Quest’anno uno dei temi dell’esame della maturità ha avuto come titolo: “L’uomo è ciò che mangia”. Se applichiamo questo testo, che potrebbe sembrare frutto di una concezione materialista della vita , all’Eucaristia, possiamo dire che grazie ad essa, noi diventiamo ciò che mangiamo, cioè corpo di Cristo! Gesù Cristo facendosi nostro cibo ci assimila a sé; noi ci trasformiamo in lui, sicché possiamo ripetere con san Paolo:”non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me ”(Gal 2,20). – E’ un passo dell’omelia del vescovo Michele Pennisi (Piazza Armerina) tenuta questa mattina nella Cattedrale di Senigallia, nell’ambito del Congresso Eucaristico Nazionale di Ancora che sarà concluso domenica dal papa. Trovo efficace il richiamo di Pennisi ai temi della maturità, a Feuerbach e alla passione per le diete che caratterizza la cultura contemporanea.
Il pane e il calice: l’uomo è ciò che mangia
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[Segue dal post] “Noi siamo quello che mangiamo?” suonava così la domanda contenuta nella traccia 2 (ambito socio-economico) della TIPOLOGIA B: Saggio breve/articolo della prima prova scritta della Maturità 2011. La domanda faceva riferimento al motto di Feuerbach: “L’uomo è ciò che mangia”.
Che responsabilità! Fare la comunione e poi non riuscire a testimoniare!
Gli esperti dicono che all’uomo, per viver bene occorrono circa 1800 -2000 calorie pro capite! Entriamo in questi grandi supermercati e gli occhi si perdono sulle tonnellate di cibo bell’impacchettato pronto per essere divorato. E mentre nell’occidente opulento l’obesità miete vittime il 60% della popolazione mondiale vive nella fame assoluta. Armamenti di ultima generazione, missili a lungo raggio, tonnellate di megatoni eppoi , questa nostra civiltà condanna a morte per fame 30 milioni di uomini, bambini, donne, ogni anno! Altro che civiltà evoluta, siamo alla barbarie!
Buono il pane, che meraviglia, mi rammenta l’infanzia, quando la mamma ci preparava quelle pagnottine con la frittatina, che gusto!
Mi capita spesso di riflettere sul rapporto contraddittorio, strano per certi aspetti, di Gesù con questo alimento speciale che si perde nella notte dei tempi e mi accorgo che c’è un filo che lega determinati eventi: nel deserto rifiuta decisamente il “consiglio” del tentatore di operare quell’alchimia che sappiamo [per dirci che il pane non si ruba:è frutto di sudore, e per sottolineare il passaggio dall’antica maledizione alla nuova gerarchia di valori]. Sulla montagna comanda di non affannarsi per quello che mangeremo e al contempo ci fa pregare il Padre di darci “oggi il nostro pane quotidiano”. Moltiplica i pani e i pesci senza alcuna richiesta (GV6,26) eppoi mortifica la folla accusandola di averlo cercato per quel motivo!! Allora, mi domando, che senso possono avere quelle parole se non per dirci che la nostra vocazione non è possedere ma distribuire..?…. Quando il pane anziché diventare “nostro”, resta “mio” cancello la presenza del Padre dalla terra.
Poi ci sarebbe tutto il discorso sull’Eucaristia che preferirei non toccare, per non urtare certuni i quali credono che quel Sacramento non sia che una semplice “azione di lode!”
Noi siamo quello che mangiamo.
La sostanza di Cristo entra in me, si impasta con la mia ogni volta, e ogni volta di piu’, che faccio la comunione. Ma questo miracolo, per compiersi, ha bisogno della mia fede: assoluta e pazza.Se non c’è quella, l’ostia resta il pezzo di pane che è, e io resto il solito io. Cosa che puntualmente si verifica.Quante centinaia di volte ho vanificato il sacrificio di Gesù ? Uno spreco immenso, che dura una vita. Nonostante ogni proclama, sono ancora fermo anch’io, senza piu’ dirlo, alla domanda secca dei giudei di 2000 anni fa,come puo’ costui darmi la sua carne da mangiare?
Bisognerebbe avere il coraggio incosciente e pazzo dei mistici, che riescono a frantumare la crosta della razionalità lasciandosi travolgere dall’amore carnale per Gesù , la loro umiltà infuocata e senza riserve che permette di credere alla lettera e non per vuoti simboli, il loro desiderio fortissimo, piu’ forte di ogni altra cosa , di unirsi al Signore anima e corpo, di farsi prendere e possedere l’anima, di farsi trasformare e bruciare il cuore, di penetrare nel cuore stesso di Dio.
Oggi, una sola preghiera; DAMMELI!
Quel mio stare in fila per la comunione, devotino distratto ripetitivo abituato oggi l’ho trovato squallido e insultante come una bestemmia.
Fuerbach (1804-1872) fu teologo, poi antropologo e filosofo.
“La coscienza che l’uomo ha di Dio è la coscienza che l’uomo ha di sé”.
“Verità è l’uomo e non la ragione astratta, verità è la vita e non il pensiero che resta sulla carta e trova nella carta l’esistenza che gli si addice”.
“Vana è ogni speculazione che vuole andare al di là della natura e dell’uomo – vana come l’arte che vuole darci qualcosa in più della figura umana, e non riesce che a darci delle figure grottesche”.
“Dio è l’ottativo del cuore umano divenuto tempo presente, ossia beata certezza, è la spregiudicata onnipotenza del sentimento, è la preghiera che si esudisce, il sentimento che ascolta sé stesso; è l’eco del nostro grido di dolore”.
“Dio è una lacrima dell’amore versata nel più profondo segreto sulla miseria umana”.
Feuerbach è anche uno dei padri dell’ateismo, con la sua idea secondo cui Dio non è che la proiezione dell’uomo stesso e dei suoi desideri ed ideali…
“Torrente di fuoco” è la traduzione del suo cognome: davvero il confronto con il suo pensiero passa al vaglio del fuoco le nostre idee e ci costringe alla purificazione dell’immagine di Dio che portiamo in noi.
Eucaristia … vette ineffabili e forse a noi inaccessibili.
Qui credere non significa comprendere …
Da piccola, mia madre mi portava spesso alla benedizione eucaristica..
Il Sacerdote innalzava la pisside dorata che neppure toccava coprendosi le mani con il piviale; dal banco la intravedevo per un istante fra gli odori fumi di incenso.
Mia madre allora mi suggeriva sottovoce: “Quello è Gesù!”.
Allora mi sembrava di credere più di adesso.
Allora non mi interessava capire …una parola di mia madre e credevo!
Qualcosa di vero l’avrà pur detta sto’ benedetto filosofo soprattutto in merito al destino dell’umanità e la sua secolarizzazione. Accusò la Chiesa di essere responsabile dell’ateismo dilagante e non ebbe tutti i torti, anzi, per certi aspetti fu un profeta e i frutti sono sotto i nostri occhi. Nel giro di un secolo Essa, la chiesa, ha svenduto la Sacra tradizione, e da dopo il concilio ad oggi, adattandosi ad una sorta di sincretismo [Modernismo Ascetico o Americanismo, fortemente condannato da Leone XIII 1889 rinato con virulenza parossistica soprattutto col Neo-modernismo o Sentimentalismo religioso tanto in voga in questi “movimenti” o “cammini” pseudo-cattolici (Neo-catecumenali Comunione e Liberazione, Rinnovamento dello Spirito, Carismatismo e Pentecostalismo ecc ecc…e chiudo la chiosa] per quanto i manager del sacro si adoperino ad organizzare grandi manifestazioni di massa per camuffare la realtà il punto dolente, il nervo scoperto resta: la secolarizzazione è imperante! Tale constatata corresponsabilità della Chiesa e della teologia ha fatto precipitare il cristianesimo tradizionale in quella profonda crisi di cui tutti siamo testimoni, e gli scandali che l’assalgono da ogni parte ne sono testimonianza.
La profezia del Feuerbach sul tramonto del cristianesimo a me sembra che si stia realizzando considerando come la fede in Dio in questi ultimi cento anni sia andata inesorabilmente scemando. Se l’uomo conserva, e sempre conserverà quell’anelito d’infinito, quella sete di trascendenza che non perderà mai la sua forza d’attrazione è solo in virtù di quel rapporto Dio-uomo NON INVERTIBILE [come invece certa teologia vorrebbe farci credere] di un INCONTRO fatale e coinvolgente; quando si fraintende Dio assoggettandolo all’uomo si fraintende anche l’uomo e lo si getta in un abisso senza fondo, in un punto di non ritorno…
Gli occhi dei bambini,
oggi, al Congresso Eucaristico …
nulla di più limpido e senza ‘contorcimenti’ vari.
Bellissimi!
Eh si, Ioro conoscono bene la filosofia dei Peanuts, e in particolare quella di Charlie Brown…e di Linus con la sua copertina…simpatica fabi!
Le parole del vescovo Pennisi non mi sono nuove e l’immagine di Gesù Cristo che nell’Eucaristia ci assimila a sé è senza dubbio suggestiva ed efficace. La domanda è: noi ci sentiamo assimilati a Gesù? Io sinceramente non credo sia così, almeno non per tutti, almeno non sempre. Forse chi ha una fede grande può affermare di avere questa sensazione che ha qualcosa di sublime, ma obiettivamente la fede grande non è di tutti e, a mio parere, non è una colpa. La fede “assoluta e pazza”, quella dei mistici di cui parla ondivago è un dono speciale. Dovrei io che purtroppo non ce l’ho farmene una colpa? Dovrebbero quelli, e sono la maggior parte, che non l’hanno pur pregando intensamente di averla, macerarsi nella frustrazione ritenendo che il loro accostarsi alla comunione sia inutile? Uno spreco della loro vita?
Non sono di questo parere. Forse la mia potrebbe sembrare a qualcuno superficialità, ma io ritengo che Gesù Cristo nella sua infinita misericordia, conoscendo la nostra pochezza, si doni a tutti-di grande o piccola fede- con lo stesso Amore, “assimilandoci” nello stesso modo. Le sensazioni sublimi sono riservate ad una minoranza; tutti gli altri resteranno nella normalità, che però non è da sottovalutare. Non dimentichiamo che la “normalità” era quella dei discepoli di Gesù (solo Giovanni in qualche modo se ne discostava) e delle prime comunità cristiane. Nella normalità è stata fondata la Chiesa. Io sono “normale”, con pregi e difetti comuni a tutti gli esseri umani, senza slanci mistici, e ho imparato ad accettarmi così. Anche in me Dio ha impresso, voglio sperarlo, la sua impronta.
Sono cristiana e quindi “mangio” il corpo di Cristo per unirmi a Lui nel sacrificio, per offrirgli la mia vita ( sofferenze ma anche gioie).
