“Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma. Anche le due parrocchie del Vaticano accoglieranno in questi giorni due famiglie di profughi”: così il Papa all’Angelus. Nei commenti l’intero appello.
Il Papa: ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi
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Speranza combattiva. Cari fratelli e sorelle, la Misericordia di Dio viene riconosciuta attraverso le nostre opere, come ci ha testimoniato la vita della beata Madre Teresa di Calcutta, di cui ieri abbiamo ricordato l’anniversario della morte. Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama ad essere “prossimi”, ci chiede, dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!…”. La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura.
Incominciando da Roma. Pertanto, in prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma.
Anzi dal Vaticano. Mi rivolgo ai miei fratelli Vescovi d’Europa, veri pastori, perché nelle loro diocesi sostengano questo mio appello, ricordando che Misericordia è il secondo nome dell’Amore: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Anche le due parrocchie del Vaticano accoglieranno in questi giorni due famiglie di profughi.
A Roma ci sono 335 parrocchie – circa 160 tra conventi e monasteri – circa 200 case generalizie – i santuari non so: arrotondiamo a 700 le famiglie di profughi ospitabili.
Milano potrebbe fare molto di più: 1.104 parrocchie – non ci sono le case generalizie ma l’abbondanza di conventi e monasteri e santuari è analoga a quella romana e dunque possiamo stimare in 2.000 le famiglie di profughi ospitabili.
In tutta Italia le parrocchie sono circa 26 mila. Credo sia compito dei cristiani comuni aiutare i parroci alla bisogna. Ci sono parrocchie povere e che non hanno locali per ospitare: toccherà alle famiglie organizzarsi per trovare un mini-appartamento. Impresa nient’affatto proibitiva.
Tra l’altro potrebbe essere un impegno che smuove i giovani.
Il vescovo di torino si è attivato in modo encomiabile.
Impresa non proibitiva ma rischiosa senza un’adeguata scrematura dei richiedenti asilo in fuga da guerre, da quelli economici. Operare con saggezza. Una linea Maginot che permetta a donne, bambini, vecchi, famiglie di entrare / il rimpatrio forzato per chi potrebbe rappresentare un pericolo per le comunità. Vi è l’obbligo, in tempi di guerra, di agire con strategia per non lasciar soccombere gli uni e gli altri..
Durante l’ultimo conflitto l’allora Pontefice Pio XII aprì lo Stato del Vaticano, in silenzio e in perfetta sintonia con le varie nunziature. Dei 5.715 ebrei di Roma registrati dalla Germania 4.715 furono sistemati in 150 istituzioni cattoliche, 477 santuari e, tramite Mons. Angelo Rotta nunzio apostolico in Ungheria, trovarono salvezza altri 5.000 ebrei.
In totale La Chiesa fu “strumento di salvezza per almeno 700.000, ma forse anche 860.000, ebrei che dovevano morire per mano nazista.
L’ordinamento mondiale per cattiveria, incapacità, sporchi interessi han costretto interi popoli alla fuga, umiliandoli , costrimgendoli ad una condizione più che miserevole. Degna di nota la riprovazione dell’Europa che riscopre il suo animo profondamente cristiano.
fr Raffaele
Sarà senz’altro una prova, ma servirà senz’altro a far scorrere un po’ di linfa vitale in comunità qualche volta esangui.
Anche le Parrocchie delle mie parti si stanno attivando: è un bell’impegno (in tutti i sensi), e ne vale la pena.
Buon inizio di settimana a tutti.
Roberto 55
“Aprite i monasteri” alla solidarietà.
“Aspetto da voi gesti concreti di accoglienza dei rifugiati,
di vicinanza ai poveri,
di creatività nella catechesi».
Lo ha scritto il Papa nella Lettera apostolica per l’Anno dedicato alla vita consacrata.
Un invito preso sul serio già da tanti:
e
così oltre alla rete del Centro Astalli,
promossa dai gesuiti per i rifugiati, che da oltre 30 anni, opera con attività e servizi
a Palermo, Catania, Vicenza, Trento, Napoli, Padova, Milano e Roma,
hanno aperto i “monasteri”
i guanelliani a Como, Lecco, Nuova Olonio e – dando disponibilità temporanea di una struttura – a Sormano,
i francescani ad Enna, Roma e Piglio,
i Comboniani a Brescia,
i Pavoniani a Maggio di Valsassina,
gli Scalabriniani a Roma e Foggia,
le suore Mercedarie a Valverde di Scicli,
le Figlie di Santa Maria della Provvidenza a Lora (Como) ed Ardenno (Sondrio),
le Orsoline a Caserta,
le suore della Provvidenza a Gorizia.
“I religiosi non si tirano indietro rispetto all’invito del Papa”
sottolinea P. Luigi Gaetani, presidente della Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori
“perché sanno bene, da sempre, che la carità non è part time”.
http://www.altrodadire.org/2015/05/17/aprite-i-monasteri-alla-solidarieta/
“Altrodadire”
I religiosi italiani lanciano “Altrodadire”
Altro da dire, da testimoniare, da condividere.
Si chiama proprio così, altrodadire.org, la nuova piattaforma informativa dedicata alle notizie sulle iniziative promosse dalle religiose e dai religiosi in Italia.
Il progetto,
sostenuto dalla Fondazione Comunicazione e Cultura della Cei,
è on line dal 17 maggio, giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
L’idea di creare il network per comunicare le iniziative di religiose e religiosi
è venuta in occasione dell’assemblea generale Cism di novembre 2014
alla giornalista Laura Galimberti
che un mese dopo ha presentato il progetto durante il convegno Cism-Usmi Area Solidarietà ai 350 religiosi e alle religiose presenti:
un portale informativo e anche un giornale cartaceo, un numero zero
che facesse capire quanto bisogno c’è di notizie che sanno di bene concreto.
___________
Cism = Conferenza italiana dei superiori maggiori
Usmi = Unione superiore maggiori d’Italia
Altro che alberghi:
A Gorizia le Suore della Provvidenza accolgono 150 migranti
http://www.altrodadire.org/2015/06/15/altro-che-alberghi-a-gorizia-le-suore-della-provvidenza-osano-il-bene-accolti-150-migranti/
”Aprite i monasteri” alla solidarietà.
