Il primo mea culpa di Benedetto e le sue novità

Sono in partenza per San Miniato – Pisa – dove già sono stato felicemente e dove domani parlo a una “festa della famiglia”. Segnalo ai visitatori un mio articolo pubblicato oggi dal CORRIERE DELLA SERA a pagina 23 con il titolo: IL PRIMO “MEA CULPA” DI RATZINGER – COM’E’ DIVERSO DA QUELLI DI WOJTYLA. Questo l’attacco: “E’ la prima volta che Papa Benedetto chiede perdono a nome della Chiesa per una colpa dei suoi ‘figli’: lo fa per un ‘peccato’ di oggi e non della storia, come invece tante volte aveva fatto Papa Wojtyla ma come lui accompagna il ‘mea culpa’ con l’impegno a fare in modo che quel misfatto non si verifichi ‘mai più’. Appare dunque chiaro come in questa pedagogia della penitenza e della purificazione Papa Ratzinger segua le orme del predecessore e nello stesso tempo se ne distingua”. Da cardinale Ratzinger una volta aveva detto: “La Chiesa del presente non può costituirsi come un tribunale che sentenzia sulle generazioni passate“. Nell’articolo ragiono su quanto egli fece ad accompagnamento del “mea culpa” giubilare e concludo: “L’atto che ha compiuto ieri conferma ciò che aveva detto allora. E forse ora ne sappiamo abbastanza per aspettarci che se ascolteremo da lui altri ‘mea culpa’ essi riguarderanno i cristiani di oggi e non quelli di ieri”. Puoi leggere qui l’intero articolo.

33 Comments

  1. Marcello

    Mi fa molto piacere sapere che anche Benedetto XVI (sulle “orme del predecessore”) non consideri inappropriato o addirittura scandaloso il fatto che la Chiesa (attraverso il papa) possa chiedere scusa.

    12 Giugno, 2010 - 10:25
  2. Mabuhay

    “…se ascolteremo da lui altri ‘mea culpa’ essi riguarderanno i cristiani di oggi e non quelli di ieri”.

    Signor Luigi: quelli di ieri di quanto…? 30 anni fa? 50? 100? 150?… E riguardo alla pedofilia di 500 o 200 anni fa, (e altri peccati e/o crimini) la Chiesa “non può costituirsi come un tribunale che sentenzia sulle generazioni passate“…?

    Ormai, visto l’andazzo i papi potrebbero cominciare a chiedere perdono per i peccati dei preti e dei cristiani del futuro….se ce ne saranno ancora.

    Ma poi, scusatemi: ma siete poi cosi’ sicuri che TUTTI i pedofili (preti/religiosi inclusi) sono criminali incalliti, schizzati, malvagi e irrecuperabili..? Ma ne siete sicuri? Ma proprio tutti? Per tutta la vita e la durata della storia della Chiesa e dei papi dovranno sentirsi chiamati in causa come l’incarnazione del demonio…senza nessuna speranza di cambiamento, di conversione, di una vita “normale”. Nessuno comincia ad avvertire un po’ di paranoia -tendente al sintomatico vomito- sul tema…?

    Ma non avete trovato, conosciuto qualcuno che abbia fatto un tremendo errore, peccato, crimine, persino di pedofilia, che attraverso i giusti mezzi e passi si sia “rifatto”, recuperato…riuscendo a vivere e relazionarsi “normalmente”? Ma xe’ qualcuno che ha commesso un peccato -chiamatelo pure crimine se vi soddisfa- 50 anni fa (e non e’ una metafora, proprio 50 anni fa!), deve essere ancora perseguitato su giornali, TV, di tutto il mondo anche oggi..con tanto di avvocati, NGO, giornalisti alla sua caccia…adesso che sta morendo in una casa per anziani! (e non posso dare altri dettagli, x ovvi motivi). E in questo caso io posso testimoniare, che si e’ recuperato e ha continuato ad essere una persona e un prete corretto (con tanto di lettere recenti di due vescovi -suoi vescovi- che lo hanno difeso da chi lo voleva crocifiggere un’altra volta dopo processi, pagamenti, penitenze, scuse, e colloquio con la vittima, per telefono, vista la enorme distanza intercontinentale!).

