Francesco ieri nell’omelia di Medellin ha invitato la Chiesa colombiana a una “maggiore audacia” missionaria nella direzione segnata dalle grandi scelte compiute dagli episcopati latinoamericani a Medellin (1968) e ad Aparecida (2007). Ha riassunto quell’urgenza con il motto: “La Chiesa è scossa dallo Spirito perché lasci le sue comodità”. Nei commenti qualche brano dell’omelia e parole dette da Francesco in altro appuntamenti di ieri.
La Chiesa è scossa dallo Spirito perché lasci le comodità
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All’essenziale cioè in profondità. Omelia di Medellin – 9 settembre – 1: Il primo atteggiamento da plasmare nella nostra vita di discepoli è quello di andare all’essenziale. Non vuol dire “rompere con tutto”, rompere con ciò che non si adatta a noi, perché nemmeno Gesù è venuto “ad abolire la Legge, ma a portarla al suo compimento” (cfr Mt 5,17). Andare all’essenziale è piuttosto andare in profondità, a ciò che conta e ha valore per la vita. Gesù insegna che la relazione con Dio non può essere un freddo attaccamento a norme e leggi, né tantomeno un compiere certi atti esteriori che non portano a un cambiamento reale di vita. Nemmeno il nostro discepolato può essere motivato semplicemente da una consuetudine, perché abbiamo un certificato di battesimo, ma deve partire da un’esperienza viva di Dio e del suo amore. Il discepolato non è qualcosa di statico, ma un continuo cammino verso Cristo; non è semplicemente attaccarsi alla spiegazione di una dottrina, ma l’esperienza della presenza amichevole, viva e operante del Signore, un apprendistato permanente per mezzo dell’ascolto della sua Parola. E tale Parola, lo abbiamo ascoltato, ci si impone nei bisogni concreti dei nostri fratelli: sarà la fame dei più vicini nel testo oggi proclamato (cfr Lc 6,1-5), o la malattia in ciò che narra Luca in seguito.
Rinnovarsi sempre. Omelia di Medellin – 9 settembre – 2: La seconda parola che dovrebbe guidare la nostra vita di discepoli è rinnovarsi. Come Gesù “scuoteva” i dottori della legge perché uscissero dalla loro rigidità, ora anche la Chiesa è “scossa” dallo Spirito perché lasci le sue comodità e i suoi attaccamenti. Il rinnovamento non deve farci paura. La Chiesa è sempre in rinnovamento – Ecclesia semper renovanda –. Non si rinnova a suo capriccio, ma lo fa fondata e ferma nella fede, irremovibile nella speranza del Vangelo che ha ascoltato (cfr Col 1,23). Il rinnovamento richiede sacrificio e coraggio, non per sentirsi migliori o impeccabili, ma per rispondere meglio alla chiamata del Signore. Il Signore del sabato, la ragion d’essere di tutti i nostri comandamenti e precetti, ci invita a ponderare le norme quando è in gioco il seguire Lui; quando le sue piaghe aperte, il suo grido di fame e sete di giustizia ci interpellano e ci impongono risposte nuove. E in Colombia ci sono tante situazioni che chiedono ai discepoli lo stile di vita di Gesù, particolarmente l’amore tradotto in atti di nonviolenza, di riconciliazione e di pace.
Crescere in audacia. Omelia di Medellin – 9 settembre – 3: La terza parola per la nostra vita di discepoli è coinvolgersi. Anche se per qualcuno questo può sembrare sporcarsi o macchiarsi. Come Davide e i suoi che entrarono nel tempio perché avevano fame e come i discepoli di Gesù che entrarono nel campo di grano e mangiarono le spighe, così oggi a noi è chiesto di crescere in audacia, in un coraggio evangelico che scaturisce dal sapere che sono molti quelli che hanno fame, hanno fame di Dio – quanta gente ha fame di Dio! -, fame di dignità, perché sono stati spogliati. E mi chiedo se la fame di Dio in tanta gente forse non venga perché con i nostri atteggiamenti noi li abbiamo spogliati. E, come cristiani, aiutarli a saziarsi di Dio; non ostacolare o proibire loro l’incontro. Fratelli, la Chiesa non è una dogana; richiede porte aperte, perché il cuore del suo Dio è non solo aperto, ma trafitto dall’amore che si è fatto dolore. Non possiamo essere cristiani che alzano continuamente il cartello “proibito il passaggio”, né considerare che questo spazio è mia proprietà, impossessandomi di qualcosa che non è assolutamente mio. La Chiesa non è nostra, fratelli, è di Dio; Lui è il padrone del tempio e della messe; per tutti c’è posto, tutti sono invitati a trovare qui e tra noi il loro nutrimento. Tutti. E Lui, che ha preparato le nozze per il suo Figlio, comanda di chiamare tutti: sani e malati, buoni e cattivi, tutti. Noi siamo semplici “servitori” (cfr Col 1,23) e non possiamo essere quelli che ostacolano tale incontro.
Converta i loro cuori. A sacerdoti, consacrati, seminaristi – Medellin 9 settembre: I giovani sono per natura inquieti, in ricerca – o mi sbaglio? –. E qui voglio fermarmi un momento e fare una memoria dolorosa. E’ una parentesi, questa. I giovani sono naturalmente inquieti, inquietudine tante volte ingannata, distrutta dai sicari della droga. Medellín mi porta questo ricordo, mi evoca tante vite giovani stroncate, scartate, distrutte. Vi invito a ricordare, ad accompagnare questo luttuoso corteo, a chiedere perdono per chi ha distrutto le aspirazioni di tanti giovani, chiedere al Signore che converta i loro cuori, che abbia fine questa sconfitta dell’umanità giovane.
Ha voluto farsi vulnerabile. A sacerdoti, consacrati, seminaristi – Medellin 9 settembre – 2: Dio manifesta la sua vicinanza e la sua elezione dove vuole, nella terra che vuole, così com’è in quel momento, con le contraddizioni concrete, come Lui vuole. Egli cambia il corso degli avvenimenti chiamando uomini e donne nella fragilità della storia personale e comunitaria di ciascuno. Non abbiamo paura in di questa terra complessa. Ieri sera, una ragazza con capacità speciali, nel gruppo che mi ha dato il benvenuto, che mi ha accolto alla Nunziatura, ha detto che nel nucleo dell’umano c’è la vulnerabilità, e spiegava perché. E mi è venuto in mente di chiederle: “Siamo tutti vulnerabili? – “Sì, tutti” – “Ma c’è qualcuno che non è vulnerabile?”. E lei ha risposto: “Dio”. Ma Dio ha voluto farsi vulnerabile, ha voluto uscire a camminare con noi per la strada, vivere la nostra storia così com’era; ha voluto farsi uomo in mezzo a una contraddizione, in mezzo a qualcosa di incomprensibile, con il consenso di una ragazza che non comprendeva ma obbedisce e di un uomo giusto che ha seguito quello che gli era stato comandato; ma tutto questo in mezzo a tante contraddizioni. Non abbiamo paura in questa terra complessa! Dio ha sempre fatto il miracolo di generare buoni grappoli.
Spiegazione della parabola. Il richiamo del Papa alla ragazza che l’aveva interpellato la sera dell’8 a Bogotà – contenuto nelle parole riportate al commento precedente – va interpretato alla luce di quanto Francesco aveva già detto quella sera in risposta alla ragazza: lo trovi nel primo commento al post di ieri “Pregate per me perché sono molto vulnerabile”:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/francesco-pregate-per-me-perche-sono-molto-vulnerabile/
Nei passaggi dell’ omelia di Medellin ci sono intuizioni stupefacenti di verità evangelica. Dono dello Spirito. Da accogliere, conservare, meditare, perché possano portare frutti di carità e di giustizia. Perché possano dare un volto nuovo alla Chiesa del Signore e nuovo impulso a chi opera al servizio di Dio e agli uomini tutti, sacerdoti dell’ umanità in Cristo.
Ingrid Betancourt: “Francesco ha toccato i nostri cuori. Ci ha obbligati a guardare noi stessi come vorremmo essere e come dovremmo guardare chi ci ha fatto del male. E’ come fare un auto analisi e guardare in faccia alla nostra umanità a livello individuale e collettivo. Come colombiana vedendo da lontano ciò che sta succedendo in Colombia è stato veramente commovente vedere come si sia accesa una luce di speranza e gioia nei volti sofferenti e mutilati del popolo colombiano”. Così ha parlato a Tv2000. Vedi altre sue parole:
https://ilsismografo.blogspot.it/2017/09/colombia-papa-in-colombia-betancourt-e.html
Testimonianza molto significativa e commovente
Cristina vicquery
Mutazione genetica della Chiesa cattolica da sacerdoti di Dio e testimoni della divinita’di Gesu’ e della sua Resurrezione, del suo glorioso ritorno per giudicare i vivi e i morti, a sacerdoti dell’umanita?
Mi si rispondera’che la vera Chiesa non e aut-aut ma et-et, che mette insieme il servizio a Dio e quello all’uomo, il divino e l’ umano, l’infinito e il relativo, il sociale e il sopranaturale,l’attenzione al povero e la contemplazione, il distacco da questo mondo e l’amore per gli uomini.
Appunto, ma ora mi pare che non vi sia piu’equilibrio:la parte “sacerdoti dell’umanita’”, la parte politico-sociale ha la netta prevalenza su “sacerdoti di Dio”, la parte materiale su quella soprannaturale.La bilancia, l’equilibrio pende peric olosamenre da unaparte sola,
Se deve essere et-et e non aut-aut, ricordiamo che in Cristo c’e’l’uomo e c e’il Dio.E che noi siamo “salvati” dalla POTENZA di Dio non perche’instauriamo su questa terra regimi politici di sinistra dove regna la giustizia sociale (che poi sono un grande bluff vedi Cuba e Venezuela)
Non facciamo come Scalfari e altri amici di Francesco che credono solo all uomo e al suo affratellamento , aipricipi illuministici e massoni della pace e della fratellanza universale.
Ricordiamoci anche della parte soprannaturale, come ha lasciato detto il card. CAffarra nel suo testamento spirituale, l omelua che avrebbe dovuto pronunciare ieri a Milano:sarebbe pericoloso se il contenuto della predicazione della Chiesa non fosse l’evento fondamentale della Resurrezione di Cristo e dela salvezza eterna.
Di fronte alla morte ,che aspetta ciascuno di noi, la salvezza eterna e’infinitamente piu’importante di tutto il resto, regimi politici compresi.
Potete leggere l’ultima omelia scritta dal card. Caffarra sul sito :www.lanuovabq.it
Macchè.
Ti si risponderà, banalmente, che sarebbe ora che tu ti leggessi ALMENO i pezi riportati da Luigi, piantandola di sparare stupidate da comizio un giormo sì e l’altro pure.
Singolare osservare come Papa Francesco ascolti con attenzione la veggente (?)colombiana, che presumo tale essendo da Lui stesso definita “una ragazza con capacità speciali”. Conoscendo, abbastanza, la dedizione dei colombiani per i riti magici e spiritici,attribuire una sorta di dote profetica con tanta leggerezza è, come dire, inquietante considerando che si dubita di Medjugorje. Oggi si celebra il nome della B.V.Maria: creta nelle mani di Dio, dalle mani di Dio plasmata.
Concordo con la Venturi:l’amore necessita conoscenza di Dio, conoscenza nella Verità. Oggi il rischio è di amare poco o niente perché poco o niente si conosce di Dio, di N. Signore Redentore e Salvatore, dello Spirito Santo, della Chiesa, del mistero della Grazia, della vita eterna. Senza la conoscenza della Verità alla quale si deve purissima obbedienza, non c’è amore, non può esservi. Ora, prendiamo ad esempio la popolazione della colombia, andina, discendente dagli Incas , adoratori di Amaru, il serpente d’oro, avvezzi a rituali antichissimi mai veramente abbandonati. Un popolo dall’idioma indefinito, dedito al narcotraffico che è la fonte principale di reddito per intere famiglie. Un popolo politicizzato fino all’osso, di marxismo, leninismo, maoismo,diviso in clan ciascuno col suo dialetto, oltre 200, in cui il capo fa riferimento ad uno spirito guida, e tutti, dal più piccolo al più grande mastica radici di erba più o meno allucinogena. E’ vero che “Dio non ha riguardi personali” , ma dice anche che a Lui è gradita la nazione che lo teme e opera giustizia. (At 2, 24-36) . A mio sommesso avviso, discorsi melensi non giovano quando si ha dinnanzi un popolo dalla dura cervice….
A me colpisce questo discorso di Medellin perché papa Francesco mette l’accento sulla “fame di Dio” (e non sulla fame di cibo) come il primo e più urgente problema del colombiano ( in questo del tutto simile a tutti i cittadini del mondo ). LA Chiesa è chiamata a muoversi, a uscire dal recinto, a uscire da una interpretazione gretta delle regole ( del ” non si può ” ) per “dare da mangiare agli affamati” ( di Dio ), per ” dare da bere agli assetati” ( di Dio ), per “rivestire gli ignudi” ( delle vesti bianche della salvezza ).
A differenza di quanto vede maria cristina venturi io ci leggo ( finalmente! ) in questa omelia del Papa un richiamo alla dimensione “verticale”, quella che differenzia fondamentalmente la Chiesa da una qualsiasi organizzazione “umanitaria”. In questo del tutto in linea con il grande Papa GPII che predicava : “aprite le porte a Cristo” e invitava tutti i fedeli a promuovere la “nuova evangelizzazione”.
Vado troppo in là nella mia lettura dell’omelia?
Ricordo San Giovanni Paolo II, con quale impeto, passione terrificante si erse contro la Mafia scagliando sopra i mafiosi anatema…non si era mai visto un papa scomunicare dinnanzi al mondo, i portatori di morte. Mi aspettavo da Francesco altrettanta durezza, nei confronti di alcuni aspetti insiti nel popolo colombiano. Invece sempre questa misericordia nel tentativo di livellare gli infami, i trafficanti di morte, gli stupratori, gli assassini, con le vittime innocenti, veicolando non la vera immagine del ” Dio che atterra e suscita,
Che affanna e che consola”, ma di un Dio flaccido, che non opera giustizia e che alla fine l’agnello e il lupo saranno entrambi salvati. Non è così!…Questo è un pensiero totalmente falso!
Secondo me si, Beppe, hai visto troppo in la…
Il tema della conversione è stato appena sfiorato.Ora, mi domando: la presenza della Chiesa in Colombia, i presbiteri che operano nel territorio come stanno portando avanti il loro ministero? Quali difficoltà incontrano, perché non riescono a fare breccia in quel popolo? Domande che postulano delle risposte. E’ chiaro che vige un peccato ministeriale e dunque la responsabilità è dei presbiteri perché la scrittura non conosce solo il peccato personale, che è già distruttore per se stesso. ma conosce anche i peccati “ministeriali”, che possono essere per azione o per omissione, per scandalo o per mille altre forme. E’ chiaro, poi, che dal peccato ministeriale di un vescovo, di un cardinale, tutta la diocesi viene portata fuori rotta, così come dal peccato ministeriale di un parroco, tutta la parrocchia subisce danno.
Ma non lo dico io, lo dice la scrittura: dal peccato di Aronne tutto il popolo di Dio, appena stipulata l’alleanza diviene idolatra. Similmente…abbiamo bisogno ancora di Osea e della sue parole durissime…
Inutile dire che la sua interpretazione, signora Venturi , è quanto mai limitata. Non c’ è Dio senza gli uomini; non c’ è Cristo senza l’ uomo, essendo stato Lui stesso uomo. Noi uomini siamo ” sacerdoti dell’ umanità” e ce l’ ha detto Lui. Lo siamo nella misura in cui abbia mo cura gli uni degli altri, soprattutto dei più deboli e degli emarginati. La sacralità è nella vita, non in una chiesa in cui ci si inginocchia per adorare un Dio fuori della vita.
E i discorsi politici in tutto questo non c’ entrano un bel niente. Il governo della polis è l’ altro lato della sacralità della vita SOLO quando chi governa si adopera per il bene di tutti, senza privilegi per nessuno. Così dovrebbe essere, ma purtroppo così non sempre è.
