“Nel pomeriggio gli alunni del Primo Anno Teologia e quelli che non hanno esami faranno la racconta delle olive”, annuncia il vicerettore al termine del pranzo nel refettorio del Leoniano di Anagni, dove ha sede il Seminario regionale per il Lazio Sud e per le Diocesi Suburbicarie. Ho ascoltato quell’avviso mercoledì, essendo lì per un incontro sull’uso dei media nella vita ecclesiale. “Sulla collina che è dietro il seminario abbiamo 150 ulivi” mi ha detto il rettore don Gianni Checchinato. “Qualche anno abbiamo ottenuto 400-500 litri di olio ma la previsione di questa raccolta è minore perché le nevicate dell’anno scorso ci hanno costretto a potare tantissimo tutte le piante”. I seminaristi coltivano un orto e allevano due maiali. “Dobbiamo essere normali” direbbe Bergolius.
Il Primo Teologia alla raccolta delle olive
24 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Altre memorabili raccolte di olive:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/2011/12/10/raccolta-delle-olive-e-meticciato-di-civilta/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/2009/11/20/oliviero-che-e-nato-per-le-olive/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/2011/11/29/una-lettera-dal-frantoio/
A Roma i seminaristi prendono l’autobus. Alcuni di loro vanno a piedi. E altri si muovono in bicicletta.
1.
Fino agli anni ’50, era la normalità che i seminaristi del Seminario Abbaziale di Subiaco, aiutassero i monaci nella raccolta delle olive, il grano etc.
A Roma,
i seminaristi del Seminario al Laterano che hanno il giorno libero dall’università,
sono negli ospedali, carceri, parrocchie, caritas, etc.
secondo l’impegno che ciascuno ha preso dall’inizio dell’anno pastorale.
2.
Sulla via Labicana-pza Venezia, tutti i giorni si incontrano seminaristi sul bus o in bici,
non so come altro dovrebbero muoversi ….
Nelle grandi città coltivare l’orto e allevare maiali è più anormale che normale però.
Quando ero bambina avevamo il maiale ricordo lo uccidevano sempre subito dopo capodanno, ci svegliavamo con le sue grida. Quando sta per morire urla in un modo impossibile da dimenticare.
Poi mio padre smise perchè il dottore proibì la carne di maiale. (più che altro si faceva indigestione di salamelle e similari)
L’orto invece l’ha tenuto.
Oggi effettivamente essere normali è più fare un salto da Mcdonald che allevare i maiali.
Seminari e maiali. Dalle memorie del cardinale Giuseppe Siri (1906-1989):
“[…] In questa seconda casa ho messo le ragazze subnormali che potevano essere recuperate a una vita autonoma. Per dare da mangiare alle ragazze ho fatto coltivare bene il terreno intorno, un magnifico orto di diecimila metri quadrati. Poi ho montato un allevamento di maiali. Sono divenuto competente in ‘maialeria’ e quando se ne uccideva qualcuno ero presente perché, soprattutto quando c’era la guerra, ero importante. Quando poi fui fatto ausiliare il cardinale Boetto mi affidò come compito di curare il seminario e il clero, e allora imposi un allevamento di maiali anche per il seminario” [Giuseppe Siri, Le sue immagini, le sue parole, De Ferrari, Genova 2008, p. 61].
Grande Siri! Ah se quei cardinali vecchi e un po’ bacucchi del conclave del ’58 non avessero avuto paura di fare papa uno di 52 anni …
“ragazze subnormali” ecco, il politicomante corretto sarà un po’ ipocrita ma almeno non si dice più subnormali, (con tutto il rispetto per Siri che ovviamente usava il linguaggio del tempo).
L’anno scorso ho visto un film su una donna autistica (un po’ subnormale quindi) che si era preoccupata della mucche da macello cercando i sistemi per farle soffrire il meno possibile.
http://mytech.panorama.it/Autismo-Temple-Grandin-la-donna-che-parla-alle-mucche
Io ho un rapporto di odio amore verso la mia infanzia e quindi verso la campagna e gli animali, in fondo con gli anni ho imparato a preferire la città e il Mcdonald. (non so se sia giusto ma è andata cosi).
Quello che mi manca magari è un grande terrazzo per le mie piante, devo accontentarmi di due balconcini, avessi lo spazio avrei già messo su una giungla (considerato che in meno di 20 metri cresce di tutto dalle rose antiche, al gelsomino e i limoni)
Hai ragione, Sara. Io ho preferito un appartamento piccolino ma con una bella terrazza: oltre al limone, al gelsomino e alle rose (che purtroppo stentano un po’, problemi di esposizione), ci sono un arancio, un melograno (che si chiama Giosuè – manco a dirlo – tutte le mie piante hanno un nome) e un magnifico olivo, generoso come lo era mio padre di cui porta il nome: Pietro (Petrus, per gli amici).
Le rose da me crescono benissimo, a Maggio è veramente una meraviglia ed è stata una faticaccia trovare la “formula” giusta, all’inizio quando sono arrivata qua stentavano un bel po’ perchè abito al quinto piano vicino al mare non proprio un clima all’inglese.
Adesso invece tutto ok.
