«La Chiesa non è più divisa di prima, papa Francesco ha capacità contagiose» è il titolo di un’intervista che mi ha fatto ieri il sito Linkiesta. Nel primo commento metto il sommario dell’intervista fornito dal sito.
La Chiesa non è più divisa di prima e Francesco contagia
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Sommario de Linkiesta: Per l’ex vaticanista del “Corriere della Sera”, la contrapposizione della figura di Benedetto XVI è soprattutto una suggestione politica. La novità, dice, è un pontefice attaccato da destra. Ma Bergoglio ha capacità contagiose – di Alessandro Franzi
“La contrapposizione della figura di Benedetto XVI è soprattutto una suggestione politica”
Conosco tanti critici di Francesco che non sono ne’ di destra ne’ di sinistra ne’ si intreressano di politica. Vorrebbero però un pap ain continuità coi pontefici precedenti e con tutta la Tradizione della Chiesa. Un papa che non insegni il contario di quello che è stato insegnato fino ad adesso.
E’ chiedere troppo? E’ essere di destra?
Sono ammirata delle dichiarazioni di Luigi.
Ha letto bene la situazione attuale nella Chiesa, ha capito appieno lo stile di papa Francesco, ha evidenziato con innegabile obiettività cause ed effetti del pontificato innovativo di Francesco.
Lo ha fatto senza paraocchi né religiosi né politici, delineando con schiettezza le probabili conseguenze nel futuro di un papato che oggi vede la maggior parte del popolo cattolico schierata con Francesco.
Complimenti, con lode, a Luigi Accattoli.
Signora Venturi, vada a leggere l’intervista.
“Un papa che non insegni il contario di quello che è stato insegnato fino ad adesso.”
Perché, questo papa insegna il contrario? Non me ne sono accorta.
Non sono d’accordo sull’argomento delle divisioni, che non possono essere sminuite o addirittura censurate.
La comunità cattolica è molto più divisa che in passato ed è sempre peggio. Il pontefice piace sempre meno. Purtroppo per la Chiesa. Suggerisco un’opinione “terza” che esprime però bene la delusione e il pensiero di molti cattolici.
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/papa-presidente-dellong/
Veneziani è proprio di destra. Dunque, rientra in quella categoria di persone che denigrano il Papa attuale.
Altro che opinione “terza”! Io non lo leggerò.
Tanto non lo capiresti.
Terzo in quanto non appartenente al mondo cattolico, così come si diceva una volta.
«Se le cose nei prossimi quattro anni e mezzo continueranno con l’attuale modalità, di pace turbolenta, proiettando in avanti le nomine e le decisioni che Francesco viene prendendo, si può immaginare che il prossimo Conclave eleggerà un altro papa del Sud del mondo»: questo mi pare il punto interessante dell’intervista. Dunque Luigi sa già che il Conclave ci sarà nel 2021? Questa sì che è una notizia. Oppure ha fatto i conti con il pallottoliere di quanti cardinali escono dal giro di qui al 2021 e sa già che verranno tutti sostituiti con uomini della stessa tendenza? Anche questa sarebbe una notizia, sia pur meno eclatante.
Se Veneziani sia “terzo”, comunque inteso, non lo so. Recentemente leggevo su don Milani (che qui ricompare “in sinu diaboli”) un suo commento molto falsificatorio, infelice e fazioso. Comunque complimenti a lui per due altissimi apprezzamenti che rivolge a Bergoglio, dai quali sono assai poco virtuosamente distanti i super infatuati della pseudo-tradizione cattolica, che – Dio non voglia – forse e magari compaiono in questo blog. Che un cristiano (magari papa) abbia una fede ingenua e parrocchiale tale da sentire e far sentire Dio vicino; e che condanni il primato assoluto del mercato e del profitto (addirittura in continuità di fede e di morale con il pre-predecessore) è “gratia gratis data”. Prende sul serio e pratica i primi due o tre comandamenti della Legge: Dio solo e mai gli idoli.
Mi bastano e avanzano questi suoi lusinghieri e inattesi giudizi e posso dimenticare le molte altre stupidate che dice.
Quanto all’argomento di partenza di questo post: pienamente d’accordo con Accattoli. A piccolo sostegno: leggevo che Pio XII, varata stupendamente la riforma del “triduo pasquale”, ha trovato molte opposizioni, e di fatto vari (vescovi e loro fedeli), i progenitori del giardino terrestre del “vetus ordo” di oggi, hanno continuato a fare come prima. Eravamo nei tempi antimodernistici di Pio XII e non c’era sospetto attentato di concilio.
Intervista davvero eccellente, letteralmente da manuale, cioè che dovrebbe essere usata metodologicamente anzitutto dai critici di Francesco, ma anche a chi lo difende. Per essere più rigorosi e al tempo stesso più duttili.
Concordo con Luigi Accattoli quando dice che nella Chiesa ci sono sempre state divisioni anche profonde. Si pensi alle contestazioni che Paolo VI ha avuto quando ha promulgato la umane vite o o al controcanto se non all’opposizione fatta dal cardinal Martini a Papa Giovanni Paolo II. Solo che i papi
precedenti sono stati più attenti a mantenere l’unità usando prudenza nei confronti degli oppositori cosa che questo papà non fa Luigi Accattoli lo giudica positivamente ma questa è una opinione che può essere non condivisa
Le divisioni ci sono sempre state anche profonde d’accordo, le critiche ai papi ci sono sempre state d’accordo. Gli schieramenti politici destra-sinistra ci sono sempre stati anche nella Chiesa d’accordo.
Ma siamo sicuri che “minimimizzare” il disagio di tanti cattolici attuali verso papa Francesco, relegandoli a categorie quali “critica di destra” sia vera onestà intellettuale?
Viene in mente la famosa canzone di GABER che prendeva in giro il ridurre tutto a categorie destra/sinistra.
Farsi il bagno invece che la doccia è di destra o di sinistra , si chiedeva pensoso Gaber, e concludeva cantando quasi quasi mi faccio uno shampoo…
I professionisti milanesi genitori di 7 figli che mi hanno confessato di essere rimasti feriti ed amareggiati dal discorso di papa Francesco sul “non fare figli come conigli”sono di destra o di sinistra?
Il professore di filosofia cattolico dell’ università di Milano che mi ha confessato di essere esterrefatto dagli assiomi pseudo-filosofici detti con sicumera da Bergoglio tipo “il tempo è superiore alla spazio”, è di destra o di sinistra?
Le vecchiette che dicono il rosario inginocchiate in chiesa e che sono scandalizzate dalle vari esternazioni diciamo poco ortodosse di papa Francesco, sono di destra o di sinistra?
Luigi Accattoli assicura che tutti costoro , questi critici di Francesco sono di destra… manca che gli dia dei “fascisti” ed il gioco è fatto.
No mie cari, minimizzare le critiche a Francesco attribuendole a sentimenti politici di destra è profondamente falso
non si tratta di destra / sinistra, ma di cattolici fedeli e attenti aalla Tradizione versus chi vuole rivoluzionare tutto.
a questo punto possiamo dire come Gaber: criticare papa Francesco è di destra o di sinistra? Essere fedeli alla Tradizione è di destra o di sinistra?
Recitare il Rosario, inginocchiarsi davanti a Cristo Eucarestia è di destra o di sinistra ?
mah, quasi quasi mi faccio uno schiampoo….
Altra considerazione. Certo nel passato esistevano gruppi cattolici o anche non cattolici che criticavano il papa Paolo VI, il papa GPII; BENEDETTOXVI
Oggi è il papa che critica certii cattolici ( i non cattolici non li critica mai) con un lungo elenco di critichepiuttosto acide. Dai rigidi pelagiani, alle suore zitelle, ai cristiani da pasticceria , a quelli che fanno figli come conigli, a quelli che non sono abbastanza preuccupati del riscaldamento globale ecc.. , ai Francescani dell’Immacolata troppo pii e zelanti nella disciplina e nella penitenza ecc ecc…
CAMBIO DI PROSPETTIVA:. il papa (cattolico) critica a man bassa il cattolici mentre è pieno di amorevole indulgenza verso TUTTO CIO’ che non è cattolico, pieno di ammirazione e di lodi per gente come Pannella e Bonino,pieno di riguardi per Scalfari, pieno di attenzioni per c astro e Maduro, invece la richiesta di udienza dei quattro cardinali non l’ha neppure presa in considerazione.
E’ normale questo? e’ davvero come ai tempi di Paolo Vi e GPII?