Mappa in aggiornamento delle risposte
http://www.altrodadire.org/aprite-i-monasteri-alla-solidarieta-mappa-in-aggiornamento-delle-risposte/
Ecco che i cristiani aprono le parrocchie ai fratelli mussulmani.
E mentre i ricchi sceicchi arabi non muovono un dito per nessuno, chi fa sono i cristiani.
Credo non ci sia modo migliore per capire dove sta la verità.
Non vorrei andare controcorrente o smorzare il sorgente entusiasmo, ma quando si tratta di ospitare estranei in casa propria occorre molta prudenza, anche se si tratta di bisognosi e anche se la casa appartiene alla parrocchia o a un ordine religioso.
Alcuni anni fa nella mia diocesi accadde una vicenda piuttosto grave ad un sacerdote che ospitò in alcuni locali della canonica (una vecchia costruzione, molto spaziosa) una famiglia originaria della Serbia: dopo alcuni mesi la convivenza divenne difficile (e onerosa), ma gli “ospiti” non avevano nessuna intenzione di andarsene e di trovare un’altra sistemazione, quando il sacerdote minacciò di andare dai carabinieri, il capofamiglia serbo pensò bene di anticiparlo denunciandolo per molestie sessuali nei confronti del figlio minorenne. Ne venne fuori uno scandalo e l’accusa infamante di pedofilia. Riporto qui la ricostruzione di un giornale locale e relativi commenti dei lettori.
E’ capitato anche questo e può darsi benissimo che capiti ancora, ad altri generosi sacerdoti e religiosi.
http://www.estense.com/?p=389678
L’iniziativa e’ apprezzabile, ma come viene sottolineato non e’ priva di rischi,ricordiamo pacatamente che e’ in atto una pesante persecuzione religiosa contro i cristiani in parecchie zone della terra,forse sia pure a malincuore si dovra’ discernere in base alla religione dei profughi, non e’ bello ma e’ la triste realta’.
C’è anche un altro aspetto, che senz’altro è stato considerato da chi di dovere.
Lo evidenzio portando un altro esempio: una situazione drammatica simile a tante altre che conosciamo un po’ tutti, credo.
Un mio conoscente di Parma, ultracinquantenne e single, si ammala e, a causa delle cure (anche piuttosto onerose, intorno ai 400 Euro mensili) è costretto ad assentarsi dal lavoro per lunghi periodi. Si tratta di lavoro usurante, in fabbrica, che a causa dei suoi problemi di salute non riesce a sostenere. In breve perde il lavoro, con tutto ciò che ne consegue: non riesce a pagare il mutuo e rischia di perdere l’appartamento in cui vive. Sia chiaro, a lui non dispiacerebbe vendere la sua casa, anche ad un prezzo stracciato, pur di riuscire a tirare avanti, ma vorrebbe evitare di dormire sotto i ponti.
Familiari e amici non possono o non vogliono aiutarlo e quindi si trova a bussare a diverse parrocchie ed enti religiosi con cui in passato ha collaborato o è entrato in contatto. Nessuno ha trovato una mezza camera per lui. Nessuno ha tirato fuori cinquanta euro per dargli una mano.
Ora, di fronte all’appello accorato del Papa, le parrocchie e gli enti religiosi tutti cercheranno di recuperare spazi e risorse per intere famiglie di rifugiati. Quell’ex operaio ammalato e solo (e con lui tutti gli italiani che si trovano nelle stesse circostanze o in condizioni anche più drammatiche) si domanderà come mai per lui non c’è stata quella calda accoglienza che ora, per amore o per forza, si sta preparando per i migranti.
A chi volesse verificare (o magari mostrarsi generoso) posso fornire nome, cognome, numero di cellulare e coordinate bancarie.
Da don Antonio Cecconi, parroco a Calci, Pisa, ricevo questo messaggio:
A Calci abbiamo anticipato l’invito del Papa. Un paio di mesi fa, attraverso contatti con la Caritas diocesana e con la Società della salute dell’Area Pisana, avevo dato la disponibilità per l’accoglienza di un nucleo familiare nella canonica di Sant’Andrea a Lama, attualmente disabitata e bisognosa di lavori di una certa consistenza, dove è stato però possibile ricavare un piccolo e decoroso appartamento, dove a giorni verrà ad abitare una coppia di migranti (lui della Sierra Leone, lei della Nigeria, arrivati insieme su un barcone) che aspettano un bambino. Ora questa cosa non solo si può, ma si deve fare perché che lo dice il papa! Tutta la comunità è chiamata a farsi accogliente, abbiamo già attivato alcune persone per le prime immediate necessità. In particolare, abbiamo segnalato la cosa alle coppie che in quest’anno hanno fatto il percorso di preparazione al matrimonio: le nuove famiglie di Calci chiamate ad accompagnare un’altra giovane famiglia.
Spiletti
siete proprio messi male a Parma, grazie a Dio in casi analoghi qui da noi le cose sono andate diversamente.
Dichiarazione del Cardinale Vicario di Roma Agostino Vallini:
La comunità ecclesiale di Roma, già impegnata nell’accoglienza degli immigrati, è grata a Papa Francesco per l’appello rivolto ieri all’Angelus per l’ospitalità ai profughi di fronte alla grave tragedia di decine di migliaia di persone che, come ci ha ricordato il Santo Padre, «fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita».
Assistiamo in questi giorni a immagini mai viste finora, non solo dell’approdo nei porti italiani di centinaia di uomini, donne e bambini – con il Mediterraneo che continua a essere la tomba di tante vite, anche di piccoli innocenti – ma anche di un gigantesco esodo senza precedenti dal lato orientale dell’Europa verso la Germania e il Nord del continente.
Non è possibile restare indifferenti dinanzi a queste scene, la nostra coscienza di cristiani è interpellata direttamente. «Il Vangelo – ha detto Papa Francesco – ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”, dei più piccoli e abbandonati». Soprattutto all’approssimarsi del Giubileo della Misericordia.
L’appello del Santo Padre, rivolto «alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa» per ospitare una famiglia di profughi, «incominciando dalla mia diocesi di Roma», si inserisce nell’impegno consolidato che proprio la diocesi porta avanti da anni grazie all’opera quotidiana della Caritas diocesana di Roma e alla generosa collaborazione di parrocchie e comunità religiose.
