo e ciurla nel manico, che Scalfari è un ateo dichiarato e parla in quanto tale. Puo’ esprimere tutti i pareri del mondo e dell’altromondo su Dio, la Chiesa e il Papa. Parla da amico del papa? E perché non potrebbe?
Imbecille integrale il cattolico che pretende che un ateo dica cose cattoliche sulla fede cattolica.Imbecille doppio se scambia il peso, l’influenza e la risonanza che ha quello che dice Scalfari per qualcosa che abbia un minimo di consisitenza dal punto di vista della sostanza di fede.
Quello che io troverei agghiacciante, orribile e blasfemo, sarebbe piuttosto che un cattolico. pavoneggiandosi di esserlo per giunta!!!, butti letame in faccia ogni giorno alla Chiesa Cattolica e al suo papa.
Così, perché gli gira.
Dopodiché vince il senso del ridicolo, e la farsa della pulce malata che gonfia il petto e si crede l’elefante prende il sopravvento tra lo sghignazzo generale.
Rubo le parole di Luigi Mortari:
“Il figlio maggiore non guarda certo di buon occhio il ritorno del fratello; è una presenza fastidiosa la sua, piena di risentimento; per lui sempre fedele, sempre obbediente e rispettoso”.
Tutti questi indignados che procedono strappandosi le vesti a ogni passo su questi temi, sono nient’altro che la versione 2.0 del fratello maggiore. Niente, assolutamente niente né di nuovo, né di diverso.
Non penso si debba sghignazzare, ciò che può capire o non capire un non cattolico lascia il tempo che trova. Il guaio è quando a non voler capire è un cattolico, e qui c’è ben poco da sghignazzare; domandarsi oggi dove sta andando La Chiesa (realtà visibile/spirituale). Come si pone rispetto a Cristo, in che rapporto si trova se di “fronte”a Lui, sotto di Lui ( strumento separato e provvisorio ? ) o “con Lui” /”in Lui” (strumento legato definitivamente) perché se dobbiamo seguire la tesi dell’unità interna -e per unità interna s’intende un’unione ipostatica come le due nature di Cristo umano divina- allora c’é bisogno di fare chiarezza e distinguere due cosucce che non sono di poco conto: “il contenuto” o Res/che è l’aspetto essenziale immutabile ( e in questo contesto rientra l’aspetto sacramentale desunto dai vangeli) dal “contenente”che è la forma storico-culturale e perciò mutante.
Noi sappiamo che Tra Cristo e la Chiesa c’è un rapporto di dipendenza e se il Primo non è stato toccato dal peccato La seconda, La Chiesa in ultima istanza noi, simao e restiamo creature cadute, dentro una storia di peccato.
Perciò nessun Papa può modificare il Vangelo, né potrebbe, senza recare un grosso danno; né può appellarsi allo Spirito Santo al quale si chiede di entrare quale contenuto perché dia vita al contenitore.
La Chiesa (ed è questo che si deve capire) non è qualcosa che alcuni gagliardi ecclesiastici (fosse anche un Papa) a guisa di amministratori, menager hanno già organizzato affinché , poi, lo Spirito Santo vi possa trovare, per così dire, un teatro di attività….
Lo Spirito Santo non è mai un possesso e nessuna gerarchia ecclesiastica, né la dottrina, né la prassi, nessuna novità che non rispecchi il Verbo incarnato potrebbe costringerlo ad agire a comado qui ed ora.
Qui il tema del fratello maggiore non c’entra minimamente, qui si tratta di sottomettersi a Cristo, totalmente, semplicemente.
La Chiesa, noi, non possiamo comandare allo Spirito Santo, imporgli i nostri regolamenti che sono già tutti rivelati attraverso i Vangeli, la Tradizione e dal Magistero. Cristo è il Capo, e nello Spirito abita gli edifici della Chiesa, abita in noi, ma nella misura in cui noi ci fidiamo obbedienti…invece….facciamo di tutto per affliggerLo, lo tradiamo in mille modi. Lui ci ama veramemte e ci compatisce; domandiamoci quanto lo amiamo noi: credo molto, ma molto meno…mooolto meno…
Picchio, ma perché vuoi sempre ridurre il cattolicesimo a relativismo? Ci saranno pure delle regole, che magari tu non condividi, che non possono cambiare! Questa esortazione apostolica dimostra che, al di là delle intenzioni, certe cose non si possono cambiare senza snaturare il cattolicesimo e perdere di vista la volontà di Dio.