Allora erano i papi ad essere criticati per le loro prese di posizioni cattoliche sulla sessualità contraccezione aborto, divorzioo ecc, ora sono i cattolici ad essere criticati dal papa cattolico per le stesse prese di posizioni giudicate troppo “rigide” !!!!!!!
Non riuscite a veder il cambio epocale di prospettiva?
Se non lo vedete vi ci vogliono proprio delle lenti trasparenti non gli occhiali rosa di chi pensa che “va tutto come prima. non c’è nessuna crisi nella Chiesa”
https://www.youtube.com/results?search_query=gaber+destra+sinistra
Pare quasi che la scommessa sia : “fuori” dalla Chiesa c’è una umanità molto più numerosa di quella che c’è “dentro”, cerchiamo di acquistare quelli fuori con tutti i mezzi possibili, se questo ci farà perdere alcuni , o anche molti, di quelli che sono “dentro”, poco importa, il bilancio numerico saranno in ogni caso positivo.
Dietro al comportamento papale c’è una “strategia comunicativa” : per farsi ascoltare da quelli di fuori bisgna fargli credere che siamo compagni di strada e che condivisiamo con loro molte cose, così riusciremo anche a far passare quelle cose che oggi non sono disposti ad ascoltare.
Secondo Veneziani questa strategia comunicativa è fallimentare. Si rischia di perdere quelli di dentro senza acquistare quelli di fuori.
Chi vivrà vedrà!
Recuperare i lontani dando loro ragione? Ma quando mai …
Però sarebbe bello recuperare ognuno dei 4 vangeli (magari ci sono in giro, basta trovarli) depurato dalle invettive e dalle bastonate a quelli che erano “dentro il popolo ebreo”, il gregge fedele di allora. C’era tanto spazio fuori dalla Palestina per trovare chi angariare e convertire.
Che bello avere un quarto Vangelo, di Giovanni, senza riferimento ai Giudei; si ridurrebbe a metà, oltre tutto. E avere i tre sinottici senza la parabola – supponiamo – dei vignaioli omicidi (“…capirono che parlava di loro e volevano catturarlo”). Proporrei, a modo di esempio, un Matteo senza il capitolo 23. E stessa operazione con Marco (per esempio: senza piatti e bicchieri e mani da lavare o meno); e Luca (almeno senza quella autolesionistica parabola dei sacerdoti e leviti che andavano dal tempio di Gerusalemme a Gerico ).
Il cardinal Biffi colpisce ancora: desiderare fortemente e inventare un quinto (o successivo) vangelo, a uso e consumo della propria visione del cristianesimo e del papato.
Tutte le opinioni possono non essere condivise. E non credo che una persona con un po’ di buon senso pretenda di essere condivisa.
Vedo l’alzata di scudi da parte di chi si sente spiazzato dall’intervista a Luigi Accattoli, e non me ne meraviglio per niente. Il fatto è che Accattoli dice le cose come stanno. Non indulge a posizioni di parte.
Le divisioni nella Chiesa ci sono sempre state, fin dai suoi inizi, ed oggi sono solo più visibili solo perché ogni cosa, in questo nostro tempo, ha maggiore visibilità e anche, soprattutto, perché questo Papa parla come mangia ed è diretto nel denunciare i mali annidati in certa Chiesa.
Ma non è il solo a farlo. Altri illustri personaggi lo facevano da un bel pezzo e le loro parole laiche non avevano risonanza se non marginale.
Neanche le parole del papa emerito, che parlò di “sporcizia” nella Chiesa, furono prese troppo sul serio. Eppure quel Papa era molto amato dai fedeli conservatori e oltre. I quali non hanno neppure capito che la causa delle sue eclatanti dimissioni stava proprio in quella “sporcizia” denunciata dal mite pontefice.
Indubbiamente papa Bergoglio non coincide con il tipo di pontefice rispondente ai canoni dei tradizionalisti, che perciò ne sono rimasti assai delusi. Niente di nuovo sotto il sole, però. Ogni volta che sulla scena pubblica compare un personaggio che ha qualcosa di inedito da dire, suscita scalpore e malcontento in chi si è abituato ad una prassi esistente da tempo.
Con buona pace dello scorrere del tempo che rende nuove tutte le cose.
Anche il mondo religioso fa parte del pubblico, ed oggi che un papa venuto dalla fine del mondo parla senza sottintesi, senza ovattare le parole, aperto com’è al mondo reale toccato con mano, coloro che non vogliono il parlar chiaro sulle cose del mondo in cui si vive e nel quale si devono creare, ad opera di tutti gli uomini, le premesse per il Regno di Dio, gli danno torto e gli accarezzano le spalle con qualche bastonata verbale; appellandosi ad una dottrina religiosa ingessata che, almeno su certi punti, andrebbe rivista.
Gli si oppongono in particolar modo quei cattolici che trovano le loro sicurezze nel già detto e nel già fatto una volta per sempre, quindi divenuti irrinunciabili. E lo guardano con occhio strabico quelli che lo vedono troppo attento ai bisogni dell’uomo più emarginato. La qual cosa disturba molto, senza ombra di dubbio, chi ha posizioni politiche di destra; e sarebbe abbastanza normale se non fosse che nel Vangelo, che non è né di destra né di sinistra, le parole di Gesù sono orientate, con certezza indiscutibile, alla difesa dei più deboli.
La vita delle periferie gli ha insegnato molto; ben più che lo sdottrinamento astratto elaborato nei testi delle biblioteche vaticane.
Il Papa dunque parla a tutti, con parresìa, nel nome del Vangelo.
Chi si appiglia agli specchi per criticarlo e per screditarlo nei modi più risibili, non riesce ad essere convincente; e bisognerà che se ne faccia una ragione.
Non vorrei polemizzare con Victoria Boe ( alla quale ricordo comunque che quando le ho chiesto di precisare meglio le sue accuse per poter parlare di cose concrete si è rifiutata all’ostacolo ) la quale è una estimatrice somma dell’attuale pontefice ma dire che una delle sue caratteristiche migliori è quella di “parlare senza sottintesi, senza ovattare le parole” quando uno dei punti di maggiore discussione nella Chiesa oggi sono le “note” al cap VIII della AL e la mancata risposta ai “dubia” di cardinali che gli chiedono di esprimersi ” con chiarezza “, mi pare sinceramente un po’ esagerato.
Beppe guarda che le note di AL sono chiare e le hanno capite perfettamente anche i cardinali dei dubia, il problema è che loro non accettano che in certi casi dopo un opportuno discernimento un divorziato risposato possa fare la comunione pur continuando ad avere rapporti sessuali con il nuovo coniuge. I loro dubia sono pretestuosi e per questo non meritano risposta.
Cristina vicquery
Meriterebbero comunque una risposta, anche se fossero veramente pretestuosi. I pastori insegnano e rispondono ai dubia del gregge, senza fare troppo i “difficili”.
Chiaro o non chiaro inserire in una “nota” una modifica di “prassi” ( se non di dottrina ) così rilevante non è certo un parlare “chiaro” e con “parresia”!
Sig. Beppe, chiariamo alcune cose.
Io non mi rifiuto a nessun ostacolo. Non rispondo quando so che il discorso potrebbe essere lungo e male interpretato; e dunque potrebbe suscitare reazioni a catena, come spesso è avvenuto in questo blog.
A me il Papa attuale è sempre piaciuto molto e mai l’ho nascosto; e ho detto anche perché. I motivi sono quelli che ho espresso in molti commenti, compresi gli ultimi.
Questo Papa va al cuore del Vangelo e non solo con le parole ma con i fatti. Ripercorre in prima persona i passi del Signore, e indica al mondo intero cosa significa essere CRISTIANI DAVVERO.
Non si è cristiani perché si conoscono a memoria libri voluminosi di teologia o fascicoli ponderosi di documenti magisteriali, anche di sacra liturgia, o perché si possono citare versetti di Sacre Scritture estrapolandoli da un intero contesto per tirare l’acqua al proprio mulino. Tutto questo è “cristianesimo libresco”.
Il vero cristianesimo si rifà agli insegnamenti di Gesù evidenziati nel Vangelo. C’è qualcuno qui, fra voi, che nomini almeno qualche volta il Vangelo? A me non risulta. C’è qualcuno qui che nomini almeno una volta la parola Amore? Neanche questo mi risulta.
Qui ci sono richiami alla dottrina e basta; ci sono riferimenti alle Sacre Scritture interpretate secondo il proprio pensiero; ci sono sempre accuse ad un Papa che indica a gran voce la via da seguire per il Bene di tutti, e avrebbe però il grave torto di non seguire la tradizione nei costumi esteriori pontificali.
Un Papa che si dica cristiano ha, a mio avviso, il DOVERE di seguire Gesù Cristo, non i papi che lo hanno preceduto.
