Per la prima volta in vita oggi sono andato a cavallo, quassù sul monte Baldo (vedi post del 26 e 23 agosto), in vista del Lago di Garda, ospite del maneggio La Suerte in località Novezzina. La cavalla si chiama Topas e il cavallaro Guido che mi accompagna monta la figlia Scianti. Gli ho chiesto se madre e figlia si riconoscono come tali: “Si cercano e stanno bene insieme. Una volta la figlia è stata fuori per cinque mesi e quando è tornata la madre l’ha trattata severamente. Non la voleva vedere”. Guido da sempre si occupa di cavalli e da 18 anni è vegetariano. “Per amore degli animali?” è la mia domanda ma egli mi corregge: “Per rispetto”. Vengono con noi anche un cagnetto che si chiama Birillo e un cane grande che si chiama Blaky. “Sono tutti e due sardi – dice Guido – ma Blaky non si lascia toccare dagli estranei mentre Birillo cerca le coccole”. “E’ un cucciolo e vuol giocare” azzardo io. “Non è un cucciolo”, rettifica Guido: “Ha 13 anni e non tanto vuol giocare ma vuole essere accarezzato, ora più di prima”.
La cavalla Topas severa con la figlia Scianti
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“Sorge il sole, canta il gallo
Luigi Accattoli monta a cavallo”
(C.Malaparte)
(Vabbé, come cazzata non è un granché, ma ho pensato che ci volesse un vaccino, prima che questi qua comincino a sdilinquirsi, tipo come han fatto con la luna)
Toc, toc !
E’ permesso ?
Buona sera (anzi, buona notte) a tutti !
Mi riaffaccio, in punta di piedi, e dopo quasi due mesi di (forzata) assenza, sul “pianerottolo” di Luigi, e non vi nascondo, amici, che mi sento persino un pò emozionato.
Comunque, sono di nuovo qui (voce dal fondo: “e chi se ne frega !”).
Nessun motivo particolare, e men che meno – e per fortuna – drammatico, dietro questa mia assenza (ammesso – e non concesso – che qualcuno se ne fosse accorto): semplicemente, il mese di luglio è stato, per me, e lavorativamente parlando, a dir poco intensissimo (per non dire che è stato un piccolo “inferno”) al punto da costringermi a stare quasi sempre in viaggio ed a risiedere spessissimo “fuori città”, ed il mese di agosto l’ho trascorso per più di due settimane in vacanza (quindi, sempre “fuori casa”); a cavallo di luglio ed agosto, ci s’è messo pure un piccolo “accidente” informatico al mio Personal Computer, ed eccomi privato, per intere settimane, della possibilità di comunicare con voi.
In questi giorni, comunque, ed una volta tornato a casa, ho letto tutti i “post” arretrati ed ho cercato, così, di “mettermi in pari”: siete sempre tutti bravi, e l’atmosfera di questo “blog” è sempre bella, positiva, stimolantissima.
Senza voler recare torto ad alcuno, lasciatemi, infine, mandare un saluto speciale ai “vecchi” (nel senso dell’anzinità “di servizio”) del “pianerottolo” (e mi scuserete se, ormai, mi sento uno di voi), da Principessa (che abbraccio) a Clodine, da Fabricianus a Moralista, Maioba, Ignigo74, Marta09, Nino, Matteo, Fiorenza, Lycopodium, Lazzaro e Leonardo: dei “nuovi”, che, nel frattempo, hanno preso a frequentarci, dico solo che spero, al più presto, di conoscerli al meglio mentre il mio saluto più speciale va al mio (e nostro) impareggiabile “padrone di casa” Luigi.
Mi siete mancati.
Ora vado a riprendere posto in ultimo banco (sennò, Lazzaro poi dice che mi sono montato la testa ………………..).
A domani !
