Il vescovo Michele Pennisi, che ha conosciuto questo sito navigando in Internet (vedi un suo commento del 20 agosto a un post del 13 agosto), manda un messaggio che racconta un’esperienza concreta di dialogo con ambienti musulmani, dov’è segnalata la difficoltà a ottenere reciprocità, ma anche la poca eco che tra i musulmani di Bosnia ha avuto la sfuriata antipapale dei giorni scorsi. Grazie al vescovo Michele.
Caro dottor Accattoli, sono tornato ieri da un breve viaggio di tre giorni in Bosnia Erzegovina dove ho visitato a Zenica i bambini, in maggioranza mussulmani, ospiti di un orfanotrofio, che assieme a circa 700 altri bambini di vari orfanotrofi della Bosnia, tramite una associazione di volontariato, da quasi quindici anni vengono ospitati da famiglie siciliane durante le vancanze estive e quelle del periodo natalizio. Ho avuto un colloquio con il cardinale arcivescovo di Sarajevo Vinko Puljic, il quale ha sottolineato lo spirito di dialogo che caratterizza i rapporti con la Chiesa ortodossa e con la maggioranza musulmana, anche in questi giorni di polemiche innescate dal discorso del Santo Padre a Ratisbona, che non hanno avuto una vasta eco fra le popolazioni di quella regione, come ho potuto constatare negli incontri con vari esponenti della comunità mussulmana. Il porporato ha però detto che il dialogo deve essere improntato a reciprocità e si è lamentato che da ben otto anni attende il permesso di costruire una nuova chiesa a Sarajevo, mentre sono state costruite varie moschee. L’altro Ieri, dopo un incontro con il sindaco di Visegrad, Miliadin Milicevic, ho preso parte assieme al pope ortodosso e all’iman mussulmano all’inaugurazione di un caseificio costruito con i contributi di associazioni, operatori economici ed enti pubblici della Regione siciliana, alla presenza dei rappresentanti della Chiesa ortodossa serba e della comunità musulmana, delle autorità locali e governative, di rappresentanti sindacali e dei militari italiani della forza di pace Eurofor, che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Gli interventi sia del pope che dell’iman sono stati improntati a spirito di amicizia. Il dialogo interreligioso va favorito anche attraverso opere concrete di solidarietà e un’opera educativa a lunga scadenza che parta dai bambini. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina