L’orrida caccia a Gheddafi – come fosse un topo da schiacciare nel buco a furia di bombe – è alle ultime battute e mi torna all’orecchio una preveggente conversazione con Tonino Guerra, di cui ho riferito in un post del 25 febbraio. “Scapperà appena possibile” diceva uno di noi in visita alla sua casa incantata di Pennabilli. “Non scapperà, vedrete” replicava Tonino: “quello è uno che piuttosto sceglie di morire: quando la vita degli altri vale per qualcuno così poco, finisce che anche la propria vita perde valore e la sfida al destino prevale su tutto”. Tra poco sapremo se Tonino il saggio aveva visto giusto.
Gheddafi Tonino Guerra e la sfida al destino
6 Comments
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Mah, è probabile, ma è più probabile che si tolga la vita perchè gli sarebbe intollerabile vivere da misero …
Credo però sia molto più probabile – invece – che Gheddafi ami moltissimo la sua vita e (soprattutto) quanto possiede e quindi troverà sempre qualcuno (prezzolato) compiacente.
“Orrida caccia” ed è vera questa definizione, ma non voglio pensare sia una caccia che punta alla morte di Gheddafi.
Mi chiedo anche come si potrebbe definire quanto ha fatto Gheddafi.
Si potrebbe mettere come scudo umano sugli impianti strategici libici oppure si potrebbe autoimbarcare in un barcone di migranti destinati all’italia come rappresaglia.
Ma quanti figli ha? Ne hanno catturati almeno una mezza decina, uccisi almeno un paio, inseguiti altrettanti … qui si perde il conto oltre la dozzina… e sembra davvero che anche della carne della propria carne al Rais importi ma fino ad un certo punto…
Non saprei. Ne conosco solo uno che si chiama “Pier Muhammar Gheddafi”.
Beh, il primo a parlare di “topi da schiacciare” è stato Gheddafi, con allusione agli insorti. Finora ha rifiutato ogni proposta di trasferimento all’estero per evitare possibili bagni di sangue: non capisco perché non abbia voluto risparmiare al suio popolo tante sofferenze… Il leader tunisino ha accettato di ritirarsi; e così fece lo scià di Persia nel 1979, sia dpure dopo vari massacri. “Errare humanum est; perseverare diabolicum”. Anch’io preferisco evitare soluzioni tipo “piazzale Loreto” (o anche come l’uccisione del tiranno rumeno Ceausescu); ma se Gheddafi dovesse finire uccisp possiamo dire che se l’è cercata,. Perché tanto attaccamento al potere dopo oltre quarant’anni di esercizio illimitato di esso? I tragici greci parlavano di una sorta di “hybris” che si impadronisce della mente dei potenti.
[…] Quando è venuta la sua ora avrebbe potuto tentare diverse vie ma le ha scartate tutte e ha voluto morire sul campo. Avviene spesso, tra gli uomini. Dal dittatore in fuga al soldato circondato, al bandito che salta dalla finestra sparando ai poliziotti, all’ergastolano che si espone ai tiratori scelti con l’inutile coltello alla gola della guardia che ha preso in ostaggio. In questi mesi ho sempre pensato che sarebbe finita così, trovando vere le parole che ho udito da Tonino Guerra il 25 febbraio, quando la caccia al dittatore era appena avviata: “Quello è uno che piuttosto sceglie di morire: quando la vita degli altri vale per qualcuno così poco, finisce che anche la propria vita perde valore e la sfida al destino prevale su tutto” [Gheddafi Tonino Guerra e la sfida al destino]. […]