    Non dimentichiamo le vittime dei preti pedofili…ma per favore non creiamone di nuove!

    12 Giugno, 2010 - 13:17
  3. lycopodium

    In effetti il discorso del Papa è a 360° e supera le ristrettezze lamentate da Mabu:
    “Oggi vediamo che non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale. Come pure non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede. Come se non fosse più dono di Dio, la perla preziosa che non ci lasciamo strappare via”.

    12 Giugno, 2010 - 18:09
  4. @ Mabuhay,
    le tue parole potrebbero avere senso in un paese dell’Africa,
    magari in Ruanda,
    dove le diverse etnie che si sono scannate, anche tra cristianissimi,
    hanno dovuto ricominciare da zero
    raccontandosi gli orrori, dandosi il perdono, e accetando le conseguenze di giustizia,
    ma questa è l’Italia,
    “siamo nel 2010, non nel 2000″……!!!!!

    Danni sono stati fatti prima,
    quando la gerarchia “copriva” in nome del buon nome dell’istituzione,
    danni
    sti stanno facendo ora,
    sull’onda emotiva dell’opinione pubblica o della stampa,
    pur di non perdere quel potere “morale” che è una sorta di potere civile
    sulle coscienze,
    soprattutto per tutto quel mondo politico che ha interesse a fare il “cattolico”
    per intercettare i voti vincenti di un certo popolo insicuro.

    Nel frattempo,
    il sistema della Gerarchia,
    ha aiutato a creare vittime certe, ora visibili grazie alla campagna stampa,
    e allo stesso tempo,
    sta aiutando a creare “mostri” di cui non si ha certezza fino a sentenza almeno di 1° grado di giudizio, ovviamente grazie anche questo alla campagna stampa.

    Non sono assistite le vittime in passato ricordandosi che la Chiesa è “Madre”,
    allo stesso tempo,
    la Gerarchia che si crede esclusiva a sè stante Chiesa,
    continua a non guardare verso la maternità,
    “Madre”
    che deve curare i propri figli, anche malati….
    continua a comportarsi come una “Holding company”.

    Nella intera Chiesa formata da Pastori e Popolo,
    io sono figlio…..
    ma non scemo !!!!!

    Scandalizzatevi pure con comodo….

    12 Giugno, 2010 - 18:59
  5. roberto 55

    Complimenti per il “pezzo”, Luigi.
    Nel giorno dedicato al grande Sant’Antonio da Padova, i miei migliori auguri di buon onomastico a tutti gli Antonio e le Antonia (e nomi “derivati”: Antonino/a, Antonello/a, etc.) del “pianerottolo”.

    Buona domenica !

    Roberto 55

    13 Giugno, 2010 - 6:51
  6. picchio

    Mabuhay,

    la crisi in cui ci troviamo adesso è proprio dovuta al fatto che i Vescovi Americani, Tedeschi… facendo proprio il tuo ragionamento hanno creduto che dopo una serie di sedute psichiatriche ( quando è stato fatto qualcosa) i predofili potessero guarire e dopo essere spostati da una sede all’altra. Purtroppo anni di approfondimento negli studi medici e osservazioni delle esperienze passate hanno portato gli psichiatri a concludere che c’è un’altissima recidività in questi soggetti e la guarigione è praticamente impossibile.

    Mi dispiace per il tuo conoscente, ma lui è un’eccezione.

