Circostanze agostane mi hanno portato oggi a una messa ambrosiana e ho trovato straordinario il monito agli eletti o prediletti che era proposto da ciascuna delle tre letture e più ancora dalla loro sequenza. Nei commenti segnalo i testi e do qualche spunto di loro lettura guardando alla scena del mondo vicino e lontano.
Oggi mi arriva un forte monito dalla messa ambrosiana
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Domenica XIIIa dopo Pentecoste – Anno B del Rito Ambrosiano.
2 Cronache 36, 17c-23
Romani 10, 16-20
Luca 7,1b-10
Ciro ricostruisce il Tempio. Ciro, re di Persia (che la storia considera un imperatore di successo, non un benefattore) dice: “Il Dio del cielo mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme”. Il tempio, orgoglio e simbolo del popolo di Israele, viene ri-costruito non dagli esuli che hanno ansiosamente sospirato il ritorno a casa anche per questo, ma da un re pagano, su incarico, quasi on-line, di Dio stesso.
Paolo come già Isaia. Paolo citando Isaia scrive: “Io (Dio) sono stato trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me”. Non lo trovano quelli che lo cercano, non lo scorgono quelli che chiedono di lui: lo trovano quelli che lo ignorano e quelli che di lui se ne sbattono.
Neanche in Israele. Il brano del centurione di Cafarnao, di Luca, è chiaro: “Neanche in Israele ho trovato una fede così grande”. Se neppure in Israele, tanto meno fuori Israele; solo ha trovato una fede grande in questo centurione romano, che ha caro il servo, che vuol bene al popolo e che – forse senza contributi dei cittadini e senza tangenti per i costruttori – ha messo in piedi la sinagoga del posto. Come se un sindaco oggi, senza gravare sul bilancio del suo comune, facesse edificare una piccola moschea. Immaginiamo oggi un prete milanese in una chiesa della diocesi che, per incitare i suoi fedeli, dice: solo in un musulmano ho trovato una fede grande, non in voi. Saremmo in molti a dirgli: almeno questo tienilo per te, dillo in privato; non in pubblico davanti a bravi cristiani che mantengono la loro chiesa e vanno a messa.
Ci sono molti temi nei post di Luigi, anche forti e oggetto di contrasti e di diversità di vedute. Dio che viene trovato da quelli che non lo cercano (quante volte si è discusso della possibilità o impossibilità di trovare la salvezza anche fuori dalle mura); un re pagano che costruisce un tempio per gli ebrei (la religione che deve poter essere vissuta e praticata da tutti, non a condizione di reciprocità); la fede del centurione che costruisce la sinagoga. Sono apprezzabili le intenzioni, tuttavia colgo nelle similitudini una semplificazione eccessiva (forse inevitabile?), a cominciare dall’ultimo esempio, non perfettamente calzante; perché il centurione era un occupante straniero, per cui si dovrebbe pensare non ad un sindaco che costruisce una moschea (piccola, quasi a non sbilanciarsi troppo) ma ad un imàm che costruisce una chiesa. E francamente la cosa mi pare abbastanza difficile. Anche la fede del centurione, era nei confronti di un uomo in carne ed ossa, non nella religione che nei secoli gli è stata costruita intorno, senza stare qui a discutere sulla natura della Chiesa e su quanto di buono e di indispensabile venga in essa considerato da ogni buon cattolico. Colgo, infine, nel tono dei post una sorta di timore, quasi un voler giustificare attraverso le similitudini riportate, appunto, quel che invece dovrebbe essere scontato ed accettato senza riserve. Non escludo che tale impressione sia dovuta a me che leggo, ma in una realtà piena di esitazioni e di tentennamenti, mi troverebbe più in sintonia un bel taglio al nodo, che arrivasse dritto al punto: il Vangelo non ammette calcoli, timori, strategie o benaltrismi. E’ ciò che dice e che fa il papa, subendone tutte le conseguenze.
“IL Vangelo.non ammette calcoli, timori, strategie e benaltrismi.
Ma i gesuiti.sono maestri di calcoli, strategie ,benaltrismi.Vedi Amoris Laetitia dove il dettame evangelico dell’indissolubilita’del marrimonio , cosi’chiaro e limpido, e’ complicato e confuso dalle possibili interpretazioni contraddittorie.
Vedi padre Sosa che alla domanda sulle parole di Gesu’ sul.matrimonio “chiunque lascia la moglie o il.marito e ne sposa un altro commette adulterio” ha risposto “non sappiamo se davvero Gesu’ha pronunciato queste parole perche’ai tempi non c’erano i registratori”.
