“Nella mattinata di lunedì 8 luglio il Santo Padre si recherà in visita all’isola di Lampedusa. Papa Francesco, profondamente toccato dal recente naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti provenienti dall’Africa, ultimo di una serie di analoghe tragedie, intende pregare per coloro che hanno perso la vita in mare, visitare i superstiti e i profughi presenti, incoraggiare gli abitanti dell’isola e fare appello alla responsabilità di tutti affinché ci si prenda cura di questi fratelli e sorelle in estremo bisogno. A motivo delle particolari circostanze, la visita si realizzerà nella forma più discreta possibile, anche riguardo alla presenza dei Vescovi della regione e delle autorità civili“: è l’annuncio appena dato dalla Sala Stampa vaticana. Bergoglio figlio di migranti e Papa delle periferie.
Il Papa a Lampedusa per i migranti annegati in mare
104 Comments
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E venerdì l’enciclica sulla fede: “Si informano i giornalisti accreditati che venerdì 5 luglio 2013, alle ore 11, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione dell’Enciclica di Papa Francesco Lumen fidei“. Due annunci che sono due annunci. Cari colleghi damose da fa’.
Un inizio Luglio ottimo direi, nel pieno segno di Bergoglio.
Giusto Fabricianus.
Mi spiace in particolare non essere un isolano per non potergli dire : benvenuto!
Un piccolo assaggio dell’andare verso le periferie del mondo, anche quando sono quelle a muoversi e a venire a crepare- o giu’ di lì- sulle coste nel nostro grasso occidente indifferente.
Un piccolo assaggio del fatto che Francesco guiderà sì i cattolici, ma cercherà di guidarli energicamente fuori dal loro recinto protetto e chiuso.
Se nel frattempo volessimo adeguarci…
http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/01/larcivescovo_di_agrigento,_mons._montenegro:_il_papa_a_lampedusa/it1-706526
Sì, il numero dei morti sembra non interessare perchè hanno la pelle nera, c’è tanta indifferenza. Il mio desiderio l’ho sempre detto, cioè che il problema dell’immigrazione diventi davvero problema di tutte le chiese e di noi chiese che siamo in prima fila.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/01/larcivescovo_di_agrigento,_mons._montenegro:_il_papa_a_lampedusa/it1-706526
del sito Radio Vaticana
oooops, Sara, porco cane, non avevo visto….
🙂
“Nei primi sei mesi dell’anno 7913 persone sono sbarcate in Italia e continua la strage di migranti nel Canale di Sicilia. È urgente costruire canali umanitari e rendere accessibile, in sicurezza, il diritto d’asilo per chi ne ha bisogno”, dice il gesuita padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli. “Non si può continuare a lasciare i rifugiati in balia di trafficanti senza scrupoli. La visita del Papa aiuti a svegliare le coscienze di tutti”.
“Papa Francesco, fin dall’inizio del Pontificato, ha scelto di dare messaggi chiari e inequivoci rispetto alle priorità irrinunciabili per chi si dice cristiano: dimostrare vicinanza concreta ai rifugiati, che rischiano la vita per cercare protezione, è certamente una di queste priorità”, dice ancora padre La Manna. “Ai confini d’Europa migliaia di uomini, donne e bambini cercano disperatamente accoglienza. Nessuna politica nazionale o regionale deve farci dimenticare che si tratta di fratelli e sorelle che meritano attenzione, cura, rispetto”.
Si aggrappano alle gabbie dei tonni
Sette migranti morti nel Canale di Sicilia
Non più di un mese fa sono stato ospite di una amica della parrocchia, eritrea, che ospitava a casa sua due donne rifugiate, di cui una con una figlia di due mesi, sbarcate a lampedusa con il barcone non più di due mesi fa.
Mi sono fatto raccontare del viaggio: una settimana nel deserto su una jeep, attraverso la Libia e credo il Sudan, qualche passaggio alla frontiera dentro un camion di fieno, tre tentativi di attraversamento del mediterraneo con barcone e gommone. I primi due falliti, solo il terzo buono.
Vi assicuro che è stato un racconto impressionante che non avevo mai sentito dalle mie orecchie.
Se ho letto bene, sono 1000 gli sbarcati solo nelle ultime 24 ore.
Mi sono fatto raccontare del viaggio: una settimana nel deserto su una jeep, attraverso la Libia
Ne avevano fatto un servizio anche le Iene che si erano fatte tutto il viaggio a ritroso. Una cosa impressionante con i cadaveri di chi non ce l’aveva fatta abbandonati nel deserto. Una ragazza che ormai era andata completamente fuori di testa poverina per sempre ferma in Libia e avrà avuto 20 anni. Eppure la gente quando si riferisce a queste persone sembra che parli di pezzi di plastica
…anche gente cattolicissima, purtroppo.
lorenzo scrive,
1 luglio 2013 @ 18:52
…anche gente cattolicissima, purtroppo.
si si purtroppo io in ufficio preferisco stare zitta o rischio di fare rissa, ma ci sono persone che si dichiarano credenti ma che vorrebbero che il governo sparasse contro le barche degli immigrati. Se io tento di dire che almeno il primo soccorso è un obbligo morale e che i medici hanno fatto giuramento per questo rischio il linciaggio….
Eppure ci sono cattolici
che reputano questa di Lampedusa,
l’ennesima di Francesco,
per stare sotto i riflettori e la clack.
Io sono grato a Francesco,
per la volontà di illuminare ogni realtà umana difficile,
attraverso dei “segni”.
I “segni” sono l’unico modo nell’oggi, di capire la Chiesa primo sacramento.
Domenica è morto un amico,60a.,
stava facendo un bel cammino, negli ultimi mesi,
pieno di domande su D.,
ma nessuno gli stava fornendo risposte,
l’aiutavamo ad ascoltare il suo profondo.
La concretezza di Francesco,
gli dava molta gioia.
Un mese fa la conoscenza di un tumore al polmone,
ultimo stadio.
Lui al nostro amico prete,
confessa,
se D. vuole,
eccomi.
Era da un anno in pensione.
Ha accudito la mamma fino alla morte sette mesi fa.
37 anni di vita di coppia, che da un anno era terminata ed ancora ne era addolorato.
A novembre scorso ha pianto lungamente
dopo aver ricevuto l’Eucarestia dopo decenni.
Ritorno stasera dal funerale.
Grato al Signore che non si lascia chiudere dalle gabbie umane.
U.I.O.G.D.
Una delle discussioni più grosse che ho vissuto in classe, quando insegnavo al liceo (quinto anno) è stata provocata dalla mia affermazione secondo cui un cristiano commetteva peccato grave quando diceva (mi pare che in quel periodo ci fosse stata una bella uscita del solito leghista, Borghezio o Calderoli, non ricordo…) che era meglio se i barconi affondavano, così la gente la smetteva di tentare.
Una ribellione da parte di due studenti, davvero forte, a difesa del nostro ‘sacro suolo’, del nostro ‘lavoro’, del nostro ‘turismo’…
“A prezzo della morte delle persone?” Chiedevo.
Niente da fare, ci volle del bello e del buono.
Proposi poi un film-documentario, “Come un uomo sulla terra”, che divenne occasione di confronto vero, profondo, non so se hanno davvero cambiato idea, ma almeno ne abbiamo parlato. Lo consiglio (a proposito di ciò che racconta Mattlar)
http://www.zalab.org/progetti-it/9/#.UdHKfPmpVNg
@Matteo
leggo solo ora il tuo post.
Grata al Signore che mette persone accanto alle persone
e così si fa vicino.
Eppure ci sono cattolici
che reputano questa di Lampedusa,
l’ennesima di Francesco,
per stare sotto i riflettori e la clack.
il fatto è che per questi il papa è tale solo se tuona contro i gay. Penso che siano persone piuttosto agiate e senza reali problemi, con un grado di calore imano pari a quello del mio freezer 🙂
Matteo un abbraccio a te che torni da quell’accompagnamento. Non ti adirare con quelli che criticano il Papa per Lampedusa. Pensali con affetto. Tutti abbiamo difficoltà a seguire le indicazioni dei Papi. E anche chi è contento dei gesti di Francesco verso le periferie – tu tra questi – ha poi difficoltà a seguirlo in concreto: vai, vendi, dai, impegnati in prima persona, adotta un immigrato, ospita in casa un rifugiato. Pensa a questa tua difficoltà esistenziale e non a quella ideologica di altri. Io provo a seguire questa linea. Te la suggerisco.