E quando lei, signora Venturi, si affanna nel vano tentativo di screditare chi si adopera per la giustizia sociale, dimostra di non aver capito niente neppure di Dio, che lei continua a considerare un’ Entità astratta cui rivolgersi come ad un Ideale immaginario. Per questo lei continua a stravolgere colpevolmente il senso dei fatti.
Alla signora che si rammarica di non aver visto in papa Francesco la
” passione terrificante” (?!) di Giovanni Paolo II , vorrei far presente soltanto che ognuno ha i suoi modi per manifestare il suo sdegno, dato che gli uomini non sono stati fatti con lo stampino.
Dire che Francesco livella è un falso da calunnia. È colpevolmente mistificatorio.
Fare paragoni è più che sbagliato; è di una stoltezza tipica di chi non ha lume di discrezione.
Consiglio alla signora di scordare le categorie della durezza e del rigore, armi spuntatissime che non hanno mai avuto effetto su nessuno.
Claudia Leo: Singolare osservare come Papa Francesco ascolti con attenzione la veggente (?) colombiana, che presumo tale essendo da Lui stesso definita “una ragazza con capacità speciali”. Conoscendo, abbastanza, la dedizione dei colombiani per i riti magici e spiritici,attribuire una sorta di dote profetica con tanta leggerezza è, come dire, inquietante considerando che si dubita di Medjugorje. – Nessuna veggente e nessuna leggerezza. Maria è una bambina disabile che aveva parlato al Papa a nome degli altri disabili, la sera dell’8 settembre davanti alla nunziatura di Bogotà, e che Francesco indica come dotata di “capacità speciali” a motivo delle cose impegnative che aveva detto: da disabile aveva auspicato che la vulnerabilità venga riconosciuta come essenziale all’umano e come possibile fonte di forza e dignità. Colpito da queste parole il Papa le aveva chiesto se la sentiva di interloquire con lui sull’argomento e le aveva domandato se c’era una persona che non fosse vulnerabile e lei aveva risposto “Dio” e questa risposta aveva permesso a Francesco di svolgere una riflessione sulla vulnerabilità universale e sull’universale necessità dell’aiuto divino. Tutto questo lo puoi vedere qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/francesco-pregate-per-me-perche-sono-molto-vulnerabile/#comment-165456
e qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/la-chiesa-e-scossa-dallo-spirito-perche-lasci-le-sue-comodita/#comment-165482
Mistifica, calunnia, conta storie; conta storie, calunnia, mistifica.
Moto perpetuo.
http://www.iltimone.org/36399,News.html
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-guai-se-la-memoria-della-chiesa-avesse-contenutidiversi-dalla-risurrezione-di-cristo-dai-morti-20967.htm
caro beppe Zezza, il fatto che tu interpreti il discorso di Medellin come “verticale”2 e spirituale ti fa onore, ma non credo proprio che la maggior parte del popolo della Colombia lo interpreti così:
“dare da mangiare agli affamati” ( di Dio ), per ” dare da bere agli assetati” ( di Dio ), per “rivestire gli ignudi” ( delle vesti bianche della salvezza ).
Secondo me, invece lo interpretano proprio nel dare da mangiare materiale, nel dare da bere materiale, nella giustizia sociale di stampo marxista. Se tu parlassi loro della fame e della sete di Dio, forse ti riderebbero in faccia. Prima sfama il mio stomaco, prima assicura l’agiatezza alla mia vita , e poi riparliamo di Dio.
Non una sola parola di condanna da parte del papa dell’ideologia marxista che tanti danni ha fatto e continua a farne nel Sud-America.
Ricordo a chi gioca a fare santa Caterina da Siena con effetti grotteschi, che “il flaccido” (sic!) Bergoglio nei confronti dei mafiosi è andato “oltre” lo stesso GPII a Sibari nel 2014 pronunciandola parola scomunica, laddove invece, ennesima bufala della caterinetta, Wojtila non lo aveva fatto, in occasione del suo drammatico ” convertitevi! un giorno verrà il giudizio di Dio! ”
Dice : ” non si era mai visto un papa scomunicare dinnanzi al mondo, i portatori di morte.”
Forse perché non lo aveva fatto?!
Non vedo che ci sia da “interpretare” nel discorso che prende in esame Beppe Zezza.
Sono parole chiarissime e puo’ ignorarne la ” dimensione verticale e spirituale” solo chi NON LA VUOLE VEDERE.
Quanto al ” finalmente” in cui lo stesso Beppe Zezza prorompe, mi domando se abbia letto , limitandosi agli ultimi giorni del Papa in Colombia, ALMENO le antologie che ci ha meritoriamente proposto Accattoli. ALMENO nelle quali mi domando dove NON TROVI la dimensione verticale e spirituale.
Se poi va su vatican.va e cerca, dalla elezione in poi, TUTTI i suoi interventi a qualunque titolo riportati,vedrà che non ne trova NEMMENO UNO, come ovviamente del resto nel caso dei suoi predecessori, in cui questa dimensione manchi o sia in ombra.
Se, al contrario, ne trovasse anche solo uno, lo pregherei di indicarlo con chiarezza ed estremi, in modo che possiamo renderci conto di che cosa ha in mente quando pronuncia quel ” finalmente! “.
la dimensione orizzontale ( dar da mangiare agli affamati) e verticale ( dare Dio a chi non lo conosce o vive come se non ci fosse) vanno di pari passo.
Non puoi parlare di Dio a chi muore di fame.
cristina vicquery
Rettifico, sempre per la precisione: ” flaccido” non è stato – sventatamente – definito Bergoglio, bensì il Dio che Bergoglio proporrebbe…
Precisazione, peraltro, aggravante e imbarazzante per chi la ha pronunciata.
Si ricordano sovente i legami tra Farc e narcotrafficanti, bisogna però ricordare anche i legami dei politici con il narcotraffico. Ad esempio Il padre dell’ex presidente Uribe, Alberto Uribe aveva stretti legami con il cartello di Medellin e Il dipartimento di Stato americano lo aveva segnalato come stretto amico personale di Pablo Escobar da cui veniva spesso ospitato . Venne ucciso dalle FARC , secondo il Dipartimento d Stato USA per un regolamento di conti tra narcotrafficanti. In seguito alla morte del padre Uribe si è poi dedicato alla politica.
L’ex presidente fu anche direttore del dipartimento dell’Aviazione Civile e in questa veste secondo gli americani concesse licenze di volo a narcotrafficanti.
cristina vicquery
Ho letto, Luigi, grazie…
Penso che attribuire “capacità speciali” alla piccola mi sembra esagerato,con tutto il rispetto per carità! Ma penso che non sempre disabilità sia sinonimo di spiritualità, quella, semmai,è lo Spirito che l’affina. I doni di rivelazione non vengono dal sangue e dalla carne…ma da Dio .
Poi. Che l’essere umano sia vulnerabile, mancante, coperto da una foglia di fico, è di una ovvietà imbarazzante. Mentre, trovo fuorviante definire Dio non vulnerabile, quasi fosse un simulacro o una figura mitologica,retorica, un eroe sciocco, un Achille che sfida la rovina proprio perché invulnerabile.
Anche Dio è vulnerabile invece, feribile,e lo è tanto quanto è grande la sua onniscenza per cui vede l’ombra del tradimento, l’omicidio,la cattiveria – e ne soffre – prima ancora che venga compiuta : soffre doppiamente per un prius et posterius. Il male, il peccato, rende vulnerabili tutti: creatura e Creatore.
A proposito mi sovviene un brano tratto da ” Le città invisibili”, di Italo Calvino (1923 – 1985)
“Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti. Accettare l’inferno e farne parte, fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi o che cosa in mezzo all’inferno non è inferno e farlo durare, e dargli spazio”
anche Santos non è uno stinco di santo , come ministro della difesa ebbe la ” brillante” di istituire un premio da conferire ai soldati per ogni guerrillero ucciso. La cosa ovviamente degenerò perchè ci furono uccisioni di contadini innocenti, falsamente indicate come accadute durante operazioni anti guerilla, per incassare il premio. Fu coinvolto anche in una polemica internazionale quando l’esercito per uccidere un comandante delle Farc sconfinò in ecuador. Il suo momento di gloria lo ebbe con la liberazione di Ingrid Betancourt.
cristina vicquery
Proprio vero: tutto fa brodo per la vignarola.
Pure il povero Calvino, tirato per i capelli tra un prius e un posterius.
Ma hai voglia a sprecare copiaincolla e latinorum a coprir le somarate dette.
🙂
Io non ho parlato dell’insieme dei discorsi che il Papa ha fatto in Colombia, ma della omelia di Medellin. Nell’estratto che Luigi Accattoli ha fatto si dà conto solo della “fame di Dio” e non della “fame di pane”.
Non dico che il Papa non abbia mai parlato della dimensione verticale ( confesso tuttavia che io non ho letto tutte le sue omelie e i suoi discorsi ) ma è certo che ha privilegiato la dimensione orizzontale. A me non pare che abbia mai detto esplicitamente che la gente ( ricchi e poveri materiali ) ha FAME di DIO
Contesto poi chi dice che a chi ha fame non si possa parlare di Dio, (come se Dio fosse una “sovrastruttura” ) Certamente non gli potrà parlare con possibilità di essere ascoltato chi è ricco e grasso, ma potrà parlargli chi si è fatto materialmente povero per Cristo ( come originariamente erano gli ordini mendicanti ).
Certo, se vuoi parlare di Dio a un povero ( e lo vuoi fare se pensi che sia la “fame di Dio” il problema fondamentale dell’uomo ) devi farti anche tu povero, realmente e non figurativamente, e per fare questo ci vuole una “spinta interiore” molto forte. Ma se non hai questa intenzione ti viene molto più facile dire che PRIMA bisogna dargli da mangiare . E pensi che avendogli dato da mangiare ( o perfino avendo detto che bisogna dargli da mangiare ) hai adempiuto al comandamento della carità.
Tutta la tradizione della Chiesa dice che la PRIMA E più elevata carità è condurre le genti a Dio ( dargli da mangiare il cibo che non perisce ma che da’ la vita eterna )
Bella interpretazione forzatissima della realtà della vita. Ne sono estasiata.
Dio mio, perché? …Fino a quando?…
Moderi i termini Cuffino, che la pazienza ha un limite. Somara e cicoriara lo dica a sua figlia, a sua moglie, a sua sorella e alla sua “cara” mammina…che sia rimasta incinta poche volte perché, come si dice, di cretini ne basta uno in famiglia!
Basta insulti Cuffino, basta insulti. Argomenti, se ne ha, di argomenti , altrimenti taccia.
facevo riferimento a mcv non a lei beppe
cristina vicquery
“Tutta la tradizione della Chiesa dice che la PRIMA E più elevata carità è condurre le genti a Dio ( dargli da mangiare il cibo che non perisce ma che da’ la vita eterna )”
infatti i conquistadores prendendo molto alla lettera questo “prima condurre le genti a Dio” prima battezzavano e poi uccidevano , spedendo direttamente al creatore i novelli cristiani
cristina vicquery
Pronti: l’argomentazione è questa.
Claudia Floris Leo colleziona e affastella cose non vere – o menzogne, se preferisce – falsità diffamatorie – o calunnie, se preferisce- e asinate assortite ( nel senso di errori grossolani spacciati per verità) a proposito della Chiesa Cattolica e del papa.
Cosa peraltro non nuova e reiterata.
Per usare la precisa terminologia di Antonella, questi sono fatti nudi e crudi, non opinioni nè, tantomeno, come è stato qui sopra sbanfanato, “insulti”.
Chiunque frequenti questo blog lo sa a memoria.
Ognuno di questi fatti è documentabile da ciascuno che lo desideri: basta andare nel menu del blog, scegliere la sezione ” Archivi”, aprire a caso un post – tutti , assolutamente, memorizzati – e leggere i commenti scritti dalla “autrice”.
Mi perdonerai, Beppe.
Tu, parlando di quel particolare discorso ( Medellin) scrivi testualmente:
” io ci leggo ( finalmente! ) in questa omelia del Papa un richiamo alla dimensione “verticale”, quella che differenzia fondamentalmente la Chiesa da una qualsiasi organizzazione “umanitaria””
“Finalmente!” vuol dire che , prima, non ce li avresti trovati per nulla.
E dunque io torno a farti la domanda che ti ho posto: quali sarebbero gli altri interventi in cui NON ci sarebbe questa dimensione verticale? Sia tra quelli in Colombia, almeno limitati alla antologia di Accattoli, sia in UNO QUALUNQUE degli interventi di Bergoglio dal momento della sua elezione ad oggi, tutti pignolamente registrati e facilmente consultabili su vatican.va ( ad esempio).
Che confermo e sottoscrivo! Sottoscrivo e confermo.Riconfermo e ri-sottoscrivo!
Se le da fastidio non legga! Argomenti, se ne ha di argomenti, ammesso riesca a dire qualcosa d’intelligente.
Ma lo vedo, lo vedo, lo vedo. Non temere che lo vedono tutti quanti.
🙂 🙂 🙂 🙂
Conferma, sottoscrivi e riconferma quanto vuoi.
Sei qui esclusivamente per questo.
Ma scordati che uno non legga le zolle di letame che spargi in giro nel tuo tentativo ridicolo di delegittimare , con velenetti e infamielle di quarta mano e somarate di prima categoria col tuo marchio doc, la Chiesa e il suo transeunte papa ( per non parlare delle diffamazioni riservate agli altri, secondo il tuo doler di calli).
Tu scrivi beata e gonfiando il pelo, e altrettanto beata beccati le pernacchie che quello che scrivi ( di falso, di diffamatorio e di calunnioso) ti riverbera addosso.
Trovi pace Cuffino che le scoppierà il fegato! Pensi al suo fegato e alla sua anima…
Pace e bene
Ancora una domanda per Beppe, per essere più chiaro.
In un altro passo, tu affermi : ” Non dico che il Papa non abbia mai parlato della dimensione verticale ( confesso tuttavia che io non ho letto tutte le sue omelie e i suoi discorsi ) ma è certo che ha privilegiato la dimensione orizzontale.”
” E’ certo” ?
Che due più due fa quattro, è certo.
Che il sole sorge e tramonta, è certo.
Che Bergoglio nei suoi discorsi, tutti, ” abbia privilegiato la dimensione orizzontale” non solo non mi sembra certo per nulla: mi sembra , al contrario, certo proprio il contrario. Non c’è intervento, nemmeno di quelli più specificamente dedicati a questioni “umane”in cui la cd. dimensione verticale non sia presente, fondante, preponderante. Dirlo mi sembra persino una ovvietà, e non lo trovo per nulla degno di nota, trattandosi non di un imbrattacarte qualunque, ma di un papa della Chiesa Cattolica. Lo sottolineo solo perché obbligato dalla affermazione di una tua certezza in senso contrario. Poi, puo’ darsi benissimo che io mi sbagli: ho provato a fare un esperimento e ho saltabeccato a caso, qua e là, tra una cinquantina di interventi a caso : non ho trovato manco un caso di ” discorso a dimensione orizzontale”. Dunque, se tu ne hai in mente qualcuno e me lo volessi citare, lo leggerei con curiosità.
🙂 🙂 🙂
Cara Claudia Floris Leo, nonostante i tuoi ripetuti inviti ad “andare a morire ammazzato” e a “schiattare”, devo deluderla: godo di ottima salute, massime il fegato.
L’anima sicuramente sta peggio, ma di questo, vedi, non mi preoccupo: a differenza tua, che la sai luuuuuuuuuuuuuuunga e predichi notte e dì CONTRO la Chiesa Cattolica, io banalmente mi ci affido maxima cum pace.
A proposito di discorsi orizzontale e verticale , caro Lorenzo cosa puoi aspettarti da una persona il cui primo e sommo riferimento è l’ Antico Testamento (prima del Vangelo) ? Dove tutto o quasi è visto sotto dimensione verticalissima?
