“Da quando Cristo è risorto la gravitazione dell’amore è più forte di quella dell’odio” ha detto Benedetto nell’omelia della Veglia Pasquale. E poco fa il cardinale Carlo Maria Martini nella trasmissione “Frontiere dello Spirito” di Canale 5 (vedi post del 5 e del 10 aprile): “Si può dimostrare storicamente che a partire dalla resurrezione di Gesù è nato il fenomeno della santità, che era sconosciuto al mondo antico”. Nella stessa trasmissione, colloquiando con Cecilia Sangiorgi, il cardinale ha invitato a “pensare” alla resurrezione di Gesù come a “un grande scoppio di luce, di vita e di gioia”. Benedetto una volta – la notte di Pasqua del 2006 – aveva “descritto” la resurrezione come “la più grande ‘mutazione’, il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia”.
Papa e Martini sul Risorto che modifica la storia
15 Comments
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bellissimo e verissimo!
buona Pasqua, Luigi, a te e a chi porti nel cuore, e a tutti gli amici del blog
“un grande scoppio di luce, di vita e di gioia”
Auguri a tutti
Anch’io aiguro a tutti Buona Pasqua, ringraziando Luigi per le preziose suggestioni. Non hab quindi sens contrapporre il papa a Martini e viceversa.
Auguri a tutti!.
é sera, e abbiamo appena finito una giornata eccezionale: la Pasqua!
Qui a Bozoum, in Centrafrica, è il giorno dei battesimi!
Ieri notte, alla Veglia di Pasqua, abbiamo celebrato 70 battesimi di ragazzi, ragazze, giovani e adulti.
Abbiamo iniziato vesro le 19, e finito alle 22 e 30.
Le cose più belle sono due.
Ieri sera, alla fine della veglia, i battezzati e i cristiani sono partiti ed hanno riempito la città per tutta la notte di canti e danze.
Stamattina, dopo la Messa Solenne, ogni quartiere si è organizzato per accompagnare i battezzati alle loro case, cantando lungo la strada. Una meraviglia di musica, di colori e, soprattutto, di visi felici!
Che la memoria del Battesimo sia anche per noi gioia e felicità
Buona Pasqua, Luigi
Bouna Pasqua a tutti
Buona Pasqua al carissimo Luigi…
E Buona Pasqua a tutti gli amici del blog!
E’ PASQUA DI RESURREZIONE!
F.
Nel messaggio Urbi et Orbi c’è quella che mi sembra una chiamata alle armi tanto atipica quanto solo il messaggio cristiano sa essere: “Nessuno si tiri indietro in questa pacifica battaglia iniziata dalla Pasqua di Cristo, il Quale cerca uomini e donne che lo aiutino ad affermare la sua vittoria con le sue stesse armi, quelle della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell’amore”. Quando gli anziani dicono che “la vita è una battaglia” non hanno torto: è il gioco dei contrasti da cui scaturisce l’equilibrio. Ma la Pasqua segna un nuovo modo di affrontare la battaglia, quello applicato da Cristo, al quale Dio ha tributato il trionfo più clamoroso. Buona Pasqua a tutti.
arf … arf!!!! Arrivo tardi, scusate, ma come donna ho dovuto aspettare … ehm … l’angelo e Gesù uomo risorto (oltre che Figlio di Dio … ma che risorge è l’uomo mica Dio!!) .
Il Peccato Originale è andato in prescrizione e va bene, ma la tentazione di non credere si è riproposta e si ricomincia a
“credere ad un Credo incredibile”!!!
L’angelo mi ha messo in crisi con quel “Ma chi cercate?” … Bello lui … ogni anno è la stessa storia … si pensa ad un Dio miracoloso, un Dio a risposta certa, un Dio anti dubbio, un Dio comodo comodo insomma!
E Gesù (uomo) risorto sbuffa e apre i “corsi di ricupero” … pover uomo deve ripetere tutto un’altra volta!!!!
Così dal vangelo più che apocrifo del 2009 mi sono immaginata una cosa simile:
Gesù a Maria di Magdala: “Maria, è fatta, sono risorto!”
Maria a Gesù: “Ma va’?!? … Ma sei un Dio!!!!”
Gesù a Maria: “Ehi, non ti ci mettere anche tu adesso! Ma quando mai un Dio muore?
Buona Pasqua … e si ri-comincia!!!
Pasqua, la fede nella Resurrezione ci fa amare il presente
di Carlo Maria Martini
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/04/pasqua-cardinale-martini.shtml?uuid=ab57b3e0-26c1-11de-80d8-4c17f3fd37a9&DocRulesView=Libero
Grazie a Luigi per le parole ” di luce, di vita e di gioia” che ci ha proposto.
Grazie a Syriacus per averci fatto ascoltare Zelenka. La Musica che, a Pasqua, finalmente, ritorna.
Grazie a P. Aurelio per le immagini di festa che ha fatto intravedere ai nostri occhi stupiti.
Grazie a Nino per le parole di C.M.Martini sul mistero di quella “notte beata”.
Grazie a tutti, e che quella “gravitazione dell’amore” di cui ha parlato Benedetto ci trascini tutti, sempre.
rientrato a casa, mi unisco agli auguri vicendevoli…
l cardinale Martini: sento
la morte come imminente
L’arcivescovo emerito, ammalato a 81 anni di Parkinson, parla alla presentazione dei suoi scritti su Paolo VI
MILANO — «Io, vedete, mi trovo a riflettere nel contesto di una morte imminente. Ormai sono già arrivato nell’ultima sala d’aspetto, o la penultima…». Il cardinale Carlo Maria Martini parla con un filo di voce ma sorride, «è stato un atto di audacia e anche di temerarietà chiamare a parlare una persona anziana che non sa se potrà esprimere bene le cose o tenersi in piedi», nell’auditorium dei gesuiti di San Fedele non vola una mosca, la gente ha gli occhi lucidi e l’arcivescovo emerito di Milano prosegue sereno, è arrivato appoggiandosi a un bastone ma lo sguardo e il pensiero non vacillano.
