Il riscatto del disabile costituisce una frontiera decisiva per le possibilità dell’umano nella nostra epoca. Non avveniva in altre epoche. E quando noi ci concentriamo giustamente sulle difficoltà del momento e diciamo “ora si tagliano i fondi per i disabili, ora c’è meno attenzione, stiamo facendo dei passi indietro”, diciamo parole giustissime, ma dicendole non dovremmo perdere di vista che questo passo indietro si verifica in un trend che è positivo e che è straordinariamente positivo, anzi: storicamente inedito. E’ forse questo l’argomento più forte per amare la nostra epoca: perché mai in nessuna il disabile è stato accolto e aiutato come in questa nostra. – E’ un brano di una conversazione che ho tenuto alla Cittadella dell’Oasi di Troina il 7 ottobre. L’Oasi si occupa della salute dei disabili e io parlavo a braccio in un’assemblea molto affollata. Qui si può leggere la trascrizione delle mie parole: Il riscatto del disabile un segno dello Spirito per la nostra epoca.
Il riscatto del disabile come un segno dei tempi
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Concordo perfettamente. Molto , moltissimo è stato fatto. La prima volta che sono andato per un soggiorno prolungato negli USA, era il sideralmente lontano 1980, la primissima cosa che mi colpì fu la sensazione di essere arrivato – uso le mie rozze parole , ma autentiche- in un ” paese di disgraziati”: tanta era la quantità di disabili che si incontrava in circolazione: ai supermercati, dai McDonalds, sugli autobus, al cinema e per strada. Era il risultato del fatto che qui da noi in giro non se ne vedevano proprio! Una cultura del riparo e della segregazione, a seconda di come uno la vedesse, tanto era la stessa cosa: questo c’era a casa nostra. Oggi, grazie a Dio, questo è passato ed inimmaginabile.
Naturalmente molto si sta ancora facendo, e molto va ancora fatto. Soprattutto, permettetemi che lo dica, tra di noi cattolici, nelle nostre chiese e nelle nostre parrocchie. Dove mi piacerebbe tanto che, rispetto a tutto il resto della società, saltasse proprio, prima di tutto umanamente, il concetto stesso di “dis”, di differenza , prima ancora che quello di barriera. Dirò, come al solito, una delle mie banalità: ma a nessuno di noi momentaneamente sani e normali( ammesso che lo siamo, io per esempio ne ho fondati dubbi per quanto mi riguarda) piacerebbe essere considerato come un caso da accogliere, accettare, aiutare. Non nel senso che non lo vogliamo, ma nel senso che lo diamo per scontato che sia così. Non un caso umano su cui chinarsi: quanta violenza inconsapevole c’è in questa parola bellissima di per sé, e comunemente usata a fin di bene, di ottimo bene: chinarsi su chi soffre.
Eppure, se ci si pensa, implica già uno scenario definito.Il sano, colui che è a posto, che nella sua bontà, ” si china” su chi ” è nel bisogno”. Mi si dirà: è un cercare un pelo nell’uovo, è un vezzo buonista. Manco per il cavolo. Provate a mettervi a parti rovesciate, e vedrete. Provate a pensare se uno, anche solo nella minuta realtà virtuale di questo blog, vi dicesse: sei un poveretto, ma cio’ nonostante, io mi chino verso di te che non sei in grado di arrivarci, e ti spiego io le cose come stanno. Che fareste? Partirebbe giustamente un sonoro ” vaffa”: esplicitato o no. Ecco, io credo che sia ora di abbandonare le delicatezze formali, tipo dire disabili o diversamente abili, io preferisco chiamare le cose col loro nome, e dire: questa persona è in carrozzina, e cercare di inerpicarsi su per una salita diversa, che è quella non solo di andare “oltre” le difficoltà, le impossibilità o gli impacci, ma di tenerle ben presenti e di passarci “attraverso”, per arrivare alla sostanza delle persone e di una vita che oggi in larga parte puo’ davvero essere fruita e goduta anche se in sedia a rotelle o situazioni similari.Io vedo nei miei amici in carrozzina nessun dolorismo e nessun pietismo, né per se stessi né per gli altri; nessun amore insano per il loro problema; ma una specie di orgoglio e di rivendicazione, sì di rivendicazione, di una bellezza e di una forza di risorse e di vita di cui andare giustamente fieri.
“Gesù per indicare il carattere messianico della sua azione e predicazione dice: “i ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati e i sordi odono”. Ebbene, intorno a noi, oggi avviene qualcosa di messianico.”
Bellissima centratura, Luigi.
Mi piacerebbe che fosse ben chiaro che questo è un compito che spetta anche a me, e a TUTTI I CRISTIANI, personalmente. Spesso mi incontro con amici, fidanzati/e, coniugi e parenti di persone in carrozzina che mi dicono: potessi fare qualcosa , gli darei le mie gambe! E non posso fare nulla! La prima parte dell’affermazione, la accetto a scatola chiusa, e probabilmente è vera. La seconda è una palla colossale.Non Posso far nulla?! Io posso far quasi tutto, proprio avvicinarmi molto a quello che faceva Gesù nel passo di vangelo citato da Luigi, altro che palle….
Caro Luigi, molto interessante il tuo discorso sulla disabilità e particolarmente divertente l’annotazione a quanti ““scrivono con i piedi” pur avendo le mani che si muovono …” Mi ci ritrovo anch’io.
Tu dici : “io … non ho nessuna competenza specifica se non quella dell’osservatore del pianeta della disabilità … Noi oggi stiamo infatti vivendo un ampliamento dell’umanesimo e delle possibilità dell’umano proprio attraverso l’accoglienza e l’inclusione dei disabili – Non avveniva in altre epoche.” – Non credo di poter condividere questo ottimismo, perché è apprezzabile lo sforzo che fai per incoraggiare, per presentare in tono positivo ciò che è utile. Le malattie e l’inabilità sono sempre esistite, è vero che oggi le tecniche per dare sollievo sono più raffinate, ma non vanno dimenticati i milioni di aborti anche in fase di sviluppo avanzato, e ricordo episodi di cui sono stato personalmente testimone in India, dove i neonati spesso vengono storpiati dai genitori per poterli avviare all’accattonaggio, quale unica via di sopravvivenza per il nuovo nato. O di quanti bambini vengono “venduti” per farne commercio di organi, da famiglie che non hanno la possibilità di sfamare tutti i figli e qualcuno deve essere sacrificato. Tu fai certamente bene a sollecitare l’impegno verso la disabilità, ma credo che sia solo una goccia nel mare di questa umanità insensibile. Non dobbiamo guardare solo all’ombellico di casa nostra. Nè possiamo risolvere personalmente tutti i problemi del mondo. Per questo la preghiera è “venga il Tuo Regno”.
