“Il poeta sei tu che leggi”: lo trovo scritto sul parapetto del Lungotevere Vaticano, tra ponte Sant’Angelo e ponte Vittorio e lo riporto per chiedere ai visitatori se sanno di chi sia questo bel motto. Vedo in Internet che sta dappertutto, ma chi l’ha scritto per primo e dove, in quale libro o su quale muro? Detti somiglianti già ne conoscevo. A partire dall’assioma di Gregorio Magno “Scriptura crescit cun legente” (La Scrittura cresce con colui che la legge): e bisognava sentirlo dire da Benedetto Calati, con quale aspirazione di tutto il fiato. Da quell’altezza al terra terra di un foglietto da me trovato per via con su le parole “Grazie per aver letto” (vedi post del 10 giugno 2007). Ma che il poeta è colui che legge, chi l’ha detto?
“Il poeta sei tu che leggi”: chi l’ha detto?
25 Comments
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San Virgilio e santo Google non mi hanno svelato l’arcano.
Analogo è un passo di Rondoni che ho citato qualche tempo fa, facendo prendere appunti per biografie mie, … non autorizzate.
Da Ivan Illich (l’Ivan c’entra sempre) ho appreso che, fino al XII secolo, il detto citato non faceva poi tanto “mistico”, visto che la lettura andava sempre di pari passo con la declamazione: il leggere con gli occhi e da soli sembra essere stato alla base della deriva individualista (stando almeno a lui).
Il che sembra essere rimasto nella benedettina (oltre che nasalizzante [cun]) aspirazione.
p.s. I santi di cui sopra mi hanno tirato uno scherzo da prete, rivelandomi nel medesimo abate supposte “aspirazioni” malauguranti. Occasione buona per una eventuale smentita.
[Un apparente off topic, ma ve lo voglio donare senza tema di debordare, perchè l’assioma di Gregorio Magno l’avevo appena usato -senza ancora averlo letto in forma esplicita- fra me e me nell’ora precendete alla lettura del post di Luigi, in relazione all’ascolto musicale e non solo, e aveva trovato conferma -in maniera onnicomprensiva e fulminante- in questa ultima scoperta su YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=Aa9rmOYVCkw
Adi – Young Israeli Choir in concert with Israel Sinfonietta Beer-Sheva and the soloists David Feldman, Efrat Carmush, Simon Krichli and Gabriel Loewenheim. In the video – “Suscepit Israel” from Bach’s “Magnificat”. ??? – ????? ??????? ????? ??????? ?? ??????????? ???????? ???-??? ???????? ??? ?????, ???? ?????, ?????? ?????? ??????? ????????. ?????? – “??????? ?????????????” ???? “?????????” ?? ??? ]
Syriacus, non ti sei accorto che c’è un errore di ortografia nel testo ebraico?
No. Chiedo venia..
caro Syriacus,
suona un pò dissonante questo bach cantato dalla Young Israeli Choir. Ma la dissonanza è data decisamente dal Young più che dall’Israeli. Voglio dire i soprani se fossero brave quanto belle incanterebbero, ma aimè. Il tenore ha un tono più femminile dei soprani. Il coro poi fatica non poco nella scala bassa che principia il Gloria Patri.
Io ne vengo, caro Syriacus, da due Alcina scaligere.
La Teresa Braganza è straordinaria ma acusticamente si sente meglio qua la perla luminosa, incastonata nel terzo atto: lumi e numi per testo e musica.
La propongo con un controtenore o, se volete, un neocastrato.
http://www.youtube.com/watch?v=glZIMbw8vSc&feature=related
ovviamente, brividi.
http://www.youtube.com/watch?v=9zQX2XqAE8c&NR=1
Questo il testo, commovente a dir poco.
Vivaldi ha cesellato un aria che incredibilmente si adatta alle parole, al loro significato, al loro effetto.
Vedrò con mio diletto
l’alma dell’alma mia
Il core del mio cor pien di contento.
E se dal caro oggetto
lungi convien che sia
Sospirerò penando ogni momento.