” Il Papa raggiungerà quindi Cala Pisana da dove si imbarcherà per raggiungere via mare il Porto di Lampedusa. Durante la navigazione, i pescatori lampedusani accompagneranno il Pontefice con le loro barche. Al largo, Papa Francesco lancerà in mare una corona di fiori in ricordo di quanti hanno perso la propria vita in mare. Il Papa entrerà, dunque, nel Porto dove, al molo, lo attenderà un gruppo di immigrati che il Santo Padre saluterà al suo passaggio.”
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/01/papa_francesco_l%E2%80%998_luglio_a_lampedusa_in_preghiera_per_i_migranti/it1-706403
del sito Radio Vaticana
Questa cosa del mare è una novità per un Papa?
Da noi alla fine di luglio c’è la festa della Madonna della marina, una processione di barche, la prima che porta appunto la Madonna le altre tutte dietro.
Anni fa ne ho vista una simile a Ischia, credo che sia una costante nei luoghi di mare.
Molto bella.
Un caro saluto a Matteo
“Eppure ci sono cattolici”…
… che non riducono il cattolicesimo ad assistenzialismo sociale.
Sia chiaro: il Papa fa benissimo a insistere tanto sulla carità e sulla solidarietà nei confronti dei poveri e degli immigrati. La coscienza di tutti noi non può rimanere indifferente alle dolorose vicende dei rifugiati e delle migliaia di esseri umani che approdano a Lampedusa in cerca di condizioni di vita più dignitose. Certo non può essere una soluzione sostenibile l’accoglienza indiscriminata di chiunque bussi alle nostre porte: è giusto che nel dibattito politico si prendano in considerazione tutte le conseguenze e l’impatto di questi grandi flussi immigratori nella nostra società ed è doveroso trovare soluzioni accettabili per tutti: chi accoglie e chi viene accolto.
E’ importante che in tempi di crisi e di incertezza, quando i più “ricchi” sono tentati dalla giustificazione del proprio egoismo, il Papa ci ricordi il dovere della carità verso i più bisognosi. Sta diventando una caratteristica di questo pontificato e riflette sicuramente la sensibilità e la delicatezza di Papa Bergoglio.
Ma il cattolicesimo non è solo questo, non è solo accoglienza e assistenza, e non si può rimproverare l’impegno di chi denuncia la pericolosissima rivoluzione antropologica che è in atto, lo stravolgimento radicale dell’istituto della famiglia e della nostra stessa società. Di fronte all’unanimità del pensiero laicista dominante, i cattolici devono testimoniare una visione diversa dell’uomo e della società: anche questo è carità, anche questo è un segno di amore per il prossimo.
Sara l’uscita in mare di un Papa, in segno di partecipazione a rievocazioni e feste delle varie comunità visitate, non è una novità. Ne ricordo due di Giovanni Paolo II: una con i pescatori di Fano e un’altra in Perù, se non mi sbaglio, a metà degli anni ’80… ma ora non posso verificare…
Ma per fortuna ci sono cattolici che cercano di farsi carico concretamente delle situazioni in cui si trovano queste persone: che non sono pezzi di plastica, per dirla efficacemente con Claudia. E che, prima di essere problemi da risolvere, sono PERSONE: e migliaia, solo quelle che ci coinvolgono direttamente come italiani. Milioni et ultra, se l’ottica è mondiale.
Per portare un esempio che conosco da vicino, e che immagino si riproponga nella altre diocesi ,la Pastorale sociale per i migranti della Diocesi di Torino ha un modo di porsi al fianco delle persone che arrivano da noi, e delle loro criticità, che è a 360 gradi, operativo, deideologizzato, anche deconfessionalizzato e multireligioso almeno nei riferimenti e nei supporti, con attenzione agli accompagnamenti multiculturali e -almeno- link ai centri di incontro e preghiera di ogni religione; oltre a una robusta sezione dedicata alla informazione , alla consulenza, alla normativa.
Ripeto: non si tratta del Gruppo Abele o di iniziative “arcobaleno”.
Ma di una normalissima Arcidiocesi.
Ancora e sempre, la Chiesa è sempre piu’ viva e bella e Presente nel mondo (che è il suo vero posto, quale altro se no?!) -presente nel senso della presenza di Cristo- di come spesso lo siamo noi, suoi singoli esponenti.
Il che mi consola sempre della mia grettezza , e mi sprona alla grande a muovermi nella stessa direzione.
Sul sito diocesano di questa Pastorale, trovo e giro la seguente informazione che trovo assai degna di nota, specie per i molti romani del blog:
ABOLIAMO IL REATO DI IMMIGRAZIONE.
MERCOLEDI’ 3 LUGLIO 2013 INCONTRO AL FORLANINI DI ROMA
critto da Redazione il 1 July 2013 in Asilo, Notizie e appuntamenti
Le associazioni Antigone, Progetto Diritti, Roma Dakar e l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini promuovono un incontro dal titolo: “Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato: le ragioni giuridiche e sociali per l’abolizione del reato”. L’ iniziativa si terrà mercoledì 3 luglio 2013 dalle ore 9.30, presso l’Aula Magna dell’Ospedale Forlanini – p.zza Carlo Forlanini, n .1
L’iniziativa si pone l’obiettivo di chiedere l’abolizione dell’articolo 10 bis del Testo unico sull’immigrazione, che considera reato l’immigrazione clandestina, introdotto dalla legge Maroni del luglio 2009. La richiesta rientra nel quadro delle tre proposte di legge di iniziativa popolare dirette a introdurre il delitto di tortura nel codice penale, a modificare la legge Fini – Giovanardi sulle droghe e a ripristinare la legalità nelle carceri affollate.Nel corso dell’incontro sarà possibile sottoscrivere le tre proposte di legge
Tratto da:http://www.migrantitorino.it/?p=29809
Io sono contentissimo di questo viaggio di Papa Francesco a Lampedusa e mi aspetto (Vorrei è forse troppo?!?!) che andasse più in profondità al probelma e SOLENNEMENTE TUONASSE:
1) Contro i (Paesi) produttori di armi che riforniscono abbondantemente l’Africa, provocando conflitti da cui la gente fugge.
2) Contro i paesi che non condonano i “debiti” dei paesi africani.
3) Contro chi concede a quei paesi “Crediti” senza prevedere la “clausola” che quei soldi non debbano essere usati per l’acquisto di armi ma per lo sviluppo.
4) Contro lo “IMPERIALISMO” (presente passato e futuro) che ha permesso i confini tracciati con la riga…
5) contro le multinazionali che depredano quei paesi delle proprie ricchezze pagando per le concessioni una miserresissima miseria…
6) Contro i paesi che sostengono i governi fantoccio…
7) Contro lo stile di vita dei paesi ricchi (che sono quelli occidentali…) che sprecano quello che per l’africa sarebbe vita
8) Contro le folle spese militari di una certa nazione…
9) Contro certi programmi folli di ricerca di “certe nazioni” che costano… manco a dirlo.
Santità, c’è tanto da tuonare, che potrebbe piovere…
P.S. L’elenco e lungo e si può continuare.
Fatelo anche voi…
La mia amica eritrea con due figli di 7 e 9 anni, dopo una decina di anni in Italia è espatriata oggi per gli USA con biglietto di sola andata. Questa volta è un viaggio senza gommone, ma con due figli cresciuti a Roma – scuola, parrocchia, amici – con un progetto che può naufragare o riuscire finalmente. Ha lavorato, anche ultimamente aveva un lavoro ma sempre incerto e sospeso al filo del capriccio di tanti piccoli appalti di servizi. Comunque, con il suo stipendio, sicurametne arrivava alla fine del mese, ma con fatica passava i giorni tra il primo e il 27… senza poter vedere i figli che venivano affidati ora all’uno ora all’altro della parrocchia, ora al campetto da soli… quale futuro per loro? In fondo in fondo, anche questa è una fuga alla ricerca di un posto migliore, forse non più accogliente, ma certamente con qualche possibilità in più: è una donna forte e coraggiosa (oltre che bellissima). Per la terza volta nella sua giovane vita (non credo che raggiunga i 40 anni) cambia continente e lascia tutto. Personalmente, mi sento responsabile di questa fuga. Una ragazza che aveva tutti i numeri per integrarsi e soprattutto la volontà… Il suo bagaglio sarà stato al massimo di tre valigie. Non deve essere semplice per lei; non può essere preso da noi come un normale evento della vita.