Così mi sembra appropriato ricordare una promessa che era ed è tutt’ora valida : “Se ascolterai strettamente la voce di Jehovah tuo Dio e farai ciò che è retto agli occhi suoi e veramente presterai orecchio ai suoi comandamenti e osserverai tutti i suoi regolamenti, non porrò su di te nessuna delle malattie che posi sugli egiziani; perché io sono Jehovah che ti sana”.” ( Eso 15.26) e proseguiva dicendo ”E la futura generazione, i vostri figli che sorgeranno dopo di voi, saranno costretti a dire, anche lo straniero che verrà da un paese lontano, sì, [quando] avranno visto le piaghe di quel paese e le sue malattie con le quali Jehovah l’avrà afflitto,[…] sì, tutte le nazioni saranno costrette a dire: ‘Perché Jehovah ha fatto così a questo paese? Perché l’ardore di questa grande ira?’ Quindi dovranno dire: ‘Perché abbandonarono il patto di Jehovah Dio dei loro antenati, che egli concluse con loro quando li fece uscire dal paese d’Egitto. E andavano a servire altri dèi e a inchinarsi davanti a loro, dèi che non avevano conosciuto e che egli non aveva loro ripartito. Quindi l’ira di Jehovah divampò contro quel paese facendo venire su di esso l’intera maledizione scritta in questo libro. Perciò Geova li sradicò dal loro suolo con ira e furore e grande indignazione e li gettò in un altro paese come in questo giorno’.” ( Deut 29.22-28)
La questione non si risolve con “il trend positivo che è straordinariamente positivo…inedito ” ma si risolve tornando a quel famoso patto, al rispetto di quelle disposizioni. Altrimenti sarà solo come dare un aspirina ad un moribondo. E’ questo l’unico segno dello Spirito, l’unico dono, capire che non c’è altra soluzione ad un problema infinito. Non si può combattere contro Dio non credi ? C’è un solo modo per uscirne, essere sanati da Lui. Tutto il resto sono belle e buone intenzioni non risolutive.
“Come potrebbe uno inseguirne mille, E due metterne in fuga diecimila? A meno che la loro Roccia non li abbia venduti E Jehovah non li abbia ceduti.” ( Deut 32.30) “sono divenuti una cosa votata alla distruzione. Non mostrerò più d’essere con voi a meno che non annientiate di mezzo a voi la cosa votata alla distruzione.” (Gios 7.12)
“A meno che Jehovah stesso non edifichi la casa,
Non serve a nulla che vi abbiano lavorato duramente i suoi edificatori.
A meno che Jehovah stesso non custodisca la città,
Non serve a nulla che sia stata sveglia la guardia.
Non serve a nulla che vi alziate di buon’ora,
Che vi mettiate a sedere tardi,
Che mangiate cibo con pene.”( Sl 127.1-2)
Non si tratta di curare i malati e gli inabili come se fosse un associazione assistenziale, benefica. Si tratta di “insegnare a chi vuole imparare, come può fare a curarsi da solo. La soluzione è sempre dentro, non fuori.
@ lorenzo
“Ebbene, intorno a noi, oggi avviene qualcosa di messianico.””
Convengo caro Lorenzo che sta avvenendo qualcosa di strano,ma non è messianico. Avviene che il papato sta sostenendo Monti che guarda caso è colui che taglia i fondi ai disabili affamando chi ha di meno, ma senza fare nulla verso chi ha di più. Le sembra messianico questo ?
Non dimentichi che chi non ha Dio dalla sua non potrà fare nulla ! E Dio le motivazioni le ha spiegate chiaramente. “Può un uomo raccoglier fuoco nel suo seno eppure non bruciare le sue medesime vesti? O può un uomo camminare sui carboni e non scottarsi gli stessi piedi?” ( Prov 6.27-28) – “Poiché all’uomo che dinanzi a lui è buono egli ha dato sapienza e conoscenza e allegrezza, ma al peccatore ha dato l’occupazione di raccogliere e radunare semplicemente per dare a chi è buono dinanzi al [vero] Dio. Anche questo è vanità e un correr dietro al vento.”( Eccl 2.26)
Però su una cosa sono d’accordo con lei, : “Ecco, io credo che sia ora di abbandonare le delicatezze formali, …. io preferisco dire: questa persona è in carrozzina, e cercare di inerpicarsi su per una salita diversa, che è quella non solo di andare “oltre” le difficoltà, le impossibilità o gli impacci, ma di tenerle ben presenti e di passarci “attraverso”, per arrivare alla sostanza delle persone e di una vita che oggi in larga parte puo’ davvero essere fruita e goduta anche se in sedia a rotelle o situazioni similari.
Io vedo nei miei amici in carrozzina nessun dolorismo e nessun pietismo, né per se stessi né per gli altri; nessun amore insano per il loro problema; ma una specie di orgoglio e di rivendicazione, sì di rivendicazione, di una bellezza e di una forza di risorse e di vita di cui andare giustamente fieri.”
Questo è ciò che significa “guardarsi dentro” invece che guardare fuori.
Questo è ciò significa l’Insegnamento dell’Unico Maestro.
La ringrazio per queste parole.Sono lieto di notare che qualcosa ancora ci unisce.
Stia bene
Grazie Luigi,
grazie Lorenzo, per la ripresa che mi provoca come povero povero
Il riscatto di una disabile: la beata Margherita di Città di Castello. Grazie ancora per averla valorizzata, Luigi.
Questo intervento all’Oasi di Troina è molto bello e illuminante: contiene tanta verità, rivela tanta sapienza nella “interpretazione della disabilità in questo momento della storia dell’umanità” ed è, anche, la testimonianza di un modo “diverso”, personale e trascinante, di leggere il Vangelo.
Oh, quante cose! Possibile che io sia d’accordo totalmente su tutte? No, non è possibile: non mi riconoscerei più.
Vediamo un po’. E’ vero che la cultura moderna “è grande, viene da Dio”. E’ vero che l’accoglienza e il superamento della disabilità nella società e nella vita ecclesiale vengono, anch’essi, da Dio e sono “segno dello Spirito per la nostra epoca”. Solo una cosa, se fossi stata lì, ti avrei chiesto di precisare meglio, e riguarda la cultura: quella che tu definisci come “tentazione”, la tentazione di “demonizzare” la cultura tecnologica e scientifica, non si potrebbe chiamare in un altro modo ? In un altro modo, intendo, se vista per quello che in realtà vuole essere, cioè netto rifiuto (demonizzazione) dell’uso che di tali competenze e conoscenze così spesso si fa o si vorrebbe fare o si capisce che si farà -uso che a me pare corretto definire “demoniaco”-. Ecco, solo su questo avrei avuto da “ridire”: anche se è probabile che me lo sarei dimenticata e avrei semplicemente applaudito.
“…un netto rifiuto (demonizzazione) dell’uso che di tali competenze e conoscenze ( cultura tecnologica e scientifica) così spesso si fa o si vorrebbe fare o si capisce che si farà -uso che a me pare corretto definire “demoniaco”-. ”
Cara Fiorenza, se mi permetti, di ogni conoscenza, compresa la più nobile, la più alta e la più santa, posso fare in qualunque momento un uso demoniaco. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, e non c’è nulla di cui avere paura.Trovo illuminante in questo quello che dicono i vescovi nella conclusione del Sinodo: ”
“Di fronte agli interrogativi che le culture dominanti pongono alla fede e alla Chiesa rinnoviamo la nostra fiducia nel Signore, certi che anche in questi contesti il Vangelo è portatore di luce e capace di sanare ogni debolezza dell’uomo.”. Stiamo abbarbicati al vangelo: non c’è sapere e non c’è conoscenza di cui avere paura. Quando sento ( non è il tuo caso) la diffidenza, se non il terrore e l’odio, che a priori vengono sollevati da certi cattolici davanti a tutto ciò’ che è ricerca scientifica e innovazione tecnologica in applicazione all’uomo, penso che si è perso il gusto del rischio e della scommessa, che è ineliminabile e fondante nel cristianesimo. Non fosse perchè con Gesù Dio ha scommesso personalmente su di me, oltre che su ogni singolo uomo della storia: sono io stesso, siamo tutti noi che possiamo decidere in ogni momento di diventare demoniaci. Se Dio avesse ragionato così, manco ci avrebbe creato…vediamo di agire anche noi di conseguenza.