Il primo servizio della Caritas dedicato agli stranieri risale al 1981, ed è il Centro Ascolto di via delle Zoccolette, a due passi da Largo Argentina. Elemento trainante dell’Area Immigrati della Caritas, è punto di riferimento prezioso per gli stranieri che vivono e transitano a Roma, e attua un impegno articolato attraverso molteplici servizi.
Nel 1999 nasce al Mandrione il Centro Accoglienza “Ferrhotel” della Caritas diocesana, entrato nello SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), che nel 2014 ha ospitato 150 uomini. Si tratta di una struttura nata per ospitare utenti stranieri con progetto di avviamento a un percorso lavorativo.
A Monteverde dal 2010, un Centro Accoglienza – inserito anch’esso nel circuito SPRAR – è in grado di ospitare 30 donne richiedenti asilo, rifugiate, titolari di protezione e nel 2014 sono state accolte 67 donne. Obiettivo del servizio è offrire a donne che abbiano vissuto esperienze traumatizzanti uno spazio che favorisca il loro inserimento sociale, attraverso azioni di sostegno e un ambiente protetto.
Non manca poi l’attenzione rivolta ai minori stranieri non accompagnati, un terzo dei quali presenta domanda per il riconoscimento dell’asilo politico o di protezione umanitaria. Nel 2014 in tre centri della Caritas di Roma ne sono transitati 404, (in gran parte maschi e quasi tutti provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione Europea).
Nei giorni passati ho convocato il Consiglio Episcopale e ho indicato delle proposte operative per un maggiore coinvolgimento delle comunità parrocchiali e religiose nell’accoglienza urgente dei profughi. Le parole del nostro Vescovo, Papa Francesco, incoraggiano la comunità cristiana di Roma a perseverare nel percorrere con generosità e fiducia nel Signore la strada dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Picchio,
io non conosco la realtà di Parma e so solo quello che mi ha riferito questa persona. Posso solo dire che è un uomo per bene e che in questi anni si è dedicato al volontariato e alle missioni (specie tramite i Saveriani): il fatto che trovarsi ora, solo, in questa situazione, temo che possa portarlo verso l’isolamento e la depressione.
Non voglio strumentalizzare questa vicenda, ma riconosciamo che apre delle ferite e che ci deve far riflettere.
Dalla Cei – dichiarazione del presidente Bagnasco e del segretario Galantino:
Accogliamo l’appello del Papa con la gratitudine di chi riconosce nel Successore di Pietro colui che, anche nelle situazioni più complesse, sa additare le vie per un Vangelo vissuto.
È un appello che trova le nostre Chiese in prima fila nel servizio, nell’accompagnamento e nella difesa dei più deboli.
È un appello che in queste settimane custodiremo nel respiro della preghiera e del confronto operativo, arrivando a fine mese a consegnarlo al Consiglio Episcopale Permanente (30 settembre – 2 ottobre), al fine di individuare modalità e indicazioni da offrire a ogni diocesi.
Per l’Anno della Misericordia il Santo Padre ci chiede di “aprire il nostro cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica” e poi chiude in un’“indifferenza che umilia”.
Oggi rinnoviamo la nostra disponibilità a curare queste ferite con la solidarietà e l’attenzione dovuta, riscoprendo la forza liberante delle opere di misericordia corporale e spirituale, via che conduce sempre più al cuore del Vangelo.
Card. Angelo Bagnasco presidente
Mons. Nunzio Galantino segretario generale
Roma, 7 settembre 2015
C’è poi la questione dell’IMU sugli immobili degli enti cattolici.
Dopo che per anni qualcuno ha ripetuto che era doveroso che fossero tartassati anche i beni della Chiesa, senza privilegi superati, ecc… ora che le parrocchie italiane, generosamente, metteranno a disposizione questi beni per alloggiare famiglie di richiedenti asilo, facendosi carico di un compito che spetterebbe allo Stato, lo Stato saprà rinunciare almeno all’IMU sugli immobili che ospiteranno i profughi?
Sulle centinaia di appartamenti di proprietà del Vaticano sono certo che quei due varranno scontati! :)))
Tecnicamente quei “due” sono nello Stato della Città del Vaticano e pertanto non soggetti al Fisco italiano. Il problema si presenterà per le migliaia di appartamenti e istituti presenti nel territorio della Repubblica Italiana (a cominciare dal comune di Roma) e che andranno a sobbarcarsi i costi di un’accoglienza che spetterebbe allo Stato (laico) italiano.
Segnalo un bell’articolo di Paola Springhetti su quanto sta facendo a Torino l’arcivescovo Nosiglia:
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=2034
Profughi, l’appello di Papa Francesco: “Ogni parrocchia accolga una famiglia”
E poi ???
Dovranno uscire dalla parrocchia o no ?
E quando escono stanno a San Pietro o in Italia ?
Il permesso di soggiorno glielo rilascia il Vaticano o… l’itaglia ?
L’assistenza sanitaria chi gliela paga il Vaticano o… l’itaglia ?
I figli degli immigrati ospitati nelle parrocchie dove vanno a scuola ? Chi gli paga i pasti differenziati, i libri e via dicendo ?
E poi… quelli che rimarranno in… itaglia mica sono come quelli che si stanno accaparrando Germania e Inghilterra: in gran parte professionisti, laureati, universitari insomma appartenenti alla media-alta borghesia Siriana.
‘A Francè ma che davero, davero te pensavi che ‘a Merkel diventava bona da ‘na settimana all’altra ?
Ma che pè davero te pensavi che se piava i criminali tipo quello che ha stuprato e ammazzato quella coppia di settantenni Siciliani o i tipi delle bande di sudamericani che imperversano per Milano o per Genova o tipo gli spacciatori che imperversano su tutto il territorio dell’itaglia o tipo il clandestino che ha massacrato cinque persone a colpi di machete o tipo i rom, zingheri, sinti o tipo la masnada di rumeni che ce frega er rame da drentro i camposanti o dalli treni, che riempie impunemente le nostre strade di prostitute-bambine o che imperversa, alla faccia nostra, con lussuose macchine sulle nostre strade ?
Aoh, ‘a Merkel mica c’ha scritto “gioconda” sulla fronte: lei s’è piata ‘a prima scerta e a noi c’ha lasciato er resto !
