Visitatori belli ecco il link alla registrazione audio della conversazione che abbiamo svolto via Zoom lunedì 17 maggio, per l’ultimo appuntamento di Pizza e Vangelo sul Vangelo di Marco (3, 31-35). Nel primo commento correggo due errori nei quali sono incorso durante la lectio svolta a braccio e richiamo la questione – di cui ci siamo occupati in quella serata – della poca attenzione del Vangelo di Marco alla figura di Maria, la madre di Gesù.
Ecco il link alla lectio sul Vangelo di Marco che non racconta nulla di Maria
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Correggo due errori. Nella presentazione del brano che ho svolto in collegamento Zoom il lunedì 17 maggio – e che si può ascoltare con il link che ho inserito nel post – ci sono due errori che ora correggo. Un errore lieve: la distanza tra Nazaret e Cafarnao non è di 30 chilometri – come dico nella registrazione audio – ma di 30 miglia, pari a 48 chilometri. Un errore grave: non è vero che tutti gli altri Vangeli attestino la presenza di Maria sotto la croce: l’attesta solo Giovanni. – Ma è verissimo che Marco è l’evangelista meno interessato alla figura di Maria. Luca è quello che la narra di più tra i quattro con il Vangelo dell’infanzia – che va dall’Annunciazione allo smarrimento nel Tempio – e che riporta il Magnificat e l’Annuncio dell’angelo dal quale è venuta l’Ave Maria. Matteo ha un diverso Vangelo dell’infanzia con l’annuncio a Giuseppe, i Magi, la fuga in Egitto. Giovanni ha le Nozze di Cana e l’affidamento dalla croce di Giovanni a Maria e di Maria a Giovanni. Se avessimo il solo Vangelo di Marco non sapremmo nulla di Maria. La nomina solo nel brano di questa lectio per dire che è anche lei nel gruppo familiare che vorrebbe riportarlo a casa (3, 31-35) e la fa nominare dalla gente di Nazaret che al capitolo 6, versetto 3 si chiede: “Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria?”
Lasciarsi portare nello sguardo di Gesù è un cammino tutto da scoprire. Talora poi si può leggere il vangelo ma molti discernimenti viverli in base a mentalità, filosofie, variamente a rischio autoreferenzialità, che poco cercano di prendere sempre più Gesù come riferimento spirituale e umano, non spiritualistico….
https://gpcentofanti.altervista.org/un-ritiro-verso-il-rinnovo-delle-promesse-battesimali/
Il motivo per cui ci sono quattro Vangeli e non uno solo, mi era sempre stato insegnato, e’ perche’ognuno degli evangelisti coglie solo certe cose e non altre della vita di Gesu’ . Come quattro testimoni di un unico evento, che danno certamente ciascuno una versione diversa dello stesso fatto , visto da sfaccettature diverse.
Marco non menziona mai la Vergine Maria, se non come madre di Gesu’, apparentemente snobbata.Altri Vangeli, dichiarato apocrifi, addirittura fanno tutta la storia dell’infanzia della Vergine Maria e della vita dei suoi genitori, Anna e Gioacchino . La Chiesa Ortodossa nelle sue Icone ha attinto a questi Vangeli apocrifi dell’infanzia della Vergine Maria, rappresentazioni( che ci sono anche nell’arte cristiana medioevale) della bambina Maria accolta al Tempio ,ecc.
Il Vangelo di Marco ,che si ritiene scritto da un discepolo di Pietro, in lingua greca koine’verso il 60-70 dopo Cristo, per la comunità:dei cristiani non ebrei, non menziona la Vergine Maria e se avessimo solo questo Vangelo in effetti non potrebbe esserci alcuna mariologia.Come se avessimo solo il Vangelo di Giovanni non avremmo saputo nulla dell’istituzione dell’Eucarestia.
Credo che la mancata menzione di Maria nel Vangelo di Marco dipenda dalla maggiore antichità dello stesso. La riflessionte teologico / spirituale sulla figura di Maria era ancora troppo embrionale quando fu redatto il primo vangelo (in senso storico). Il cristianesimo nascente era troppo concentrato nella rielaborazione dell’avvenimento principale della salvezza, cioè la morte e rissurezione di Gesù. A partire da esso avrebbero poi percorso a ritroso la vita pubblica e poi la nascita. Sul fatto che i racconti della passione e della risurrezione siano quelli più antichi nei Vangeli, e quelli dell’infanzia i più recenti, c’è accordo fra tutti gli studiosi. Dunque Maria è percepita come “secondaria” rispetto all’evento cardine della fede. La successiva e più distesa riflessione le riconoscerà il ruolo che merita nell’economia salvifica.
Alberto Farina