A Scicli nella chiesa matrice di Sant’Ignazio ti mostrano una statua in legno e cartapesta della Madonna a cavallo, con spada e corazza, chiamata “Madonna delle Milizie”, che nella piana dell’attuale Donnalucata (gli arabi la chiamavano Ainlu Kat) avrebbe combattuto a fianco di Ruggero II determinando la vittoria sui saraceni dell’emiro Belcane (1091): il cavallo bianco della Vergine calpesta un arabo e un moro e pare sia un simulacro unico al mondo, paragonabile ai San Giacomo “matamoros” (ammazzamori) della Spagna. Un cicerone guercio e sordo narra la leggenda, mostra la statua, descrive la festa della “Turchesca di Maria delle Milizie” che si tiene il sabato che precede di quindici giorni la Pasqua. Io faccio conto di capire quello che dice e mormoro “bella” – all’indirizzo della statua – ed egli, che mi legge le labbra, è felice della parola e della mancia con cui lo saluto. Quella Madonna con la spada mi scatena tutti i sentimenti, ne parlo con la titolare del bed and breakfast “Giardino a mare” dove alloggio a Donnalucata, Maria Luisa Cannata, che mi racconta come sia stato suo ospite un giorno l’islamologo vaticano Maurice Bormans (già direttore del Pontificio Istituto di studi arabi e d’islamistica), con il quale si è addottorata in lingua araba una sua figlia: lo studioso ha visto la statua e ha detto trattarsi di un “simulacro unico al mondo”.
La Madonna ammazzamori di Scicli
23 Comments
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Domani inizierà il mio viaggio che mi porterà all’Agorà dei Giovani Italiani…
Per le “giornate dell’accoglienza” verremmo ospitati dalla diocesi di Macerata; li vivremmo 3 giorni a contatto con la realtà del luogo e ci prepareremmo nel modo migliore all’incontro con Benedetto XVI, che avverrà a Loreto, nella Spianata di Montorso, sabato 1 e domenica 2…
E’ la 3° volta che incontro Papa Ratzinger (dopo la GMG di Colonia e dopo un’udienza generale del marzo scorso)…sono emozionato come se fosse la prima volta!!
Prometto che al mio ritorno condividerò con i lettori di questo blog la mia esperienza, che senza dubbio sarà fantastica e rimarrà indelebile nel mio cuore..
Un salutone a tutti! A presto.. 🙂
Sig. Accattoli, ho letto che la sala stampa si trova proprio nell’area di Montorso…se troverà 2 minuti liberi, sarebbe un vero piacere incontrarla e scambiare qualche parola con lei…mi faccia sapere!
Buon viaggio e buon lavoro! 😉
In diocesi di Macerata dove, per curiosità?
posso dire che sono allergico a madonne e santi “con spade e corazze” (salvo il loro significato simbolico-spirituale)? Beh, ormai l’ho detto…
Colpa del mio pacifismo (ops… non si può più dire…è di sinistra) “pacificatorismo” latente.
Buona esperienza “Loretana” a Mattia…
Mi spiace non poter essere presente a Montorso….
Mattia ricordaci nella Preghiera…
Un caro saluto.
L’Addolorata è certamente l’esatto contrario della Madonna ammazzamori che tu hai visto, Luigi. E in certe processioni, in Sicilia, il pugnale nel cuore della Madre di Dio è così lungo da vibrare al passo dei portatori.
Forse questi santi armati vorrebbero essere raffigurati con l'”arma segreta” di cui era micidialmente dotato San Padre Pio: la corona del Rosario.
Un abbraccio a tutti
Mattia, buon viaggio. E ricordati di noi.
Purtroppo, da giovane padre di famiglia, non riesco più a partecipare a incontri come questo. Ma il ricordo delle GMG di Parigi e Roma è indimenticabile.
Arriba la Virgen matamoros!
Anch’io ho un’antipatia sottopelle per le madonne battagliere (penso per esempio alla Madonna della Vittoria a passo dei Giovi, nell’appennino ligure); tuttavia credo che quest’eredità “scomoda” non debba andare rimossa tanto in fretta. Sicuramente una Madonna che “scende in campo” accanto alle schiere militari contro i nemici non appartiene alla nostra sensibilità né (spero) alla nostra comprensione del Vangelo; tuttavia è a queste immagini, e a questi immaginari, che il nostro popolo credente si è rivolto in passato per impetrare aiuto e protezione nelle gravi angosce della guerra. Sono contro chi riesuma Lepanto per dare dignità agli scontri (ideologici e non) di oggi; ma non mi sembra né illuminato né coraggioso chi sottovaluta o nasconde sotto il tappeto una pagina di storia che ha significato tanto per i nostri antenati e non resta priva di conseguenze su ciò che siamo adesso. Occorre discutere e purificare, sicuramente, alla luce del Vangelo. Ma cancellare con un tratto di penna sarebbe irrispettoso, penso, nei confronti del nostro passato: una storia che va assunta in modo critico ma anche pienamente partecipe, senza permetterci di giudicare sommariamente, né per condannare né per assolvere.