Hai ragione, Mattlar, eppure è proprio quello che facciamo: prendiamo questo fenomeno della migrazione come un normale evento della vita.Lo sto facendo anch’io, adesso, chiamandolo ” fenomeno della migrazione”, come se parlassi della deriva dei continenti o delle bizzarrie climatiche. Se dovessi essere io ad
a avere tutto, dicasi tutto, in tre valigie, certo sarei meno asettico e distaccato.
Noi consideriamo queste persone:( se va bene )un problema da risolvere; un problema da gestire; una risorsa da impiegare; un hatu per il nostro futuro.
Tutto vero.
Il fatto che siano PERSONE, sparisce. Si potrebbe dire: è ovvio che lo sono.
Palle. Noi, che giustamente inorridiamo davanti alle condizioni di certi canili, se vedessimo i nostri cani di casa affrontare viaggi in quelle condizioni e poi venire stivati in quelle altre condizioni , faremmo il diavolo a quattro, andremmo a prenderli e ce li porteremmo via.
In questo caso, mettiamo su fatalismo e pragmatismo mescolati, e via andare.
Anche questa, per un cristiano, è una pericolosissima rivoluzione antropologica in atto, perché introduce un criterio di selezione automatica tra gli uomini sulla base della considerazione dei nostri interessi concreti. Uno stravolgimento radicale della idea di dignità dell’uomo ( anche la nostra, che ne esce comunque degradata) e della nostra stessa società. Ha ragione Federico, I cattolici devono testimoniare una visione diversa dell’uomo e della società: in quanto cattolici, prima ancora che in quanto italiani di questo o quel colore.
http://www.ilquotidiano.it/articoli/index.cfm?ida=34804
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/12/oggi-fano-pescatori-tavola-con-papa-wojtyla.html
Ecco Fano e Giovanni Paolo II.
Per tenere presente che il dramma e il casino non si esauriscono con i barconi dei trafficanti di uomini e con i naufragi rischiati e/o subiti e gli annegamenti, ma non ne sono che un primo atto:
DEPUTATI VISITANO CIE TRAPANI: STRUTTURA DISUMANA
Scritto da Redazione il 2 July 2013 in Notizie e appuntamenti
I deputati nazionali Davide Faraone (Pd) e Erasmo Palazzotto (Sel) hanno visitato stamani il Cie di Trapani Milo. ”Questa e’ una struttura non frequentabile dagli uomini – ha detto faraone – Anche se il personale e’ qualificato e le forze dell’ordine fanno benissimo il loro dovere, ho visto fino a quindici uomini ammassati in una stanza in condizioni igieniche pessime. Ci sono circa 120 persone costrette a vivere in condizioni di abbandono assoluto”. ”Noi vogliamo cambiare la legge che crea strutture simili in tutto il Paese. Non si possono tenere in queste condizioni esseri umani che non hanno commesso alcun reato e che hanno solo cercato un futuro migliore rischiando spesso la vita in mare per venire qui”, ha commentato Palazzotto.
Fonte: immigrazione.aduc.it
http://www.migrantitorino.it/?p=29813
Guardando la foto di Giovanni Paolo II tra le sartie, faccio quasi fatica a ricordarmelo in quella sua prima frase gagliarda, potente e condottiera.
Dopo, quanta fatica pazzesca , il grande Lolek…..
Francesco, andrà a Lampedusa e quello non sarà l’ultimo dei suoi interventi pastorali nella direzione degli ultimi.
E’ figlio di emigrati, conosce bene l’argomento.
Contrariamente a chi vorrebbe dichiarazioni solenni e tonanti contro i responsabili di questi moderni esodi e di tragedie umane, mi aspetto e sono convinto che Francesco invece incoraggerà e benedirà coloro che avranno la forza di ravvedersi e di cambiare atteggiamento, nei confronti dei propri simili.
Quello che vince è il linguaggio dell’amore che parla ai cuori, offrire una possibilità di redimersi.
Non quello che “divide”, Francesco lo sa bene.
…
GIOVANNI PAOLO II: “convertitevi, una volta verrà il giudizio di Dio”
http://www.youtube.com/watch?v=R2kzS2grRp4
(Sor Beato Giovanni Paolo, sentito cosa dice er sor Nino da Roma?
Nun ze fa, nun se dicheno ste”dichiarazioni solenni e tonanti contro li responsabili de sti fenomeni. E “rrobba che divide….”)
(Eh, pure li beati, futuri santi, ce devono avè da imparà…)
Certo, capisco pure…
a certi la sola parola “convertitevi” fa venì l’orticaria…
Non so che farà e che dirà Francesco Papa.
Certo è che nessuno di noi, se cattolico, puo’ tirarsi fuori dal discorso delle responsabilità e indicare sopra la propria testa colpevoli e problemi che stanno ben piu’ in alto di noi.Non perché non esistano, ma perché non sono i soli.
Do ragione a Luigi quando dice “vai, vendi, dai, impegnati in prima persona, adotta un immigrato, ospita in casa un rifugiato: quanti lo fanno?”
Do ragione a mattlar quando dice, parlando della fuga della sua amica eritrea dall’ italia: “personalmente mi sento responsabile della sua fuga.”
Questo è uno di quegli aspetti in cui chiunque puo’ inizare a fare qualcosa direttamente e domani mattina. Credo anche che sia uno di quegli aspetti su cui saremo chiamati a rispondere direttamente e personalmente quando saremo faccia a faccia con Cristo.A meno che il Vangelo non sia una bufala.
“Do ragione a Luigi quando dice “vai, vendi, dai, impegnati in prima persona, adotta un immigrato, ospita in casa un rifugiato: quanti lo fanno?” ”
Molto lodevole!
Eppure penso siano molto degni di lode anche coloro che col loro “stile di vita” contribuiscono a far si che non si creino le condizioni per far si che le persone abbiano bisogno di “fuggire” dai loro paesi.
E in quello “stile di vita” c’è tanto…
Mi ricordo in questi in questi giorni la’rticolo di Avvenire che innestò la polemica del Giornale con Boffo:
Era di Marina Corradi:
Chi non vuole vedere e chi muore
di Marina Corradi – da Avvenire
Sono arrivati in cinque. Erano ischeletriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il barcone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su barche così. Affastellati uno sull’altro come bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua. E dunque quel barcone vuoto, con cinque naufraghi appena, è stato il segno della tragedia. Laggiù a 12 miglia da Lampedusa, ai margini estremi dell’Europa, un relitto di fantasmi. Cinque vivi e forse più di settanta morti, in venti giorni di peregrinazione cieca nel Mediterraneo.
Decine e decine di eritrei inabissati come una povera zavorra di ossa in fondo a quello stesso mare in cui a Ferragosto incrociano navi da crociera, traghetti, e gli yacht dei ricchi. È questo il dato che raggela ancor più. Perché in venti giorni, nelle acque della Libia e di Malta, e in mare aperto, qualcuno avrà pure incrociato, o almeno intravisto da lontano quel barcone; ma lo ha lasciato andare al suo destino. Solo da un peschereccio, hanno detto i superstiti, ci hanno dato da bere. Come dentro a una spietata routine: eccone degli altri. E non ci si avvicina. Non si devia dalla rotta tracciata, per un pugno di miserabili in alto mare. Noi non sappiamo immaginare davvero. Come sia immenso il mare visto da un guscio alla deriva; come sia spaventoso e nero, la notte, senza una luce.
Come picchi il sole come un fabbro sulle teste; come devasti la sete, come scarnifichino la pelle le ustioni. Noi del mondo giusto, che su quelle stesse acque d’agosto ci abbronziamo, non sappiamo quale spaventevole nemico siano le onde, quando il motore è fermo, e l’orizzonte una linea vuota e infinita. Non possiamo sapere cosa sia assistere all’agonia degli altri, impotenti, e gettarli in acqua appena dopo l’ultimo respiro. ‘Altri’ che sono magari tuo marito o tuo figlio. Ma bisogna liberarsene, senza tempo per piangere. Perché quel sole tormenta e disfa anche i morti; e i vivi, vogliono vivere. Noi non sappiamo com’è il Mediterraneo visto da un manipolo di poveri cristi eritrei, fuggiti dalla guerra, sfruttati dai trafficanti, messi in mare con un po’ di carburante e vaghe indicazioni di una rotta.