Gesù Cristo è venuto sulla Terra per indicare la dimensione orizzontale e ancora c’ è qualcuno che preferisce l’ Antico Testamento.
Fossi in lei Cuffino, una bella grattata ai “gioielli di famiglia” me la darei, se non altro per scaramanzia! E’ un consiglio, poi, lei faccia come meglio crede…
Mi dispiace doverlo dire ma chi contrappone “Vecchio Testamento” a Gesu’ e al suo Vangelo non capisce il Vecchio Testamento e probabilmente equivoca molto di quell che dice Gesu’. ( il quale non a caso dice : scrutate le Svritture ( i.e. Il cosiddetto Vecchio Testamento ) perché parlano di me e ancora non una virgola della Legge cadrà ecc . Il NT è ricchissimo di rivii al VT.
A proposito di “dimensione verticale” e “dimensione orizzontale” Gesu’ dice : il PRIMO comandamento è Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e tutte le tue forze, il SECONDO e’. AMerai il tuo prossimo come te stesso. IL secondo deriva dal primo i.e. non puoi rispettarlo se non rispetti il primo.
Che la missione di Gesu’ Cristto sia stata ” indicare agli uomini la dimensione orizzontale” mi pare poi di una “enormità” che non richiede commenti.
Povero Gesu’ Cristo, a che cosa ti hanno ridotto!
A lorenzo Cuffini
Inizio con un riconoscimento : il mio “finalmente” può essere considerato eccessivo. È uno sfogo.
Ho dato una scorsa a qualcuno dei numerosissimi discorsi del Papa. Ora dire che in TUTTI è presente la,dimensione verticale ( i.e. che il rapporto con Dio è fondamentale perché Lui è il,nostro SALVATORE – e questo termine è importantissimo – ed è Lui che da’ il “volere e l’operare” ) è senz’altro eccessivo, così come dire altrettanto assurdo sarebbe dire che MAI egli ne faccia riferimento.
Ora pero’ a me ma non solo a me pare che egli faccai inviti pressanti a esercitare una carità attiva COME SE il farlo dipendesse SOLO dalla nostra BUONA Volonta e alla portata di tutti. Mentre la ns situazione umana è rappresntata in modo plastico dal cap 7 della lettera ai Romani.
Beppe, ma non c’è neppure da rispondere a simili sciocchezze, ma come si fa a dire una roba del genere. La Rivelazione copre l’intero arco Bibblico, tutto l’Antico Testamento è un incedere verso la Pienezza del Tempo, verso l’Incarnazione. Forse chi dice un’aberrazione del genere non conosce neppure l Vangeli, né la Genealogia di Gesù dell’Evangelista Matteo. E’ il mistero della predilezione, della scelta di Dio che punta l’occhio su Abramo, e questi anziché Ismaele, il primogenito, sceglie Isacco che a sua volta non benedice Esaù Giacobbe il quale non trasmette la continuità della stirpe -che avanza storicamente verso il Messia – al primogenito Ruben, né all’amato Giuseppe, ma a Giuda, il quarto figlio, così via in una sequenza di eventi, un concatenamento di storie e personaggi uomini e donne che punteggiano l’Antico Testamento e come rivoli di un torrente arrivano a Maria e Giuseppe. Qui c’è l’intera Parola di Dio: dalla creazione del mondo all’Apocalisse e riecheggia la voce del Maestro: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15, 16). Ma cioè, Beppe a me sembra che rispondere a simili provocazioni si da vento al fuoco, ed è una perdita di tempo; non merita capito, onestamente, cioè…!
@sceglie Isacco che a sua volta non benedice Esaù MA Giacobbe .
Per Lorenzo Cuffini
Le mie osservazioni sul discorso di Medellin le ho trovate molto consonanti con concetti espresi da Caffarra nel suo ultimo discorso apparso postumo :
È urgente per la Chiesa tornare a parlare del soprannaturale. ( e cosa è parlare di fame di Dio se non un parlare di soprannaturale? ) e
“Sarebbe una grave evasione dalla sua missione, parlare spesso d’altro ed esortare sovente aad altro, per assicurarsi il consenso del mondo”
Esempio: invito alla ” conversione ecologica “
🙂 🙂 🙂
Sempre finissima, raffinata, una vera Signora, la Claudia Floris Leo.
Ammappete, che distinzione, aho.
Insomma, Beppe.
Se una rapida scorsa ti ha permesso di giungere a questa conclusione, “Ora dire che in TUTTI è presente la,dimensione verticale ( i.e. che il rapporto con Dio è fondamentale perché Lui è il,nostro SALVATORE – e questo termine è importantissimo – ed è Lui che da’ il “volere e l’operare” ) è senz’altro eccessivo,” bene, cortesemente, indicamene UNO SOLO.
Perché io non l’ho ancora trovato.
Attendo dunque.
Qui c’è l’intera Parola di Dio: dalla creazione del mondo all’Apocalisse e riecheggia la voce del Maestro: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15, 16). Ma cioè, Beppe a me sembra che rispondere a simili provocazioni si da vento al fuoco, ed è una perdita di tempo; non merita capito, onestamente, cioè…!
EeeeeeeeeeeeeeeeeH, se abbiamo capito.
L’ignoranza sottobraccio alla arroganza, e il tutto con dotto linguaggio stra finto appiccicato sull’animo di una casermara anni 50…..
Annamo bene, ah, annamo proprio bene.
Fossi nella Signorilissima, inizierei a preoccuparmi un po’ del Vicariato, anziché gamellare con paroloni che manco sa che voglion dire.
🙂
Però, divertente la signora che con tanto di sdottrinamento( a cui non sa rinunciare) fa l’ endorcement al sig. Zezza.
Quando, nell’intervento delle 23,10, si cita la ” conversione ecologica”, acosa si fa , precisamente, riferimento?
Temo ci sia una certa confusione prettamente ideologica.
Scrivo nel giorno dedicato al santissimo nome di Maria (oggi, non ieri come scritto alle 8.35 di ieri) e mi è difficile collegarmi al discorso proposto il 10 settembre pomeriggio, cioè all’omelia del papa a Medellin, bellissima come tutti gli altri discorsi in Colombia.
Ritengo di dover associarmi pienamente a quanto scritto ieri da Cuffini e Picchio, per quanto riguarda la segnalazione di errori e mistificazioni, talora volute, di alcuni/e del blog.
A proposito del più grande comandamento, si legge in Matteo 22,38-39 che c’è il più grande e il primo dei comandamenti, e che il secondo (amerai il prossimo come te stesso) non è solo il secondo ma è simile al primo. Di orizzontalismo e verticalismo parliamo noi, magari per confondere le idee, non Gesù che è limpidissimo.
Quanto a ciò che è stato detto contro i mafiosi, Cuffini ha sofficemente
richiamato, in buona geografia, a non confondere Sibari con Agrigento. In Calabria Bergoglio ha parlato di scomunica per i mafiosi (ed ha iniziato a dargliela); in Sicilia Wojtyla ha urlato contro loro il “finalmente” che ha giustamente impressionato tutti e suscitato il consenso di tutti (mafiosi esclusi). E tutti, anche i devoti citazionisti di una delle beatitudini di Matteo, abbiamo in quel caso dimenticato una delle contro-beatitudini, quella di Luca 6,26: guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Ma le nostre lodi per il buon Wojtyla non erano evidentemente segno di populismo.
Vorrei ancora capire – dato che mi sento chiamato in causa – se l’espressione
“sacerdoti dell’umanità” è stata usata da Bergoglio in Colombia o in altra occasione. A me risulta essere solo dentro un canto, che per altro poco mi piace. Non mi pare che, né in questo né in altro punto, Bergoglio sgarri dalla retta fede. Il Credo nella messa lo recita sempre, quando previsto, con la sua voce solita e correttamente.
Quanto alla vulnerabilità o no di Dio (ma ci vuole poco a capire in quale serio e bel contesto è spuntato detto discorso) ci soccorra “finalmente” il gran Catechismo di San Pio X: Dio è l’essere perfettissimo, creatore del cielo e della terra. E altro non aggiunse il nostro.
Una chiarificazione per il buzzurro torinese che vedo ha ripreso di buona lena a provocare ed insultare da bravo cyberbullo qual’è sempre stato:la vera natura delle brutte persone è come la mala erba: spunta sempre malgrado la si voglia occultare dietro paraventi di carta. Il buon samaritano, tutto casa e chiesa, dedito a preghiera e melensi racconti di buone azione non convince nessuno!.
Cos’è che non trova consono il buzzurro? Non racchiude forse l’A.T l’intera parabola della Parola di Dio dalla creazione del mondo attraverso il Verbo, fino al compimento del tempo (l’I’ncarnazione)? E non sono forse racchiusi, in quei 5 libri,le vite di coloro che formarono la carne al Verbo increato? Non è forse vero che sta scritto : “In Lui ci ha scelti prima della fondazione del mondo per essere santi e irreprensibili, davanti a Lui nell’amore, avendoci predestinati” (Ef 1,3-6)? e ancora , in continuità: “non voi avete scelto me, ma IO ho scelto voi”? (Gv cap.15 ; 9-17) ? Risponda Cuffino, cosa trova di così ridicolo in tutto questo…mah!
P.Amigoni, mi meraviglio di lei. Sicché “onora il padre e la madre, non uccidere,non commettere adulterio, non desiderare..” le cosiddette 10 Parole, o leggi fondate sulla fede dell’unico Dio, similmente i racconti dell’A.T anziché mostrare un Dio geloso, che si adira, che maledice e benedice, ci mostra un dio sancrita,un Deva , una mera potenza impersonale, latente, con qualche sporadica emanazione. Un “Deva” che si diverte a giocare con gli esistenti, e Gesù? Un semplice bramino.
E quindi, per P. Amigoni -che estrapola dal catechismo di San Pio X, Pontefice dalla fede solida che prima di nominare, caro P.Amigoni, dovrebbe andarsi a rileggere far sue- dicevo, esprapola la formula in cui si recita che Dio è l’essere perfettissimo creatore e Signore del cielo e della terra, e, a parer di P.Amigoni altro non aggiungerebbe: neppure che l’uomo venne creato a Sua immagine (a immagine di Dio) C.C.C cap 6 n° 355-356. Vero P. Amigoni?
Quindi per P. Amigoni Dio non è Persona, e se non è Persona , P.Amigoni, non crede nella Trinità e se non crede nella Trinità non crede negli attributi di Verità, Essere, Amore, gli stessi in definitiva che sono impressi (inizialmente come fiamma,declassati allo stato di fumignolo dopo il peccato) nell’intimo nell’uomo da Lui creato.
P.Amigoni, ma per piacere…
Per lorenzo Cuffini
Fai una analisi linguistica e vedi quale è la percentuale dell’uso dei vocAboli Dio e Gesu Cristo nell’intero corpus di Francesco e confrontalo con quello di GPII e di BXVI.
Ma io non ho nessuna voglia di polemizzare : a me pare che tu prenda qualsiasi osservazione fatta sui discorsi del Papa come un “delitto di lesa maestà”.
Tanti aspetti di quello che fa e dice Francesco mi piacciono. Non tutto.
Non pretendo di avere un giudizio infallibile. Il Papa è lui e non sono io. Ma lui è stato ed è il primo a dire che bisogna dire quello che si pensa con “parresia”. Questo vale ovviamente se non si concorda!
Invece caro Beppe qui siamo sotto dittatura,qui vige il motto “Obbedienza o silenzio”, o dici quello che vogliono sentire i vari Cuffino, Boe, P.Amigoni, ed altri della risma arci -noti su questo blog, o sei massacrato. Se è questa la misericordia che hanno introiettato dal pontificato di Bergoglio, e rispecchia il modo di agire che qui in questo spazio palesano, allora, non fa che confermare la mia repulsione non solo per questo pontificato, ma anche per l’ infausta stagione della Chiesa Cattolica,intrappolata come nelle fauci di un mostro. Mi colpisce, poi, la mediocrità dei seguaci di questo papa, la stessa che troveremmo in quegli che a loro tempo osannavano Mussolini sotto il balcone di piazza Venezia o dei devoti di Hitler riuniti a Brandeburgo, o dei Leninisti genuflessi dinnanzi alla mummia del despota. Per come sono io, vivere in contraddizione con ciò che la mia intelligenza non accetta, è la morale più intollerabile, sarebbe insultare me stessa !
Ma quale lesa maestà, Beppe: non facciamo ridere i polli.
Solo: se uno dice ” questo è certo”, bene, vediamo dove risiederebbe la certezza.
Non mi pare così difficile , a quel punto, trovare almeno un intervento che ne dia un esempio inoppugnabile.
Io, continuo a dire, non ne ho trovato manco mezzo.
E pure sulla questione della ” conversione ecologica” , portata da te come esempio di ” una grave evasione dalla sua missione, parlare spesso d’altro ed esortare sovente ad altro, per assicurarsi il consenso del mondo” , credo che ci sia un certo fraintendimento.
Claudia Floris Leo ,come sempre, esaurito il bagaglio greve e limitato da casermara, si riaggrappa alla zattera del bullismo.
Non dare del te stessa agli altri.
Fine.
Ma si vergogni, lei è una brutta persona!
“Sei massacrato:” questa è ottima!
Uno dovrebbe sentire una quinquaralla di ultima che se ne va in giro sparando idiozie assortite come quella della non legittimità del papa, o asinate complete come quella della ” veggente colombiana”, tanto per fermarmi alle ultime due perle splendemnti, e stare a sentire in religioso silenzio.
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Mapiantala, va.
Zattera un corno!Pensi al suo di bagaglio, pieno di menzogna e falsità. Non tiri troppo la corda con Clodine, se non vuole leccarsi le ferite…
Florilegio dell’ultimo intervento di Claudia Floris Leo: si premura di fare sapere urbi et orbi che
QUESTO PAPATO LE REPELLE
LA CHIESA CATTOLICA LE REPELLE
LA CHIESA CATTOLICA E’ INTRAPPOLATA NELLE FAUCI DI UN MOSTRO
I CATTOLICI? COME I FASCOSTI E I NAZISTI OSANNANTI I LORO DITTATORI
I CATTOLICI ? LENINISTI GENUFLESSI
IL PAPA? LA MUMMIA DI UN DESPOTA
Verbum di Claudia Floris Leo,
Ancora con le minacce?
Sono due anni che vai avanti, ancora non ti sei stufata?
Piantala , e via.
Non sono responsabile di quello che la sua mente, contorta, folle, interpreta Cuffino. Provi ad andare da un analista, uno psicologo, uno psichiatra, vedrà l’aiuterà a superare queste crisi, che certamente non fanno bene al suo fegato!
Intanto se fossi la Venturi, le prescriverei una buona dose di bromuro.
” Povero Gesù Cristo, a che cosa ti hanno ridotto”
Brutta frase, in verità. E altre ne ho lette di ridicole oltre misura. Per esempio, “ti massacrano”.
Intanto faccio osservare che mai mi è passato per la testa di “contrapporre” l’ Antico testamento al Vangelo. Per cui chi l’ ha pensato , o non ha capito o è in pieno errore. Suggerisco di usare appropriatezza di termini quando ci si riferisce alle parole di qualcuno. Ad evitare equivoci disastrosi
Mi permetto anche di dire che coloro che ritengono di essere i veri depositari della conoscenza in fatto di Scritture, sono di una presunzione tale che mi provocano sincera indignazione. Sono rimasti molto indietro nella interpretazione dei testi sacri, e su questo nessun dubbio.
Gli pseudoteologi di questo blog sono stucchevoli e per niente convincenti. Solo per chiarire.
Se è vero che nell’ Antico Testamento ci sono passi importanti di riferimento alla venuta del Messia, è altrettanto vero che il tema della sua sofferenza raramente è stato affrontato. Il che dovrebbe far riflettere chi vede una stretta connessione fra A.T. e N. T. ; e non si vuole certo disconoscere il valore dell’ A.T.
D’ altro canto , non va ignorato che intercorrono ben quattro secoli di silenzio biblico fra la conclusione dell’ Antico e l’ inizio del N.T.