C’ha visto lungo perché quando ce sarà dà parlà dè “quote” lei dirà che ha già fatto il possibile e il resto dei clandestini se li deve tenere l’itaglia-zerbino ?
E mò se quelli che vanno in parrocchia commettono quarche reato ?
Chi l’arresta i gendarmi pontifici o i Carabinieri Italiani ?
Chi gli paga l’avvocato d’ufficio, l’interprete, la galera ?
Il tuo Vaticano o la nostra Italia ?
‘A Francè, mesà che sur tema dell’immigrazione è mejo che te dai n’à carmata anche perché stamo ‘a pagà ancora i danni de quanno sei ‘annato a Lampedusa.
Certo a ditte stè cose c’è teneva da esse quarche governante che tè ‘a core l’interessi d’à nazzione ma quà tenemo solo arfano, pinocchietto e ‘n gregge dè pecoroni !
Saluti, Paolo
PS: Aoh, se te ricordi, sempre se te ricordi che ne dici de pagà puro tu quarche tassuccia sull’immobbili della Santa Sede ?
Paolo EMILI benvenuto nel blog. Io apprezzo l’appello del Papa, come avevo scritto nei primi commenti al post; ma amo il confronto e dunque “approvo” il suo intervento. Qui ci stiamo impegnando – è una vera fatica – a discutere le questioni usando il più possibile i toni e i modi che useremmo in un incontro reale, di tutti noi in una stanza. Ci dia una mano a ottenere questo risultato.
Signor Paolo Emuli, lei mette troppa carne al fuoco.
Mi permetto di farle osservare che è meglio affrontare un problema per volta.
Intanto si accolgano gli immigrati, poi si parlerà del resto.
Non metta il carro davanti ai buoi. Altrimenti non si va avanti neanche di mezzo metro.
Pregiatissimi Marialisa e Luigi Accattoli, penso di aver posto delle domande come si farebbe in una stanza, in un incontro reale, domande che potrebbero essere riassunte così: “le parrocchie accolgono e poi chi paga ?”.
Io non voglio pagare, ho già dato (da pochi giorni sono un ex-esodato) e poi, per rispetto a chi ha dato il sangue per questa Nazione, vorrei che quei pochi soldi che ci lasciano i nostri politicanti, fossero utilizzati per questa nostra Patria, per gli Italiani, per mettere in sicurezza le scuole dove vanno i figli degli Italiani, ad esempio.
Troppa carne al fuoco ?
Mah !
Vogliamo continuare ad accogliere, accogliere senza domandarci quello che succederà dopo ?
I risultati devastanti che questi comportamenti hanno generato nel corso degli ultimi decenni, che hanno deturpato le nostre città, le nostre periferie, che ci stanno esponendo sempre più a quella “guerra perenne contro gli infedeli” ovvero la Jihad, non sono forse sufficienti a capire che bisogna cambiare rotta ? Che bisogna riprenderci il nostro Futuro ?
Non metta il carro davanti ai buoi ?
Appena accolti in una parrocchia, solo dopo alcune ore, i profughi/clandestini avranno bisogno di strutture sociali e sanitarie e chi gliele dovrà fornire Papa Francesco o questa… itaglia che non riesce a garantire i “diritti legittimi e reali” e fondamentali neanche agli Italiani ?
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
E’ lei il Paolo Emili nominato nella copertina di questo volume
http://www.cronachecittadine.it/castel-gandolfo-presentazione-del-libro-o-gnommero-e-atre-storie-de-castello-i-soprannomi-de-castello/ ?
Se è lei, buona fortuna – e comunque buon pomeriggio… Luigi
Intanto si accolgano gli immigrati, poi si parlerà del resto.
Dico, ma stiamo scherzando, vero?
L’accoglienza su un esodo epocale come quello cui stiamo assistendo richiede pianificazione, organizzazione, risorse, strutture.
Chi idea balzana quella che ci fa dire “poi ci penseremo”.
Assomiglia molto a quel debito pubblico accumulato dal dopoguerra con l’idea che qualcuno prima o poi l’avrebbe pagato…. Le nuove generazioni infatti ringraziano.
Sì, sono io. ‘O Gnommero e atre storie de Castello è un libro che riporta un po’ di personaggi, storie e storielle delle Tradizioni di Castel Gandolfo. Io e Luciano Mariani Pagnanelli lo presenteremo domenica prossima 20 settembre alle 17,30 presso l’auditorium “E. Petrolini” a Castel Gandolfo. Saranno presenti il Dr. Marcello Costa, il sindaco di cinque Papi, Milvia Monachesi, attuale sindaco e il Dr. Ugo Onorati storico dei Castelli Romani. Seguirà una cena presso l’antico ristorante Pagnanelli. Per ulteriori informazioni: Luciano Mariani Pagnanelli 06 9361422. Comunque, proprio ieri le ho inviato l’invito sulla sua casella di posta elettronica.
Sulla sanità hanno chiarito che le famiglie ospitate dal Vaticano saranno a carico della sanità vaticana.
http://m.huffpost.com/it/entry/8096120
Riguardo alle altre parrocchie Bagnasco ha parlato di disposizioni generali della CEI a breve
da noi già dall’hanno scorso alcuni profughi erano stati ospitati nel seminario di Fermo, penso che ci si muoverà più a livello diocesano che parrocchiale.
http://www.laprovinciadifermo.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1969:cinquanta-profughi-a-fermo-prefettura-caritas-e-seminario-pianificano-tutto&catid=97&Itemid=1199
anno non hanno
Gentile Sara1,
ho visitato il sito da lei indicato e ho letto:
“Dopo l’appello all’Angelus di oggi del Papa ci siamo messi subito al lavoro per individuare due appartamenti del Vaticano che saranno a disposizione di 2 famiglie di profughi alle quali per desiderio dello stesso Pontefice garantiremo anche l’assistenza sanitaria e materiale” garantisce l’Arciprete della Basilica di S.Pietro, il Card. Angelo Comastri.”.
Si parla di due famiglie.
Di due famiglie ci rendiamo conto ?
E il resto ?
Fides, io non scherzo affatto. Non ho voglia di scherzare di fronte a questi drammi.
Al disperato che bussa alla tua porta non si può dire: aspetta fuori perché devo organizzarmi e pianificare.