Non c’è nulla da sghignazzare?
Allora siamo seri.
Chi si vuole ” sottomettere ” a Cristo, impari a considerare per intanto se stesso per quella nullità della fede che è- lo siamo tutti, beninteso- e a accettare la Chiesa come Madre e Maestra COME E’ punto e basta, e il papa come guida COME E’ punto e basta.
Tante professioni di cattolicità dolorosa e altrettante controtestimonianze militanti, quotidiane, deliberate.
Costruite sul niente, poi: su se stessi, cioè meno che il niente.
Non sarebbe male mettere un tappo al proprio egone ipertofico e piantarla di dire e seminare dubbi e quel che è peggio giudizi ad alzo zero per dar aria ai denti.
La Chiesa puo’, la Chiesa non puo’, il papa puo’, il papa non puo’….
Ma un’occhiatina allo specchio, almeno quello spirituale?
Possibile che non scatti il senso del ridicolo?!!
Chi emette queste sentenze, ha ricevuto in visione le chiavi del Regno?
Sarebbe interessante una testimonianza in tal senso.
🙂
Perché se no, chi sa spiritualmente sì’ e no legarsi appena le scarpe, me per primo, con che faccia di tolla predica a chi puo’ sciogliere e legare per mandato evangelico?
Così, per fare la prima obiezione di metodo che càpita, senza neppur entrare con un’unghia nel merito, che non basterebbero un centocinquanta blog….
Perché ad un uxoricida ( e dunque un vedovo) che si pente trova clemenza e riconciliazione e un divorziato che vive more uxorio (come marito e moglie) non dovrebbe trovare accesso all’ Eucaristia?
Caro Giuseppe. La questione un tantino enigmatica ha sempre una sua ragion d’essere. Teologia ha dedicato ampi spazi al tema dell’uxoricidio. Il tema prende mossa dall’usanza assai diffusa nel IX , X secolo circa il rapimento di donne, giovani, meno giovani, vedove e anche monache.. Il famoso “De coercendo” ,di autore ignoto, tratta con dovizia il tema dello stupro, del rapimento e della relativa costrizione obbligata al matrimonio; atto ignobile diffusissimo, fino a storia recente, specie al sud: simbolo di sfregio e profanazione anche del “tempio” (la donna come tempio).
A motivo di ciò si ingenerava l’adulterìo che a sua volta innescava uno stato di follia collettiva, per cui l’uxoricidio era all’ordine del giorno. Un problema sociale cui la Chiesa dovè dare risposte. Ecco che lo “scrivere a terra ” di Cristo rispetto all’adultera minacciata diviene paradigmatico della durezza del cuore umano e della crudeltà della legge terrena.
Nicolò II ai vescovi riuniti in sinodo verso la seconda metà del IX secolo afferma che “sebbene la legge terrena permetta di uccidere una donna fedifraga, la Chiesa non si serve della spada e non uccide, ma risuscita! Pertanto i sacerdoti sono chiamati a persuadere i fedeli in nome della misericordia cristiana, di cui non è indegna nemmeno la moglie fedifraga- concede perdono ad oltranza e, a seguito di una sincera conversione et poenitentiam concede relativa adsolutionem …tantè che nel “De divortio Lotharii” tutto è riposto nelle mani dei vescovi che indicarono come valida la motivazione secondo la quale è in base; alla discrezionalità e volontà della seconda moglie dalla quale dipende il potere di rendere valido il matrimonio dell’uxoricida.
Viceversa, per i divorziati more uxorio il vincolo coniugale risulta perpetuo non può essere sciolto da alcuna potestà umana e per nessuna causa, anche se dal punto di vista della legge umano ci fossero state giuste ragioni per annullarlo…perciò, non si da accesso all’Eucaristia.