Per quanto riguarda i “dubia” sempre messi in campo come un ritornello stonato, sottoscrivo tutto quello che ha scritto Picchio.
Il Papa è stato chiarissimo nell’ “Amoris Laetitia” e i “dubia” sono pretestuosi. Perciò non risponde ai cardinali. E fa bene.
Chi vuole continuare a tenere la dottrina sotto naftalina, sbaglia di grosso.
Ci vuole DISCERNIMENTO nel giudicare chi è in peccato e chi non lo è; chi ammettere alla Comunione e chi no. Sbagliato fare di tutta l’erba un fascio.
I vescovi sono in grado di discernere, se vogliono farlo. Si assumano la responsabilità.
Sbagliatissimo, anzi fuori del mondo, pretendere che due divorziati che si amano e vivono insieme (risposati) si debbano “castigare” sessualmente per poter essere ammessi alla Comunione.
E qui si va a cadere di nuovo nel discorso della sessuofobia atavica della Chiesa. Sarebbe ora di sdoganare una volta per sempre il sesso-peccato.
Lei crede che davanti a Dio il sesso sia davvero “peccato” se al di fuori di un matrimonio regolarissimo?
Lei lo creda pure; io non lo crederò mai, perché secondo il mio modesto parere i peccati sono ben altri.
Una brava teologa, Cettina Militello, ha scritto su Vita Pastorale: “il peccato non è nel sesso”; e ha motivato in maniera eccellente questo assunto.
Cerchi nel Web e lo legga con attenzione quell’articolo, sig. Beppe.
È illuminante.
Riflettevo sulla colletta di Domenica scorsa la quale diceva così: ” O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.”
Dio infatti unisce in un solo volere le menti dei fedeli: la Rivelazione lo testimonia e la Chiesa lo attesta con il suo Magistero, nel solco della Tradizione dal quale mai deviò.
La Volontà di Dio è di unire le menti: certo. Ma basterebbe soffermarci su questo piccolo spazio virtuale per rendersi conto che esiste un disagio profondissimo che attraversa la Chiesa: ciascuno si fa il proprio simulacro. un Cristo che si attaglia perfettamente alle proprie esigenze e gli fa dire “si” o “no” a seconda di come va il vento. Come meccanica, ovvia, naturale conseguenza con questi presupposti sarebbe impensabile che si possa addirittura ” amare ciò che Dio comanda e desiderare ciò che promette” dal momento che la parola “obbedienza” è totalmente bandita dal vocabolario e l’oggettività del bene e del male cancellata dal mondo proprio perché è stata -prima ancora che dal mondo, cancellata dalla Chiesa-. Allora, è inutile chiamare Dio “padre e Signore” se non si ha l’intenzione di comportarsi come figli e servi….
Visto che si parlava di Pio XII il cui paragone con Papa Francesco non regge nella maniera più assoluta, per l’appunto la ” Mystici Corporis Christi” è un inno struggente rispetto al tema dell’unità che ebbe fortemente a cuore. Ma il massimo grado di nozione, come dire, “organica” del pensiero cattolico, e quindi del Magistero della Chiesa, lo espresse poi con l’Enciclica Humani Generis.
Nel frammento in cui afferma :” «Qualsiasi verità la mente umana con sincera ricerca ha potuto scoprire, non può essere in contrasto con la verità già acquisita; perché Dio, Somma Verità, ha creato e regge l’intelletto umano non affinché alle verità rettamente acquisite ogni giorno esso ne contrapponga altre nuove; ma affinché, rimossi gli errori che eventualmente vi si fossero insinuati, aggiunga verità a verità nel medesimo ordine e con la medesima organicità con cui vediamo costituita la natura stessa delle cose da cui la verità si attinge”. Ivi si scorge l’inesauribile ricchezza di un Pontefice che parla chiaro, con parresia, non rilevabile in Papa Francesco con le sue derive populiste demagogiche sudamericane con consensi che partono dalla pancia della Chiesa cattolica ma che alla lunga creano scompensi alla luce dell’attuale momento storico. La Chiesa ha bisogno di gradualità, come dimostra la sua storia, delle sue certezze, della sua liturgia del rispetto della ieraticità e sacralità della funzione papale. Ebbene si, è molto probabile che Bergoglio
farà scivolare la Chiesa, cosa che altri pontefici nella loro rigidità tenevano unita.
Dal Vangelo secondo Marco (10, 2-12):
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio”.
Antonella Lignani lascia stare :ti risponderanno che le semplici e chiare parole di Gesu’ riportate da Marco necessitano di “discernimento” ossia devono essere “contestualzzate”ossia devono essere lette alla “luce del Concilio Vaticano II”ossia devono essere interpretate secondo il pensiero della societa’moderna ossia non debbono d essere prese allalettera ossia debbono essere demitizzate ossia alla fine: le parole di Gesu non contano piu’nulla.
E se persisti a citare Il Vangelo di Marco loro ti citerannol’Amoris Laetitia.
Vuoi mettere quel reazionario privo di discernimento di San Marco Evangelista che riporta i detti di quell’altro reazionario sessuofobo di Gesu’ con la meravigliosa compilazione dell’Amoris Laetitia che riporta i detti sublimi di Kasper e diTucho Fernandez?Per gente come Victoria Boe e Picchio e’inconcepile che si possa preferire il vecchio Vangelo di San Marco a quel capolavoro di chiarezza che e’L’Amoris Laeti t ia e solo dei poveri mentecatti privi di discernimento come il card. CAffarra o il card. BRANDMULLERnon capiscono quello che per le menti illuminate come quelle d i Victoria Boe Picchio e’lampante: checche’abbia detto Gesu’ nel Vangelo si puo divorziare e risposarsi e fare la Comunione!Basta con la sessuofobia della Chiesa! Viva il discernimento!
Sì, ma non vengano a dire che solo adesso si è letto il Vangelo.
Il nostro vescovo durante la processione della Madonna delle Grazie ha fatto pregare perché si riscopra il valore della indissolubilità del vincolo matrimoniale.
Gentile sra Boe
dunque lei non nega di “sottrarsi” ai chiarimenti , ma afferma che lo fa “a buon motivo”. Comunque continua a tuonare contro coloro che si rifanno a n orme errate SENZA PRECISARE quali queste siano secondo lei. Prendo atto.
Lei afferma : un papa deve seguire Gesù Cristo e non i Papi precedenti. Non so se si rende conto che questa affermazione sottintende: “i papi precedenti non seguivano Gesù Cristo”. Affermazione quanto meno “ardita”!
Come lei certamente saprà c’è stato un uomo nella storia della Chiesa che ha detto che il Vecchio Testamento non serviva e che se ne poteva fare tranquillamente a meno. Un tale Marcione. E’ stato considerato eretico. Non solo ma il CVII ha voluto che nella Eucarestia domenicale una lettura fosse sempre dell’ AT mentre nelle Eucarestie giornaliere si facesse una lettura continuata di passi dello AT e del NT. Questo perché se si legge il Vangelo senza conoscere l’AT si può essere fuorviati. Gesù stesso dice nel Vangelo: leggete le Scritture perché parlano di me! (E le Scritture alle quali fa riferimento sono l’AT dato che il Vangelo non esisteva ancora).
Lei contesta chi cita versetti del VT e del NT togliendoli dal contesto (il che è inevitabile per motivi di brevità) e il Magistero papale e dice che quello è sapere “libresco” e poi suggerisce di leggere qualche “teologo” più o meno à la page….. Visto che lei consiglia me, io consiglio lei: legga e mediti giornalmente una pagina della Scrittura. La recita dell’Ufficio Divino (quello che i preti devono fare per esplicito impegno) può aiutare.
La morale sessuale della Chiesa ha radici antichissime, le può ritrovare già nell’AT, poi nei documenti dei Padri Apostolici – non sono una invenzione recente. Troverà tantissime citazioni contro l’adulterio e contro l’effettuazione di atti impuri.
Che l’esercizio della castità pre-matrimoniale sia difficilissimo e che le cadute siano frequenti e comuni è certamente vero, ma che la “caduta” sia un “peccato” e che per accostarsi alla Comunione ci debba essere il riconoscimento della propria debolezza e incapacità a seguire con le proprie sole forze il volere del Signore e il desiderio sincero di aderire con la grazia di Dio alla sua volontà – che è quello che è sempre stato predicato dalla Chiesa – è altrettanto vero. E la castità pre-matrimoniale è un “castigarsi” sessualmente come quello richiesto ai divorziati risposati.
