Le donne al sepolcro la mattina di Pasqua – mosaico di Sant’Apollinare Nuovo – Ravenna – per introdurre la scheda di preparazione alla lectio che faremo a Pizza e Vangelo lunedì 28 aprile via Zoom: leggeremo da Marco 16 il brano delle donne che il mattino dopo il sabato vanno al sepolcro, lo trovano vuoto e ricevono da “un giovane vestito di una veste bianca” l’annuncio che il Nazareno è risorto. La loro reazione è inaspettata: “fuggono via dal sepolcro perché sono piene di spavento e di stupore”. Metteremo la lente su questo spavento e stupore, ma anche sul fatto che le prime annunciatrici del risorto sono delle donne, che svolgono il ruolo di “apostole degli apostoli” come diranno i Padri della Chiesa. nei commenti l’intera scheda
8 Comments
Luigi Accattoli
In tutti i Vangeli sono donne i primi testimoni della Risurrezione di Cristo.
In Marco le donne sono tre – arrivano al sepolcro di buon mattino per “ungere Gesù” – lo trovano aperto – entrano e vi scorgono un “giovane” che annuncia loro la risurrezione. Si spaventano e fuggono.
In Matteo le donne sono due – vanno all’alba a “visitare la tomba” e non a ungere Gesù – assistono a un “gran terremoto” – vedono un angelo che rotola la pietra, si pone a sedere su di essa e annuncia loro la risurrezione.
In Luca ad andare al sepolcro sono “le donne che erano venute dalla Galilea” – ne vengono nominate tre ma si accenna anche ad “altre che erano con loro” – come in Marco portano “aromi” e trovano la pietra “rimossa” – ricevono l’annuncio della risurrezione da “due uomini in abito sfolgorante”.
In Giovanni “a recarsi al sepolcro di mattino quand’era ancora buio” è la sola Maria di Magdala – non vengono evocati gli aromi – Maria trova la pietra “tolta dal sepolcro” – e corre ad allertare Pietro e Giovanni.
I quattro racconti convergono sul fatto centrale che sono delle donne – tre, due, più di tre, una – a scoprire la tomba vuota e a ricevere per prime l’annuncio della risurrezione. Ci fermeremo su questo ruolo delle donne e sulle parole di Marco che le dice “piene di spavento e di stupore”. Parole che potremmo mettere a titolo dei nostri sentimenti pasquali insieme all’alleluia liturgico.
Tra le donne prime testimoni e prime annunciatrici della risurrezione primeggia Maria di Magdala, nominata da tutti i quattro Vangeli. Ricorderemo il risalto liturgico che Papa Bergoglio ha voluto dare a questo ruolo della Maddalena come “apostola degli apostoli”.
Tratteremo infine della brusca interruzione – o finale a sorpresa – del Vangelo di Marco, che originariamente terminava con l’ultimo versetto del nostro brano, dove si dice che le donne “non dissero niente a nessuno perché erano impaurite”. Donde l’esigenza avvertita dalla comunità post-apostolica di completarlo con la cosiddetta “conclusione lunga” o “epilogo canonico”, che narra le apparizioni del risorto prendendole da Matteo e Luca e riassumendole. Ma anche quella fine brusca aveva una sua completezza e un significato, da interpretare in coerenza allo stile narrativo di Marco, drammatizzante e breve.
27 Aprile, 2025 - 10:36
Luigi Accattoli
Marco 16, 1-8. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2 Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3 Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. 4 Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5 Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6 Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7 Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. 8 Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.
27 Aprile, 2025 - 10:37
Luigi Accattoli
Lo vedrete in Galilea. v. 1: Passato il sabato. Il capitolo 15 si era chiuso con gli atti compiuti da Giuseppe d’Arimatea la sera della “vigilia del sabato” (15, 42). Nel sabato nulla avviene, come vuole la legge di Mosè, ed eccoci al levare del sole del primo giorno dopo il sabato.
v. 1b: Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Sono le tre donne che furono testimoni della morte di Gesù, come abbiamo visto in Marco 15, 40. Le due Maria sono state poi anche testimoni della sepoltura e dunque sanno dov’è il sepolcro (15, 47).