Bell’intervento, Luigi: complimenti.
Credo che Lorenzo abbia centrato il punto: non c’è nozione, conoscenza, scoperta scientifica che meriti la nostra condanna, o rifiuto, oppure paura che sia, ma – nulla di nuovo sotto il sole: hai ragione, Lorenzo – l’uso di ogni nozione, conoscenza, scoperta scientifica è affidato alla nostra responsabile libertà di cristiani; se così non fosse (sono certo che anche Fiorenza concorda), il Vangelo sarebbe un’ideologia terrena, al pari di tutte le altre, e non, piuttosto, un messaggio di salvezza e di redenzione dell’uomo che Nostro Signore ci affida.
Di qui il senso del rischio e della scommessa, di cui parla ancora Lorenzo: la fede non è (solo) certezza, non è (solo) dogma, non è (solo) precetto, ma è (anche, se non soprattutto) il coraggio di servire Cristo in circostanze incerte, difficili, pericolose (proprie, ad esempio, di chi vive, personalmente o di riflesso, il problema della disabilità).
Mi sa che ho fatto un pò di confusione: ma, tanto, gli amici del “pianerottolo” mi capiranno lo stesso.
Buona domenica a tutti.
Roberto 55
P.s.: vi siete ricordati di spostare all’indietro le lancette dell’orologio ?
Ma certo, che tutto sia “affidato alla nostra personale libertà di cristiani”, e che di ogni conoscenza, “compresa la più nobile, la più alta e la più santa”, si possa fare un uso demoniaco, è verissimo. E proprio per questo, a me pare, c’è da restare sgomenti (ripeto: almeno a me così capita) nel vedere come in particolare l’intero corpo di saperi tecnologico-scientifici si presti bene, nella sua “neutralità”, ad assecondare il ricorrente subdolo sogno luciferino di diventare “sicut dii”. E questo soprattutto oggi. Non mi pare così inutile porre, accanto alla visione positiva del sapere, l’invito a vigilare sulla debolezza che intacca e insidia e annienta -riducendola a una povera caricatura- la “nostra personale libertà”.
La beata Margherita di Città di Castello: è lei la patrona dei disabili?
Ecco, a pensarci bene, questa Margherita e le persone che l’amavano sono figure tanto luminose da oscurare un po’ i fasti della nostra epoca: perché, sì, allarga il cuore vedere il moltiplicarsi, oggi, dei modi di curare e di inserire e di accogliere, ma non dobbiamo dimenticare la lezione che da loro ci viene. La lezione di quel Medioevo in cui, per fare un preciso esempio, Ubertino da Casale riconosceva, lui religioso coltissimo, di dovere tanto (tutto forse, arriva ad ammettere nel prologo dell'”Arbor Vitae”) ad alcune “religiosae mulieres” analfabete come Cecilia da Firenze o Angela da Foligno e, soprattutto, alla nostra Margherita, la “prudentissima virgo de civitate Castelli”. E la cosa che mi pare davvero straordinaria è il fatto che di lei egli neppure nomina la cecità: non la vede come disabile, non si pone il problema di “accoglierla” in quanto tale o del suo “riscatto”, ma di lei riconosce la superiorità spirituale. Lei gli legge dentro e lo guida e lo risana: e questo è tutto.
@ lorenzo
“Di fronte agli interrogativi che le culture dominanti pongono alla fede e alla Chiesa rinnoviamo la nostra fiducia nel Signore, certi che anche in questi contesti il Vangelo è portatore di luce e capace di sanare ogni debolezza dell’uomo.”.
Se questo dire dei vescovi è così illuminante, lei ha qualche idea, perché mai anziché camminare alla luce del vangelo continuano a camminare fuori strada, proprio lì ove c’è il buio più pesto ?
Per es. tanto per parlare di cose recenti, il povero Gabriele è ancora in prigione e la grazia tanto pubblicizzata non è ancora arrivata malgrado abbia voluto difendere il papa e malgrado il vangelo offra il perdono settanta volte sette.
Proprio nell’argomento precedente c’era il vanto per i clandestini.
Per es. Il Cardinale Sepe parla di “chiesa sfigurata dal carrierismo” ( Vatican Insider)
Per es. Il card Marcinkus parlava di soldi perché senza non si dice messa.
Per es. La pedofilia e la colpevole “copertura dei colpevoli” è parte della fiducia nel Signore ? Qui ne trova un elenco ancora più lungo
E’ questo il vangelo a cui restare “abbarbicati” ? Non le sembra piuttosto un modo di rinnegare il vangelo piuttosto che una riconferma ? Dovendo agire di conseguenza, che conseguenze ne trae ?
Se è davvero convinto che Dio ha scommesso su di lei, perché gli vuole far perdere la scommessa ?
Talvolta siamo talmente abituati a fare i conti con La Tentazione, quello che Fiorenza chiama ” il ricorrente subdolo sogno luciferino di diventare “sicut dii” ( e facciamo bene a tenerla d’occhio, percé è sempre lì, nocciolo duro e adamantino piantato al centro del nostro egoismo innato) da dimenticare che, almeno per noi cristiani, c’è , ci deve essere obbligatoriamente, un altro modo di intendere il “sicuti dii”.Perché noi, in certo senso, invitati e mandati a vivere, a essere tra gli altr,i come Gesù Cristo, siamo invitati a vivere e a essere ” sicut dii”, il nostro Dio, il Dio cristiano, Gesù.E’ sempre la solita vecchia storia, che si ripropone a ogni giro di ruota: la paura fa 90, e noi non ci fidiamo fino in fondo di Cristo. Se noi rovesciassimo una buona volta il modo di impostare la questione, e partissimo dalla considerazione spassionata della nostra limitatezza e della nostra capacità di fare e di amare il male, taglieremo le gambe a ogni paura e ad ogni paturnia collegata.Se io so di poter essere in qualunque momento una bestia, se io so in certe cose di esserlo, la bestia che sono, non ho piu’ la paura fottuta di scoprirmi tale, di svelarmi tale, di apparire tale; non ho piu’ la spasmodica voglia di essere diverso da quello che sono per natura, di dipingermi diverso, di volermi credere diverso…rompo, insomma , il giocattolo nelle mani del gran cornuto.Che lì sopra lavora sapientemente e trae fuori i suoi capolavori.
Certo, non mi devo fermare lì. Perchè insieme a questa scoperta, io ho Gesù Cristo:anzi, è proprio lui che, liberandomi da me stesso e dalla soma che sono per me stesso, mi rivela questa scoperta ! Quindi: senza di lui, io non posso nulla. Ma con lui, lui puo’ praticamente tutto.