Io seguo Cristo, Egli è la Via, la Verità, la Vita…punto e basta .
“Non riducetevi schiavi degli uomini” dice san Paolo ai Corinzi. Riconoscere il Crocifisso come Signore e porsi sotto la Sua sovranità. Questa è la unica forza dei cristiani. Ogni parvenza di vita al di fuori di Cristo è ingannatrice, nel cercare la fonte di vita dove essa non è, è inganno…. Purtroppo, gli uomini non vogliono esistere in funzione di Dio e capitolano davanti alle potenze del mondo, compresa la Chiesa, quando non segue il Capo, e si fa bicefala- L’intera parabola umana è votata alla morte senza la fedeltà a Dio; in questo tu hai torto, Cuffini, e discepolo ha ragione!
Federico questa esortazione dimostra proprio il contrario.
Cristina vicquery
Tutto quel bla bla sull’uxoricidio non fa che rendere più allucinanre la proibizione della comunione per il divorziato sempre e in ogni caso. Ben venga il discernimento dei singoli casi, e ricordiamo sempre che la legge è stata fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge.
Cristina vicquery
Eh…la legge. ..ecco un altro chiodo fisso. ..coi suoi
luoghi comuni.
Come se libertà dalla legge, in prospettiva cristiana, sia sinonimo di anarchica libertinaggio, arbitrio selvaggio e soggettivo; questo significa non avere capito il senso ultimo….la libertà dalla legge rende ancora più vincolante la sequela perché non è più in gioco l’aspetto cultuale. …ma l’adesione alle esigenze Morali di Dio (è stato detto ma io vi dico). Anzi, di più, si tratta proprio di “discernere la Volontà di Dio, ciò che è “buono, a Lui gradito e perfetto. ” Pensa un po’ ….quanto dippiu impegna quel “tutto è lecito ma non tutto edifica”…”tutto posso…ma non mi farò schiavo di nessuna cosa”…
Sul bla bla…Picchio, potevi evitare…non era mica indirizzato a te…Giuseppe mi ha domandato alcune cose ed ho risposto . Sono solo appunti storici condivisi. Non c’è l’interrogazione eh…mica siamo a scuola. …cioè. ..il senso di quel bla bla bla…non lo capisco francamente
Comunque …non importa. .un caro saluto a tutti. .
Scusa clodine. Volevo dire che stiamo a spaccare i cappelli in quattro per cose che sono più ben più gravi di essersi rifatti una famiglia, soprattutto quando magari chi si è rifatto una famiglia non aveva colpe nel fallimento del primo matrimonio. in questo caso niente sottili distinguo, ma un’applicazione rigidissima della legge. Ben venga quindi l’esortazione e un discernimento tra casi e casi con annessa possibilità di accedere alla comunione.
Si faceva anche prima? Certo, in molti posti si, ma in deroga alla legge, ora è lo stesso papa che dice che è possibile fare questo.
Cristina vicquery
Lo so , lo so..
No….pensavo fossi arrabbiata con me. E…Mi dispiaceva!
Io seguo Cristo, Egli è la Via, la Verità, la Vita…punto e basta .
Punto e basta? Toh. E chi te lo porta, Cristo? Clodine e il suo foro interiore?!
Ti battezzi da te, istituisci tu dei sacramenti, sei tu comunità e chiesa?
Dice:la chiesa non segue il Capo e si fa bicefala.
E chi lo stabilisce questo? Clodine Floris Leo? Maria Cristina Venturi? Lorenzo Cuffini? Luigi Accattoli?
Cabaret puro.
Auguri.
Allora, ci si puo’ anche sbattezzare.
Che c’è , una nuova setta al’orizzonte, i Clodiniani?
Ma figurati..se sono arrabbiata con te –
🙂
Grazie, Clodine, per l’attenzione all’uxoricidio da me inventato, ma verosimile. Come sai, non sono alla tua altezza teologica ma mi sento più vicino al sollievo manifestato da picchio/Cristina per la possibilità, valutata caso per caso, concessa dal Papa ai divorziati di accedere alla Comunione.