E’ del tutto fuorviante dire: dato che è così difficile rispettare la volontà di Dio, diciamo pure che è “normale” che tu non la rispetti . Dunque non c’è alcun bisogno che tu riconosca la tua debolezza e che tu cerchi, almeno un po’, di allineare la tua vita al dettato della Chiesa.
Il peccato di sesso è il più facile da individuare. Assai più difficile è individuare il peccato di “invidia”, di “gelosia”, di “maldicenza”, di “attaccamento al denaro” , di “idolatria”, di “falsa testimonianza”, di “prevaricazione” negli uffici ecc.
Elimina il peccato di “sesso” – con la motivazione che il sesso l’ha creato Dio, basta che due persone “si amino” (salvo poi capire bene cosa significhi questo) perché tu possa esercitarlo liberamente – e avrai tolto molte delle occasioni che il Signore ti offre per conoscere te stesso, la tua debolezza, la tua necessità di “salvezza”.
E potrai continuare a essere invidioso, geloso, maldicente, attaccato al denaro, falso, prevaricatore ecc senza che neanche te ne accorga. Senza “colpa” ( perché “per ignoranza” manca la piena consapevolezza ) ma continuando a fare danno a tutte le persone che hanno la sventura di venirti accanto e che portano il peso dei tuoi peccati.
Poi scrivi due righe sull’accoglienza ai migranti e contro coloro che non capiscono il Vangelo ( e magari fai anche qualche o molte elemosine) e sei tutto soddisfatto del tuo essere un “buon cristiano”.
Perché vi piace sviare il discorso verso altri lidi, care signore? Se non avete argomenti, meglio tacere. Se un argomento non vi piace, non state lì a mettere in campo dissertazioni su documenti magisteriali datati e sventolati a mo’ di bandiera.
Cosa c’entra, chiedo io, l’indissolubilità del matrimonio? Chi l’ha messa mai in discussione tale indissolubilità? Nessuno, nemmeno il Papa lo ha fatto. Mai ha smentito il valore del matrimonio indissolubile. L’avete letto bene il cap. VIII dell’ AL? Proprio bene bene?
Bergoglio è nel pieno dell’ortodossia e non fa “scivolare” né la Chiesa né altro.
Bergoglio guarda in faccia la realtà e vede che molti matrimoni non reggono, e non solo per futili motivi ma per motivi assai seri.
Si sfasciano e si sciolgono come neve al sole. A quel punto, piuttosto che stare insieme come in un inferno, ci si separa. E se si divorzia o se un matrimonio viene dichiarato nullo, è lecito, care signore, avere un altro compagno con cui dividere la vita nelle sue bellezze e nelle sue bruttezze. La vita non è un ideale immaginifico; è una realtà con dei risvolti imprevisti e inestricabili. Voi dove vivete? Nel pianeta dell’Utopia o qui sulla Terra? Di quali esperienze vivete? Forse di esperienze fasulle?
Anche in passato molti matrimoni fallivano e solo all’apparenza sembravano perfetti. Mai sentito parlare di separati in casa? Erano proprio tanti, sapete? E non è che fossero degni della Comunione i coniugi che apparentemente sembravano felici e contenti, ma erano di fatto disuniti e scontenti, e magari avevano una doppia vita nascosta.
Cara Antonella, è inutile che tu mi metta davanti agli occhi quella pagina del Vangelo ben conosciuta. Mica siete solo voi a conoscerlo il Vangelo. Fra l’altro, in quella pagina Gesù ammonisce, indica, ma certo non parla né di castigo né di norme sessuali. Ammonisce. Punto.
E la Chiesa deve pure ammonire e indicare ma non castigare, e neppure mettere in campo sempre ‘sto benedetto sesso demonizzato al massimo grado. Nessun altro organo del corpo viene demonizzato; il sesso sì, sempre. Ed è stato reso tabù, ovvero qualcosa di cui vergognarsi e di cui non parlare. Io mi sono sempre chiesta perché mai Dio ci abbia dato in dotazione un organo di cui avere vergogna. Strano Dio, questo!
Quando papa Francesco nell’Amoris Laetitia, dove parla prevalentemente della bellezza e della grazia del matrimonio duraturo, mette in nota il discernimento con cui i vescovi devono valutare la possibilità di ammissione alla Comunione di certi divorziati ( non di tutti!), non fa altro che dimostrarsi uomo di Chiesa di grande equilibrio; capace di comprendere i problemi veri degli uomini, che non sono angeli spirituali ma solo creature fatte di spirito e di carne, fallibili e imperfetti.
Chi si attacca agli specchi per criticarlo, dimostra di essere prima di tutto un individuo col paraocchi sulla fronte, e in secondo luogo un cristiano affetto dal male, per me esecrabile, della bigotteria.
Sig. Beppe, mi permetta di dirle che lei è facile ad equivocare. E lo fa con una certa malignità, credendo di mettere in ponte le persone che non sono sulla sua linea di pensiero.
Pertanto, siccome fra noi due c’è una distanza abissale, non è possibile alcun tentativo di dialogo.
Non le risponderò più.
L’inizio di una religione senza Cristo si fa a piccoli passi :
si comincia a togliere i crocefissi da aule e tribunali in nome dellalaicita’e questo potrebbe anche sembrare giusto, poi si vieta alle infermiere che assistono moribondi di portare la croce al collo e di pregare Gesu’per il moribondo, pena il licenziamento, poi si ha la notizia che in una scuola cattolica di suore domenicane in Spagna hanno tolto tutte le statue dellaMadonna e Gesu’,perche’la scuola sia piu “inclusiva” per gli allievi ebrei o atei che si turbavano alla vista della statua della Madonnacon Gesu’.
Sempre in Spagna a Barcellona al Teatro dell’Opera una rappresentazione di Rossini hanno fatto togliere dal testo la parola “croce” per sostituirla con “amore”per non offendere gli ascoltatori musulmani(che saranno tantissimi visto l’amore dei musulmani per ROSSINI ! ?In tante scuole italiane il Natale e’diventato la Festa delle Luci, si cantano canzoncine del tutto neutre sempre sulla fratellanza universale e on si nomina neppure il festeggiato di quel giorno, cioe’Gesu’, petche’i bambini NON imparino chi e’nato quel giorno.
Nel logo della visita papale in Myamar ,un grande cuore arcobaleno, con la scritta Love and Peace non compare la croce. Nella canzoncina scritta per la visita del papa in Colombia non viene mai nominato Gesu’ e si identifica il papa stesso con un “inviato da Dio”
Insomma da tanti piccoli, per qualcuno trascurabili, segni la religione “senza Croce” si sta ogni giorno di piu’ pubblicamente consolidando.
Senza la Croce e senza Cristo e’ovvio che la religione post-cristiana diventa inclusiva:anche chi non crede nella croce e che Cristo sia Dio, puo’partecipare a idee quali fratellanza universale,pace, amore, non violenza, tolleranza, salvaguardia del creato.Sono le idee che possono s ostituire la fede nella Croce, Morte e Resurrezione di Cristo?
Si passa cosi’dalla fede in una persona concreta, in fatti ,dall’incontro con una persona in carne ed ossa, la cui carne e’stata straziata e ha versato sangue, e che ad ogni Santa Messa rinnova il suo divino sacrificio, ad una fede in concetti astratti, una fede umanitaria, basata sul presupposto che l’uomo ,i suoi diritti, il suo benessere, sia l’oggetto di fede. Peace and love, o se preferite Love and peace. Il libretto di Rossini dice “croce”e noi lo sostituiamo con “amore”
Ma tanto non e’la stesa cosa? NO non e’la stessa cosa.
C’e’stato dato solo un Salvatore, solo Cristo e’la via, la verita’la vita.
Non è un Nuova Religione senza Criisto, è il credo massonico di sempre: nulla di nuovo!
Mi dispiace che la Signora Boe non voglia più parlare con me. HO cercato di mostrarle come non ci si può limitare a innalzare sperticate lodi al papa regnante ma occorre prendere in esame il significato e le conseguenze di certe aperture.
L’eliminare la “oggettività” del peccato ( compiere atti di sesso con persone con i quali non si è legati di vincoli matrimoniali ) non può essere limitato ad “alcuni casi” ( i divorziati risposati che si rifiutano di impegnarsi a vivere in continenza ) che il vescovo deve “discernere” ma apre le porte a una revisione di tutta la morale cristiana.