Roberto 55
Un saluto a Roberto, che mi conquista sempre con la sua spontaneità, gentilezza, semplicità: prerogative che denotano un cuore particolarmente sensibile. Roberto mi rammenta il Garrone del libro cuore, che ho amato da sempre. Tornando al post, che dire, dovrebbe essere un’esperienza unica stare a contatto diretto con una creatura tanto intelligente, imperiosa, superba come il cavallo, che incute, a dire il vero, almeno a me personalmente, anche una certa reverenza e soggezionne essendo assieme all’albero dell’olivo il primo animale della crezione, così almeno emergerebbe dalle antiche epigrafi e dalla mitologia greca. Mangiare carne di cavallo per alcune civiltà ,ma anche per le nostre comunità montane, rappresenta una vera forma di cannibalismo. Osservarlo mentre corre, con la sua criniera al vento, il grande collo eretto, maestoso, come non associarlo all’Apocalisse di Giovanni : quando l’Agnello apri il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: “Vieni”. Allora uscì un altro cavallo rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada».
Lo scatenarsi di questo cavallo rosso di cui parla l’Apocalisse (6,3-4) dà pure il titolo ad un romanzo bellissimo dell’ autore cattolico Eugenio Corti che ci conduce e ci immerge nella ferocia nazista e in quella comunista, con il loro carico di odio e di vendette. Un libro che consiglio a tutti di leggere.
Un abbraccio alla mia amica Pricipessa, che non sento da tempo ma che è sempre nel mio cuore, a Roberto, Fabricianus a Sump al quale faccio appello di tornare a deliziarci con la sua presenza insostituibile e tutti gli amici vecchi e nuovi che rendono unico e particolare questo blog.
Buona giornata a tutti
Mirabile l’immagine di Birillo e Blaky, per nulla diversi dagli esseri umani. Così come per il vecchio cane Birillo, anche per noi umani accade lo stesso: riusciamo ad apprezzare i piccoli concreti gesti di affetto: una carezza, un bacio, un semplice sorriso, parole dette con gentilezza. Se ne sente il bisogno; bisogno di sentirsi amati, accettati, ma non per una forma di fragilità, bensì per gustare quel frutto di nestizia maturato dall ‘ esperienza della vita. La saggezza della maturità allarga l’orizzonte: ciò che prima si intuiva, con la vetustà si vede limpidamente, si colgono le sfumature. Viceversa, è tipico dei giovani sentirsi padroni del mondo, invincibili,refrattari alla morte a alla vecchiaia alla ricerca di sensazioni forti -ed è giusto che sia cosi’- “godi fanciullo mio, stato soave, stagion lieta è codesta”. Loro guardano, ma non “vedono”, la vista del giovane è corta, non ancora avvezza ad osservare, scrutare il mondo oltre la siepe…
Errata corrige, volevo dire “mestizia”.
scusate il colossale OT, ma sono molto colpito dall’attacco frontale de Il Giornale a Dino Boffo e ad Avvenire (la cui linea non ho mai amato, peraltro)… mi pare che si sia verificato un “salto di qualità” pericoloso…
Scusa tanto, moralista, ma mi pare che tu abbia una morale “a geometria variabile”. anch’io ho appena letto la notizia sparata dal Giornale e, pur essendo uno che si stupisce di poco e si scandalizza quasi di niente, stavolta sono rimasto di stucco. Qui c’è poco da ciurlar nel manico: il patteggiamento per molestie c’è, questo è indubitabile, e le circostanze riferite hanno tutta l’aria di essere vere.
Ora, il punto non è l’umana debolezza di Boffo, che per parte mia guardo con la stessa comprensione che ho per quella di Berlusconi: il punto è che la CEI lo abbia tenuto come direttore di Avvenire con quella condanna penale sulle spalle. Cosa pensavano, che nessuno se ne sarebbe mai accorto?
Non ricordo se sia stato Fouché a dire della uccisione del duca d’Enghien: è peggio di un crimine, è una stupidaggine.
Che un uomo della sopraffina intelligenza di Ruini abbia fatto una tale sciocchezza, questo mi stupisce.
Oppure: se sei un molestatore con tendenze omosessuali, ma al tempo stesso un bravo giornalista, per quanto mi riguarda potresti benissimo fare il direttore del quotidiano cattolico, però la tua linea editoriale dovrebbe essere: “siamo tutti peccatori: guardate me. Gettiamoci perciò nelle materne braccia della Santa Chiesa, che ha il potere di perdonarci, cerchiamo di non peccare più e se ci ricaschiamo andiamo subito a confessarci”. Niente ditini alzati e niente lezioni di morale, grazie.
Mi è anche venuta questa idea: forse Berlusconi è “l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare” perché fa emergere il peggio che è in noi.