In quest’ ultimo c’ è sicuramente una nuova parola di Dio. NUOVA!!! Ed è quella che ha avuto preminenza rispetto all’ A.T.
Arriva Gesù e si ha una svolta inimmaginabile: insegnamenti e messaggi nuovissimi.
Non cancella la Legge, no, ma la spiega e la completa.
Per sfizio? Certamente no. È giunto il momento di far comprendere meglio la parola di Dio. Anche questo rientra nel piano della missione di Gesù. Non solo questo, ma anche questo. E insegna con parabole (buon samaritano, figliuol prodigo, i talenti, i lavoratori a giornata…) che parlano di vicende umane proiettate verso la sfera divina. Ovvero, Gesù fa discorsi ” a dimensione orizzontale” che si intersecano con la ” dimensione verticale”. Mettiamola così: Dio è ,sì, trascendente, ma è anche immanente, per cui dall’ umano si passa al divino e viceversa. Sarebbe ora di capirlo una volta per tutte, altrimenti si vuole una dicotomia assurda e irrazionale, cari signori pseudoteologi che ancora restate ancorati alle categorie del passato.
Altro che “enormità” non commentabile.
Inoltre, mi dispiace tanto per chi non è d’ accordo, all’ Amore per un Dio astratto non si può arrivare che tramite l’ Amore per il prossimo nella sua concretezza. Chi ama Dio sic et simpliciter, in realtà ama l’ idea di Dio, non Dio stesso.
Mentre l’ Amore per il prossimo non e’ un ideale ma un dato di fatto che mette in sordina, o in soffitta, una annosa questione. È stato Gesù stesso a indirizzarci su questa strada, se non sbaglio.
Parabole e miracoli lo attestano inconfutabilmente.
Aggiungo che l’ Amore di Dio non riguarda solo gli uomini, ma investe l’ intero creato, per cui anche il discorso sull’ ecosistema è pertinente. L’ uomo ha il dovere di amministrare con avvedutezza ogni aspetto del creato, anche se questo non lo si trova scritto fra le “dieci parole” .
Niente da interpretare, Claudia Floris Leo.
Quello che lei ha scritto è qui.
Non è colpa mia se lei definisce il papa della Chiesa Cattolica non legittimo, tirannico, peronista, e altre cento cose che se vuole le ricordo, alla bisogna.
Prenda una onorevole via del silenzio e sparisca nelle nebbie, prima di dire altre tavanate galattiche.
🙂 🙂 🙂 🙂
A Victoria Boe
Evidentemente ho male interpretato il suo commento :cosa puoi aspettarti da una persona il cui primo e sommo riferimento è l’ Antico Testamento (prima del Vangelo).
A me pareva sottintendere che tra At interpretato cristianamente e Nt ci sia contrapposizione.
È un mio deficit di comprensione accoppiato a una espressione non proprio felice.
E dire che Gesù Cristo è venuto sulla Terra per indicare la dimensione orizzontale non è forse uno sminuire fino all’ inverosimile l’ opera terrena di Gesù?
La Salvezza consiste forse nel sapere che prossimo è qualunque bisognoso nel quale ti imbatti ( buon samaritano ) e non soltanto il tuo connazionale? È sapere che l’amore, se vero non conosce limiti e si estende anche ai nemici?
Questo è tutto?
Certo dimensione verticale e dimensione orizzontale sono espressioni nostre,. non scritturistiche.
Verticale è dire che Dio dona il volere è l’ operare. Orizzontale è parlare solo dell’ operare senza collegare anche questo al rapporto con Dio.
Tutto è in rapporto con Dio. Proprio tutto.
Per chi ha fede è così.
Per chi non ha fede ovviamente no.
Lo Spirito mobilita ogni azione dell’ uomo che sotto la sua spinta compie il bene. Previene le nostre azioni ispirandoci e le segue aiutandoci per farle finire a gloria di Dio stesso.
Ne sono assolutamente convinto. Ma la cosa non può essere data per sottintesa o per paciifca.
E non è così PER CHI HA FEDE e per chi non ha fede non è così.
È così. Punto. Chi ha fede se ne rende conto, chi non ha fede no.
La Realtà è quella che è. NOn è l’uomo a inverarla.
Pienamente d’ accordo.
Dicevo che ovviamente chi non ha fede non accetterà mai che venga mosso dallo Spirito divino quando compie delle opere buone.
La Scrittura dice che sono inabitati dallo Spirito Santo i credenti, solo chi ha fede opera il bene per mezzo dello Spirito Santo. Di costoro infatti è detto che sono “spiritualmente vivi” (1 Corinzi 2:11; Ebrei 4:12; Giacomo 2:26). I non credenti sono “spiritualmente morti” (Efesini 2:1-5; Colossesi 2:13) perciò le loro opere, malgrado lo sforzo, sono opere morte..
Legga la Parola di Dio signora Boa, impari a conoscere l’azione dello Spirito Santo. Trovi il tempo, anziché sciuparlo in elucubrazioni mentali.
Questa mi fa ridere davvero.
Le mie sarebbero elucubrazioni mentali? E le sue allora? A che le serve conoscere la Parola di Dio se poi lei parla in maniera totalmente opposta?
È inutile conoscere se poi, di fatto, si è lontani dalla Parola.
E comunque io credo che, fede o non fede, ogni opera di bene sia legittimata dallo Spirito, che soffia liberamente dove vuole e sempre ispira e accompagna chi agisce per il bene anche senza avere fede. Neanche la minima azione d’ amore andrà sprecata.
Trovi il tempo per la Parola di Dio, anziché sprecarlo insultando il prossimo. La Parola di Dio è molto più, e va molto oltre le sue speculazioni terra terra ! Se conoscesse la Parola, non insulterebbe né si ergerebbe a giudice della fede altrui! Lo Spirito di Dio non è lo spirito dell’uomo, lo Spirito di Dio (perfetto)non è neppure la Chiesa reale (imperfetta), giacché la chiesa reale siamo noi: giustificati e pure peccatori, che dobbiamo sempre invocare “Veni Sancte Spiritus”; pensi un po’!
Lo Spirito di Dio perché agisca, operi e si riveli allo spirito nostro, nella Chiesa ed in ciascuno, ha bisogno di qualche cosina ineludibile: la fede, i Sacramenti, l’Obbedienza, la Speranza, solo dopo verrà la Carità e le opere di Carità che sono il frutto dello Spirito santo.
Che le opere di coloro che non vivono di questa sequenza sono opere morte non lo dice Clodine, ma la Parola di Dio. Le opere morte NON sono necessariamente delle cose cattive. Anzi, è possibile che siano cose che sono molto simili alle opere buone ma, se Dio non viene glorificato sono come morte. Quante organizzazioni si dedicano ad aiutare le persone bisognose, eppure se non c’è l’intenzione di glorificare Dio, sono morte.
Legga la Parola di Dio e la metta in pratica. Lei potrà dire: “non chi dice Signore Signore entrerà..”, ed io le rispondo con la stessa pericope : ciascuno esamini sé stesso, ed eviti di stare sempre continuamente alla finestra ad attendere per giudicare gli altri. Chiuda la finestra una tanto e guardi in casa sua. Al riguardo si vada rileggere Matteo 7;1-5.
E per concludere, prima che arrivi la valanga di improperi, vorrei rammentare ciò che disse il Signore in proposito: “Così, anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: “Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare”».
Questo dibattito tra Victoria e Clodine mi ha intrigato.
Perché io ritengo che sia vero quello che Victoria dice quando afferma che lo Spirito soffia dove vuole ( e non possiamo ingabbiarlo in schemi ) e al contempo anche Clodine ha ragisone quando dice che la Scrittura afferma che i non credenti sono spiritualmente morti e i morti possono fare solo azioni “morte” ( che non vuole,dire “malvagie” ) .
Come possono essere vere entrambe le cose se apparentemente si contraddicono?
Bisogna cercare la sintesi, che certamente c’è ma a un livello più alto.
Io penso – questa è il pensiero che mi è venuto ora – che quando si parla nella scrittura di “opera buona” si debba intendere una opera che “conferisca la vita divina” o che “avvicini alla vita divina”. “Solo Dio è buono” dice Gesu’.
Victoria chiama “opera buona” qualsiasi azione “non malvagia” di semplice amore o solidarietà umana. Queste azioni “non malvagie” che portano sollievo a sofferenze di vario tipo, possono, a mio parere, essere fatte anche senza alcun intervento dello Spirito Santo, per sola umanità. Se ispirate dallo Spirito Santo, in qualche maniera rimandano a Dio e quindi, oltre a essere “umane” sono anche “buone”.
In altri termini, sempre a mio parere e forse sbagliato, la stessa identica azione può avere valore diverso ed essere “buona” o semplicemente “umana” se a a farla è qualcuno che agisce “nel nome del Signore” o qualcuno che agisce nel nome di una ong.
Beppe Zezza apprezzo – non da oggi: da sempre – il tuo metodo di intervento, razionale e non polemico; e provo a unirmi sulla questione se e perché “una stessa identica azione” possa avere “valore diverso ed essere buona o semplicemente umana”. Nella parabola del “Giudizio finale” di Matteo 25 abbiamo uno spunto a mio parere appropriato per intendere in maniera più larga – rispetto a quella da te riconosciuta – la possibilità, al nostro raziocinio non accessibile, dell’azione buona per soffio dello Spirito (da questo non si esce) compiuta da chi non ha avvertenza soggettiva di quel soffio, né l’invoca, né lo conosce o riconosce. Ovvero da quelli che nella parabola dicono “Quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. Nell’ammissione di costoro tra le pecore io vedo un elemento importante di ampliamento dell’accesso dell’umano al divino, per vie che a noi non è dato conoscere. Il medico senza frontiere che si ritiene ateo quel giorno dirà: “Mai ho pensato a te quando curavo quei negher”. E si sentirà rispondere: “Quando curavi ognuno di quei negher miei fratelli, curavi me”. Non ti pare un aiuto a svolgere il ragionamento che abbozzavi?
Ti applaudo, Luigi Accattoli. Hai espresso il concetto in modo chiarissimo.
Non c’ è distinzione fra opere buone e opere umane. Il bene, da qualunque parte giunga , se fatto col cuore è carità di ispirazione divina.
Continuando a riflettere sullo stesso tema.
Io penso che la differenza tra quello che dice Clodine ( scritturisticamente esatto ) e quello che dice Victoria sta nel diverso significato che viene attribuito al termine “buono”. Poiché viviamo in questo secolo e tutti abbiamo più o meno la stessa idea di cosa si debba intenedere per “buona azione”, per tenere conto del diversosignificato che la Scrittura assegna al termine “buono” dovremmo trovargli un altro aggettivo. Io penso che se quando Gesu’ parla di “opere buone” dovremmi intendere “opere divine” ( alla luce del : Buono è solo Dio ). Questo a mio parere chiarirebbe. Ci sono due livelli di opere : le opere ” divine ” ( quelle del Discorso della Montagna : amare i nemici, fare del bene a coloro che ci odiano, pregare per i persecutori, lasciarsi derubare ecc ) e le opere ” buone” ( quelle di Mt 25 ) . Le opere “divine” le possono fare solo Dio e coloro che sono “divinizzati” per incorporazione nel corpo del Figlio di Dio, le opere “buone” le possono fare tutti. ( Scrivo “possono” perché il farle o no è lasciato alla libertà dell’uomo ) . Le opere “buone” così intese ( cioè nel senso corrente del termine “buono ) sono opere “umane” . Non a caso nel linguaggio comune diciamo di chi compie azioni di questo tipo diciamo : quanto è umano!
Non posso esimermi dal replicare alla pseudo teologa @ 18:19.
Quel sermone a me diretto avrebbe fatto bene a rivolgerlo a sé stessa. La Parola di Dio la conosco almeno quanto lei, quindi non provi a darmi insegnamenti.
Chi insulta è lei, sempre lei.
Insultare chi ha posizioni diverse dalle sue è proprio il suo mestiere. Nata per questo, direi.
La sua religiosità libresca e bigotta, fatta di molte parole copia-incollate o memorizzate, senza che abbiano incidenza sui fatti reali della vita e soprattutto su quelli che riguardano il prossimo più fragile, a me non piace affatto.
Non si ritenga superiore agli altri solo perché le piace sdottrinare a piacimento citando passi neotestamentari o anche veterotestamentari che dovrebbero accreditarla come una persona dotta che si sente in diritto di guardare dall’alto al basso gli altri miseri mortali.
Non mi incanta, la signora. La sua fede di tipo lefebvriano non mi interessa. E per fortuna sono lontanissima dai suoi paradigmi religiosi.
Le opere buone (umane) hanno tutte l’ impronta divina. Sono tutte ispirate dallo Spirito di Dio, che non è riservato solo ai cristiani. Gesù Cristo, tanto per capirci, non era cristiano, era ebreo, e il suo sacrificio non ha avuto effetti solo sui cristiani, ma su tutta l’ umanità .Lo Spirito divino, dopo la dipartita al cielo, alla destra del Padre,
agisce in tutti gli uomini di buona volontà.
È inutile cavillare sui termini e sul loro uso comune.
Faccio un giro di Boa, perché tanto, parlare ai sordi non giova, se non si conosce il linguaggio dei sordi.
Dunque mi rivolgo ad Accattoli non nascondendo una viva soddisfazione per il suo intervento inaspettato…
Luigi, non ho mai scritto trattati di teologia pertanto non mi ritengo teologa,né mi ritenni tale, e neppure ci tengo esserlo – per quanto fin troppi insulti a tema, mi arrivino, puntualmente, da alcuni dei tuoi scriventi che, non fanno nemmeno più testo- ma come tu sai, ho studiato da prete per diversi anni e, non prenderla come un’offesa, posso dirti che se è lecito estrapolare pericopi evangeliche ed usarle per fini esegetici, eucologici, o anche all’interno di discorsi inerenti un particolare argomento, nn è altrettanto lecito, almeno questo in teologia non si fa, slegarne i capitoli, che sono i sequenza e sviluppano, in modo organico dall’inizio alla fine un tema preciso. Ora, tu, per suffragare il principio secondo il quale saremo giudicati in base alle opere di carità senza alcuna distinzione tra credenti e non credenti, ti appoggi al cap. 25 di Matteo saltando a piè pari il cap. 10, e tutti i 5 blocchi che lo precedono.Una sorta di pentateuco che parte dll’albero genealogico e termina con il celebre discorso che tu pretendo usare, ovvero, quello escatologico. E questo un abuso della Parola di Dio, è un impugnare le verità Rivelate, e si incorre nel peccato, grave, contro lo Spirito santo.
Altro non dico…
La tesi di Victoria non mi convince. Parrebbe, da quello che dice, che prima della morte e resurrezione di Cristo opere buone ( umane ) non venissero fatte da nessun uomo! Il che è manifestamente assurdo.
La annotazione che Gesu’ non era “cristiano” ma ebreo non la capisco. Le opere buone ( “umane”) sono raccomandate in tutto lo AT e costituiscono la esplicitazione del “ama il tuo prossimo come te stesso” – comando pre-cristiano (libro del Levitico).
La morte e resurrezione di Gesu’ ha aperto a tutti ( e non ai soli ebrei ) la “possibilità” di essere “trasformati” ( divinizzati ) dallo Spirito Santo. Il mezzo attraverso il quale lo Spirito Santo si “incorpora” nell’essere umano è la FEDE . Questo non esclude che lo Spirito Santo possa “ispirare” ( spingere, sollecitare ) anche esseri umani nei quali non è “incorporato”.
Ci sono elementi per pensare che il Giudizio finale sarà diverso per i “cristiani” ( non è sufficiente essere ritualmente “battezzato” per essere “cristiano”) e per le “genti”.
A chi molto è stato dato, molto sara’ richiesto.
Non sono un teologo, non ho studiato teologia. IL mio parlare puo’ essere molto approssimativo.