Il tema della maturità? La passione per le diete? A me, caro Luigi, sembrano accostamenti alquanto forzati, anche se il richiamo immediato è agli sprechi inauditi e colpevoli dei Paesi occidentali ricchi e ingordi, che fanno a pugni con la povertà di tanti popoli. E il cristianesimo in questo modo viene bellamente svuotato di significato.
Nel mondo tante contraddizioni.
Clodine,
i bambini hanno vinto il Concorso Nazionale del Congresso Eucaristico,
niente cartoni,
parlavano e testimoniavano
Gesù …
Cara Marilisa, la dieta feuerbachiana di cui parla Luigi, con riferimento alla cultura contemporanea ah una valenza simbolica. Credo -sperando di non aver frainteso il pensiero di Accattoli- che intendesse trasporre la dieta alimentare di gran voga, all’eminente significato dell ‘Eucaristica essendo quest’ultima depauperata , svuotata del suo reale Significato sacramentale destina l’anima in una pericolosa anoressia.
Comunque la tua osservazione, come sempre molto acuta, mette il dito nella piaga nel senso che spesso si ha una visione errata della Chiesa in relazione a Cristo e a quel “Corpo Misticum” . Di frequente si generano malintesi quasi che la Chiesa, cioè noi, il Corpo mistico appunto, in virtù di questa unione al Capo [Cristo] veniamo ipso facto divinizzati. Non è così: siamo creature, inclini al peccato e dunque la Chiesa, noi, saremo sempre alla mercé di Cristo malgrado l’intimità con Lui esisterà sempre una profonda alterità e dipendenza ed avremo costante bisogno di grazia e di perdono: Essa -la Chiesa-vive,noi viviamo, ma è Cristo che vive in Lei, in noi: nessuna unione ipostatica ma l’Uno esiste per L’Altra. E’ vero che la Chiesa è una comunità di credenti e nella fede riceviamo il Signore: corpo, sangue divinità [sangue innocente versato,’unico sacrificio che si perpetua al presente fino al suo ritorno] e senza fede non c’è benedizione anzi…tuttavia la Presenza Viva del Cristo non dipende dalla nostra fede ma dalla Professione di fede in virtù della Sua promessa e della potenza della sua Parola [Verbum Visibile, Verbum audibile o Sacramentum audibile] Parola che è azione Efficace!!
Brava fabi, sono contenta!
@ Marilisa
“La fede “assoluta e pazza”, quella dei mistici di cui parla ondivago è un dono speciale.<b< Dovrei io che purtroppo non ce l’ho farmene una colpa? Dovrebbero quelli, e sono la maggior parte, che non l’hanno pur pregando intensamente di averla, macerarsi nella frustrazione ritenendo che il loro accostarsi alla comunione sia inutile?”
Sì ! La risposta alla domanda è Sì ! per il semplice motivo che di fronte alla fede in ciò che è scritto anteponete la fede in ciò che altri vi hanno raccontato. Questa è la colpa. Per questo molti altri non l’hanno perché : “secondo i loro propri desideri, si accumuleranno maestri per farsi solleticare gli orecchi; e distoglieranno i loro orecchi dalla verità, mentre si volgeranno a false storie.” ( 2 Timoteo 4.3-4) – “Ma respingi le false storie che violano ciò che è santo e che le vecchie donne raccontano.” ( 1 Timoteo 4.7)
La Fede nel Libro è diversa dalla Fede nei misteri. Bisogna scegliere a pacia vuota o piena.
Auguri.
@ Marco
“Verità è l’uomo e non la ragione astratta,” No, la Ragione non è astratta, è frutto dell’uomo pertanto è reale quanto l’uomo che la produce.
“L’uomo mangia; mangia di tutto e non è spontaneamente limitato ad una categoria di alimenti, di origine vegetale o animale. Tuttavia non mangia nulla che non abbia lui stesso prodotto e preparato: il cibo non esiste separato dal lavoro. Inoltre, nel produrre come nel nutrirsi, un uomo non è mai solo: tutto si fa spontaneamente con gli altri; il cibo è sociale.”
E’ una piccola perla dal libro (straordinario) del padre benedettino Ghislain Lafont “Eucaristia. Il pasto e la parola”, che con originalità assoluta riesce a condurci dentro il complesso intreccio simbolico sacramentale.
“L’uomo è ciò che mangia”
Ma Gesù Cristo non era cannibale ! Avrebbe mai mangiato un suo simile ? Se Cristo fosse in Paolo perché Paolo lo avrebbe mangiato ? era proibito e Cristo sarebbe morto non vivo. Ma poiché è vivo non poteva dare il suo corpo da mangiare ad altri. ( Sangue incluso che era vietato dalla legge e rimane vietato)- Atti 15.4
E se la transustanzazione è un fenomeno miracoloso di replicala domanda è : “perché avrebbe dovuto dare da mangiare proprio il suo corpo se poteva replicarlo in molti altri simili per sfamare tutti ? Ma in quel caso non sarebbe stato il suo ma quello dei suoi sosia trasformati simili al suo, uguali ma diversi . Sarebbe ancora il suo, dato loro o sarebbe stato una replica ? E avrebbe ancora valore ?
Sono molto felice di leggere GRAN PARTE dei commenti.
Feuerbach tentò di togliere il soprannaturale dal naturale, ma siccome la “natura pura” è un’elucubrazione (c’è la natura rovinata [NON DEL TUTTO: cosa buona dunque, Lutero sbagliava] dal peccato e c’è la natura redenta da Cristo), elucubrazioni ha prodotto.
Ma il nostro mondo attuale sembra sia riuscito nel miracolo alla rovescia di dare molte ragioni a lui e agli altri maestri del sospetto.
Per il semplice fatto che il nostro mondo sembra sia stato da loro evocato…
Per elsa.F Anche io provavo gli stessi sentimenti suoi, quando accompagnavo la nonna. Non era fede, era proprio certezza.
Un appunto sulla domanda citata da Marilisa: “noi ci sentiamo assimilati a Gesù?”.
Marilisa ha ragione ad obiettare: quella domanda è già una domanda tendenziosa.
In effetti, non è necessariamente da tutti “sentirsi assimilati” a modo di estasi mistica: cristianesimo non è sub-lime anormalità, ma Grazia sperimentabile, visibile e vivibile.
Quel tipo di “sentire” è, in qualche modo. una trappola.
Una trappola in cui sono caduti i traduttori liturgici ufficiali.
Ecco il testo latino:
“Deus, qui nobis sub Sacramento mirabili Passionis tuae memoriam reliquisti; tribue, quaesumus, ita nos Corporis et Sanguinis tui sacra mysteria venerari, ut redemptionis tuae fructum in nobis iugiter sentiamus: Qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen.”;
ed ecco la traduzione ufficiale vigente:
“Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione”.
Di questa discutibile traduzione, mi limito a criticare un solo aspetto.
Il termine latino “sentiamus” è molto più “carnale”, “sensuale”, “esperienziale” e oggettivo di quanto noi anche solo sospettiamo.
Così come “carn-ale”, “sensu-ale”, “esperienzi-ale” e oggettiva è l’Eucaristia.
Il sentire latino non è il nostro sentire (così come le Sue vie, non sono le nostre vie)…
Forse non mi sono spiegato bene, Marilisa. E comuque parlo ovviamente solo per me.
.Non si tratta , secondo me, di farsi delle colpe né tantomeno di macerarsi in nessuna frustrazione.
Accostarsi alla comunione non credo sia mai inutile, e non parlo affatto di uno spreco delle nostre vite.
Io dico che lo spreco è quello che facciamo dell’opportunità straordinaria che ci viene regalata con l’Eucarestia
Non è questione di ” sensazioni sublimi”, è questione di credere. . ( e abbiamo tutti, nella nostra assoluta normalità, il potere di farlo, se lo volessimo fare) Noi abbiamo in mano una bomba atomica potenziale capace di trasformarci dal di dentro .Ma occorre innescarlo, questo ordigno nucleare, e possiamo farlo solo noi. Come per i santi, anche per i mistici, io credo che ci sia un po’ di confusione…I doni ricevuti sono una grande e meravigliosa roba, ma io credo che ciascuno di noi abbia non solo un po’, ma molti, parecchi, parecchissimi doni, e se non in misura di quelli dei Grandi della cristianità, non in modo tanto inferiore. Io non credo che la differenza sia tanto nei “doni” ricevuti, piuttosto nella passione, nella forza e nella pazzia( insisto su questo termine, che mi pare indispensabile a un cristiano) con cui si riconoscono, si coltivano, si praticano. Io non so se un grande mistico avesse piu’ numeri di me in partenza: so certamente che il tempo , la mente, il cuore che lui ha speso per Gesù non sono paragonabili ai miei. E non solo come quantità, ma come qualità.
La domanda che tu ti poni , se i cristiani si sentono davvero assimilati a Cristo, è LA DOMANDA.
Ma non è questione di sensazioni soggettive,è questione di fede e di Vangelo.
Credere nella realtà della Eucarestia è davvero una cosa da pazzi: lo pensavano i palestinesi contemporanei di Gesù, continuiamo a pensarlo noi oggi.Razionalmente non sta in piedi, poco da fare. O la scommessa pazza sulle parole inaudite del Vangelo, o ci troviamo tra le mani qualcosa che è molto diverso da quello che Gesù ha previsto di lasciarci. Questo non è una colpa, probabilmente, ma ha conseguenze pratiche evidenti.
Tu giustamente ricordi la ” normalità” degli apostoli, dove le manifestazioni mistiche erano merce sconosciuta. e così è pure per noi…ma la differenza la si vede dai risultati pratici: loro, morto risorto e partito Gesù, acchiappati e assimilati a lui, hanno fatto la sua stessa strada, la sua stessa fine, e hanno cambiato il mondo di allora e per sempre. Noi, se non lo siamo, stiamo fermi sulla nostra mattonella, e non cambiamo un tubo.
E questo non è pessimismo soggettivo mio, è constatazione evangelica e profezia messa nera su bianco: senza di me voi non potete nulla.
Nulla evidentemente ci impedisce di pregare, di offrirsi a Dio, di unirci spiritualmente a Lui ecc ecc. Ma tutto questo prescinde dall’Eucarestia, avremmo potuto farlo anche prima della sua isitituzione e anche senza, e, in fondo, è quello che fanno tutte le persone religiose del mondo. Gesù viene a portarci sta roba che è solo sua, che è quasi scandalosa, con questa connotazione pesantemente fisica e carnale. Lo fa per un fine prettamente pratico, per darci un alimento continuo, sempre nuovo, in grado (solo se noi consenzienti e partecipi) di farci in parte della sua stessa sostanza…se no , che l’avrebbe fatto a fare?
un piccolo contributo alla discussione…
ciao Luigi e ciao a tutti
http://maioba.blogspot.com/2011/08/perche-il-vino-perche-il-pane-tentativo.html
“La religione è il rapportarsi dell’uomo alla sua stessa essenza (in questo consiste la sua verità), ma alla sua essenza non come sua, ma come un’altra essenza, separata, divisa da lui, anzi opposta (in questo consiste la sua falsità)”.