I gesuiti sono sempre stati i primi a “interpretare”il Vangelo secondo le proprie strategie .
E le conseguenze di solito le pagano i fedeli cattolici.
E’ una visione che rammenta molto l’afflato religioso di Tolstoj e il suo “”Vangelo secondo Tolstoj” . Cosa dice Tolstoj riguardo la fede: la svuota di ogni anelito, speranza , fiducia in quanto la riduce ad uno stato particolare dello spirito o alla presa di coscienza dell’uomo. In prospettiva Tolstoj attribuisce alla fede la valenza di religione con una duplice implicazione: ‘religione’ come fenomeno esterno e ‘fede” avvertita come fenomeno interno. Ne consegue che la fede, in rapporto con il mondo finito e infinito, determina un tipo di consapevolezza che libera l’uomo, in qualche misura, e gli consente di dirigere le proprie azioni bene come nel male. E’ un pensiero che influenzò intellettuali del suo tempo , che riemerge , oggi inconsapevolmente ma fortemente. Una sulle domande primarie, “di senso” che lo separarono dalla Chiesa, criticata aspramente fino a toni blasfemi che gli valsero la scomunica.
Sarà Soloviev nel “il racconto dell’Anticristo” a contestare il pensiero tolstojano punto per punto con parole che rispondo anche al tema proposto da Luigi.
Soloviev (filosofo di altissimo profilo) nel “Il racconto dell’Anticristo” condensa ogni possibile diatriba in un solo punto concreto: la Resurrezione di Cristo, cuore di ogni totale visione del mondo” . Il Vangelo di Tolstoj, che si basa sul discorso della montagna distorcendone il messaggio, le prerogative, espungendo tutte le frasi che non sono d’accordo con la sua prospettiva afferma che “per essere attuale -il discorso della montagna- non si ha alcun bisogno di Cristo, del figlio di Dio vivente”. Non c’è posto per Cristo né per l’uomo Dio,né per la sua Resurrezione dai morti.
Si parlava di fede, ma credo che nulla, neppure la fede più ardente ha senso alcuno se avulsi dall’unica vera ricchezza: la persona adorabile del Salvatore.
Oggi, di discepoli di Tolstoj inconsapevoli è piena la Chiesa, il mondo, la cristianità.
“Verranno giorni -dice Soleviev- in cui nella cristianità si tenderà a risolvere il fatto salvifico in una serie di valori facilmente esitabili sui mercati mondani: il cristianesimo ridotto a filantropismo, il messaggio evangelico identificato nell’impegno al dialogo tra le religioni, esortazioni a rispettare la natura, alla ricerca del benessere ecc…Cose buone. Certo, ma è nell’identificazione il tarlo, la crepa, la frattura.”
La Chiesa del Dio vivente scambiata per una organizzazione benefica organizzatrice, questa è l’insidia mortale che si profila per la famiglia dei credenti dal sangue di Cristo. Pericolo dal quale guardarci…Un modo di pensare che rammenta il Vangelo di Tolstoj
@dei Redenti dal sangue di Cristo…oltre che credenti…
Rileggendo il testo di Sololiev “il Racconto dell’Anticristo” , che già avevo letto nella forma integrale, e confrontarlo con quanto avviene oggi, realmente, trovo stupefacente la grande profezia che racchiude. “Il Racconto dell’Anticristo”, scritto e pubblicato nel 1900 è uno spaccato perfetto dell’attuale situazione mondiale in cui la persona dell’ Anticristo si staglia potente, chiara, dai contorni perfetti , nitidi..
Forse è fuori contesto rispetto al tema proposto da Luigi, ma è davvero un testo straordinario…
Leggetene qualche pagina, invio il PDF.
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2014/07/IL-RACCONTO-DELL-ANTICRISTO-V.Soloviev.pdf
” Il suo Anticristo irrompe in una storia umana desacralizzata, svuotata di orizzonti trascendenti, agendo nel vuoto, in una frammentazione orizzontale di religioni, culture, popoli, accogliendo ogni aspetto del reale ma spogliandolo al tempo stesso del suo significato essenziale. In questo senso l’Anticristo di Solov’ëv, portatore di un’ideologia conciliatrice, ‘inclusiva’, capace di una quasi infinita capacità di allontanamento dalla Verità, appare particolarmente attuale e minaccioso oggi, nell’odierno deserto del senso e dei valori”
“il tema proposto da Luigi” è proposto dalla liturgia.