Ma, siccome a me piace essere seria, e detesto affrontare a tastoni certi argomenti -se a Luigi, alla Boa e ad altri piace “la qualunque” si accomodino, io non lo faccio- iniziamo col dire che il Vangelo di Matteo, il primo dei sinottici, parla del REGNO . Il “Vangelo del Regno” appunto. REGNO, parola che in Matteo ricorre ben 56 . l’Evangelista esamina tutto l’iter relativo allo Spirito Santo preannunciato già dal Battista nel suo discorso sulla conversione, per passare al Battesimo di Gesù, dopo di che, unitamente alla voce del padre e alla discesa dello Spirito Santo apparso come colomba, Cristo, forte dello Spirito del padre affronterà l’eremitaggio, la tentazione, la provocazione di Satana e il rifiuto di questi,il ritorno in Galilea: insegna e guarisce, sceglie gli apostoli e solo allora inaugura il Discorso della Montagna facendo leva sui 10 comandamenti (è stato detto, ma IO vi dico) . Dopo e solo dopo,si arriva al tema che ci riguarda: le opere.
Opere, ovvero atti di carità, che possono essere “morte” o “vive” a seconda dello Spirito che ci anima. Non solo. Ci dice chiaramente come riconoscerlo, in sequenza,questo spirito, con tutta una serie di raccomandazioni a partire dall’elemosina da fare in segreto, la preghiera è nel segreto,il digiuno, è in segreto, e -udite udite- raccomanda di non dare le “cose sante ai cani”, o ai porci. Parla della “Via stretta” (perché larga e spaziosa quella della perdizione,per quanto stretta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano) .
Senza slegare i capitoli si arriverà—,passando in modo organico dalla Missione e i patimenti dei discepoli , sorte comune a chiunque lo seguirà, e soprattutto prima del discorso finale contestualizzato da Luigi Accattoli in cui la Boe si aggrappa come ad una BOA, non poteva essere altrimenti—alla conclusione del decimo.
“Chi accoglie voi accoglie ME e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.]E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è MIO DISCEPOLO in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Ma ciò che è fondamentale del discorso finale sarà ” Non chi dice Signore entrerà, ma chi fa la VOLONTA’ del Padre mio”.
Mi sembra chiarissimo il principio secondo il quale le opere di bene che prescindono dal fare la Volontà del Padre siano morte…e sono morte perché in radice manca la pratica effettiva della vita nello Spirito, in Cristo.
Non è bene di per sé, ma è il bene che si compie animati dallo Spirito di Pietà,di Consiglio,del Timore di Dio che fa la differenza.
Il bene, come bene, può avere mille risvolti che nulla hanno a che vedere col Fare la VOLONTA’ di Dio e con lo Spirito Santo..
Anche facendo parte della comunità ecclesiale si può essere fuori dall’obbedienza nel fare la Volontà di Dio, e passare da discepoli di Cristo ad operatori d’iniquità e sentirsi dire “non vi conosco”.
Avete presente quelle “macchine del fumo” da due lire che, nei concertini improvvisano un po’ di effetti scenici a buon mercato , riempiendo di fastidioso e inutile fumazzo i palcoscenichini da avanspettacolo in cui ci si esibisce in cover più o meno riuscite, tipo “dilettanti allo sbaraglio?”
Voilà:
I commenti delle 7,17 , delle 8, 37 e delle 8,58 ne sono un esempietto .
🙂 :):
Non è che basti scrivere un parolonzotto, chessò ” eucologico”, o eccedere a capocchia in maiuscole, e vantare mirabolanti ” studi da prete” affrontati per anni per rendere dei ragli in libertà delle omelie .
Si resta il nulla che si è in faccia alla Chiesa.
E , quello che dice univocamente, concordamente, da sempre la Chiesa sull’argomento, ( la Chiesa, non i suoi farlocchi surrogati della radioelettra ) è quello che Accattoli, molto efficacemente, parlando “come magna” , ha espresso ieri sera e che qui riporto per generale e definitiva chiarezza:
”
se e perché “una stessa identica azione” possa avere “valore diverso ed essere buona o semplicemente umana”. Nella parabola del “Giudizio finale” di Matteo 25 abbiamo uno spunto a mio parere appropriato per intendere in maniera più larga – rispetto a quella da te riconosciuta – la possibilità, al nostro raziocinio non accessibile, dell’azione buona per soffio dello Spirito (da questo non si esce) compiuta da chi non ha avvertenza soggettiva di quel soffio, né l’invoca, né lo conosce o riconosce. Ovvero da quelli che nella parabola dicono “Quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. Nell’ammissione di costoro tra le pecore io vedo un elemento importante di ampliamento dell’accesso dell’umano al divino, per vie che a noi non è dato conoscere. Il medico senza frontiere che si ritiene ateo quel giorno dirà: “Mai ho pensato a te quando curavo quei negher”. E si sentirà rispondere: “Quando curavi ognuno di quei negher miei fratelli, curavi me”.
E con questo, godiamoci l’aria fresca e limpida della mattina.
Sì, godiamocela non prima di esserci fatti quattro
risate di gusto.
:ad :ad 😀
Il giudizio finale parla del …giudizio finale!
Che le genti saranno giudicate in base alle opere buone (di umanità ) compiute durante la vita e per questo saranno ammesse alla contemplazione di Dio è una cosa. Mt 25
Altro sono le azioni che – durante la vita terrena – i “discepoli” , in quanto discepoli e compartecipi dello Spirito Santo, fratelli di Gesu’ Cristo, sono chiamati a operare. i discepoli di Gesu’ – uomo Dio – sono chiamati a essere “come Lui” e cioè a operare sia azioni “buone” ( umane ) sia azioni divine.
I “cristiani” – naturalmente questo non si indicano semplicemente ” coloro che hanno ricevuto il Rito del Battesimo ” – sono SOSTANZIALMENTE diversi dalle “genti”. IN loro ABITA lo Spirito Santo, nelle “genti” lo Spirito Santo agisce dall’ESTERNO.
È una “discriminazione”? Assolutamente no. È una “distinzione” .
Poniamo l’esempio del Parroco che ultimamente postò la foto dei nigeriani in piscina! Quella poteva rappresentare un’ottima opera di bene, se fatta in silenzio, con retta intenzione, perché animato da quella tenerezza che lo Spirito Santo suscita, la stessa che si avverte intimamente – anche nei tempi più bui dello spirito, nel deserto più arido e prima ancora che dinnanzi a tutte le umane miserie- verso Dio: il nostro cielo, la nostra unica ragion di vita su questa terra.
Poteva essere, quella, un’opera suscitata dallo Spirito Santo, ed essere via. Invece si è trasformata in opera “morta”, agli occhi di Dio… e questo fa la differenza…
Per quel Parroco, un’opera apparentemente buona, sarà giudicata per quel che vale….
@Poteva essere, quella, un’opera suscitata dallo Spirito Santo, ed essere VIVA. Invece si è trasformata in opera MORTA”
Repetita, in questo caso, iuvant!Eccome se iuvant…
Scimmiottare la Carità, giochino a cui molti cattolici sono avvezzi, e qui ne abbiamo di esempi – proprio su questo blog, ne’vero? – è peccato mortale e grave offesa a Dio.
Mi sembra sufficientemente chiaro che, l’aver pubblicizzato quell’opera che ripeto, poteva avere un valore salvifico straordinario se fatta con retta intenzione, da un presbitero poi…dello Spirito santo, dicevo, non v’è ombra, eccetto linguacce e provocazione. E qui, mi sembra evidente a trionfare e “tronfiare” è solo la vanità!
Ridete, ridete, ridete e insultate: è il vezzo delle scimmie, che sbertucciano perché non vedono il loro proprio sedere…
“una risata vi seppellirà”.
Buona giornata a tutti
Clodine
Solo per puntualizzare qualcosa:
la FEDE è un dono che non a tutti è stato fatto. Se uno non ce l’ ha, non se la può dare e non ha nessuna colpa.
Ne deriva che le opere buone, di carità, ancorché non fatte da uomini di fede, hanno lo stesso identico valore di quelle fatte da chi ha fede. Lo Spirito Santo, qualunque cosa sia scritta nei trattati teologici ad uso e consumo delle aspiranti “pretesse”, agisce anche in chi non ha fede.
Per il semplice fatto che Gesù Cristo , dopo la sua morte e Resurrezione, mandò e lasciò lo Spirito a tutti gli uomini , non ad una cerchia ristretta.
La Trinità divina esiste da sempre e non riguarda solo i cristiani. La relazione d’ amore sussistente fra le tre Persone non è circoscritta ai cristiani, ma ingloba tutti gli uomini: di qualunque religione, credenti e non credenti.
Dunque, tutti vengono toccati dallo Spirito, che ne siano consapevoli o no.
Le opere di carità sono messe in opera dallo Spirito anche se fatte da chi non ha fede.
Dio vede in ogni
uomo lo strumento (la “matita”) per le sue azioni, senza badare alle fedi diverse.
Gesù Cristo ha incluso nel suo AMORE tutta l’ Umanità.
“Opere morte ” un corno!
Le opere di carità sono sempre VIVE.
Quello che dice o pensa lei, o Luigi Accattoli o Cuffino,vale come il due a briscola cara signora. Ha capito? Se lei e Cuffino, ed altri, pendete dalla bocca di Luigi Accattoli come fosse “Verbum Domini” vuol dire che ponete fiducia non in Cristo ma su Luigi Accattoli . Ed è una vostra scelta che nessuno qui contesta, per carità.
E’inutile che continua a volerci far bere con l’imbuto i suoi pareri,BOA, le sue idee, le sue eresie immonde perché le ha dette quel tal teologo e allora le dobbiamo accettare.
IO non ci sto a questo giochino. E’ quello che dice la parola di Dio, Gesù, i Vangeli che conta, non quello che dice Accattoli, e nella fattispecie il Vangelo di Matteo (come tutti i Vangeli) non può essere strumentalizzato.
IO non ci sto,a questa farsa… ok!
Se Luigi Accattoli dice -testuali- che il nostro raziocinio non è accessibile all’azione dello Spirito e che “Nell’ammissione di costoro tra le pecore -egli, Luigi- “vede un elemento importante di ampliamento dell’accesso dell’umano al divino, per vie che non ci è dato conoscere”, sta esprimendo un suo parere.
Ma un suo parere è, appunto, e un parere resta, che merita rispetto, certamente, ma che non è Vangelo.
E talmente non lo è che conflige con il Catechismo della Chiesa Cattolica il quale dice espressamente che Dio si Rivela all’Uomo proprio in quanto desidera « che tutti gli uomini siano salvati ed arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4).ù
Abbiamo il Magistero che ci aiuta i questo, che spiega in modo esaustivo la Rivelazione. Non c’è nulla di nascosto nel Pensiero di Dio da ricercare tra gli arcani….
E chi se ne frega di Cuffino, Boa, o Accattoli, difatti?
C’è qualcosa di personale, un quid accattoliano in quel che Luigi ha espresso sul pezzo del Vangelo di Matteo?
Assolutamente nulla.
Esprime quello che la Chiesa ha sempre espresso.
Vedo che finalmente ci è arrivata, Claudia Floris Leo.
Il Vangelo non puo’ essere strumentalizzato.
La pianti una buona volta di farlo.
Lei è ormai fuori rotta, completamente, rispetto alla Catholica.
E lo sa benissimo.
Poi, reciti un poco la parte che vuole.
Se lei ci sta o non ci sta, credo che onestamente non turbi il sonno di nessuno.
🙂
Chiuda finalmente la bocca e lasci parlare il Vangelo.
Vedrà che standing ovation liberatoria.
Naturalmente, nella foga, diciamo così per essere benevoli, Claudia Floris Leo acchiappa il Catechismo per un orecchio e, a caso, lo trascina da tutta un’altra parte.
Il Magistero è lì, nero su bianco, ed è cosa mooooooooooooolto ma mooooooooooolto diversa da certe brodaglie rimaneggiate che tu intenderesti propinarci come tali.
Ma, in fin dei conti, sei o non sei una catechista per tua reiterata ammissione?
E che cappero di catechismo trasmetti , se è lecito domandartelo?
Spero assai diverso da quello che sciorini sui banchetti della tua mercanzia webbarola.
Ahi ahi ahi…..
🙂
E quando nell’enciclica “Humani Generis” ( agosto 1950) Pio XII affronta questo tema dice chiaramente che ” le false opinioni minacciano l’integrità della Dottrina Cattolica”.
Un ripassino di papa Benedetto ( già finita nel dimenticatoio la Deus Caritas est?):
” La vera novità del Nuovo Testamento non sta in nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo, che dà carne e sangue ai concetti — un realismo inaudito. Già nell’Antico Testamento la novità biblica non consiste semplicemente in nozioni astratte, ma nell’agire imprevedibile e in certo senso inaudito di Dio. Questo agire di Dio acquista ora la sua forma drammatica nel fatto che, in Gesù Cristo, Dio stesso insegue la “pecorella smarrita”, l’umanità sofferente e perduta. Quando Gesù nelle sue parabole parla del pastore che va dietro alla pecorella smarrita, della donna che cerca la dracma, del padre che va incontro al figliol prodigo e lo abbraccia, queste non sono soltanto parole, ma costituiscono la spiegazione del suo stesso essere ed operare. Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo — amore, questo, nella sua forma più radicale».
…..
” Occorre qui rammentare, in modo particolare, la grande parabola del Giudizio finale (cfr Mt 25, 31-46), in cui l’amore diviene il criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umana. Gesù si identifica con i bisognosi: affamati, assetati, forestieri, nudi, malati, carcerati. “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40). Amore di Dio e amore del prossimo si fondono insieme: nel più piccolo incontriamo Gesù stesso e in Gesù incontriamo Dio».
…..
“collegamento inscindibile tra amore di Dio e amore del prossimo. Entrambi si richiamano così strettamente che l’affermazione dell’amore di Dio diventa una menzogna, se l’uomo si chiude al prossimo o addirittura lo odia». Infatti, osservava ancora Papa Ratzinger, «solo la mia disponibilità ad andare incontro al prossimo, a mostrargli amore, mi rende sensibile anche di fronte a Dio. Solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama».
e molto, molto, molto altro ancora.
🙂 🙂 🙂
Nella Humani Generis , cara Floris Leo, dovresti farci la doccia ogni mattina.
Proprio tu che stai sempre a dire: la Chiesa dice x, ma , naaaaaaaaa, ve lo dico io cosa deve dire VERAMNENTE la Chiesa.
Ma tu, te lo domandi mai: chi sei?
Te lo dico io: come Cuffino, Boa e Accattoli, SEI NIENTE, in faccia alla Chiesa.
Fattene una ragione, e stop.
🙂 🙂 🙂
Pezzo d’asino che non sei altro, ridanciano Cuffino, chiudila tu quella fogna di bocca ogni tanto, e prova ad ascoltare..
La falsa carità è una realtà che esiste, ed è abominevole come l’erotismo freudiano. Così la falsa Carità quando ci si serve del prossimo sfruttandolo e non amandolo.
Perché è dall’Amore verso Dio che nasce l’Amore soprannaturale verso il prossimo, non il contrario.
La Carità è distinta e superiore all’amore naturale, che, per quanto buono è imperfetto, perché noi lo siamo, imperfetti, e non possiamo oltrepassare, da soli, i limiti, la soglia che pone la nostra natura.
Solo nell’anima del giusto che ha ricevuto LA GRAZIA il Dio Trino è formalmente, realmente e fisicamente è presente. Allora e solo allora si parla di Carità infusa, ed è quella che informa l’anima, ed è quella di cui parla San Paolo, San Gregorio magno, San Tommaso D’Aquino,Santi e Sante e il Magistero.
” Unumquodque fit perfectum inquantum attingit Finem suum”, si diventa perfetti quando si arriva a cogliere e raggiungere il proprio Fine, che è Dio, ed è solo la Carità che ci unisce a Lui, come dice San Giacomo “la Fede senza la Carità è morta”.
e morte sono le opere che ne discendono..MORTE!