@antonella
E’ possibile tornare bambini, visto che il Vangelo pone questo come conduzione di salvezza?
E come?
Grazie Maioba, così un poco siamo anche noi ad Ancona.
Dal testo di Maioba prendo questo: “Quel pane e quel vino, il Corpo e il Sangue di Cristo, non solo ci uniscono a lui in modo profondissimo, ma ci aprono alla relazione con gli altri (=dono di sé), cioè ci fanno diventare degli altri-Cristo, degli altri Lui che camminano nel mondo di oggi“.
Non posso dirmi cattolico e non credo nella tansustanziazione. Mi piace immaginare, però, che cosa potrebbe significare per me se fossi un credente.
Non condividerei certamente il pensiero di Ondivago, che a volte a me pare (mi scuserà) sfiorare pericolose forme di fanatismo, e neppure le parole del nostro amico, tale lo considero, “disperato senza speranza” (Gioab), neppure l’idea, infine, che Gesù avrebbe cambiato il mondo facendolo migliore e quindi renderebbe noi “migliori” attraverso il suo corpo, mutando il nostro modo di agire. Prenderei le mosse proprio da quest’ultima considerazione e penserei che sì, è vero, Gesù ha cambiato il mondo, ma perché ha dato al mondo una speranza di riscatto, che non inizia con la morte (nell’altra vita) ma comincia qui, in questa. Penserei che questa speranza ci viene da una diversa comprensione delle cose, dalla capacità di leggere la realtà attraverso la fede. Mi direi, ancora, che mangiando il Creatore gli uomini possono veramente comprendere l’universo (capirlo, cioè, e contenerlo al tempo stesso). L’Eucaristia non ci trasforma, penserei, perché ci rende “più buoni”, semplicemente muta la nostra visione della vita e della morte e ci rende coscienti del nostro posto e del nostro senso. Con essa e in essa non ci limitiamo più a pronunziare le parole “senza inizio” o “senza fine”, noi che siamo legati all’esperienza dalla nascita e della morte, ma ne comprendiamo il significato, ne percepiamo l’essenza, anche solo per un momento, quanto basta per guardare la vita con occhi diversi e forse, alla fine, per non rimanere fermi dove prima eravamo.
@Leopoldo
Scusatissimo!
Solo una curiosità, se ti va di dirmelo.
In che cosa sfiorerei ” pericolose forme di fanatismo” ?!!
@ elsa.F
“E’ possibile tornare bambini, visto che il Vangelo pone questo come conduzione di salvezza? E come?”
Basta cambiare modo di pensare. Abbandonare ciò che è comune a tutti e sviluppare una propria singolare unica irripetibile personalità cristiana alla Gloria del Dio. Come il DNA o le impronte digitali o la retina….scelga lei. Perchèsiamo tutti diversi ? tutti personalmente singolarmente diversi se in fondo dovremmo essere un gregge di tutti uguali ?
L’eucaestia è un esempio, un simbolismo, un brindisi affinchè ciascuno partecipi in modo personale cibandosi dell’insegnamento che è stato lasciato per viverlo singolarmente, personalmente in modo unico.
Mangiandolo nell’eucarestia come viene detto non permette di raggiungere lo scopo perchè non c’è un vero cambiamento di personaità, ma solo un blasfemo rituale mediante il quale ciascuno mangia Dio ma rimane se stesso, continua a peccare, si confessa e contiua un circuito chiuso di nessun beneficio. Magiare, peccare, pentirsi, e ricominciare. Non produce risultato. Solo danno.
@ Leopoldo
“e neppure le parole del nostro amico, tale lo considero, “disperato senza speranza” (Gioab),”
Grazie, è una visione realistica che condivido, perchè so bene che non riuscierò a cambiare il mondo (modo di pensare), però nel mio piccolo ci provo e qualche risultato benchè piccolo lo vedo perché dopo aver scritto il commento a elsa.F ho letto il suo commento e con mia grande sorpresa ho notato che è molto simile al mio nel contenuto. Mi rallegra quindi notare che ci sono anche altri come lei che hanno la stessa visione. Chissà se è senza speran anche Leopoldo, ma credo di no, perchè la capacità di usare il proprio nocciolo cognitivo personalmente senza pretese è l’inizio della consapevolezza. E’ il sentiero stretto e angusto per la riuscita.
Auguri.
“Mangiare, peccare,pentirsi, ricominciare. Non produce risultati. Soltanto danno.”
Dipende.
Dipende dalla partecipazione e dalla passione,e pure dalla fede con cui si vivono ciascuna delle quattro fasi. Quella del peccato inclusa.
Ok, sembra un circuito chiuso, e in certo modo lo è per davvero: è la nostra stessa condizione esistenziale. Voglio dire: non c’è uomo, nemmeno cristiano, nemmeno santo, che smetta di peccare una volta per tutte. Nonostante il cambiamento di mentalità – vera meta da inseguire costantemente- nonostante la Parola, neppure nonostante il Corpo di Cristo ( se uno ci crede). Non esistono colpi di bacchetta magica che, oplà, ci facciano “spuntare le ali”. E menomale, dico io . Dio ci ha creato uomini, non angeli. Ci ha amato come uomini, e si è fatto uomo.
Noi restiamo uomini fino all’ultimo respiro, con le nostre quattro fasi, se cristiani.
Ora: se ci trasciniamo stancamente e per abitudine da una all’altra, con noi stessi sempre costantemente al centro, ha ragione Gioab. Zero risultati, danno assicurato.
Ma se avessimo la voglia , la caparbietà , la cocciutaggine, la FEDE per riprovarci tutte le volte, sempre e comunque, nonostante il numero di tentativi si faccia imbarazzante e la ripetitività dei nostri meccanismi desolante, spostando l ‘attenzione da noi a Lui, potremmo giocarci benissimo la partita della santità, proprio in quegli spazi così ristretti del circuito chiuso.
Sentir parlare il “signorino” qua sopra di “nocciolo cognitivo” fa sorridere! Lei ha le traveggole caro Geoab, che Elsa abbia fatto accostamenti alle sue farneticanti idee è quanto meno improbabile.
Nessuno, con un pizzico di sale in zucca e un minimo di discernimento e rispetto per la sensibilità religiosa altrui oserebbe dire del Sacrificio Eucaristico -mirabile dono dello Spirito Santo- ciò che uscito dalla sua bocca immonda: che cioè quel Sacro Rito Liturgico è blasfemo. Lei è blasfemo!
Ma non ce l’ha un tantino di timore di Dio, non ha paura dell’Onnipotente non teme la Sua ira!?
Ho pietà per lei Geob!
Leopoldo, non credo che il sentimento che infiamma il cuore di ondivago nell’accostarsi a quel “Cibo celeste” nel quale noi, seguaci di Cristo che nella Chiesa formiamo il suo “corpo”, crediamo fermamente sia riconducibile a fanatismo. No! Leopoldo, non lo è, te lo dico perché anch’io mi sento ardere dello stesso amore. E’ qualcosa di indicibile, insondabile e inspiegabile, come è inspiegabile il mistero della Trinità ad esempio, e la stessa transustanziazione nella quale credo fermamente in quanto l’agente operante è Uno e Uno soltanto che tutto opera: Lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio, che non è lo spirito profano dell’uomo…ma di Dio: un grande RE che ci ama e si degna di abitare le nostre misere dimore.
Sta scritto :” Se lo Spirito di Colui che resuscitò Cristo dai morti abita in voi, Colui che resuscitò Cristo da morte vivificherà anche i vostri corpi mortali, per mezzo del SUO Spirito che abita in voi” [Romani 8,2-11)
E’ vero che siamo peccatori e si ritorna a peccare non una ma cento, mille volte tuttavia: “Dove è lo Spirito, là c’è la libertà” [2Cor.3.17) …non la nostra stupida libertà, ma quella di Dio che dona, in colui che crede, la triplice libertà dal peccato, dalla legge e dalla morte. Siamo liberati da questo marciume Noi cretaure del mondo siamo solo carne da macello inclini alle peggio nefandezze, però nel nostro fiducioso abbandono allo Spirito [come quel bambino invocato da Elsa e da Fabi e da Antonella] nel momento stesso in cui ci stringiamo nelle spalle sconfitti, delusi, perdenti, svuotati dal nostro orgoglio, dalle nostre sciocche certezze ,ci viene elargito l’incomparabile dono delle Liberazione che solo Lo Spirito (libero) di Dio può dare sottraendoci da noi stessi e collocandoci sotto la Sua Grazia! In questo noi crediamo inseriti nel Suo Corpo, anzi: Suo corpo, noi, La Chiesa, siamo il Suo amato corpo!
Il discorso di maioba nel suo blog è bello ed efficace. Don Marco non dice mai qualcosa di banale. Tutti accogliamo le sue parole sull’Eucaristia con speranza; quelli che hanno una fede grande come la sua sono in grado “forse” di sperimentare “un qualcosa di inspiegabile: i nostri cuori si aprono alla condivisione, la nostra bocca si trasforma in sorriso, il nostro animo si distende e per un momento dimentichiamo quel che avviene fuori dalla nostra casa, perché è bello stare lì, è bello mangiare, è bello incontrarsi.
E quando usciamo, con la forza di ciò che abbiamo mangiato, e con la gioia sperimentata, possiamo persino affrontare la vita, il lavoro, lo studio, le relazioni, con serenità.”
Io realisticamente dico che non per tutti è così, anche se si vorrebbe che lo fosse. Magari lo fosse! La fede c’è, il Vangelo c’è e si fa di tutto per seguirlo anche se obiettivamente non è sempre facile. Se non avessimo questi due elementi essenziali, non potremmo dirci cristiani e non andremmo in chiesa a partecipare all’Eucaristia. E “la passione, la forza, la pazzia” cui fa riferimento ondivago non sono di tutti e non possono essere di tutti. “Il tempo , la mente, il cuore che lui(il mistico) ha speso per Gesù non sono paragonabili ai miei.” Caro ondivago, ti devo ricordare che ognuno, nella vita, ha la sua strada? Che tutti noi, al di là della fede, abbiamo dei doni diversi perché siamo tutti diversi? Che coloro che tu hai citato hanno avuto una “chiamata” speciale? Che possiamo glorificare Dio in modo differente e cambiare il mondo ognuno con i mezzi a disposizione, avendo a cuore il bene di tutti i fratelli e non solo il nostro egoismo? Se tutti facessimo, o cercassimo di fare, nel miglior modo possibile ciò che ci è richiesto nel nostro ambito, già questo sarebbe “passione e forza”. Sarebbe un merito per chi crede, ma lo è anche per chi, non credendo (la fede è essa stessa un dono), agisce con onestà per il bene di tutti. E, a sua insaputa , glorifica Dio anche se non ha speso il tempo, la mente e il cuore per Gesù, nel quale molti credono ma tanti altri no. Io la penso così e so bene che alcuni, o molti, si scandalizzeranno. Ma posso assicurare che- sarà un caso- ci sono sacerdoti che la pensano allo stesso modo.