Beh, il link non era tanto dovuto alla qualità musicale (anche se sembra il livello non terribile a cui lo cantai dieci anni fa, comunque esperienza indimenticabile) quanto al piacere di quell’ “Abraham” pronunciato da par loro. E lo dico in senso lato. ( Certo, anche Lerner usa il Magnificat di Bach nella sua sigla -però, preferisco di gran lunga la Soprano II di questo video, a Gad. )
Quanto al tenore ‘un pò femminile’, a me sembrava appunto un controtenore che canta la parte dell’ Alto, ma potrei sbagliarmi.
Grazie per Alcina. L’opera di Handel è un pianeta che devo scoprire (come foresta vergine, col macete della curiosità) ancora molto, come tutta l’opera d’altronde, pur avendo studiato canto quanto basta per non poterla non apprezzarla. Conosco invece moltissimi suoi lavori sacri e oratoriali, che affondano spessissimo le radici nei suoi lavori di ventenne in tirocinio italiano a Roma.
Approposito: se vuoi proprio soffrire (in maniera però sottile: ti viene il dubbio che sia anche colpa della presa del suono, diciamo) in termini esecutivi (avendolo eseguito svariate volte, l’empatia è enorme) :
http://www.youtube.com/watch?v=R2eeZTC6ceQ
Forse arrivi persino a rimpiangere il Magnificat Israeliano. (Come a cantrici, penso però che fra Israel e Hibernia, avrei in generale difficoltà a scegliere. :).
Grazie per Vivaldi: replico con altri brividi, d’Amore :
http://www.youtube.com/watch?v=NltDuGt8oFk
(non è Scholl, è Matthias Rexroth, e il volume del video è basso, ma… ragazzi è la Thomaskirche. E i Toelzer, li sentii a Genova dieci anni fa… Come da attese.)
A Massimo devo questo:
http://www.youtube.com/watch?v=C6lkVmU4zrI
Perchè? Perchè è come il suo Giovanni in cinese! Non c’è una parola di inglese, scritta o parlata. L’unica cosa che ho capito, è che il brano è (musicalmente, almeno: ma dalla faccia, sembrano divertirsi parecchio) scherzosissimo e simpaticissimo, anche se non so affatto che parole applichino alla trascrizione per coro misto della prima Invenzione a due voci per tastiera, di Bach.
divino come sempre bach, grazie di cuore syriacus.
un abbraccio se vedemmu fitu.
[Ingnigo: oggi ho ascoltato per la prima volta questa cantata giovanile del 1707 di Bach (ventiduenne) a Mülhausen, quindi quasi coeva del Dixit di Haendel, coetaneo allora a Roma. E’ per un “servizio penitenziale” luterano. E’ il De Profundis, in tedesco.
Certi lavori giovanili (e Christ lag in Todesbanden menzionato ieri è uno di quelli) scovolgono (e sembrano indicare -oltre ai semi di capolavori futuri- vie e identità stilistiche che l’autore avrebbe potuto assumere in futuro, ma a cui ha poi in gran parte rinuciato , per le più diverse ragioni, lasciandole magari ad altri) quasi quanto quelli dell’estrema maturità:
http://www.youtube.com/watch?v=tqAgLYXbgA0
Israel hoffe auf den Herrn; denn bei dem Herrn ist die Gnade und viel Erlösung bei ihm.
Und er wird Israel erlösen aus allen seinen Sünden.
(Psalm 130: 7-8)
“Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.” ]
Ah, visto che sono strasicuro che Ignigo lo apprezzerà, si becchi questo (e con lui, Francesco, che parla di ‘padre siritual’, ..manco fossimo nel film Mission!;)
Nientemeno che barocco musicale messicano, stavolta, per la famosa Sequenza…
http://www.youtube.com/watch?v=1anBlHkXS9E
Manuel de Suamaya (Ciudad de México, 1678 — Oaxaca, 1755)
(Wiki: “Manuel de Zumaya was born in Mexico and was a mestizo (of mixed Native American and European descent).
In 1715, he was appointed chapelmaster of Mexico City’s cathedral, and was one of the first Americans to become one. He served there until 1738 when he moved to Oaxaca, where he followed his close friend Bishop Tomas Montaño against the vigorous and continuous protests of the Mexico City Cathedral Chapel Council for him to stay.