E’ evidente, per ritornare a palla, che quando si dice ” un elemento importante di ampliamento dell’accesso dell’umano al divino, per vie che non ci è dato conoscere”, in quelle ” vie che non ci è dato conoscere” non c’è nulla, ma proprio nulla che confligge con quanto afferma papa Benedetto a proposito di “’agire imprevedibile e in certo senso inaudito di Dio.”
Mentre, al contrario, questo agire imprevedebile , mi pare confliggere apertamente con l’azzardatissima opinione personale che ” Non c’è nulla di nascosto nel Pensiero di Dio”.
Tanto per essere precisi.
Per grazia divina e nostra fortuna, Floris Leo dai raffinati modi, papa Benedetto, sai, l’Emerito, è vivo e ben presente in mezzo a noi.
Dunque, afferra carta e penna , o tastiera a piacimento,e fai a lui la ramanzina che indirizzi a me.
Auguri!
🙂
Ecco, lo faccia lei il “ripassino”, che ne ha bisogno!
Lo legga bene e se lo imprima a lettere d’oro!
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20090629_caritas-in-veritate.html
Se si piantasse di fare una specie di classifica da prima media tra opere di fede e opere di carità, in una ottica incredibilmente antievangelica, forse ci si sturerebbe le orecchie dal cerume della propria pre-conoscenza(?!) e si potrebbe ascoltare la chiarezza adamantina di Benedetto, che peraltro non dice nulla di nuovo:, che spiega: ( lo riporto per la seconda volta, male non fa):
”
Amore di Dio e amore del prossimo si fondono insieme: nel più piccolo incontriamo Gesù stesso e in Gesù incontriamo Dio».
…..c’è un collegamento inscindibile tra amore di Dio e amore del prossimo. Entrambi si richiamano così strettamente che l’affermazione dell’amore di Dio diventa una menzogna, se l’uomo si chiude al prossimo o addirittura lo odia». «solo la mia disponibilità ad andare incontro al prossimo, a mostrargli amore, mi rende sensibile anche di fronte a Dio. Solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama».
Legga…la Caritatis in Veritate, legga, legga…
E mi scusi per la parola “fogna”, che mi è sfuggita.
Ma non credo che per uno come lei , avvezzo agli insulti, che ha dato della “cloaca ” -e anche epiteti peggiori – alla sottoscritta e continua ogni due per tre , ripetutamente e impunemente a fornirceli, possa costituire un problema, o peggio, sentirsene morale offeso e scandalizzato
…vero Cuffino!?
Per niente, difatti.
Anche perché è una bazzecola rispetto ai modi in cui mi hai chiamato in precedenza.( tutti archiviati e reperibili nella sezione destra del blog)
🙂
Per resrare alla sciocchezza bella grossa che hai sparato nella tua critica all’intervento di Accattoli, e per indicarti che nulla di quello che è scritto in quell’intervento è lontano dal magistero della Chiesa ( cosa ovvia per ognuno che abbia l’abc del cattolico, ma evidentemente diventata oscura a chi, a forza di baloccarsi a spaccare il capello in quarantaquattro si ritrova con se stessa in mano, cioè nulla), ti richiamo un paio di passaggi di Giovanni Paolo II sullo stesso tema,
Meditali, magari mentre prepari loa prossima vignarola, data l’ora di pranzo.
Hai già fatto partire la lettera di protesta a Benedetto? Potresti copiaincollarcela per informazione, che dici?
🙂 🙂 🙂
Giovanni Paolo II:
“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,35-40). E i Padri della Chiesa diranno poi con San Pietro Crisologo (S. Pietro Crisologo, Sermo VIII, 4): “La mano del povero è il gazofilacio di Cristo, poiché tutto ciò che il povero riceve è Cristo che lo riceve”, e con San Gregorio di Nazianzo (S. Gregorio di Nazianzo, De pauperum amore, XI): “Il Signore di tutte le cose vuole la misericordia, non il sacrificio; e noi la diamo attraverso i poveri”.
Pertanto, questa apertura agli altri, che si esprime con l’“aiuto”, con il “dividere” il cibo, il bicchiere d’acqua, la buona parola, il conforto, la visita, il tempo prezioso, ecc., questo dono interiore offerto all’altro uomo giunge direttamente a Cristo, direttamente a Dio. Decide dell’incontro con lui. È la conversione.
Nel Vangelo, e anche in tutta la Sacra Scrittura, possiamo trovare molti testi che lo confermano. L’“elemosina” intesa secondo il Vangelo, secondo l’insegnamento di Cristo, ha nella nostra conversione a Dio un significato definitivo, decisivo. Se manca l’elemosina, la nostra vita non converge ancora pienamente verso Dio.
https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/audiences/1979/documents/hf_jp-ii_aud_19790328.html
Giovanni Paolo II:
“Cristo facendosi povero ha voluto identificarsi con, ogni povero. Per tale motivo anche il giudizio finale, le cui parole ispirano il tema di questo Messaggio, vede Cristo benedire chi ha riconosciuto nell’indigente la sua immagine: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40). Perciò, chi veramente ama Dio, accoglie il povero. Sa infatti che Dio ha assunto quella condizione e lo ha fatto per essere fino in fondo solidale con gli uomini. L’accoglienza del povero è segno della veridicità dell’amore per Cristo, come dimostra san Francesco che bacia il lebbroso, perché ha riconosciuto in lui il Cristo sofferente.
Ogni cristiano si sente chiamato a condividere la pena e la difficoltà dell’altro, nel quale Dio stesso si nasconde. Ma l’aprirsi alle necessità del fratello implica un’accoglienza sincera, che è possibile solo in un atteggiamento personale di povertà nello spirito. Non esiste infatti solo una povertà di segno negativo. C’è anche una povertà che è benedetta da Dio. Questa il Vangelo chiama “beata” (Mt 5, 3). Grazie ad essa il cristiano riconosce che la propria salvezza viene esclusivamente da Dio e si rende disponibile ad accogliere e servire il fratello giudicandolo “superiore a se stesso” (Fil 2, 3). L’atteggiamento di povertà spirituale è frutto del cuore nuovo che Dio ci dona, e nel tempo quaresimale tale frutto deve maturare mediante atteggiamenti concreti, quali lo spirito di servizio, la disponibilità a cercare il bene dell’altro, la volontà di comunione con il fratello, l’impegno nel combattere l’orgoglio che ci chiude rispetto al nostro prossimo.
Questo clima di accoglienza si rende tanto più necessario, in quanto nella nostra epoca assistiamo a diverse forme di rifiuto dell’altro. Esse si manifestano in maniera grave nel problema dei milioni di rifugiati ed esiliati, nel fenomeno dell’intolleranza razziale anche verso persone che hanno o la sola “colpa” di cercare lavoro e migliori condizioni di vita fuori della loro patria, nella paura rispetto a tutto ciò che è diverso e che è perciò visto come minaccia. La Parola del Signore acquista così nuova attualità di fronte alle necessità di tante persone che chiedono un’abitazione, che lottano per un posto di lavoro, che invocano educazione per i loro figli.
L’accoglienza nei loro riguardi resta una sfida per la comunità cristiana, la quale non può non sentirsi impegnata a far sì che ogni uomo possa trovare condizioni di vita confacenti alla sua dignità di figlio di Dio!Esorto ogni cristiano, in questo tempo quaresimale, a dare visibilità alla sua conversione personale con un segno concreto di amore verso chi è nel bisogno, riconoscendo in lui il volto di Cristo che gli ripete, quasi a tu per tu: “Ero povero, ero emarginato . . . e tu mi hai accolto”.Sarà anche grazie a questo impegno che per molte persone si riaccenderà la luce della speranza.
Giovanni Paolo II
Messaggio Quaresima 1998
Tra l’altro, poiché tutto si tiene, e come contributo assai interessante ai rancorosi che biascicano contro Bergoglione reo di ” avere l’0ssessione dei migranti”, l’ultima parte del messaggio wojtiliano dell’88 dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, come ANCHE SU QUESTO SPECIFICO TEMA, venduto come così eccessivo, bergogliano, modernista e altre stupidaggini assortite, la continuità di papa Francesco con i predecessori è fisiologica, naturale, completa.
Quindi, data la sua specifica natura, mi permetto di riproporre la parte interessata in autonomia rispetto al resto:
“Questo clima di accoglienza si rende tanto più necessario, in quanto nella nostra epoca assistiamo a diverse forme di rifiuto dell’altro. Esse si manifestano in maniera grave nel problema dei milioni di rifugiati ed esiliati, nel fenomeno dell’intolleranza razziale anche verso persone che hanno o la sola “colpa” di cercare lavoro e migliori condizioni di vita fuori della loro patria, nella paura rispetto a tutto ciò che è diverso e che è perciò visto come minaccia. La Parola del Signore acquista così nuova attualità di fronte alle necessità di tante persone che chiedono un’abitazione, che lottano per un posto di lavoro, che invocano educazione per i loro figli.
L’accoglienza nei loro riguardi resta una sfida per la comunità cristiana, la quale non può non sentirsi impegnata a far sì che ogni uomo possa trovare condizioni di vita confacenti alla sua dignità di figlio di Dio!Esorto ogni cristiano, in questo tempo quaresimale, a dare visibilità alla sua conversione personale con un segno concreto di amore verso chi è nel bisogno, riconoscendo in lui il volto di Cristo che gli ripete, quasi a tu per tu: “Ero povero, ero emarginato . . . e tu mi hai accolto”.Sarà anche grazie a questo impegno che per molte persone si riaccenderà la luce della speranza.”
GPII dixit.
Come è consuetudine il buzzurro capisce fischi per fiasci. Non ha ancora capito che la critica non è rivolta ad Accattoli. Ma vuole leggere o cosa ? …legga meglio, Cuffino prima di sparare sul mucchio .
Ma la pianti co sti sermoni, lo vede che si va contorcendo.
Le vuole fare persuasa me, ma faccia persuaso se stesso Cuffino..
E’ diventato pesante…pesante, pesante…
Vada all’essenziale..
https://youtu.be/jA_ElVvs8uo
Pronti, sono andato a rileggere meglio.
Meglissimo, guarda.
E che ho trovato?
Questo :
Clodine-Claudia Leo scrive,
13 settembre 2017 @ 7:18
“Ora, tu ( Luigi, ndr) per suffragare il principio secondo il quale saremo giudicati in base alle opere di carità senza alcuna distinzione tra credenti e non credenti, ti appoggi al cap. 25 di Matteo saltando a piè pari il cap. 10, e tutti i 5 blocchi che lo precedono.Una sorta di pentateuco che parte dll’albero genealogico e termina con il celebre discorso che tu pretendo usare, ovvero, quello escatologico. E questo un abuso della Parola di Dio, è un impugnare le verità Rivelate, e si incorre nel peccato, grave, contro lo Spirito santo.
Altro non dico…”
Clodine-Claudia Leo scrive,
13 settembre 2017 @ 8:37
” se a Luigi, alla Boa e ad altri piace “la qualunque” si accomodino, io non lo faccio…”
Clodine-Claudia Leo scrive,
13 settembre 2017 @ 10:45
’ quello che dice la parola di Dio, Gesù, i Vangeli che conta, non quello che dice Accattoli, e nella fattispecie il Vangelo di Matteo (come tutti i Vangeli) non può essere strumentalizzato.
IO non ci sto,a questa farsa… ok!
Clodine-Claudia Leo scrive,
13 settembre 2017 @ 10:59
Se Luigi Accattoli dice -testuali- che il nostro raziocinio non è accessibile all’azione dello Spirito e che “Nell’ammissione di costoro tra le pecore -egli, Luigi- “vede un elemento importante di ampliamento dell’accesso dell’umano al divino, per vie che non ci è dato conoscere”, sta esprimendo un suo parere.
….. che conflige con il Catechismo della Chiesa Cattolica il quale dice espressamente che Dio si Rivela all’Uomo proprio in quanto desidera « che tutti gli uomini siano salvati ed arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4).ù
Abbiamo il Magistero che ci aiuta i questo, che spiega in modo esaustivo la Rivelazione. Non c’è nulla di nascosto nel Pensiero di Dio da ricercare tra gli arcani….
Abusare della Parola di Dio, impugnare le Verità rivelate, incorrere nel peccato contro lo Spirito Santo, farsi piacere ” la qualunque” strumentalizzare il Vangelo, farne una farsa, esprimere un parere che confligge con il Catechismo e il Magistero.
Però.
Se tutta sta robetta, riferita a tal Accattoli Luigi, non è una critica, cosa cappero sarebbe?
🙂 🙂 🙂
Tuttavia, certo che ilproblema non è che Claudia Floris Leo spari, dicendo una cretinata delle sue solite, una serie di critiche che non capisce nemmeno di avere detto, tanto le ha sparate grosse e senza manco l’indirizzo di casa.
Luigi non ha bisogno certo che un Cuffino qualunque faccia l’improvvisato difensore di ufficio.
Il problema è che ancora una volta Claudia Floris Leo dice, invocando Chiesa e Magistero, l’esatto contrario che l’una e l’altro dicono.
Un te pjace Accattoli?
E fatte pjacè Benedetto e Giovanni Paolo II, visto che Bergoglio, per te, nun è manco papa, e lo sarà se e quando Dio lo vorrà.
🙂 🙂 🙂
Esatto : Rivelazione e Magistero, è un dato di fatto. Cosa avrei detto di eretico. E’ un fatto.
… Se Accattoli dice che ci sono misteri, riguardanti la Carità, la fede, e anche la salvezza eterna, poiché non vi è uno senza l’altro, in base al quale non riusciamo a comprendere le dinamiche, Accatoli ci fornisce la sua opinione che confligge non solo con il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma con il Magistero stesso.
Dei Verbum, Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione.
Eccola…Lei si sta contraddicendo, è entrato nel pallone. Capisco Cuffini, capisco.
Ora stia calmo, non si agiti, e legga la Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione- vedrà che l’aiuterà a comprendere molte più cose di quanto immagina!
,http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html
Cos’è, vuole che dica come lei e la Boa, “si”, o “no” a pappagallo perché lo dice Luigi Accattoli.
Sviluppare un minimo di capacità di pensiero critico,di senso critico, è ciò che viene richiesto ad ogni essere pensante, almeno che si possa definire tale…
🙂 🙂 🙂
E’ iniziata la fuga : la moscaccia impazzita sotto il bicchiere.
Accattoli non dice affatto questo: questo è quello che tu, goffamente, cerchi di addebitare ad Accattoli.
L’italiano non concede scappatoie alla tua malafede conclamata.
Ma non hai vicino qualcuno che ti dice che ti rendi ridicola fino al grottesco?
Mi sembra che la moscaccia, anzi, il calabrone impazzito che sbatte le ali sia proprio lei, basta guardare la copiosa produzione qua sopra!
E’ lei che cerca di giustificarsi, mi viene quasi da ridere, senza ironia veramente, è caduto in contraddizione un centinaio di volte, minimo, e non se è reso neppure conto..
ma la smetta di fare il lecchino, in via di principio: confidi in Dio, non nell’uomo, anche se questi si chiama Luigi Accattoli, che stimo profondamente, e che di certo, non si sentirà punto dalla mia esternazione…anzi!
Comunque stia tranquillo, Cuffino, che presto arriveranno i rinforzi a darle man forte. Tempo un’ora, e puntuali le filippiche della Boa.
Che, avviso fin d’ora, sorvolo tout court., e come Snagglepusss vicolo a tutta mancina senza neppure sfiorare!
svicolo…
Deo gratias.
Una mattinata persa in ciarle dietro il nulla.
Tre encicliche tirate in ballo per mal di calli, tanto per non dovere dire: ho detto una boiata pazzesca, fantozzianamente parlando.
A conclusione definitiva dell’argomento, e sperando che nessuno abbia letto le assurdità che sono state dedicate all’intervento del padron di casa, invito tutti quelli che passassero di qua a gustarselo appieno e , soprattutto, a tenerlo ben presente. E rinnovo l’invito : ogni qualvolta ci si imbatte in qualcuno che, in nome della Chiesa, dice una cosa diversa dalla Chiesa stessa, lo si molli a blaterare nel deserto del suo niente.