A Gioab contrappongo al suo convinto “sì”, nell’ intervento in replica al mio, un altrettanto convinto “no”. La mia fede non prescinde affatto dai testi sacri. Le ricordo un particolare significativo, Gioab. Esistono molte persone che hanno letto scrupolosamente la Bibbia e continuano a leggerla ( vedi Erri De Luca, uomo che apprezzo e stimo) eppure non credono e lo dichiarano apertamente. Le dice niente questo?
Clodine cara, leggo le tue parole “anch’io mi sento ardere dello stesso amore. E’ qualcosa di indicibile, insondabile e inspiegabile…”
Beata te!
Un abbraccio.
Mai rinunciare a capire.
aproposito di Feurbach, credo che non sarebbe stato d’accordo con questa frase di Gesù “non di solo pane vive l’uomo” e neppure con quest’altra
“non preuccupatevi di cosa mangerete o cosa berrete o come vi vestirete”.
Temo però che il nostro modo di vedere sia più simile alla visione di Feuerbach che a quella di Gesù.
Noi pensiamo che di solo pane vive l’uomo e che dobbiamo preuccuparci di cosa mangeremo.Per questo per noi e per la nostra mentalità moderna è così difficile parlare dell’Eucarestia. Si scade da una parte nel sentimentalismo o all ‘opposto nel più crudo materialismo. Ci manca il “soffio dello Spirito” , la dimensione spirituale , e quando lo Spirito manca i riti delle religioni non sono che gusci vuoti, simboli di cui abbiamo perso la chiave interpretativa, e dunque incomprensibili . Stessa cosa per la parola “pace” che ha perso il significato del tutto spirituale che gli davano Gesù e i primi cristiani ( vi do’ la MIA pace non come la da’ il mondo) , per diventare solo “assenza di conflitti” , e per la parola povertà ( poveri DI SPIRITO), e per la parola vita, ( vita ETERNA) e per tante altre parole oggi interpretate in chiave o materialista o in chiave sentimentale.
Fra chi pensa in maniera materialista che mangiare il corpo di Gesù sia come fare una “dieta” speciale e chi pensa in maniera sentimentale che l’Eucarestia sia un convito fra amici che si vogliono bene, non c’è tanta differenza.
La lontananza di entrambe queste moderne concezioni con il mistero
inizialmente e fondamentalmente spirituale e mistico dell’Eucarestia è immenso.
Ti sbagli discepolo,
Fuerbach morì poverissimo, solo e dimenticato da tutti.
Fu un grande, forse utopico ed un po’ ingenuo, umanista.
E’ difficile parlare di Eucarestia perché anziché occuparsi di sacro ci si occupa di sondini, esenzioni fiscali e preservativi.
E’ difficile parlare di Eucarestia, anche perché è diventata laboratorio di ricerca e di clonazione di cristianesimi OGM.
Grande Lyco, mi hai tolto la parola dai polpastrelli!
Volevo dire a Marilisa che la comprendo, nel senso che, quei momenti di raggiante vicinanza, descritti nel post delle 12,30 non sono che piccole gocce d’acqua che il buon Dio fa cadere di tanto in tanto in un deserto di aridità! Contatti sporadici di cui fare memoria: segni di una misteriosa presenza, semi caduti lungo un cammino di solitudine, irto di difficoltà perché tanta è la luce per quanto lunga oscura l’ombra.
“ondivago scrive,
9 settembre 2011 @ 11:07
@Leopoldo
Scusatissimo!
Solo una curiosità, se ti va di dirmelo.
In che cosa sfiorerei ” pericolose forme di fanatismo” ?!!
—–
Ultimamente nella diocesi di Roma sono state adottate norme restrittive sulle modalità del servizio prestato dai ministri straordinari della comunione.
Il motivo è che sempre più frequentemente le particole vengono trafugate e/o commerciate, cioè oggetto di vendita, a soggetti che ne fanno uso improprio.
Taluni autocelebrando messe apotropaiche, altri per messe nere.
Forse queste rientrano nelle forme più estreme di fanatismo, in questi casi sacrileghe.
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-congresso-eucaristico-e-olmi-2962.htm
Una particola consacrata è pagata al trafugatore oltre 300 euro!
Singolare, però, che a credere fermente che quel pezzetto di pane giallognolo contenga la Divinità siano più i satanisti che i cristiani! Buffo per certi aspetti…
Che dire : se solo coloro che dubitano avessero la certezza del diavolo ci sarebbe un grosso salto di qualità!
Discepolo!
Che brutta notizia hai linkato. Ormai un certo mondo si è costruito intorno una narrazione autoreferenziale, focalizzata su un tale progressivo svuotamento, che finisce per svuotare di senso anche la propria autoreferenzialità. Il vuoto al quadrato o all’ennesima potenza…
@Marco scrive,
Mai rinunciare a capire.
Quel pezzo di pane è il Corpo di Cristo.
Quel calice di vino è il suo sangue.
Cosa c’è da capire?
C’è solo da credere, per chi vuole credere, per chi può credere.
Si può certo razionalmente convincersi che Dio esiste, anzi “è”.
Ma il mistero, no… quello non è un percorso razionale!
Non lo è l’incarnazione.
Non lo è il concepimento verginale.
Non lo è il concepimento immacolato.
Non lo è la resurrezione
Non lo è l’ascensione
Non lo è l’assunzione
Non lo è l’eucaristia
Non lo è la riconciliazione
Non lo è il battesimo
Non lo è la confermazione
Non le è l’unzione degli infermi.
Credere è piuttosto la ragione che si arrende a qualcosa più grande di lei;
accettare razionalmente che esiste qualcosa di irrazionale, che va oltre la ragione e non è semplicemente l’esito di una dimostrazione logica di un teorema.
@ elsa.F
”Credere è piuttosto la ragione che si arrende a qualcosa più grande di lei; accettare razionalmente che esiste qualcosa di irrazionale, che va oltre la ragione e non è semplicemente l’esito di una dimostrazione logica di un teorema.”
Chi crede è definito “credulone”, mentre l’apostolo Paolo parlando di fede dice: “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.” ( Ebrei 11.1- NR) – Come si può avere “Certezza” e cosa significa “Dimostrazione” di realtà non vedute ?” come si possono avere delle dimostrazioni reali, provate, logiche. Non fantastiche. non misteriose, non impossibili ? Verrebbe meno la razionalità e si potrebbe credere a qualunque storiella senza averne alcun risconto. Verrebbe meno il lavoro fatto da Dio per spiegare le Ragioni, i modi, le finalità, gli scopi. Come dire “ non ci importa nulla di quello che ha i fatto, non ci interessa nulla delle spiegazioni che ci hai fornite” Crediamo nell’impossibile e questo rende inutile la fatica del la spiegazione. Non è rispettoso !
Come fa la Ragione ad arrendersi a qualcosa di più grande se non sa cos’è il più grande ? Perché c’è il più Grande ? Qualcuno ha scritto che l’uomo è il centro dell’universo, potrebbe essere l’uomo quel più grande perché dunque pensare che ci sia ancora un diverso più grande ?
Come fa la Ragione ad arrendersi a qualcuno che non sa chi sia ? e Come fa ad arrendersi ? Svendendo la propria ragione ?
Fantastico mondo il cattolico !
@ Marilisa
“La fede c’è, il Vangelo c’è e si fa di tutto per seguirlo anche se obiettivamente non è sempre facile. Se non avessimo questi due elementi essenziali, non potremmo dirci cristiani”
Anche altre culture e civiltà hanno avuto e hanno una fede magari anche più grande, dato che riuscivano ad offrire alla propria divinità in sacrificio anche i propri figli. Quella non era/è fede di minor valore no ? Qual’è dunque la differenza ? Perché la cattolica dovrebbe essere migliore ?
“Esistono molte persone che hanno letto scrupolosamente la Bibbia e continuano a leggerla ( vedi Erri De Luca, uomo che apprezzo e stimo) eppure non credono e lo dichiarano apertamente. Le dice niente questo?”
Si, mi dice che lei si sta contraddicendo perché se stima chi non crede perché si vuole definire cristiana ? “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.” ( Mt. 12.30)
E’ anche lei cristiana come DE Luca per non crederci ? Eppure fa una difesa del misterioso inspiegabile che non è scritto lì. Sempre contraddizione rimane.
Se non esiste più alcun sacerdozio perché ne vuole avere ancora uno ?
“e cancellò il documento scritto a mano contro di noi, che consisteva in decreti e che ci era contrario; ed Egli l’ha tolto di mezzo” ( Colossesi 2.14) – “egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmetteva – (Ebrei 7.24 – Nuova Riveduta) egli, siccome rimane vivente per sempre, ha il proprio sacerdozio senza successori”>/i> ( Ebrei 7.24 NM)
Chi gliela può dare la comunione se non c’è più alcun sacerdozio per farlo ?
Fantastico mondo il cattolico !
@ Clodine
Scusi se replico, ma Lei che ha il nocciolo cognitivo funzionante, mi spiega perché anziché mangiare simbolicamente l’insegnamento del Maestro, per imitarlo, preferisce mangiarsi il Maestro ? Senza sapere se è vivo o morto ? Se è vivo non credo che sarebbe contento se qualcuno come lei vorrebbe mangiarselo, se è morto, bisognerebbe capire chi lo uccide dato che vive per sempre !
Fantastico mondo !
elsa.F,
io non volevo entrare in polemica con te.
Le conclusioni cui giungi sono comunque il risultato di un tentativo di capire.
Sicuramente è un bene non essere più i bambini o le bambine che credono a tutto quello che dice il proprio padre o la propria madre.
Gli insegnamenti dei genitori possono talvolta essere qualcosa da cui prendere distanza con equilibrio, nel senso che occorre adattarli alla propria personalità.
Le nostre madri e i nostri padri ci hanno trasmesso la fede, ciò non ci toglie il diritto di pensare la fede, diritto appartenuto a ciascuna generazione, con buona pace di tutti coloro che desiderano cristallizzare ogni cosa per sentirsi più tranquilli.
Dal dubbio viene il progresso.
@ Clodine
“Il Mistero della Trinità” Cosa c’è di misterioso se il Padre ha “creato il Figlio ” mediante la risurrezione ( Romani 1.4) Se il Figlio ricorda che ” il Padre è più grande di me” ( Giovanni 14.28) se ricorda che “il Padre è il Suo Dio” ( Giovanni 20.17) ? Nulla di Misterioso !