Ricambio il saluto e lo estendo da picchio/Cristina in su.
Sono arrabbiata con i parenti di mio marito. È’ proprietario di un terzo di una casa (questioni di successioni), ovvio che non se fa niente. Ha proposto sua quota agli altri o vendere tutto e spartirsi i soldi, ma agli altri sta bene così. Ogni tanto stanno un me mesetto la’…noi non ci andiamo da 5 anni…
Quando leggo, Cris, di tuoi marito e dei suoi parenti mi viene in mente il film “Almanya”: per caso, l’hai visto ?
Per il resto, ho trovato anch’io condivisibilissimi gli interventi di Luigi Mortari, e, se posso permettermi l’osservazione, non così distanti tra loro (al di là delle diverse sensibilità) le posizioni di Lorenzo e Clo (almeno per quel che posso capirci io); la storia, infine, dell’uxoricida, amico Giuseppe, sembrava proprio vera: dove (e come) te la sei inventata ?
Buona domenica pomeriggio !
Roberto Caligaris
P.s.: hai ragione, Giuseppe; non ci sono parole, per cui, appunto, è meglio ignorare certi “sfoghi” (lo dico prima di tutto a me stesso ………….).
Caro Roberto, l’ho inventata “in diretta”, scrivendola qui nel blog questa mattina. Mi piace scrivere e scrivo altro, ma non per i blog.
Sinceramente, ma lo dico solo a te, 🙂 certi interventi mi fanno trasecolare. Il rispetto, pur nella non condivisione delle idee, è la “conditio sine qua non” per un dialogo civile, specie quando si parla del Papa. Ma voglio aggiungo anche Scalfari, un grande giornalista e scrittore. Io ho il piacere di conservare una sua lettera che mi scrisse molti anni fa in risposta a una mia.
Buona domenica pomeriggio anche a te.
Ci sono passata Picchio. I parenti d’Abruzzo di mio marito, figlio unico padre morto da 40 anni, zitti zitti si sono spartiti terreni, casolare di famiglia antico, masserie e chissà quanto altro, non eravamo a conoscenza dei beni….A noi un fazzoletto di bosco sotto il gran sasso che al massimo può andare bene per i mufloni. Non è edificabile, non passano tralicci della corrente, non c’è gas né acqua…
una beffa insomma, con la scusa che non andavamo! Cioè. ..no…sono ingiustizie che fanno rosicare parecchio. È la furbizia che irrita capito. ..
Anche io ho creduto alla storia ..comunque Giuseppe h pa posto l’accento su quella parte del diritto canonico che qualche perplessità a dir poco la lascia.
Su Papa Francesco…che dire…ho delle riserve in merito al suo pontificato , che non ritengo negativo tout court ma che tuttavia non mi convince del tutto.
Ma è il Papa di Santa Romana Chiesa e …per carità, ne rispetto le istanze , anche se mi sento più vicina per formazione al papa emerito…
Picchio,
Una delle poche cose chiare e condivise da tutti é proprio che la dottrina non é cambiata, perché, al di là delle aspettative – legittime – e delle “promesse”, non poteva cambiare. Cambiera la pastorale ma non la dottrina. Se poi qualcuno vorrà equivocare se ne assumerà la responsabilità. Naturalmente ai nostri pastori resta il compito di evitare esortazioni ambigue ed equivoche.
Condivido la riflessione di Federico. ..
Si l’ho visto Giuseppo, bello. Tu hai visto il “regno d’inverno” di Ceylan? cello anche questo, come gli altri film di Ceylan.
ciao Cristina
ti capisco Clodine,noi là non ci andiamo mai, gli altri sì e quindi hai voglia… perchè mai dovrebbero darci dei soldi? tanto la casa la usano lo stesso.
cristina vicquery
Tu però non mollare!
io mi pentii a suo tempo di avergliela data vinta…
Difendi i diritti di tuo marito, che sono anche tuoi e dei tuoi figli.