Non c’è posto, in questa visione, per le paure, per le occhiute diffidenze, per i sospettosi distinguo. Si spalanca invece la porta a un modo “diverso”, personale e trascinante, di leggere il Vangelo.- sto copiando di nuovo Fiorenza-….però qui mi fermo.
Quale altre modo esiste di essere cristiano, se non questo: diverso, personale, trascinante? O si è così, o non sio è cristiani.
In questo, la” disabilità” è una buona metafora e un buon insegnamento.
Chi si trova in queste situzioni problematiche, è costretto, tardi o tosto, a aprire gli occhi sulla realtà, sulle sue limitazioni oggettive, su quello che lo blocca. Non si fa piu’ il problema di nasconderlo, di recriminarci, di fingere altro. Finisce così di fare, anche ncessariamente( grandissima lezione per tutti!!!), di un dato di fatto in sé negativo, un punto di forza. Vuole andare “oltre” non nonostante i suoi limiti, ma con quelli..
.Una impostazione sorprendentemente evangelica.
🙂
Bellissimo il discorso sui segni della Spirito. Non c’è argomento che mi interessi di più. Io amo lo Spirito Santo e ritengo che tutti dovremmo rivolgerci a Lui più spesso di quanto non si faccia.
Penso anche–e ho già espresso questo concetto– che tutti debbano prestare maggiore attenzione ai segni dello Spirito nel tempo che passa.
Il che significa, a mio parere, vedere la lenta realizzazione del Regno di Dio.
E invece molti non la intravedono, ostinandosi a focalizzare solo il bello e il meglio– tutto soggettivo e da verificare–di un mitico tempo passato.
D’ accordo sul riscatto del disabile, ma, realisticamente, ancora resta molto da fare, se è vero–e lo è–che non tutti quelli che sono in carrozzina hanno, almeno qui in Italia, libero accesso a molti luoghi di interesse pubblico, perché non sono state costruite le strutture idonee.
È possibile ignorare le denunce fatte recentemente dal regista Bernardo Bertolucci?
Per iniziativa di Antonella Lignani un anno e mezzo addietro sono stato a Citta di Castello per questo appuntamento:
CITTA’ DI CASTELLO
Fede e carità ai tempi di beata Margherita e ai nostri giorni
Centro Studi “beato Carlo Liviero”
Via XI Settembre 34, Città di Castello
Venerdì 6 maggio 2011 – ore 21.00
Ne cavai poi – per la rivista IL REGNO – questo articolo:
Quand’era facile la fede e difficile la carità
Che cosa può insegnarci Margherita di Città di Castello
Il capitolo 4 LA REAZIONE ALL’HANDICAP della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto è all’origine dell’invito a Troina a trattare di quell’arduo argomento:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=2093
Sì, molto va ancora fatto qui da noi: siamo partiti in gran ritardo, e molto resta ancora da fare. A parte il discorso sulle barriere, essenziale,ce n’è anche un altro, che si pone, diciamo, al livello successivo.Un conto è garantire l’accesso ai disabili, un conto è mettere in pista tutto quello che si puo’ per il massimo raggiungibile della loro indipendenza e autonomia.Mi spiego meglio: c’è il discorso del disabile con accompagnatore, e c’è quello del disabile messo in grado di fare il maggior numero di cose da solo, in autonomia il piu’ possibile completa.Su questo secondo livello il cammino è ancora molto.Occorre lavorare. Occorre lavorare un po’ anche sulle famiglie, che in Italia, anche per la relativamente recente cultura dell?handicap( brutto termine, lo so, ma è per intendersi), restano protettive e presenzialiste oltre la media e, in certi casi, oltre il necessario.Occorre lavorare soprattutto sulla politica e sulle isitituzioni ad ogni livello, che sgancino, questo è il loro compito essenziale, risorse e finanziamenti intanto per l’acquisto di ausili che sono certamente costosi, e poi per la messa in opera di misure che agevolino la ricerca e la diffusione delle nuove tecniche e dei nuovi ausili stessi.Poter vivere da solo , per una persona disabile, richiede la cosiddetta casa domotica, che oggi è largamente alla nostra portata: ma non a quella delle nostre tasche.Capisco che in tempi di vacche magre il discorso non attacchi: ma l’impostazione è quella.E comunque, prima di tagliare, ridurre, limare le risorse destinate alle persone in difficoltà, il governo, le regioni e i comuni dovrebbero seriamente cercare OGNI ALTRA, dico OGNI ALTRA forma di taglio e di risparmio…
@ Marilisa
“Non c’è argomento che mi interessi di più. Io amo lo Spirito Santo e ritengo che tutti dovremmo rivolgerci a Lui più spesso di quanto non si faccia.”
Ha mai visto il dipinto di Michelangelo denominato “La Creazione” nella cappella Sistina ? E’ qui !
Sa perché mai il mantello di Dio ha la forma del cervello umano ? Lo Spirito Santo magari è nel mantello !
“Se ci fosse un vostro profeta per Jehovah, mi farei conoscere a lui in una visione. Gli parlerei in un sogno.” ( Num 12.6) – Perché in sogno ? Il cervello non dorme mai ?
“ E lo supplicavano di poter toccare solo la frangia del suo mantello; e tutti quelli che la toccarono furono completamente sanati.” ( Mt. 14.35-36) Miracoloso quel mantello, vero ? Bastava toccare la frangia per guarire ! E fa pure rima con cervello ! Magari toccavano un pezzetto di idee ?
“Nessuno cuce una toppa di panno non contratto su un mantello vecchio; se no, tutta la sua forza tira da esso, il nuovo dal vecchio, e lo strappo diviene peggiore.” ( Mc 2.21) – Si potrebbe leggere anche. “Non si mettono idee nuove in un cervello vecchio” ! Forse è per questo che i vecchi dormono poco, e che per fare cose nuove “bisogna tornare come bambini” “ “Ti lodo pubblicamente, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi e agli intellettuali e le hai rivelate ai bambini.“ ( Mt 11.25) ( I bambini hanno cervelli nuovi – vuoti)
Forse si può leggere anche anche : “un mantello vecchio non recepisce idee nuove !” ma se tocchi anche solo la frangia del mantello giusto….abbandoni il vecchio e trovi il nuovo e sei tornato bambino.
E quando scese “su” di lui lo Spirito Santo “come” una colomba…. Perché mai scese sulla testa e non sulla spalla come i pappagalli ? Ma era proprio “sul” capo e non “nel” capo ?
“Se dunque voi, benché siate malvagi, sapete dare doni buoni ai vostri figli, quanto più il Padre che è in cielo darà spirito santo a quelli che glielo chiedono!” ( Lc 11.13) Perché mai invece di doni buoni darà “spirito santo” ? Non è corrispondente al doni buoni… o si ? Forse il migliore dei doni buoni ? ! Ecc. Ecc. E’ sempre stato lì il mantello di Michelangelo…. Bello vero ?