Posso aggiungere che il Vangelo in Copto ha ribaltato il falso intendimento del prologo di Giovanni 1.1. che ora risulta falsamente tradotto in tutte le Bibbie cattoliche.
http://depts.washington.edu/cartah/text_archive/coptic/coptjohn.shtml
Bella citazione sig,ra – “Sta scritto :” Se lo Spirito di Colui che resuscitò Cristo dai morti abita in voi, Colui che resuscitò Cristo da morte vivificherà anche i vostri corpi mortali, per mezzo del SUO Spirito che abita in voi” [Romani 8,2-11)
Vede lei ha dimenticato che il versetto citato inizia con un “SE” condizione da verificare. Come fa a sostenere se quel “SE” dimora in lei ? Da che cosa lo stabilisce ?
Infatti si contraddice da sola perché sostiene: “”Dove è lo Spirito, là c’è la libertà” [2Cor.3.17) come fa ad essere libera se non può dimostrare nulla ma si accoda ai dogmi (insegnamenti di filosofi) e ai misteri che non sono più tali perché tutto è stato svelato ? se e li condivide senza saperli dimostrare ? Qual è la libertà ? La libertà di una schiavitù ad un sistema imposto da un sacerdozio che non esiste ? Dimostri di essere libera e ne riparliamo !
Io a volte mi chiedo perché per molti sia difficile intuire quello che si vuol dire al di là delle parole che si pronunciano, e soprattutto con le opere che si producono e che spesso sono allegoriche. Non riesco proprio a spiegarmi lo “scandalo” dei puritani, se così possono essere definiti, suscitato dall’opera e dalle parole del grande regista cattolico- e lo sottolineo- E.Olmi.
Scusa, lycopodium, quale sarebbe la brutta notizia? Quella che parla di un uomo che vede nel cristianesimo una religione che si deve preoccupare dei derelitti? È vero, in una intervista rilasciata da Olmi al festival di Venezia, il regista ha detto una frase che ha fatto fremere il cuore di molti sedicenti cristiani cattolici. La frase suona così: Di fronte a un Cristo di cartone tutti si genuflettono: inginocchiamoci invece davanti a coloro che soffrono. Cristo ha pagato due millenni fa. E’ troppo “comodo” inginocchiarci davanti a un simulacro’. Non ci si può nascondere che sono parole forti, ma a mio parere sono provocatorie, vogliono scuotere quelli che vedono nella religione un insieme di riti che, se non sono accompagnati dalle opere, sono in gran parte vanificati. Capisci il significato di quel “comodo”? Gesù Cristo si è incarnato anche per mostrarci che si vive non solo per sé ma soprattutto per gli altri, per i deboli, per i sofferenti. Molti cristiani invece si sentono in pace con la coscienza perché conoscono i sacri testi a puntino, osannano il papa infallibile,vanno a messa (meglio se in latino, così non è capita dai più), si genuflettono, pregano e fanno la comunione; e tutto finisce lì. Che bravi! Da invidiare proprio. Questi secondo te non hanno il vuoto? Questi sì per me lo hanno all’ennesima potenza. Non saprei che farmene di una religione tutta incentrata su parole e riti, senza fatti di solidarietà e ,comunque, di carità verso chi soffre e sta peggio di me.
E.Olmi pone fra i derelitti gli immigrati che fanno parte della realtà di oggi. Li abbiamo intorno, non possiamo far finta di niente. Accoglierli è un dovere ed è quello che ha fatto, nel film, un vecchio prete che li ha rifugiati in una chiesa sconsacrata. Ovvero il regista ha attualizzato la sua opera cinematografica. Dove sta lo scandalo? Quando il regista dice ancora ‘Vorrei suggerire ai cattolici, e io sono tra questi, di ricordarsi più spesso di essere anche cristiani. Il vero tempio è la comunità umana’ dice forse qualcosa di eretico? A me non sembra proprio. L’ultima frase anzi dovrebbe essere impressa nella mente di tutti noi. E. Olmi non rinnega né riti né testi sacri ma preferisce, come ha mostrato in alcuni altri film, la concretezza del mettere in atto le parole di Gesù “non chiunque mi dice Signore,Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma chi farà la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Io condivido tutto questo. E mi ha fatto ribollire di sdegno una recensione al veleno scritta su “la bussola quotidiana” da un tale Mario Palmaro che ha stilato una critica pretestuosa, dimostrando di non avere capito un accidente di nulla.
Bene, Marilisa, ti ringrazio della polemica e della gradita segnalazione, almeno si parla di cose serie, cui teniamo davvero. Ti rispondo dopo, l’argomento merita meditazione.
http://www.youtube.com/watch?v=gby4hjLSX9E&feature=related
Ora arzigogolatevi pure il cervello su chi sia il “talento” che gradirei tanto “premiare”…
@” Geob” Vede lei ha dimenticato che il versetto citato inizia con un “SE” condizione da verificare. Come fa a sostenere se quel “SE” dimora in lei ? Da che cosa lo stabilisce ?”
Vede,Geob, lei parla da stolto perché probabilmente battezzato o ri-battezzato sotto l’ombrello dei TDG la sua assoluta sottomissione e lealtà non è a Dio, ma alla “sua” Organizzazione. Per questo lei non sa né saprà mai cosa significhi “gustare la libertà dei figli di Dio”…
e per questo la compiango.
Mi domandava circa quel “Se” interessante pronome personale riflessivo forte che sembra ingenerare in lei un dubbio amletico e le fa domandare come potrei , io, piccolo essere imperfetto stabilire se lo Spirito di Dio dimora in me..
Si da il caso che mi fu donato da Dio stesso mediante il Battesimo . Strano che un “bibbiarolo” come lei possa aver fatto una gaffe tanto imbarazzante! Eppure se ne parla in Marco, Matteo, Luca, in Atti 2,38-9,17-10,44…ma non solo: Ezechiele, Isaia parlano dello Spirito come dono della fine dei tampi [avvento del Cristo ovviamente] “. Glielo rammento, se ce ne fosse bisogno Geob: “poiché farò scorrere acqua sulla steppa, torrenti su un terreno arido…Porrò in voi il mio Spirito e farò si che seguiate le mie leggi..
Ma anche il profeta Gioele [ 2,28] parla delle Spirito effuso sui figli e le figlie, sugli anziani e i giovani ecc.. e qui, mi dispiace per lei Geob ma non si parla dello spirito dell’uomo, o alito dell’Angelo o del demone [a seconda dei casi ovviamente] . NO! in questo contesto si parla dello Spirito di Dio, lo Spirito Santo, non un qualche fluido magico, misterioso, soprannaturale,, ma Dio stesso col Suo rivolgersi e donarsi, con tutta la Sua Potenza e Grazia, anzi sull’intero uomo e si attesta a lui, all’uomo, attivamente…
Forse i TDG dovrebbero studiare dippiù e meglio le scritture: la invito a farlo Geob!
Bene, Marilisa, dopo aver riso alla facciaccia dell’arte contemporanea (grazie Ubi!), sgombriamo innanzitutto il campo dagli equivoci.
Non ho il minimo dubbio che poveri, deboli, derelitti, perseguitati, sofferenti, migranti… debbano essere “sempre con noi”.
E, allora, cos’è che non mi piace?
Innanzitutto, Olmi forza indebitamente i termini del problema.
Credo che sia improbabile che si dia “in toto” il tipo umano che lui descrive e condanna.
Certo non è un vero cattolico della Tradizione. Il linguaggio tradizionale cattolico parla di “opere di misericordia corporale”; anche aggiornando la terminologia, il senso è quello. E, comunque, basta un semplice catechismo di San Pio X per sconfessare e svergognare chiunque volesse fare liturgia o apologetica, senza carità (anche politica) verso il prossimo.
Ma, involontariamente e con buona intenzione, ci fa commettere un grave errore di prospettiva.
Io non credo che siano davvero tanti quelli che “genuflettono, pregano e fanno la comunione e tutto finisce lì”.
Semplicemente perché tutto finisce prima, è già finito prima.
Io non credo che il problema sia che ci sono quelli che si sentono “in pace con la coscienza perché conoscono i sacri testi a puntino, osannano il papa infallibile, vanno a messa”.
Semplicemente perché in troppi si sentono in pace con sé senza conoscere la Bibbia, senza “riconoscere” (in senso forte) il Papa, senza andare a Messa.
Io non credo che il problema sia vedere la religione cattolica come “un insieme di riti che, se non sono accompagnati dalle opere, sono in gran parte vanificati”.
Il problema è che in toppi la religione cattolica non la vedono né come riti, né come opere, perché non la vedono e non se la vedono proprio.
Io non credo che il problema siano quelli che si inginocchiano di fronte all’Icona di Cristo e non si inginocchiano di fronte ai sofferenti.
Semplicemente perché non si inginocchiano, anzi calpestano l’una Icona e l’altra.
E così via.
Quale, allora, la brutta notizia?
È la cecità nostra e dei nostri intellettuali.
Ciò che dice Olmi è un discorso buono per epoche buone.
Noi siamo in un’epoca inimmaginabilmente cattiva.
L’effetto di un discorso “per epoche buone in epoca cattiva” è quello (del tutto involontario) di snervare il buono, promuovendo il cattivo.
Noi non abbiamo bisogno di accogliere i migranti in chiese sconsacrate, abbiamo assoluto bisogno di chiese consacrate, perché possiamo veramente accoglierli.
Gioab, si rende conto almeno che le domande che pone le ha fatte cento volte e che cento volte le ho risposto? Inutile parlare con lei. E francamente certe sue affermazioni le trovo senza senso.
Io sono cristiana, Erri De Luca no; non ha fede nonostante la lettura quotidiana della Bibbia (che ha pure tradotto). Eppure è molto, ma proprio molto, migliore di molti cristiani convinti e, per non parlare della sua intelligenza, ha il dono dell’umiltà. Qual è il problema?
Devono essere apprezzati solo coloro che credono? Per me semplicemente non è così.
Lei, Gioab, ha una mente chiusa, direi blindata, a causa del suo giudicare gli altri filtrando le loro parole attraverso dei passi biblici stereotipati, privi di “vita”, avulsi dalle vicende dell’Umanità in cammino. Con lei non è possibile alcun dialogo. Si tolga dalla mente di essere l’ unto del Signore, non si fissi su questa dabbenaggine.
Clodine cara, mi devi spiegare perché, quando ti rivolgi-raramente- a Gioab, sbagli sempre il nome. È una cosa che mi fa morire dal ridere.
Una meditazione, seppur breve, porta sempre buoni frutti.
Anzi, ottimi direi.
