Molti mi hanno scritto per chiedermi di dire qualcosa di don Leonardo Zega, il paolino direttore di Famiglia Cristiana dal 1980 al 1998), che è morto a 81 anni il 5 gennaio. Era mio conterraneo: nato a Sant’Angelo in Pontano, che non è lontano dalla mia Recanati. Lo frequentavo a motivo dei “fatti di Vangelo” di cui era piena la sua rivista e la posta dei suoi lettori. Gli chiedevo qualche indirizzo, i nomi completi delle persone che apparivano in quella posta solo con una sigla. Ogni telefonata era anche per me un “Colloquio col padre” come si intitolava la sua rubrica che faceva notizia senza toccare quasi mai la politica. Un consiglio ai colleghi di Famiglia Cristiana ripensando alla Famiglia Cristiana di don Leonardo che tanto dispiaceva all’ufficialità per la libertà di parola che rivendicava: state di più sui fatti di Vangelo e andate di meno in politica. Recuperate qualcosa della passione di quella stagione per la crescita di una vera opinione pubblica nella Chiesa.
In nome di Leonardo Zega un consiglio a FC
23 Comments
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Caro Luigi, apprezzo molto quello che hai scritto, tuttavia ho la sensazione che tu non abbia ancora capito che i consigli, soprattutto quelli saggi, sono tempo perso, o peggio (per esempio quando chi li riceve fantastica sulle motivazioni di chi li da).
Talvolta leggo Famiglia Cristiana, cui è abbonata la mia anziana madre (e che, per la verità, è spesso in disaccordo con quanto vi legge), ed anch’io ritengo che – pur senza fare una rivista di sola apologetica – un recupero della dimensione più specificamente religiosa sarebbe auspicabile. Capisco che il terreno è molto scivoloso e non voglio cadere… sapete che non amo entrare in argomenti politici. Voglio però dire che questo non significa essere avulsi dal sociale, al contrario: nel numero di questo mese del Messaggero di sant’Antonio (per me forse il miglior periodico cattolico in circolazione, se non altro perché è un mensile!) c’è un bellissimo e completo servizio sulle c.d. seconde generazioni degli immigrati. Tutto molto chiaro, più chiaro di chi crede necessario usare delle scorciatoie.
Gerry, il Vangelo però sa eventualmente essere molto più “politico” della politica politicata dai partiti. Soprattutto in Italia. E tende a restare indigesto sia a destra che a sinistra (che al centro…).
In questo senso, faccio mio l’invito di Luigi.
Pace all’anima del carissimo don Zega, ha lasciato tracce indelebili e preziose per il discernimento.
Ora un OT, poi mica tanto, ho letto questo ultimo artcolo di Mancuso sulla Repubblica di oggi.
Titolo: Le domande che i ragazzi rivolgono a Gesù
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201001/100112mancuso.pdf
Ne consiglio caldamente la lettura.
L’articolo di Mancuso non l’ho mica capito tanto.
Dalle domande di quei giovani (il male, la vita, la morte!) emerge una domanda forte di senso, e il senso è inestricabilmente connesso alla verità. Il problema non è togliere l’attenzione da quella verità, ma far comprendere ai giovani (e non solo) che quella verità è “per me”, che è da lì che trovo il senso della mia vita, del mio essere qui e ora, del mio agire. Il senso non è l’eternità, né il qui e ora, è percepire il legame tra le due cose. E il legame tra le due cose – io penso – si trova proprio nel rapporto con Cristo, con la sua dolce persona. Quando quella del cristiano risulta essere una “coscienza infelice” è perché questo rapporto manca (e su questo deve cercare di interrogarsi anche la Chiesa, preti e laici, progressisti e conservatori, ruiniani e melloniani…).
Per quanto riguarda la chiusura dell’articolo, è sicuramente vero che la Chiesa non dev’essere “centrata su se stessa”. Ma su cosa dev’essere c’entrata? Io direi – senza pretendere di essere originale – sul Dio di Gesù Cristo, sulla sua Parola e sul suo Regno. Il “bene comune di tutti gli uomini” è anzitutto quello, e da lì scaturisce ogni impegno per le varie accezioni di “bene comune” – anche quella politica, anche quella sociale. E’ questo che voleva dire Mancuso?
Non lo so quello che intendeva, nelle parole di Mancuso è avvertibile una grande nostalgia, persino della vecchia autorità, vista come rassicurante pericolo, capace di dare sicurezza a coloro che se ne fanno scudo, ma inadatta ad un mondo moderno che ha smarrito la necessità della verità.
