Ultimo venerdì della misericordia, il più libero: oggi pomeriggio Francesco ha incontrato in un appartamento a Ponte di Nona, Roma est, sette famiglie formate da giovani che hanno lasciato il sacerdozio. Nei commenti la cronaca e l’interpretazione fornita dal comunicato vaticano.
Il Papa abbraccia sette preti che hanno “lasciato”
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Affetto a questi giovani. “Il Santo Padre – informa un comunicato – ha inteso offrire un segno di vicinanza e di affetto a questi giovani che hanno compiuto una scelta spesso non condivisa dai loro confratelli sacerdoti e familiari. Dopo diversi anni dedicati al ministero sacerdotale svolto nelle parrocchie, è accaduto che la solitudine, l’incomprensione, la stanchezza per il grande impegno di responsabilità pastorale hanno messo in crisi la scelta iniziale del sacerdozio. Sono quindi subentrati mesi e anni di incertezza e dubbi che hanno portato spesso a ritenere di aver compiuto, con il sacerdozio, la scelta sbagliata. Da qui, la decisione di lasciare il presbiterato e formare una famiglia”.
Nessuno dimenticato dal pastore. Quattro di questi giovani sono di Roma, dove sono stati parroci; uno è di Madrid e un altro dell’America latina, ma risiedono a Roma; uno viene dalla Sicilia. I bambini stretti al Papa che li ha abbracciati, i genitori commossi. “Tutti i presenti – dice il comunicato – hanno sentito non il giudizio del Papa sulla loro scelta, ma la sua vicinanza e l’affetto della sua presenza”. Ha ascoltato le storie e le considerazioni sugli sviluppi giuridici di ognuna di esse. “Ha rassicurato tutti sulla sua amicizia e sulla certezza del suo interessamento personale, dando un segno di misericordia a chi vive una situazione di disagio spirituale e materiale, ed evidenziando l’esigenza che nessuno si senta privato dell’amore e della solidarietà dei Pastori”.
Undici venerdì. Questa visita conclude i “Venerdì della Misericordia” compiuti dal Papa lungo il Giubileo: a gennaio ha visitato una casa di riposo per anziani e una per malati in stato vegetativo a Torre Spaccata; a febbraio, una comunità per tossicodipendenti a Castelgandolfo; a marzo (Giovedì Santo) il Centro di accoglienza per profughi (CARA) di Castelnuovo di Porto; ad aprile la visita dei profughi e migranti nell’Isola di Lesbo; a maggio la comunità del “Chicco” per persone con grave disabilità mentale a Ciampino; a giugno due comunità romane per sacerdoti anziani e sofferenti. A luglio, nel corso del viaggio in Polonia, ha compiuto il “Venerdì della Misericordia” con la preghiera silenziosa ad Auschwitz-Birkenau, la visita ai bambini malati all’ospedale pediatrico di Cracovia e la Via Crucis con i partecipanti alla GMG, presenti i giovani iracheni, siriani e provenienti da altre zone di guerra e disagio. Ad agosto ha visitato una struttura romana della “Comunità Papa Giovanni XXIII” che accoglie donne liberate dalla schiavitù del racket della prostituzione, a settembre un reparto di neonatologia e un Hospice per malati terminali a Roma, a ottobre il “Villaggio SOS”, una casa famiglia di Roma che accoglie bambini in condizioni di disagio personale, familiare e sociale.
Giubileo degli emarginati. Stamane nell’Aula Nervi Francesco ha incontrato i partecipanti al Giubileo delle Persone socialmente escluse, promosso dall’Associazione francese “Fratello”. Nel suo saluto a braccio, il papa tra l’altro ha detto: So che per ognuno di voi la vita si fa molto difficile, da qui nasce la capacità di essere solidali, dare una mano a chi sta soffrendo quanto me, o più di me. Questo è un dono della povertà ed è un esempio che voi ci date, insegnatecelo! Insegnate la solidarietà al mondo […]. Voi potete essere artefici della pace, la guerra se la fanno tra i ricchi, per possedere più denaro, più territori, è molto triste e raro che la guerra venga fatta tra i poveri, i poveri sono molto più inclini a essere operatori di pace […]. Io ringrazio tutti voi qui presenti, grazie per la vostra testimonianza, e vi chiedo scusa se vi posso aver qualche volta offeso con le mie parole o per non aver detto le cose che avrei dovuto dire. Vi chiedo perdono a nome dei cristiani che non leggono il Vangelo trovando la povertà al centro. Vi chiedo pedone per tutte le volte che noi cristiani davanti a una persona povera o a una situazione di povertà guardiamo dall’altra parte. Scusate. Il vostro perdono per uomini e donne di Chiesa che non vogliono guardarvi o non hanno voluto guardarvi, è acqua benedetta per noi; è pulizia per noi.
Molto belle, e penetranti, come al solito, le parole del nostro caro Papa Francesco.
Anche presso il Duomo Vescovile della mia Diocesi, oggi pomeriggio – ore 16, si terrà la Celebrazione di chiusura del Giubileo: io non riuscirò ad essere presente e, quindi, approfitto di questo spazio per inviare un affettuoso saluto all’amico, conterraneo e con-diocesano Alexandros (che confido continui a leggerci).
Buon pomeriggio !
Roberto Caligaris
Molto bello questo incontro tra Francesco e i giovani che, in seguito a periodi di crisi, hanno lasciato il ministero sacerdotale attivo. La loro presenza nella Chiesa può comunque essere assai importante.