Allora, lycopodium, tu non credi…non credi… non credi…; io invece credo…credo…credo…in tutto ciò che ho affermato nel post precedente, e non sto a ripetermi. A me non sembra che Olmi, che non è un rimbambito e non ha pretese di intellettualismo, abbia voluto criticare con acredine tutti i cristiani vecchio stampo, molti dei quali peraltro erano pienamente seguaci di Cristo. Ma non si può mettere in dubbio che tanti fossero i cosiddetti cristiani della domenica. Tralascio di spiegare, l’espressione parla da sé. Molti delle vecchie generazioni erano- e quelli che ancora si trovano lo sono ancora- bigotti (parola per me odiosa) e solo pochi sono riusciti ad affrancarsi dagli atteggiamenti di totale passività che caratterizzavano i fedeli di una volta.
Ecco, il problema vero è che le nuove generazioni, e non solo, dal momento che Olmi è di vecchia generazione, non considerano credibile una Chiesa preconciliare tutta basata quasi esclusivamente sulla Tradizione-sacre scritture, riti, preghiere in latino (belle, bellissime e incomprensibili per i più), divieti a nastro e pronta ai rimandi all’ inferno incombente minaccioso , poco propositiva, davvero, ma davvero, autoreferenziale e desiderosa di essere omaggiata (basta guardare qualche filmato d’epoca)- con l’ Amore verso i fratelli relegato in secondo piano e l’Amore di Dio annunciato e non spiegato. Oggi, al contrario, viene detto ripetutamente che l’Amore per Dio passa attraverso quello per il prossimo.E noi accogliamo queste parole perché comprendiamo da noi stessi che sono profondamente vere.
Oggi infatti, caro lycopodium, il cammino della vita, se ci fai caso, ha portato l’esigenza di una maggiore consapevolezza sotto tutti gli aspetti. E dimmi se è poco. Oggi si è capito che nella Chiesa deve essere evidenziato maggiormente che l’amore per il prossimo è basilare per la salvezza, che la fede senza le opere è morta, che la carità(in tutte le sue accezioni) è al primo posto.
Sì, la crisi c’è, molte chiese sono semideserte, ci sono pochi preti. Ma questo è un altro problema. Obiettivamente la situazione non è facile, ma chi ci dice che questo non sia un cammino obbligato per arrivare ad una “città nuova”? Le novità sono sempre viste negativamente da chi si àncora al passato.Tu, lycopodium, sostieni che il discorso di Olmi sarebbe buono per epoche buone, non per un’epoca “cattiva”come la nostra, e la cecità nostra e degli intellettuali non permette di vedere il cattivo della nostra epoca. Troppo pessimismo e dipende dai punti di vista. Per me è migliore la Chiesa di oggi, peraltro non esente da pecche anche gravi. E secondo te come si potrebbe rimediare alle negatività del nostro tempo? Tornando alla tradizione? Ne sei tanto sicuro? Io non lo credo. Molti come me forse sarebbero portati ad allontanarsene, per esempio. La Chiesa attuale e le molte letture fatte mi hanno dato degli insegnamenti veri e credibili, mi hanno fatto scoprire aspetti nuovi che mi hanno attratto e insieme distolto da schemi vecchi che ormai mi stavano stretti e non mi soddisfacevano. Come vedi, colpi e contraccolpi.
Nel film “Il villaggio di cartone”, che ha visto la collaborazione di mons. Gianfranco Ravasi (e questo è significativo), la chiesa sconsacrata con dentro gli immigrati accolti dal vecchio prete ha una forte carica simbolica. Niente di criticabile o addirittura diabolico. Solo chi giudica alla luce di inaccettabili preconcetti può dare una simile interpretazione. Questo sì è fortemente deprecabile.
Ho dato “ottimo” all’intervento “meditato” di Lycopodium e lo ribadisco.
Mi scuso se mi intrometto, Lycopodium sa benissimo difendersi da solo…
però non posso fare a meno di far notare che Lycopodium, diversamente da quanto fatto da altri altrove…, molto saggiamente ha fatto un discorso, un ragionamento in cui non ha “giudicato” benchè minimamente nè l’autore nè tantomeno l’opera dell’autore. Si è astenuto da giudizi sia di “ortodossia”, sia se vogliamo anche da certi risvolti politicheggianti, così come cosa anch’essa importante non ha minimamente citato “collaboratori” (e lei Marilisa questa storia l’ha letta su un altro sito…). Egli fa una precisa critica al mondo intellettuale in generale, prendendo spunto dal fatto citato.
Lycopodium riceve il mio plauso per tutto questo.
Agli intellettuali viene chiesto di essere puntuali critici, ben attenti anche al peso delle loro esternazioni; a costo anche di essere ostracizzati vedi all’epoca PPP, e non dei yes-man che corrono dietro il pensiero dominante…
@ Marilisa @ Ubi humilitas i bi sapientia
La sig.ra Marilisa è molto netta nei suoi giudizi. Forse avrà ricevuto l’investitura dall’Alto di rappresentare la difesa nel prossimo giudizio universale:
”A me non sembra che Olmi, che non è un rimbambito e non ha pretese di intellettualismo, abbia voluto criticare con acredine tutti i cristiani vecchio stampo, molti dei quali peraltro erano pienamente seguaci di Cristo.” _
Pienamente seguaci di Cristo ?
Se Cristo stesso dichiarò il suo seguace Pietro “Satana” e fu rimproverato da Paolo per essere un ipocrita, oltre che un bugiardo, la sig.ra Marilisa non essendo dotata di occhi che leggono il cuore, decide che ci sono “pieni seguaci di Cristo” dimentica dosi che “ come è scritto: “Non c’è un [uomo] giusto, nemmeno uno; non c’è chi abbia perspicacia, non c’è chi cerchi Dio. Tutti [gli uomini] si sono sviati, tutti insieme son divenuti indegni; non ce n’è uno che operi benignità, non ce n’è <b<nemmeno uno” ( Romani 3.10-12)
Chissà se quel “nemmeno uno include anche il papa”
p.s. i “veri” cristiani facevano così:
“Inoltre, la moltitudine di quelli che avevano creduto aveva un solo cuore e una sola anima, e nemmeno uno diceva che fosse sua alcuna delle cose che possedeva; ma avevano ogni cosa in comune” ( Atti 4.32) – non avevano neanche una “misera” mercedes” nera con autista per farsi aprire la porta per salire o scendere. Che ingiustizia. Ma i tempi sono cambiati.
p.s. 2 “Molti delle vecchie generazioni erano- e quelli che ancora si trovano lo sono ancora- bigotti (parola per me odiosa) e solo pochi sono riusciti ad affrancarsi dagli atteggiamenti di totale passività che caratterizzavano i fedeli di una volta.” – Insomma dei viscidi “succubi” incapaci di pensiero proprio, passivamente sottomessi ai misteri e ai dogmi. Avrebbe dovuto imparare a pensare da soli non farsi coinvolgere in storielle misteriose… mentre Olmi “è di vecchia generazione, non considera credibile una Chiesa preconciliare tutta basata quasi esclusivamente sulla Tradizione-sacre scritture, riti, preghiere in latino (belle, bellissime e incomprensibili per i più), divieti a nastro e pronta ai rimandi all’ inferno incombente minaccioso , poco propositiva, davvero, ma davvero, autoreferenziale e desiderosa di essere omaggiata”
Un vecchio “relativista” che è sfuggito all’inferno mentr gli altri, poveracci… tutti nel fuoco. “Oggi infatti, caro lycopodium, il cammino della vita, se ci fai caso, ha portato l’esigenza di una maggiore consapevolezza sotto tutti gli aspetti. E dimmi se è poco.” – Meno male, un pensiero coerente lucido e pieno di voglia di consapevolezza e responsabile maturità.
Continui così sig.ra Marilisa che tra un po’ saremo d’accordo ! E’ un cammino obbligato per arrivare ad una “città nuova” !
“mi hanno fatto scoprire aspetti nuovi che mi hanno attratto e insieme distolto da schemi vecchi che ormai mi stavano stretti e non mi soddisfacevano.” -Già perché ora è la religione che si deve adattare ai gusti della fedele, non il contrario. Questa è nuova. Non mi era ancora capitata. Me la posso vedere come nuovo dogma cattolico ? Fai come ti pare, purchè fedele a Roma ? Basta non essere “yes man”.
Saluti
Premetto che del suo “ottimo” a lycopodium non me ne può importar di meno. Io, per quanto mi riguarda, non cerco il “voto” o la benevolenza o il consenso di nessuno; proprio del suo “plauso”, poi, sinceramente faccio volentieri a meno. A me interessa esprimere le mie idee e basta. In piena libertà.
Il suo intervento dice chiaramente che lei, Ubi, si è sentito toccato in prima persona, chissà perché, ma ha stravolto, proprio per i suoi pregiudizi, le mie parole. Lei crede forse che il mio ultimo intervento non sia frutto di “meditazione”? Sbaglia di grosso, io per carattere non parlo mai affidandomi alla superficialità, lei invece in tutta evidenza sì. Lo ha dimostrato ampiamente adesso.
Cosa significa che io “questa storia l’ho letta su un altro sito”? Cosa ci sarebbe di deplorevole nel documentarsi? A lei G.Ravasi fa schifo? A me proprio no. Ce ne fossero di Ravasi nella Chiesa!
Si rende conto che sta farneticando? Ho forse criticato lycopodium? Non mi sembra proprio. Non ho fatto altro che contrapporre le mie idee alle sue, tutto qui. Perché lei se la prende tanto?
Caro lei, quando ho detto “criticabile” mi riferivo alle critiche livorose non di lycopodium, ma di cattolici come lei, Ubi, che sono tutti volti al passato e ripudiano le innovazioni. Provi a leggere, se non lo ha già fatto, la indegna recensione di quel Mario Palmaro cui ho già accennato e che fa sfoggio di un’ acredine intollerabile. Io mi trovo-e ne sono contenta- sul fronte opposto. Non la penso allo stesso modo, grazie a Dio, e non credo che ciò sia una colpa.
Mi dovreste spiegare, inoltre, voi cattolici di maniera perché i cosiddetti intellettuali vi danno tanto fastidio da attribuirgli sempre e sconsideratamente “risvolti politicheggianti”, naturalmente di sinistra (questo lo aggiungo io). Eccola l’ideologia vera, è la vostra. Vi sembra impossibile che delle persone né di destra né di sinistra rivolgano una sia pur piccola critica alla Chiesa, senza che si accodino al “pensiero dominante”, ma solo perché ragionano con la propria testa.
Riesce a vedere, Ubi, il ridicolo di tutto ciò?
Un piccolo suggerimento: rifletta prima di parlare a vanvera.
@ Marilisa
“E’ inutile parlar con lei “ – Di cosa vuole parlare ? Se vuole fare una difesa dei misteri misteriosi e curiali ha ragione, se invece vuole parlare di ciò che è Scritto, si può ragionare, ma mentre lei da una parte difende la Chiesa che le va stretta, con i suoi succubi incapaci di pensiero proprio, poi viene da me a difendere la trinità e l’eucarestia. Si contraddice con quello che ha scritto a Ubihumilitas.