Però la settimana scorsa una violenta mareggiata con bora me le ha massacrate, una sofferenza vederle da dentro perdere tutte le foglie,
Una, la Souvenir de Claudius Denoyel era piena di boccioli, sob e strasob…
Avessi più spazio.. (un po’ di vasi a dire il vero li ho portati sul terrazzo condominiale fino a che non mi cacciano)
Sara le rose antiche fioriscono ogni anno? Perché si chiamano così?
Si chiamano antiche perchè sono Rose dei secoli scorsi, non le solite ibride di Tea che si vedono in giro.
Fioriscono ogni anno alcune solo in primavera (ad esempio Galliche o Centifolia) altre sono rifiorenti (Bourbon o Noisette)
http://www.mondorose.it/?page_id=2618
http://www.vivaioannapeyron.com/cms/copertina-roses-du-temps-passe/copertina-roses-du-temps-passe.html
Anch’io godo di un grande terrazzo, proprio sopra i tetti, dove la vista si perde…Il mio nipotino ne è innamorato, lo sollevo oltre il muro e lascio osservi il mondo da lassù che si diverte a descrive con dovizia, dai tetti delle case ai tralicci, dalle antenne al lungo serpente di automobili che si snoda per kilomentri. Lassù, io e lui, ci siamo industriati, un paio di anni fa a piantare, delle erbe aromatiche -prezzemolo, basilico, un robusto rosmarino, la salvia , la menta, e un alberello di lampone che non ha ancora fruttificato e una pianta di fragole dalle foglie brillanti e precise che è cresciuta a dismisura delle belle fragole quasi per l’intero anno. Tutte le piante sono cresciute in una maniera straordinaria. Credo che il famoso “pollice verde” sia un dono del mio nipotino…non certo mio…anzi…io “se tocco un fior, ullala, si spampana e muor”…
Mia madre, invece, era la regina dei fiori. Nessuna pianta le resisteva, lei parlava con fiorim con le piante, aveva un dialogo costante e reciproco per questo era capace di far tornare in vita arbusti stecchiti, radici morte da tempo. Il suo balcone, che si snodava ad elle, era spettacolare, con una quantità , e qualità, di fiori dai colori intensissimi e variegati ma tutti in tono, in sintonia: ora cadenti a cuscino ora arrampicati arditamenti lungo il muro , così belli da lasciare a bocca aperta chiunque si trovasse a passare! Era il suo hobby, forse la sua ragioni di vita quando la malattia la costrinse all’immobilità per alcuni anni prima della fine. Io la chiamavo ” Flora”, tanto era portentosa la sua influenza sulla natura.
Eh Clodine, avessi lo spazio…
Da bimba sognavo di rinverdire il Sahara e invece in 20 metri mi devo destreggiare.
Però è bello lo stesso chissenefrega del poco spazio.
Hai il pollice verde anche tu eh…Anche a me piacciono tanto…però…eccetto le “piante aromatiche”….i fiori non sono proprio il mio forte anzi…sono così
http://youtu.be/pNeZmJwsTWo
io e mio nipote…lui si che ci sa fare!!
Sara, mia mamma sosteneva che la coltivazione e la cura delle rose era molto complicata. E’ vero?
Lei aveva una zona precisa del balcone, e ricordo che solo e soltanto in quel punto, e non altrove, riuscivano ad attecchire. Erano rose doppie, alcune bianche bellissime e profumatissime con delle gettate di boccioli , quando era stagione, impressionante, ed altre screziate dal rosa al lilla, però quest’ultime non sembravano rose…diceva che si trattava di una specie inglese…mah!
Mi piace sapere che ami i fiori, le rose, soprattutto…
ciao!
Non sono difficilissime secondo me. e’ vero che dipende dalla posizione e si tratta di trovare la giusta misura con acqua terreno e concime.
All’inizio usavo grandi vasi e cercavo di arricchire il terreno con lo stallatico, poi ho scoperto che nei vasetti piccoli e con un terreno leggero vengono meglio.
Si sbaglia più a fare troppo che troppo poco.
Il clima e la posizione contano in ogni caso, negli anni ho rinunciato a coltivare clematidi e ortensie, anche se le innaffi da mattina a sera il caldo di luglio e agosto è fatale.
Le rose. Il loro profumo.
Ho una corona del rosario, acquistata al Santuario della Madonna della Corona, con i grani rossi che profumano di rosa…
Beh, care signore io mi sono tirato su una piantina di mentuccia selvatica presa da un prato e trapiantata in un vaso ogni tanto ne prendo le foglie per farci un profumatissimo mojito.
ed io la malva, ad oggi conto la bellezza di 15 foglie…ottima per la cura delle infiammazioni. Sai, quella “ruspante” raccolta nei prati mi fa senso, temo sempre sia infestata dal passaggio di topi e pipì di cani e gatti così…me la sono coltivata in vaso…fantastica!
Belli quei Rosari profumati, elsa, anche io ne ho uno….Non per niente la Rosa è il fiore mariano per eccellenza. Nel tardo medioevo si omaggiava la Madonna deponendo ai piedi della statua una corona di rose…forse la parola “Rosario” dipende da questa antica usanza testimoniata dalla tradizione credo…
http://vaticaninsider.lastampa.it/documenti/dettaglio-articolo/articolo/benedetto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-30068/