Perché la Chiesa ha sempre dato particolare rilevanza ai peccati di sesso? Perché sono quelli che più facilmente ci fanno scoprire la realtà della nostra fragilità umana e quindi la NECESSITA’ di essere salvati e perdonati. Salvezza che va ben oltre la pratica del sesso. SAlvezza che riguarda TUTTO il nostro essere – liberazione dalle passioni che rendono infelice la nostra vita e ci impediscono di vivere nell’Amore ( che io chiamo Spirito Santo ) che il Signore Gesu’ Cristo ci ha guadagnato con la Sua morte e resurrezione. E se non vivi nell’Amore ne pagano le conseguenze il tuo prossimo – le persone con le quali vieni per qualunque motivo a CONTATTO , se non vogliamo far evaporare il concetto includendo nel prossimo “tutta la umanità” – e anche il creato, animali e piante.
Non capisci perché la Chiesa ha tanto insistito sul sesso? Comincia a pensare che, forse, non “capisci” tutto e accetta umilmente di rimetterti a qualcuno che e più grande di te. Quante sono le cose nel mondo che non capisci? Ad esempio perché Dio, Padre buono e Onnipotente, PERMETTE che innocenti soffrano senza colpa della malvagità dei loro simili?
Ho fallito in questo tentativo. Pazienza: è una ulteriore dimostrazione come sia difficile ( e forse inutile ) il dialogo. Se non riusciamo a capirci tra di noi che abbiamo radici comuni, come possiamo pensare di farlo con chi ha radici assai lontane dalle nostre?
maria cristina venturi
le parole di Gesù del vangelo di Marco semplici e chiare devono essere seguite alla lettera, le parole di Gesù del vangelo di Matteo sul giudizio finale invece sono metafore, difficili da discernere e da adattarsi ai tempi…vedi un po’ tu…
caro Beppe Gesù ha detto chiaro e tondo su quello che saremo giudicati, avevo fame, avevo sete, ero straniero….della castità prematrimoniale, sembra molto poco interessato ….e c’è gente che ha scritto trattati sulla masturbazione !!
CRISTINA Vicquery
La Croce è una realtà che anche chi non ha fede non può negare. Ma oggi nessuno la
vuole più vedere, eppure cene sono tante, anche oggi, di croci!
Proprio perché siamo immersi nella Croce non ha senso insistere continuamente sulla necessità della croce. Tutta la vita è fatta di croci piccole e grandi. Per molti le croci sono assai pesanti. Allora che senso ha ingigantirle ulteriormente quasi fossero l’unica via per arrivare a Dio?
Questo è dolorismo e fa parte di un cristianesimo sbagliato e male interpretato.
A Cristina non ti ha mai fatto riflettere il fatto che gli atti su cui la gente sarà giudicata sono atti inconsapevoli? Non derivano dunque da un impegno in quella direzione ma da una trasformazione del cuore che rende inconsapevoli gli atti di carità concreta. Trasformazione del cuore che avviene accogliendo lo Spirito Santo di Dio. Per accoglierlo è necessario soprattutto sapere di averne bisogno. La cosa più difficile per l’essere umano è essere convinto di peccato.
Non è che la croce sia necessaria. La croce è una realtà della vita. È il modo di rispondere alla realtà della croce e quello che differenzia il cristiano da uomo del mondo
La Croce di Cristo è l’unica via per arrivare a Dio. Noi ci siamo immersi? Speriamo!
Antonella hai ragione tuttavia questa affermazione, perché non appaia uno slogan ha. Bisogno di essere “spezzata”,
Sbagli, Antonella.
Non è la croce di Cristo in quanto tale a farci arrivare a Dio.
È piuttosto l’ Amore per gli uomini sotteso a quel sacrificio a portarci a Dio insieme col Cristo.
Protagonista è sempre l’ Amore.
Ha perfettamente ragione Beppe Zezza:non e’una nuova religione e’il credo massonico di sempre, nulla di nuovo
Il credo massonico di sempre, colpito da anatema da vari pontefici, il credo massonico di sempre oggi grazie ad “appoggi”,per non dire infiltrazioni, nella Chiesa Cattolica trionfa su tutta la linea.
Basta leggersi il cardinale RAVASI sul SOLE24 ore:Cari Fratelli Massoni….
La Croce è il segno tangibile di quell’Amore.
Victoria Boe
Protagonista e’sempre l’Amore.Ma di quale amore stiamo parlando?
Si. se si intende a l’amore divino, cioe’l’amore che lega le tre persone della Santa Trinita’:il flusso di amore fra Padre Figlio e Spirito Santo.
La salvezza viene da Cristo, figlio di Dio, che ha dato la sua vita (divina ed umana) in SACRIFICIOper noi.
Mistero della fede!
L’amore di cui parla lei cara Victoria sembra non aver nulla di trascendente ed essere solo un atto di bonta’umana,di fratellanza, di solidarieta.
APPUNTO la fede massonica nella fratellanza universale
L’Amore equivale a CROCE solo in senso mistico, non in senso psicologico-emotivo -sentimentale.
La Croce non e l’amore dei BACI PERIGINA eneanche quello dei filantropi ,non e’filantrppia e neppure emotivita’
La Croce e’ l’ASSE DEL MONDO.
STAT CRUX DUM VOLVITUR MUNDUS (scritto all’entrata d ognii CERTOSA)
“L’amore di cui parla lei cara Victoria sembra non aver nulla di trascendente ed essere solo un atto di bonta’umana,di fratellanza, di solidarieta.”
Guardi, cara, innanzi tutto lasci perdere la fede massonica che neanche so cosa sia e non mi interessa saperlo.
Forse però so qualcosa più di lei quando parlo di Amore (con la maiuscola; lo aveva notato?).
L’Amore di cui parlo io è trascendentissimo e, al tempo stesso, comprende l’Amore per il prossimo, dunque orizzontalmente inteso.
La Croce di Cristo non è valida per sé in quanto sofferenza. Questo è l’errore immenso che fate voi tradizionalisti e da cui dovreste sganciarvi una volta per sempre. Da questo errore è stato generato il dolorismo del cristianesimo: più si soffre, più ci si salva. Ma le cose non stanno così.
Sa quanti altri nel mondo hanno sofferto e soffrono gli stessi patimenti, uguali uguali, di Cristo? Proprio tantissimi.
La differenza sostanziale fra la Croce di Cristo e quella di tanti uomini sulla Terra consiste nel fatto che Gesù Cristo si è sottoposto alla Croce per Amore degli uomini, suoi fratelli; ovvero per riscattarli dal peccato del mondo. Al contrario, gli altri innumerevoli uomini che hanno sofferto, e ancora soffrono, come il Cristo, hanno subìto quei patimenti senza Amore, forse anche maledicendo chi procurava loro quei patimenti e Dio stesso che permetteva tutto ciò. Chi poi li avesse subìti con lo stesso spirito di Gesù, era proprio uguale a Lui: un altro Cristo.
I sacrifici dei martiri, per esempio, avevano lo stesso valore di quello del Cristo. Del resto, cara signora Venturi, in quella Croce, stando alle categorie della nostra religione, Gesù ha incorporato una volta per tutte l’intera l’Umanità: le sofferenze sue, le mie e quelle di tutti gli uomini. Altrimenti, a che servirebbe la Comunione nella celebrazione eucaristica? Lei che senso dà alla comunione quando va a ricevere la sacra Ostia? Me lo dica.
Ora ha capito di quale Amore parlo? Se avesse letto bene altri miei commenti, lo avrebbe capito prima.
E non stia a ripetere a pappardella gli slogans sulla Croce. Fanno ridere.
“La Croce è l’asse del mondo” solo se si capisce che la Croce equivale all’Amore sotteso alla Croce.
Lei ancora non l’ha capito, e ricorre ai luoghi comuni.
Si aggiorni.
Ho letto con molto interesse questo ultimo intervento della signora Boe.
Pensavo: ma questo che dice lo sottoscrivo.
Eppure c’è qualcosa che non mi quadrava del tutto.
L’ho focalizzato in questo.
Il sottoporsi di Gesù alla croce è sì per amore degli uomini ma per mostrare agli uomini con tutta evidenza che l’Amare il Padre perfino quando il Padre ti propone un destino terribile è la sola Verità Eterna.
Il sottoporsi alla croce di Gesù, uomo integrale, è la realizzazione totale, il compimento, del Primo Comandamento: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. E questo gesto ha fatto di Lui, resuscitato dai morti, il Nuovo Adamo, il primo della nuova creazione di uomini, che, avendo il Suo stesso Spirito, credono all’Amore del Padre e fanno la sua Volontà – che si può riassumere nel fatto di operare perché tutti gli uomini conoscano il Suo Amore – anche quando questa volontà si esprime attraverso sofferenze e dolori (quelle che chiamiamo “croce” della vita di ognuno). Questo stesso Spirito di Amore senza riserve al Padre (dal quale deriva l’amore agli altri esseri umani) è OFFERTO a tutti gli uomini, che possono essere come Lui se sono in Lui.. Tutta l’umanità, nessuno escluso, ha la POSSIBILITÀ di accedere a questo Amore
La partecipazione alla Comunione è il congiungersi sacramentalmente con Lui perché questo “essere con Lui e in Lui” si realizzi nella concretezza della vita. (Per questo accedere alla comunione senza essere disposti a essere, in Lui e con Lui, fedeli al Dio Trinità in tutta la sua volontà, anche quando questa ci appare incomprensibile e contraria alla nostra umanità sarebbe una manifestazione di schizofrenia).