Si faccia vedere da un buon specialista neuro…. Please, perché non si può stare con due piedi un una scarpa. Lo disse Elia: “: “Fino a quando zoppicherete su due differenti opinioni? Se il [vero] Dio è Geova, seguitelo; ma se è Baal, seguite lui”. ( 1 Re 18.21) –Non può definirsi cattolica difendere i dogmi e i misteri e lamentarsi perché le vanno stretti ed era roba dei vecchi rimbambiti di una volta. Deve essere coerente.
Se non le piace la chiesa abbandoni e sia responsabile, agisca con lealtà e coerenza. Il Dio capisce meglio e di più di quanto noi non possiamo immaginare. “Se lo cerchi si lascerà trovare da te, ma se lo abbandoni ti respingerà per sempre” ( 1 Cronache 28.9) – Cercare Dio lo si può fare anche in modo autonomo, non è mica obbligatorio appartenere ad un gruppo, perché la religione consociata è stata gettata alle ortiche ( Colossesi 2.13-23) e il sacerdozio non esiste più. ( Ebrei 7.23-24) ciascuno è sacerdote di sè stesso non essendoci altri mediatori.
Troppo difficile da capire ? O troppa vigliaccheria per accettarlo ?
Mi sono dimenticata di indirizzare il post espressamente all’ineffabile Ubi humilitas, anche se nel testo è citato più volte.
Lei, Gioab, deve farsi visitare da uno specialista neuropsichiatra. Qui ha dimostrato più volte di avere turbe psichiche, e non sto scherzando.
La invito a non indirizzarmi più i suoi scritti.
@ Marilisa
“tutti volti al passato e ripudiano le innovazioni.” – Le pare che la Bibbia sia cambiata in 3500 anni o è sempre la stessa ? Le innovazioni servono solo ad essere piacevoli ai più. Ma Dio non cambia: “presso di lui non c’è variazione del volgimento d’ombra” ( Giacomo 1.17)
Perché dovrebbe cambiare ? “ le cose che non si vedono sono eterne.” (2 Corinti 4.18)
“Mi dovreste spiegare, inoltre, voi cattolici di maniera perché i cosiddetti intellettuali vi danno tanto fastidio da attribuirgli sempre e sconsideratamente “risvolti politicheggianti”, naturalmente di sinistra (questo lo aggiungo io). Eccola l’ideologia vera, è la vostra. Vi sembra impossibile che delle persone né di destra né di sinistra rivolgano una sia pur piccola critica alla Chiesa, senza che si accodino al “pensiero dominante”, ma solo perché ragionano con la propria testa.”
Ci siamo fatti prendere dalla difesa del politichese ? I Regni umani sono di Satana lo conferma Gesù, perché li difende tanto ?
“E, avendolo condotto in alto, gli mostrò in un istante di tempo tutti i regni della terra abitata; e il Diavolo gli disse: “Ti darò tutta questa autorità e la loro gloria, perché mi è stata consegnata e io la do a chi desidero” ( Luca 4.5-6) – Riesce a vedere il ridicolo in tutto ciò ?
@ Marilisa
Non la disturberò più, ma la ringrazio, perché la sua coscienza è ancora funzionante e viene toccata dalle mie parole. E’ un buon segno ma la sua responsabilità ora è maggiore. Ci rifletta. Solo chi ha paura non si confronta e preferisce non sentire. Chi non teme ed ha la mente aperta senza pregiudizi si confronta.
Auguri.
@ Lycopodium @ Ubihumilitas
Distinti signori mi permettano una domanda : “Premetto che del suo “ottimo” a lycopodium non me ne può importar di meno.”
Chi si definisce cristiano/a, modernista, cui vanno strette le vecchie regole, che le vecchiette d’un tempo non sono state in grado di rigettare, incapaci di usare un intelletto proprio, più modernista e indipendente, può esprimersi cristianamente dicendo “non me ne può importar di meno “?
Risponde quel “ non me ne può importar di meno” a quella legge dell’amore cui i cristiani devono esser sottoposti ?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Il testo integrale delle parole del vescovo Pennisi, riportate nel post, si può leggere qui, andando al terzo titolo di venerdì 9 settembre: http://www.congressoeucaristico.it/congresso_eucaristico_nazionale/interventi_e_relazioni/00005392_INTERVENTI_E_RELAZIONI.html
@ Clodine
Cara signorina, compiangermi è un su diritto, ma vedo che non mi sono spiegato bene o non ha capito la domanda, la questione di cui lei dice : “Si da il caso che mi fu donato da Dio stesso mediante il battesimo” – “strano che un “bibbiarolo”…ecc.”
Quello che è scritto lo conosco, ma la domanda era : “Come fa ad esserne così sicura ?” Lei può solo supporre che si sia verificato l’evento, ma non ha nessuna prova a dimostrazione di quell’evento, perché quando accadde con Gesù, ci fu la manifestazione visiva, anche con gli apostoli; al suo battesimo, accadde qualcosa di visibile che qualcuno possa testimoniare ?
E’ questo il punto, – e la questione non è di poca rilevanza, – perché, dovendo come lei giustamente mi inviata a fare, studiare di più, proverò a chiedere lumi a lei che così molte cose già conosce, forse potrà aiutarmi.
La questione è questa, come già le chiesi ma senza ricevere alcuna risposta, gli apostoli ricevettero lo Spirito Santo due volte ( Giovanni 20.22, Atti 2.3), ma la prima volta, quando Gesù soffiò su di loro dicendo “ricevete Spirito Santo”, se legge attentamente viene detto che : “Ma Tommaso, uno dei dodici, che era chiamato Il Gemello, non era con loro quando venne Gesù. Quindi gli altri discepoli gli dicevano: “Abbiamo visto il Signore!” Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, certamente non crederò”.” ( Giovanni 20.24-25)
Lei saprebbe dirmi perché gli altri apostoli l’ebbero due volte, ma Tommaso solo una ? visto che non era con loro in quell’occasione ? e lo ricevette in una diversa occasione o no ?
Le sarei veramente grato se potesse aiutarmi, primo perché dimostrerebbe di avere ricevuto veramente quello spirito santo dato che Gesù disse : “A voi è concesso di capire i sacri segreti del regno dei cieli, ma a loro non è concesso.” ( Matteo 13.11) – perché : “il soccorritore, lo spirito santo, che il Padre manderà nel mio nome, quello vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutte le cose che vi ho detto” ( Giovanni 14.26) Secondo perché darebbe a me la prova che mi permetterebbe di riconoscere in lei una vera cristiana che lo abbia ricevuto veramente lo Spirito.
Glielo auguro, davvero, che possa accadere, ma non sono io a decidere. E’ il Dio che sceglie facendo una stima dei cuori, e come dice l’apostolo Paolo : <b<“In qualsiasi condizione ciascuno fu chiamato, fratelli, in essa rimanga unito a Dio.” ( 1 Corinti 21-7.24) ci sono molti tipi di cristiani ma “ciascuno nel propri ordine” –“Poiché come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi. Ma ciascuno nel proprio ordine” ( 1 Corinti 15.22-24) Sapeva che ci sono diversi ordini ?
Può chiamarle anche precedenze ma perché ? Attendo sig.na Clodine così sapremo se il suo battesimo ha funzionato davvero. ! Si, avevo capito che Gioele parla dello Spirito Santo, lo Spirito di Dio, ma non le dice mica come si riconoscono quei figli, ma nelle Scritture la spiegazione c’è.
Saluti
@ Marco scrive, 9 settembre 2011 @ 0:50
“La religione è il rapportarsi dell’uomo alla sua stessa essenza (in questo consiste la sua verità), ma alla sua essenza non come sua, ma come un’altra essenza, separata, divisa da lui, anzi opposta (in questo consiste la sua falsità)”.
Sig. Marco, non ho capito nulla. Può gentilmente spiegarsi meglio ?
Secondo il suo scritto Io capisco che : La verità è il rapporto che l’uomo ha con la sua essenza che non è sua ma un’altra opposta a lui. Quindi la verità significa rapportarsi con la sua falsità.
Perché ?
Le consiglio di studiare, G E O B….non discetto con lei, è troppo importante la Parola di Dio: mi è stato detto di “non dare le perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarmi.”
Addio
G E O B B B B !!!
Marilisa va totalmente “fuori tema”.
Ma a parte tutto questo, mi spiace dirlo, legge e non capisce il senso delle parole.
L’intervento di Lycopodium, ripeto è ottimo poichè non ricalca benchè minimamente gli stereotipi di quegli articoli citati.
In quegli articoli infatti “l’opera” (e un articolista mi sembra abbia affermato addirittura di non averla vista ma di essersi informato sul web), sembra, a mio modesto avviso solo un pretesto per dare una “botta” all’autore, così come in altri “articoli la “botta” è per l’autore e qualcuno che ha collaborato.
E qui mi ripeto, per questo il mio plauso va a Lycopodium, perchè si è totalmente astenuto da giudizzi sulle persone e su “ortodossie”, ma si è spostato dal soggetto all’oggetto del tema, cioè l’impatto che le parole di un intellettuale possono avere su una platea (e questo ppp lo diceva anni fa, c’è qualcosa su youtube).
Lycopodium così delicato da affermare: “L’effetto di un discorso “per epoche buone in epoca cattiva” è quello (del tutto involontario) di snervare il buono, promuovendo il cattivo.”.
Inteso quel ” (del tutto involontario)” ?
E’ la prova provata di fare solo una critica intelligente ad un fatto, tenedo di fuori le “persone”.
Grazie, Ubi!
@ Clodine
Ahhhhh capisco ! Non sa rispondere. Mi spiace per lei, Continui a chiedere “forse “ le si risponderà !
“prima che venga su di voi il giorno dell’ira di Geova, cercate Geova, voi tutti mansueti della terra, che avete praticato la Sua propria decisione giudiziaria. Cercate la giustizia, cercate la mansuetudine. Probabilmente potrete essere nascosti nel giorno dell’ira di Geova.”
( Sofonia 2.2-3)
A proposito del film di Ermanno Olmi. Ammesso che veramente la vita non finisse con la morte, noi saremmo immortali. Qualcuno di voi vorrebbe dirmi che la vita comincia con la morte? Non credo, non mi spiegherei le tante “battaglie per la vita” di cui la cronaca è costellata. L’immortalità dell’uomo è a partire da quando nasce, anzi, come voi dite, da quando viene concepito. E quale valore potrebbe avere una religione che si preoccupasse di dare una speranza per la vita eterna e di negarla, al tempo stesso, per questa, che poi è l’unica che si può vedere anche senza gli occhi della fede? Già sento l’obiezione e rispondo che sì, la negate questa speranza, la negate ogni volta che rimarcate l’alterità della liturgia rispetto all’aiuto ai propri simili. Con la precisazione che il secondo senza la prima potrebbe essere strumento di salvezza nell’imperscrutabile disegno di Dio, come voi dite, mentre la prima senza il secondo non vale neppure il tempo che ci ho messo a scrivere questo post.