Che bello sarebbe se, con un colpo di genio, oggi alla Perdonanza si andasse a confessare (magari da Bertone).
La linea politica del IL GIORNALE e di LIBERO,
è
chi tocca il Cavaliere, muore,
se non muore,
cercheremo di distruggerlo,
con qualsiasi notizia si riesca a trovare sul suo conto,
eventualmente affermando delle mezze verità,
ma non la verità,
pur di istillare il dubbio
che chi critica il Cavaliere
ha le mani grondanti di sangue,
nel miglior stile di una dittatura,
in fieri,
in questo modo,
tutti i giornalisti e chi altro sono avvisati,
provate a toccare il Cavaliere,
e noi vi facciamo a pezzi.
Ovviamente che IL GIORNALE
sia di proprietà del Cavaliere
non dice nulla…..
Va acccadendo la stessa cosa a Veonica Lario,
appena esternò sul suo Cavaliere,
quei bellissimi giornali,
la attaccarono
come una poco di buono….
Questo è lo stile,
non ti posso uccidere,
ma…
ne uccide più la penna.
Se non erro hanno fatto la stessa cosa con Fini,
che esprimendo le sue opinioni sul fine vita,
è stato accusato sempre da quei giornali
di essere di casa del PD.
Sono i giornali del Cavaliere,
che con profonda onestà intellettuale,
e in onore della verità assoluta,
difendono
i VALORI NON NEGOZIABILI
guarda, Leonardo, non posso essere esplicito per motivi di opportunità… ma la mia morale non è affatto variabile. Tanto che sono sostanzialmente d’accordo con te su alcune cose che noti.
Posso solo dire che quel che Il Giornale oggi pubblica (quindi, preparato e nel cassetto da tempo… uno degli aspetti inquietanti), come ricorda Gabriele Villa all’interno (suo anche un passaggio memorabile in cui, per l’ennesima volta Cristo e Berlusconi vengono appaiati) nelle redazioni “si sapeva”.
Il problema è l’evidente salto di qualità. Che un po’ ha spiegato matteo.
Per la serie “eh, no è? non esageriamo! O con noi o contro di noi?”. Mi ricorda modi, argomentazioni e metodi innominabili…
Ti devi leggere il pezzo di Gabriele Villa, e il contorno (tra il report dell’intervista “compiacente” di Bertone sull’Osservatore, che sembra sconfessare Vegliò sull’immigrazione) e il pezzo sui “parroci leghisti”.
Questo è un attacco culturale premeditato alla Chiesa che non piace o che non si allinea. è un po’ di più di una polemica di cortile…
ps. su quel che penso dell’intelligenza di Ruini (su come la usa, intendo) e della linea cultural-politica di Avvenire e della Cei, vi ho ampiamente deliziato in questi anni…
Ma no!
E’ tutta una farsa, un gioco delle parti nella terra del grande Pirandello.
Mandano avanti gli sparring partners che preparano l’incontro clou suonandosele di santa ragione. Così deve apparire.
Poi la cena della festa della Perdonanza, un commovente tete a tete tra due dei massimi e autorevoli statisti della terra.
Il tutto sotto l’ impeccabile regia e organizzazione del Nobiluomo del Papa, che tra breve riceverà il Sommo Pontifex a Viterbo in rappresentanza del caimano, e hoplà il gioco è fatto!
Questo povero paese è tutto fuorchè un paese di allocchi.
La perdonanza mediatica
di VITO MANCUSO (28 agosto 2009)
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-22/mancuso-28ago/mancuso-28ago.html
Se il fatto sta come dice il Giornale, (“se”: trattandosi di un giornale vale sempre il dubbio metodico …), voi vi state comportando esattamente come i vescovi americani nel caso dei loro preti pedofili, come molti cardinali (ma non Ratzinger) nel caso Maciel, ecc. ecc.
Può darsi che abbiate ragione voi (lo dico senza ironia), che sia più “opportuno” così, come dice Moralista (che forse coi preti ci lavora) però, perché non la smettete con le sparate alla Nino e alla Matteo? Siete precisi a quelli che tanto accusate.
