“Miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri”, “necessità di una giustizia penale che non sia esclusivamente punitiva”, “un atto di clemenza verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento”: sono le tre sollecitazioni che il Papa ha rivolto a mezzogiorno alle autorità di tutti i paesi del mondo. Nei commenti il testo dell’appello e altri elementi della celebrazione di questa mattina in San Pietro per il Giubileo dei carcerati. Sono pieno di gratitudine a Francesco anche a nome dei miei amici carcerati.
Il Papa chiede un atto di clemenza verso i carcerati
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Francesco dopo l’Angelus: Cari fratelli e sorelle, in occasione dell’odierno Giubileo dei carcerati, vorrei rivolgere un appello in favore del miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri in tutto il mondo, affinché sia rispettata pienamente la dignità umana dei detenuti. Inoltre, desidero ribadire l’importanza di riflettere sulla necessità di una giustizia penale che non sia esclusivamente punitiva, ma aperta alla speranza e alla prospettiva di reinserire il reo nella società. In modo speciale, sottopongo alla considerazione delle competenti Autorità civili di ogni Paese la possibilità di compiere, in questo Anno Santo della Misericordia, un atto di clemenza verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/11/06/0803/01781.html
Perché loro e non io? Francesco stamane all’omelia: Non esiste luogo nel nostro cuore che non possa essere raggiunto dall’amore di Dio. Dove c’è una persona che ha sbagliato, là si fa ancora più presente la misericordia del Padre, per suscitare pentimento, perdono, riconciliazione, pace […]. Nella Lettera ai Romani, l’apostolo Paolo parla di Dio come del «Dio della speranza» (Rm 15,13). E’ come se volesse dire anche a noi: “Dio spera”; e per paradossale che possa sembrare, è proprio così: Dio spera! La sua misericordia non lo lascia tranquillo. È come quel Padre della parabola, che spera sempre nel ritorno del figlio che ha sbagliato […]. Se dunque Dio spera, allora la speranza non può essere tolta a nessuno […]. Cari detenuti, a volte una certa ipocrisia spinge a vedere in voi solo delle persone che hanno sbagliato, per le quali l’unica via è quella del carcere. Io vi dico: ogni volta che entro in un carcere mi domando: “Perché loro e non io?”. Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare: tutti. In una maniera o nell’altra abbiamo sbagliato. E l’ipocrisia fa sì che non si pensi alla possibilità di cambiare vita: c’è poca fiducia nella riabilitazione, nel reinserimento nella società. Ma in questo modo si dimentica che tutti siamo peccatori.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/11/06/0802/01780.html
Spero ardentemente ( ma ne dubito assai) che abbia maggior ascolto di quanto ne ebbe a suo tempo GPII.
(Il quale, sia detto per verità storica, trovo’ nel solo, deprecatissimo anche in morte da molti cattolici, Marco Pannella, una sponda politica effettiva. Alla quale non disdegnò affatto di appoggiarsi, in quella specifica occasione.)
Detenuti in San Pietro. C’erano nella Basilica Vaticana, un migliaio di detenuti e circa quattro mila tra loro famigliari, guardie e volontari del carcere: non era mai avvenuto. Analoghe celebrazioni si sono avute nelle Chiese locali. I detenuti venivano soprattutto dall’Italia ma anche da Inghilterra, Lettonia, Madagascar, Malesia, Messico, Olanda, Spagna, USA, Sudafrica, Svezia e Portogallo. Presentando la celebrazione di oggi, l’arcivescovo Fisichella aveva informato che la collaborazione con il Ministero di Giustizia italiano “ha consentito che sei detenuti in questi mesi svolgessero il loro servizio come volontari del Giubileo”. In Basilica prima della celebrazione sono stati ascoltati 4 testimoni: un detenuto che in carcere ha sperimentato l’esperienza della conversione, che ha parlato insieme alla vittima con la quale si è riconciliato; il fratello di una persona uccisa che si è fatta strumento di misericordia, quindi di perdono; un ragazzo minorenne che sta scontando la sua pena e, infine, un agente della Polizia Penitenziaria. Le testimonianze sono state intercalate da musiche e canti dei detenuti del carcere “Dozza” di Bologna. Il servizio liturgico è stato svolto dai detenuti. Le ostie erano state impastate dai detenuti del carcere di Opera, Milano. I detenuti hanno partecipato all’Angelus da un paretiucolare settore della Piazza.
38 martiri albanesi. Così Francesco ha ricordato all’Angelus i 38 martiri albanesi proclamati beati ieri a Scutari:
Ieri a Scutari, in Albania, sono stati proclamati Beati trentotto martiri: due vescovi, numerosi sacerdoti e religiosi, un seminarista e alcuni laici, vittime della durissima persecuzione del regime ateo che dominò a lungo in quel Paese nel secolo scorso. Essi preferirono subire il carcere, le torture e infine la morte, pur di rimanere fedeli a Cristo e alla Chiesa. Il loro esempio ci aiuti a trovare nel Signore la forza che sostiene nei momenti di difficoltà e che ispira atteggiamenti di bontà, di perdono e di pace.