Che nulla, ma proprio nulla ha a che fare, con il tema dell’anticristo e compagnia cantante.
Rif. 19 agosto ore 23.58 – Micidiali ambrosiani
Il rito ambrosiano è strambo (oltre che, spesso, inutilmente diverso dal rito romano). Alla domenica costruisce la liturgia della Parolas sulla base della prima lettura (Antico Testamento),talora scegliendo brani di uso non diffuso. E sul tema della prima lettura si determinano la seconda lettura e il vangelo, facendo saltellare ogni domenica da un evangelista all’altro.
Ieri risultava un mix con effetto davvero provocatore. Nemmeno il papa, così spesso accusato di voler bene a non cristiani e atei, sarebbe stato capace di mettere insieme testi così mirati. Imprevedibili ambrosiani.
Infatti se Lorenzo avesse letto il testo -che è espunto dai “tre dialoghi”- di Soloviev si sarebbe accorto che il tema centrale non è l’Anticristo, ma la fede e il conseguente monito agli eletti o prediletti, che poi è il tema proposto da Luigi e da ciascuna delle letture del Rito Ambrosiano, anno B XXIII Domenica dopo Pentecoste.Un Rito che non è strambo, ma di difficile digestione per chi non riesce a cogliere il senso profondo che veicolano le tre letture.
2 Cronache 36, 17c-23
Romani 10, 16-20
Luca 7,1b-10
Non si tratta di voler bene a non cristiani e atei, il punto centrale è Cristo unico Salvatore e Signore della storia. E’ il Risorto e l’approccio che si ha, o non si ha al Suo mistero salvifico,al suo Pensiero. Questo è il punto centrale dei testi ambrosiani. Il focus di queste letture è il Signore che prende l’iniziativa, si muove:incrocia le strade dell’esilio lungo le quali l’umanità nel suo incedere si disperde, continuamente. Tutto è visitata dalla iniziativa di Dio.
Nelle Cronache del Deutero Isaia, la figura di Ciro è emblematica: figlio del dio Marduck rammenta. neppure vagamente l’unto del Signore. Il suo nome viene accostato al titolo Messia, di Pastore perché Dio ha sollevato la sua destra.Restituisce i deportati di Nabucodonosor del 589 alla loro terra, faranno ritorno -gli esuli- alla terra promessa, ma non tutti. Anche in questo caso sarà la fede a fare la differenza, né sarà facile , benché avessero portato gli arredi con l’intento di ricostruire il Tempio dare corpo a questa santa iniziativa che avvenne solo dopo 18 anni dall’editto di Ciro, ce lo narrano i profeti Aggeo e Zaccaria.
Idem Paolo, nella citata lettera ai Romani al capitolo 10,16-20 non fa che rimuginare sul senso della fede. Tutto il capito 10 da cima a fondo è improntato al tema della fede e del popolo disobbediente che si contraddice. Il suo pungolo resta : l’inganno di uno zelo senza luce, che porta a nulla.
Stesso concetto nel passo di Luca. Stesso diapason: la fede del centurione che riporta in luce i “puri di cuore”.
Inizio dell’attività missionaria di Cristo appena finito di dettare il discorso della Montagna (ed è per questo che cito Tolstoj il quale affronta la Magna Carta nella totale immanenza. Una interpretazione divisiva che ha, a tutt’oggi ampio seguito) dicevo al capitolo 7 di Luca Cristo entra in Cafarnao e trova una città ostile sopra la quale incomberà l’anatema. Solo il Centurione vedrà in Lui la Via, la verità, La vita, in una parola la fede .
Di questo intendevo parlare.
Di Gesù Cristo il figlio di Dio, che non è traducibile in una serie di progetti omologabili con la mentalità corrente. Lui è la pietra sulla quale ci si va a sfracellare. Il cristianesimo è un avvenimento che sostiene dei valori irrinunciabili, ma ci sono valori sostanziali assoluti, trascendentali – il vero il bene il bello il giusto- e chi li percepisce e li onora e li ama, onorerà e amerà Gesù Cristo anche se non lo sa, perché Egli è la Verità è la bellezza, è Tutto. Accanto ci sono altri valori: il rispetto per la natura la pace, e quant’altro che meritano un altro tipo di riflessione.
