“Il denaro deve servire e non governare! Il Papa ama tutti, ricchi e poveri; ma il Papa ha il dovere, in nome di Cristo, di ricordare al ricco che deve aiutare il povero, rispettarlo, promuoverlo. Il Papa esorta alla solidarietà disinteressata e a un ritorno dell’etica in favore dell’uomo nella realtà finanziaria ed economica“: parole dette stamane da Francesco a un gruppo di ambasciatori ricevuti per la presentazione delle credenziali. Altre parole utili a intendere la predicazione del Papa argentino riporto nei primi cinque commenti. E’ un buon discorso e qui può essere letto per intero.
Il Papa ama tutti ricchi e poveri ma ricorda ai ricchi
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Indecenza e violenza sono in aumento. Francesco stamane a un gruppo di ambasciatori 1: La maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste. Alcune patologie aumentano, con le loro conseguenze psicologiche; la paura e la disperazione prendono i cuori di numerose persone, anche nei Paesi cosiddetti ricchi; la gioia di vivere va diminuendo; l’indecenza e la violenza sono in aumento; la povertà diventa più evidente. Si deve lottare per vivere, e spesso per vivere in modo non dignitoso.
Dittatura dell’economia senza volto. Francesco stamane a un gruppo di ambasciatori 2: Una delle cause di questa situazione, a mio parere, sta nel rapporto che abbiamo con il denaro, nell’accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società. Così la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine, situata in una profonda crisi antropologica. Nella negazione del primato dell’uomo! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,15-34) ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro e nella dittatura dell’economia senza volto né scopo realmente umano.
Solidarietà tesoro dei popoli. Francesco stamane a un gruppo di ambasciatori 3: In un tale contesto, la solidarietà, che è il tesoro dei poveri, è spesso considerata controproducente, contraria alla razionalità finanziaria ed economica. Mentre il reddito di una minoranza cresce in maniera esponenziale, quello della maggioranza si indebolisce. Questo squilibrio deriva da ideologie che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune.
Tirannia invisibile e a volte virtuale. Francesco stamane a un gruppo di ambasciatori 4: Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole. Inoltre, l’indebitamento e il credito allontanano i Paesi dalla loro economia reale ed i cittadini dal loro potere d’acquisto reale. A ciò si aggiungono, oltretutto, una corruzione tentacolare e un’evasione fiscale egoista che hanno assunto dimensioni mondiali. La volontà di potenza e di possesso è diventata senza limiti.
Dio non gestibile e pericoloso. Francesco stamane a un gruppo di ambasciatori 5: Dio è considerato da questi finanzieri, economisti e politici, come non gestibile, Dio non gestibile, addirittura pericoloso perché chiama l’uomo alla sua piena realizzazione e all’indipendenza da ogni genere di schiavitù.
Ennio Flaiano mi perdonerà se modifico una delle sue citazioni più note, ma qui la situazione è grave e pure seria: in questo silenzio assordante, si sentono forti e chiare solo le parole di Francesco…
Papa Francesco sta parlando dell’Anticristo.
“In questi casi, in genere, tutti pensano che si riferisca ad altri come i politici che applaudivano Napolitano”, ha scritto Sara in un altro commento..
Vale anche qui.
Francesco parla certo di Sistemi Ecomomici, Paesi e Finanza, tutta roba che sembra passarci sulla testa lontana come il sole.
Mica vero.
Perché se è certo che io non posso influire in nulla sul moloch Economia che troneggia feroce nelle nostre vite, posso fare qualcosa- tanto- per esempio nei comportamenti miei, nelle scale di valori mie, nelle relazioni mie con gli altri.
Non ci vuole nulla a capire che, nel mio piccolissimo, quegli atteggiamenti che il papa fotografa, ci stanno, eccome Per esempio:non sono affatto sicuro di avere un rapporto evangelico con il denaro. Mentre sono sicurissimo, arcisicuro, di aver costruito tutta una serie di alibi per convincermi di averlo.
Per esempio: la ” solidarietà disinteressata” rientra davvero nel mio modo di fare? Mmmh. Piu’ realisticamente la mia è solidarietà spesso pelsosa e “di categoria”..Solidale per davvero, che so, con i lavavetri, con gli immigrati dei barconi, con quello che va e viene dalle comunità di reinserimento dal carcere? Mmmmmh.