Ma c’è almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo della immigrazione consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. Esiste una legge del mare, e ben più antica di quella pure codificata dai trattati. E questa legge ordina: in mare si soccorre. Poi, a terra, opereranno altre leggi: diritto d’asilo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano. E invece quel barcone vuoto – non il primo arrivato come un relitto di morte alla soglia delle nostre acque – dice del farsi avanti, tra le coste africane e Malta, di un’altra legge. Non fermarsi, tirar dritto. (Pensate su quella barca, se avvistavano una nave, che sbracciamenti, che speranza. E che piombo nel cuore, nel vederla allontanarsi all’orizzonte).
La nuova legge del non vedere. Come in un’abitudine, in un’assuefazione. Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo, ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo. L’Occidente a occhi chiusi. Cinque naufraghi sono arrivati a dirci di figli e mariti morti di sete dopo giorni di agonia. Nello stesso mare delle nostre vacanze. Una tomba in fondo al nostro lieto mare. E una legge antica violata, che minaccia le stesse nostre radici. Le fondamenta. L’ idea di cos’è un uomo, e di quanto infinitamente vale.
OT
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-matteo-renzi-sequestra-ponte-vecchio-e-lo-trasforma-in-location-per-una-festa-58743.htm
Dal momento che per me che sia il Papa o un sindaco la cultura è la cultura (e deve essere per tutti altroché principi rinascimentali).’
E io li lodo molto volentieri, anche quelli che si sforzano di adottare stili di vita alternativi, meno ” predatori” dei paesi meno ricchi o poverissimi….
Solo che non basta.
Sono gli occhi chiusi, la quieta e rassegnata indifferenza , la rassegnazione, la scarsa attenzione, la legge del non vedere di cui parla l’articolo postato da Sara, insomma, che non dovrebbero trovare casa dai cattolici. Proprio perché, come ricorda l’articolo, non è la prima volta che succede, e lo abbiamo fatto, da cattolici, nella storia molto recente qui in europa, in casa nostra.
Qui ci stanno delle nefandezze che accadono nel nostro mare, prima, e nelle nostre strutture, poi. Dove sta scritto che è un evento di forza maggiore, di cui prendere atto con aria contrita e basta? Io credo che dobbiamo cercare di far prendere coscienza tutti( dopo averla presa noi) che qui c’è una morìa continua sotto il nostro naso e un trattare persone come bestie in casa nostra.
E che questo viene PRIMA di ogni considerazione economica e politica.
Questo un governo non potrà forse dirlo, magari non deve nemmeno farlo.
Ma la Chiesa Cattolica, che siamo noi, deve farlo a gran voce.
La Chiesa quella ufficiale non è stata zitta su queste cose. L’articolo è del 2009 e anche due anni fa quando la Francia chiuse le frontiere a Ventimiglia ha parlato molto chiaramente sulla questione Lampedusa.
Paradossalmente in questo bisogna dirlo sono molto peggio i laici che su queste cose hanno idee “pensanti” e diverse ma non certo migliori della gerarchia.
Per lo meno è l’impressione che ho parlando con le persone.
Ragionissima , Sara.
E infatti – come quasi sempre- io di laici parlo.
E come ho detto stamattina a proposito di altro,( in una botta autocelebrativa mi cito addosso, pensa te!) la Chiesa è sempre piu’ viva e bella e Presente nel mondo (che è il suo vero posto, quale altro se no?!) -presente nel senso della presenza di Cristo- di come spesso lo siamo noi, suoi singoli esponenti.
Quanto al ” pensanti” di molti che girano la testa dall’altra parte, o dicono: chessepoffà? è la storia…, preferisco pensare che sia una fuga di comodo, come si puo’ “pensare” in questo modo, se cattolici?
Io penso che Francesco su questo insisterà parecchio e farà partire, a noi personalmente, alcune delle sue robuste pedatazze.
Però, scusi Sig. Lorenzo, ma se lei interloquendo con me mi dice: “Dove sta scritto che è un evento di forza, di cui prendere atto con aria contrita e basta”, allora -non si offenda- debbo farle notare che lei manca di senso della logica e capacità di interpretazione di un semplice pensiero.
Mi sembra che in due o più post io ho proprio detto che bisogna andare (anche) alle CAUSE di questi eventi.
E uno che vuole rimuovere la causa di un evento non è uno indifferente.
P.S. a beneficio di molti “zucconi” e finti tonti ( e dei tonti pure)…
Io vorrei che le persone non fuggano dai loro paesi non perchè mi dia fastidio che vengano qui o altrove. Mi da fastidio che ci siano guerre e miseria e altre situazioni da cui le persone debbano fuggire. Nessuno penso ami fuggire dalla propria terra.
(Mi auguro che le tante “teste di carciofino” ora abbiano ben chiaro questo concetto…
ELOGIO DELL’OVVIETA’
Nulla di nuovo sotto il sole.
Lapalisse direbbe che prerogativa dei singoli non solo di un Papa dovrebbe essere quella di prendere posizione e contrastare Il male in ogni sua forma ed espressione.
Troverei alquanto banale e semplicistico che il Papa, questo Papa, si lasci trasportare dalla banalità dell’invettiva, della maledizione tout court, fine se stessa e che lascia le cose come stanno.
Direi che universalmente il Papa, come altri capi religiosi sono , per definizione, difensori dei poveri, dei sofferenti degli ultimi del pianeta.
Penso che per favorire una conversione non aiutino né i calci nel culo nè gli schiaffi.
Circa l’intemerata di GPII sui mafiosi, trattasi di episodio molto particolare.
GPII disse quella frase, non scritta nel discorso ufficiale, e del tutto inaspettata dopo aver fatto visita ai genitori del giudice Livatino con i quali s’intrattenne a colloquio per circa 20 minuti.
La visita non era programmata, GPII fece deviare la scorta e le auto al seguito verso la casa dei Livatino, la scorta era sconvolta, tutte le misure di sicurezza saltate, lui volle entrare da solo in casa dei Livatino , che nessuno aveva potuto avvertire per la repentinità degli eventi.
Don Ciotti che era presente, fermo in un’altra macchina al seguito, riferì che quando il Papa uscì dalla casa era terreo e turbato.
GPII ebbe una Santa reazione fu una botta a caldo una improvvisata in un linguaggio del tutto inusuale per un Papa, ma che fece bene a tutti e in particolare ai siciliani.
Ricordo che lo stesso GPII per cause simili , come lo sterminio dei 6 padri gesuiti in El Salvador, non ebbe una reazione del genere .
Oggi è proclamato Santo.
E allora?
Ma io non lo dico a lei specificamente ; mr. Ubi, che infatti non l’aveva detto.
Ma per molti italiani, e passi, ma italiani cattolici, e non passi per niente, è così la considerazione del fatto.
Ubi la CHiesa ha chiarito di non incoraggiare l’immigrazione (trovo solo questo riferimento ma ricordo bene altre interviste all’epoca: “La Chiesa difende il diritto dell’uomo a emigrare e tuttavia non ne incoraggia l’esercizio, riconoscendo che “la migrazione ha un costo molto elevato e a pagarne il conto sono sempre i migranti”. Non c’è contraddizione tra queste due asserzioni?” http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/09/24/sullimmigrazione-la-chiesa-ha-idee-lungimiranti-e-finalmente-le-spiega/)
Resta che l’obbligo di soccorrere chi scappa da situazioni impossibili non può mai essere messo in discussione.
Vede Signor Nino, mica ho detto che Papa Francesco se lo deve scrivere nel discorso…
e poi, far visita ad uno specchio di mare dove fino a pochi giorni prima son morto tanti affogati per fuggire dal peggio, non credo possa non turbare, anche per il fatto che purtroppo con quell’andazzo quei fatti (fughe e annegamenti) son destinati a ripetersi continuamente…
Ahh, precisazione importante: non ho parlato di calci in culo nè di schiaffi, ma di dire alcune cose, che i giornalisti, ma anche le persone comuni, tradurrebbero con “ha tuonato”
(perchè effettivamente la “verità gridata dai tetti” assume a volte il rimbombo di un “tuono”…
Ma sinceramente Francesco ha tuonato parecchio su questo. (http://www.agi.it/estero/notizie/201306051101-est-rt10066-siria_papa_rinnovo_con_forza_appello_pace_e_aiuto_profughi giusto come esempio)
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=176286
O anche qui, ma in generale non si può proprio dire che su queste cose sia stato zitto.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/libano-lebanon-libano-papa-el-papa-pope-18126/
E anche sul commercio d’armi già Benedetto si era fatto sentire.
Più che tuonare bisognerebbe aprire la testa di qualcuno in due per farsi sentire.
Vede signor Ubi,
prendo atto che i nostri punti di vista seppur , in questo caso alquanto similari, confliggono nella rappresentazione, che lei non disdegna di arricchire con i fuochi d’artificio , i tuoni i fulmini e le saette.