Manuel de Zumaya died on December 21, 1755, in Oaxaca, where he had resided since 1738.”) ]
“Il poeta sei tu che leggi”
Mah! Sapere chi l’ha scritto per primo, mi pare un’impresa ardua oppure …
oppure di “primi” ce ne sono stati tanti e – magari – ogni autore della scritta pensava di essere “il primo” a pensarla e a scriverla questa frase.
Insomma … mi pare la versione “artistica” del famosissimo “asino chi legge”! 😀
Di certo è una frase che “non passa inosservata” e attira non poco, ma altrettanto certamente chi riesce a “leggere” sui muri o – meglio ancora – chi “cerca” qualcosa da leggere ovunque si posino gli occhi (muri, strade, volti, vetrine, alberi, cassonetti ecc.) di certo è un poeta perchè vede poesia ovunque, vede armonia anche dove non c’è …
Quindi, chi riesce a leggere tutto e in ogni immagine come se fosse poesia non scritta, ma che esiste … è un poeta.
E possono esserlo tutti, magari senza saperlo. Qualcuno però (e ribadisco che probabilmente ci sono “tanti primi autori”) l’ha capito e l’ha messo per iscritto.
O forse è solo un “sognatore” che vuole dire a tutti che “siamo” poesia (e anche qui di “primi” ce ne sarebbero tanti)
Chissà, magari, anche nell’anno 100 d.C. qualcuno ha scritto una frase simile da qualche parte e si chiedeva chi l’avesse mai scritta per primo.
Mah! Mi sa che rimarrà una domanda senza risposta!
[Ultima pietra della odierna collana di off-topic, per Francesco e la sua richiesta:
http://www.cpdl.org/wiki/index.php/Victimae_paschali_laudes_%28Crist%C3%B3bal_de_Morales%29
è l’unico spartito di una resa polifonica di Victimae Paschali (che però allo stesso tempo mantenga in sé il ‘cantus firmus’ gregoriano) di pubblico dominio , che abbia trovato sinora.
E’ dello spagnolo Cristóbal de Morales (Siviglia, 1500 – Marchena, 1553) , composta nel 1546.
Non c’è organo, anche se un bravo organista potrebbe ‘aiutare’ le quattro voci miste (SATB) . Ripeto: da quel che mi è parso, anche se non ho sentito registrazioni, se eseguito bene quanto basta, le note della Sequenza (che almeno il tenore riprende in toto nelle prime battute) si dovrebbero sentire a sufficienza, almeno in filigrana.
P.S.: il giochetto ieri con la Cantata 4 di JSBach , Chist lag in Todesbanden – Cristo giaceva nei lacci della morte, era dovuto al fatto che essa si basa sul testo e sulla melodia della versione germanizzata da Lutero in persona nel 1524, della Sequenza. Concetti e note sono stati in buona parte mantenuti.
Poi un’altra volta ti racconto al proposito una impresucola ‘musicumenica’ del Syriacus-musikasperiano.. ]
“Di certo è una frase che “non passa inosservata” e attira non poco, ma altrettanto certamente chi riesce a “leggere” sui muri o – meglio ancora – chi “cerca” qualcosa da leggere ovunque si posino gli occhi (muri, strade, volti, vetrine, alberi, cassonetti ecc.) di certo è un poeta perchè vede poesia ovunque, vede armonia anche dove non c’è …”
Ricorderò sempre universitari tedeschi, che organizzavano la festa degli studenti di Psicologia, pubblicizzare anni fa il loro “Psychoparty” con questa genialata, chiamiamola così: manifesti che sembravano l’ennesimo test di Rorschach, dove però la figura -solitamente di simmetria bilaterale, per quanto confusa- era molto simile ad una silhouette bianca-nera di…un seno femminile. E, subito sotto, lo psico-provocatorio “What do you see?” (Che vedi?)
..Chiamiamolo epifenomeno folkloristico degli studi neuroscientifici sulla ‘pattern-recognition’ etc.. 😀
(Lì, l’intento era dare dell’ “infoiato chi legge”, praticamente all’universo mondo. E considerate che c’era anche la versione perlopiù rivolta alle ragazze, che era ancora più ‘maliziosa’..Ma mi han così fatto ridere che ne ho strappati alcuni e li conservo ancora da qualche parte.)