Tieni duro…
federico
Cambiera la pastorale ma non la dottrina.
infatti è quello che c’è scritto sull’esortazione, io non ho detto che cambia la dottrina, e neanche il papa ovvio, e anche Kasper non ha mai detto una sola volta di cambiare la dottrina…Mica si vuol fare arrabbiare i difensori della dottrina ,,,per carità..
la dottrina non cambia..te lo ridico…così ti faccio contento e stai tranquillo.
Cambia la pastorale, si decide dopo un discernimento caso per caso, hai presente le noticine a piè di pagina? Si può fare con l’avallo papale quello che si faceva solo nella prassi.
poi naturalmente il tuo vescovo che obbedisce al papa solo quando il papa fa quello che vuole lui, scriverà una bella lettera ai preti dove proibirà ai suoi preti di dare la Comunione ai divorziati.Già me la immagino.. Ma grazie a Dio i divorziati di Ferrara potranno sempre fare un serio discernimento con qualche bravo prete di una diocesi adiacente.
cristina vicquery
metteremo in mezzo un avvocato, anche se son soldi…
ciao clodine
Clodine, ho appena finito di leggere un articolo su Cicerone e il latino nell’inserto culturale “Domenica” del Il Sole 24 Ore. Trascrivo una citazione del grande Cicerone: “Oratio […] lumen adhibere rebus debet”. Per chi non conosce il latino riporto anche la traduzione: “La lingua deve portare luce alle cose”.
Mia considerazione: per portare la luce la lingua stessa deve essere luminosa. Se non nella forma, almeno nel contenuto. Ma tu non ci sei lontana, salvo qualche momento di… ardor! 🙂
Buona serata.
🙂
Timbrare di sacrilegio & eresia, di sostituire lo Spirito Santo con lo spirito di satana , e altre amenità similari….ci vuole un bell’ardir a definirle ” ardor”.
Comunque, ovvìa, stasera sono sicuro che in Vaticano tutti si va a nanna piu’ sereni: che la Santa Inquisizione ha , bontà sua, dato del pontificato di Bergoglio una valutazione ” non negativa tout court”.
Sai che sospironi di sollievo nelle segrete stanze!!!
Ciao a tutti.
Sono ahimè riuscito a leggere solo velocemente i Vostri interventi.
Riguardo all’ “Amoris Laetitia” è tutta da leggere, ma penso che, come ha sottolineato l’amico Roberto55 i media Tv/Web e cartacei (anche laici) hanno stavolta riportato bene il contenuto dell’Esortazione.
Ora vedremo cosa accadrà nel concreto nelle varie diocesi anche se il tema dei divorziati risposati che vogliono accedere alla Comunione penso interessi in concreto il 2% di queste persone.
Comunque leggeremo il tutto.
Buona settimana a tutti.
Fab.
Che gentile Giuseppe! Grazie.Bella la citazione di Cicerone, che adoro….
tuttavia se emerge un pochino di luce nonostante le difficoltà di un blog, lo devo ai tanti sacerdoti molto ben preparati …Tutto quanto ho appreso, e quel poco, che riesco a comunicare passa attraverso l’ imprimatur della Santa Sede, sia per quanto riguarda i testi , che riunioni e convegni ai quali mi reco assiduamente…nell’ambito strettamente parrocchiale e diocesano….
Percio Cuffini, i ragionamenti sul mio conto non mi irritano più di tanto perché lei non ha alcun di serio di capire dialogare in un clima di confronto. Lei deve capisce solo quelli che vuole capire, cosa vuol che le dica. Pazienza…
@desiderio…volontà. .
@ corrige
Lei Cuffini capisce solo ciò che vuole capire..il bello è che si fa interprete perfino di quello che non dico.
Ma non importa. ..non fa niente. ..si figuri.
Un saluto
Ciao, Lorenzo.
“Ardor” non significa solo “ardore”, ma in senso figurato significa anche “fuoco”, “passione” e “furore”. Scegli tu l’accezione che ritieni più adatta a certi “momenti” di Clodine.