Per questo se con il dire ” Gesù ha incorporato una volta per tutte l’intera l’Umanità: le sofferenze sue, le mie e quelle di tutti gli uomini ” si intende che gli uomini cessano di subire sofferenze o di doversi confrontare con il dolore e con il terribile quesito ” Come è possibile che Dio è Amore eppure io e tante persone soffrono ” si va fuori strada.
La “croce” – intesa come sofferenza – è la compagna della vita di tutti gli uomini. Prima mostrandoci la nostra comune povertà (quella che ci rende Beati perché potenziali cittadini del Regno di Dio ) ci ridimensiona e ci spinge a “cercare la salvezza” e poi , attraverso la serenità e la forza che riscontriamo nell’affrontarla quando siamo in Cristo, ci testimonia la realtà della Sua presenza in noi.
A proposito di Croce, letto su “Avvenire” di oggi, 31-08-2017:
“La croce nel Vangelo indica la follia di Dio, la sua lucida follia d’amore.
Il sogno di Gesù non è uno sterminato corteo di uomini, donne, bambini, anziani, tutti con la loro croce addosso, in una perenne Via Crucis dolorosa. Ma l’immensa migrazione dell’umanità verso più vita. Sostituiamo croce con amore. Ed ecco: se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé il giogo dell’amore, tutto l’amore di cui è capace, e mi segua. Ciascuno con l’amore addosso, che però ha il suo prezzo: “Là dove metti il tuo cuore, là troverai anche le tue spine e le tue ferite”.
Mi fa piacere che padre Ermes Ronchi confermi , senza saperlo, il mio pensiero sulla Croce.
Lei cara Victoria Boe non riesce proprio a capire,credo che sia una incapacita’innata, che l’amore di cui e’ simbolo la Croce non e’un sentimento umano,non e’l a benevolenza ,non e’la solidarieta’,non e’l’altruismo, la generosita, la bonta’, la fratellanza.
Lei non riesce a capire che la Croce e il Sacrificio di Cristo non hanno nulla a che vedere con la bonta’ e fratellanza e tutti i buoni sentimenti di cui lei e quelli come lei possono sentirsi pieni e soddisfatti.La Croce non e’il motto Love and Peace.
La Croce e’l’Asse del mondo significa:il mondo esiste e continua ad esistere nel suo SIGNIFICATO nel suo fine se si collega al suo INIZIO. LA CROCE e’fin dall’INIZIO.
La croce e’l’Albero della Vita piantato nel Paradiso Terrestre.La Croce e’il significato profondo,mistico dell’Essere.La Santa Trinita’e la Croce sono un unico mistero ultratemporale.
Tra il braccio orizzontale, la Terra, e quello verticale,il Cielo, c’e’l’intersezione, il Cristo,il Dio Incarnato.
La Croce e’la rappresentazione grafica dell’intersezione fra divino ed umano.
Lei rimane sempre ad un livello psicologico-emotivo-sociale.
Per lei l a religione non e’la LUCE SULLA REALTA’ dell’Essere, ma solo
un volontarismo di filantropia umana.
Potro’sembrare sacrilega ma le dico francamente come disse il grande Dionigi Aeropagita:Dio non e’ il bene.
DIOnon e’l’amore.Dio e’al di sopra di ogni definizione.E’l’Essere ma anche il Non essere.
Basta antropomofizzare Dio. DIO non e’il capo della Croce Rossa o di una immensa ONG c osmica.
La Croce non e’il sentimentale simbolo di un amore sentimentale.
E’il COSMICOsimbolo di un potere e di un essere che vanno al d ila’di ogni definizione umana.
Teologia negativa:antidoto al sentimentalismo.
‘
Maria Cristina Venturi: “Basta antropomorfizzare Dio”. Ma se Dio si fa uomo? Non sarà che per i cristiani delle Chiese storiche egli ha preso forma umana, cioè si è antropomorfizzato, alla lettera? Saremo noi a dirgli “basta, che stai facendo, torna da dove sei venuto?” Possiamo dire questo? Il punto dello scandalo è sempre quello, ben piantato al centro del Credo: il mistero dell’incarnazione. Tu lo tiri via?
Maria Cristina Venturi: “Dio non è il bene. Dio non è l’amore”. A sentire la passione che ci metti dev’essere proprio così. Ma la Prima lettera di Giovanni? L’intero Nuovo Testamento? Agostino e la Scolastica, Pascal e Teresa di Lisieux? La “Deus Caritas est”? Cioè “Dio è amore”? Cioè Papa Benedetto?
Gentile signora Venturi, non è che io non riesca a capire; è lei, piuttosto, che non riesce a leggere.
Proprio non ci riesce. Proprio non vede. Proprio è incapace di pensare.
Le parole che ha rivolto a me, le rivolga al padre Ermes Ronchi, che, se mi permette, è un milione di volte più competente di lei.
Lei, signora, è la personificazione dell’ IGNORANZA.
Una TABULA RASA da primato nella scala delle ignoranze.
I luoghi comuni come i suoi, e per giunta ripetuti fino alla nausea, sono tipici di chi dice di credere e crede, in realtà, alle formule fatte, trite e ritrite, che a me fanno venire i brividi.
Lei è una scipita ma anche cattiva bigotta, signora.
Si risparmi i copia-incolla dai siti ultratradizionalisti. Spreca tempo e fa un buco nell’acqua.
Sorvoliamo gli insulti,penosi assai…che veramente…no comment!
Quello che dici Luigi, può andar bene ma è anche vero che nel mistero dell’incarnazione e della croce , rispetto all’economia salvifica, vi è inscritto un ulteriore mistero: è vero che l’Amore, in Dio, è dono all’uomo della vita -corporea oltre che spirituale ed eterna-. Ma ciò può avvenire nella misura in cui l’uomo rimane in Dio nella Sua Parola. Viceversa, Dio non avrebbe potere sull’uomo il quale, nel momento stesso in cui esce dalla Parola si avvia su di un sentiero di morte, e se in Dio lo stesso uomo diventa “datore di vita”, fuori di Dio non può che divientare datore di morte. Questa è una realtà che abbiamo sotto gli occhi ogni santo giorno.Qui il sentimentalismo, la retorica, non c’entra , è una fatto oggettivo.
L’ Incarnazione, la Parola di Dio, il suo stesso Cuore,la Sua Volontà, tutto il Suo amore donato fino all’ultima goccia, la Croce, è un unicum. Nulla di questa sequenza può essere disgiunta se non si vuole adorare un simulacro e fare di Cristo e dell’amore un totem.
In questo contesto hanno ragione Beppe Zezza e Maria Cristina Venturi: la croce supera di gran lunga ogni umana definizione perché lì, e non altrove,è il mistero della Carità che prende forma. L’ “AMORE” è una parola, un sentire, un sentimento. L’Amore in Cristo è una roba seria, che fa tremare i polsi ci chiede di immolare la nostra stessa vita. Sta scritto :” chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà” ( GV 12″) Fuori di questo dinamismo l’Amore assume contorni “umani”, mondani, come vuole il mondo, appunto. La differenza è di sostanza più che di forma.Fuori della Parola l’uomo non è amore, non potrà mai amare veramente.
corrige @ “L’ “AMORE” NON è una parola, un sentire, un sentimento”.
Ermes Ronchi (Signore pietà), fa pendant con l’altro porno-teologo Paolo Curtaz, ed epigoni affini.Di questi “teologi” dal tratto melenso, sdolcinato prendo volentieri le distanze. Sarà che le mie papille gustative, totalmente refrattarie all’insipido ne provano disgusto. Inoltre temo il diabete. Generalmente diffido dei preti che esprimono la Parola di Dio con immagini idilliache, retoriche, fantasiose, tipiche di quei preti furbacchioni che piangono il morto e fregano il vivo.
Leggendo questi interventi mi viene fatto di pensare che noi tutti dimentichiamo che caratteristica del cattolicesimo e essere la religione del et-et e non del aut/aut. Il mistero della croce supera la nostra umana comprensione e non possiamo pretendere di descriverla compiutamente.