Prima lo faccio entrare e successivamente, piano piano, un passo dopo l’ altro, la via si andrà spianando.
In una situazione di emergenza come questa ogni rinvio al dopo non è giustificabile
Io la penso così.
Due famiglie: una per parrocchia, il Vaticano ha solo due parrocchie e 800
Abitanti, sono 40 km quadrati in tutto.
Un minimo di pianificazione serve compreso triton o mare nostrum per salvarli pensi basti un pattino?
La Merkel infatti ha stanziato una somma piuttosto consistente.
Sara1: quaranta ettari.
Ops, 0,44 km
🙂
Marilisa, se posso permettermi, le consiglio di non dire in giro quello che ha scritto.
Si potrebbe ritrovare casa piena di Italiani, ripeto, ITALIANI disoccupati in età matura, di Italiani “esodati”” che da mesi e mesi non percepiscono né stipendio, né pensione, né mobilità e per campare si stanno bruciando i risparmi di una vita per sfamare la famiglia, per far studiare i figli, per pagare il mutuo, per… SOPRAVVIVERE.
Mi dica: chi assumerebbe un 60enne ?
Lei parla di disperazione ?
Solo la disperazione ha portato molti disoccupati al suicidio.
E poi c’è sempre il solito discorso: tra i miei figli e quelli degli altri, chi aiuto ?
Io aiuto i miei figli e poi, se posso, gli altri e comunque a casa mia (Nazione) io faccio entrare chi dico io !
Cerchiamo di rimanere con i piedi per terra anche perché così facendo lei danneggia chi non la pensa come lei visto che il costo/impegno per la solidarietà va ben oltre l’accoglienza nella propria casa.
Cordiali saluti
Signor Emili, le parrà strano ma io i piedi li ho ben piantati per terra.
So bene che anche noi abbiamo tanti disoccupati disperati e che la crisi economica morde il nostro come tanti altri paesi.
Ciò non mi sembra un motivo valido per non accogliere gli immigrati. I quali sono più disperati dei nostri disperati.
Provi a mettersi nei loro panni. Si sradicano dalle loro terre divenute invivibili per tanti motivi: terrorismo, guerre, fame etc…E lo fanno pur sapendo che rischiano di finire nel grande cimitero del mare nostro. Ciò significa che sono alla disperazione più nera. Proviamo a metterci al posto loro, perché solo così si possono capire certe situazioni. Che si fa? Quelli arrivano qui e li consideriamo fratelli minori, fratellastri? Li rimandiamo indietro perché il nostro paese non è il loro? Mi rifiuto con tutta me stessa di fare ragionamenti di questo tenore. E non li accetto se fatti da altri.
Vanno accolti, questi derelitti. E vanno aiutati nei limiti del possibile.
Sappiamo tutti che molti non resteranno qui perché hanno altre mete.
Quelli che restano cercano lavori umili, scartati dai nostri disoccupati. Peraltro, vengono anche sfruttati, il che è abominevole.
In ogni caso, per chi si dice cristiano vale la pena ricordare che Qualcuno ha detto: chi accoglie il forestiero, lo straniero, accoglie me. Ma tanti sedicenti cristiani lo hanno dimenticato o forse non lo hanno mai saputo.
Non sono questi immigrati a togliere il pane ai nostri connazionali, ne stia pur certo, signor Emili.
E guardi a questo esodo di proporzioni gigantesche (rimarrà nella Storia) con occhi più limpidi.
Fra l’ altro, chi l’ ha detto che un Paese appartiene solo a chi vi è nato? I confini geografici non hanno valore di fronte alla consapevolezza che tutti i viventi costituiscono una sola famiglia umana.
La stoltezza di molti uomini ha stabilito che i confini geografici devono essere recintati con filo spinato e non oltrepassati.
Questo è, a mio modesto avviso, un errore figlio
dell’ innato egoismo che governa da sempre l’ essere umano. Tutti ne sono schiavi, chi più chi meno.
Ciò che ho qui espresso, fa parte della mia visione delle cose. Non posso pretendere che altri condividano il mio pensiero, ma mi auguro che almeno si riesca a capire che stiamo assistendo ad accadimenti di formidabile gravità, di fronte ai quali occorre riflettere a fondo.
L’ indifferenza, determinata anche dall’ abitudine, è la discutibile, anzi odiosa, tentazione di questi nostri tempi tanto travagliati.
Ma non è scusabile.
La saluto, signor Emili.
Maledetti cattolici che aiutate
da decenni e decenni,
con la vostra rete di migliaia di comunità e organizzazioni,
tanti altri italiani che vivono nel disagio.
Maledetto don Virginio Colmegna
che con la sua Casa della Carità
e altre in iziative e comunità
continua ad accogliere italiani, principalmente nel campo della sofferenza psichica e dei minori.
Quanto sono assurdi questi cattolici e la Chiesa in cui vivono !
Aboliamo tutte le comunità cattoliche di accoglienza,
e
coloro che soffrono disagi e povertà
vadano a casa di Matteo Salvini
e
degli atei tra i più organizzati.
Gentile Marilisa,
al di là delle sue belle parole rimane la verità universale dei fatti e dei confini: se a casa sua, all’interno dei… confini della sua casa, arrivano persone che lei non gradisce li caccia magari chiamando i Carabinieri.
In qualsiasi parte del mondo esistono i confini dagli USA alle tribù Africane e questo perché una qualsiasi Comunità vuole avere la sovranità delle proprie scelte: lei accetterebbe che gli ospiti di casa sua le imporrebbero il burka ?
Comunque, le consiglio di visitare il Museo di Punta Rocca sulla Marmolada per avere un’idea di quello che è costato ai nostri nonni e bis nonni creare i confini di questa Nazione e di quanto rispetto, profondo rispetto merita quel loro sacrificio estremo.
La catastrofe odierna non si risolve con la vostra accoglienza che poi pesa anche sulle mie spalle che non voglio accettare l’IMPOSIZIONE di una società multietnica e multirazziale !
Questa mattina tra i governanti del mondo, quelli che si battono “per la pace e per la libertà”, c’è senz’altro chi sa che un carico di armi sta partendo dal suo paese per raggiungere i terroristi dell’ISIS o chissà quale altro luogo di guerra.
