“Quel giorno ho anche pensato che forse [quella di denunciarlo] era l’unica maniera per dare a Valerio una speranza di riscatto”: così ha parlato ieri al Giornale Radio1 Giovanna Proietti, la mamma di Valerio Del Grosso, 21 anni, che ha ucciso Luca Sacchi il 23 ottobre davanti a un pub del quartiere Appio Latino di Roma e che lei ha fatto arrestare. Nel primo commento le parole di Giovanna, che ho trascritto dalla registrazione audio.
La mamma: ho denunciato Valerio perché si riscatti
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Giovanna Proietti: «Sono distrutta dal dolore sapendo che una mamma e un papà, un’intera famiglia, stanno piangendo la morte di un figlio. Ancora non posso credere che Valerio abbia potuto fare un gesto simile. E come me tutti quelli che lo hanno visto crescere nel quartiere. È giusto che adesso paghi e si assuma le sue responsabilità e so che lo farà. Per questo, con lo stesso dolore nel cuore, non ho mai pensato mai nemmeno un minuto che si potesse fare una cosa diversa da quella che ho fatto. La nostra è una famiglia per bene di lavoratori e per questo non potevamo aggiungere al dolore di questa tragedia la vergogna di sentirci in qualche modo complici. Quel giorno ho anche pensato che forse [quella di denunciarlo] era l’unica maniera per dare a Valerio una speranza di riscatto. Meglio in cella che con gli spacciatori. Valerio non è quello che si legge sui giornali. Anche lui aveva deciso di consegnarsi alla giustizia, lo so per certo. So che non voleva uccidere, ma di questo non voglio dire, ci penseranno gli avvocati. Oggi c’è solo la vergogna e il dolore per una tragedia che non avrei mai potuto immaginare e per la quale a nome della mia famiglia posso solo chiedere scusa».
Parole giuste. Da tenere con noi.
Una donna ed una mamma esemplare che non ringrazieremo mai abbastanza per la testimonianza che offre a tutti noi.
Buona domenica a tutti.
Roberto Caligaris
Quella voce accorata mi ha commosso fino alle lacrime. Povere madri, per entrambi si spalanca l’abisso di un dolore sconfinato.
entrambe vittime di una società in disfacimento, devastata, in cui regna sovrana l’incertezza,le inadempienze, la corruzione, la disoccupazione, la miseria intellettuale. Ovvio che a farne le spese sono le nuove generazioni sempre più refrattarie a quelle istanze considerate valori, fino a qualche decennio, ma che ora, a fronte di nuove miti da emulare, non corrispondono più.