    13 Giugno, 2010 - 8:00
  7. Leonardo

    A proposito di perdono.
    Torno ora dalla messa, dove ho appreso che, secondo la nuova traduzione della CEI, Natan dice a Davide che Dio ha “rimosso” (e non “perdonato”, come si diceva prima) la sua colpa. Non ho nessuna voglia di andare a controllare se questa traduzione sia più corretta filologicamente, diamolo pure per scontato, ma che razza di sensibilità linguistica hanno questi preti traduttori (o traduttori per conto dei preti, fa lo stesso)?

    “Rimuovere” alla gente normale fa venire in mente quando non trovi più la macchina perché te l’hanno portata via col carro attrezzi; quelli un po’ più contaminati dalla vulgata freudiana potranno pensare che se anche DIo rimuove avrà bisogno di andare in analisi.
    Io sospetto che il traduttorino in clergyman abbia sentito “perdonare” come troppo evanescente rispetto alla concretezza “semitica” di “rimuovere”. E questo la dice lunga sull’incomprensione delle parole cristiane da parte dei cristiani stessi.

    13 Giugno, 2010 - 10:09
  8. antonella lignani

    Leonardo, con le sue osservazioni, mi ha spinto ad una breve ricerca testuale. Nella prima lettura, secondo il testo della Neo Vulgata, si legge:

    Sam. 2, 13 Et dixit David ad Nathan: “ Peccavi Domino ”. Dixitque Nathan ad David: “ Dominus quoque transtulit peccatum tuum; non morieris”.
    Il verbo qui usato è “transtulit”, ha portato via, quindi ha rimosso. David non morirà, ma morirà il bambino che ha avuto dalla moglie di Uria.

    Nel Vangelo di questa domenica si legge:
    Lc7, 47 Propter quod dico tibi: Remissa sunt peccata eius multa, quoniam dilexit multum; cui autem minus dimittitur, minus diligit ”.
    48 Dixit autem ad illam: “ Remissa sunt peccata tua ”.
    49 Et coeperunt, qui simul accumbebant, dicere intra se: “ Quis est hic, qui etiam peccata dimittit?”.
    50 Dixit autem ad mulierem: “ Fides tua te salvam fecit; vade in pace! ”.

    In questo caso si usa il verbo “remitto”, che noi traduciamo con “rimettere” o “perdonare”. Per rendere più chiaro il concetto, il Vangelo racconta la parabola del padrone che rimette, condona il debito ai suoi servi. E’ forse troppo pensare che nel Vecchio Testamento il peccato era solo “rimosso”, e che invece Gesù lo condona totalmente? Per verificare, posso andare al testo greco, ma non all’ebraico, che non conosco. Il traduttore quindi è stato preciso, ma forse a scapito della comprensione odierna delle cose. Qualche volta, forse, piuttosto che tentare nuove traduzioni, sarebbe meglio spiegare il senso di quelle tradizionali.

    In quanto al Papa che chiede perdono, mi è molto piaciuto, anche perché ha chiesto perdono personalmente, con grande correttezza, non delegando questo atto penitenziale a sacerdoti e vescovi. D’altra parte, solo lui poteva dire “La Chiesa è ferita per i nostri peccati”. Fidiamoci di Benedetto XVI ! Mi piacerebbe anche sapere perché ha detto, nella veglia con i sacerdoti, che molte teorie teologiche, che qualche decennio fa sembravano modernissime, oggi sono superate e quasi ridicole. A cosa avrà alluso?

    8

    13 Giugno, 2010 - 11:27
  9. raffaele.savigni

    Plaudo anch’io all’intervento del pontefice. Per Antonella Lignani: neppure io mi intendo di filologia ebraica. Mi sembra però che “rinmettere” (= perdonare”) e “rimuovere” (eliminar, cancellare) siano espressioni altrettanto forti. Chi perdona dabvvero considera la colpa dell’altro come non più sussistente, quindi “rimossa” (chi dice “Io perdono ma non dimentico” non ha perdonato davvero).
    Mi dispiace che qualcun altro, da opposte sponde, continui ad approfittare di ogni occasione per polemizzare con la solita gerarchia (che sbaglierebbe sempre: quando chiouide un occhio e quando condanna i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio) o coi preti progressisti (chissà perché quelli tradizionalisti sono sempre bravi…) anziché intevenire sul tema proposto.