“toi, hypocrite lecteur, mon semblable, mon frére”
Prendendo spunto dal titolo sulla cavalla severa con la figlia Luigi posto questo “Noi che..:” (in internet se ne trovano migliaia di versioni sia testuali che multimediali)…ripensando anche ai miei tempi quando la severità era una cosa sacrosanta! (P.S. non son passati molti anni ma oggi sembra tutto lecito…) ;-D
Noi che ci divertivamo anche facendo ‘Strega comanda color.’.
Noi che giocavamo a ‘Palla Avvelenata’.
Noi che giocavamo regolare a ‘Ruba Bandiera’.
Noi che non mancava neanche ‘dire fare baciare lettera testamento’.
Noi che I pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi che mettevamo le carte da gioco con le mollette sui raggi della bicicletta.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d’aria mettendole in una bacinella.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c’era l’amico in casa.
Noi che facevamo a gara a chi masticava più Big-Babol contemporaneamente.
Noi che avevamo adottato gatti e cani randagi che non ci hanno mai attaccato nessuna malattia mortale anche se dopo averli accarezzati ci mettevamo le dita in bocca.
Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per tutta casa.
Noi che dopo la prima partita c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
Noi che se passavamo la palla al portiere coi piedi e lui la prendeva con le mani non era fallo.
Noi che giocavamo a ‘Indovina Chi?’ anche se conoscevi tutti i personaggi a memoria.
Noi che giocavamo a fiori frutta e città (e la città con la D era sempre Domodossola).
Noi che con le 500 lire di carta ci venivano 10 pacchetti di figurine.
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini.
Noi che avevamo il ‘nascondiglio segreto’ con il ‘passaggio segreto’.
Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la penna.
Noi che in TV guardavamo solo i cartoni animati.
Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake e Mazinga (Goldrake, ovvio..)
Noi che guardavamo ‘La Casa nella Prateria’ anche se metteva tristezza.
Noi che abbiamo raccontato 1.500 volte la barzelletta del fantasma formaggino.
Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
Noi che non avevamo il Cellulare per andare a parlare in privato sul terrazzo.
Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da passare al Compagno.
Noi che si andava in cabina a telefonare.
Noi che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
Noi che non era Natale se alla tv non vedevamo la pubblicità della Coca Cola con l’albero.
Noi che al Nostro compleanno invitavamo tutti, ma proprio tutti i nostri compagni di classe.
Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.
Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire tardissimo.
Noi che guardavamo film dell’orrore anche se avevi paura.
Noi che giocavamo a calcio con le pigne.
Noi che le pigne ce le tiravamo pure.
Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.
Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
Noi che il bagno si poteva fare solo dopo le 4.
Noi che a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali.
Noi che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.
Noi che a scuola ci andavamo da soli e tornavamo da soli.
Noi che se a scuola la Maestra ti dava un ceffone, la mamma a casa te ne dava due.
Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.
Noi che Internet non esisteva.
Noi che ‘Disastro di Cernobyl’ vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.
Noi che compravamo le uova sfuse, e la pizza alta un dito, con la carta del Pane che si impregnava d’olio.
Noi che non sapevamo cos’era la morale, solo che era sempre quella.. Fai merenda con Girella..
Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.
Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.
Noi che sapevamo sempre quando erano le 4 perché stava per iniziare BIM BUM BAM.
Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c’era Happy Days.
Noi che il primo novembre era ‘Tutti i santi’, mica Halloween.
Carlo
Leonardo, la cosa sembra più complessa (e per certi aspetti più odiosa). E non può essere letta solo come dici tu (simpatie politiche a parte). Non posso dire altro.
In realtà, tutto ciò – parere mio – dimostra il fallimento (per la Chiesa), a vari livelli, del progetto ruiniano (inclusa l’illusione di poter tenere a bada e persino indirizzare, in Italia, questa politica).
ps. non lavoro con i preti (ma non mi dispiacerebbe… dipende dal contesto professionale) e non ci trovo niente di “opportuno”, da cristiano, in quello che si sta muovendo.
dal pezzo sul “caso Boffo” di Gabriele Villa (asceso nella redazione de Il Giornale, per aver proposto e ottenuto una pagina sul golf, dice lui sul suo blog):
“Ma le chiacchiere non bastano a crocefiggere una persona. O meglio bastano, sono bastate, solo nel caso di due persone: Gesù Cristo per certi suoi miracoli e, più recentemente, Silvio Berlusconi per certi suoi giri di valzer con signore per la verità molto disponibili”.