” L’ “AMORE” [NON] è una parola, un sentire, un sentimento. L’Amore in Cristo è una roba seria, che fa tremare i polsi ci chiede di immolare la nostra stessa vita”
Ma va’! Non lo sapeva nessuno che l’Amore è una “roba” seria.
Suona nuovo invece che debba “far tremare i polsi”; aggiungiamo ai polsi anche le vene, e la frittata del retoricismo insulso e vanamente declamatorio è fatta. E nessuno se la mangia.
Nel libro-intervista rilasciato al sociologo francese Berogoglio rivela di essere stato in cura da una psicanalista ebrea quando aveva 42 anni. Non rivela ovviamente il motivo per cui andò dalla psicanalista.
Non c’è nulla di male ad andare in analisi.
Bisogna dire che la psicanalista ebrea ha fatto veramente un ottimo lavoro: ha trasformato un gesuita , cioè un cattolico,si presume in preda a sensi di colpa e scrupoli morali, in un modello di ciò che pensa e crede l’uomo medio del XX secolo.
Marx, Freud e Einstein, ci insegnavano un tempo a scuola, hanno distrutto le fondamenta della superstizione, ovvero della concezione cristiana dell’uomo e del cosmo.Freud in particolare ci ha liberati dal senso di colpa e dall’angoscia della trasgressione. Una nuova concezione si è fatta strada.
oggi si dice “inconscio ” invece che anima, e SuperIO invece che senso morale, e chiunque sa che ogni azione è dovuta a condizionamenti avuti nell’infanzia.
un bel progresso !
com’è che da quando è satata inventata la psicanalisi il numero dei nevrotici , dei depressi, degli psicopatici è aumentato?
mah, lo chiederemo a Freud nell’Adila’….
Ricordate nel film di Nanni Moretti “Habemus papam” il pontefice riluttante per cui il Vaticano chiamò lo psicanalista ( Nanni Moretti) per “sbloccarlo” ??
L’arte precede sempre la realtà.
https://www.youtube.com/watch?v=PI6m5-iTlB8
L’adagio latino “sutor, ne ultra crepidam” può essere parafrasato oggi così “O tu: non perchè scrivi sui blog puoi dire impunemente qualsiasi stupidata”.
Parlare da mistici (senza lontanamente esserlo) e mettersi a parlare di Dio come i grandi filosofi cristiani medioevali (che utilizzavano “l’analogia entis” o per i quali Deus est id quo maius cogitari nequit) o come gli acuti teologi protestanti del “Dio totalmente altro” non è alla portata di qualsiasi, basta che voglia stare al computer. Già è – finalmente – intervenuto Accattoli, ieri sera.
E si può continuare su quella scia di banalità: Dio non è la legge morale naturale; Dio è ben oltre e diverso di tutte le frasi “irreformabili” del Denzinger; Dio è totalmente diverso e altro dei valori e principi non negoziabili. E nemmeno un dio tollerabile non cristiano potrebbe “negoziare” la mia proterva superbia di energumeno difensore della fede (ma fede di che?).
Ben detto. Sì, di quale fede si tratta?
Se io non avessi la fede semplice che ho da sempre, non potrei mai acquisirne una più grande sentendo le frasi ampollose e infiorate e incensate di certi difensori della fede.
Neanche poche parole di quei complicati discorsi potrebbero aumentare la mia fede.
Ecco perché dico sempre che il percorso più breve e diretto per arrivare a Dio è l’ Amore per il prossimo. E non è filantropia ma è vedere nell’altro il mio stesso volto di povero cristo.
Intanto lei caro padre Amigone e’la personificazione di questa chiesa della misericordia che gronda perfidia da tutti gli artigli.Spero che Dio.mi.perdonera’se non credo a gente come lei e non condivido quello che dice.
Se poi invece sbaglio,ne paghero’le conseguenze.
Ma a gente che ragiona come lei e come VictoriaBoe non credrro’mai, dovessi dannarmi l’anima.
Al vostro stupido falso amore e,alla vostra falsa misericordia non credero’ mai.
Ma del resto caro padre Amigone a lei cosa importa ?Siete tanti nella muova Chiesa,siete sicuri di essere nel giusto, siete potenti,siete gonfi come pavoni..
Che vi importa caro padre Amigone di chi come me non crede in voi? Non potete fare fessi tutti!
Neanche io crederò mai alla sua fede, signora Venturi, perché è una fede raccattata dai libri, tutta formule e esteriorità. Lontanissima dalla fede nel Dio di Gesù.
Infantile e bigotta.
Posso dirle una cosa Padre Amigoni?
Se c’è qualcuno, su questo blog che abbonda in discorsi con derive protestanti è solo lei. Lei, e non altri,almeno da ciò che scrive, è convinto che gli stessi dogmi abbiano radici storiche e, quindi , non possiedono alcun carattere di assolutezza. E’ lei che dice, neppure troppo velatamente, che i testi sacri vanno reinterpretati in ogni epoca senza dare alla tradizione alcuna particolare autorità. Lei, e non altri, sovente, sulla scia degli anticlericali illuministi e degli illuministi-hegeliani vede nei Vangeli dei “miti” da liquidare.
A parer mio, con tutto il rispetto per il suo ministero ma, un presbitero che manifesti apertamente certe derive, ritengo, sia una cosa molto grave.
Si parlava di Dio come il “totalmente Altro” dall’uomo, ebbene…Comprendo che può sembrare una tesi paradossale poiché, dal momento che se ne parla, e proprio in quanto se ne parla, evidentemente così “totalmente Altro” non è primariamente perché l’Onnipotente è “principio” di ogni cosa creata. Ma allo stesso tempo va “oltre” ogni principio, la stessa Rivelazione attesta che Egli è bellezza oltre ogni bellezza e le sue perfezioni insondabili….
E’ talmente ovvio cosa si volesse intendere con quel “totalmente altro”, in quel contesto, che anche un bambino di prima comunione avrebbe capito che il riferimento riguarda categorie “razionali” e che, ciò che è tipicamente umano non può essere applicato a Dio a motivo di una differenza ontologica abissale tra il creatore e la creatura. Una differenza che solo e unicamente la fede può colmare.
Certo, è, caro Don Amigoni, che se un sacerdote non riesce neppure a capire certe espressioni e le manipola per insultare, un siffatto atteggiamento posso capirlo e compatirlo da una Victoria Boe, ma se poi è addirittura un prete, beh, allora stiamo messi veramente male. Molto, molto male….
Ricorda lei, signora Venturi, lo splendido film di Ermanno Olmi “Cento chiodi”; e l’altro bel film ” Il villaggio di cartone”?
Forse lei non ricorda perché non si sarà presa la briga di andare a vederli.
Sono film che fanno vedere bene quale sia la fede vera. Non una fede che non serve a nessuno e di cui Dio proprio non ha bisogno.
È una fede che spazzerebbe via ogni trattato teologico, e che invece nasce spontanea dall’aiutare il prossimo in cui si vede Gesù Cristo.
Quella fede a cui lei si riporta, non ha mai fatto felice nessuno.
Madre Teresa di Calcutta trovava Dio e Gesù Cristo nei poveri che soccorreva e a cui si dedicava con pazienza e carità; certo non li trovava negli slogans di cui lei si riempie la bocca.
Molto male siamo messi, direi, se qualcuno pretende di fare predicozzi insulsi– mettendosi in cattedra senza essere NESSUNO– ad un presbitero eccellente che esercita un ministero da tanti anni e che di Chiesa conosce vita e miracoli, e anche di più.
Questi presuntuosi sono gli stessi che vorrebbero insegnare la dottrina perfino al Papa, o ai preti di strada, o a tutti quei preti che prediligono agire secondo carità. Ed è grazie a tutti costoro che la Chiesa esiste ancora.
Infatti se non ci fossero loro a dare credibilità ad una Istituzione che amano molto e che ogni tanto vedono vacillare, quasi scomparire, sotto il peso delle inutili elucubrazioni dottrinali e teologiche, che non parlano al cuore delle persone e non danno nessun vigore, nessun sorriso, a chi è nel bisogno, credo che la Chiesa del Cristo forse non ci sarebbe più.
E questa colpa l’avrebbero sulla coscienza proprio quei cristiani di dottrina, zelanti e gufeggianti, che sono convinti che i loro sproloqui fatti passare,con saccenteria, per dotte elaborazioni e per verità di fede siano le fondamenta della Chiesa. È un po’ la stessa storia dei tempi di Gesù, a ben guardare.