Giusto. Condivido quello che ha scritto Luca. Io poi non ho neanche l’antipatia sottopelle: appartengo a una generazione che (grazie al cielo) ha ancora giocato con spade, fucili, pistole e archi, ha fatto duelli e si è entusiasmata con i film ‘peplum’ che si vedevano in parrocchia alla domenica pomeriggio dopo la dottrina. Istintivamente diffido della allergia alle armi (anche pensando che quelle di distruzione di massa che ci sono oggi hanno probabilmente un aspetto assai più innocuo e ‘pulito’ dei vecchi, rumorosi e sporchi aggeggi con cui gli uomini si sono sbudellati per tanti secoli). Un vergine con la spada, poi, non può che fare del bene …
Per una volta sono d’accordo con Umberto Eco, che scrisse qualcosa del genere in un “diario minimo” di tanti anni fa, che inviterei i più giovani a leggere.
Leonardo, scusa, perchè diffidare di chi è allergico alla spada?
Di quale orribile debolezza si macchia chi non crede o no accettan la spada e la sua legge nella storia?
Ti senti più a tuo agio con chi la usa?
Tra l’altro anche io ho giocato con le armi (finte, ma in casa mia ne circolavano parecchie di vere). Ma credo di essere cresciuto davvero quando ho annunciato a mio padre (che mi voleva in accademia militare… tra le altre cose) che ero e sono un obiettore di coscienza (ops… un’altra cosa che non si può più dire). Insieme a quella scelta è cominciata anche la mia strada di conversione di fede (e tra l’altro, durante il servizio civile, ho conosciuto mia moglie).
Quindi, abbasso le spade, (con Tonizzo) meglio il rosario.
E poi (ha ragione anche Luca) i simboli sono importanti, perchè aiutano a spiegarsi l’inspiegabile. Ma solo finchè restano simboli. E non diventano idoli.
Perché temo la cattiveria dei ‘buoni’ (che quando per sbaglio gli pesti un ditino sono i più cattivi di tutti).
Perché gli orrori più orrendi si commettono forse più spesso in camice bianco o in giacca a cravatta che in tuta mimetica.
Perché chi maneggia le armi per professione in genere sa che con le armi ci si fa male, e quindi è riluttante ad usarle. Al contrario di quello che la vulgata storiografica vorrebbe far credere, i militari – in linea di massima – sono meno desiderosi dei politici di fare le guerre.
Perché in generale è fuorviante spostare l’attenzione sugli strumenti e concentrare le reazioni emotive su di essi, dimenticando che il male sta nel cuore di chi li usa.
Perché quando ci vuole ci vuole e, come mi pare di aver già detto in un’altra occasione, il pacifismo radicale (gandhiano) è una scelta del tutto rispettabile e anche lodevole sul piano individuale, ma non può diventare una politica: un governante che non provvedesse a far sì che il proprio paese si possa difendere in caso di aggressione agirebbe in modo immorale. Dunque un po’ di armi ci vogliono …
Perché la chiesa non ha mai considerato la vita militare incompatibile con la santità, anzi.
Detto ciò, io credo di essere una persona abbastanza mite e aliena dalla violenza, e spero che di guerre non ne dobbiamo fare mai più.
Ma, ritornando in tema: le armi della Virgen matamoros sono del tutto metaforiche e non penso debbano provocare alcun fastidio.
Leonardo, non sono d’accordo praticamente su nulla. Ma “è pacifico” che te ne farai una ragione.
ps. nell’elevato e indispensabile dibattito culturale di questi ultimi 10 anni (buonismo “sì” o “no”) se fossi costretto a scegliere, tra “buonismo” relativista e stucchevole e “cattivismo” virile, furbetto e cinico… sceglierei sempre il buonismo.
ps 2: “quando ci vuole ci vuole” (in romanesco, “quanno ce vo’, ce vo'”) è meraviglioso… mi ricorda “si stava meglio quando si stava peggio”…
ps 3 confesso di essere, purtroppo, un irascibile… forse per questo so che la violenza è nemica della verità
“Rimetti la spada nel fodero…” Decisamente allergico.
Simone e Alessandro, sono con voi (Leonardo forse si ricorderà di una nostra discussione di qualche mese fa).