Per esempio: sono così vaccinato, io, dal culto verso sempre nuovi vitelli d’oro?! Per esempio: non è che sotto la lecita e rispettabile aspirazione ad un presemte e ad un futuro garantiti – dalla culla alla tomba- io abbia mandato allegramente a fottersi il concetto di affidarsi alla Provvidenza e l’esortazione- chiarissima- al non preoccuparsi di cosa mangerete e cosa berrete ecc ecc.?
In una frasetta della chiusa del discorso intero che Luigi ha linkato, Francesco dice, parlando degli abitant dei paesi di cui sta ricevendo gli ambasciatori, cioà della gente comune, come noi:
“,Non abbiano paura di offrire il loro contributo allo sviluppo dei loro Paesi, mediante iniziative e atteggiamenti ispirati alle Sacre Scritture.”
Se fossi stato capace a mettere in neretto queste ultime parole, le avrei messe.
Eccoci qua. Si parte dai massimi sistemi- economici- e si arriva a una bella dritta personale.
Girala come vuoi, resti comuqnue incastrato TU.
Molto Jesus’s style.
«Se Dio non esiste, tutto è permesso. Nulla è più proibito, non c’è più limite, non c’è nulla che non si possa tentare, che non si debba tentare perché se tutto ciò che è stato vero un tempo lo è stato partendo dall’ipotesi che Dio esisteva. Ora che Dio non esiste, nulla di ciò che era vero allora è adesso vero, nulla di ciò che era bene è bene; dobbiamo ricreare tutto. Ma, prima di ricreare, bisogna cominciare col distruggere […], il migliore augurio che si possa fare all’uomo moderno è di rientrare nell’ordine naturale, che è quello della creazione divina»
ETIENNE Gilson
“Per esempio: non è che sotto la lecita e rispettabile aspirazione ad un presemte e ad un futuro garantiti – dalla culla alla tomba- io abbia mandato allegramente a fottersi il concetto di affidarsi alla Provvidenza e l’esortazione- chiarissima- al non preoccuparsi di cosa mangerete e cosa berrete ecc ecc.?”
Caro Lorenzo, affidati del tutto alla Provvidenza se vuoi, ma sappi che è giustissimo il proverbio (vox populi) “Aiutati ché Dio ti aiuta”, e rileggiti con attenzione la parabola dei talenti.
Essere cristiani non significa essere dei babbei che si aspettano la manna dal cielo.
Con tutto il rispetto per Etienne Gilson, ma il problema non è tanto l’uomo moderno. “Dall’ordine naturale, che è quello della creazione divina” hanno incominciato ad uscire, e alla grande, Adamo ed Eva, ed ogni generazione ha creato e sperimentato le sue specifiche vie verso l’illusione che non ci siano limiti, che nulla sia proibito, che non ci sia nulla che non si possa tentare.
Certo oggi queste vie si sono moltiplicate a dismisura, e si cerca di dare sempre più e sempre meglio una veste organica e scientifica ( sarebbe meglio dire scientista) a queste ambizioni e a queste pretese.
E non siamo che all’inizio.
Ma questo non è nulla di spaventoso, né di nuovo o ignoto.
D’altra parte, ci sono quelle parole sibilline ma non cancellabili di cui dobbiamo tener conto: ma il Figlio dell’Uomo, qiuando tornerà, troverò ancora la fede sulla terra?
E qui viene il bello e l’appassionante della sfida.Che ci riguarda personalmente.
E’ vero : abbiamo la tentazione di contare nulla davanti a questi scenari apocalittici, a questi mutamenti e talora distruzioni epocali.Abbiamo la tentazione di riemprci la bocca con paroloni inquietanti come secolarizzazione, apostasia di massa, laicismo, ateismo dilagante.
Ma questa è una tentazione che va respinta,
Perché se io non posso far nulla di fronte a questi accadimenti di portata globale, posso fare tutto perché la fede in Gesù Cristo resti su quel pezzetto di terra e in quel pezzetto di tempo che io sto vivendo adesso.
Insomma , la sfida è: e se fossi io(!!) ad essere chiamato ad essere quel qualcuno che, fosse ben l’unico e con tutta la sua miliardata di limiti, fa trovare a Gesù che torna, la fede in Lui sulla terra?