Luigi Accattoli scrive,
12 settembre 2017 @ 22:33
“…. provo a unirmi sulla questione se e perché “una stessa identica azione” possa avere “valore diverso ed essere buona o semplicemente umana”. Nella parabola del “Giudizio finale” di Matteo 25 abbiamo uno spunto a mio parere appropriato per intendere in maniera più larga – rispetto a quella da te riconosciuta – la possibilità, al nostro raziocinio non accessibile, dell’azione buona per soffio dello Spirito (da questo non si esce) compiuta da chi non ha avvertenza soggettiva di quel soffio, né l’invoca, né lo conosce o riconosce. Ovvero da quelli che nella parabola dicono “Quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. Nell’ammissione di costoro tra le pecore io vedo un elemento importante di ampliamento dell’accesso dell’umano al divino, per vie che a noi non è dato conoscere. Il medico senza frontiere che si ritiene ateo quel giorno dirà: “Mai ho pensato a te quando curavo quei negher”. E si sentirà rispondere: “Quando curavi ognuno di quei negher miei fratelli, curavi me”.
Ricevo da un amico la segnalazione di un testo molto significativo e pregnante di Paolo VI al riguardo della questione introdotta da Accattoli nel suo commento.
Lo allego volentieri, perché nello stesso identico solco di quelli di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II :
Paolo VI:
“le parole illuminatrici di Gesù, riferiteci dall’evangelista Matteo: ricordate, nel giudizio finale il Cristo giudice — chi può pensare mai anche con la fantasia solo la maestà, la grandezza, il fulgore che può emanare da Gesù Cristo, il Capo dell’umanità che viene a giudicare e a classificare i vivi ed i morti, cioè quelli che sono nella sua comunione, e quelli che non lo sono più? Voi mostrate di avere meditato e assimilato le parole — dicevo — illuminatrici di Gesù, che ci sono riferite dall’Evangelista Matteo: nel giudizio finale, il Cristo giudice premierà o condannerà in base al rapporto, di accoglimento o di rifiuto, che i credenti avranno instaurato, durante la vita terrena, nei confronti degli affamati, dei piccoli, degli assetati, degli stranieri, dei bisognosi, dei malati, dei carcerati.
E si può dire anche di più, poiché nel Vangelo c’è anche questo: degli indegni, di quelli che sono poveri, e non solo economicamente, ma sono poveri nella carità, nella umanità; degli esclusi, dei disprezzati.
Anzi, giunge quasi ad identificarsi con questi — è uno dei tratti più significativi e più misteriosi del Vangelo — Gesù che dice: «In verità vi dico: ogni volta che voi avete fatto queste cose, cioè questi gesti di carità, a uno solo di questi miei fratelli più piccoli — anche qui Gesù che chiama “fratelli” questi frammenti umani, che sembrano non solo fuori della società, ma fratelli di nessuno; e Gesù li chiama proprio fratelli — voi l’avete fatto a me» (Mt 25-40).
È una coincidenza che Gesù osa fare, direi con sorprendente grandezza e bontà, di mettersi al posto del fratello più piccolo, più bisognoso, più sofferente, più degradato, e dire: «l’avete fatto a me».
Questa — direi — «incarnazione» mistica di Gesù nel povero, nel misero, è una cosa veramente fra le cose più luminose e più istruttive del Vangelo.
D’altronde Gesù pone l’amore vicendevole come la caratteristica specifica dei suoi discepoli. È questo il comandamento antico e nuovo, come afferma l’Evangelista San Giovanni, il quale scrive: «Chi ama il fratello dimora nella luce» (1 Gv 2, 10).
Continuate, figli carissimi e figlie carissime, continuate con generosa costanza e con crescente impegno a lavorare per la diffusione e l’irradiazione della carità fattiva e disinteressata, consapevoli che tale vostro atteggiamento è l’espressione concreta e sensibile del vostro amore verso Dio, e che nel volto sfigurato ed umiliato del fratello povero voi potete, mediante la fede, intravvedere il volto di Cristo.
Qualcuno di voi può dire: «io non ho mai incontrato Gesù». Se voi avete incontrato veramente col cuore e con la comprensione della carità il povero, voi avete incontrato Gesù!
Ci piace ricordare le parole di Sant’Agostino, il quale, commentando la Prima Lettera di San Giovanni, scrive: «Se tu ami il fratello, ami forse il fratello e non Cristo? Com’è possibile, se tu ami le membra di Cristo? Se dunque tu ami le membra di Cristo, tu ami Cristo; e se ami Cristo, ami il Figlio di Dio; e se ami il Figlio di Dio, ami il Padre Dio del cielo e della terra. Non può pertanto scindersi l’amore…, se infatti ami il Capo, tu ami anche le membra».
Noi auspichiamo, facciamo voti, direi è l’unico dono che io vi posso fare: di comunicarvi il conforto per ciò che già avete scelto, la via della carità, del fare del bene al prossimo. Noi auspichiamo che tutti i nostri figli sappiano ascoltare il gemito e il lamento — e talvolta sono gemiti flebili, che appena si fanno ascoltare, e talvolta sono invece urla, che indignano e che suggerirebbero di cacciarsi contro questi fratelli indegni — e invece bisogna saperli ascoltare, perché sono anch’essi coloro che soffrono, sono anch’essi coloro che hanno fame, sono anch’essi coloro che — e anche questa è una grande pena — coloro che sono soli, perché tutti, nella pace, nella concordia e nella solidarietà, possano vivere e realizzare la loro dignità di uomini e di figli di Dio.”
http://www.farodiroma.it/2016/08/20/paolo-vi-segreto-lultimo-discorso-di-montini-a-madre-teresa/
Bellissimo discorso.
Grazie Lorenzo.
Non credo però che convincerà i lefebvriani di dura cervice qui presenti.
Non lo credo nemmeno io.
🙂
MA potrebbe essere letta da tutti gli altri, frequentatori tantissimi e silenti
.
Ho seguito con difficoltà questo combattimento tra clodine e lorenzo.
In realtà secondo me non hanno colto quanto ha detto Accattoli che interveniva su un di un mio pensiero.
Accattoli dice, secondo me, che l’azione dello Spirito Santo supera la comprensione della nostra ragione. Concordo pienamente ( ma non credo che nessuno possa discordare ) Aggiunge che il fatto che nel giudizio finale vengano accolti tra gli eletti anche persone che mai hanno avuto conoscenza consapevole di Dio e di Gesu’ Cristo è indice di ” ampliamento dell’accesso dell’umano al divino “. Cosa intenda con questa espressione non è chiarissimo; può voler dire che , in sede di giudizio finale, conosceremo quanto è grande la misericordia di Dio che premierà anche solo un piccolo gesto di “umana solidarietà” portando chi li ha compiuti alla contemplazione di Dio. Se intende questo concordo pienamente con lui.
Il mio intervento voleva però sottolineare un’altra cosa : una opera buona fatta NEL NOME DI GESU’ ha un ‘valore aggiunto’ perché in qualche modo spinge, sollecita chi la riceve a “interessarsi” di Gesu’, predispone positivamente chi la riceve ad accogliere la Parola di Gesu’ ( che è il “vero pane”, quello che non muore ).
Poi svolgevo un’altra considerazione, relativamente alla differenza tra le azioni buone umane ( quelle di Mt 25 ) proposte a tutti gli uomini ,e le azioni buone divine ( quelle del Discorso della Montagna proposte ai soli discepoli-fratelli di Cristo perché inabitati dallo stesso Spirito.
Mi sembra ovvio che un crstiano sia chiamato a fare anche le opere buone umane: in questo tutta la Tradizione Cattolica è sempre stata chiarissima.
Che poi le opere buone umane compiute dalle “genti” possano essere inquinate da “motivazioni” non limpide è anche questo a mio parere ovvio.
Tradotto in termini moderni : non è perché le ong raccoglievano in mare i migranti, queste necessariamente devono essere qualificate “azioni buone”. Il giudizio lo effettuerà il Signore, alla fine dei tempi, quando mettera’ in luce i segreti dei cuori.
Ma è anche eccessivo e improprio, secondo me, pensare che tutte le azioni buone umane compiute dalle genti siano inquinate in modo inaccettabile.
‘…La vita spirituale ci porta alla comunione con Dio e riattiva la nostra potenzialità amorosa. Il percorso più breve non è amare il prossimo per poi amare Dio. Piuttosto, ripieni dell’amore di Dio trabocchiamo di amore verso il prossimo.
La comunione con Dio ha due vie. Quella più in voga immagina che Dio sia raggiungibile scalando le nostre virtù morali. Quanto più puri e santi, più saremo vicini a Dio. La via evangelica adotta la direzione opposta. Dio è amore e perdutamente innamorato di ciascuno di noi. Nessun peccato lo spinge ad allontanarsi da noi e a smettere di amarci. Quindi, ci basta aprire i nostri cuori all’amore di Dio. …’
Frei Betto (dall’ ultimo numero del Notiziario della Rete Radié Resch)
‘…Un mistico medievale, John Ruysbroeck, della scuola olandese (1283-1381), ha detto bene: ” Se tu fossi in estasi davanti a Dio e un affamato bussasse alla tua porta, lascia il Dio dell’estasi e vai a servire l’affamato. Il Dio che hai lasciato nell’estasi è meno sicuro del Dio che troverai nell’affamato.” Da questo è derivata la sacralità dei poveri e degli affamati.
Gesù stesso era pieno di compassione e ha soddisfatto con pane e pesci centinaia di persone affamate che lo seguivano. Al centro del suo messaggio c’è il Padre Nostro ed il Pane Nostro quotidiano, nella famosa preghiera del Signore. E’ erede di Gesù solamente chi tiene sempre insieme il Padre Nostro con il Pane Nostro. Solo questa persona può dire Amen.’
Leonardo Boff (dall’ultimo numero del Notiziario della Rete Radié Resch)
E guarda tu che Leonardo Boff è considerato un eretico.
Ed io concordo pienamente con lui.
Concordo con la indicazione delle due vie.
Il discorso fatto al “mistico” è però fuorviante e contiene una criticanenanche tanto nascosta al cosidetto “misticismo”. Il “lascia” del detto riportato va inteso come un “indicativo” e non come un “esortativo”: chi è in comunione con Dio farà la “cosa giusta” in ogni circostanza.
Detta come detta, e facendo di questo un “programma di vita” indirizzato non solo a “chi bussa fisicamente alla tua porta” ma alle situazioni reali del mondo intero, si dichiara inutile la preghiera e necessario solo l’impegno . Grossa baggainata nella quale una larga parte del mondo religioso si è allineato.
Non mi pare affatto che si dichiari inutile la preghiera e necessario solo l’impegno.
Mi pare che si dichiarino necessari tutti e due.
Sono d’accordo anche io che , farlo, sarebbe non solo una grossa, ma una colossale baggianata , cristianamente e cattolicamente parlando.
Non mi sembra al contrario che a tale consuetudine ” una larga parte del mondo religioso” si sia allineata.
Dove, come, quando, chi? Chi sono costoro?
Io non ne conosco.
Beppe potrebbe indicarmene qualcuno segnatamente?
Non conosco il mistico olandese, ma essendo noto come mistico immagino che abbia passato una bella parte della sua vita a pregare. La sua frase forse è un’esagerazione voluta per dire che non si può ignorare il prossimo pensando che la preghiera basti. Boff dice che l’aiuto al prossimo e la preghiera devono andare di pari passo. A voler essere pignoli si potrebbe dire che il Padre Nostro nella preghiera viene prima del Pane Nostro e quindi è più importante, ma mi pare che il suo scopo fosse solo quello di sottolineare che nella famosa preghiera ci sono entrambe le cose.
Frei Betto che, come Maria Cristina sicuramente saprà ( lei è esperta di comunisti 🙂 ) è stato grande amico di Fidel Castro, mi ha invece sorpreso con le sue parole, che mi ricordano molto una concittadina di Antonella Lignani, S. Veronica Giuliani.
A lorenzo cuffini
Tutti i cattocomunisti.
E tutti coloro che mettono in secondo piano l’incontro con Dio come premessa INDISPENSABILE per una carità che non sia solo solidarietà umana..
Beppe Zezza tutta la vita.
Un bacio.
Clodine
Una bella fissazione quella di Beppe Zezza: la solidarietà umana che poco ha a che vedere con la carità divina.
Ognuno ha le sue…
🙂
Troppo facile, caro Beppe: passi da una etichetta a un’altra.
Le etichette sono quella roba che serve a rispondere senza dare una risposta.
I cattocomunisti!!
E chi caspita sarebbero?
La Chiesa è fatta di persone in carne ed ossa.
Vediamo allora : nomi, cognomi, ordini, associazioni, gruppi.
Se no restiamo alla logica del bar sport: donne e motori, piove governo ladro e non ci sono più le mezze stagioni.
Non va meglio con la seconda parte della tua ” risposta”: “tutti coloro che mettono in secondo piano l’incontro con Dio come premessa INDISPENSABILE per una carità che non sia solo solidarietà umana..”.
Ti faccio solo notare che , con questo criterio, potresti dare del cattocomunista non solo , chessò, a don Gallo, don Ciotti, don Milani, i gesuiti in blocco ( come qualche campione di fine analisi ha qui ripetutamente proclamato) , va da sé il papa Pampero per dira con la Venturi. Si potrebbe dare agevolmente del cattocomunista anche a Ratzinger quando dice
“…..l’affermazione dell’amore di Dio diventa una menzogna, se l’uomo si chiude al prossimo o addirittura lo odia»…. «solo la mia disponibilità ad andare incontro al prossimo, a mostrargli amore, mi rende sensibile anche di fronte a Dio. Solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama».
Cattocomunista potrebbe essere marchiato pure Giovanni Paolo II Magno, che giunge a dire :
“Pertanto, questa apertura agli altri, che si esprime con l’“aiuto”, con il “dividere” il cibo, il bicchiere d’acqua, la buona parola, il conforto, la visita, il tempo prezioso, ecc., questo dono interiore offerto all’altro uomo giunge direttamente a Cristo, direttamente a Dio. Decide dell’incontro con lui.E’ QUESTA LA CONVERSIONE ”
Cattocomunista anche Montini?
“Qualcuno di voi può dire: «io non ho mai incontrato Gesù». Se voi avete incontrato veramente col cuore e con la comprensione della carità il povero, voi avete incontrato Gesù! ”
Cattocomunista pure sant’Agostino quando scrive:
” «Se tu ami il fratello, ami forse il fratello e non Cristo? Com’è possibile, se tu ami le membra di Cristo? Se dunque tu ami le membra di Cristo, tu ami Cristo; e se ami Cristo, ami il Figlio di Dio; e se ami il Figlio di Dio, ami il Padre Dio del cielo e della terra. Non può pertanto scindersi l’amore…, se infatti ami il Capo, tu ami anche le membra».
E, per assurdo, si beccherebbe l’etichetta di cattocom pure il Nazareno, quando dice, un po’ scomodamente per il nostro modo di ragionare- concordo – ” Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” , trascurando la premessa INDISPENSABILE di un preventivo incontro con Dio.
Tutto questo per dire che- ovviamente!- la buona azione da sola non basta: Gesù stesso dice che senza di lui NON POSSIAMO NULLA. Ma io non credo affatto che questi cosiddetti ” cattocomunisti”, che continuo a non capire esattamente chi siano , tralascino questo aspetto e si gettino solo, per usare il tuo linguaggio , sul ” lato orizzontale”.
Caro cuffini
Chi ha detto mai che un cristiano non è chiamato ad avere anche solidarietà umana?
Ad amare e a spendersi per l’altro?
Non mi mettere in bocca cose che non dico e che non penso.
IO penso che, se anche è vero che tutti i cristiani, in quanto cristiani, sono chiamati ad amare il p ossimo , la dedizione alla solidarietà umana sia un CARISMA che il Signore dona ad alcuni, così come ad altri Dio dia il dono della predicazione, ad altri il dono di fare guarigioni ecc ecc.
Ognino ha il suo particolare.
Quello che ogni cristiano deve fare è mettere a frutto il,particolare dono che Dio gli ha dato.
