In ascolto dei carcerati e di quello che sognano

Le settimane in cui leggo le centinaia di lavori partecipanti al concorso mi immedesimo nel Pirandello della novella La tragedia di un personaggio (1911) che confessa disarmato: «È mia vecchia abitudine dare udienza, ogni domenica mattina, ai personaggi delle mie future novelle. Cinque ore, dalle otto alle tredici. Non so perché, di solito accorre a queste mie udienze la gente più scontenta del mondo». E’ un brano di un mio racconto sull’esperienza delle carceri che ho maturato facendo da oltre sei anni il presidente della giuria del Premio Castelli, un concorso di scrittura per detenuti. Nei commenti completo la citazione del racconto e fornisco altri link per chi voglia conoscere qualcosa del Premio e di quel mondo.

12 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Umanità dolente e furente. “Quella dello scrittore in ascolto dei personaggi è anche l’esperienza di noi giurati. Tra i concorrenti ci sono omicidi, spacciatori, mafiosi, scafisti, bancarottieri, ladri a vita e occasionali. Chi è in attesa di giudizio e chi è all’ergastolo. In certe giornate la lettura sembra trascinarti nelle bolge di Dante dove un’umanità dolente e furente si fa parola. A volte t’accorgi che le pagine che stai scorrendo non avranno premi, ma le leggi con la stessa attenzione per non deludere chi è venuto a chiederti ascolto”.

    Queste righe e quelle che sono nel post costituiscono la conclusione di un racconto del Premio di quest’anno che ho fatto per la rivista “Il Regno”: http://www.ilregno.it/attualita/2017/18/in-ascolto-dei-carcerati-luigi-accattoli

    27 Ottobre, 2017 - 12:13
  2. Luigi Accattoli

    Al Due Palazzi di Padova. La premiazione di quest’anno [il Premio ha dieci anni] si è fatta nel carcere “Due Palazzi” di Padova.

    Qui si può leggere il mio saluto agli intervenuti: http://www.luigiaccattoli.it/blog/conferenze-e-dibattiti-2/saluto-del-presidente-della-giuria-luigi-accattoli/

    Qui la mia introduzione al convegno del pomeriggio in quello stesso carcere: http://www.luigiaccattoli.it/blog/conferenze-e-dibattiti-2/liberta-da-chi-e-da-che-cosa/

    Qui un servizio giornalistico che ho fatto per il supplemento settimanale del Corsera “Buone notizie” apparso martedì 24 ottobre: http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/i-detenuti-scrittori

    27 Ottobre, 2017 - 12:13
  3. Clodine-Claudia Leo

    Quello che non ho capito è se il concorso per scrittori sia esteso ad altre carceri o circoscritto ad un istituto penitenziario in particolare. Leggere tutti i manoscritti comporta un impegno non indifferente ….Mi ha colpito molto il tema della libertà.
    Liberi da chi, ma soprattutto da cosa. ..

    27 Ottobre, 2017 - 16:53
  4. Luigi Accattoli

    Il concorso è offerto ai detenuti di tutte le carceri italiane. A quest’ultima edizione hanno partecipato 198 concorrenti che si trovano in 71 diverse carceri del paese.

    27 Ottobre, 2017 - 18:02
  5. Clodine-Claudia Leo

    parlare di libertà in condizioni avverse come la carcerazione -in questo caso in vista di un emendamento ma anche carcerazione in senso lato: si può essere prigionieri di un vizio e carcerati nell’anima a causa di una grave azione ricevuta-,certo è qualcosa che scava e obbliga a guardare dentro se stessi. La dimensione della conoscenza di sé – o coscienza, o consapevolezza – non è mai riassumibile in un “concetto” ma penso rimandi all’esperienza che si è fatta o si fa della propria libertà che è sempre in riferimento ai valori che si introiettano. Tra coscienza e valori ( morali) poi, credo ci sia una dinamica di base psicologica e spirituale pur non identificando le due cose alla stessa maniera così come non identifichiamo la persona con il suo corpo ad esempio, ma con i suoi valori e le azioni che compie nel bene come nel male. Ogni persona, ma potremmo dire anche ogni “coscienza” non agisce mai da sola ma è sempre nel rapporto con altre persone,altre coscienze che si struttura e si forma anche qui nel bene come nel male.

