Settimana di Passione, Giuda sta per tradire. Rivedo dopo mezzo secolo “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini e rileggo la recensione di Moravia sull’Espresso: “I silenzi sono la forza del film. I silenzi di Pasolini sono affidati all’organo che è più legato al silenzio: gli occhi. Gli occhi dei personaggi: il silenzio dell’Annunciazione, il silenzio che accompagna la morte di Erode, il silenzio degli apostoli che guardano Gesù e di Gesù che guarda gli apostoli, il silenzio di Giuda che sta per tradire, il silenzio di Gesù che sa di essere tradito”. Pasolini e Moravia mi hanno aiutato a leggere Matteo e più tardi a intuire Madre Teresa con i loro viaggi in India.
Il silenzio di Giuda che sta per tradire
10 Comments
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Il silenzio dell’Annunciazione è sulla soglia:
https://www.youtube.com/watch?v=pbCQNR5N9oY
Visitatori belli vi dedico il sorriso che si scambiano Maria e Giuseppe.
Un sorriso che viene dal silenzio.
Qualcuno di quelli che se intendono ha detto che il Gesù di Pasolini è il più bello della storia del cinema.
E certamente i silenzi che ne fanno da sfondo contrastano con il chiasso di cui si riempiono altri film, successivi e più noti, che raccontano la passione e morte di Gesù.
Ma Pasolini, da quel genio che è, ha intravisto che ogni dramma umano si compie nel silenzio intimo di chi è coinvolto in prima persona. E anche chi solo assiste partecipando col cuore e con gli sguardi, entra nel silenzio di quel dramma e, seppure inconsapevolmente, lo vede come suo proprio dramma.
Nel silenzio si evidenziano– agli occhi di chi guarda e sa vedere–dolori e gioie, tristezze e malinconie, compiacimenti e gratitudine.
Gesù intuì nel silenzio di un bacio il tradimento di Giuda.
Gesù, “il logos”, raccontato nel silenzio.
Anch’io concordo sul fatto che Pasolini abbia messo in scena il miglior vangelo.
Gesu il logos raccontato nel silenzio.Questo mifa pensare al silenzio di Benedetto. Forse l‘ultima suprema parola su Dio e‘il silenzio. E il piu grandecteologo vivente se ne e‘reso conto arrivando con l‘eta‘a capire quanto le parole siano vuote e vane come uncembalo che tintinna.Ancor piu‘inadeguate sembrano oggi le parole su Dio pronunciate a getto continuo e riportate dai media che le banalizzano e cosi‘tolgono loro ogni efficacia. Quello che non vogliono capire gli esaltatori della Nuova linea pastorale,e‘ il rischio della banalizzazione,dell‘appiattimento ,l‘effetto nefasto della sovra-esposizione mediatica. Se da un lato questi geni della comunicazionr ecclesistica esultano per il “favore“popolare e mediatico che sembra aver raggiunto fon Francesco la chiesa,non di chiedojo costono a che prezzo! Il silenzio di Benedetto. dovrebbe dopotutto far riflettere.
A
Il Silenzio di Benedetto XVI…penso molto a quell’uomo silenzioso…e mi par di vedere l’apostolo che Gesù amava, che si avvia a fianco del Risorto perché ” vuole che lui [Giovanni] resti”. Lui, non a altri, ha affidato la”Virgo fidelis”, la Vergine che “medita ogni cosa nel silenzio del suo cuore” e nel buio silenzioso di quel sabato di dolore se ne sta muta, salda, mentre gli altri si nascondono, fuggono, si disperdono come un gregge impazzito. A Lui, apostolo del silenzio, ai piedi della croce è stata affidata la Madre della Chiesa -“Donna, ecco il tuo figlio”- a Lei ha unito il suo cuore e ne è nato un popolo, una moltitudine immensa di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7,9).
La sofferenza non ha voce, non si racconta. La sofferenza è un “sentire” che vive di silenzio, si nutre di silenzio, e nel silenzio trova il suo senso . “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).
Ringrazio Claudia per la bella riflessione.
Anche a me il richiamo al silenzio ha ricordato il Sabato Santo e l’attesa, dolorosa e al tempo stesso speranzosa, della Vergine Maria.
Non si può non amare Benedetto XVI.
Quanto affetto per un uomo tanto sapiente ed umile.
Un Papa che che è stato esposto a umiliazioni assurde, e metto in primo luogo il rifiuto di farlo intervenire alla Sapienza.
Ricordo anche la copertina de “Il Manifesto” il giorno successivo alla sua elezione con il titolo a tutta pagina “Il Pastore Tedesco”.
Che brutto un mondo che non riesce a far tesoro di simili grazie.
Sono tuttavia convinto che certe critiche spesso scriteriate mosse a Francesco arrechino a Benedetto un dolore ancora maggiore. Probabilmente egli non condivide tutto quanto fa e dice il nuovo Pontefice, ma da grande qual è, risponde così, col silenzio.