Anche per me l’obiezione di coscienza è stata (ed è) una scelta fondamentale.
Riguardo le armi giocattolo, con mio figlio (6 anni) ho raggiunto un faticoso compromesso: spade, scudi e quant’altro di cavalleresco ( e lontano nel tempo) si, pistole e fucili no, perchè di bambini soldato ce ne sono già troppi sparsi per il mondo. Un po’ a fatica, spero che mio figlio stia capendo.
Esiste una campagna nazionale “Cambia gioco” per l’abbanodno delle armi giocattolo, che è stata benedetta anche dal Papa nell’Angelus del 21 gennaio scorso. Faccio mio l’appello del Papa “preserviamo l’infanzia dal contagio della violenza!”.
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Da bambino sono stato coartato al non-uso delle armi giocattolo, in mancanza delle quali, naturalmente, mi esercitavo nello sbudellare gli orsetti a mani nude, nell’infilzare i cuscini “nemici” con l’asta dell’armadio e nel precipitare le macchinine giù dalle scale. Solo caduti i tabù genitoriali ho potuto praticare improbabili ricostruzioni dello sbarco in Normandia coi soldatini e sterminii di alieni nei primi videogames.
Detto questo, sono sempre stato fortemente pacifista, marce per la pace comprese.
Quel po’ di piacere estetico che c’è nella guerra e nell’esercito può essere meglio reso inoffensivo con un ampio uso dei suoi surrogati e un’ampia e precoce informazione sulle reali conseguenze delle armi – quando non sono giocattoli – sui corpi e sulle anime.
Permettetemi ancora due parole sulla pericolosità del pacifismo come dottrina politica (a prescindere, quindi, dal suo valore morale). Il suo errore consiste nel sostituire un obiettivo impossibile, l’eliminazione della guerra, ad uno realistico, la massima limitazione possibile della guerra. Per una forma di eterogenesi dei fini, esso finisce quindi per aumentare il rischio di guerra, e di guerre particolarmente crudeli (come quelle combattute da bande irregolari).
Perché la guerra sia evitata bisogna che chi i la deve fare ne abbia sufficiente paura. Per questo occorre che la pratica della guerra sia demandata a dei professionisti, i militari, che sapendo di dover essere loro a farla e sapendo quanto ci si fa male, svolgano, di regola, una funzione di resistenza e di dissuasione. Il che, in effetti, a volte è accaduto nel passato. I militari vogliono sempre soldi per nuovi armamenti (e in questo sono da tenere a bada), ma soprattutto pensano alle carriere, alle indennità, ai trasferimenti ecc. e non amano particolarmente fare la guerra.
Sono stato anch’io OBIETTORE DI COSCIENZA,(anzi lo sono ancora), e l’anno di Servizio Civile è stato davvero stupendo e formativo.Indimenticabile.
Detto questo, vi sembrerà strano, ma non mi considero un antimilitarista totale.
Per la Pace, SI’-Per il rispetto dell’art.11 della Costituzione, SI’.
Ma non mi piace un pacifismo a oltranza che non condivide neanche la parata militare del 2 Giugno. Non dimentichiamo che l’attuale Presidente della CEI è stato ORDINARIO MILITARE PER L’ITALIA.
Riguardo ai giochi per bambini,sono certamente contrario alle armi giocattolo, ma un utilizzo parco e ben spiegato dai genitori, dei soldatini, perchè negarlo?
Un caro saluto.
ok, un attimo, non esageriamo.
x Leonardo: non annoio il mondo condividendoti le mie impressioni su quanto tu dici sulla “necessità della guerra” e sul ruolo metafisico dei militari. Ma come al solito le semplificazioni non sono utili. Se pur sono pacifista (lo sono? boh, non ci tengo al termine), non immagino certo che la guerra si possa eliminare. è una roba che sta nel nostro cuore, come il peccato. Semmai è un’Altro che ha questo potere. Ma mi pare l’abbia sconfitta accettando un supplizio sulla sua carne, non affidandosi ad “esperti e distaccati professionisti” del ramo per infliggerlo ai suoi carnefici… tanto per insegnarli chi aveva ragione.
x Fabricianus: non mi piacciono le ideologie. Nessuna. Inclusa l’ideologia pacifista (magari promossa a suon di “dimostrazioni esemplari” alla Casarini/Caruso). Colpa dei cristiani che si sono fatti scippare il valore della pace da un pezzo di società “arrabbiata”. Sull’ordinariato militare (che detesto. Basta, ed è opportuno, un parroco che possa entrare nelle caserme e fare il pastore delle “persone”, come per tutti gli altri. Non c’è bisogno, se non per una certa attrazione per il potere, di “essere militari”) c’è una polemica di attualità in corso. Su cui non vi annoio di più.