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/martiri-beati-albania
Buon giorno, Luigi. A te e a tutti.
Io sono un estimatore di Papa Francesco, ma questo suo intervento sui carcerati mi ha spiazzato. Specie quando dice: “Ogni volta che entro in un carcere mi domando: ‘Perché loro e non io?’. Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare: tutti. In una maniera o nell’altra abbiamo sbagliato”.
Papa Francesco, e chi come lui, non sono in carcere perché non hanno commesso reati. E la possibilità di commettere reati non è un reato. Io potrei ammazzare una persona, ma se non lo faccio non sono punibile. Gli sbagli civili che ho fatti io riguardano il codice della strada. Ma ho pagato e sono stato zitto. E comunque Gesù ha detto di visitare i carcerati, non di liberarli. Con questo non voglio dire, ovviamente, che nelle carceri non ci sono problemi e che vanno risolti per rispetto verso l’umanità delle persone che vi sono rinchiuse…
Insomma… sono un po’ confuso…
Di nuovo buona giornata a te e a tutti.
Anch’io, come Giuseppe, sono rimasto spiazzato dalle parole del Papa.
Può essere che far prevalere la misericordia alla morale (questo è quanto arriva al popolo) porti a conclusioni di questo genere: perchè loro e non io?
Siamo ben oltre al relativismo, siamo alla confusione più totale.
Forse, a questo punto, dovremmo chiedere ai nostri pastori, oltre che puzzare di pecore, maggiore chiarezza nei loro insegnamenti.
Prima di questo pontificato sarebbe bastato chiamare in causa la morale per capire perchè e quando qualcuno ha peccato. E adesso?
Quanto al resto, siamo tutti d’accordo con l’appello a migliorare e rendere più dignitose le condizioni dei carcerati. L’unica perplessità è sull’amnistia, che in un paese come il nostro, dove non sempre c’è certezza della pena, rischia di essere una sorta di “condono” e finirebbe per incoraggiare l’illegalità.
Si è discusso ampiamente di questi appelli dei pontefici in occasione degli anni giubilari. Gli appelli sono giusti, ma lo Stato deve anche, realisticamente, fare i conti con altre questioni, altrettanto importanti.
Per me nessuno spiazzamento. Anzi!
Dietro una persona che compie un reato non c’è necessariamente un animo malvagio.
Possono essere l’ambiente famigliare, l’educazione, l’ambiente sociale, l’indigenza a portare una persona a macchiarsi di reati.
Per questo anch’io mi chiedo con Francesco “perché lui e noi io, che ho avuto una buona eduzione, una bella famiglia, una condizione sociale agiata, buoni maestri che mi hanno insegnato sani principi morali?”.
E anch’io che mi ritengo un grande peccatore ho bisogno forse più di quel carcerato della Misericordia.
La responsabilità ultima è sempre personale.
Non tutti i poveri sono colpevoli di reati, perchè tanti di loro, comunque, scelgono il bene e rifiutano il male.
La scelta morale, appunto.
Eviterei letture marxiane/marxiste, dove le condizioni economiche prevalgono su tutto il resto. Suggerisco sommessamente una lettura cristiana.
Poco fa il TG ha fatto vedere un rumeno che, grande e grosso, a Milano prendeva a pugni in faccia delle signore anziane fino a stenderle per terra. Poi derubava soldi e gioielli. Ammettiamo pure che questo tale non abbia avuto “buona eduzione, una bella famiglia, una condizione sociale agiata, buoni maestri”. Cosa facciamo, gli diamo una pacca sulle spalle?…
Giuseppe di Melchiorre a me le parole del Papa sono risultate chiare, benché più scorciate del solito sui sentimenti che gli provoca l’andare in carcere, che ha riferito più volte. Bergoglio è gesuita ed è tipico della spiritualità ignaziana dare spazio, nell’ambito della “meditazione dei peccati”, all’esercizio di “paragonarsi ai carcerati e incatenati già degni di morte che compaiono dinanzi al loro giudice temporale” (Esercizi spirituali 74.4). Ignazio – e Bergoglio alla sua scuola – intende dire che per una mia giusta collocazione davanti a Dio debbo apprendere a considerarmi peccatore e in tale apprendimento mi gioverà considerare come la mia vita mi abbia messo in tante circostanze nelle quali avrei potuto macchiarmi di grandi crimini se da essi non mi avesse scampato la misericordia divina.