Memorabile…
Del dito, avete osservato tutto, compresa la sporcizia sotto le unghie … quand’è che parliamo della luna?
parla delle Luna, dai. Vediamo.
Già fatto, mi sembrava. Se il direttore del quotidiano della CEI ha effettivamente patteggiato cinque anni fa una condanna per molestie è grave che si sia fatto finta di niente. Si potevano fare due cose, una prudente e l’altra nobile.
Quella prudente, farlo dimettere non appena saputa la cosa, (e allora sì che sarebbe stato giusto cercare di tenere in ombra la cosa, perché nessuno dovrebbe essere sputtanato).
Quella nobile: dichiarare il fatto, dire che nel cristianesimo il problema non è l’impeccabilità ma la fede, e tenerselo perché è bravo (se è bravo: questo non lo so, ma immagino di sì).
Cercare di far le cose di nascosto, come spesso amano i preti, è imprudente e ignobile. (Come quando il povero cardinale Daniélou morì a casa di una prostituta, dove sarà sicuramente andato a fare del bene, e dissero che era morto per strada).
Comunicato di Dino Boffo, direttore di «Avvenire»
La lettura dei giornali di questa mattina mi ha riservato una sorpresa totale, non tanto rispetto al menù del giorno, quanto riguardo alla mia vita personale. Evidentemente «il Giornale» di Vittorio Feltri sa anche quello che io non so, e per avallarlo non si fa scrupoli di montare una vicenda inverosimile, capziosa, assurda. Diciamo le cose con il loro nome: è un killeraggio giornalistico allo stato puro, sul quale è inutile scomodare parole che abbiano a che fare anche solo lontanamente con la deontologia. Siamo, pesa dirlo, alla barbarie.
Nel confezionare la sua polpettona avvelenata Feltri, tra l’altro, si è guardato bene dal far chiedere il punto di vista del diretto interessato: la risposta avrebbe probabilmente disturbato l’operazione che andava (malamente) allestendo a tavolino al fine di sporcare l’immagine del direttore di un altro giornale e disarcionarlo. Quasi che non possa darsi una vita personale e professionale coerente con i valori annunciati. Sia chiaro che non mi faccio intimidire, per me parlano la mia vita e il mio lavoro.
Al direttore del Giornale ora l’onere di spiegare perché una vicenda di fastidi telefonici consumata nell’inverno del 2001, e della quale ero stato io la prima vittima, sia stata fatta diventare oggi il monstre che lui ha inqualificabilmente messo in campo. Nella tristezza della giornata, la consapevolezza che le gravi offese sferratemi da Vittorio Feltri faranno serena la mia vecchiaia.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali
In merito alle accuse sollevate oggi da un quotidiano, si intende confermare piena fiducia al dott. Dino Boffo, direttore di Avvenire, giornale da lui guidato con indiscussa capacità professionale, equilibrio e prudenza.
Ma guarda un pò?
Grazie Moralista di documentare quello che era ovvio,
ma una volta istillato il dubbio,
adesso si continuerà a lavorarci sù.
Quel direttore è bravissimo a confezionare verità molto personali,
su commissione del proprio padrone?
Boh!
Ai posteri l’ardua sentenza….
coincidenze
http://www.corriere.it/politica/09_agosto_28/berlusconi_bertone_salta_cena_perdonanza_1ff948ec-93c5-11de-8445-00144f02aabc.shtml
matteo (e Leonardo), non difendo Boffo come direttore né come “pensatore”… non sono quasi mai stato in linea con la linea di Avvenire… è molto preoccupante “il movimento di truppe” e quello che si vuol ottenere…
Io non ho mai condiviso la linea di Avvenire,
mi interessa soltanto registrare i fatti…
chi tocca la corrente…. muore
… se è cristiano, potrebbe accettare di morire sapendo di risorgere. Se è cristiani.
Ma non mi pare che in questi anni sia andata di moda questa soluzione…
Contrordine!
In Vaticano hanno letto l’artticolo di Mancuso e il tete a tete di stasera tra i due massimi statisti è annullato.
Sostituisce il caimano SE il Nobiluomo si Sua Santità.
Che pena!
Ah!
L’italia,
che gran teatro!
tutti con la propria parte.