v. 2: Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro. Gli oli li hanno comprati la sera del sabato, dopo che alle 18.00 circa era terminato il “riposo” che non si poteva infrangere; e vanno al sepolcro all’alba del giorno seguente, cioè alle 6 circa di quella che sarà la domenica: “giorno del Signore”.
v. 5: Entrate nel sepolcro. Descrivendo la sepoltura guidata da Giuseppe d’Arimatea, Marco ci aveva detto che Gesù era stato posto “in un sepolcro scavato nella roccia” (15, 46): e dunque ora vediamo le donne che entrano in quella cella mortuaria.
v. 5b: videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca. Matteo dirà “un angelo del Signore” (28, 5). Luca: “due uomini in veste sfolgorante” (24, 4). Giovanni: “due angeli in bianche vesti” (20, 12). La narrazione delle apparizioni pasquali assume varie modulazioni nelle diverse comunità che la trasmettono nei decenni di formazione dei Vangeli.
v. 6: Non abbiate paura! Esortazione rivolta ripetutamente da Gesù ai discepoli (per esempio al momento della tempesta sul lago: Marco 7, 50; o dopo la trasfigurazione: Matteo 17, 7) e che ritroveremo ancora in bocca al risorto in Matteo 28, 10. Esortazione che Giovanni Paolo II farà propria e porrà a motto del Pontificato nell’omelia della sua inaugurazione, il 22 ottobre 1978.
v. 7: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto. In Marco 14, 28 Gesù aveva parlato così nel terzo preannuncio della propria morte e risurrezione: “Dopo che sarò risorto vi precederò in Galilea”.
v. 8: E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite. “Chi sostiene che Marco di proposito abbia voluto che il suo Vangelo avesse questa brusca conclusione, chiama in causa il suo genio letterario nel lasciare la storia di Gesù in sospeso, costringendo il lettore a prendere una propria decisione” (Il Vangelo di Marco, Elledici 2006, p. 409).
27 Aprile, 2025 - 10:37
Luigi Accattoli
Il finale a sorpresa del racconto di Marco. Ne parleremo ancora nel prossimo appuntamento, leggendo la “conclusione lunga” che in un secondo momento fu aggiunta da altra mano al testo forse integro o forse mutilo del Vangelo di Marco, che nei codici più antichi e più autorevoli termina con il versetto 16, 8. Anticipo la conclusione che proporremo, in accordo con buona parte degli studiosi: che cioè sia pienamente accettabile che il testo marciano termini con la fuga spaventata delle donne dal sepolcro vuoto com’è proposta in quel versetto. Del resto tutto il racconto di Marco è così e il suo incipit non è meno brusco della sua chiusa: “Vi fu Giovanni che battezzava nel deserto” (1, 4). Si può fare un utile paragone con la conclusione, anche quella a sorpresa, del Libro degli Atti degli apostoli.
27 Aprile, 2025 - 10:38
Luigi Accattoli
Ravasi sul paradosso delle donne testimoni. È necessario osservare che difficilmente il racconto della sepoltura e risurrezione di Gesù, composto dagli evangelisti per finalità di catechesi, avrebbe messo in scena queste presenze femminili come testimoni della tomba vuota di Gesù, se il dato non fosse appartenuto alla realtà storica: infatti, le donne, secondo il diritto semitico, non erano abilitate a testimoniare in modo giuridico valido: se non fosse stata nella fattualità stessa dell’evento, gli evangelisti non avrebbero mai inventato una testimonianza del sepolcro vuoto di Gesù affidandola alle donne, “incapaci” di testimoniare. Gianfranco Ravasi, Biografia di Gesù, Raffaello Cortina Editore 2021, p. 230
27 Aprile, 2025 - 10:39
Luigi Accattoli
Papa Francesco sulla festa della Maddalena. La decisione di Francesco è del 10 giugno 2016, quando un decreto della Congregazione per il culto “eleva la celebrazione di santa Maria Maddalena [22 luglio] da memoria obbligatoria a festa”. Un testo esplicativo pubblicato quello stesso giorno dall’Osservatore Romano chiarisce che la decisione è stata presa “per espresso desiderio del papa”: “Ella è testimone del Cristo Risorto e annuncia il messaggio della risurrezione del Signore come gli altri Apostoli. Perciò è giusto che la celebrazione liturgica di questa donna abbia il medesimo grado di festa dato alla celebrazione degli apostoli nel Calendario Romano Generale e che risalti la speciale missione di questa donna, che è esempio e modello per ogni donna nella Chiesa”.