Come mai in queste situazioni non c’è stato un embargo, non ci sono i “caschi blu” dell’ONU, non si sono organizzate le “sante guerre per difendere la democrazia” così come è avvenuto in passato all’indomani dell’11 settembre o dell’invasione del Kuwait ?
L’accoglienza come la intende lei è anche deleteria per la Cultura e l’Identità dei Popoli: la Siria, così come tutti i territori di partenza degli clandestini, si sta spopolando lasciando un vuoto culturale, nel contempo le nostre Nazioni, soprattutto l’Italia, sta subendo una vera e propria alterazione culturale e di identità… il kebab andiamo a mangiare in Turchia e continuiamo a mangiare le nostre fettuccine !
E poi mi permetto di ricordarle una cosa, è vero di certo che gli Italiani, così come i Polacchi, gli Irlandesi, i Francesi e via dicendo sono emigrati in quelle Americhe che a tutt’oggi presentano territori sconfinati ancora da “colonizzare”, ma è pur vero che in Italia ci sono stati i Damiano Chiesa, i Giuseppe Mazzini, i Giuseppe Garibaldi, gli Italo Balbo, i Sandro Pertini che hanno dato la loro vita per difendere gli interessi della loro Nazione, per farla diventare una Nazione civile, questi eroi non hanno abbandonato la loro Patria !
Cordiali saluti, Paolo EMILI
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Gentile Matteo,
non bisogna abolire queste comunità ma renderle “autonome”: sullo stato di famiglia di ogni buonista far registrare ogni singolo clandestino che viene accolto così facendo il buonista potrà pagare le tasse e rispondere civilmente e penalmente del comportamento del suo nuovo “famigliare” ma soprattutto potrà liberare noi atei da ogni condizionamento, da ogni IMPOSIZIONE che nessuno di noi ha scelto o deciso di avere.
Cordiali saluti, Paolo
In un mondo come quello europeo attuale in cui la politica è sempre più debole e orientata a raccattare consensi dedicandosi pressoché esclusivamente a gestire e tamponare le emergenze, si fatica a parlare di termini come organizzazione e pianificazione, nomi che sembrano appartenere a un mondo vecchio e distante dalla realtà.
Così non si fa caso al fatto che già negli anni ’80 i demografi già prevedevano l’ondata epocale di immigrazione cui oggi non stiamo assistendo che al preludio.
Ora certamente è tardi, troppo tardi per i “se” e i “ma”. La totale sottovalutazione del fenomeno da parte dell’Europa fa si che ormai gestire l’emergenza sia l’unica soluzione possibile.
Non è possibile non apprezzare l’enorme lavoro delle organizzazioni umanitarie, laiche e religiose. Salvare vite umane è stato, è e sarà sempre l’opera di carità per eccellenza.
Ma la mancanza di organizzazione e pianificazione sarà pagata a caro prezzo a livello sociale con le conseguenze che ovviamente ci saranno a seguito di questo tsunami che troppo repentinamente inciderà una società già devastata da globalizzazione e crisi economico-finanziaria.
Prepariamoci e confidiamo nell’aiuto del Cielo.
dai Paoletto,
speriamo che tutte ste persone con problemi o disagi,
fisici o psichici,
italiani o non-italianhi
pensino a morire o a farsi eutanasizzare,
ci libereranno da imposizioni morali.
Che palle questa gente in difficoltà.
Attendo il ritorno ciclico del NazionalSocialismo.
Heil
Un mio amico mi ha suggerito l’espressione “poesia immigrazionista”.
Sperare di poter affrontare l’emergenza di queste migrazioni di massa senza un’adeguata organizzazione è pura poesia, una bella illusione , un sogno dal quale prima o poi ci dovremo svegliare.
I problemi che oggi il governo italiano e buona parte dei governi europei stanno sottovalutando ci piomberanno in testa tutti insieme e allora saranno guai.
Oggi chi pone sommessamente la questione è azzittito come razzista, xenofobo, populista… (Matteo suggerisce: nazista). Domani dovremo riconoscere che i buonisti di oggi sono stati dei poeti, degli illusi, degli sprovveduti, ma sarà troppo tardi.
L’immigrazione va vista con pragmatismo e senso pratico, prendendo in considerazione i problemi uno alla volta e cercando da subito di trovare risorse e soluzioni serie: organizzare, gestire, programmare, monitorare, riprogrammare, riorganizzare…
Ma vi pare che Renzi sia la persona adatta?
In altri termini adesso, per incapacità o per mancanza di risorse, o forse per paura di alimentare strumentalizzazioni, si sottovalutano problemi e disagi che andrebbero affrontati apertamente, limpidamente e magari risolti.
Suggerirei, invece che prendercela con chi evidenzia i problemi (anche per speculazione politica elettorale), di prendercela con chi, al governo del Paese e dell’Europa, non sta affrontando adeguatamente questa situazione e, piuttosto che provare a risolvere questi problemi, li scarica sui comuni e sulle comunità locali.
Nessuna poesia né sottovalutazione.
Esiste da sempre la possibilità che accadano degli avvenimenti che non potevano essere previsti.
Ciò è nell’ ordine delle cose di questo mondo.
E recriminare contro qualcuno non serve a niente.
Quando sopravviene un’ emergenza di proporzioni inaudite, bisogna affrontarla come si può, senza gettare la croce su nessuno. E, soprattutto, senza colpevolizzare i soggetti umani che, costretti da fattori estranei alla loro volontà, causano subbuglio nei Paesi adagiati in una tranquillità a quelli purtroppo sconosciuta.
Nessuna “poesia”, dunque.
Piuttosto l’ amara constatazione che sulla Terra si rinnovano all’ infinito i patimenti del Cristo. Di fronte ai quali ogni presa di distanza, con mille giustificazioni pretestuose, è inaccettabile. È un insulto blasfemo verso Dio stesso.
non ti preoccupare Luigi,
😀
La sottovalutazione dei problemi correlati con questa immigrazione irregolare di massa è sotto gli occhi di tutti e i tuoi interventi confermano che a tanti italiani questo non preoccupa o, purtroppo, non interessa.
O:)
È chiaro che, passata la prima fase dell’ emergenza che costringe all’ accoglienza, sarà d’ obbligo, e possibile, l’ organizzazione.
In primo luogo per garantire decenti condizioni di soggiorno a quei poveretti che si trovano nel nostro paese.