    27 Ottobre, 2017 - 18:28
  6. Clodine-Claudia Leo

    Ahh, ecco, tutti gli istituti penitenziari.Bellissima iniziativa, veramente lodevole…
    Pensavo ancora al tema della libertà, in relazione alla “coscienza”..
    E’ la stessa esperienza a dimostrare che se è vero che esiste una coscienza individuale è sempre inscritta in una coscienza sociale, collettiva, partecipativa, interpersonale perciò la libertà è sempre, sempre, sempre in situazione e, degenera quando la si trasforma in autarchia.
    La libertà consapevole,personale, è la specificità di tutti e di ciascuno, di ogni essere umano: E’ Dio che ci ha creati liberi, non automi del bene, ma liberi e consapevoli, non solo liberi ma consapevoli e responsabili perciò è sempre in Dio, nella fede, che la libertà riceve un senso . La “coscienza di fede” è il senso stesso della nostra vita, unico luogo di auto-comprensione, del capire capendosi, valutare valutandosi, decidere decidendosi assumendosi, alla fine, le proprie responsabilità

    27 Ottobre, 2017 - 18:32
  7. Victoria Boe

    Caro Luigi, c’è un detto secondo cui tutte le strade portano a Roma. Lo conosci, vero?
    Nel tuo blog è la stessa identica cosa.
    Qualsiasi argomento tu vada a postare, qualcuno finisce sempre per fare predicozzi che con l’argomento c’entrano poco o nulla.

    27 Ottobre, 2017 - 21:02
  8. Victoria Boe

    Luigi, ti faccio una domanda sugli scritti dei carcerati. Non rispondermi, se non lo ritieni opportuno.
    Secondo te quegli scritti, alcuni dei quali sono davvero molto belli, sono passati al vaglio degli educatori ( professori, maestri…) delle carceri?
    O sono interamente dovuti alle loro capacità di scrittura?
    Mi interessa saperlo.

    27 Ottobre, 2017 - 21:15
  9. Luigi Accattoli

    Conosciamo e accettiamo casi di tutoraggio degli educatori – nelle carceri ci sono corsi didattici e di scrittura – verso gli stranieri che non padroneggiano l’italiano. Ma riteniamo che non vi siano altre forme di intervento esterno: tramite il Settore carcere della San Vincenzo, abbiamo una buona presa sul volontariato parascolastico che opera nelle carceri.

    27 Ottobre, 2017 - 22:36
  10. Victoria Boe

    Grazie Luigi.
    Mi fa piacere sapere che ci sono corsi didattici e di scrittura tenuti da volontari parascolastici.
    Anche nella mia parrocchia ci sono volontari che aiutano gli studenti in difficoltà.
    Il parroco ad ogni inizio d’anno scolastico chiede la collaborazione in tal senso di chi si sente di aiutare.
    Ci sono corsi anche per imparare l’inglese, per lavori di pittura, di sartoria ed altro ancora, e alla fine si mostrano i risultati, che in alcuni casi sono stupefacenti.

    27 Ottobre, 2017 - 23:29
  11. Clodine-Claudia Leo

    Caro Luigi,perchè di tanto in tanto non applichi anche al tuo blog lo stesso sistema pirandelliano? E’ una domanda: perché non lo fai. dovresti sai? In modo da far subito morire in una novelletta intitolata “Musica vecchia” tutti quei personaggi che vivono e godono giustappunto per scassare la minchia al prossimo. Altro non sanno fare, lo vedrebbe anche un cieco. Sono personaggi, caricature squallide e, il problema, vedi Luigi è lo stesso che si pone Pirandello: “chi nasce personaggio, chi ha l’avventura di nascere personaggio vivo, può infischiarsi anche della morte, il personaggio, non muore più”.

    Ora, tu comprendi, caro Accattoli a quale jattura destini l’umanità facendo vivere certi personaggi che scassano in continuamente la minchia?
    Anche perché, sai meglio di me da scrittore straordinario quale sei, che “per vivere -un siffatto personaggio come quello testé postato- non ha mica bisogno di straordinarie doti o di compiere prodigi.
    Dimmi tu : “chi era Sancho Panza! chi era don Abbondio! Eppure vivono eterni perché – vivi germi – ebbero la ventura di trovare una matrice feconda, una fantasia che li seppe allevare e nutrire per l’eternità”. Non allevarti la serpe in seno Luigi Accattoli.
    Comunque, questo è problema tuo…
    Per quanto mi riguarda -detto tra me e te, pirandellan pirandellando- caro Accattoli , al momento, in vista di una più drastica misura per la risoluzione del caso, sarà saggio applicare il metodo del dott. Fileno, l’autore della filosofia del lontano: il cannocchiale rovesciato.

    Sembrerebbe un buon rimedio, efficace, per allontanare ogni calamità pubblica e privata. Rivolta il cannocchiale e tutto si rimpicciolisce, non fanno più testo le carognate,le mascalzonate, le allusioni, gli insulti, le provocazioni. Nè fa più testo il problema della fame, degli immigrati, dei carcerati, della libertà, della Chiesa, della religione, dello stato, della corruzione e di tutti i possibili accidenti.
    Rovescia il cannocchiale e tutto si dissolve nel crepuscolo della beata distanza, ah, che pace, altro che la filosofia zen.

    28 Ottobre, 2017 - 6:19
  12. Clodine-Claudia Leo

    Centrato l’argomento?
    Spero sia arrivato forte e chiaro…
    Buon proseguimento di giornata

    28 Ottobre, 2017 - 6:23

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