27 Aprile, 2025 - 10:39
Luigi Accattoli
Una pizza che dura da 22 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 22 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
27 Aprile, 2025 - 10:42
Luigi Accattoli
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 28 aprile. L’appuntamento precedente fu lunedì 14 aprile e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 19 aprile:
In tutti i Vangeli sono donne i primi testimoni della Risurrezione di Cristo.
In Marco le donne sono tre – arrivano al sepolcro di buon mattino per “ungere Gesù” – lo trovano aperto – entrano e vi scorgono un “giovane” che annuncia loro la risurrezione. Si spaventano e fuggono.
In Matteo le donne sono due – vanno all’alba a “visitare la tomba” e non a ungere Gesù – assistono a un “gran terremoto” – vedono un angelo che rotola la pietra, si pone a sedere su di essa e annuncia loro la risurrezione.
In Luca ad andare al sepolcro sono “le donne che erano venute dalla Galilea” – ne vengono nominate tre ma si accenna anche ad “altre che erano con loro” – come in Marco portano “aromi” e trovano la pietra “rimossa” – ricevono l’annuncio della risurrezione da “due uomini in abito sfolgorante”.
In Giovanni “a recarsi al sepolcro di mattino quand’era ancora buio” è la sola Maria di Magdala – non vengono evocati gli aromi – Maria trova la pietra “tolta dal sepolcro” – e corre ad allertare Pietro e Giovanni.
I quattro racconti convergono sul fatto centrale che sono delle donne – tre, due, più di tre, una – a scoprire la tomba vuota e a ricevere per prime l’annuncio della risurrezione. Ci fermeremo su questo ruolo delle donne e sulle parole di Marco che le dice “piene di spavento e di stupore”. Parole che potremmo mettere a titolo dei nostri sentimenti pasquali insieme all’alleluia liturgico.
Tra le donne prime testimoni e prime annunciatrici della risurrezione primeggia Maria di Magdala, nominata da tutti i quattro Vangeli. Ricorderemo il risalto liturgico che Papa Bergoglio ha voluto dare a questo ruolo della Maddalena come “apostola degli apostoli”.
Tratteremo infine della brusca interruzione – o finale a sorpresa – del Vangelo di Marco, che originariamente terminava con l’ultimo versetto del nostro brano, dove si dice che le donne “non dissero niente a nessuno perché erano impaurite”. Donde l’esigenza avvertita dalla comunità post-apostolica di completarlo con la cosiddetta “conclusione lunga” o “epilogo canonico”, che narra le apparizioni del risorto prendendole da Matteo e Luca e riassumendole. Ma anche quella fine brusca aveva una sua completezza e un significato, da interpretare in coerenza allo stile narrativo di Marco, drammatizzante e breve.
Marco 16, 1-8. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2 Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3 Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. 4 Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5 Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6 Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7 Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. 8 Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.
Lo vedrete in Galilea. v. 1: Passato il sabato. Il capitolo 15 si era chiuso con gli atti compiuti da Giuseppe d’Arimatea la sera della “vigilia del sabato” (15, 42). Nel sabato nulla avviene, come vuole la legge di Mosè, ed eccoci al levare del sole del primo giorno dopo il sabato.
v. 1b: Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Sono le tre donne che furono testimoni della morte di Gesù, come abbiamo visto in Marco 15, 40. Le due Maria sono state poi anche testimoni della sepoltura e dunque sanno dov’è il sepolcro (15, 47).
v. 2: Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro. Gli oli li hanno comprati la sera del sabato, dopo che alle 18.00 circa era terminato il “riposo” che non si poteva infrangere; e vanno al sepolcro all’alba del giorno seguente, cioè alle 6 circa di quella che sarà la domenica: “giorno del Signore”.