Tu trovi spiazzanti in particolare queste parole del Papa: “Ogni volta che entro in un carcere mi domando: ‘Perché loro e non io?’. Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare: tutti. In una maniera o nell’altra abbiamo sbagliato”. Non sta affatto dicendo che tutti abbiamo commesso tutti i reati e dunque tutti dovremmo essere in carcere, o che tutti i carcerati dovrebbero essere liberati. Sta dicendo – il suo messaggio è inequivoco se leggi per intero l’omelia e non solo nel mio riassunto – che la possibilità di cadere nella colpa e di riscattarsi da essa è uguale per tutti. Come tutti potevamo commettere reati, così tutti coloro che li hanno commessi possono uscirne. Restarne immuni, o esserne liberati, sono due soccorsi della misericordia di Dio: a me qual soccorso, poniamo, è arrivato prima; al carcerato potrebbe arrivare dopo. L’importante è che il destinatario della misericordia resti aperto a essa: sia che già abbia compiuto reati, sia che a oggi non vi sia caduto.
Ancora a Giuseppe di Melchiorre. Per intendere la mia spiegazione vanno ricordate soprattutto queste parole del Papa che vengono prima e dopo quelle che tu segnali:
Cari detenuti, a volte una certa ipocrisia spinge a vedere in voi solo delle persone che hanno sbagliato, per le quali l’unica via è quella del carcere. Io vi dico: ogni volta che entro in un carcere mi domando: “Perché loro e non io?”. Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare: tutti. In una maniera o nell’altra abbiamo sbagliato. E l’ipocrisia fa sì che non si pensi alla possibilità di cambiare vita: c’è poca fiducia nella riabilitazione, nel reinserimento nella società. Ma in questo modo si dimentica che tutti siamo peccatori.
Non sta dicendo che non dobbiamo vedere i carcerati come persone che hanno sbagliato, ma che non dobbiamo vederle “solo” così, con ciò negando spazio alla possibilità della riabilitazione. Hanno sbagliato, come tutti potremmo sbagliare, ma possono riscattarsi. Questo è il suo messaggio.
Francesco non nega che la condanna al carcere sia giusta e anche necessaria. Non capisco, Giuseppe, come gli si possa attribuire questa intenzione. Ecco un altro passo dell’omelia che parla di condanna meritata: Oggi celebriamo il Giubileo della Misericordia per voi e con voi, fratelli e sorelle carcerati. Ed è con questa espressione dell’amore di Dio, la misericordia, che sentiamo il bisogno di confrontarci. Certo, il mancato rispetto della legge ha meritato la condanna; e la privazione della libertà è la forma più pesante della pena che si sconta, perché tocca la persona nel suo nucleo più intimo. Eppure, la speranza non può venire meno. Una cosa, infatti, è ciò che meritiamo per il male compiuto; altra cosa, invece, è il “respiro” della speranza, che non può essere soffocato da niente e da nessuno.
Ancora un altro passo, sempre dell’omelia di ieri, dove si vede con chiarezza solare che il Papa non invita a misconoscere la colpa in cui si è incappati ma sprona a non chiudersi in essa:
Ma nessuno può vivere senza la certezza di trovare il perdono! Il ladro pentito, crocifisso insieme a Gesù, lo ha accompagnato in paradiso (cfr Lc 23,43). Nessuno di voi, pertanto, si rinchiuda nel passato! Certo, la storia passata, anche se lo volessimo, non può essere riscritta. Ma la storia che inizia oggi, e che guarda al futuro, è ancora tutta da scrivere, con la grazia di Dio e con la vostra personale responsabilità. Imparando dagli sbagli del passato, si può aprire un nuovo capitolo della vita. Non cadiamo nella tentazione di pensare di non poter essere perdonati.
Mi fermo qui, ma metto il link perché ognuno – volendo – possa leggere per intero l’ottima omelia che sono venuto citando:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/11/06/0802/01780.html
Grazie, Luigi, per la tua attenzione al mio scritto.
Ho letto e rileggerò il tuo, che include le parole del Papa, con più attenzione…
http://ilsismografo.blogspot.it/2016/11/italia-primo-furto-nelle-zone-del-sisma.html
Il “Perdono di Assisi”, dipinto del 1631 del francese Jean Lhomme – un Gesù che ascolta severo le richieste di Francesco e la Madonna vicina pronta a intercedere per lui – da due giorni non c’ è più. Almeno da due giorni.L’ allarme lo ha dato Alberto D’ Atanasio, semiologo spoletino, docente d’ arte, che sabato ha ricevuto una segnalazione da un vecchio studente e l’ ha girata su Facebook: «Hanno rubato la tela di Nottoria, ci sono solo due esemplari in tutto il mondo. Il mio studente ha segnalato che non trovano le fotografie perché l’ archivio è inagibile ». Il professor D’ Atanasio, che nel 1989 lavorò anche a Nottoria per il restauro e la conservazione di diverse opere d’ arte, ha recuperato rapidamente il libro giusto, messo le foto del “Perdono di Assisi” in rete e avvertito i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. La tela, si è scoperto al primo sopralluogo, è stata tagliuzzata dal telaio in alluminio progettato da Davide Manni. Il professore sul social ha voluto scrivere: «Divulgate le foto perché queste bestie non possano vendere un pezzo di noi, di noi tutti. Salviamo il nostro tesoro culturale, salviamo i segni della nostra appartenenza e identità. Riprendiamoci il senso del sacro»
Federico Benedetti: “Siamo ben oltre al relativismo, siamo alla confusione più totale”. Federico potresti indicarmi con quali parole nell’omelia di ieri il Papa abbia predicato “la confusione più totale”? Sai la mia passione per la fonte di ogni affermazione.