    13 Giugno, 2010 - 12:31
  10. antonella lignani

    Il Vangelo di domenica, con il perdono della peccatrice, in effetti mi ha molto colpito, per la immensa carica di misericordia che contiene. Continuando quindi il discorso, il testo greco di Sam. 2, 12, 13 (mi scuso per citazione di prima, non esatta, ma nei blog si scrive così velocemente che è facile mettere imprecisioni) dice: Kurios parebibase tò hamartema sou”, in pratica, diremmo noi “E’ passato sopra il tuo peccato”. Invece il Vangelo di Luca (7, 47 ss.) dice “afeontai hai amartiai autes hai pollai”. Si usa quindi il verbo “afiemi”, cioè “togliere via, cancellare”. E’ dunque una cosa diversa, che ha fatto scattare le mormorazioni dei farisei. Solo Dio può “togliere via” i peccati! Dopo aver meditato su tutto questo, comprendiamo meglio, credo, il perdono chiesto con fiducia da papa Ratzinger. Ma soprattutto sarebbe giusto (forse) voltare pagina sulle incresciose vicende delle colpe di alcuni sacerdoti riguardo alla pedofilia.

    13 Giugno, 2010 - 12:33
  11. Francesco73

    La nuova traduzione della Bibbia ha pagine raccapriccianti.
    Il dialogo tra Pietro e Gesù Risorto – ad esempio, ma che esempio! – è divenuto – da scambio intensissimo e drammatico quale lo rendeva il testo precedente – una chiacchieratina a piedi a mollo.
    Non mi piace, non suscita alcun trascinamento in chi legge/ascolta.
    Con simili approcci, non c’è da stupirsi che la gente esca dalla chiesa a vada a cercarsi cose più interessanti.

    13 Giugno, 2010 - 14:44
  12. Clodine

    Non sono per niente d’accordo sul perdono elargito sic et simpliciter , la ritengo una distorsione di pensiero, e pure pericolosa perché vorrebbe dire che ciascuno può compiere le peggiori nefandezze, le azioni più bieche e cavarsela con un atto di dolore o una confessione come niente fosse…. Biblicamente, il concetto di peccato presenta parecchi problemi e non spiega in realtà in che modo Dio considera il peccato. La Bibbia afferma che Dio sarà giusto e leale nel punire il peccato e che, nel giorno del giudizio, alcuni meriteranno un castigo superiore ad altri (Matteo 11:22, 24; Luca 10:12, 14). Ma il fatto che bisogna tenere a mente è che Dio punirà ogni peccato e non afferma che alcuni peccati meritino la morte eterna mentre altri no. Tutti i peccati compiuti sotto il cielo rendono il peccatore meritevole dell’eterna separazione da Dio. Quando con le azioni si compiono piccole o grosse malefatte con piena avvertenza e deliberato consenso di fatto è come gettare un sasso contro un vetro che sia piccolo o grande Il risultato non cambia: il vetro è rotto! Sono certa che il Signore non lascerà “il colpevole impunito” la Bibbia lo dice chiaramente (Naum 1:3). Ovviamente ignoriamo il modo col quale Dio farà scontare il peccato commesso, ma sicuramente presto o tardi ci verrà chiesto al di là di mille confessioni e mille perdoni…tutto dipende dal tipo di azione commessa. Eh…sarebbe troppo comodo pensare che con la confessione sia tutto risolto, magari!!! E’ vero che con la morte Cristo addossa su di se le nostre colpe ma sarebbe un errore di valutazione gravissimo se pensassimo di poter peccare a nostro piacimento e cavarcela con un “confiteor”: il peccato non è cosa da prendere alla leggera, tutt’altro! Quando saremo nell’adilà ci verrà chiesto il perché di ogni azione…e sarà la resa dei conti….