“nel corso del Novecento il quoziente di intelligenza (QI) nei paesi sviluppati è aumentato di un terzo di punto all’anno in media, cioè di tre punti ogni decennio.” Link qui
Se sono 3 punti ogni decennio, in duemila anni fa + 600 punti. Non sorprende quindi che l’angelo aveva detto a Daniele : “E quelli che hanno perspicacia splenderanno come lo splendore della distesa; e quelli che conducono molti alla giustizia, come le stelle a tempo indefinito, sì, per sempre. “E in quanto a te, o Daniele, rendi segrete le parole e sigilla il libro, sino al tempo della fine. Molti [lo] scorreranno, e la [vera] conoscenza diverrà abbondante”. ( Dan 12.3)
Curioso questo mantello che cresce nella testa no ? Più passa il tempo più diventa abbondante…..più diventa abbondante più abbandona cose vecchie.
“Perciò ogni pubblico insegnante, quando è ammaestrato riguardo al regno dei cieli, è simile a un uomo, a un padrone di casa, che trae dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie”.( Mt 13.52) Prima le nuove però ! Dato che ! cor. dice :“Eliminate il vecchio…. lievito”
Stia bene, spero che riesca a capire !
@ Marilisa
MI scusi ho dimenticato un link
http://www.debernardis.it/diocervello.html
Ringrazio per le riflessioni e per l’esempio della Beata Margherita di Città di Castello, che non conoscevo.
Conosco però la storia di un altro grande santo medioevale e “handicappato”, che segnalo a tutti: Sant’Ermanno lo Storpio, monaco a Reichenau, storico, astronomo, poeta, musico,… e autore di quella bellissima preghiera che è la Salve Regina.
“il riscatto del disabile un segno dello Spirito”
Domanda pere il pianerottolo : “ Chi non usa l’intelletto, può essere definito “disabile ?”
“Il dito di Dio sfiora, ma non tocca, la mano di un Adamo già completamente formato, in un gesto che non sembra solo di creazione. In quel gesto si può vedere molto di più: il protendersi di Adamo verso il Dio che lo ha appena creato, la descrizione della ascesi che deve compiere l’uomo per raggiungere l’unità col creato e col creatore e che passa necessariamente per la strada dell’INTELLETTO.” Link
“Istruiscimi, o Jehovah, nella via dei tuoi regolamenti,
Affinché io la osservi sino alla fine.
Fammi comprendere, affinché io osservi la tua legge
E affinché io la custodisca con tutto il cuore.” ( Sl 119.33-34)
Si può credere senza comprendere ? E chi non comprende è “disabile” ?
Gioab, ma è sicuro che lo Spirito scese sulla testa e non sulla spalla? Chi glielo ha detto? Comunque, niente vieta alle colombe di posarsi sulla testa, magari la sua.
E lei sarebbe investito di Spirito Santo. Pensi che bello!
La smetta di vaneggiare, Gioab. La prego.
Gioab, non le conviene, c’è una persona espertissima di Cappella Sistina sul blog !!! stia attento…
Penso che la disabilità sia sempre relativa a qualcosa, perciò legata alla cultura di una società ed ai valori che la ispirano. Da questo punto di vista, a differenza di Luigi, non la vedo molto bene, oggi, per i disabili, cioè per noi tutti, prima o poi, con un alto tasso di probabilità. Quanto alla tecnologia, oggi siamo nel bel mezzo di una rivoluzione che verrà ricordata nei secoli avvenire come un passaggio cruciale nella storia dell’umanità, causa di un vero e proprio mutamento antropologico.
La domanda di Gioab, “chi non usa l’intelletto può essere definito disabile”, chiaramente riferita a coloro che “non comprendono” credendo di credere, è meno peregrina di quanto si potrebbe pensare. Per come la vedo io, avere una certa idea della vita, quindi anche professare o non professare una religione, è attribuibile alla responsabilità individuale esattamente quanto l’avere o il non avere una gamba, cioè per nulla. Le nostre scelte non sono il frutto del libero arbitrio e non sono neppure semplicemente condizonate da fattori esterni, sono semplicemente determinate da cause a noi in gran parte sconosciute. Ci illudiamo di essere liberi perché siamo all’interno di questo meccanismo e ci siamo inventati la responsabilità per poter vivere insieme e per soddisfare la nostra povera idea di giustizia, che fra l’altro abbiamo appiccicato anche al Padreterno (per chi ci crede). Più passa il tempo e più me ne vado convincendo, anche, sia pure in minima parte, grazie alle discussioni che quotidianamente vado leggendo sul pianerottolo.
Leopoldo: ” Ci illudiamo di essere liberi perché siamo all’interno di questo meccanismo e ci siamo inventati la responsabilità per poter vivere insieme e per soddisfare la nostra povera idea di giustizia, che fra l’altro abbiamo appiccicato anche al Padreterno (per chi ci crede).”
La frase nel contesto e nel complesso (a me) non mi è tanto chiara e può darsi che ioa abbia capito fischi per fiaschi.
Comunque, almeno per quel che mi riguarda, mai detto che Dio è giusto.
Non potrei mai dire che Dio è giusto!
@ Marilisa
“Gioab, ma è sicuro che lo Spirito scese sulla testa e non sulla spalla? Chi glielo ha detto ?”
Era un interrogativo che ponevo io però ! Ma se mi rigira la domanda la risposta è che non lo so. Ma mi pare che il crvello non sia nella spalla.
“E divennero loro visibili lingue come di fuoco che si distribuirono, posandosi una su ciascuno di loro, e furono tutti pieni di spirito santo” ( Atti 2.3-4) Non spiega dove si è posato. Ma nell’arte definita “sacra” lo rappresentano così. Qui ne trova a iosa. ”
Però ha ragione, niente vieta alla colomba di posarsi sulla mia testa. Ma di solito non si posa la colomba, ma qualcosa d’altro “della” colomba mentre vola. E poi devo andare a lavarmi….. Certo preferirei che fosse dello Spirito Santo, ma il prodotto dello Spirito Santo non è fatto di urati e ossalati anche se è un utile “concime”.
Magari si faccia una ripassatina intorno all’aureola…. A volte circonda l’intera persona altre solo la testa. Perché mai ? Magari se da un occhiata su Wikipedia alla voce “sol invictus” scoprirà anche che non è roba cristiana. Scoprirà che “anche l’imperatore Costantino sarebbe stato un cultore di Mitra, il Dio Sole, in qualità di Pontifex Maximus dei romani. Egli, infatti, raffigurò il Sol Invictus sulla sua monetazione ufficiale, con l’iscrizione SOLI INVICTO COMITI, “Al compagno Sole Invitto”, definendo quindi il dio come un compagno dell’imperatore. Con un decreto del 7 marzo 321 Costantino stabilì che il primo giorno della settimana (il giorno del Sole, Dies Solis) doveva essere dedicato al riposo” Link Ma Gesù è il Signore del Sabato. ( Mt 12.8)
E così via…..
” e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro soccorritore che sia con voi per sempre, lo spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede né lo conosce. Voi lo conoscete, perché rimane con voi ed è in voi.” ( Gv 14.16-17) – “Quando sarà arrivato il soccorritore che vi manderò dal Padre, lo spirito della verità, che procede dal Padre, quello renderà testimonianza di me, e voi, a vostra volta, renderete testimonianza” ( Gv 15.26-27) – “Comunque, quando quello sarà arrivato, lo spirito della verità, vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di proprio impulso, ma dirà le cose che ode, e vi dichiarerà le cose avvenire” ( GV 16.13)
Domanda: E’ Santo questo Spirito della Verità che procede dal Padre ? Si vede o non si vede ?