Non riuscirò mai a togliermi dagli occhi e dal cuore l’ immagine di quel bambino arenato senza vita sulla spiaggia.
Anche quella rimarrà nella
Storia. Ci chiama in causa tutti, quella immagine, ed ogni parola è superflua.
La follia dell'”accoglienza”, questo tipo di “accoglienza” viene IMPOSTA dall’ottusità dei buonisti ormai da anni, da decenni quindi io penso che le “chiacchiere stanno a zero”:
l’Italia è migliorata o è peggiorata con questa follia ?
A questo punto vi chiedo una cortesia: stampate queste conversazioni, conservatele accuratamente e poi tra TRE ANNI, il 14 settembre 2018, ci rivediamo (sempre avendo la fortuna di campare !) e vedremo chi aveva ragione; VA BENE ?
Scusatemi ma sentir dire “ritorno ciclico del NazionalSocialismo” oppure “È un insulto blasfemo verso Dio stesso” va ben oltre la mia capacità di dialogare, non c’è la faccio proprio a rispondere, la mia logica si rifiuta.
Ve saluto !
Ma va ?
perchè non gasare le persone inutili ?
Ma che stamo ancora appresso a sti cattolici buonisti ?
A si cattolici che vanno a cercà
quelli che se credono poveracci (italioti e non) alle stazioni ferroviarie o sotto i ponti,
quelli che se credono immigrati ?
Infatti lei, signor Paolo Emili, la capacità di dialogare proprio non ce l’ ha. Lei ha la capacità e la volontà di ascoltare solo sé stesso. Chi ha idee come le sue non può avere capacità di dialogo. Lei appartiene al popolo delle divisioni e dei recinti.
Le auguro di non trovarsi mai in un recinto ben distinto dal suo. Potrebbe restarne traumatizzato.
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/irak-iraq-iraq-cristiani-christians-cristianos-rifugiati-refugees-refugiados-43324/
Che macello e come mi manca papa Benedetto almeno provava a ragionare sulle cose.
Beh… a proposito di accoglienza, vogliamo dire è che è “simpatica” quella riservata a @Paolo EMILI?
“Simpatico” sei tu, Fides, che vorresti sbaciucchiamenti e caramelle per chi ha idee totalmente divergenti dalle tue e le esprime come ha fatto il sig. Emili nel post delle 14:51.
Tu sei con lui perché hai le stesse idee. Ovvero, la storia si ripete: si prendono le difese di chi la pensa come noi.
Troppo banale, direi.
Sara, non vedo che cosa c’ entri il tuo amato papa Ratzinger e il suo “ragionare” con l’ articolo che hai postato.
Quando andò in Libano Ratzinger chiese ai cristiani di restare, di non appoggiarsi ai dittatori e di lavorare per la costruzione di un processo democratico.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/libano-lebanon-libano-18149/
Quando Ratzinger andò in Libano, nel Medioriente non c’ era la situazione incandescente di oggi.
Perché i cristiani dovrebbero restare?
Per farsi crocifiggere?
Dove divampa un incendio, la gente normalmente fugge.
Ho ascoltato da poco in TV padre Albanese, missionario comboniano nell’ Africa subsahariana. Ha detto molte cose interessanti, fra le quali quella più che ovvia che di fronte a certe situazioni non resta che fuggire. Bisognerebbe sì che fossero aiutati nei loro paesi dagli Europei e dagli organismi internazionali.
Ma finora di aiuti se ne sono visti ben pochi.
Certi paesi hanno enormi risorse del sottosuolo, ma le ricchezze sono in mano ai nababbi, che ne detengono la maggior parte, mentre il resto delle popolazioni muoiono di fame.
Mi sembrava di assistere ad un film già visto, perché nulla sembra essere cambiato da almeno due secoli a questa parte.
Popoli sfruttati ai tempi della colonizzazione da parte dei maggiori paesi europei; popoli svalutati e bastonati oggi dai dittatori
locali ricchissimi.
Questo esodo massiccio io lo vedo come uno straordinario boomerang che ritorna su di noi per le colpe dei nostri antenati che si erano impadroniti di quelle terre per ricavarne ricchezze sovrabbondanti. E non si curavano per niente di educare quelle popolazione ad una cultura di autogoverno democratico. Ed oggi, a scoppio ritardato, arrivano da noi vedendo l’ Europa come un miraggio di libertà e di ricchezza. Mai fu possibile assistere ad una nemesi storica quale questa dei nostri tempi.
Ma chi non è al corrente degli eventi storici, non può essere in grado di capire che questo tsunami arriva da molto lontano nel tempo.
Si va bhè, la questione dell’Africa è diversa e più complessa (è un continente con una geopolitica complessa), ma che in Siria ci sia la guerra si sa da un pezzo e non si è fatto nulla, lei si commuove quando vede una foto ma di quelli morti che lei personalmente non ha visto?
Sono mesi e mesi che raccontano dell’aggravarsi della situazione, Finora la comunità internazionale cosa ha deciso di concreto?
Sa quanti interventi hanno fatto Parolin o Tomasi all’onu e simili?
Hanno sempre chiesto che le persone potessero tornare nelle loro terre, che non si svuotassero le antiche comunità “apostoliche” per mantenere quella particolare capacità di far convivere etnie e religioni diverse che si è creata nel medioriente.
http://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2015/09/solo-laccordo-tra-russia-e-sati-uniti-salver%C3%A0-la-siria-prodi.pdf
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2015/9/15/CAOS-MIGRANTI-Mons-Zenari-Siria-l-Europa-si-lamenta-ma-qui-ci-sono-4-milioni-di-profughi/638394/
4 milioni di profughi.
Tomasi all’onu
http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/2015/documents/rc-seg-st-20150317_tomasi-syrian-arab-republic_it.html
Sono mesi e mesi che si leggono queste cose.
4 milioni di profughi.
E all’organizzazione, ovviamente, ci penseremo dopo.
Ma ormai non c’è più affermazione che mi stupisca.
Il creatore ci ha dotati di un cervello, un meraviglioso strumento che purtroppo troppo spesso l’ideologia cieca rende inutilizzabile.
Il buon samaritano portò l’uomo da lui soccorso in un vicino albergo e pagò perché fosse curato; di certo non lo lasciò nelle mani di sciacalli e schiavisti.