Per me l’importante è che Francesco sorprenda.
“per me l’importante è che Francesco sorprenda”
Anche per me! Solo che secondo me la più bella sorpresa
sarebbe se a Lampedusa, terra di migranti, per lo più africani e musulmani il Papa parlasse guarda un po’ di Cristo e del messaggio cristiano! !Sarebbe una bella sorpresa , no?
Eppure qualcosa mi dice che avremo le solite frasi che direbbe una Laura Boldrini, un funzionario ONU qualsiasi , tipo ” siamo tutti migranti” oppure “siamo tutti uguali cristiani e musulmani” e via sloganeggiando….per il piacere dei giornalisti e dei cultori del politicamente corretto, e del nuovo Flaubert che volesse compilare un “Dizionario dei luoghi comuni”!
Ma chi ascolti, Discepolo? Ma chi? Non certo Francesco, che ha chiesto di gridare “Gesù, Gesù” invece del suo nome!
Che ce l’ha ripetuto in mille salse che la Chiesa “non è una ONG”, in tutte le salse!
Ma che mi tocca sentire… e pensare che rimproveravi chi non ascoltava Benedetto…
Poveri papi, parlano ad un popolo dall’ascolto selettivo…
A Discepolo e Nico: penso che Discepolo abbia lanciato una giusta sfida al Papa, quella di vedere se a Lampedusa parlerà il “politicamente corretto” [cioè un ragionamento alla Boldrini] o se parlerà di Cristo e del messaggio cristiano. Discepolo ha la premonizione che il Papa non sarà all’altezza della sua missione, io invece che lo sarà. Tra sei giorni avremo la soluzione.
Io a Discepolo invece mi sento di chiedere: cosa intende con parlare di Cristo? cosa deve dire il Papa per parlare di Cristo?
discipule, Francesco a Lampedusa VA A TROVARE CRISTO: che è là, precisamente tra quei ” migranti, per lo più africani e musulmani “, sempre che nel Vangelo ci si creda e non sia diventato il libro delle fiabe.
Quanto allo “sloganare per il piacere dei giornalisti e dei cultori del politicamente corretto”… immagino che tu, come me, abbia mangiato la tua bella cena, sia davanti al tuo bel pc, in attesa di infilarti nel tuo bel letto caldo e profumato,nella tua accogliente casa.
Perché è così che a noi ” è toccato in sorte”.
Per pura botta di fortuna, meriti ZERO.
Finché siamo in queste condizioni di assoluto privilegio, è facile assai parlare di sloganume. Ma se fossimo in un centro d’accoglienza, stipati come in un carcere italiano, stremati e magari con qualche figlio annegato nell’ospitale Italia, beh, discepolina, vedremmo le cose da un punto di vista un tantinello diverso.
Che il nostro Amico, lui che puo’, ci perdoni.
!
Diogene amava tanto la povertà che decise di abitare in una botte e possedere soltanto una scodella. Ma un giorno, vedendo un uomo che beveva nel palmo della mano gettò via anche la scodella….C’est la vie.
Dal momento che nessuno di noi ha deciso di abitare in una botte e di possedere solo una scodella, né, tantomeno, si sognerebbe di buttare via anche quella, il rischio ben presente è quello che- davanti a chi non ha piu’ niente- ci limitiamo a dire ” c’est la vie”. Un bel sospiro, e via, si torna nelle nostre belle vite garantite e sicurette….
@Discipule,
ho provato a immaginare cosa potrebbe fare il Papa Francesco lunedì prossimo e cosa mi aspetterei io, se fossi un profugo-naufrago. Colgo la tua preoccupazione che il Papa non si esponga, per rispettare il senso del politicamente corretto. Penso, però che ci possa essere un’altra lettura.
Probabilmente, se io – ctistiano cattolico – mi trovassi, naufrago in terra islamica e vedessi arrivare un imam o un altissimo esponente dell’Islam per gettare una corona in mare…. e finalmente per annunciarmi la verità, Maometto e tutti i profeti… probabilmente lo manderei a quel paese…
Se venisse un uomo di Dio che cercasse di ascoltare il mio stato di indigenza – e ti assicuro – parlando con queste donne eritree l’ho provato sulla mia pelle – stiamo parlando di piaghe del corpo e nello spirito, di passaggi dell’esistenza al limite dell’umano e della sopravvivenza… allora probabilmente lo prenderei per quello che è: un uomo di Dio… ben diverso da un uomo delle istituzioni, come la Boldrini. Solo in questo caso mi aprirei ad ascoltare quello che dice ed eventualmente alla strada che lui percorre…
Forse, come diceva qualcuno prima di me (Lorenzo) il Papa è lì per incontrare Cristo in quelle piaghe dell’anima, in quelle persone provate dagli uomini e dalla vita, dall’economia e dalla violenza… ti assicuro che ne hanno viste tante… anche in una semplice perquisizione alle frontiere ci può essere tanta violenza, anche in un solo giorno in barcone con l’idea che il mare ti può risucchiare, ci può essere tanta paura della morte, anche nella sola idea che lasci tutto ci sia un’apertura al Signore che costoro sanno e sapranno riconoscere i falsi profeti… non credo che si lascino abbindolare o si possano accontentare di una predica; credo che queste cose il Papa le sappia e immagino che non vorrà fare e non farà un discorso “istituzionale”, né un discorso “politico” o politicamente corretto. Immagino che a volte di fronte all’uomo che soffre non si possa far altro che contemplare e partecipare, in lui, alle sofferenze di Cristo…
Gli immigrati, anche i profughi che fuggono, non sono necessariamente musulmani, in molti casi sono cristiani.
Volendo.
Hai ragione.
Qualche volta, però, forse, anche di fronte al cristiano che si trova nella sofferenza le parole sono un di più e possono lasciare spazio al silenzio… mi sembra che ci sia un passaggio di Dostoevski che lo rappresenti bene, nella morte del principe Myškin… ma non sono così colto e la mia memoria non mi aiuta in questo momento…
E il Papa, anche con la sua sola presenza, – in quelle condizioni – penso che sia accolto più come il vicario di Cristo che come il vertice istituzionale della Chiesa… almeno questo mi immagino.
O almeno, se io fossi un profugo che è stato in mare qualche giorno attaccato a una rete di tonni e con qualche compagno morto accanto a me, sinceramente non penserei tanto alle istituzioni, quanto al Salvatore…
Volevo anche sottolineare che mi è piaciuta l’intuizione di qualcuno prima di me (Lorenzo di nuovo?) che ha proposto l’ospitalità o l’adozione di un profugo o di un immigrato. Penso che ci si possa anzi ci si debba riflettere concretamente. Grazie
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20111119_africae-munus_it.html
Vero però Discepolo prima di dire Africani per lo più musulmani dovrebbe informarsi.
http://vaticaninsider.lastampa.it/documenti/dettaglio-articolo/articolo/africa-africa-18309/
Non che cambi molto se l’immigrato o il rifugiato è cristiano o no, ma volendo la Chiesa ha più fedeli in Africa che nel paese di Discepolo.
I miei genitori l’anno scorso hanno ospitato una famiglia brasiliana per alcuni mesi. Hanno una casa molto grande. (in pratica un appartamento vero e proprio al piano di sopra libero).
“E le piaghe di Gesù tu le trovi facendo le opere di misericordia, dando al corpo – al corpo – e anche all’anima, ma al corpo – sottolineo – del tuo fratello piagato, perché ha fame, perché ha sete, perché è nudo, perché è umiliato, perché è schiavo, perché è in carcere, perché è in ospedale”.
http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/03/il_papa_nella_festa_di_san_tommaso:_dio_si_incontra_baciando_l/it1-707050
Nelle nostre zone c’è, da molti anni, l’esperienza dell’accoglienza di bambini provenienti da Cernobyl e dintorni, per il periodo estivo.
A parte il romanticismo iniziale (ospitare un bambino attrae, sembra facile), il protrarsi dell’esperienza consente, da un lato, di verificare come stare con l’altro non sia mai semplice e, dall’altro, favorisce un’apertura delle nostre vite ‘appartate’ e un ampliamento di orizzonti assolutamente prezioso.
“Le piaghe di Gesù”, un tuffo nel passato questa immagine.