Domanda : Quei “cristiani” che in Nigeria, ieri hanno usato il machete contro i mussulmani, avevano quello spirito e possono essere chiamati “fratelli” ? O “handicappati” ?
Stia bene
@ Leopoldo
“La domanda di Gioab, “chi non usa l’intelletto può essere definito disabile”, chiaramente riferita a coloro che “non comprendono” credendo di credere, è meno peregrina di quanto si potrebbe pensare.”
Aggiungo un tassello.
Nell’antichità, i sacrifici animali che venivano offerti a Dio erano una prefigurazione ad indicare l’unico sacrificio che Cristo a avrebbe fatto una sola volta a favore di tutti.( Ebr 7.27)
In realtà l’animale era una “cosa” vivente sacrificabile. Da cui la spiegazione che ne da la Scrittura :
” Il malvagio secondo la sua alterigia non fa nessuna ricerca; Tutte le sue idee sono: “Non c’è Dio”. ( Sl 10.4-5) – “I suoi propri errori intrappoleranno il malvagio, ed egli sarà ritenuto nelle funi del suo proprio peccato.” ( Prov 5.22) – “ Dall’attività delle sue proprie mani il malvagio è stato preso in trappola.” ( Sl 9.16)
Lei dice anche : “Ci illudiamo di essere liberi perché siamo all’interno di questo meccanismo e ci siamo inventati la responsabilità per poter vivere insieme e per soddisfare la nostra povera idea di giustizia, che fra l’altro abbiamo appiccicato anche al Padreterno (per chi ci crede).”
Però le scelte nella vita non le fa il Padre Eterno per noi. Ciascuno di noi ogni giorno prende centinaia di decisioni e fa centinaia di scelte.A cominciare se alzarsi dal letto a che ora, come vestirsi se rispondere al telefono o scrivere sul blog. Quindi la “responsabilità” esiste in capo a chi prende le decisioni, e poiché “ Il malvagio è un riscatto per il giusto; e chi agisce slealmente prende il posto dei retti.” ( Prov 21.18) La conclusione è che “L’uomo terreno, quantunque in onore, che non comprende, In realtà è paragonabile alle bestie che sono state distrutte.” (Sl 49.20) E’ sacrificabile ! Come gli animali dell’antichità.
E’ stato il concetto cattolico del gaslo “pietismo” a tutti i costi a distorcere il senso.
Es. “Per questo motivo cessate di divenire irragionevoli, ma comprendete qual è la volontà di Jehovah E non vi ubriacate di vino, in cui è dissolutezza, ma continuate ad essere pieni di spirito, parlando a voi stessi con salmi e lodi a Dio e cantici spirituali, cantando e accompagnandovi con musica nel vostro cuore a Jehovah ( Efe 5.19; Col 3.16)
Le risulta che i “gregoriani” siano spirituali ? cantati “nel cuore “ ?
Es: “con ogni forma di preghiera e supplicazione vi dedicate in ogni occasione alla preghiera in spirito” ( Efe 6.18)
Le risulta che i riti, le cerimonie, le preghiere, i rosari, siano “in spirito” ?
“Siete così insensati? Dopo aver cominciato in spirito state ora finendo nella carne” ( Gal 3.3) – E’ il vangelo che ne parla. Basta leggere.
@ principessa
La ringrazio dell’avvertimento, e sono certo che l’espertissimo/a della Cappella Sistina non avrà nulla di cui obiettare. La scoperta che il mantello di Dio ha la forma di un cervello non è mia, ma è una verità. Solo con il cervello possiamo comprendere Dio, almeno, le cose che ha voluto rivelare. Tutto il resto è solo invenzione umana.
Sarebbe anche interessante chiedere all’espertissimo/a perché mai Michelangelo abbia raffigurato il “sedere” di Dio. Mi piacerebbe capirlo. Forse perché disse a Mosè: “E deve avvenire che mentre passa la mia gloria ti devo porre in una buca della roccia, e devo mettere sopra di te la palma della mia mano come uno schermo finché io sia passato. Dopo ciò devo togliere la palma della mia mano, e in realtà mi vedrai di dietro. Ma la mia faccia non si può vedere”.( Eso 33.22-23)
Così non capisco se vedere “di dietro” sia equivalente a vedere “il dietro”. Roba da esperti. Magari Michelangelo voleva fare un dispetto al papa e dissacrare ciò che loro pensavano fosse sacro. Una beffa sotto gli occhi di tutti.
E non capisco un’altra cosa, forse l’esperto/a può aiutarci a capire: – se Dio dice “la mia faccia non si può vedere”, perché poi afferma : “non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, che Jehovah conobbe faccia a faccia” ?( Deut 34.10)
Vedi anche – “E Jehovah parlò a Mosè faccia a faccia, proprio come un uomo parlerebbe col suo prossimo” ( Eso 33.11)
Come poteva parlargli faccia a faccia se poteva vedere solo il dietro ?
“Faccia a faccia Jehovah parlò con voi sul monte di mezzo al fuoco. ( Deut 5.4)
Altra cosa che non capisco . Se il popolo aveva avuto l’ordine di non salire sul monte, neanche di avvicinarsi come potevano aver visto e udito in mezzo al fuoco ?
“E devi porre limiti al popolo all’intorno, dicendo: ‘Guardatevi dal salire sul monte, e non ne toccate le falde. Chiunque toccherà il monte sarà positivamente messo a morte. Nessuna mano lo deve toccare, perché sarà positivamente lapidato o sarà positivamente trafitto.[…] A ciò Mosè disse a Jehovah : “Il popolo non può salire sul monte Sinai, perché tu stesso ci hai già avvisati, dicendo: ‘Poni limiti al monte e rendilo sacro’”. Comunque, Jehovah gli disse: “Va, scendi, e devi salire, tu e Aaronne con te; ma i sacerdoti e il popolo non si aprano un varco per salire a Jehovah, perché egli non irrompa contro di loro”. Pertanto Mosè scese al popolo e glielo disse.( Eso 19.12-25)
Magari l’esperto/a potrà aiutarci a capire meglio le contraddizioni se ci sono.No ?
Aber, wie viel Zeit hat Sie?
Più grave è che lei, gentile nico, abbia tempo e voglia di occuparsene (per giunta in tedesco).
@ nico
Glaubst du an Wunder glauben? Warum nicht?
Gentile Leonardo
ogni tanto sono in vena di facezie.
Per il resto, meglio un più informale “tu”, no?
Facezie sul nulla?
Facezie e basta.
Un altro (di segno opposto) (eppure c’è “anche” questo) (non si dovrebbe dire?) “segno dei tempi” :
http://www.youtube.com/watch?v=g377qPQJTC8
Come commentarlo? Che dire? Dopo aver fatto tutti i tentavi possibili per sdrammatizzare, per sorriderci su, etc, etc., mi esce solo un: “No, no, no! Per favore: NO!!!”