Federico
Non capisco a chi è a cosa ti riferisci ne il Papa ne Fides hanno dato letture “marxiane/marxiste dove le condizioni economiche prevalgono su tutto il resto. Ambedue hanno dato una lettura cristiana.
Cristina vicquery
A chi e a cosa…. e ne accentato …scusate
Luigi,
evidentemente non mi sono spiegato bene e mi scuso.
Intendevo dire che la confusione si genera nei fedeli, come dimostra qui anche l’intervento di Giuseppe di questa mattina. Credo anche che più di una persona abbia avuto la stessa perplessità.
Anche perchè non è immaginabile che tutti i laici abbiano il tempo, la voglia, la possibilità e le capacità di approfondire ogni volta le questioni: ci si accontenta facilmente delle sintesi offerte dai media ed equivocare è facile.
Non penso affatto che il Papa “abbia predicato” la confusione , ma che, suo malgrado, le sue parole possano essere male interpretate o proprio fraintese. Non è la prima volta capita e, come ho già scritto in altre occasioni, penso che il papa e i suoi collaboratori dovrebbero prestare maggiorre attenzione all’EFFETTO prodotto da certi interventi e sforzarsi di essere chiari ed inequivocabili.
Picchio,
non attribuirmi parole che non ho mai pensato.
Non ho mai scritto che il Papa o Fides abbiano avuto letture marxiste o non cristiane. Parlavo in generale, invitando tutti noi (compreso me!) ad evitare letture incentrate sui fattori economici (in questo senso marxiane) e a provare a dare letture più cristiane.
penso che Federico si riferisse a queste parole:
“Possono essere l’ambiente famigliare, l’educazione, l’ambiente sociale, l’indigenza a portare una persona a macchiarsi di reati.”
mi ricordo bene che negli anni 60-70 circolava la teoria, del tutto materialista, che la colpa di tutto fosse della società ingiusta. uno rubava ammazzava. la colpa non era sua ma della società ingiusta e capitalista” e se gli facevi osservare che molti altri poveracci conculcati dalla società ingiusta e capitalista non si mettevano però a rubare e ad uccidere, ma sceglievano di essere onesti, quindi ci doveva essere anche una scelta personale e dunque una RESPONSABILITA personale, ti guardavano male. no nessuna responsabilità personale, i responsabili erano sempre gli altri: le condizioni socio-economiche, l’ambiente , i genitori, la società repressiva ecc. ecc.
del resto il grande RIFORMATORE LUTERO, oggi molto in auge nella Chiesa Cattolica , scrisse il DE SERVO ARBITRIO, per dimostrare che il libero arbitrio non esiste e che nessuno di noi è veramente responsabile delle sue azioneiperchè nessuno di noi ha veramente la possibilità di scelta, cioè il libero arbitrio, ma sceglie fatalmente quello che è PREDESTINATO a scegliere.
quindi Lutero era un anticipatore della teoria sessantottina che se sgozzavi i tuoi genitori , la colpa non era tua e neppure la responsabilità morale, che anzi forse i veri colpevoli erano proprio i genitori sgozzati perchè ti avevano trattato male , traumatizzato da bambino ecc. ecc. , in un meccanicistico gioco di causa -effetto per cui ogni azione era spiegata come causata da altri, come se le azioni di un uomo fossero come una palla da biliardo che rotola la’ perchè un altra palla l’ha colpita e così via…
ora sono sicurissima che per ogni carcerato anche il peggior assassino, si possono trovare attenuanti al suo crimine e nessuno di noi è perfetto. E’ vero che anche ciascuno di noi potrebbe un giorno aver rubato o fatto altre cose e perciò essere finito in galera. ma resta il fatto che .. non l’abbiamo fatto, come dice Giuseppe. L’onestà non è forse una scelta? la disonestà e’ solo un destino?
Cioè il pedofilo non ha alcuna possibilità di scelta? Il mafioso? Il magnaccia’ il rumeno che picchiava a morte le vecchiette per rubargli gli spiccioli? a parità di educazione , condizioni economiche e sociali , buona educazione, a parità di povertà c’è chi compie certe azioni e chi non la compie. Non tutti i rumeni poveri e disgraziati picchiano a morte le vecchiette.