Valori che possono diventare per i non cristiani un approccio che li avvicina a Cristo ma se si contrappongono all’annuncio del fatto salvifico allora, seppur nobili, diventano istigazione e ostacolo alla salvezza. Dipende dalla fede. Se un cristiano, per amore di buon vicinato stempera il fatto salvifico nel conseguimento di traguardi secondari si preclude Gesù Risorto si trova dalla parte dell’apostasia e consuma il peccato dell’idolatria, si pone dalla parte dell’anticristo precludendosi la salvezza. Questo era il senso dei miei post
Nella prefazione al libro di Soloviev racconta che in qualche governatorato della Russia si era formata una nuova religione e descrive gli adepti i quali, allorché ebbero fatto nella parete dell’isb a un buco al muro,appiccicavano a questo le labbra e ripeteva : ” isba mia, buco mio salvatemi “. In questa incredibile aberrazione c’era però un prete che ricorreva al preciso significato dei termini: l’Isba, la chiamava “Isba” e il buco lo chiamava buco. Nel nostro mondo invece c’è di peggio: siccome ha perduto la sua antica schiettezza, l’ Isba ha ricevuto la denominazione di Regno di Dio in terra, quanto al buco lo si è cominciato a chiamare il nuovo Vangelo. Oggi siamo alle prese con la cultura della libertà, con una teologia senza contenuti. di apertura: il buco,appunto. I teologi dicono che è necessario essere liberi perciò solo contenuti esistenziali, ed è questa la tragedia del nostro tempo. Un grande buco sostituisce l’ingannevole etichetta di cristiano.
corrige:Domenica XIIIa dopo Pentecoste – Anno B del Rito Ambrosiano.
“Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, perché aveva molti beni.”
Era un uomo ricco, la ricchezza faceva parte della sua vita e gli aveva anche consentito di essere onesto e di osservare i Comandamenti. Gli fu detto di vendere tutto e di darlo ai poveri, perché era la ricchezza ciò a cui teneva di più. Io penso che se non sei disposto a perdere tutto ciò che a te pare importante, perfino a spianare la strada che hai percorso per cercare di raggiungere la Verità, quella strada non ti ha portato a nulla.
Lorenzo ha letto tutto quello che c’era da leggere nei commenti precedenti.
Ha capito la solfa che si è voluta rigovernare.
Ribadisce che tutta la brodiga non c’entra un cappero con lo spirito, la lettera e il significato delle tre letture – chiarissime, peraltro – della liturgia ambrosiana di domenica scorsa .
Il mix davvero provocatore, per usare le parole efficaci di Amigoni, certo realizzato in tempi non sospetti di bergoglismo, dovrebbe per una volta semplicemente farci accusare il colpo e farci dire, come francamwente ammette Accattoli: da qui mi arriva un forte monito.
Non girare la frittata e andare a parare da tutt’un’altro cantone, lungo pascoli di personali gramignelle spirituali nostre.
E quale sarebbe il “monito”, ce lo dica Cuffini. Lei non ha letto un bel niente, e neppure conosce per le letture in sequenza del Rito Ambrosiano, non ne conosce il senso, parla di “provocazione” senza sapere in merito a cosa a chi…forse alle sue “gramignanelle”, anche meno, spirituali, che magari ne avesse, anche solo l’ombra sarebbe già una gran cosa..
Purtroppo l’unica provocazione è la seguente
In Russia Si era formata una nuova religione, gli adepti i quali, allorché ebbero fatto nella parete dell’isba un buco al muro,appiccicavano a questo le labbra e ripetevano : ” isba mia, buco mio salvatemi “. In questa incredibile aberrazione c’era però un prete che ricorreva al preciso significato dei termini: l’Isba, la chiamava “Isba” e il buco lo chiamava buco.
Nel nostro mondo invece c’è di peggio: siccome ha perduto la sua antica schiettezza, l’ Isba ha ricevuto la denominazione di Regno di Dio in terra, quanto al buco lo si è cominciato a chiamare il nuovo Vangelo. Oggi siamo alle prese con la cultura della libertà, con una teologia senza contenuti. Di apertura, il buco,appunto. I teologi dicono che è necessario essere liberi , perciò concentriamoci solo sui contenuti ESISTENZIALI è questa la tragedia del nostro tempo.
Un grande buco sostituisce l’ingannevole etichetta di cristiano.