Il mio povero marito ne ha fatte di queste opere, durante la guerra, sotto i bombardamenti, e poi, in seguito, per tutta la vita fino all’ultimo respiro, ed io con lui. Era un pediatra. Di notte, di giorni, senza posa, correva da ogni parte lo si chiamasse per curare i bambini feriti. Ne fasciò di piaghe, e quanti ne salvò dalla dissenteria ed ogni sorta di malattie. Dio le ha riservato un grande posto in Paradiso. Dico a lorenzo, che il senso dell’aneddoto non ha nulla a che vedere con quello che ha scritto, proprio nulla!
…e allora, Silvia, me lo spieghi per favore qual era il senso dell’aneddoto.
Grazie!
Ringrazio nicoletta per il link della omelia di stamattina.
“le piaghe di Cristo”: ha ragione Sara, parole che sembrano un tuffo nel passato. C’era tutta una retorica, un po’ granguignol anche , se vogliamo, sulle piaghe…Ma qui Francesco parla delle piaghe vere e concrete sul corpo di Gesù; quelle che restano e ci sono nel suo corpo risorto, quelle che fa toccare a Tommaso, quelle che anche noi vedremo.
E , su questo, dice delle cose straordinarie.
A partire da questa:
Il “cammino per l’incontro con Gesù-Dio – ha sottolineato – sono le sue piaghe. Non ce n’è un altro”:
Dettagliando molto bene quello che questa affermazione significa:
“Nella storia della Chiesa ci sono stati alcuni sbagli nel cammino verso Dio. Alcuni hanno creduto che il Dio vivente, il Dio dei cristiani noi possiamo trovarlo per il cammino della meditazione, e andare più alto nella meditazione. Quello è pericoloso, eh? Quanti si perdono in quel cammino e non arrivano. Arrivano sì, forse, alla conoscenza di Dio, ma non di Gesù Cristo, Figlio di Dio, seconda Persona della Trinità. A quello non ci arrivano. E’ il cammino degli gnostici, no? Sono buoni, lavorano, quello, ma non è il cammino giusto. E’ molto complicato e non ti porta a buon porto”.
“Altri – ha spiegato il Papa – hanno pensato che per arrivare a Dio dobbiamo essere noi mortificati, austeri, e hanno scelto la strada della penitenza: soltanto la penitenza, il digiuno. E neppure questi sono arrivati al Dio vivo, a Gesù Cristo Dio vivo. Sono i pelagiani, che credono che con il loro sforzo possono arrivare”. Ma Gesù ci dice che il cammino per incontrarlo è quello di trovare le sue piaghe:
“E le piaghe di Gesù tu le trovi facendo le opere di misericordia, dando al corpo – al corpo – e anche all’anima, ma al corpo – sottolineo – del tuo fratello piagato, perché ha fame, perché ha sete, perché è nudo, perché è umiliato, perché è schiavo, perché è in carcere, perché è in ospedale. Quelle sono le piaghe di Gesù oggi. E Gesù ci chiede di fare un atto di fede, a Lui, ma tramite queste piaghe. ‘Ah, benissimo! Facciamo una fondazione per aiutare tutti quelli e facciamo tante cose buone per aiutarli’. Quello è importante, ma se noi rimaniamo su questo piano, saremo soltanto filantropici. Dobbiamo toccare le piaghe di Gesù, dobbiamo carezzare le piaghe di Gesù, dobbiamo curare le piaghe di Gesù con tenerezza, dobbiamo baciare le piaghe di Gesù, e questo letteralmente. Pensiamo, cosa è successo a San Francesco, quando ha abbracciato il lebbroso? Lo stesso che a Tommaso: la sua vita è cambiata!”.
Per toccare il Dio vivo – ha affermato il Papa – non serve “fare un corso di aggiornamento” ma entrare nelle piaghe di Gesù e per questo “è sufficiente uscire per la strada”. Chiediamo a San Tommaso – ha concluso – la grazia di avere il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesù con la nostra tenerezza e sicuramente avremo la grazia di adorare il Dio vivo”.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/03/il_papa_nella_festa_di_san_tommaso:_dio_si_incontra_baciando_l/it1-707050
del sito Radio Vaticana
Io non so voi, ma questo Papa , per il particolare linguaggio che usa, parla a tutti, ma io me lo sento rimbombare fortissimo nell’orecchio, come se parlasse specificatamente per me.
Una vera benedizione, provvidenza pura.
Si riaggancia a quanto detto da discepolo. Vada a rivedere i primi post, e vedrà che troverà il nesso.
Sono andato a rivedere e il nesso non l’ho trovato lo stesso.
Né vedo un aggancio con quanto detto da discepolo.
Dove sono, dunque, entrambi, signora Silvia: aggancio e nesso?
Perché evidentemente devo aver preso fischi per fiaschi, ma non capisco quali siano i fischi che avrei preso per fiaschi.
Se no, fa lo stesso.
fa lo stesso lorenzo, non si preoccupi…
L’ omelia di papa Francesco, oggi, ha un’ altezza di pensiero raramente riscontrabile. Tutti dovrebbero tenerla presente, anzi fissarla nella mente, per camminare verso il Signore e con Gesù stesso.
Trovo significative queste parole: ” Il Signore sa perché fa le cose.
E a ciascuno di noi dà il tempo che lui crede che sia meglio per noi.” Io ne sono convinta.
Inutile quindi aspettarsi che ognuno si converta a Lui secondo i nostri tempi, quelli che noi vorremmo o ci aspetteremmo di fronte a certe circostanze. La nostra impazienza ha come contraltare la Sua pazienza. Le Sue vie sono diverse dalle nostre, i suoi modi sono differenti dai nostri.
Ha detto: “Nella storia della Chiesa ci sono stati alcuni sbagli nel cammino verso Dio. ”
Ci sono stati e ancora ci sono.
E sono quelli di chi crede che valgano i ragionamenti su Dio; tanti ragionamenti che portano perfino fuori strada.
Infatti chi può presumere di trovare Dio con la ragione? Tutti i discorsi teologici sono altrettanti tentativi, che tali restano, di scandagliare la realtà divina.
Il fanatismo di chi si convince di sapere, di conoscere, e sbandiera la sua fede religiosa, in realtà non ha nulla a che vedere con la fede religiosa.
Il modo più “semplice” e concreto, ma non altrettanto facile ( non sempre, almeno), per trovarLo è seguire il Cristo, curando le piaghe degli altri, quelle del corpo ma anche le tante piaghe dello spirito, spesso interconnesse nell’essere umano.
E a questo scopo non serve fare “un corso di aggiornamento”, come ha detto il Papa.
Basta riuscire a vedere nelle piaghe degli altri le nostre stesse piaghe da curare.
È proprio quel che farà papa Francesco recando conforto, con le parole e con la sua stessa presenza, agli immigrati e alla popolazione locale.
Il modo più “semplice” e concreto, ma non altrettanto facile ( non sempre, almeno), per trovarLo è seguire il Cristo, curando le piaghe degli altri, quelle del corpo ma anche le tante piaghe dello spirito, spesso interconnesse nell’essere umano.
E’ complicatissimo ciò, cara Marilisa e soprattutto: siamo sicuri che l’altro (uomo o donna) ci chieda ciò? Siamo sicuri che voglia essere curato da noi?
Sono domande che faccio a me stesso e qui sul blog.
Ciao a tutti.
F.
Appunto anche questo tuffarsi nella carne è gnostico a voler fare i sofisti.
Nel senso carne non è solo piaghe, non è solo negativo non si incontra l’altro solo nel dolore.
Certamente non possiamo imporre une presenza invadente e strombazzata, adesso arrivo io e ti aiuto! Invece che come un elefante nel classico negozio di cristallerie, c’è quella espressione biblica che casca bene: ” levarsi i calzari”, come Mosè davanti al roveto ardente. Credo che quello sia l’unico atteggiamento che abbiamo a disposizione: “levarci i calzari” e fermarci, attendere, rispettare, accettare tempi, modi non nostri e mettere in conto rifiuti. Anche radicali.
MA la sofferenza è sofferenza. Per nessuna ragione, neanche per il piu’ alto e discreto ” rispetto umano”, sono autorizzato ad abbandonare la partita sconsolato, dicendo: non si lascia aiutare! non vuole il mio aiuto!
Questo è estremamente probabile, ed è anche estremamente giusto, da parte di chi lo rifiuta.
