“La pace è resa più salda se segue la guerra” e viene sempre il momento in cui “bisogna essere convinti che il ricorso alle armi è inevitabile”, ma soprattutto “non bisogna lasciare che gli avversari diventino più potenti”: non sono righe prese da articoli di Giuliano Ferrara sulla guerra all’Iraq, ma da La guerra del Peloponneso di Tucidide, che leggo in questi giorni di vacanza. Anche quella fu una guerra preventiva, motivata – a parere dello scrupoloso narratore, che dedicò la vita a studiarla – “dall’accrescimento della potenza ateniese e dal timore che essa incuteva agli spartani”. E’ cambiato tutto nel mondo, dal quinto secolo avanti Cristo a oggi, ma non è cambiata la legge della forza e della paura e il calcolo che ne fanno gli uomini accampati gli uni di fronte agli altri. Le parole tra virgolette sono prese dai paragrafi 124, 144, 86, 23 del libro primo di quel grande testo. Merita leggere chi pensò a lungo prima di scrivere e tanto si interrogò sui pro e i contro di una guerra quasi trentennale.