A te dedico l’abstract di un altro articolo sulla dimensione personale dell’argomentazione: “Il campo dell’argomentazione è quello dell’incertezza dove la soggettività di chi parla determina la definizione di una ‘verità’, (…) perché non si argomenta contro l’evidenza”. Per quel che mi riguarda sono molto incerto, e riconosco che è un mio limite. Ma l’incertezza può essere anche uno stimolo alla ricerca. Insomma… prendila come vuoi! 🙂
Buona notte.
Io credo, amici Cristina/Picchio, Luigi (Mortari), Marcello, Clo, Fabrizio, Giuseppe e Lorenzo, che, forse, non abbiamo prestato sufficiente attenzione, nello sviluppo del nostro dibattito, all’intervento di Silvia di ieri sera – ore 22.23, in cui ci ha parlato del suo incontro in Parrocchia: sarà interessante, Silvia, se ci vorrai riferire dell’incontro di sabato prossimo.
Buona settimana a tutti !
Roberto Caligaris
Ciao Giuseppe !
La prendo come va presa: molto, ma molto bene.
🙂
Io ho unica, provata certezza: una evidenza, appunto. Che, difatti non si discute.Io sono una bestia. Non “sono stato”, “posso essere” ecc ecc ecc.
No, no: io sono una bestia. E su questa bestia evidente, Gesù Cristo, incomprensibilmente , ha piazzato gli occhi addosso. E SOLO e SOLTANTO la sua Chiesa, che non si è stancata di mostrarmene il volto, mi ha salvato , mi salva e mi salverà da me stesso.In specialissimo modo dalle mie sicurezze di cartapesta in materia di fede.
Per questo non riesco a restare indifferente alla scriteriata superficialità con cui le si getta fango, fango, fango e fango addosso instancabilmente.
Non mi lascerei conquistare piu’ di tanto, se posso dire, “dall’argomentazione” in sede di blog….specie nei cattoblog.
Il più delle volte risulta strumentale alla cruscaccia del proprio sacco, più che alla ricerca della verità.
Tutto qua.
Grazie per l’abstract, molto gradito.
Buona settimana!
“Sopportare pazientemente le persone moleste”
In quest’opera di misericordia deve entrare necessariamente la virtù della pazienza, altrimenti tutto va in fumo per il cristiano. La pazienza è un comportamento caratterizzato dalla capacità di dominare, per amore di Dio, il desiderio di dire un bel “ma vafff…” di fronte a persone e fatti che ci recano disagi, molestie, offese.
L’esercizio di sopportare con pazienza le persone moleste ci rende sempre migliori e forti. Dice un proverbio: “Con la pazienza si arriva a tutto”. Il cristiano, infatti, sa bene che, quando è avversato da persone fastidiose o da avvenimenti spiacevoli, si trova nella condizione di partecipare alla croce di Cristo. Per questo è consolato dal Signore. Consolazione che produce in lui la forza della pazienza e accende la speranza, che è la sicura certezza della vita eterna.
Sono sicura che l’amico lorenzo gradirà questo omaggio tutto capitolino!
https://youtu.be/xSsffD18mdI
E questa la dedico -oltre che a Lorenzo-a Giuseppe, Roberto, Picchio, Silvia, discepolo, Federico…e a tutti…implorando una preghiera perché questa nostra Capitale spolpata e sgangherata da politiche indegne…risorga!
https://youtu.be/3-SGACB54YI
🙂
Apprezzo e ringrazio sentitamente per le dediche; segnatamente la prima, personale. Apprezzo anche di più la disamina sulla sopportazione delle persone moleste, come al solito esaustiva, da un punto di vista scolastico.
Non che sia il max: ma Io mi ci ritrovo completamente, nei suoi confronti, Floris.
Ma lei ci si vede riflessa da capa a piede, nei confronti di papa & CHIESA?
🙂
Ma certo che si!
…..OTTIMO!
E allora, diamoci tutti una regolata , e il tasso di molestia si abbatte drasticamente.
Beneficiario primo: il “pubblico passivo” che- come il fumatore – ne viene inconsapevolmente intossicato.
Beneficiario secondo: noi, unici veri interessati a quello che andiamo dicendo.
Beneficiario terzo ( last but not least at all) : Cristo.