Peccato,
oggi L’Aquila avrebbe avuto due rappresentanti per un unico Sovrano.
Traduzione del comunicato di Boffo: purtroppo è tutto vero. Così, almeno, io capisco il fatto che: a) non si parli di immediata querela per calunnia; b) si ammetta obliquamente «una vicenda di fastidi telefonici consumata nell’inverno del 2001». Ma per favore: che cosa sarebbero i “fastidi telefonici”? e se era la “prima vittima” perché ha patteggiato una condanna, con una sia pur lievissima pena?
Il resto (“killeraggio politico”, “polpettone avvelenato”) son chiacchiere. Uguali e identiche a quelle di Berlusconi e dei suoi quando qualche magistrato gli va attorno. Poi che Il Giornalei sia assunto l’incarico (ben retribuito) di sparare ad alzo zero contro i nemici del suo padrone è senz’altro vero. Fa la stessa cosa che Repubblica fa per il suo.
Strabiliante è invece il comunicato CEI. Non spende una parola per definire le accuse del Giornale (!?!?!?) e conferma la fiducia a Boffo, per la sua “indiscussa capacità professionale, equilibrio e prudenza”.
Questo potrebbe sembrare qualcosa di simile all’atteggiamento che auspicavo io (Boffo avrà le sue magagne come tutti, ma è bravo e ce lo teniamo), ma temo fortemente che sia tutt’altro.
Le donne hanno sempre una marcia in più di noi, quando si tratta di sospettare, e mia moglie, che è molto intelligente, quando le ho raccontato la vicenda, ha subito detto: “si vede che c’è qualcuno, sopra di lui, altrettanto compromesso”. Forse anche il moralista alludeva, in modo opaco, a qualcosa del genere in uno dei messaggi precedenti?
Quod Deus avertat!
Ma Luigi, sarà tornato dalla cavalcata?
Dai e dai questi meeting estivi produrranno quel tanto che basta per ottenere l’agognata Prelatura Personale.
Così finalmente CL e i suoi seguaci troveranno pace e noi pure.
Che rivoluzione oggi !!! Mi piace l’articolo di Mancuso, autore che di solito non apprezzo; la CEI si rende protagonista di una mossa politicamente opportuna; e – addirittura – la moglie di Leonardo riesce a far dismettere al consorte i michelangioleschi panni di guardia svizzera per ammettere che qualche volta qualche erroruccio lo fa pure la Chiesa… Anche se la questione che la apprezzata moglie velatamente suggerisce (cioè che “qualcuno, sopra di lui è altrettanto compromesso” (leggi, con il medesimo coinvolto?)” sarebbe terribile !!! Serve una rivoluzione dei costumi: san Francesco aiutaci !
Moralista, quello che tu sai, ma non dici; e che Leonardo non sa, ma dice, è inquietante!!!
Ringrazio l’impareggiabile Clodine per le belle parole riservatemi, anche se ti debbo confessare, Clo, che nulla è più lontano dal mio “curriculum” scolastico della figura deamicisiana di Garrone: ero abbonato all'”otto” in condotta, ed un trimestre presi pure “sette”, sono stato “rimandato” a settembre (quando ancora s’usava “rimandare a settembre”) due volte, sono stato “sospeso” due volte e non mi perdevo uno sciopero, un corteo od un’assemblea; insomma, ero quel che si dice una “teppa” !
Saluto anche, nell’occasione del mio rientro, altri “veterani” del “pianerottolo”, quali Mattlar, Francesco73 e Raffaele Savigni (condivido, Raffaele, alcune tue riflessioni sul Congresso del PD) ed abbraccio l’amico Sump, che sono certo che continua a leggerci in silenzio.
Nel merito del “post”: giustissima l’osservazione contenuta nell’intervento delle ore 12.03 di Moralista; dai fatti di queste ultime settimane, e, in particolare, di questi giorni la Santa Sede ed i vertici della CEI avranno modo (spero) di riflettere sul carattere e, soprattutto, sull’esito fallimentare dell’impostazione “lobbystica” (non saprei come altrimenti definirla) data alla loro politica di questi ultimi anni dal Cardinale Ruini.
Buona notte !
Roberto 55
Nessuno tocchi Ruino
caro roberto,
ricambio caramente il tuo saluto,
matt