Sono coloro che mettono al primo posto gli aspetto materiali della vita che affermano che I cristiani devono dedicarsi all’accoglienza, che i cristiani devono dedicarsi al soccorso ai poveri ecc.
Ci sono poi alcuni – appunto i cattocomunisti – che pongono talmente l’accento sugli aaspetti materiali della vita da trascurare tutti gli altri fino a condannarli
Se non sai chi sono i cattocomunisti ti dovretsi informare.
La tua richiesta di nomi e,cognomi, perdonami è poco seria.
Possiamo essere tutti inquinati dal mettere questa terra al di sopra del regno dei cieli.
Quello che i cristiani devono fare è una cosa sola : la volontà di Dio!
Possiamo essere tutti inquinati dal mettere questa terra al di sopra del regno dei cieli.?
Certo che sì, Beppe.
E pure, tragicamente, il contrario.
Per dirla come la dice molto duramente Benedetto , “l’affermazione dell’amore di Dio diventa una menzogna, se l’uomo si chiude al prossimo o addirittura lo odia”.
Credo che sia nel tenere integralmente insieme le due facce, la volontà di Dio a cui i cristiani sono chiamati.
Quello su cui, invece c’è un po’ di confusione ( un po’ tanta) è che ” Sono coloro che mettono al primo posto gli aspetto materiali della vita che affermano che I cristiani devono dedicarsi all’accoglienza, che i cristiani devono dedicarsi al soccorso ai poveri ecc..
Matteo 25 non lo ha scritto don Ciotti, per dire, né un prete arcobaleno….
🙂
I penso che la magna charta del cristiano che vive su questa terra siano Mt 5-6-7 .
Mt 25 riguarda il giudizio finale delle “genti”
DOn Ciotti ha avuto , probabilmente, da Dio, il carisma della accoglienza e quello che deve fare è accogliere. Se sostiene che TUTTI per essere CRISTIANI devono fare come lui si arroga qualcosa che non gli compete.
La monaca di clausura che passa la vita in preghiera e che non vede neanche di lontano un immigrato, un carcertao, un malato, un povero o quant’altro ,e passa la vita in preghiera secondo quanto Dio le ha dato da fare, è cristiana quanto don Ciotti.
Santa Teresina del Bambin Gesu è patrona delle missioni senza avere mai messo piede in una missione, solo perché pregava per i missionari.
Veramente lei pensa che un cristiano che viva secondo Mt 5-6-7 SE INCONTRA NELLA SUA STRADA un bisognoso gli volge le spalle o lo tratta duramente?
Io ritengo che quello che un cristiano è primariamente chiamato a fare è incarnare MT 5-6-7 e questo lo può fare “incorporandosi” a Cristo, divenendo tutt’uno con lui.
D’accordo, evidentemente, che ” la magna charta del cristiano che vive su questa terra siano Mt 5-6-7 “.
Che non sono per nulla incompatibili, o in antitesi con quanto scritto in Matteo 25.
E ad essere onesti, Beppe, sto benedetto Mt 25 riguarda il giudizio finale , e basta.
Non solo delle ” genti”.
Anche se, cosa che puo’ infastidiree non poco, spalanca una prospettiva tutta nuova ANCHE per ” le genti.”: prospettiva di salvezza, anche se tutt’altro che indiscriminata. E, parallelamente, cosa che puo’ infastidire ancor di più, una bella prospettiva di condanna ANCHE per i cristiani, nel caso in cui si sia rimasti al piano dell’individualismo, infischiandosene del prossimo.
( tra l’altro basterebbe considerare QUESTO aspetto per mandare all’aria la leggenda metropolitana della “misericordia buonista”. Buonista, considerare che , come martella Benedetto, io posso essere responsabile di tarsformare in menzogna l’affermazione della mia fede nell’amor di Dio?!! C’è da sentirsi correre i brividi nella schiena)
I due aspetti sono correlati e integrati a tal punto che NON PUO’ esistere uno senza l’altro: se la domanda è ” Veramente lei pensa che un cristiano che viva secondo Mt 5-6-7 SE INCONTRA NELLA SUA STRADA un bisognoso gli volge le spalle o lo tratta duramente?” la mia risposta è ovviamente NO.
Con una postilla: quel ” se incontra sulla sua strada” è superfluo e fuorviante. Non è una eventualità ipotetica che io “i bisognosi” li incontri o no: CIASCUNO DI NOI , nella vita banale, reale, quotidiana e concreta di tutti i giorni, non solo ne incontra: E’ SOMMERSO dai bisogni dei cd. bisognosi. Sommerso: e non parlo dei bisognosi “etichettati”, ufficiali: poveri, emarginati, migranti, ammalati, così, presi in gruppone su cui piamente chinarsi se sospiniti da una particolare chiamata vocazionale alla MAdre Teresa o alla Camillo de Lellis….no, no, no. Parlo di famiglia mia, di famiglie mie, di parenti miei, di colleghi miei, di amici miei, di vicini di casa miei, di parrocchiani miei, del mio minuscolo e semplicissimo mondo. Lì IO SONO SOMMERSO DA BISOGNI, SOFFERENZE, SOLITUDINI, ANGOSCE di ogni tipo. Se io non lo avverto, non è perché io non li ho incontrati sulla mia strada: è perché io ci sono passato davanti, fottendomene, parlando con pardon , come diceva mia nonna.
Quindi, il ” SE LI INCONTRA SULLA STRADA”, non si pone.
Invito chiunque a fare un breve e spassionato, e privatissimo, conto mentale delle persone e dei casi di cui sarebbe a conoscenza, e non rimanerne impressionato per numero e sostanza.
Per cui, se il cristiano si muove secondo MT 5/6/7 per amore di Gesù Cristo, prova addosso a sé, e non riesce ad evitarlo, quel “Caritas Christi urget nos” di cui non a caso Cottolengo si era appropriato per denunciare la sua passione che non ha più potuto estinguere, che è poi la stessa che portava papa Paolo a esprimersi come riportavo ieri in quel modo acceso ai seguaci di Madre Teresa:” il gemito e il lamento di chi soffre — e talvolta sono gemiti flebili, che appena si fanno ascoltare, e talvolta sono invece urla, che indignano e che suggerirebbero di cacciarsi contro questi fratelli indegni — e invece bisogna saperli ascoltare, perché sono anch’essi coloro che soffrono, sono anch’essi coloro che hanno fame, sono anch’essi coloro che — e anche questa è una grande pena — coloro che sono soli, perché tutti, nella pace, nella concordia e nella solidarietà, possano vivere e realizzare la loro dignità di uomini e di figli di Dio.”
Non c’è bisogno di essere Madre Teresa e don Ciotti, i quali, senza voler fare paragoni inopportuni, una chiamata vocazionale specificissima la hanno ricevuta eccome.
Così come non c’è bisogno per nulla di essere una monaca di clausura o Santa Teresina per consumarsi in preghiere per gli altri.
La partita , questo è il bellissimo e la fregaturissima della questione, della vita cristiana NON riguarda affatto solo i santi, i martiri, questo e o quel pastore, il papa Tizio o Caio. E, in ultima analisi, paradossalmente, non riguarda affatto solo Gesù Cristo e la Parola.
RIGUARDA ME,( che sono stato scelto, chiamato, mandato, se no non sarei cristiano) e che cavolaccio ci sto a fare in questo sguincio di pezzo di mondo e di storia in cui, momentanemente, mi trovo a vivere.
( Cmq, per noni ingenerare equivoci ulteriori, l’esempio di don Ciotti l’ho fatto io per dare un nome concreto a una tipologia altrimenti vaga, e non mi risulta da alcuna parte che don Ciotti, manco lontanamente, sostenga ” che TUTTI per essere CRISTIANI devono fare come lui” . Meglio essere chiari e precisi, già troppe mormorazioni girano sul suo conto, non vorrei essere responsabile di altre.)
🙂
Caro Cuffini
Mat 25 parla solo ed esclusivamente di attività di solidarietà umana!
La carità cristiana va ben oltre!
Per questo battere e ribattere quasi esclusivamente sulle azioni di solidarietà umana, COME SE quelle fossero le uniche e sole è “volare basso”!
Ridurre la Carità cristiana, come descritta da San Paolo nella epistola ai corinzi alla effettuazione delle azioni esemplificate in Mt 25 è un immiserire il Cristianesimo.
Le genti saranno giudicate sulla base di Mt 25. Ai cristiani sono richiesti standard pi elevati: hai perdonato? Ti sei caricato delle ingiustizie? Hai rimesso il giudizio a Dio? Hai rispettato il tuo fratello che la pensa diversamente da te? Ti sei speso per i tuoi nemici?
Perché a chi molto è donato molto sara’ richiesto.
E può essere richiesto molto, anzi moltissimo, perché il dono che un cristiano ha ricevuto e ha a disposizione è di una grandezza incommensurabile.
Credo anche io che don Ciotti sia persona degnissima e che mai direbbe che si DEVE essere come lui.
Caro Beppe, non credo tanto che sia un volare basso
Tutt’altro: proprio tutt’altro.
Certo : se ci si limita alla singola operina buona fatta ogni tanto, siamo d’accordo. Ma non è di questo solo che parla Matteo 25.
Quanti atti sono compio nel corso di 24 ore?
Prova a contarli.
Quanti sono secondo Matteo 25?
E guarda che parlo non di andarseli a cercare: parlo di quelli che avrebbero potuto benissimo essere secondo Mt25, e non lo sono stati.
E molti di questi atti ricomprendono proprio le domande che tu poni nel tuo esame di coscienza esemplificativo…..
No: non direi proprio che i tratti di un volare basso.
Anzi: di un volare sempre un po’ più in alto.
🙂 🙂
Non credo nemmeno che, a un cristiano, sarà richiesto ” molto”.
A un cristiano sarà richiesto tutto quello che gli è stato, inesplicabilmente e senza merito suo alcuno, dato. e quindi non sarà richiesto molto, ma TUTTO.
Noi abbiamo già ricevuto tutto: qui e adesso.
Nei confronti degli altri, della Chiesa e di Gesù abbiamo solo da dare.
Non abbiamo nessunissimo diritto da vantare.
Solo “responsabilità” . Nel senso più completo del termine.
Per questo viene la pelle d’oca a leggere le lunghissime, dettagliatissime, pallosissime “liste della spesa” che ogni giorno scriviamo (pure qui, pure qui) con quello che ci aspettiamo ( quando non, imbecilli, PRETENDIAMO) dagli altri ( società e mondo) , dalla Chiesa ( pastori e papa) e persino da Gesù Cristo in persona, a cui andiamo a fare le pulci dicendo: bisogna seguire queste sue parole, piuttosto che le altre.
Tutto tempo, fiato, vita gettata nei cassoni Sulo: e mai più recuperabile.
Non un grande affare, a ben vedere.
Ho riletto stamane i tuoi ultimi interventi.
Abbiamo molti punti in comune.
una precisazione da parte mia : nessuna “contrapposizione” tra Mt 5-7 e Mt 25. Ci mancherebbe altro.
Il testo dei Vangeli è scritto per essere letto ai discepoli “in atto” o “aspiranti tali” e quindi offre a loro una indicazione di come sarà il giudizio su quelli che non appartengono alla lro cerchia , ribadendo cioè fino a che punto arriva la misericordia di Dio che ammettera’ alla visione beatifica chi avrà manifestato solidarietà umana per i propri simili ( non è detto se questa manifestazione di solidarietà sia stata occasionale o durevole ) . Certamente se qualcuno dei discepoli potesse pensare che è sufficiente per la salvezza eterna il fatto di essere ufficialmente classificati discepoli, questo testo li indurrebbe a riflettere. Ma non mi sembra questo,lo scopo principale di questa pericope. Ma certamente non è questo primariamente il testo che dice quello che i discepoli sono chiamati a fare, quello che li contraddistingue dalle “genti” : quello è il Discorso della Montagna.
I poveri e i bisognosi sono attorno a noi, e sono TUTTI COLORO CHE VIVONO LONTANI DA DIO. È assolutamente vero. Lo riconosci anche tu. Ma non potrai negare come l’accento nella predicazione corrente da parte di gran parte della Chiesa metta l’accento sui poveri sociologici e trascuri invece di sottolineare che la vera povertà consiste nello stare lontano da Dio. E orienti la sua azione pastorale di conseguenza.
Mi sorprende invece – negativamente devo dire – la tua “ansia” , il peso che manifesti per la “responsabilità” che ti viene dall’avere ricevuto la grazia dello Spirito Santo, il vigore con il quale ti proponi come “difensore della Chiesa”.
Non ricordo chi diceva : occupatevi, non preoccupatevi.
Caro Beppe: abbiamo una vita sola, che è iniziata e non finirà più.
Ma i giorni che abbiamo sulla terra sono limitati e incertissimi: per tipologia e durata.
Di questi, siamo gli unici responsabili.
Da noi, non dipende assolutamente nulla: servi inutili in senso integrale.
Ma troppo, TROPPO a lungo, siamo stati e continuiamo, colpevolmente, a stare a guardarci un ombelico spirituale che non importa a nessuno se non a noi stessi.
Peggio ancora, a sproloquiare, in senso letterale, di cose che esulano dalla nostra portata e per le quali NON siamo stati, evidentemente , chiamati. Com’è che, su quelle, stiamo a baloccarci come i gagnetti con i giocattolini?
Il papa. La Chiesa. La Liturgia. Il Concilio. I preti. Le encicliche.
Posso dirlo?
Diversivi, gran perdite di tempo, inutili onanismi .
Noi dobbiamo dare la vita, come essa è, ma TUTTA INTERA : per Cristo e per gli altri.
Ogni momento che NON dedichiamo a questo, noi vanifichiamo la chiamata di Cristo.
Non so se mi spiego.
Questa non è una preoccupazione: è molto, molto di piu’.
E’ una consapevolezza che aumenta giorno per giorno.
Naturalmente, ciascuno la pensa a modo suo: non penso certo che tutti debbano sentire quello che sento.
Ma allora campino sereni,e si astengano dal lamentarsi in perpetuum su quello che non va e sul cristianesimo che “sparisce” dalla società.
Certo che sparisce, e la colpa è la nostra.
Poi, se si vuol zufolare e far finta che la colpa sia di tutti gli altri, partendo dal papa di turno a scendere alla società cinica e bara, padronissimi.
Ma è una balla colossale.
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Caro Lorenzo
C’è un verbo che è usato troppo spesso nel parlare dei “cristiani” ed è il verbo “dovere”.
Dicendo sempre “dobbiamo”, “dovete” si caricano sulle nostre e sulle altrui spalle dei “pesi” spesso insopportabili.
Io penso di non “dovere” ( nel senso di essere moralmente obbligato ) nulla!
C’è una frase detta da Paolo VI che mi ha profondamente colpito e che ripeto costantemente quando ne capita l’occasione : “il cammino cristiano consiste nel passare dal dovere al volere”.
Quello che faccio lo faccio perché “voglio”, “desidero” fare la volontà di Dio perché sono fermamente convinto che nel fare la volontà di Dio c’è la mia realizzazione umana. Nessun “obbligo” morale. Agisco liberamente ( stavoper aggiungere anche “pienamente” poi ho pensato che questo sarebbe un po’ troppo enfatico. MGari fossi “pienamente libero! Ho ancora da camminare!) Per questo non sento tutta quella “responsabilità” della quale parli.
Non credo che sia inutile e tempo perso scrivere sul blog. ( è inutile insultarsi ) ma ad esempio, a me aiuta per conoscere come pensano dei cristiani attivi.
La situazione di degrado attuale della Chiesa è “colpa nostra”? Si. Nel senso che è responsabilità dei cosiddetti cristiani ( laici e gerarchia ) ma non solo.
Cosa posso fare nel concreto? Oltre a vivere “da cristiano” e dare testimonianza di quanto la Chiesa ha fatto per me, poco – molto prossimo a nulla – ma anche dire la mia sul blog e confrontarmi con chi la pensa diversamente da me è un “servizio” alla Chiesa.