Infine, Luca, hai ragione. W i soldatini (soprattutto i Playmobil). Ma le pistole giocattolo mi irritano un po’…
x Fabricianus: pur dando per scontato quello che ha detto ilmoralista su un certo pacifismo, certamente non sentivo la necessità che il buon Ciampi ripristinasse la parata del 2 giugno, che mi sembra figlia di una retorica militare che mi auguravo essere superata.
Così come, e le dico tutte, mi sembra indecente e blasfemo che si possa ancora cantare “Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, ché schiava di Roma
Iddio la creò”: siamo tutti affezionati alle tradizioni e al tricolore ma questa parte del nostro inno è poco meno di una bestemmia.
x il moralista: Carissimo, so che sull’Ordinariato Militare vi è una polemica in corso. Io non sarei però così duro nei confronti di questa Istituzione Ecclesiastica. Penso che dia il suo valido contributo alla diffusione del Vangelo ,in ambito militare. Mi permetto di dire che non dobbiamo commettere l’errore di pensare che tutti i militari siano guerrafondai.
x fabrizio:Carissimo, forse nella parata del 2 Giugno vi è un pò di retorica militare. Andrebbe però sottolineato maggiormente che si tratta della FESTA DELLA REPUBBLICA, non delle Forze Armate, la cui festa ricorre il 4 Novembre, e se ci fai caso, non c’è alcuna parata militare nazionale. Quindi vedrei il 2 Giugno nell’ottica del recupero delle Tradizioni del nostro Paese.
Riguardo all’Inno di Mameli, caro fabrizio, come lei ben sa, è stato scritto nell’800, da un ragazzo che aveva 22 anni….E’ chiaro che sentir parlare oggi di tagli della chioma alle schiave, fa rabbrividire…ma che altro poteva fare un uomo, anzi un ragazzo che scrisse nel 1847?
Un caro saluto da un OBIETTORE DI COSCIENZA come alcuni di voi, contento del Servizio Civile svolto in passato, ma non antimilitarista totale.
W LA PACE!
un momento…piena comprensione per un ragazzo di 22 anni figlio del suo tempo. Leggere oggi di tagli della chioma alle schiave mi può fare anche sorridere, così come il “sangue impuro” della Marsigliese, ma nella frase che sottolineavo c’è qualcosa in più: si chiama in causa Dio che avrebbe destinato all’Italia la vittoria, e di conseguenza a qualcun altro la sconfitta. Da credente che cerca di nominare Dio solo a proposito, questa frase mi sembra scandalosa.
Poi, visto che tra le cose più belle che Benedetto mi sta insegnando c’è il non essere troppo esigente e l’imparare ad accettare le mie e le nostre debolezze (catechesi du Tertulliano), di tutto questo me ne faccio una ragione e quando gioca l’Italia l’inno lo canto anche io e faccio baldoria insieme a tutti gli altri, ma a mente lucida non posso far finta di niente.
Un caro saluto
Fabrizio
Il 2 giugno sfilano i corpi dello Stato; i militari ci sono (e fanno anche la loro bella figura), ed è giusto che sfilino anche quelli. Sono sempre stato pacifista ma non completamente antimilitarista, anche perche’ non riesco a convincermi dell’idea che non ci vorrebbe nessun esercito. Del resto, finché fanno parate non fanno battaglie.
Il nostro inno è commovente proprio perché, oggi, fa anche un po’ ridere. Ma figuratevi che io amo anche, addirittura, “Sole che sorgi libero e giocondo / sui nostri colli i tuoi cavalli doma: / tu non vedrai nessuna cosa al mondo / maggior di Roma”, ed è inutile che mi diciate, temo a ragione, che è fascista.
Sull’ordinariato militare ho molto meno entusiasmo. L’assistenza pastorale ai militari è sacrosanta, ma a volte la vedo ancora mischiata a una certa retorica non sempre sana. Spero che svolga, invece, quella funzione di coscienza critica che trovo indispensabile ai militari.
Chiacchiere in libertà.
Sulla parata del 2 giugno: ma quando l’avevano abolita non avevano detto che i mezzi militari passando su via dei fori imperiali danneggiavano i monumenti? Sull’inno di Mameli, anche a me piace, come certe cose un po’ cialtrone che abbiamo in Italia, anche se, a voler guardare le cose di fino, sa un po’ troppo di fratellanza massonica … Caro Luca, siamo in due: anche a me l’inno a Roma piace molto (del resto la musica è di Puccini, mica di Apicella), anche perché ho uno spiccato penchant per la retorica (a patto che sia chiaro che è retorica e basta).