…per curiosità, perché questa raffica di NO !?
Perché i no? Perché sì.
Oh, Lorenzo…Non sono in vena di spiegarmi, né di spiegare nulla (specie in questo caso, quando la cosa mi appare così ovvia), perdonami.
Caro Luigi,
ieri mentre tu alle 17:30 cominciavi la conferenza in quel di Fidenza,
nello stesso momento 54 anni fa,
piazza san Pietro era in un brusio d’attesa per la fumata bianca avvenuta mezz’ora prima.
Si affaccerà un vecchio uomo nuovo alla loggia delle benedizioni,
un uomo che chiederà a tutta la chiesa nel mondo di ritornare alle Fonti,
un uomo che vorrà adunare più di 2.500 vescovi da tutto il mondo per la prima volta nella storia umana
per far affacciare la Chiesa sul mondo
e il mondo sulla chiesa,
l’inizio di un cammino, di un percorso,
in cui i vescovi di tutto il mondo
troveranno il coraggio
di rompere con una tradizione che voleva
un abominio la libertà di pensiero,
la libertà di stampa,
la libertà …. dono inalienabile di D-o ad ogni persona.
E tu Luigi eri a Fidenza…….
@ Lorenzo
A proposito del filmato postato da Fiorenza, io penso che in quel contesto, ispirato alla bellezza del corpo, ai soldi, alla competizione come valori assoluti, non ci sia, per i disabili, nessuna speranza di riscatto. Per carità, ognuno faccia ciò che si sente, ma per conto mio c’è il rischio di fare confusione fra riscattare e comprare. Non voglio neppure mettere in discussione la buona fede dell’ideatore della manifestazione, e in quella voglio trovarvi del buono. Ma resta ciò che penso.
e che è quello che anch’io penso, Leopoldo, grazie per averlo detto al mio posto. Ma ci sarebbe ancora tanto altro, da dire…
Preferisco, però, spostare l’attenzione qualcosa di rasserenante, su altre immagini, viste le quali ho potuto dire, invece, tanti “sì”. Dal film più bello che io conosca sul superamento di una “disabilità”, “Il discorso del Re”:
http://www.youtube.com/watch?v=j6ULEIZHB3A&feature=related
(dedicato a Leopoldo, che ama il cinema)
@fiorenza e @ leopoldo
Solo una parola, che non si sogna di aprire polemiche del tutto inutili.
Il filmato puo’ anche urtare e sembrare di cattivo gusto.La manifestazione che è filmata, idem. Io, personalmente, non ho mai portato piede a una sfilata di moda, non fregandomene nulla, e non porterei forse piede nemmeno a questa.
Per quanto.
Questa associazione Vertical, prendendo per buono quello che si legge, si occupa di iniziative a favore dei lesionati al midollo. Quindi non è la solita casa di moda che sfrutta l’immagine per far parlare di sé. Forse la frutta lo stesso, e propro per far parlare di sé, ma in questo caso lo scopo sarebbe ceoerente con lo spirito .
Ma, ripeto, tutto questo rientra nel campo delle sensazioni e dei gusti personali.Ciascuno la pensa come crede.
Capisco la sensibilità urtata, e capisco che sia una sensibilità delicata e bella.In questo caso- quello dei disabili- però si rischia che la sensibilità che c’è, sia fin troppo delicata e fin troppo bella. (Guardate che sto solo prendendo spunto dalle vostre parole per dire questo, non intendo, non posso dire nulla di come la pensiate voi in particolare: non ci conosciamo.) Intendo dire che , lapalissiana ovvietà, le persone in carrozzina sono persone a tutte gli effetti.Se sono giovani, giovani a tutte gli effetti. Se sono belle, belle a tutti gli effetti.Hanno il diritto come tutti noi di fare quello che credono giusto di fare: compreso quello di divertirsi, di fare casino, di essere
per niente stinchi di santo, di essere, se lo vogliono, yuppies e rampanti, discotecari e modaioli, superficiali e gaudenti.Insomma, se una persona in carrozzina volesse perdersi , è libero di farlo come tutti gli altri. La libertà che si conquista è ( e io dico, deve essere) una libertà a tutti gli effetti, non solo di fare cose consone al proprio stato.Questa presunzione di bontà, o perlomeno di serietà, che li circonda, è una ulteriore gabbia che gettiamo sulle loro spalle. Ci si inumidisce il ciglio alla storia -bellissima- del cammino di Marcella, la ragazza che con la madre è andata a piedi e in carrozzina fino a Lourdes e da altre nobili parti di preghiera, incontrando in ogni sera associazioni e gruppi per sensibilizzare sull’handicap; ma altre bellissime storie di libertà e di riscatto sono quelle di persone che seguono ogni loro interesse, ogni loro voglia, ogni loro desiderio, e ogni loro capriccio- se vogliono-esattamente come lo posso fare io o voi. Io capisco benissimo , invece, che per una persona che la sorte ha costretto a convivere con un corpo con cui il più delle volte bisogna lottare, ci sia un desiderio sano e naturale di sentirsi bella, di piacere, di essere ammirata non sempre e soltanto per il caso umano che ha saputo farcela, ma perché donna o uomo e basta, come tutti :Proprio e soltanto come tutti.
Buona notte!
…e ancora una cosa, Leopoldo. Io non ho nessuna stima e nessuna attrazione per contesti in cui il valore della bellezza fisica, dei soldi e della competizione sono portati come valori assoluti. Ma il fatto è che se io mi preoccupo del riscatto delle persone disabili da una posizione di segregazione – o di iperprotezione, che è uguale- e se tifo per la loro autonomia e indipendenza, credo di doverlo fare, per quanto mi concerne, senza una preclusione moraleggiante. E comunque questi contesti lo sappiamo bene che esistono e prosperano- o prosperavano prima delle legnate della crisi: personalmente credo che rendano peggiori e schiave le persone che ci si infilano. Ma le persone devono poter essere libere di decidere se farlo o no. Non posso essere io, fosse anche per proteggerle, a impedirglielo a priori: se no dove va a finire la ” normalità” della vita? Il riscatto sta anche nella possibilità effettiva di rischiare in proprio, senza avere sempre qualcuno che lo fa in tuo nome …
Lorenzo, ti ringrazio per questa occasione di dialogo. Che non ci sia, da parte tua, nemmeno l’ombra dell’ intenzione “di aprire polemiche”, mi è chiarissimo anche perché nemmeno da parte mia questo c’è: nulla, insomma, si frappone a fare velo.E su quel che dici dei disabili “donna e uomo come noi e basta, come tutti, proprio e soltanto come tutti”, non hai idea di quanto io sia d’accordo. In un senso un po’ differente, però. Perché io credo che noi siamo tutti quanti, in vario modo, “disabili”. Non per questo, tuttavia, trovo crudele o “moralistico” l’indicare a chi a vario titolo è affidato alla mia responsabilità, alle mie cure (a chi, insomma, Dio mette sulla mia strada), ciò per cui vale la pena vivere. Né ho trovato mai irrispettoso dell’altrui libertà lo stile di Don Milani, che non risparmiava ironia, biasimo, o severità alcuna, non certo -diceva- ” a chi è in basso, ma a chi mira basso”. Indimenticabile, per me (che quando ho incontrato i suoi scritti “miravo basso”), il suo sguardo senza indulgenza alcuna per le mie debolezze, per le mie disabilità emotive. Indimenticabile e indimenticato il suo esempio, il suo insegnamento.