Fides, ancora non riesci a capire che questa è una EMERGENZA imprevista?
Di fronte a situazioni del genere non esistono bacchette magiche di organizzazione programmata. Non mi sembra tanto difficile da capire.
E poi cosa c’ entra l’ ideologia?
Emergenza imprevista no dai sono 4 anni che c’è la guerra e che la santa sede chiede in tutte le salse di intervenire cavolo.
Emergenza sarà stato il dopo Gheddafi, o tante diverse realtà africane, però non si può parlare di un’emergenza che dura anni.
Per questo si chiede da tempo di passare da un approccio emergenziale ad uno strutturale che coinvolga seriamente tutta la comunità internazionale.
Marilisa,
non leggi i miei messaggi (14 settembre 2015 @ 10:21)
Ho ho già evidenziato che questa situazione era stata prevista dai demografi già negli anni ’80.
Ci sono due tipi di ideologie:
1) il nazionalismo in stile Salvini
2) il buonismo in stile ultra-cattolico di chi, come te, dice: intanto entrate tutti, poi vedremo…
Sforzati di capire che non è esattamente la stessa cosa accogliere qualche centinaio di profughi e qualche milione…
Lascia perdere l’aggettivo “ultra-cattolico”, c’è una visione “buonista” anche in ambienti laici e anticlericali di sinistra, una visione dell’immigrazione che porta alla totale sottovalutazione di quanto sta accadendo: è buonismo (cattolico o laico di sinistra) o è incapacità di cogliere i problemi e di provare a reagire razionalmente di fronte alle immigrazioni di massa?
Non mi sembra che i non buonisti di destra siano per passare ad una gestione più strutturata, alla fine dicono irrazionalmente di no a tutto.
Tra i due litiganti poi come il solito finirà per godere il terzo, povero chi ci capita.
Fides, una cosa è prevedere qualcosa in modo non troppo chiaro, altra cosa è vedere di fatto ciò che accade davvero in un certo momento della storia. Non credo proprio che si potesse immaginare ciò che oggi avviene sotto i nostri occhi . Non in queste proporzioni.
È qualcosa che supera ogni fantasiosa immaginazione.
Piuttosto, diciamo che all’ Italia è stato lasciato il peso enorme dell’ accoglienza di migliaia di profughi. Quando si è visto che questi hanno aperto un’ altra porta attraverso i Balcani, l’ Europa ha aperto bene gli occhi e si è convinta che tutti devono attivarsi. Ma ce n’ è voluto del tempo per capire che questo è un problema di cui devono farsi carico tutti gli europei.
Tutto questo per dire che fino a che non si è toccati in prima persona, l’ indifferenza regna sovrana.
Non credo proprio che si potesse immaginare ciò che oggi avviene sotto i nostri occhi . Non in queste proporzioni.
Le dimensioni odierne sono del medesimo ordine di grandezza di quelle previste in alcuni studi demografici risalente a anni 70 / 80.
Non sono in grado di citarti le fonti. Ti riporto affermazioni di ANDREA CANGINI (direttore Q.N. – Quotidiano Nazionale) a Prima Pagina su Radio Rai 3.
È qualcosa che supera ogni fantasiosa immaginazione.
Insomma è da tanto che se ne parla.
http://it.radiovaticana.va/news/2015/04/20/nuovo_naufragio_a_rodigli_inquirentiun_milione_in_partenza/1138349
Ad Aprile si prevedeva un milione di migranti solo dalla Libia, li ho letti tutti questi articoli.
Sara1, dagli ’80 sono passati 30 e più anni.
Ma la politica sappiamo bene che si occupa di più del quotidiano che non del futuro.
Ma a Marilisa in fondo sta bene così… accogliamo oggi e poi ci penseremo….
Io vorrei chiarire che sono favorevole ad un’accoglienza molto generosa, però mi pare assurdo pensare che non richieda sforzi, organizzazione e progettualità.
Senza contare che molte persone non lascerebbero mai la loro casa se non fossero costrette dalla fame e dalla guerra, per questo la prima priorità è la pace e la stabilità politica nelle zone oggi martoriate (e per questo si invoca da tempo una riforma dell’Onu, delle Nazioni Unite ecc.)
Fides, se preferisci non capire, per me non è un problema.
Io so che quel che accade oggi è qualcosa di incredibilmente grave, e il dovere di tutti è prima di ogni altra cosa l’ accoglienza.
Nessuno dice che l’ organizzazione non sia necessaria, ma se vedi che qualcuno affoga, non puoi metterti tanti problemi. Prima lo tiri fuori dall’acqua, poi gli dai da mangiare sotto un tetto.
Chiaro il concetto? E infatti si sta facendo proprio così.
Mi fa abbastanza schifo l’ Ungheria che si sta asserragliando dentro confini recintati con filo spinato.
Un paese che rassomiglia stranamente ad un grande campo di concentramento. Solo che le parti sono invertite: gli egoisti si chiudono da sé, con la loro meschinità, nei loro orticelli, ovvero nei recinti indecorosi che escludono dalla loro vista altri esseri umani che cercano libertà e salvaguardia della loro dignità.
Credo che anche questo passerà alla Storia.
E tu Marilisa quanti ne ospiterai a casa tua?
E se proprio non avessi posto, comunque quanti ne manterrai a spese tue?
Io, Spiletti, in casa non ho proprio posto, giuro.
A mala pena ci sto io.
Però li aiuto come posso, tanto è vero che con me sono tutti cordialissimi.
Vorrebbero perfino il mio numero di telefono, pensi un po’.
Tante volte basta pochissimo per ” aiutare” uno di loro. Parli loro come fossero tuoi fratelli, li ascolti e partecipi alle loro angosce, e loro ti ringraziano perché non si sentono degli esclusi.
Proprio poco fa ho dato un piccolo aiuto ad una di loro, e lei mi ha baciato per ringraziarmi.
Lei, Spiletti, queste cose le fa?
Non voglio mettermi sull’ altarino, però. Non ho aureole, io.
Certo è che a me sembra di fare sempre troppo poco nei loro confronti.
Non è giusto che nel mondo ci siano disparità enormi fra gli esseri umani. Chi ha la pancia piena e si trova al sicuro deve avere la decenza di non fare prediche assurde sul respingimento di chi è nel bel mezzo della disgrazia.