Ho letto che nella marcia dei radicali per l’amnistia c’era in prima fila Totò Cuffaro, ex- UDC, finito in galera per reato di favoreggiamento della mafia. non so se Totò Cuffaro fosse o no colpevole: in ogni caso nel suo caso e in quello di molti altri si pòtrebbe essere tentati di dare la colpa all’ambiente e’ vero che chi vive in Sicilia , e per di più è un politico e un potente ,deve essere un eroe per sottrarsi ad ogni collusione clla Piovra, ma di siciliani onesti ce ne sono. E allora chi diventa mafioso o favoreggiatore della mafia non può prendere se non come attenuante l’ambiente, il posto dove è nato, la fatalità, i cattivi esempi.
persino il figlio di Totò Riina poteva, se avesse voluto , scegliere di non essere mafioso. certo ci sarebbe voluto un certo grado di eroismo ma il libero arbitrio , checchè ne dica Lutero, è prerogativa di ogni uomo.
http://it.blastingnews.com/politica/2016/11/amnistia-e-indulto-marcia-radicale-a-roma-toto-cuffaro-in-prima-fila-novita-dal-papa-001237421.html
Peccato che tu non possa più parlare con Tortora, Maria Cristina.
Avrebbe avuto da dirti due o tre cosette interessanti.
Altrimenti, se avesse ragione Lutero , e nessuno di noi fosse veramente libero di scegliere, la vita sarebbe orribile: pensa un po’ nasci povero, da genitori vilenti che ti picchiano, madre tossica, padre alcoolista, non altra speranza nel futuro che diventare una copia dei tuoi genitori, di finire in riformatorio ..
E invece non è vero! Il mondo è pieno di esesmpi di giovani che sembravano predestinati e che invece con la loro VOLONTA’ , col loro libero arbitrio, si sono
differenziati da quello che fatalisticamente ci si aspettava da loro!
L’orchestra dei giovani ragazzi sudamericani, che recentemente si è esibita alla scala ne è un esempio, tutti ragazzini poveri, dei bassifondi di Rio de janairo o di caracas, destinati a essere vittime della droga e della prostityuzione e invece
sono diventati dei musicisti classici ! hanno messo si un orchestra! Certo c’è stato chi li ha aiutati, chi ha creduto in loro. Ed è proprio questo che ci vuole ; non SCUSANTI E AMNISTIE, della serie poveretti sono finiti in galera per l’ambiente sociale, ma PREVENZIONE, PROGETTI PER I GIOVANI, sp’eranza e
fede nel libero arbitrio. non c’è nessun destino che costringe nessuno a diventare un ladro o uno spacciatore.
questa secondo me è il punto di vista cristiano. e gli oratori , San filippo neri, san Giovanni Bosco, ci hanno dato testimonianze grandissime che per non avere ladri e magnaccia, ma ragazzi onesti e con un buon mestiere e una buona speranza di futuro, bisogna investire tutto sulla gioventù, e sull’educazione. Non Amnistia, ma PREVENZIONE
Perché: clemenza, o la deprecata amnistiaaaaaaaa( aaaaargh!), non si potrebbe coniugare con la prevenzione?!
https://it.wikipedia.org/wiki/El_Sistema
El sistema:
La maggior parte dei giovani musicisti del Sistema sono provenienti da situazioni economiche e sociali disagiate, e tramite la disciplina musicale e l’impegno hanno la possibilità di fuggire dalle logiche nichiliste dei barrios e dalla povertà. L’importanza di tale metodo non è dunque solo artistica, ma tramite esso la musica assume un significato di via primaria per la promozione ed il riscatto sociale e intellettuale.
un invito scaturito da cosa, Federico?
Cristina vicquery
🙂
Quindi, visto che esistono, e per fortuna, molte e sane iniziative che cercano ( e in molti casi riescono) a salvare molti ragazzi e molte vite dalla “brutta china”, questo sarebbe una giustificazione valida per tenere chiusi con feroce soddisfazione indistintamente quelli che stanno dentro e gettare via la chiave?!
Great!.
sì caro lorenzo si può coniugare la prevenzione con l’amnistia.
solo che storicamente le amnistie non hanno mai sortito grandi risultati : l’ultima amnistia in Italia nel 2006 o decreto “svuota-carceri” ha svuotato le carceri per poco tempo poi sono tornate piene come prima .. e spesso degli stessi carcerati che avevano goduta dell’amnistia!
l’amnistia non funzione perchè se tut dice a un carcerato. ecco puoi uscire sei libero, ma lui esce, non ha un lavoro, nessuno gli da’ un lavoro, ricade negli stessi giri e negli stessi reati di prima.
l’amnistia non funzione perchè la misericordia SENZA LA GIUSTIZIA non funziona, come è spiegato benissimo da Delitto e castigo di Dostoevskj
Ad ogni delitto corrisponde un castigo. E l’idea di castigo è perfettamente cristiana , chhecchè ne dicano gli ipocriti che hanno crocifisso il padre domenicano Cavalcoli
L’amnistia è una scorciatoia , un colpo di spugna. I radicali che non sono affatto cristiani sai perchè chiedono l’amnistia? per svuotare le carceri!
benissimo svuotiamo le carceri . dopo due anni saranno di nuovo piene.
le amnistie non hanno mai funzionato.
I progetti come El sistema invece funzionano.