    13 Giugno, 2010 - 15:04
  13. Clodine

    Bravo Francesco73, hai centrato il problema: si continua a svalutare la Parola, a renderla acqua fresca e cos’ si rendono le anime anco più tiepidi. Invece è di una potenza straordinaria: penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.(Eb 4, 12) per questo la Celebrazione Eucaristica in Latino, per quanto non la si comprenda, possiede invero una forza evocativa unica e insostituibile…

    13 Giugno, 2010 - 15:16
  14. Clodine hai letto questo?

    “Il nostro mondo religioso è spesso infettato da un immaginario legalistico di peccato e perdono – immaginario che ci rende istanteamente colpevoli e istantaneamente perdonati. Tale immaginario non ci permette di contemplare il vero effetto del peccato nelle nostre vite, né ci permette di capire il vero scopo del perdono che è guarigione.”

    Per quel che riguarda la Celebrazione Eucaristica io penso che essa stessa è forma e sostanza insieme. Quindi latino arabo aramaico armeno copto senegalese italiano… fa “gli” stesso…
    è la transustanziazione che conta…

    “conversione” che “si attua nella preghiera eucaristica, mediante l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate” CCC n. 283

    “l’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo”… non della lingua…

    Saluti.

    13 Giugno, 2010 - 15:54
  15. Clodine

    Il rito latino -unitamente a quello Bizantino, Armeno, copto ecc- risale addirittura all’epoca di nostro Signore e credo questo aspetto un piccinino piccolo piccolo do differenza sul piano evocativo la faccia …non credi?? .
    Il rito latino in particolare [come ben sosteneva Papa Giovanni XXIII nella sua Costituzione Apostolica, Veterum Sapientia] ha una nobiltà e una dignità davvero imponente come la voce di un Sant’Ambrogio (339-397), Sant’Agostino d’Ippona (354-430), San Leone magno (+ 461) e Papa Gregorio Magno (540-604). Papa Gregorio in particolare, portò il latino ai massimi splendori nella liturgia sacra, nei suoi sermoni e nell’uso generale della Chiesa, e ciò spiega perché gran parte del mondo fu evangelizzata dagli araldi del rito latino. Poi, che i libri liturgici siano stati tradotti in …Italiano, spagnolo, rumeno, portoghese e il francese, l’inglese e tedesco non ci piove eppur che tuttavia abbiano mantenuto nella loro struttura fondamentale elementi di Latino cosa vuol dire se non che la lingua d’origine possiede qualcosa di imprescindibile?
    L’efficacia della PAROLA di CRISTO caro Ubi è nel ” Simbolo” contenuto nella PAROLA – e quindi nella lingua che lo contiene- che è fondamentale, che non vuol dire immaginazione o fantasia, bensì “veicolo di collegamento” con una realtà tangibile ed importante, ma altrimenti inavvicinabile. Sia chiaro, il simbolo è ancora più potente e concreto della realtà solitamente definita tale perché Il reale è sostenuto dal simbolico…è questo l’aspetto che non si è ancora compreso appieno!.

    13 Giugno, 2010 - 16:41
  16. antonella lignani

    Provocata dalla discussione sulla Messa in latino, segnalo il sito
    http://www.messainlatino.it/pag3_sito.htm
    dove potrete trovare anche l’indirizzo delle “mie”, per le quali sto ora corregendo le bozze di un migliaio di pagine in latino!