E allora? Allora sta a me, che desidero essere di aiuto, cambiare. Cambiare e cambiarmi e cambiarmi ancora, e mettermi indietro, e rinunciare a quello che sono, che penso e che voglio, fino al momento in cui posso pensare di poter essere non “accettato” , ma almeno tollerato. L’aiuto che posso dare ( e devo imparare qual è, mentre arrivo lì convinto di saperlo io!) me lo devo sudare le proverbiali sette camicie.E’ una approssimazione grossolana , ma per semplificare potrei dire che è come se io dovessi guadagnarmi la possibilità, che mi viene offerta dai fatti, di poter aiutare qualcuno.
E infatti, andiamo a sentirci che razza di termini ci viene a proporre Francesco: ” toccare, carezzare, prendersi cura con tenerezza, baciare: e tutto questo letteralmente ! ”
Un crescendo di attenzione e di coinvolgimento personale che non ti consente sconti.
Fabricianus ha ragione : è complicatissimo.
Ma nulla di quello a cui ci invita il vangelo sembra essere una passeggiata. Eppure, cavolo, l’esempio ce lo abbiamo sotto il naso, se solo vogliamo guardarlo e cercare di seguirlo. Si chiama Gesù,sto esempio.
Che ha fatto, il nostro Amico? Poteva arrivare suonando la carica e, con un colpo cosmico di teatro, rovesciare il tavolo e sbaragliare la sofferenza per tutti i tempi e per ogni dove. Che ci andava? Era Dio! Con lo stendardo in mano, manifestarsi alle folle di malati di ogni tipo che lo pressavano e voilà! vittoria!
Invece, un tubo.
Ha preso per sé l’immagine e il ruolo del “servo sofferente”.
Quello è il modello.Nessun altro.
Certo, fatto di due parole che solo a sentirle mi danno repulsa: servo e sofferente. Ma tant’è.
Quindi mettermi “in servizio” ( e non disporre, programmare, pretendere attenzione, imporre…anche se aiuti) e stare, nel mio piccolo e per la mia micronesima parte. a soffrire accanto, a soffrire insieme. La persona che mi accetta nella sua sofferenza, mi apre la parte piu’ intima e riservata che ha. Uno deve guadagnarsela cacchio, sta fiducia, sto privilegio e sta possibilità preziosa. Una cosa molto fragile, delicata e impegnativa.
D’altra parte se sono cristiano, so anche che lì, su quel terreno sacro della sofferenza, porco cane, incontro Gesù Cristo in persona.
Questo da la misura delle cose.
Insomma, un gran casino, altroche palle.Ma bellissimo .
Non un’attività da the canasta benefico o da mercatino della solidarietà, per intenderci: che vanno benissimo, ma che sono, appunto, un the e un mercatino. ” Filantropici” direbbe con la sua dolcezza sarcastica Francesco, inzertandoci in pieno.
Scusate il brodazzone.
Certo Sara, che non si incontra l’altro solo nel dolore,
Ma è solo nel dolore degli altri che posso incontrare di persona Gesù Cristo.
Questo non perché io sia un sadico perverso. Né un dolorista collotorto.
E non lo è nemmeno Francesco, con la sua aria solare e il suo bel faccione pacioso così lontano dagli smunti asceti tutt’occhi al cielo.
Eppure Francesco è categorico. Non ci sono altre strade.
E come potrebbe dire diversamente? Sta scritto chiarissimo nel Vnagelo, non inventa niente ( come tutti i papi, peraltro).
…Vangelo, non Vnagelo…..
Francesco è categorico, ma i suoi predecessori lo erano meno.
Che poi era il senso della mia tirata sul concerto.
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2011/documents/hf_ben-xvi_aud_20110831_it.html
Io di sicuro mi spiego ma male ma intelletto non è solo fuga dalla carne, la Chiesa ha combattuto lo gnosticismo proprio perchè lo gnosticismo vedeva nel mondo una realtà negativa, il corpo, il cibo, la sessualità.
“Questo cammino dalla creazione trova la sua pienezza con l’Incarnazione, con la venuta di Cristo. Dio ha assunto il corpo, si è rivelato in esso. Il movimento del corpo verso l’alto viene qui integrato in un altro movimento più originario, il movimento umile di Dio che si abbassa verso il corpo, per poi elevarlo verso di sé. Come Figlio, ha ricevuto il corpo filiale nella gratitudine e nell’ascolto del Padre e ha donato questo corpo per noi, per generare così il corpo nuovo della Chiesa. La liturgia dell’Ascensione canta questa storia della carne, peccatrice in Adamo, assunta e redenta da Cristo. È una carne che diventa sempre più piena di luce e di Spirito, piena di Dio. Appare così la profondità della teologia del corpo. Questa, quando viene letta nell’insieme della tradizione, evita il rischio di superficialità e consente di cogliere la grandezza della vocazione all’amore, che è una chiamata alla comunione delle persone nella duplice forma di vita della verginità e del matrimonio. ”
“È una carne che diventa sempre più piena di luce e di Spirito, piena di Dio.”
Questa secondo me è la risposta allo gnosticismo, la fiducia che il mondo e la materialità sono buone anche nella loro imperfezione, pieni di luce e di Dio.
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/may/documents/hf_ben-xvi_spe_20110513_istituto_gpii_it.html
Poi come al solito non riesco a farne un discorso meglio compiuto.
Grazie Lorenzo
Grazie Sara1
Ciao Fabr, bravo tu che ti sei fatto una domanda che vale per me e per tutti, e che è proprio bene farsi.
FABRICIANUS scrive,
3 luglio 2013 @ 17:20
Su questo argomento ed altri qui trattati in relazione all’omelia di Francesco, suggerisco di leggere:
“I Vangeli alla luce della psicoanalisi”
http://www.ibs.it/code/9788864630830/dolto-franccedil;oise/vangeli-alla-luce.html
http://rassegnaflp.wordpress.com/2013/01/15/gesu-maestro-prima-del-lettino-di-freud/
Lo definirei un libro “illuminante” e del tutto fuori dagli schemi noti e triti.
Nino carissimo, non ci crederai, ma il libro da te citato e’ qui, davanti a me. Lo acquistai due giorni fa, e, in parte da un primo sfogliarlo, e’ nata la mia domanda; ora sto leggendo il capitolo sul Buon Samaritano.
Un abbraccio.
Già interessante Dolto e ragguardevole Recalcati (svariati libri in attesa di acquisto/lettura), ma grande Sara e il suo link antignostico a B16.
Quel ” la liturgia dell’Ascensione canta questa storia della carne, peccatrice in Adamo, assunta e redenta da Cristo”, mi ha fatto tornare in mente quel dogma censurato (sul come e il perché leggere qui:
http://disputationes-theologicae.blogspot.it/2010/05/ascensione-il-dogma-negato.html).
“È una carne che diventa sempre più piena di luce e di Spirito, piena di Dio.”
Di Benedetto ho sempre apprezzato la grande delicatezza e raffinatezza.
Fabricianus, ti rispondo: no, non siamo sicuri.
Non tutti forse potrebbero volerlo. Dipende dalle circostanze e dai modi con cui si cerca di aiutare. Dipende anche dal carattere delle persone che hanno bisogno.
C’ è comunque, a mio parere, una sorta di bussola sempre valida per l’ approccio con qualsiasi persona, e si chiama “discrezione”.
Ogni volta che ci si avvicina all’altro, lo si deve fare con grande riguardo per non essere invadenti.
È necessario capire o almeno cercare di farlo.
A volte è possibile incontrare persone che l’aiuto lo vorrebbero, ma per orgoglio non lo fanno intendere. Ne ho esperienza.
Sono persone che preferiscono dirsi e farti credere che bastano a se stesse. E invece non è così, perché tutti abbiamo bisogno dell’altro. Solo chi vive, ipoteticamente, in un’ isola deserta può fingere, forzatamente, di bastare a se stesso.
Tutti, prima o poi, abbiamo bisogno di un samaritano o, se si preferisce, di un cireneo che prenda la nostra croce per renderla più sopportabile.
E non parlo solo di piaghe del corpo, ma soprattutto di piaghe dello spirito.
Quando papa Francesco andrà a Lampedusa, non curerà piaghe del corpo. Si farà vicino, con le parole e con la sensibilità che gli è propria, a tante persone le cui ferite sono inimmaginabili per quelli che, come noi, stanno al sicuro nella propria comoda casa, nella terra in cui sono nate e hanno gli affetti.
Porterà un conforto sincero a chi si sradica, per necessità, dal proprio Paese rischiando la vita nei barconi di cartapesta su cui non sono sicuri di niente, e vi si aggrappano nella speranza che tutto vada bene, ma sapendo che da un momento all’ altro tutto potrebbe andar male.