Morale: che cappero sto a preoccuparmi degli scenari e a stracciarmi le vesti su quel che accade intorno a me, al grido di o tempora! o mores!?
Che i tempora e i mores facciano il loro corso.
L’importante è che IO cerchi di essere di Cristo.
Non cambierò né i tempora né i mores, ma l’importante è che loro non cambino me.
Cara Marilisa, un conto è essere dei babbei che aspettano la manna.
Un conto è aver perso completamente il senso della Provvidenza e della fiducia in Dio.
E’ difficile quello che si trova davanti il giovane ricco. Lui i comandamenti li rispetta ma di fronte alla richiesta di donarsi totalmente si tira indietro.
E’ storia vecchia stabilire quanto deve essere radicale la scelta e quanto può essere aperta a tutti, anche a chi non ha la vocazione del santo.
Se uno pensa alle polemiche con i donatisti o i giansenisti mi vien da dire che la Chiesa non ha mai voluto essere solo per i perfetti e ha sempre respinto il rigorismo assoluto.
Per questo mi pare importante stabilire quali siano le dimensioni e i confini del salotto.
Scusate ho postato nel luogo sbagliato!!
E infatti, anch’io lascerei stare sia la perfezione che il rigorismo.
Ad esempio: mi ha semore colpito la mancanza di perfezione dei santi
A partire dai pesi massimi, Pietro e Paolo, a scendere.
La santità, pure quella certificata, doc, piazzata sugli altari, è lontanissima dalla perfezione. Quella, ci si affanna a trovarla nelle agiografie, e abbonda nei “santini”: che dei santi sono una caricatura, piu’ che una rappresentazione.
Tutti quanti, pure una bestia come me, siamo chiamati Non credo che ci siano certi chiamati ad essere santi, e certi no.Siamo chiamati tutti, e tutti rsipondiamom o no. ça santità dipende dalla risposta , non dalla chiamata.
Che poi.non esista una chiamata sola, è vero.
Ergo, non esiste una risposta sola.
E le chiamate sono tutte successive, a ondate, sempre piu’ pressanti e sempre piu’ radicali. Quelli che noi chiamiamo ” santi” , pur nella infinita varietà di storie e di tipi umani, hanno questo in comune. In vario modo, progressivamente, si avvicinano sempre di piu’ a quella radicalità che è quella che ci chiede , a tutti, il nostro Amico.
Certo, non tutti avranno la chiamata, chessò, ad essere monaci di clausura.
Ma la chiamata alla radicalità vale per il monaco come per iol magnate, per il padre come per il figlio, per il ragazzo e per il vegliardo.
Ed è una chiamata mai finita.
Come sanno quelli che fano scelte che a noi sembrano radicali per definizione ( es. prete, suora) e che si rendono conto che la scelta in se non è che l’inizio di un cammino lungo una vita intera. Non diverso da quello del matrimonioo, o di qualunque altro stato si scelga…
Esiste una tentazione e un rischio di salotto ( e che salottone, un fior di salone!) anche per i religiosi, persino per gli anacoreti e , sospetto, pure per i mistici…Per cui. piu’ ci si tiene lontani dal salotto, specie se è il salotto buono, quello in cui si fa vedere il meglio di sé, meglio è.
Credo che occorra progressivamente abbandonare il salotto per la strada.
“On the road” è termine assai datato, ma mi sembra cascare a fagolo.
Sara sei simpaticissima ; )))
“Un conto è aver perso completamente il senso della Provvidenza e della fiducia in Dio.”
Caro Lorenzo, senza passare da un estremismo all’altro, io credo che Dio voglia sì la nostra fiducia ma anche la nostra collaborazione per quanto è possibile.
Ripeto: aiutati ché Dio ti aiuta. Non sono parole senza senso, tutt’altro.
Sempre avendo fiducia in Dio. Il che non significa che dobbiamo aspettarci che il Signore ci tolga le castagne dal fuoco. O no?
“Abbi fiducia in Dio”: sono belle parole che possono denotare grande devozione cristiana, ma Dio agisce attraverso la nostra opera, quella personale e quella di tutti.
Per questo motivo tutti, proprio tutti, siamo chiamati a adoperarci per la giustizia e per il bene. Dopo di che è possibile parlare di Provvidenza senza pensare di evocare, come certi fanno, un aiuto che piova dall’alto senza che noi muoviamo un dito.