Ma legga il post preparato da Luigi Accattoli questa mattina sugli abusi: più di mille creature abusate dagli uomini di Chiesa nell’arco di settanta anni ma lo capisce o no la disperazione, la gravità di questa enorme tragedia, embeh non si pone la domanda, non le viene il dubbio cosa può esserci dietro questi orrori ?
Non C’è forse l’assenza totale di Conversione, di Metanoia, di profondo radicale mutamento dei cuori dell’anima della mente, non c’è la totale assenza di FEDE nel Risorto, e lei ancora sta qui rompendo le scatole a Clodine a Maria Cristina Venturi a Zezza a Federico…ma la pianti per favore e s’inginocchi, muto, supplice dinnanzi a Dio Onnipotente, s’inginocchi, come ammonisce il Papa, e come chiunque sente il dolore cocente di questa tragedia immane, c’è ben di più di ogni umana tragedia, più di quella di Genova, più di ogni alluvione e sciagura sotto il cielo: siamo all’apoteosi…
Luigi Accattoli:
“Oggi mi arriva un forte monito dalla messa ambrosiana”.
Della provocazione, come ho ricordato, parla Amigoni
Svegliati un po’, Claudia Floris Leo.
Non è mai troppo tadi
All’esaltazione del male…al colpo di coda del dragone, di Lucifero, padre dei compromessi diabolici e di ogni vergogna, vivere nell’ipocrisia non fa bene alla Chiesa, né porta a creare una comunità sana, anzi, si incoraggia la dittatura dei bigGim, del fasullo, del nulla che avanza e incarna pienamente la società in cui siamo …quella del genitore 1 e del genitore 2…e altre aberrazioni che gridano vendetta.
Ma piantala di baloccarti coi paroloni….
e di continuare ad addurre argomenti che c’entrano un canestro di fichi secchi con quello di cui si stava parlando.
Semplicissimo.
Piantala lo dica a sua madre, a sua moglie e a sua figlia se ne ha una,e se glielo permettono. Io no! Perciò quel “piantala” se lo può ficcare tranquillamente in quel posto. Non argomento mai fuori contesto,il tema non è l’immigrazione come vorrebbe lei Cuffini. Perché vorrebbe che tutto verta sull’immigrazione: se parlavo d’immigrazione allora i paroloni c’entravano, ma siccome non parlo d’immigrazione c’entrano i fichi e il canestro.
Gli argomenti c’entrano molto più di quanto immagina, personalmente non vedo mix provocatori, in nessuno dei testi s’intravede neppure in filigrana qualcosa di provocatorio o che rammenti vagamente l’immigrazione. Si parla di fede, il Vangelo di Luca parla di FEDE, la lettera ai Romana parla di FEDE…poi, sul perché Dio scelga il Re di Persia piuttosto che il Re dei Medi, il Centurione anziché uno zelante ebreo, Giacobbe più che Esaù, Rebecca invece che Lia, sono affari SUOI; LUI SOLO E’ L’ONNIPOTENTE.
Siamo abituati a comprendere l’onnipotenza di Dio come gioco-forza a confronto con altri “poteri”. Ma il primato di Dio nel mondo non si realizza attraverso una rivalsa sul potere umano, ficcatevelo bene in testa. Altro che mix esplosivo, mix esplosivo un corno!
Svegliata male?
Nessuno ha parlato manco lontanamente di immigrazione in riferimento a questo post.
Vedi di darti una snebbiata alla capoccia.
Continui ad “argomentare”(??) esclusivamente fuori contesto.
“Non è sciocco chi ostenta di essere tale, ma colui che davvero lo è. Ma sciocco due volte chi non sa riconoscere gli sciocchi, e più ancora chi, dopo averli riconosciuti, non li allontana dalla sua strada”
Bon voyage Lorenzo Cuffini.
P.S
Aforisma tratto da “El saggio , El Discreto, 1646 di Baltasar Gracián y Morales. Gesuita, scrittore e filosofo spagnolo 1601 – 1658, inviso all’Ordine per la sua proverbiale sincerità e acribia il quale, alla stesura della parte dell’opera ” El Critico” ovvero “IL criticone” (1651-57) che causò la sua definitiva caduta in disgrazia, venne cacciato dall’Ordine…..
Fuori tema?
Completamente.
Ma sempre mejo che sentirti sproloquiare di anticristi e dar aria ai denti sulla metanoia a vanvera.
Merci.
Adoro il pensiero divergente che per ovvie ragioni di apprendimenti è precluso agli asini e agli sciocchi…
Brava, si vedono i frutti di quel che adori.