v. 5: Entrate nel sepolcro. Descrivendo la sepoltura guidata da Giuseppe d’Arimatea, Marco ci aveva detto che Gesù era stato posto “in un sepolcro scavato nella roccia” (15, 46): e dunque ora vediamo le donne che entrano in quella cella mortuaria.
v. 5b: videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca. Matteo dirà “un angelo del Signore” (28, 5). Luca: “due uomini in veste sfolgorante” (24, 4). Giovanni: “due angeli in bianche vesti” (20, 12). La narrazione delle apparizioni pasquali assume varie modulazioni nelle diverse comunità che la trasmettono nei decenni di formazione dei Vangeli.
v. 6: Non abbiate paura! Esortazione rivolta ripetutamente da Gesù ai discepoli (per esempio al momento della tempesta sul lago: Marco 7, 50; o dopo la trasfigurazione: Matteo 17, 7) e che ritroveremo ancora in bocca al risorto in Matteo 28, 10. Esortazione che Giovanni Paolo II farà propria e porrà a motto del Pontificato nell’omelia della sua inaugurazione, il 22 ottobre 1978.
v. 7: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto. In Marco 14, 28 Gesù aveva parlato così nel terzo preannuncio della propria morte e risurrezione: “Dopo che sarò risorto vi precederò in Galilea”.
v. 8: E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite. “Chi sostiene che Marco di proposito abbia voluto che il suo Vangelo avesse questa brusca conclusione, chiama in causa il suo genio letterario nel lasciare la storia di Gesù in sospeso, costringendo il lettore a prendere una propria decisione” (Il Vangelo di Marco, Elledici 2006, p. 409).
Il finale a sorpresa del racconto di Marco. Ne parleremo ancora nel prossimo appuntamento, leggendo la “conclusione lunga” che in un secondo momento fu aggiunta da altra mano al testo forse integro o forse mutilo del Vangelo di Marco, che nei codici più antichi e più autorevoli termina con il versetto 16, 8. Anticipo la conclusione che proporremo, in accordo con buona parte degli studiosi: che cioè sia pienamente accettabile che il testo marciano termini con la fuga spaventata delle donne dal sepolcro vuoto com’è proposta in quel versetto. Del resto tutto il racconto di Marco è così e il suo incipit non è meno brusco della sua chiusa: “Vi fu Giovanni che battezzava nel deserto” (1, 4). Si può fare un utile paragone con la conclusione, anche quella a sorpresa, del Libro degli Atti degli apostoli.
Ravasi sul paradosso delle donne testimoni. È necessario osservare che difficilmente il racconto della sepoltura e risurrezione di Gesù, composto dagli evangelisti per finalità di catechesi, avrebbe messo in scena queste presenze femminili come testimoni della tomba vuota di Gesù, se il dato non fosse appartenuto alla realtà storica: infatti, le donne, secondo il diritto semitico, non erano abilitate a testimoniare in modo giuridico valido: se non fosse stata nella fattualità stessa dell’evento, gli evangelisti non avrebbero mai inventato una testimonianza del sepolcro vuoto di Gesù affidandola alle donne, “incapaci” di testimoniare. Gianfranco Ravasi, Biografia di Gesù, Raffaello Cortina Editore 2021, p. 230
Papa Francesco sulla festa della Maddalena. La decisione di Francesco è del 10 giugno 2016, quando un decreto della Congregazione per il culto “eleva la celebrazione di santa Maria Maddalena [22 luglio] da memoria obbligatoria a festa”. Un testo esplicativo pubblicato quello stesso giorno dall’Osservatore Romano chiarisce che la decisione è stata presa “per espresso desiderio del papa”: “Ella è testimone del Cristo Risorto e annuncia il messaggio della risurrezione del Signore come gli altri Apostoli. Perciò è giusto che la celebrazione liturgica di questa donna abbia il medesimo grado di festa dato alla celebrazione degli apostoli nel Calendario Romano Generale e che risalti la speciale missione di questa donna, che è esempio e modello per ogni donna nella Chiesa”.
Una pizza che dura da 22 anni – Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 22 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 28 aprile. L’appuntamento precedente fu lunedì 14 aprile e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 19 aprile:
https://www.luigiaccattoli.it/blog/giuseppe-darimatea-trova-il-coraggio-di-andare-da-pilato/