C’è, nel nostro paese, una indifferenza paurosa nei confronti di queste persone.
Il Papa riscatta in parte la nostra colpevolezza.
Grazie Marilisa
Proprio ieri,come sempre, leggevo qualcosa. La lettura è andata su San pier Damiani e il tema riguardava cultura/mondo, e la corretta ermeneutica del pensiero del santo. Credo sia molto in tema. Leggere lentamente…
http://mondodomani.org/reportata/ciceroni01.htm
Poi in tema “Tradizione”, consiglierei -obbligherei forse è meglio, a questa lettura:
http://www.yumpu.com/it/document/view/7560022/meraviglie-del-purgatorio
Meraviglie del Purgatorio, di don Alberione.
Sgna uno spartiacque… (e chi capisce i tanti doppi sensi di “spartiacque” è bravo!)
“LAMPEDUSA -TRA I TURISTI DEI BARCONI”
Emanuela Minucci
Lampedusa
5/07/2013
“Li vedi, con il bambino sulle spalle, a fianco del monumento simbolo dell’isola pronti ad immortalare la scena sull’iPhone. E pazienza se questo è un monumento involontario, simbolo di una disfatta dei diritti umani: non tutti i turisti scattano la foto ricordo senza pensare che cosa sono stati, per tanti sfortunati naufraghi, quegli enormi gusci di legno senza nome. La cartolina arriva da Lampedusa, l’isola più mediatica del momento, e non solo perché sta per arrivarci il Papa, ma anche perchè i disperati arrivi dei barconi dalle coste africane non si sono interrotti nemmeno quest’anno.”
http://www.lastampa.it/2013/07/05/italia/cronache/lampedusa-tra-i-turisti-dei-barconi-e-il-sindaco-mette-il-numero-chiuso-per-la-spiaggia-pi-bella-del-mondo-1Vb14GsNK3KgKwsryLkoRP/pagina.html
Questo da una idea efficace di quanto la solidarietà umana sia degradata e inesistente, nel nostro mondo grasso e insensibile che gioca a fare il colto e il raffinato.Si è raggiunto un livello di strabismo tale che con un occhio si guarda affascinati tutto cio che riguarda il proprio ombelico ( se stessi, i propri problemi,il proprio recinto) con l’altro si ignora ostentatamente tutto quello che riguarda qualunque cosa attenga ” gli altri”, se non per il grado di coinvolgimento nostro comporti.
Come cattolici, siamo contagiati dallo strabismo pure noi.
Fuoco e fiamme per cultura e teologia, nasi arricciati e distinguo e puntini sulle i.- preventivi- per la visita ” demagogica e politically correct” di Francesco a Lampedusa.
I siti cattolici in questi giorni ne tracimano.
Da qualche parte c’è un corto circuito nel nostro modo di essere cristiani.
Questo da una idea efficace di quanto la solidarietà umana sia degradata e inesistente
Della solidarietà, specie quella degli altri è inutile parlare. La solidarietà si pratica. Punto.
Poi, l’Italia, con una pressione fiscale “reale” del 53% , la solidarietà la pratica eccome!!!
Quindi semmai me la prenderei con chi evade sistematicamente le tasse, godendo tuttavia dei servizi del welfare e con chi fa un cattivissimo uso della montagna di soldi versati.
Detto senza nessuna polemica.
Ognuno puo’ fare quello che vuole.
Possiamo anche farci fotografare accanto a un forno crematorio con la fidanzata, mentre ci scambiamo un bacino innamorato.
Non è che , se io faccio quello che la legge mi dice di fare, il famoso “mio dovere”, e, soprattutto, se pago quello che devo pagare, sono a posto con la mia coscienza.
Sono a posto con la legge, punto.
Se io sono un cristiano, posso parlare di una certa nausea che mi prende davanti a certi atteggiamenti, che possono pure essere miei?!
Non è che si puo’ ridurre tutto- cosa che sempre più tendiamo a fare- a una questione di soldi.
Mi spiego meglio, non vorrei essere frainteso.
Qui c’è in atto da tempo una strage strisciante e continua in casa nostra, e una “emergenza umanitaria” come va di moda dire- io direi una indecenza umana-
nelle condizioni di trattamento di centinaia e centinaia di persone.
Questo problema è lì, e riguarda vite vere, gente come me che crepa o, se sopravvive, viene stivata viva tipo bestia in una stalla. Questo è il problema primo a cui mettere mano.
Prima che da cristiani, da uomini.
Poi, e contemporaneamente, e indispensabilmente- se no non se ne verrà mai a capo- c’è da lavorare sulle cause, sui fenomeni a monte, sulle realtà da cui provengono tutte queste genti, sulle risorse – enormi- con cui far fronte a tutti questi problemi ecc ecc. Ma NON POSSIAMO occuparci e parlare solo di questo, mentre la gente ci crepa in casa o sta ammonticchiata in quindici in una stanza senza cesso.
Se ne è parlato molto però, ok c’è la lega, ma anche l’opposizione.
Due anni fa quando l’emergenza era al massimo dopo la primavera araba c’è stato ampio dibattito.
Del resto il problema immigrazione non riguarda solo Lampedusa, moltissimi immigrati vengono ad esempio dall’est e vivono nelle nostre città gomito a gomito con noi.
Sì, se c’è una cosa che non manca mai, anche in casa cattolica, è l’ampio dibattito. Siamo dei formidabili dibattitori!!
🙂
Ma, a parte i leghisti, e i sinistri alla Boldrini che ce l’hanno nel dna, la massa- come si diceva un tempo- resta sostanzialmente indifferente. Non ostile. Indifferente.Non impassibile, che un sospirone e un hai visto che roba? non si lesinano mai, ma insesnibile.
Come scrive quella giornalista:non tutti i turisti scattano la foto ricordo senza pensare che cosa sono stati, per tanti sfortunati naufraghi, quegli enormi gusci di legno senza nome. Il che significa che certi non ci pensano, altri ci pensano e se ne fottono. Scintille da corto circuito in entrambi i casi.
Permettimi, lorenzo.
Fai un uso smodato delle parole.
Mi permetto di riferirmi alle parole di Luigi Accattoli dicendoti, che prima di parlare e scrivere bisogna fare.
Chiedo scusa se ti ho urtato, ELsa, e accetto senz’altro il richiamo al fare.
Semplice curiosità: l’uso smodato è nella quantità?
Cioè a dire: statti un po’ zitto?
O sono parole eccessive nel tono?
Non c’è solo il dibattito, le mense Caritas fino a poco tempo fa da chi erano frequentate soprattutto?
(adesso ci vanno anche gli italiani un tempo benestanti).
Per il resto o parte e ti trasferisci a Lampedusa oppure è normale che si affronti la questione da un punto di vista politico e sociale, in ambito locale ci sono varie esperienze di accoglienza anche in ambito locale, poi certo Lampedusa è una situazione estrema, dibattito non vuol dire solo parole, vuole dire far salire alla ribalta il problema per prenderne consapevolezza e smontatore certe sparate razziste e populiste.
Una curiosità, in ambito musicale Baglioni da anni dedicata alcune giornate a settembre, O scia.
http://www.fondazioneoscia.org/
http://www.fondazioneoscia.org/
lorenzo,
permettimi e scusami l’impulsività.
Sono le tante parole che disturbano, almeno me.
Scusami, ma a me disturbano in generale i sermoni sull’indifferenza degli altri, il bisogno di mettere in luce che c’è gente che sta male ed è indigente.
Anzi mi disturbano tutti i sermoni, comprese le omelie della domenica, che ormai non ce la faccio più a reggere.
E dico che è inutile e forse sbagliato ammantarsi si belle parole.
La carità è: fare, solo questo.
E questo fare parte dalla nostra famiglia e dai nostri prossimi. Non possiamo farci personalmente carico dei mali dell’umanità.
La mia famiglia come tante altre versa nelle casse dello stato ogni anno decine e decine di migliaia di Euro e noi con i figli che studiano ed una casa da rifare di cosa dovremmo sentirci colpevoli? Di permetterci qualche pizza fuori ogni tanto o qualche vestito nuovo preso all’outlet, per presentarci al lavoro in modo decente?
Basta parole facili, vi prego.
Carità non è solo fare, è anche agire sulle strutture secondo me, scuole, sanità, diritti.
Cercare di tenere insieme il più possibile le attenzioni verso i vicini e i lontani, questo sì.
Sarà che vengo da una famiglia impegnatissima in questo (e io, ammetto, son la pecora nera) non credo che tutti siano indifferenti.