Oh beh! Ci sono anche le barzellette sui muri, ci sono le dichiarazione d’amore, ci sono le dichiarazione – anche – di quanto siamo scemi … c’è un po’ di tutto, è vero, e non sempre è “poesia” … anzi .. 🙁
E Syr … hai ragione … ma …
ma se ci sposta dalla scritta, alla mano che l’ha fatto ed al padrone di quella mano … ci viene fuori una persona con tutti quegli strani dinamismi che ci sono nelle persone … e tutto insieme porta ad una “vista” di quella “poesia” (che a volte è drammatica, oppure sarcastica o umoristica o …) ma sempre poesia è!
Che dire è una specie di straordinaria cacofonia che – all’improvviso – diventa armonia!
Io non sono così fortunata da trovare sui muri frasi così … così … “da muro, da incidere su un muro” … io ci trovo – e l’ho già detto – delle cose che c’è da chiedersi se qualche neurone funziona nelle teste degli autori di quelle scritte … così lo sguardo scivola sconsolato su parole che sono una “poesia del disagio e della superficialità” ed arrivano alle scritte della … natura. 🙂 … sì, quei fiori piccolissimo, quegli steli di erba che riescono a crescere in condizioni impossibili in mezzo a cemento/mattoni/smog ecc. … e ritrovo la possibilità dell’esistenza della poesia e ritrovo in quelle parole – a dir poco sconvenienti – una tappa della crescita umana.
A parte l’indubbia assenza del rispetto delle cose, a parte l’indubbia assenza di buon gusto c’è anche l’indubbia presenza di una persona … ed il muro per alcuni è il loro diario – o se vogliamo – per tanti è il giornale quotidiano di “come sta l’umanità” … Ed è di nuovo poesia!
Padre Pio bacia la mano a Mons. lefebvre
http://images.google.it/imgres?imgurl=http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/thumb/2/2e/Padre_Pio_kissing_the_sacred_ring.jpg/180px-Padre_Pio_kissing_the_sacred_ring.jpg&imgrefurl=http://en.wikipedia.org/wiki/Marcel_Lefebvre&usg=__wBqRMJbZsrsAsQhtbi3Dsa9oroE=&h=106&w=180&sz=7&hl=it&start=835&tbnid=CMwVqJA2zh5CTM:&tbnh=59&tbnw=101&prev=/images%3Fq%3Dp.%2BPio%2Be%2Blefebvre%26gbv%3D2%26ndsp%3D20%26hl%3Dit%26sa%3DN%26start%3D820
http://www.milanoweb.com/public/articoli/notizie/arte-e-cultura/1048-in-mostra-la-poesia-viva-del-poetartista-ivan.asp
Pare che si tratti di Ivan Tesoldi, classe 1981.
Affus ma che c’entra ora Lefebvre?
la vera prossima spaccatura della chiesa avverrà su lefebvre
Postilla di Ivan Illich (travata qui: http://valterbinaghi.wordpress.com/2007/11/20/dodici-libri-per-capire-la-modernita%E2%80%99-e-liberarsene/ ).
“Nella vigna del testo.Per una etologia della lettura” Raffaello Cortina Editore,1994
“Leggere il libro fatto dall’uomo è un’operazione ostetrica.Lungi dall’essere un atto di astrazione,la lettura è un atto di incarnazione.Leggere è un atto somatico,corporeo di assistenza al parto,che attesta il senso generato da tutte le cose incontrate dal pellegrino nel suo viaggio attraverso le pagine”.
Confermo, è proprio Ivan Tesoldi, che trovate anche qua con altre sue frasi:
http://www.poesiaviva.it/pv/introduzione/
E’ un artista multiforme e infatti riesce molto difficile definirlo come “writer” o semplice “poeta”.
Tresoldi, scusate.
Leggere Syriacus è uno scivolo dentro un precipizio psichedelico di suggestioni, emozioni, imputs e flash d’ogni sorta ………………………..: anche se, ti confesso, Syriacus, che la mia (troppo scarsa) preparazione (apposta, sto in ultimo banco !) non mi consente di seguirti sempre come vorrei.
A domani !
Roberto 55
Comunque la citazione di Gregorio Magno è: “Scriptura crescit cum (non cun) legente” e ovviamente si riferiva alla Scrittura con la S maiuscola
“Cum”, certo: gli errori di tastiera sono sempre spiacevoli. Quanto invece alla “S” maiuscola, c’era già.