    13 Giugno, 2010 - 21:11
  17. Il blog del sito messainlatino, è il mio angolo di relax, di sano divertimento quotidiano. Ovvio, specifico, non il blog stesso che a volte offre articoli opinabili ed a volte induce a serie riflessioni, ma la grossa parte dei commenti lasciati dai lettori.
    All’inizio nel leggere i commenti rimasi molto disiorentato ma in seguito, ho cercato il lato comico della situazione.
    Sinceramente non trovo niente di meglio per rinfrancarmi lo spirito e farmi qualche risatina leggendo gli infuocati commenti che si scambiano alcuni commentatori molto “caratteriali” nei confronti di altri molto “caratteristici”.
    Insomma per me leggere i commenti è un vero spasso.

    13 Giugno, 2010 - 22:43
  18. Cara Clodine sarà pur vero. “L’efficacia della PAROLA di CRISTO caro Ubi è nel ” Simbolo” contenuto nella PAROLA – e quindi nella lingua che lo contiene- che è fondamentale, che non vuol dire immaginazione o fantasia, bensì “veicolo di collegamento” con una realtà tangibile ed importante, ma altrimenti inavvicinabile.”

    E la lettura di oggi?
    Cristo, la Parola, non è in noi che siamo “simbolo” ?
    E noi che siamo “simbolo” non siamo contenuti in lui che è la “Parola” ?
    E cosa è la Babele, se non la confusione delle lingue e dei cuori a causa della superbia?
    E lo Spirito Santo non è l’unicità della “lingua” che unifica i cuori ?
    Parlare la stessa “lingua” e vivere un “solo cuore” è dono dello Spirito, realtà tangibile, “veicolo di collegamento”…
    simbolo concreto e reale insieme…
    solo lo Spirito Santo è quella lingua…

    13 Giugno, 2010 - 23:00
  19. quella dello Spirito Santo non è la “lingua” in cui si parla…
    ma la lingua in cui si “vive”…

    13 Giugno, 2010 - 23:03
  20. lycopodium

    @ Savigni
    Non condivido la tesi che il perdono equivale ad una totale dimenticanza, ne verrebbe a mancare la responsabilità, l’imputabilità dell’autoree in ciò è d’accordo anche la psicanalisi più avveduta:
    «Proprio il cristianesimo cattolico, introducendo una propria forma di confessione – distinta da quella giudiziaria, precedente, e psicoanalitica, successiva -, aveva de-ingenuizzato l’umanità invitandola alla solidità psichica dell’ammissione del peccato: come delitto reale, non come esistenzialistica “condizione umana” di miseria, pochezza, nullità. Un peccato-delitto è un atto, comporta capacità (“capacità giuridica”), non è nullo. Il perdono non lo annulla, anzi annullando la pena consolida il giudizio facendone l’unica sanzione» (Giacomo Contri).
    Del resto, parlando di “guarigione”, è del tutto implicito ammettere un precedente “stato di malattia”…
    p.s. La gerarchia (posto che della gerarchia faccianao parte i traduttori), umanamente parlando, è quello che è … ma io, per certi obbrobri, perdono sì, ma non riesco proprio a dimenticare!

    14 Giugno, 2010 - 6:11
  21. Clodine

    Condivido in toto con quanto detto da Lyco, anzi, dirò di più: dimenticare il male arrecato, e/o subito significherebbe non fare memoria e peccare così di imprudenza e ingenuità. Fare memoria del peccato invece equivale a crescere, maturare e mai più ripetere il male fatto. Perdonare non sarà mai sinonimo di sc-cordare…il malefatte segnano sempre e lasciano cicatrici profonde nel cuore e nel vissuto di chi le subisce…

    14 Giugno, 2010 - 7:07
  22. Nino

    Saluto deferente gli accademici.
    Come vi è noto questo Papa e tantomeno la gerarchia che si è scelto mi sono per nulla congeniali.