La sala è piena, si presenta il libro Paolo VI «uomo spirituale» (ed. Istituto Paolo VI-Studium), una raccolta di scritti martiniani su Montini curata dal teologo Marco Vergottini. E tanti sono rimasti fuori, l’attesa è grande quanto la commozione per il «ritorno» del cardinale biblista a Milano, anche se da qualche mese «padre Carlo» è tornato da Gerusalemme e risiede nella casa dei gesuiti a Gallarate. «Con i vostri tanti gesti di bontà, di amore, di ascolto, mi avete costruito come persona e quindi, arrivando alla fine della mia vita, sento che a voi devo moltissimo», sorride ancora ai fedeli, quasi fosse un congedo. Gli ottantun anni, il Parkinson. E il tema della morte, quello che nel libro Martini chiama con espressione dantesca «il duro calle». Quando l’attore Ugo Pagliai legge il «pensiero alla morte » di Paolo VI, « …mi piacerebbe, terminando, d’essere nella luce… », il cardinale ascolta col volto affondato nelle mani aperte. «Se dovessi non lo scriverei così. È troppo bello, è meraviglioso, lirico», spiega Martini. «Come ho osservato nel libro, ritengo che il testo di Montini sia stato scritto anni prima, quando sentiva la morte incombente ma non imminente».
Della sua morte, invece, il cardinale parla come «imminente». Ed è qui che ha accenti wittgensteiniani, il pensiero sul limite della vita diventa un’interrogazione sui limiti del linguaggio, «chi si trova in questa situazione, dovrebbe piuttosto sentirsi scarnificato nelle parole, e questo è per me un problema irrisolto: come descrivere una realtà tutta negativa con parole razionali che tuttavia, in quanto razionali, devono esprimere una esperienza positiva». «Dire» la morte. È una riflessione che nel cardinale si è fatta via via più urgente negli ultimi anni. L’anno scorso, nella basilica dei Getsemani a Gerusalemme, aveva salutato i pellegrini ambrosiani con una lectio vertiginosa sulla Passone e l’«angoscia » di Gesù, «il greco il termine è agonia e significa lotta, conflitto, tensione profonda». Martini non ama i discorsi facilmente consolatori, come sempre trova il modo di parlare «al credente e al non credente che è in ciascuno di noi» e guarda in faccia «il duro calle». Davanti all’«affidamento totale a Dio» di Montini, scrive nel libro, «mi sento assai carente. Io, per esempio, mi sono più volte lamentato col Signore perché morendo non ha tolto a noi la necessità di morire. Sarebbe stato così bello poter dire: Gesù ha affrontato la morte anche al nostro posto e morti potremmo andare in Paradiso per un sentiero fiorito».
E invece «Dio ha voluto che passassimo per questo duro calle che è la morte ed entrassimo nell’oscurità che fa sempre un po’ paura». Ma qui sta l’essenziale: «Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle “uscite di sicurezza”. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio». È l’insegnamento di Montini, «per me fu un po’ come un padre». Perché ciò che ci attende dopo la morte «è un mistero » che richiede «un affidamento totale»: «Desideriamo essere con Gesù e questo nostro desiderio lo esprimiamo ad occhi chiusi, alla cieca, mettendoci in tutto nelle sue mani».
Gian Guido Vecchi
Caro Luigi , perchè non scrivi un bel libro sulle moderne santità , ad esempio su mamma lucia ,la santona di sannicandro , per svelare se di vera santità si tratta ? L’unico riferimento che ho trovato su internet è questo :
http://www.vaira.it/community/forum/index.php?showtopic=465&st=15
gli altri riguardano invece una mamma lucia che fu un eroina della seconda guerra mondiale .
Son passato a pasquetta davanti al suo santuario vicino alla superstrada ed era gremito di pellegrini e di pulmann ! Possibile che la chiesa non si pronunci su questi suoi figli , mentre fu prodiga di divieti su Padre Pio e su medjugorje ed altro ?
Affus io non ho alcun interesse per le santone – e i santoni, si capisce! Già il nome “santona” per me funziona da deterrente. Ma delle sante dei nostri giorni mi occupo tuttodì. Ho sempre dato loro la precedenza nei miei volumi sui “testimoni”, che puoi trovare elencati nella pagina ANTOLOGIA DELLE PUBBLICAZIONI: Cerco fatti di Vangelo, Cento preghiere italiane di fine millennio, Nuovi Martiri, Islam. Storie italiane di buona convivenza. Ti assicuro che continuerò a occuparmene. Applicati tu – se vuoi – alle santone, c’è gloria per tutti.
I contributi dati nel giorno di Pasqua, da quello proveniente dal Centroaferica in festa a quelli – riportati – del papa e del cardinal Martini, al dialogo spiritoso tra Maria di Magdala del 2009 e il Risorto (“E’ fatta – sono risorto”. “Ma va’”) dimostrano che tutto e tutti concorrono a formare la tradizione cattolica; che la polifonia della verità cristiana è come l’annuncio pasquale dato in diverse forme dalle tradizioni evangeliche. Sono tutti vere e liberanti e nessuna esclude l’altra.
Il mio (modestissimo) “premio speciale della critica” va, stavolta, a Marta09: spassosissimo il tuo “post” di Pasquetta – ore 10.58, e complimenti, davvero !
Buona notte !
Roberto 55