Anche il capitolo “La reazione all’ handicap” in “Fatti di Vangelo” mi ha dato molte buone lezioni. In particolare ricordo quanto mi colpirono le parole di Alessandro Ranieri. Queste, soprattutto, che incollo qui anche per me, per memorizzarle meglio:
“I primi tempi furono duri: pensate a un adolescente che da un giorno all’altro si ritrova disabile e trattato come tale dagli altri. La difficoltà maggiore non era nell’accettare la disabilità ma nel discernere se voler tornare come prima o azzerare tutto e ripartire.”
…
“L’incidente aveva creato uno spartiacque e io dovevo capire da che parte stare.”
…
“…io non ero più quello di prima. L’incidente, l’ospedale, la famiglia che mi era stata accanto e altro che non saprei dire avevano come suscitato in me una nuova personalità.”
…
“La mia persona era rinata e non entrava più nell’Alessandro di “prima”. Compresi che era vana la ricerca di tornare indietro e che occorreva tagliare con il passato per costruire qualcosa di nuovo: l’esperienza della disabilità funzionò da leva per catapultarmi dentro alla vita. Lessi la mia vicenda con gli occhi di Dio, che mi aveva avvicinato al dolore perché comprendessi il significato dell’esistenza.”
…
” Ero divenuto una persona nuova e solo accettandomi come tale potei superare il lutto.”
…
“Non tornerei indietro perché non ho perso qualcosa ma ho guadagnato molto…”.
Ma su questo siamo perfettamente d’accordo, Fiorenza. Non dico di cascare nell’eccesso opposto e di “non potere dire nulla” a una persona in carrozzina: cosa che, fa un po’ ridere, ma non è così rara. C’è chi pensa per esempio: poveraccio, ha già tutti i suoi casini, non starlo a contraddire…e ci si fa , magari inconsciamente, accondiscendenti oltremodo e oltre misura, ottenendo ovviamente l’effetto opposto, quello di un fastidio urticante da parte di chi viene trattato in quel modo finto…
No, no: hai ragione assolutamente in questo. Così’ come sull’ironia ( che oltrettutto mediamente chi è in queste situazioni possiede in modo spiccato e addirittura ” feroce”, insieme a una calda autorinonia), il disaccordo, il biasimo o la severità: sintetizzando, sul cazziatone !
Certo non si puo’ definire irrispettoso della libertà altrui don Milani, la figura forse piu’ libera che io abbia- seppur solo via libri- conosciuto! Se riteniamo che una persona in carrozzina stia” mirando basso”, certo che dobbiamo dirglielo. Però ho notato molte volte che ci si aspetta che lei, per il fatto stesso della carrozzina, sia destinata a mirare alto, sia vocata di per sé a farlo, sia interessata a farlo, o, molto piu’ banalmente, ce n’abbia voglia….
Magari sì. Magari no. Magari forse, domani.
Insomma, anche se uno c’ha le ruote, dobbiamo mettere in conto, come per tutti, la libertà di fare il figlio prodigo , se gli garba…
🙂
Quanto sarebbe stato bene, quando mi garbò prendermela, quella “libertà”, che qualche buon pastore, prete, frate, monaca, laico, avesse lasciato le 99 pecorelle al sicuro sul monte e mi fosse venuto subito a cercare! Ma non ci fu niente di tutto questo. Anzi…
Sì, capisco bene cosa vuoi dire. Molte volte me lo sono detto anch’io per la mia storia. Però, nel mio caso, sono anche sicuro che chiunque fosse venuto, fossero ben venuti tutti insieme, li avrei mandati a stendere senza il minimo tentennamento. D’altra parte, se è vera la storia delle 99 +1 e della sua ricerca, è anche vero che il Babbo della parabola , al prodigo che gli chiede la sua parte, non dice bè: gliela da, lo lascia andare, e non parte a cercarlo, né manda messi…salvo struggersi in cuor suo nella speranza di un suo ritorno, e impazzire di gioia quando torna a casa.
Vi vorrei incontrare tutti.
Mi creda, meglio di no.
Leopoldo e Leonardo hanno in comune le prime tre lettere.
Leonardo, etimologicamente, vuol dire “cuor di leone” (e mai denominazione fu più sbagliata, per quanto mi riguarda); Leopoldo non lo so, ma non penso niente di buono.
@Lorenzo
oggi ho ricevuto questo video: Claudio, il signore che parla, è un ex professore di religione, che ha accolto un “limite”, una malattia progressiva che lo ha reso meno indipendente nel muoversi, ma che ne ha dilatato la ricchezza personale e spirituale.
Il filmato è “in topic”, e mi piace condividerlo con Lorenzo e con tutti voi: è una storia di santi
http://www.youtube.com/watch?v=i15fMmoz9oI&feature=em-share_video_user
@nino
La prima cosa che mi viene in mente vedendo questo filmato è il “…levati i sandali dai piedi, perché il suolo dove stai è terreno santo”. Come sempre quando si ha la sorte di incontrare persone e anime che sono state toccate e incendiate dalla presenza reale di Dio, se ne avverte tutta la potenza, tutta la forza trasformatrice della realtà e l’onda di amore appassionato che genera.
Mi scuso per questi termini che già solo a scriverli suonano inadeguati e retorici, ma credo che non ce ne siano in grado di esprimere veramente la profondità e il mistero di questi incontri.Almeno, io non li trovo.
La seconda, molto difficile da dirsi, è che , per uno che sia di Cristo, il limite, la sofferenza, in una parola la croce, possono rivelarsi, come è stato per Gesù, un’ occasione formidabile di associarsi a Lui e di condividerne e d vivere la sua stessa esperienza.In questo senso , per noi che facciamo del seguire Cristo il nocciolo e il sesno della nostra vita, si potrebbe arrivare a dire ( anche se è durissimo a dirsi) che queste sono delle particolari ” grazie ” : inconcepibili e spaventose, non volute e concesse.
La terza, speculare e opposta all seconda, è che nel Vangelo Gesù ci svela che in ogni malato, in ogni sofferent, e quindi in ogni disabile, c’è Lui stesso.
Non nel malato che ha fede, non nel sofferente che lo prega, non in quello che offre a Lui la sua sofferenza: in tutti. Quindi, la stessa sensazione di terreno sacro mi viene incontro,identica, quando incontro ogni persona in carrozzina, così come ogni ammalato: compresi quelli che non credono, che si ribellano, che bestemmiano Dio per la loro sorte, che non vogliono veder nessuno, che sono divorati da una rabbia violenta e comprensibile.
Gesù è lì, come lo è in Marco. Non per retorica, per dolorismo, per fanatismo:
per rivelazione di Gesù nel Vangelo.
E’ una questione di consapevolezza, quindi di grazia e di Spirito, come si dice bene nel filmato, la differenza tra le due situazioni.
Non so dire se il filmato sia una storia di santi, ma certamente è un racconto di pezzi vivi di santità.
Grazie!