Le domande di senso dei ragazzi sono chiare, non altrettanto il senso delle parole di Mancuso: l’appello ad una Chiesa non centrata su stessa è – persino dal punto di vista logico – insostenibile, pur se comprensibile alla luce dell’ecclesiologia postconciliare. L’apertura al mondo postula la coscienza di ciò che si è, richiede una fede ancora più forte. Già, alla fine per tutti – da Mancuso, al Papa, a chi scrive – il problema è la fede.
Non mi soffermerei tanto sul commento-intuizioni-ipotesi di Mancuso, che non essendo verità assolute pur rispettabili, rimangono opinabili. Del suo breve, registro solo due punti che a me paiono significativi e su cui la chiesa d’oggi non può non considerare :
-“Ma queste domande mostrano chiaramente che l´interesse degli uomini d´oggi non è per una storia lontana, destinata ogni anno a divenire sempre più lontana, ma per il senso di questa vita qui e ora.”
-E “Gesù è l´uomo che cessa di fare di se stesso il centro del mondo e si pone al servizio di una realtà più importante di sé.” Credo che la critica riguardo alla “centralità” di cui parla Mancuso sia riferita alla “struttura” della chiesa.
Assai sfidanti e impegnative per una nuova catechesi mi sembrano invece le risposte dei giovani sulle questioni ultime e in genere sul “senso” che, del tutto prive di autoreferenzialità, richiedono certamente una revisione del linguaggio accompagnate da dosi massicce di testimonianza sul tema dell’incarnazione del Vangelo nella vita degli uomini.
In ogni caso, per meglio comprendere sarebbe necessario avere sottomano il documento finale prodotto dal Sermig. Un gran bel lavoro.
Io proverò a chiederlo.
errata: su cui la chiesa d’oggi ……
corrige: che la chiesa d’oggi …….
“Gesù è l´uomo che cessa di fare di se stesso il centro del mondo e si pone al servizio di una realtà più importante di sé.”
Con tutto il rispetto, se ha davvero detto solo questo di Lui, allora è proprio alla frutta.
Non capisco… quale è questa “realtà più importante di se’ ? Non può essere che Dio. e dunque perchè non chiamare questa realtà semplicemente Dio?
dunque Gesù è l’uomo che si pone al servizio di Dio. e la Chiesa anche deve smettere di porre se stessa la centro del mondo e porsi al servizio di questa “realtà più grande di se’ ” cioè di Dio. E questo deve fare ogni uomo, smettere di pensare a se stesso e mettersi al servizio di Dio.
Ma questo non è quello che hanno sempre insegnato i teologi cristiani fin da S. Agostino e i Padri della Chiesa?.dove sta la novità?
mi pare di capire che forse la novità è che per Mancuso questa “realtà più grande di se’ ” non è Dio , o almeno non il Dio tradizionale , ma qualcosa d’altro, che so, l’umanità, la società, il mondo, la natura , il cosmo ecc..? ma allora questo è panteismo…
non capisco…
Mc
Mi colpisce anche il fatto che fra le domande poste dai giovani , chi sono, perchè devo morire, cosa è il male ecc , non ci sia la domanda fondamentale quella che sta alla base di tutto ( e che da’ un senso al qui e ora esistenziale)
Esiste Dio?
Mc
ed è una domanda che nessuno può fare a meno di porsi , almeno di tanto in tanto, per esempio di fronte a tragedie come quella di Haiti dove pare che dietro le forze terrificanti di una natura cieca, terribile, e insensata, che uccide uomini come formiche ,non vi sia alcun senso e quindi alcun dio….
MC
Non so perchè, magari sto prendendo la solita “cantonata di mezzanotte”, ma io ci vedo un collegamento tra il “consiglio” fornito da Luigi agli amici di Famiglia Cristiana ed il “pezzo” (che a me è piaciuto) di Vito Mancuso: il collegamento (sbaglio ?) è – almeno, così mi pare – nel comune richiamo alla missione “profetica” della Chiesa e ad una Chiesa che parli di Dio, di Gesù e del messaggio evangelico di liberazione dell’umanità, anziche di sè stessa.
O no ?
Buona notte a tutti.
