Il blog è attivo dal 16 marzo 2006, cioè da 4.652 giorni e in questo tempo ho pubblicato 4.027 post, o articoli. Quasi uno al giorno, come dicevo nel post precedente.Nel primo commento altre cifre esclamative.
In 13 anni ho scritto qui nel blog 4.027 articoli
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Ronzante alveare. In questi tredici anni i commenti dei visitatori sono stati 148.969: anche solo leggerli è stato un bell’investimento, da parte mia. Inoltre i miei commenti di risposta a quelli dei visitatori. Non so dirne la cifra ma facciamo conto che siano stati tanti quanti gli articoli, ovvero uno per articolo: il totale va verso i diecimila. I blog interattivi sono ronzanti alveari.
Caro Luigi, molto bella la metafora del “ronzante alveare”. Perché nell’alveare c’è sempre una regina, che nel caso specifico sei tu. Ma anche, e la cosa non è secondaria, perché nell’alveare viene prodotto del miele, come spesso succede nel tuo blog… Complimenti alla regina, ma anche alle api, cioè ai frequentatori del tuo blog… Serena notte a te e a tutti!…
Caro Luigi, il 21 aprile del 2006 scrivevi: «Mi ha sempre colpito la libertà di parola del cardinale Ratzinger in merito alla riforma liturgica di Paolo VI. Egli ne è severissimo giudice, il suo linguiaggio si fa quasi stroncatorio sul tema – che ritiene decisivo – della proibizione del vecchio messale: parla di “rottura senza precendenti” nella storia della liturgia. Quella libertà di parola mi ha colpito – e mi colpisce ancora di più ora che egli è papa – in senso favorevole: egli cioè ci insegna che c’è un modo ecclesiale di essere critici, anche totali, di una decisione papale. Perchè di questo si tratta: il cardinale Ratzinger non solo critica, ma sostanzalmente respinge alcune decisioni di quel papa contenute nelle sue “istruzioni” postconciliari, in specie quelle riguardanti la traduzione integrale della messa nelle lingue moderne, la redazione del nuovo messale, la proibizione di quello antico e le indicazioni a riguardo dell’altare rivolto al popolo».
Nel gennaio 2008, rispondendo a un lettore di questo post che si firmava Matteo, aggiungevi: «considero liberante il fatto che sia stato eletto papa uno che da cardinale criticava alcune decisioni di un predecessore. Sono […] “fatti” che incoraggiano – se necessario – alla critica di aspetti anche importanti del governo papale. Se lui poteva criticare le innovazioni di Paolo VI noi possiamo criticare i suoi “ritorni” alla tradizione, non ti pare?».
Ne deduco che anche tu pensi che si stava meglio allora, quando la critica era libera ed anzi veniva così ilarmente festeggiata.