    Tuttavia debbo riconoscere che l’ultimo mea culpa di BXVI dell’11 giugno di cui all’home page del sito vatican.va che addirittura presenta un apposito link dal titolo: “Abuso sui minori. La risposta della chiesa”
    anche se assai tardivamente, ha finalmente chiarito in modo inequivocabile alcune delle cose che trovo condivisibili e, udite udite, rivoluzionarie rispetto al piattume di tanto clero e soprattutto di tanti laici che prostrati a pigreco mezzi fanno da spalla incrementando il piattume.
    Riassumo i punti:
    -Basta con il clericalismo ( ovvero l’autoreferenzialità )
    – Il discredito e la caduta morale nascono all’interno della chiesa stessa
    – La Pedofilia dei sacerdoti ed altre schifezze superano il Vangelo e devono essere adeguatamente denunciate e punite a cominciare dalla gerarchia che le nega o le nasconde.
    L’altro argomento riguarda il rapporto con l’Islam che con il viaggio a Cipro ha letteralmente invertito la tendenza e la squallida vicenda di Ratisbona.

    Viva il Papa!

    14 Giugno, 2010 - 15:34
  23. Leonardo

    Ecco, fossi Benedetto XVI a questo punto comincerei veramente a preoccuparmi

    14 Giugno, 2010 - 16:19
  24. Gerry

    Credo di essere “fuori tempo massimo” di commento, tuttavia volevo dissentire, sia pure parzialmente, da Raffaele Savigni (chi dice “Io perdono ma non dimentico” non ha perdonato davvero). Può essere vero se a perdonare è uno di noi, un uomo, ma certamente non è vero se a perdonare è Dio! Inoltre, su un piano diverso, neanche l’onnipotenza di Dio potrebbe cancellare le nostre azioni: può cancellare la colpa, può condonare la pena, non il fatto oggettivo della nostra azione.
    Questo dovrebbe essere di conforto per Clodine e per le sue preoccupazioni retributive (Quando saremo nell’adilà ci verrà chiesto il perché di ogni azione…e sarà la resa dei conti…) rispetto al “todos caballeros” in voga. Il fatto è che dei novissimi praticamente non parla nessuno, del Purgatorio ancor meno. Roba da cattolici, ma di quelli spaventati (attenzione, però: non dal mondo “moderno”, dal mondo per quello che è).
    P.S. Davvero non credevo che Ubi fosse, a vario titolo, un affezionato lettore del sito “messainlatino.it”! Sul relax avrei, però, qualche dubbio, data la vis polemica del sito.

    16 Giugno, 2010 - 14:12
  25. Gerry

    P.S. al P.S.: Curiosando anch’io sul medesimo sito, ho letto una discussione (peraltro desunta da un articolo di Padre Scalese sul suo blog) che mi sembra interessante, al di là delle diverse “sensibilità”:

    http://blog.messainlatino.it/2010/06/riportare-gesu-al-centro-si-ma-come.html
    In particolare il commento di Dante Pastorelli di oggi 16 giugno alle 15.48, con poca vis polemica.

    16 Giugno, 2010 - 15:45
  26. Luigi Accattoli

    A Gerry che dice “neanche l’onnipotenza di Dio potrebbe cancellare le nostre azioni”. “Pentirsi di un atto equivale a modificare il passato” affermava Oscar Wilde (nel De Profundis), ripreso da Borges.

    16 Giugno, 2010 - 15:59
  27. Gerry

    Caro Luigi, in qualche modo è così, ma nel senso che modifica le conseguenze del passato, non il passato nella sua oggettiva irrevocabilità. Indubbiamente è una citazione molto bella, altamente evocativa e poetica. Credo, peraltro, che la logica abbia valore anche davanti a Dio! Confidando sempre nella sua misericordia.