Roberto 55
Appunto … servono semplicemente dei cristiani, che annuncino (e non banalizzino) il Dio fatto uomo, il liberatore, il salvatore …
Non vorrei sollevare un vespaio – come è mio solito – ma sto ordinando dei DVD intitolati “La Storia della Teologia Cristiana” che sono lezioni del Professor Phillip Cary che ha insegnato anche a Yale.Nella presentazione sul catalogo mi ha impressionato una stampa che raffigura un Papa e Martin Lutero e la cui didascalia dice:” Martin Lutero marcò la transizione del Cristianesimo dalla teologia medievale al Protestantesimo.Il suo credo era basato sulla distinzione tra LEGGE (Dio che dice alla gente cosa fare) e VANGELO (Dio che dice alla gente che cosa Cristo fa per loro).
Forse prendo una cantonata come Roberto, e forse sono diventata luterana senza accorgermene, ma concordo in pieno che bisognerebbe parlare molto meno di Chiesa e apparati e molto di più di Vangelo e di Cristo. Il commento di lycopodium è confortante, ma…………….attendo anche altre parole,caro amico.
Saluti a tutti
Così, da around midnight;
“bisognerebbe parlare molto meno di Chiesa e apparati e molto di più di Vangelo e di Cristo.”
—-
I casi della vita, proprio un certo Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano tedesco, raccomandava di parlare con Dio invece che parlare di Dio.
Ciao.
Occorre parlare con Dio ed anche di Dio: et-et, non aut-aut. .E’ vero che la Chiesa deve guardare a cristo più che a se stessa; ma cristo ha voluto che gli uomini vivessero la loro fede in comunità e non in modo individualistico. Le catgorie di Mancuso mi sembrano francamente inadeguate.
E il Bonhoeffer ha avuto una doppia sfortuna.
Ai suoi tempi, di finire come è finito; e ai nostri, di essere ripetuto troppo letteralisticamente.
Le religioni sono o diventano un problema e motivo di scontro, vedi le crociate, proprio a causa degli “intermediari” del sacro che straparlando di Dio e interpretandone il suo “pensiero” trovano poveri allocchi che poi fanno i crociati anche nei tempi moderni.
Il fatto tocca tutte le religioni, purtroppo, ma dal momento che un certo Gutemberg inventò la stampa e cominciò stampando la Bibbia, ecco che le intermediazioni sull’autenticità del pensiero di Dio appannaggio dei dotti soloni non sono più oro colato.
Ecco che allora il parlare , a tu per tu, con chi ti ha messo al mondo perfino creandoti a sua immagine dovrebbe essere un fatto naturale che prescinde dall’intervento di terzi.
Poi ci sono le eccezioni che ormai sono la regola, quella di un sempre crescente numero di preti e opinionisti a presenziare gli ameni salotti del “tubo” sproloquiando su Dio, Santi, Chiesa.
La propria e quella degli altri.
Infine c’è anche la categoria di quelli come il sommo lyco che esprimono verità e giudizi autentici e inappellabili sull’interpretazione del pensiero di martiri come Bonhoeffer.
Un deferente inchino.
Come è evidentissimo, nulla contro la persona del martire.
Il resto è problema di intermediari; e qui a … Nostro Signore pare sia capitato di peggio: 2000 anni di fraintendimenti, con fraintenditori non disinteressati; a differenza di … Bonhoeffer, che almeno sembrerebbe aver avuto più fedeli interpreti, così puri-santi-immacolati da sparire … lasciandocelo sine glossa.
Lasciatemi almeno essere “ateo” di questo fideismo …
Credo che Bonhofer, Romero, Santoro, e le centinaia di altri del martilogio siano autentiche rappresentazioni del Volto di Cristo.
Per questo non vedo né differenze né possibili interpretazioni diverse dalla verità indubitabile della morte di Croce patita da Gesù e da fedeli autentici della sua sequela, su cui irrompe sempre più sfacciatamente il vaniloquio esteriore che a mio avviso deve evolvere, tramutandosi in chiasso e riflessione interiore attraverso il colloquio personale con Dio.
Nino, chi ti da il diritto di considerare vaniloquio quanto dice un altro?
Lyco
la frase è:
“su cui irrompe sempre più sfacciatamente il vaniloquio esteriore “.
—
Ora che tu voglia ergerti a palatino dei vaniloquenti, tout court, è una autocelebrazione che puoi attribuirti e sulla quale non interferisco.
Se non chè io non non mi riferisco a persone in particolare ma ad un costume.
A livello personale, posso dire che talvolta ti trovo più acido di uno yogurt scaduto.
Ma sono convinto che se avessimo la possibilità di parlarci a 4 occhi scopriremmo più convergenze che dissonanze.
Passano gli anni, ma la simpatia di Nino è sempre più commovente.