Ieri il Papa emerito è rientrato in Vaticano dopo i quattro giorni passati a Regensburg, dove ha fatto visita al fratello maggiore don Georg di 96 anni, aggravato in salute. Nel primo commento i dettagli della visita, nel secondo una mia nota sulla libertà nelle decisioni della quale Joseph Ratzinger ha sempre dato prova, nel terzo esulto in nome della libertà.
Joseph Ratzinger 93 anni pieni di decisioni inaspettate
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Ha visto l’Istituto che porta il suo nome. L’aereo di Stato italiano Falcon 900, proveniente da Monaco di Baviera, con a bordo il Papa emerito, è atterrato all’aeroporto di Ciampino poco prima delle 13 di ieri mattina. Benedetto era stato salutato in aeroporto dal governatore della Baviera, Markus Soeder. Ad accompagnarlo all’aeroporto era stato il vescovo di Regensburg Rudolf Voderholzer. Il Papa emerito era partito da Roma giovedì 18. «Quello tra i due fratelli – ha scritto la Curia di Regensburg in una nota – è un incontro confortante e commovente. L’incontro dei fratelli è una fonte di forza per entrambi». Nei quattro giorni l’emerito ha visto più volte il fratello – che gli è maggiore di tre anni – presso la sua abitazione, ha rivisto i luoghi cari alla sua famiglia, in particolare il cimitero di Ziegetsdorf dove sono i genitori e la sorella Maria, e la sua casa di Pentling, alla periferia di Regensburg, che abitò negli anni della docenza all’Università, e che ora è sede di un Istituto che porta il suo nome. Tra i colloqui di queste giornate anche quello con il nunzio in Germania Nikola Eterovic, che negli anni del pontificato di Ratzinger era stato segretario del Sinodo dei Vescovi.
Libertà nelle decisioni. Segnalo con i soli titoli, come in un sommario, le decisioni libere di Ratzinger prese da cardinale, da papa, da emerito. Lo faccio tenendomi a quelle a mio parere più rilevanti, ma ce ne sono altre.
Da cardinale. Essendo prefetto della Congregazione per la Dottrina manifestò pubblicamente un sostanziale dissenso dalla riforma liturgica di Paolo VI [in particolare per il nuovo messale che a suo parere era in discontinuità con il vecchio] e dalla Giornata di Assisi di Giovanni Paolo II. Sempre rivestendo quella carica non ebbe remore a pubblicare testi teologici affermanti una propria “scuola” dottrinale, cosa che nessun predecessore aveva osato.
Da Papa. E’ stato il primo a pubblicare veri libri-intervista e una trilogia su “Gesù di Nazaret” con la quale prolungava nel Pontificato la libertà di opinione teologica già attestata da responsabile della Dottrina. E ovviamente è stato il primo in epoca moderna a osare la “rinuncia al ministero di Vescovo di Roma”.
Da Papa emerito. Ha espresso con inaspettata libertà e frequenza la sua opinione su questioni disputate, sull’interpretazione del proprio Pontificato, sul Conclave seguito alla sua rinuncia, sulla figura del successore. Il breve rientro in patria è solo l’ultimo e il minore segno di quella libertà.
Gratitudine per tanta libertà. Pubblicare da Papa libri di teologia era di più che andare in montagna a sciare: Papa Ratzinger è un passaggio essenziale per intendere la più importante tra le novità apportate da Papa Bergoglio, che è il pieno esercizio del diritto di opinione personale. I Papi della tradizione non avevano patria nè opinioni. Hanno iniziato ad averle con i Papi del Concilio. In questo recupero di soggettività personale io vedo un passo decisivo nella liberazione della figura papale dal peso della storia. In tale processo le distanze più lunghe le hanno coperte in progressione crescente Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio.
Ogni papa è adatto al periodo nel quale è vissuto.
Rif. 11.07 – Con grande rispetto
E’ con grande rispetto ed affetto che bisogna parlare, oggi come ieri, di papa Ratzinger. E usufruendo della possibilità di avere non opinioni teologiche discordanti (che non so sostenere) ma grezzi appunti di senso comune, mi permetto di dire che la trilogia su Gesù di Nazaret è stata certamente utile a qualcuno ma non mi pareva necessaria né urgente né confutante. Circolavano già a iosa saggi di diverso livello atti a ridimensionare, per esempio, il non poco di fiabesco che c’è nei racconti evangelici dell’infanzia. Che qualche cattolico abbia avuto bisogno di un così alto nome per avviarsi timidamente a una lettura minimamente critica e “di fede” del Vangelo non è di grande consolazione. E forse le cose sarebbero anche peggiori senza la grande riforma liturgica voluta dal Concilio e concretizzata da Paolo VI.
Credo che quando avremo un atteggiamento di giusto distacco emergerà sempre di più il ruolo del Cardinal Ratzinger – Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede – Sommo Pontefice – Benedetto XVI come soggetto che ha perseguito il ridimensionamento, già portato avanti dal suo predecessore, del Concilio Ecumenico Vaticano II. In particolare, anche se non solo, il motu proprio Summorum Pontificum sarà ricordato come grimaldello per far crollare l’edificio conciliare a partire dal ridimensionamento della riforma liturgica. I tre volumi ricordati da P. Luigi Arrigoni come testi con lo scopo di sminuire il metodo storico critico nella lettura e comprensione dei testi biblici, mentre la dichiarazione Dominus Jesu
con il fine di colpire il dialogo interconfessionale e interreligioso.
Acquisizioni che sembravano definitive e indiscutibili sono state messe pesantemente in discussione, creando difficoltà e sconcerto nel popolo di Dio.