Hanno, perciò, torto marcio questi cattolici piagnoni. Piangano su sé stessi tutti costoro che hanno contribuito, magari senza accorgersene, ad affossare la Chiesa.
Quando Gesù diede mandato a Pietro di fondare la Chiesa, sapeva bene di parlare ad un pescatore ignorante, per di più peccatore e anche un po’ insolente, che avrebbe insegnato alle genti quel che Lui, il Maestro, aveva insegnato ai discepoli con discorsi e parabole quasi elementari, senza neanche sapere che il suo messaggio sarebbe poi stato trascritto e tramandato in molte pagine semplici, non sempre interpretate fedelmente dai trascrittori. E il suo insegnamento, guarda caso, era tutto basato sulla carità, sulla pietà, sulla compassione, sulla misericordia.
La costruzione che su quegli insegnamenti la Chiesa ha fatto, in un lungo arco di tempo, ha spostato il baricentro dalla figura del Cristo a sé stessa, mettendosi in primo piano ( “autoreferenzialità”) e producendo una lunga serie di elaborazioni, anche fantasiose, che poi pian piano si sono disgregate. Moltissimi hanno perso la fede proprio per questo.
Se un po’ di vita ancora resta alla Chiesa, lo si deve all’ossigeno che le hanno dato tanti preti semplici che hanno preferito parlare di carità e di sostegno concreto ai deboli, sostanziando il loro ministero, con profonda umiltà, di straordinarie virtù umane che hanno la forza dello Spirito.
Sarebbe bene che qualcuno lo riconoscesse.
Non capisco le parole: “senza neanche sapere che il suo messaggio sarebbe stato trascritto e tramandato in molte pagine semplici, non sempre interpretate fedelmente dai trascrittori”. Tutto questo mi risulta incomprensibile, ma io sono molto all’antica.
Antonella, non sei tu all’antica , ma è lei ad avere posizioni chiaramente eretiche. Non le eresie dei tempi passati, che erano sostenute comunque da una riflessione teologica seria, per quanto lontana dalla verità, ma una forma superficiale ed egocentrica: quello che piace a me è la verità.
Come si può dare spazio e rilevanza a vaneggiamenti di questa portata, in contrasto con duemila anni di cattolicesimo?
Dio c’è, cara Victoria, ma non è lei. Si rilassi!
Grazie, Federico e Clo.
E di che li ringrazi, Antonella? Per certe stupidate non si ringrazia. Ti pensavo migliore.
In ogni caso, l’essere antichi, come tu ironicamente hai rilevato, non c’entra niente. C’entra invece l’essere informati. Il che è alla portata di tutti, anche se non è un obbligo naturalmente. Io seguo delle interessanti conferenze sul web, per cui alcune cose le so anche senza essere Dio, come quella tua vaniloquente e non originale amica ha detto.
Intendevo dire, comunque, che Gesù parlava con semplicità e mandava i suoi discepoli ad insegnare quel che lui aveva insegnato loro.
Parlava e non scriveva, né aveva segretari né registrava le sue parole. Il suo messaggio si tramandò oralmente per parecchi anni dopo la sua morte. E tu dovresti sapere che la tradizione orale inevitabilmente qualche cambiamento se lo porta dietro. Furono alcuni discepoli a scrivere, in seguito, di Lui e delle sue parole e delle sue opere. Fra i tanti Vangeli che circolavano,alla fine furono scelti i quattro canonici che tutti conosciamo. Gli evangelisti, nel predicare il messaggio del Cristo, si rivolgevano ad ascoltatori pubblici diversi, e avevano un intento differente; il che giustifica che non siano proprio tutti uguali, i Vangeli. Ci sono delle differenze. Perché, per esempio, Matteo parla di beatitudine dei poveri (sic et simpliciter), e Luca parla di povertà in spirito? I concetti sono ben diversi. Che cosa ha detto davvero Gesù?
Il Vangelo di Giovanni, poi, è il più “teologico” e “filosofico” fra tutti e va proprio interpretato. Allora, possiamo essere sicuri che le parole di Gesù siano state tramandate in modo fedelissimo? Gesù certo non immaginava che le sue parole sarebbero state scritte e sarebbero giunte fino a noi suscitando scalpore e meraviglia e discussioni fra esegeti di varia formazione.
In ultima analisi, voglio dire che la semplicità del parlare di Gesù resta nei Vangeli dei sinottici, ammesso che tutto ciò che vi è scritto corrisponda perfettamente alle parole aramaiche di Gesù. I biblisti moderni, che conoscono meglio degli antichi l’ebraico, sottolineano le differenze che esistono fra il significato dato in passato a certe parole, e tramandato fino a noi, e il senso vero che avevano quelle stesse parole e che la maggior parte della gente non conosce. La Chiesa, pian piano, interpretando i contenuti dei Vangeli, ci ha messo del suo nel costruire una Chiesa non esattamente somigliante al Cristo, quanto piuttosto rispondende alle proprie intenzioni. In poche parole: ha complicato le cose.In un blog tutte questi particolari non possono essere espressi, evidentemente.
Spero di essermi spiegata ora.
Gradirei che il Benedetti smettesse di dire cretinate quando si riferisce a me.
Gradirei che tu smettessi di dire cretinate.
Cara Victoria, la tradizione orale era molto più fedele in passato che oggi. Anche il testo Masoretico della Bibbia per molti secoli fu tramandato oralmente.. Ad ogni modo, ha presente il Credo niceno – costantinopolitano, comune alle chiese d’Oriente e di Occidente? “Noi confidiamo in un solo Dio, Padre onnipotente .. ed in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio … e confidiamo nello Spirito Santo …”. Tutto questo ricalca la prima lettera di Paolo ai Corinzi, 56 d. C. Inoltre secondo me San Girolamo conosceva molto bene il latino e il greco, lingue nelle quali non solo scriveva, ma anche parlava e pensava ..e conosceva molto bene li lingue orientali tanto da aver tradotto in una sola notte il libro di Ester… ecc. ecc.
È una scelta, una airesis. Crede,Victoria, nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita? Crede in quello che dice la prima lettera di Giovanni, che aveva ascoltato e toccato con le sue mani il Verbo di Dio? Se non crede a questo non crederebbe neppure a eventuali registrazioni … magari direbbe che sono state manipolate .. E poi leggiamo i testi, invece che ascoltare conferenze sul web!!
Matteo scrive per un pubblico ebreo. I “poveri” sono una categoria religiosa precisa : gli anawim, i poveri di Jahve’. L’accento anche in questo caso è sulla povertà “umana” complessiva, non tanto sulla povertà “economica”.
Il riferirsi ai soli Vangeli è limitante. Le lettere di San Paolo, gli Atti degli Apostoli e le lettere cattoliche sono testimonianza di quale sia stata la vita delle primitiva Comunita cristiane, assai più vicine di noi alla predicazione di Gesu’ vivente e del Cristo Risorto.
E che cosa le fa pensare che io non legga i testi, gentile Antonella? Da che cosa ricava questa certezza? E che cosa la induce a credere che oggi non si possa capire ancora di più di quei testi? E che cosa la porta a pensare che le conferenze di chi è più all’altezza di me e di lei non siano utili e piacevoli e istruttive? Pensa lei, forse, che tutto il sapere cristiano sia conchiuso una volta per sempre nel cosiddetto “depositum fidei” tradizionalista, per cui si debbano chiudere occhi e orecchie di fronte alle voci nuove, non meno illuminate, autorevoli e credibili di quelle del passato?
Sì, certamente lei lo crede, lo si capisce con chiarezza.
Io invece, cara signora, ho sempre nuove curiosità di fronte ai temi religiosi e alle ragioni del mio credere. Io non amo fossilizzarmi in un passato che, se non rinnovato, ammuffisce, gentile Antonella.
È proprio lo Spirito Santo quello che porta a rinnovare tutte le cose, e io ho sempre amato molto lo Spirito Santo, nel quale ho una immensa fiducia.
Quanto all’airesis-scelta, lo faccia capire ai suoi amici, soprattutto al tignoso Benedetti, che la tanto (da loro) demonizzata “eresia”( airesis, appunto) si rifà proprio alle scelte che una persona libera di spirito e di mente si sente di fare rispetto alle certezze apodittiche di chi crede di aver capito tutto e di doversi, pertanto, schierare a testa bassa con chi proclama tali certezze. E di dover mettersi a dormire.
Sia anche lei, Antonella, più libera di spirito, se posso permettermi di ricambiare il consiglio.
La Pentecoste (Atti 2, 1 – 13)
1 Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2 Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3 Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4 e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
5 Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6 A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7 Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9 Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10 della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11 Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». 12 Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?». 13 Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce».