Volendo seguire con un minimo di attenzione le cinque giornate colombiane di Francesco è indispensabile dare un’occhiata al teatro della sua predicazione: sono stato in Colombia con Giovanni Paolo II nel luglio del 1986 e mi basta per intendere quanto sia lontana da noi quella realtà. La più antica guerriglia dell’America Latina, le spaventose disparità sociali, il narcotraffico più aggressivo. Provo a dire qualcosa nei commenti, a modo di richiamo a dati di fatto che possono aiutare a intendere la predicazione del Papa.
Il Papa nel marasma della Colombia e dintorni
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Facciamo il primo passo. Quella del Papa in Colombia si presenta intenzionalmente come una missione di pace e non solo in senso simbolico ma fattuale e – si direbbe – negoziale, stante il ruolo di sollecitatore che il Papa in persona ha svolto per la riconciliazione interna di questo paese, che sta vivendo una stagione confusa di ricerca della pace dopo oltre mezzo secolo di guerriglia. Il motto della visita è “Facciamo il primo passo” e fa riferimento a una “pacificazione” che è ancora in bilico, nonostante l’accordo che il governo e le Farc hanno raggiunto in settembre, bocciato dal referendum di ottobre e rinegoziato e rifirmato in novembre.
Tregua umanitaria. Ma l’opposizione politica guidata dall’ex presidente Uribe – già sostenitore e ora avversario del presidente Santos, protagonista delle trattative con le Farc – non accetta neanche l’accordo rinegoziato e non l’accettano le componenti più radicali delle Farc. Nè ci sono solo loro a scommettere ancora sulle armi: un’altra formazione guerrigliera, l’Ejercito de Liberaciòn Nacional (Eln), ha firmato solo domenica scorsa con il governo una “tregua umanitaria” per permettere lo svolgimento pacifico degli appuntamenti papali. L’Eln tutt’oggi rivendica la propria matrice cristiana e può essere utile – per aprire gli occhi su una realtà oscura – leggere l’editoriale del sito di questa formazione dedicato alla visita del Papa: http://eln-voces.com/index.php/editorial-index/1233-los-componentes-del-cese-bilateral
Il costo di un voto. Si stima che nei decenni i morti nelle azioni di guerriglia e di contrasto alla guerriglia siano stati 260 mila e 7 milioni gli sfollati. Tra i morti, due vescovi e un centinaio di operatori pastorali. La corruzione politica nel paese è a livelli per noi inimmaginabili: a ogni votazione c’è una specie di listino aggiornato del costo di un voto. Attualmente il prezzo è sui 50 euro. Si valuta che tutta la politica sia in mano a trecento famiglie legate tra loro che si spartiscono i seggi dell’intero arco parlamentare. Come non bastasse questo scenario drammatico, nelle ultime settimane si è scatenata una campagna della destra cattolica che qualifica il Papa come “illegittimo” e lo accusa di correre al soccorso del presidente Santos e degli accordi che questi ha stabilito con la guerriglia. Conclusione: ogni parola e gesto di Francesco va letto su questo scenario di sangue, droga, agguati, corruzione.
A proposito di delegittimazione del papa:
“Claudia Leo scrive, 30 giugno 2016 @ 13:26
Bergoglio sarà Papa quando Dio lo vorrà, di Papi emeriti in pensione il Vangelo non ha mai parlato né mai il Magistero potrà mensionarne l’esistenza.”
Una delle pacate critiche al papa che spesso qua sopra si leggono.
Ho usato il copia/incolla, tengo particolarmente a dirlo.
Le guerre civili insanguinano la Colombia da sempre. Avevo amici diaconi durante il corso di teologia,attorno agli anni 90 circa, divenuti presbiteri e dopo qualche tempo dal rimpatrio tornati allo stato laicale,tutti, e sottoscrivo tutti. Ebbene, non facevano che parlare di FARC, ELN e EPL. indottrinati di marxismo o di maoismo fino all’osso e di retorica anti statunitense. Ragazzi in gamba, non dico di no, uno di loro, Emiro Sales era anche “curandero”, perché in grado di curare i malanni con le erbe: bravo erborista, caro amico e bravo presbitero (purtroppo ex) entusiasta dei guerriglieri farc che considerava come parte combattente alla stregua degli “insorti” , una sorta di partigiani contro la tirannia perché, mi spiegava, nella sua terra, vastissima, regnava sovrana la diseguaglianza: miseria ovunque, due terzi delle terre in mano allo 0,4% della popolazione, milioni e milioni di sfollati senza speranza. Mi parlava di analfabetismo dilagante, opportunità lavorative pari a zero e per questo e molto altro, ricordo, lamentava l’assenza della Chiesa, anche dal punto di vista economico (facevamo collette, collezionavamo pigotte e dolci e li vendevamo, noi collaboratori per inviare soldi agli oratori di Bogotà che versavano nella totale indigenza) . Deluso da Giovanni PaoloII il quale, a parer suo, aveva a cuore solo la Polonia trascurava la situazione assurda ed esplosiva in cui versava la Colombia. .
Ma tornando ai Farc, all’Eln e al governo -stretto nella morsa, paralizzato tra queste due organizzazioni terroriste-. Il fatto stesso che i Farc abbiano proiettato sulla cattedrale il logo del partito comunista lascia intendere l’arroganza di Timochenko quasi si senta investito di autorità dal cielo, in un certo senso. Cosa potrà fare Bergoglio, non ho idea. Vedremo. Certo, gli aspetta un’ambasciata davvero difficile.
Embeh, ha fatto si il copia incolla il povero Leopoldo Calò, lo avremmo chiamato Pico della Mirandola se avesse ricordato per filo e segno un post tirato fuori ,come il coniglio dal cilindro senza alcun nesso, un anno e mezzo dopo!
Vorrei non rispondere, ma se ci tiene così tanto Calò: che la figura di “papa emerito” sia una novità senza precedenti nella storia della Chiesa l’ha riconosciuto lo stesso papa Francesco, nella conferenza stampa sull’aereo che lo riportava dalla Corea a Roma il 18 agosto nel 2014. Ebbene si, Benedetto XVI è regnante ed emerito, cos’è, non va bene? Non le piace Calò? Se non le piace non è un problema… Leopoldo Calò..pazienza…
Va tutto bene Clodine, solo, avvisaci quando Francesco diventerà papa.
“Benedetto XVI è regnante ed emerito”?
Sul pianeta Papalla, puo’ darsi.
Non qui di certo.
( ps. Di che conigli dal cilindro si stupisce Claudia Floris Leo? Non lo sa che quello che è scritto sul web è scritto per sempre? Compresi tutti i suoi tentativi – gaglioffi e pergiunta sgamabili da chiunque – di pasticciata delegittimazione del papa in carica. Quello di cui scrisse – in un altro “memorabile” passo- che la questione della legittimità era tutta da chiarire…Moltissimi, grazioisissimi coniglietti.)
La descrizione che fai della realtà colombiana è molto utile ed esauriente, Clodine.
Eppure Luigi carissimo, l’arcivescovo di Taranto Mons.Santoro per tanti anni in Sud America (come ben saprai, anche se non in Colombia, bensì in Brasile) ha detto di incontrare maggiori difficoltà sociali e di riconciliazione e dialogo in Italia piuttosto che in Sud America.
(Si trova tale affermazione e argomentazione del Vescovo Santoro nell’intervista rilasciata alla trasmissione “Soul” della giornalista Monica Mondo su Tv2000. La trovate anche su Youtube).
Fabrizio bentornato! Tu che sei valoroso, riporta le parole precise di Santoro e aiutaci a interpretarle.
Ma Calò, domanda superflua, Bergoglio non è né Papa né antipapa, è semplicemente Bergoglio,diventerà Papa a tutti gli effetti quando Dio vorrà…
Ormai, il nuovo ruolo del Papa è indebolito, desacralizzato, annichilito, tanto da essere alla mercé, o volontà, di chi occupa la cattedra suprema, caro Calò. Ormai, quel ruolo è talmente desacralizzato che, fattivamente, parlerei di “ufficio petrino in demolizione”. Proprio come sono in demolizione le questioni dogmatiche, ben definite dal Magistero della Chiesa, oggi “al di la’” e perciò quello che è normale per un vescovo di un continente, può risultare strano, quasi come uno scandalo, per il vescovo di un altro continente; ciò che viene considerato violazione di un diritto in una società, può essere precetto ovvio e intangibile in un’altra; ciò che per alcuni è libertà di coscienza, per altri può essere solo confusione…e quindi, caro Calò, un tempo la Chiesa traeva linfa e nutrimento dalla sempre viva sorgente divina,ancorata al Suo Signore e Messia si ergeva a baluardo e difesa della verità. Oggi è ancorata all’uomo, ai suoi diritti e alle sue transeunti istituzioni politiche.
Ehh c’est la vie caro Calò. Una volta si diceva “morto un papa se ne fa un altro”, oggi che bisogno c’è che muoia un papa…basterà decida di smettere e, voilà, dopo mezzo secondo Habemus papam. Uno, due, pre papi contemporaneamente…è la modernità. Del resto si dice che il mondo è bello perché è vario..
Tempi moderni ovvero la moda dell’emerito.
Oggi abbiamo un papa “emerito”e anche un.capo-guerrigliero emerito:il capo delle FARC, appeso il mitra al chiodo, chiede scusa per le lacrime e il dolore provocato, e si ricicla come capo partito, con seggi assicurati in parlamento.