Si qui voluerint hanc vitam accipere et venerint ad fratres nostros, mittant eos ad suos ministros provinciales, quibus solummodo et non aliis recipiendi fratres licentia concedatur. Ministri vero diligenter examinent eos de fide catholica et ecclesiaticis sacramentis.
Dalla “Regola bullata” di S. Francesco:
Et si haec omnia credant et velint ea fideliter et usque in finem firmiter observare, et uxores non habent vel, si habent, et iam monasterium intraverint uxores vel, licentiam eis dederint auctoritate dioecesani episcopi, voto continentiae iam emisso, et illius sint aetatis uxores, quod non possit de eis oriri suspicio, dicant illis verbum sancti Evangelii (cf. Mt 19,21), quod vadant et vendant omnia sua et ea studeant pauperibus erogare. Quod si facere non potuerint, sufficit eis bona voluntas.
Parole semplici e chiare, che incutono sbigottimento e una sorta di paura.
E’ accaduto un refuso; il titolo andava messo prima.
Dalla Regula Bullata:
Se alcuni vorranno intraprendere questa vita e verranno dai nostri frati, questi li mandino dai loro ministri provinciali, ai quali soltanto e non ad altri sia concesso di ricevere i frati.
I ministri poi diligentemente li esaminino intorno alla fede cattolica e ai sacramenti della Chiesa.
E se credono tutte queste cose e le vogliono fedelmente professare e osservare fino alla fine e non hanno moglie o, qualora l’abbiano, essa sia già entrata in monastero o abbia dato loro il permesso con l’autorità del vescovo diocesano, dopo aver fatto voto di castità e le mogli siano di tale età che non possa nascere su di loro alcun sospetto; dicano ad essi la parola del Santo Vangelo, che vadano e vendano tutto quello che hanno e procurino di darlo ai poveri.
Se non potranno farlo, basta ad essi la buona volontà.
Scusa Antonella: ho fornito la traduzione…
Una volta la suore mi chiesero di tradurre la Regola, che dice poi:
”
9Postea concedant eis pannos probationis, videlicet duas tunicas sine caputio et cingulum et braccas et caparonem usque ad cingulum, 10nisi eisdem ministris aliud secundum Deum aliquando videatur.”
Poi concedano loro i panni della prova, cioè due tonache senza cappuccio e il cingolo e i pantaloni e il capperone fino al cingolo, se ai ministri non sembrerà diversamente secondo Dio.
Il problema più grasso fu quello del “capperone” perchè le ricerche in Internet mi portavano al massimo al “cappero”; alla fine fu il ministro provinciale a dirmi che il capperone o caparo, caparonis non è altro che la mantellina che copre le spalòle le spalle e giunge fino alla vita.
Il problema più grosso, ovviamente.
A proposito di denaro che deve servire… di denaro gliene è servito molto al Card. Ravasi per l’istallazione d’arte “sacra” ( Sacra???) alla Biennale di Venezia coi risultati che tutti possono ammirare:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
Abbiamo così un nuovo genere di cristiani oltre quelli da salotto, i cristiani da “vernissage” !
A me va benissimo che il Vaticano spenda soldi per l’arte “sacra” anche moderna , ma almeno se come ha detto qualcuno bisogna vender le chiese e le suppellettili sacre per dare i soldi ai poveri, vendete prima le opere della post-avanguardia tanto care al Card. Ravasi! 😉
prima delle meravigliose chiese barocche vendete le opere degli ” artisti ” che il card. Ravasi così generosamente sponsorizza ! 😉
I papi e i cardinali sono stati cristiani da vernissage per secoli, certo non iniziano adesso.
Anche Michelangelo, all’epoca sua, avrà fatto dell’arte sacra ritenuta ” moderna”, per non parlare di Caravaggio ed altri….
Se si fosse ragionato così anche allora, pure le meravigliose chiese barocche sarebbero rimaste “in mente Dei”, o sarebbero state tutti… edifici comunali.
Tutto questo detto, e con tutta la potenza di un’opera d’arte, nessuna di queste mi salverà mai l’anima, Gesù Cristo, e la Chiesa fatta di uomini di carne ed ossa, sì.
A proposito, avete visto? C’è il francollo di papa Francesco, 70 centesimi. Penso che andrà a ruba.