    16 Giugno, 2010 - 17:25
  28. fiorenza

    Gerry, credo proprio che il pentirsi (che coincide con l’essere perdonati) modifichi non solo le conseguenze del passato ma il passato stesso. La frase citata da Luigi non è soltanto “evocativa e poetica”, non è solo “molto bella”: mi pare molto vera (“bellezza è verità, verità è bellezza”). Ti trascrivo un pensiero di Dag Hammarskjold (da “Tracce di cammino”) che è alla base di tutto quello che nel tempo ho compreso del perdono: “Il perdono è la risposta al sogno del bambino: un miracolo grazie al quale l’oggetto in frantumi è ancora intatto e quello sporco è ancora pulito.” Siamo nella “altra” logica, che è quella del miracolo. Credo che, “davanti a Dio”, più che la “nostra” logica, “abbia valore” il “sogno del bambino”. Quell’ attesa, quella speranza nel “lieto fine” della fiaba terribile.

    16 Giugno, 2010 - 22:17
  29. fiorenza

    Ancora per Gerry, sul pentirsi che modifica il passato.
    In uno dei passi più sorprendenti della Leggenda di santa Margherita da Cortona (da me amatissima) leggiamo che nella festa della “regale vergine santa Caterina d’Alessandria”, “mentre era all’altare per la comunione”, Margherita, che era stata “pubblica peccatrice”, udì il Signore dirle : “Figlia, io ti collocherò tra i Serafini dove si trovano le Vergini ardenti di carità”. A lei che chiedeva come fosse mai possibile questo, giunse la risposta: “Le tue pene e la tua contrizione ti restituiranno la purezza verginale”. “Signore -lei chiese- hai tu collocato Maddalena nella gloria celeste tra le Vergini?”. E “il Maestro di verità le rispose: ‘Fatta eccezione della Vergine Maria e della Martire Caterina, nessuna nel Coro delle Vergini è maggiore di Maddalena’.” (dalla Leggenda compilata da fra Giunta Bevegnati, IV, 15)

    17 Giugno, 2010 - 8:04
  30. Gerry

    La materia del contendere è maggiore rispetto all’apparenza, lo so. Il problema è intendersi sul significato delle parole: Santa Margherita da Cortona (approfitto per ricordare la bella cittadina toscana, in alto sul Trasimeno, e l’incanto del santuario di Santa Margherita, nella parte più alta) era “pubblica peccatrice” per la mentalità del tempo, avendo concepito un figlio fuori dal matrimonio, non essendosi il padre assunto le proprie responsabilità, ma la vera verginità è quella dei cuori! Il Signore l’ha sicuramente sempre saputo e, al di là della “leggenda” citata da Fiorenza, l’ha sicuramente tenuta nella considerazione che la grande santa medievale merita (senza neppur andare a fare i casistici rispetto, ad esempio, alle demi-vierges…) e senza tener conto di alcun imene.
    La frase di Hammarskjold è la “risposta al sogno di un bambino”: come tutti noi avremmo voluto non aver fatto, non aver detto… ognuno di noi sa cosa! La mamma che ci ama e ci perdona è la risposta a quel sogno: negli occhi della mamma che ti perdona, che mi perdona, si legge che ci ama egualmente e apre le braccia verso di noi. Come Cristo in croce, che per tutti apre le braccia, non dicendo che il passato, il male, il peccato non esistono o non contano. Dice che non sono l’ultima parola. Un abbraccio.

    17 Giugno, 2010 - 15:49
  31. Ringrazio Fiorenza per il bel contributo su santa Margherita da Cortona.

    E’ una verità di Fede

    “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
    diventeranno bianchi come neve.
    Se fossero rossi come porpora,
    diventeranno come lana.”

    @ Gerry
    Sono mooooolto più tradizionale e amante della Tradizione di quanto tu possa credere, e di quanto traspare dai miei post.
    La Tradizione verà però, quella che obbedisca alla Chiesa ed alla sua Dottrina.

    Non provo invece simpatia per alcuni che si definiscono “tradizionalisti”…
    ma in realtà non sanno manco cosa sia la “Tradizione”…
    in breve confondono i mezzi con il fine e viceversa…
    e poi giù polemica, polemica, polemica…

    18 Giugno, 2010 - 9:47

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