La Chiesa non dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso, che non può dunque “essere considerata lecita”. Lo dichiara la Congregazione per la Dottrina della Fede, con la risposta a un “dubium” che era stato presentato. Il Papa è stato informato e “ha dato il suo assenso” alla pubblicazione della risposta e della nota esplicativa che la accompagna firmata dal Prefetto, il cardinale Luis Ladaria, e dal Segretario, l’arcivescovo Giacomo Morandi. Nei commenti il “responsum” [la risposta della Congregazione al dubium, cioè alla domanda] e alcune parti della nota.
Il Papa dice “no” alla benedizione di coppie omosessuali
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Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso
AL QUESITO PROPOSTO:
La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?
SI RISPONDE: Negativamente.
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20210222_responsum-dubium-unioni_it.html
Nota esplicativa 1. In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso. Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede, «affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita»[1]. In tali cammini, l’ascolto della parola di Dio, la preghiera, la partecipazione alle azioni liturgiche ecclesiali e l’esercizio della carità possono ricoprire un ruolo importante al fine di sostenere l’impegno di leggere la propria storia e di aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale, perché «Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa»[2], rifiutando ogni ingiusta discriminazione.
Ma tra i “sostegni” offerti dalla Chiesa non può esservi la benedizione della coppia per due motivi: vedili ai commenti seguenti.
Nota esplicativa 2. Quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni.
Per tale motivo, non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso[6]. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore.
Nota esplicativa 3. Inoltre, poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale[7], invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio, dato che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»[8].
La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende.
Nota esplicativa 4. Per i suddetti motivi, la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso nel senso sopra inteso.
Il Sommo Pontefice Francesco, nel corso di un’Udienza concessa al sottoscritto Segretario di questa Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa.
Mia conclusione 1. Un pronunciamento netto, secondo tradizione. Che chiarisce – ce ne fosse stato bisogno – che quando il cardinale Bergoglio in Argentina si diceva favorevole al riconoscimento delle unioni civili per le coppie omosessuali, lo faceva con riferimento all’ordinamento statale, nel contesto dell’opposizione della Chiesa all’introduzione in quell’ordinamento del matrimonio omosessuale, non avendo – il cardinale – alcuna intenzione di proporre un analogo riconoscimento di quelle unioni in campo ecclesiale. Riconoscimento che è invece sollecitato [per esempio in Germania] da chi propone per loro la benedizione: non il sacramento ma la benedizione. Papa Bergoglio ora dice con chiarezza che non sono possibili né l’uno né l’altra.
Mia conclusione 2. In Argentina il matrimonio omosessuale è stato introdotto nel 2013, dopo un forte dibattito durato una dozzina di anni, nel quale il cardinale Bergoglio sempre si pronunciò contro quell’introduzione, dicendosi invece favorevole a che venissero riconosciuti dei diritti civili alle coppie omosessuali. Nel volume “Il cielo e la terra” di Jorge Mario Bergoglio e di Abraham Skorka il futuro Papa così argomenta la sua disponibilità ad accettare le unioni di fatto o civili tra omosessuali: “Di fronte a un’unione privata non c’è un terzo o una società danneggiati. Se invece le si attribuisce la categoria di matrimonio e le si dà accesso all’adozione, ciò implica il rischio di danneggiare dei bambini” (p. 109 dell’edizione Mondadori 2013; il testo spagnolo è del 2010).
Da Papa, prima delle frasi controverse che pronuncia nel film film “Francesco” del regista russo-americano Evgeny Afineevsky, presentato l’ottobre scorso al Festival del Cinema di Roma, aveva accennato sobriamente alla questione una sola volta, nel volume intervista con Dominique Wolton, “Dio è un poeta” (Rizzoli 2017). Interrogato sul matrimonio omosessuale ne aveva qualificata la rivendicazione come “un’ideologia” e aveva concluso che un’unione di omosessuali non poteva costituire in nessun modo un matrimonio: “Non si tratta di un matrimonio, ma di un’unione civile. Non c’è altra via, facciamo così” (p. 187s).
https://gpcentofanti.altervista.org/contributi-su-alcune-questioni-dottrinali/
Ma il Sinodo Dei Vescovi tedeschi e il Comitato centrale dei cattolici tedeschi andra’avanti per la sua strada, a quanto pare, considerata la dichiarazione del Presidente dei Vescovi tedeschi , secondo cui i “punti di vista” della Congregazione della Dottrina saranno si’discussi in assemblea ma non sono considerati normativi .Ci sara’una crisi di autorita’ : non diamo piu’ai tempi di Roma locuta ,causa finita.
Dal Sismografo:
Secondo il presidente dei vescovi tedeschi “non ci sono risposte facili a domande come queste” e per questo “il cammino sinodale, che la Conferenza episcopale tedesca ha avviato con il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, si sforza di discutere il tema delle relazioni in modo ampio, così da considerare la necessità e i limiti di un ulteriore sviluppo del magistero”. E conclude: “i punti di vista che oggi la Congregazione ha presentato devono e dovranno ovviamente trovare un posto in queste discussioni”.
https://www.agensir.it/quotidiano/2021/3/15/germania-mons-batzing-presidente-vescovi-sulla-benedizione-coppie-omosessuali-non-ci-sono-risposte-facili-a-domande-come-queste/
Caro Luigi.
Papa Francesco (così tanto criticato da alcuni settori di non difendere la dottrina) ribadisce con verità nella carità un punto fermo della dottrina cattolica.
Ho comunque la sensazione, solo ed esclusivamente mia, non ho certezza, che il papa sia comunque molto preoccupato da quanto sta accadendo in Germania con il Sinodo. Molto più preoccupato delle “truppe di Viganò”.
MI spiego meglio: molto più preoccupato delle accuse che gli arrivano dalla “truppe di Viganò”.