Bei tempi , tempi romantici, quelli in cui un papa moriva di vecchiaia sul trono di Pietro, e un capo-guerrigliero moriva ammazzato col.mitra in mano come Che Guevara.
E già amica mia, hai proprio ragione.
Lontani i tempi in cui i papi brandivano le verità eterne con la forza della Parola innalzando bastione in difesa….
Oggi basta che un papa dica “asta la victoria siempre” …ed è visto come l’eroe dei due mondi. ….
Una sorta di Garibaldi con l’aureola…
Forse c’e’stato uno scambio di ruoli.
Il papa si crede un capo rivoluzionario e i rivoluzionari si credono dei chierichetti.
Forse c’e’stato uno scambio di ruoli.
Il papa si crede un capo rivoluzionario e i rivoluzionari si credono dei chierichetti.
O tempora o mores!
Un vero e proprio scambio di ruoli. Dici il vero.
Esattamente. ….change! E voilà: dal mitra alla mitria e viceversa..
🙂
Non c’è che dire.
Si sono meritate la promozione.
Da gemelle Kessler a sorelle DeRege.
Tra le 20.57 e le 22.28 deve essersi abbattuto sul blog un delirio degno delle peggiori immagini del”apocalisse.
Il Signore ci abbrevi questi giorni (e queste ore) – Marco 13, 20 e ss.
E all’Apocalisse, P. Amigoni, sostituisco il canto dei delfini…
https://youtu.be/rRbyZ3eD-9M
Seeeeeeeee…… piuttosto ti converrebbe sostituire con un briciolo di fede la bigoncia di malafede e calunnie che trascini qui dentro.
La nuova ” tecnica” di Luigi ( nuova si fa per dire, per quanto lo riguarda), quella di procedere a una antologia quotidiana degli interventi di Francesco in Colombia ,casca a fagiolo: permette di cogliere la differenza enorme tra la verità delle sue parole e le calunnie, per giunta ignorantissime, delle due Nullità Diffamatrici.
Carissimo Luigi, ti ringrazio e rispondo alla tua richiesta delle 20.18 di ieri sera.
Comincio con il mettere il link dell’intervista di Monica Mondo di TV2000 all’arcivescovo di Taranto Santoro di cui ho parlato nel precedente intervento per poi esporti la mia breve riflessione.
https://www.youtube.com/watch?v=APCXGjxpT98
Quando hai cominciato a scrivere della visita del papa in Colombia e dei suoi gravi/gravissimi problemi non ti nascondo che io, ho pensato immediatamente anche al nostro bellissimo Paese che, insieme a tanto bene, non si può nascondere che da Nord a Sud viva delle piaghe che richiamano il Sud America…(Non a caso, come purtroppo sappiamo leggendo dalle cronache giudiziarie, la più “potente” organizzazione criminale italiana è saldamente legata alla criminalità colombiana dei narcos, per non parlare del costo di un voto/voto di scambio).
Che cosa mi ha colpito dell’intervista del vescovo Santoro.
E’ un uomo che ha vissuto come missionario e vescovo trent’anni in Brasile affrontando diversi drammi della popolazione, prima di essere nominato a capo della diocesi di Taranto.
Al minuto 09.30 Mons. Santoro afferma: tornando in Italia (che- aggiungo io- è sua terra natale) non pensavo di trovare problemi così gravi e più complicati che in Sud America…In America Latina era più semplice mettere insieme le persone, trovare una sintesi, trovare un’armonia…A Taranto, (ma possiamo dire in Italia) è più complicato mettere insieme le persone, ma lo sto comunque facendo in particolare per il caso ILVA.
Al minuto 20 Mons. Santoro afferma che è quasi piena la similitudine tra il Sud America e le grandi periferie urbane di tutta Italia e del mondo.
La mia umile interpretazione è la seguente: se non vogliamo crollare definitivamente come società, dobbiamo ascoltare questi pastori come Mons.Santoro, e non solo lui.
Essi non si fermano alla denuncia, ma come il papa, tentano di dare una lettura più approfondita che cerchi di ricostruire la via della pace, della riconciliazione, dell’opera educativa, del farsi voce e del primo passo, proprio come in Colombia.
E’ semplice? Tutt’altro, ma vi sono settemila giusti che non si sono piegati a Baal. Vi è gente buona in tutto il territorio nazionale, tutto nasce da una passione positiva.
Così conclude il vescovo Filippo che oggi ricopre un ruolo nazionale in CEI come presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.
Grazie ancora Luigi per l’opportunità concessami, spero di essere stato all’altezza della tua richiesta.
A presto.
Un caro saluto a Te e a tutti.
Fabrizio Scarpino grazie – ora mi è chiaro e condivisibile quello che dice l’arcivescovo Santoro.