Federico che si autoesorta ad evitare letture marxiane degli eventi.
Perdincibacco.
🙂
il problema dei carcerati. sono troppi. Le carceri scoppiano.
Nessuno si chiede chi sono questi carcerati? Cosa hanno fatto? che probabilità ci sono che se vengono amnistiati trovino poi un lavoro? Che probabilità ci sono che invece ricadano negli stessi reati?
La gente tende a ricadere negli stessi reati. A Milano c’è una bravissima e simpatica ladra rom che hanno arrestata 89 VOLTE! specializzata in furti di portafogli negli autobus. Per 89 volte è stata arrestata, siccome sono furtarelli poi rilasciata dopo qualche giorno. L’ultima volta che l’hanno arrestata si è permessa persino di prendere in giro con ironia i carabinieri.
ha forse cambiato vita? no è diventata più abile colle mani… .:-)
L’idea di castigo “perfettamente cristiana” non è quella delle tricoteuses, ne quella di chi urla “in galera, bastardo”, né quella di chi gioca a fare l’interprete della volontà di Dio sulla pelle degli altri.
Sul padre domenicano Cavalcoli stenderei un velo pietosissimo, è come sparare sulla croce rossa. Mi limito a dire che per essere domenicano , lo è, ma pure i confratelli lo hanno senza esitazione ” scaricato”.
Breve parentesi sui ” crocifissori ipocriti” del fondatore dell’isola di patmos, o come diancine si chiama il sito….non è che se uno sente dire una boiata pazzesca, e per giunta detta pubblicamente in radio, e per giunta detta sulla pelle inerme di una folla di sfortunatissimi terremotati, e dice: MA CHE BOIATA!
fa una semplice constatazione, altroché crocifissore ipocrita.
Chiusa parentesi.
Un paziente e tenace tenente dei carabinieri che conosco che a a Milano sta cercando di smantellare la rete della prostituzione minorile, in mano soprattutto ad albanesi e gente dell’EST, mi diceva che nessuna , NESSUNA delle vittime di questi magnaccia osa mai denunciarli.
se una ragazzina denuncia il suo magnaccia sai cosa succede?
il magnaccia si fa sei mesi di carcere, poi esce va dalla ragazzina che lo ha denunciato e le spappola la faccia. capito, Lorenzo?
voi anime belle credete che in carcere ci siano solo romantici bohemienn, o
poveri cristi, o innocenti condannati ingiustamente, no caro Lorenzo ci sono anche i magnaccia che se fanno l’amnistia vanno dalla ragazzina che li ha mandati in galera e la distruggono! cui sono anche i pazzi criminali che il giorno dopo essere stati mandati a casa aspettano sotto casa chi credono li abbia denunciati e gli sparano! ( questo è successo a un mio amico medico)
Cosi’ caro Lorenzo , La GIUSTIZIA, ( questa sconosciuta per la nuova Chiesa )ci deve andare coi piedi di piombo con le amnistie: che guada caso poi quelli che vengono amnistiati sono quelli che due giorni dopo guidando ubriachi ammazzano magari una ragazzina in bici.
e come glielo spieghi poi ai genitori? sa,. abbiamo dovuto fare l’amnistia ce lo chiedevano il papa e i radicali!
Urca, ma da quando GIUSTIZIA e MISERICORDIA sono disgiunte, nel cristianesimo?
“Il papa e i radicali” ( vade retro!!!) chiedevano l’amnistia quando el papa pampero era ancora da venire e papa era GPII che tutto poteva dirsi tranne che fosse bolscevico e framassone…. ma sei sempre in modalità propaganda urlata,Maria Cristina?!
Condivido gli interventi di Discepolo.
Picchio,
è chiaro che sono stati gli interventi di Giuseppe e Fides a farmi riflettere, ma la riflessione che ho condiviso era generica.
Francamente non capisco cosa vuoi farmi dire e dove vuoi arrivare.
non capisco cosa vuoi farmi dire e dove vuoi arrivare.
Suvvia, buon Federico… un po’ di fantasia!
Fides,
vuoi dire che picchio è in mala fede?
Neanche un po’, Federico.
Per chi voglia approfondire il tema “giustizia e carcere”
http://www.ristretti.it/areestudio/cultura/libri/
Non capisco tutta questa voglia di menar le mani.
Non sembrate proprio quelle persone accoglienti e misericordiose che dite di essere.
State sereni!
Keep Calm, Federico.
Qui non c’è nessuno che ti vuole menare!
Ma quando non ti limiti a esprimere il tuo punto di vista, ma lanci accuse di facile moralismo e incoerenza, e “genericamente” (!) di marxismo, qualche cazzotto “virtuale” te lo puoi aspettare.
Però, scusa, visto che quel “marxista” pare sia stato io a suscitartelo, mi vorresti per favore spiegare da dove intuisci che la mia visione non sia “cristiana”?
Grazie!
Qui ci vorrebbe Sara.
Sinceramente non mi sento in grado di tenere una lezione di filosofia sul pensiero di Marx (in questo senso avevo usato il termine marxiano).
In una parola (e mi scuso per l’approssimazione): l’economia è il cardine e il resto (tutto, compreso la morale) è sovrastruttura.
Tutto qui, nessuna accusa.
Nel tuo intervento, Luigi M., sembravi far prevalere le condizioni economiche a tutto il resto e questo mi ha evocato antichi ricordi scolastici.
Era una riflessione che andava un pochino oltre e voleva ampliare il discorso, generalizzare. Non era assolutamente un’accusa, non prendertela e non polemizziamo per forza.
Nessuna polemica, ma desiderio di chiarezza, Federico.
Conoscerai certamente la storia di Jean Valjeam e di Monseigneur Bienvenu ne “I miserabili” di Victor Hugo.
La filosofia sottintesa da questo racconto (e quindi colpa, condanna, perdono, accoglienza, misericordia, riscatto, redenzione, sacrificio di se stessi) ritieni che sia “marxista” o “cristiana”?
Espresso così è già diverso rispetto a quanto avevi scritto ieri.
No, caro Federico, non è affatto diversa se ci pensi.
Jean Valjean viene condannato a venti anni di carcere per avere rubato un pane per sfamare i figli della sorella indigenti.
Il carcere non redime Jean, anzi gli indurisce al cuore.
E’ solo la misericordia e il perdono di Monseigneur Bienvenu che fanno scattare in lui il senso della colpa e il desiderio di redenzione.
E’ ESATTAMENTE QUELLO CHE HO SCRITTO IERI.
Il problema non sono misericordia e perdono, ma la giustificazione del male e l’impenitenza.
Nella misura in cui queste due cose sono CHIARAMENTE distinte siamo tutti d’accordo.
Il problema è quando la distinzione non è abbastanza chiara e può generarsi confusione.
Questo era l’idea del mio commento di ieri, che si sforzava di porre una questione più generale e non voleva rimanere incatenata alle parole tue o di qualcun altro.
Ne abbiamo parlato in molte altre occasioni: il problema non è la misericordia, ma la tentazione di usare la parola misericordia come paravento dietro al quale trasmettere, più o meno consapevolmente, messaggi che giustifichino il peccato e l’impenitenza.
Non si siamo, Federico.
Non si siamo proprio per niente.
Ma non voglio dilungarmi… Peccato!
Se io dico MELA , intendo una MELA: abbiamo presente una mela, si? Ecco.
Se io dico MELA, e poi ho paura che si intenda PERA, il problema è tutto nella mia testa. O nella malafede di chi si mette a strillare ” Ha detto PERA! Ha detto PERA! Ha detto PERA! “.
In entrambi i casi, non per questo la mela smette di essere una mela, e io, ovviamente , continuerò a chiamarla per quello che è: MELA.
E allora: MISERICORDIA e PERDONO sono la misericordia e il perdono.
Se uno ha paura che si intendano GIUSTIFICAZIONE DEL MALE e IMPENITENZA , che veda sopra.
Ma perché si ama sempre complicarci la vita, anche sui fondamentali?!
Lorenzo,
proprio per questo ho usato il termine “tentazione”.
L’insidia del maligno sta nella “complicazione” come nella eccessiva “semplificazione” (e nella sottovalutazione).
L’unica via per uscirne è la chiarezza.
(Azzarderei altro, ma evitiamo di dilungarci, come suggerisce Mortari).
Ripeto però che la mia è solo una riflessione, non una polemica.
Non capisco questo continuo battibecco.
Vi lascio l’ultima parola, ma chiudiamola qui, per carità.
Chiedo scusa se è OT ma ha cominciato Lorenzo 🙂
Una cosa è quella che ha detto padre Cavalcoli a radio Maria e un’altra sono i resoconti di quello che ha detto. Lorenzo, vai a leggere l’intera trascrizione, boiate non ne ha dette, non c’è nulla di non conforme al Magistero.
Questa volta concordo anche con Usvelli.
Una cosa, Usvelli è che le dichiarazioni di Cavalcoli siano o meno conformi al Magistero.
Un’altra è che siano una boiata.
Il mio parere personale riguardo a punizioni divine che modificherebbero la tettonica terrestre a seguito dell’approvazione di una legge è che si tratti comunque di una boiata.
Anzi, dirò di più UNA BOIATA GALATTICA!
Me lo sono letto e me lo sono riletto, ahimé, nel tentativo di rabbonire il mio amico delle zone terremotate che già si era imbufalito all’aggancio che qualche babbeo aveva proposto tra distruzione della basilica di Norcia e il viaggio giubilare di Francesco a Lund.
Resto della idea che sia una boiata assoluta.
Il che varrebbe il mio parere personale.
Se non che vedo che la Cei, il Vaticano,Radio Maria, la diocesi colpita dal terremoto e l’ordine domenicano in ordine sparso hanno bollato, con parole un cicinin più diplomatiche, ma nemmeno poi tanto, l’improvvido Cavalcoli.E, soprattutto, hanno chiesto scusa, che mi pare il minimo sindacale, a quei cittadini che non solo hanno perso tutto, non solo non sanno che sarà di loro, non solo gli piove a catinelle sulla testa e incombe l’inverno, ma devono pure sentirsi dire che sono una sorta di capro espiatorio per malvagità altrui….
Scuse che Cavalcoli non solo mi pare non presenti, ma respinga sdegnato.
Ripeto: stendiamo un velone.
Adesso non ho il tempo, ma cerco un paio di link di Benedetto sull’argomento che mi sembrano assai chiarificatrici, e poi li posto
Sono abruzzese, ma non abito più giù, anche se ci sto spesso. Perciò il terremoto de L’Aquila me lo sono beccato, anche se ero al di qua del Gran Sasso. Al tempo P. Livio Fanzaga disse: “Il Signore ha voluto che in questa settimana santa, in qualche modo anche loro (gli Abruzzesi) partecipassero, diciamo così, alla sofferenza e alla sua passione…”
Quest’anno mi sono beccato il terremoto di Amatrice che mi ha spaventato molto più di quello de L’Aquila, anche se il mio paese è lontano. Non ero giù quando c’è stata la tremenda scossa di Norcia. Ma i miei amici compaesani mi hanno detto che la chiesa è stata chiusa e c’è stato qualche crollo e ci sono pure alcuni sfollati.
Mi si consenta di non scrivere quello che penso di quella che, secondo me, impropriamente viene chiamata “Radio Maria”. Per me è solo RADIO FANZAGA. Che, ho letto, riceve anche contributi statali.
Buona serata a tutti!
Federico,
grazie.
Io da parte mia posso dire che forse ho capito quel che volevi dire con ‘letture marxiste’: l’argomento è complesso e probabilmente tornerà fuori, per ora lasciamo perdere.
E’ conforme al Magistero dire che il peccato ha delle conseguenze non solo personali: È ovvio che l’egoismo, l’ingiustizia, il sopruso, le passioni smodate, l’indifferenza generano da sempre degli squilibri nell’ordine delle cose, che non coinvolgono solo chi li commette, ma anche e soprattutto chi li subisce compresi spesso la natura e gli animali.
Non è conforme al Magistero, ma è solo una BOIATA pazzesca parlare di causa effetto puntuale tra un avvenimento ed un altro ( alle unioni civili causa- ha corrisposto l’effetto terremoto) e di castigo divino come se Dio fosse un essere capriccioso. E’ ridurre il nostro Dio ad uno Zeus della mitologia
cristina vicquery
fides hai pienamente ragione…
cristina vic
Francesco domenica pomeriggio ha incontrato i detenuti venuti da Padova. “Domenica pomeriggio mentre eravamo in visita in alcune basiliche a Roma ci è arrivato per telefono, tramite un sacerdote, l’invito di Papa Francesco ad andare a trovarlo a Santa Marta in Vaticano. Pensavo che fosse uno scherzo”. Così don Marco Pozza, cappellano del carcere ‘Due Palazzi’ di Padova, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, ha raccontato l’invito a sorpresa da parte di Bergoglio. Don Marco era in compagnia di un gruppo di circa quaranta persone, tra detenuti e operatori, giunto domenica a Roma per il Giubileo dei Carcerati. “Il Papa – ha detto don Marco Pozza – ha voluto sapere della situazione e delle condizioni nel nostro carcere. Ha voluto anche che gli raccontassimo delle belle iniziative della nostra realtà di Padova. Abbiamo visto il volto del Papa molto serio quando quattro ergastolani gli hanno chiesto aiuto. Mi ha colpito che alla fine dopo la benedizione ha ringraziato i poveri perchè gli avevano rallegrato la giornata. Il guadagno più bello è stato vedere il sorriso sui volti di queste persone”. “Durante la telefona – ha aggiunto don Marco – questo sacerdote mi disse che il Papa era preoccupato che prendessimo troppa acqua. Abbiamo aspettato che spiovesse e subito dopo ci siamo incamminati verso Piazza San Pietro. E nonostante la bomba d’acqua su Roma la pioggia non l’abbiamo sentita. Siamo stati contenti di concludere il Giubileo nel migliore dei modi, pensando soprattutto a questi fratelli che sono partiti dalla loro angusta cella 3×2 metri sabato mattina e si sono trovati catapultati nel cuore della cristianità e di Papa Francesco. Il racconto di questo incontro è rimasto negli sguardi e nell’emozione dei detenuti. Dopo due minuti già lo sapevano i parenti in Africa, Grecia, Albania e in altri parti del mondo. Come dice Papa Francesco quando s’incontra Cristo è difficile tenere la gioia per sé, deve essere per forza raccontata agli altri. Tutto è nato sotto il nome del Dio delle sorprese. E noi siamo stati protagonisti di questa sorpresa”.