@Leopoldo
nella ricca panoramica di temi presenti in questa discussione, mi permetto solo una precisazione:
noi cristiani non consideriamo l’uomo immortale. Neppure la nostra parte spirituale (l’anima) è immortale, in quanto anch’essa deve attraversare la soglia della morte, di Sorella morte che attende ciascuno di noi, tanto che lo stesso Figlio di Dio, con l’incarnazione, l’ha accolta come inevitabile.
Solo che la morte, per un cristiano, non è l’ultima parola: egli crede che al di là della soglia c’è una vita nuova, senza fine.
Il cristiano, insomma, non crede nell’immortalità ma nella risurrezione (Credo…la risurrezione della carne, la vita eterna).
Non si tratta di una differenza di poco conto, nella prospettiva della quale acquisisce senso e valore questa nostra vita terrena:
“Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna”.
(Gv 5,28-29)
@ Ubi
Lei si arrampica sugli specchi. Pensi pure che non capisco il senso delle parole, non mi offendo per niente. Mi sia consentito però di esprimere con franchezza le mie opinioni, che non sono dettate dal caso, ma sono sollecitate sempre da quel che sento, leggo e vedo intorno a me. E certamente non vado fuori tema, anche se lei afferma il contrario.
“E, allora, cos’è che non mi piace?
Innanzitutto, Olmi forza indebitamente i termini del problema.
Credo che sia improbabile che si dia “in toto” il tipo umano che lui descrive e condanna.” Parole di lycopodium.
Questo secondo lei, Ubi, non è un giudizio? Per lei che cos’è un giudizio?
Quando il gentile lycopodium comincia a snocciolare i suoi “io non credo che…” ripetendo esattamente le mie parole e contestandole puntualmente con i suoi “semplicemente perché…” sta esprimendo- che lei, Ubi, riesca a vederlo oppure no- una serie di giudizi critici sulle mie posizioni, e ciò è inconfutabile perché certi atteggiamenti contestativi si afferrano al volo, per intuizione. Io non ho fatto altro che replicare, senza peraltro voler attaccare il suo amico da lei difeso con tanto calore. Rilegga il mio post se ne dubita. Lei, Ubi, non ha capito le mie intenzioni e davvero è andato fuori tema. Perché si è sentito colpito in prima persona essendo un cattolico tradizionalista come alcuni altri frequentatori di questo blog. Ai quali rivendico il diritto di esprimere le loro convinzioni, rispettando però, senza condannare, il diritto di chi non la pensa come loro ad esprimere liberamente le opinioni diverse. Del resto, la contestazione critica di lycopodium nei confronti di Olmi e dei cattolici “progressisti” la si era vista chiaramente, senza mezzi termini, già nella sua replica ad un’ altra precedente frequentatrice del blog, che aveva postato il link incriminato da cui è iniziato tutto.
Allora, Ubi,sono fuori tema io o è lei che pretestuosamente cerca appigli per scaricare il suo risentimento?
Ritengo, poi, che lycopodium non avesse bisogno di un avvocato difensore ( da che cosa o da chi doveva difendersi?) come lei, che si è intromesso a sproposito e ha fatto degenerare la discussione.
Questi modi di fare mi disturbano enormemente: sono indice di intolleranza.
@ Leopoldo
Complimenti per la lucidità del suo pensiero. Lei ha ragione. La vita non comincia con la morte ma può cominciare solo con la vita. La morte è un nemico “Come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte.” ( 1 Corinti 15.26)
Però dovrebbe considerare che oltre alla morte dalla quale c’è un ritorno mediante la risurrezione c’è anche “la distruzione” dalla quale non c’è ritorno.
“il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua. Ma mediante la stessa parola i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi.”</i” ( 2 Pietro 3.6-7)
@ Nico
Dopo aver letto il suo post 15.22 “Solo che la morte, per un cristiano, non è l’ultima parola: egli crede che al di là della soglia c’è una vita nuova, senza fine. Il cristiano, insomma, non crede nell’immortalità ma nella risurrezione (Credo…la risurrezione della carne, la vita eterna).”
Mi sorge una domanda sig. Nico. Come concilia lei la vita senza fine con la risurrezione della carne ? La vita senza fine dove dovrebbe accadere ? In paradiso ? o Dove ? La vita eterna di cui lei parla non può aver inizio dopo la morte perché dopo la morte c’è solo la “risurrezione della carne” e lei sa che “carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né la corruzione eredita l’incorruzione.” ( 1 Corinti 15.50) Quindi non in paradiso ma neanche in terra visto che il Regno alcuni lo vogliono realizzare sulla terra.
Quindi dove avviene la risurrezione della carne ? E non prende in esame la “distruzione” di cui parla Pietro
“Ma questi [uomini], come animali irragionevoli nati secondo natura per essere <b<presi e distrutti , subiranno pure, nelle cose delle quali sono ignoranti e parlano ingiuriosamente, la distruzione nel proprio [corso di] distruzione, recando su di sé il male come ricompensa del male che fanno.” ( 2 Pietro 2.12-13)
Quindi chi viene distrutto avrà la risurrezione della carne ? o no ?
Leopoldo leggendo il tuo ultimo commento mi è venuto in mente questo, vedi tu se si lega: Benedetto: “Servire il prossimo è liturgia”.
@ Luigi
Certo che lega, peccato che io sia un agnostico impenitente.
@ Nico
“noi cristiani non consideriamo l’uomo immortale”. Nico, voi cristiani non considerate l’uomo immortale nella sua integrità, corpo e anima, ma l’anima non conosce morte, neppure per un attimo. la resurrezione in cui credete è quella del ritorno dell’uomo al suo perfetto stato, nel corpo glorificato simile a quello di Gesù, Cristo appunto, dopo la sua resurrezione. se mi sbaglio correggetemi pure, ma non credo di sbagliarmi. e questa resurrezione, in uno con la circostanza non causale che nessuno salvezza è possibile fuori dall’azione materiale, che può essere anche pensiero (della serie pensiamo con il cervello), con il corpo – dopo morti la nostra condizione di salvezza o di dannazione non può mutare – rafforza, nel mio laico accostarmi alle verità di fede, l’idea che già da questa vita comincia il riscatto e la speranza: nel corpo e nell’anima di chi salva e per il corpo e nell’anima di chi è salvato. e quale significato più bello si potrebbe dare al dogma dell’assunzione della Madonna, del resto? tutto questo, ovviamente, crederei se credessi.
Luigi, Leopoldo, don Joseph,
a me è venuto in mente questo:
Il giudizio finale (Matteo 25, 31 – 46)
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.
Dunque il vecchio catechismo riprendeva il Vangelo!
E nell’antica liturgia funebre, ricordando che anche nell’amore del prossimo si ama Dio, si pregava:
“Inter oves locum presta, et ab haedis me sequestra statuens in parte dextra”.
Coì dipingeva musicalmente la frase l’agnostico, ma non indifferente, Verdi:
http://www.youtube.com/watch?v=zsPPVS4TIFM&feature=related
Caro Leopoldo
sono perfettamente d’accordo con quello che crederesti, se tu credessi, tranne per un paio di righe:
“Nico, voi cristiani non considerate l’uomo immortale nella sua integrità, corpo e anima, ma l’anima non conosce morte, neppure per un attimo”.
Proprio perchè l’uomo è spirito incarnato (e non semplicemente corpo e anima accostati) il passaggio della morte è così doloroso e difficile, e quella dimensione che, non avendo parole migliori, chiamiamo anima, non ne è immune…
Luigi…non ricordavo quel post, ma è dello scorso anno..!!!
Stupendo, mi hanno emozionato gli interventi di Leonardo,Antonella, Fiorenza e Discepolo MC…Roberto55…ho anche pianto rileggendo i miei ,perchè, nel frattempo, quella zia tornò alla casa del Padre.
Mi disse:” vieni a trovarmi, devo dirti alcune cose”. Avevo altre urgenze quella sera e mi urtò quella chiamata – “uffa!”- dissi tra me. Tuttavia alla fine della giornata, prima dell’imbrunire mi recai da lei. La trovai pallida più del solito gli occhi cerchiati, respiro affannato, seduta sulla poltrona dai braccioli spelliciati intenta a guardare il solito album di vecchie foto ingiallite che conoscevo a memoria per averlo ri-visitato con lei un miliardo di volte: il giorno delle nozze, i due figli partigiani morti ammazzati in giovane età, l’amato marito bello come un Adone prima che un ictus lo rendese invalido.. Era una serata fredda di fine Marzo, si strinse nella mantellina di lana blu e mi disse: ” allontana le tendine dai vetri, voglio guardare il cielo prima che il sole tramonti del tutto, e voglio farti vedere una cosa…Guarda!!”
Qualche tempo prima mi aveva chiesto di interrare dei vecchi bulbi:piccole cipolline rinseccolite, senza vita che conservava da tempo in un cassetto della cucina : “sono fresie”, mi disse: ” le comprai anni fa, ma non le ho mai piantate, sai, dopo l’ictus dello zio, non ne ebbi mai il tempo né la voglia; non so che colore abbiano né se fioriranno!”. Aperte le tende mi si presentò dinnanzi un tripudio di colori: tremule campanule viola, rosse, gialle, ripiegate su di un tenue stelo di un verde straordinario. Il profumo intenso inondò la stanza;
” Hai visto che meraviglia? ..Chi avrebbe mai detto che quei semi insulsi, privi di grazia contenessero tanta meravigliosa vita!…Ehhh -sospirò- mia cara, forse anche per noi varrà lo spesso principio: la morte, che a noi appare tanto brutta in fondo non è niente! Guarda: avresti mai detto che da una vecchia cipolla rinseccolita messa nella terra potesse rinascere in questa forma straordinaria?”. Quella stessa notte si sentì male, e il giorno dopo alle 18 morì….serenamente. Le fresie sono qui, sul mio balcone, ci sono già i germogli pronti per la seconda fioritura…
Ma se tutti morissero e andassero in paradiso, il Regno millenario su chi dovrebbe avere autorità e come se sono tutti già morti ?
“E lo scagliò nell’abisso e chiuse e sigillò [questo] sopra di lui, affinché non sviasse più le nazioni fino a quando fossero finiti i mille anni. Dopo queste cose dev’essere sciolto per un po’ di tempo.” ( Rivelazione 20.3)
Se sarà sciolto non potrà mica tornare in cielo visto cheda lì è già stato scacciato, ( Riv. 12.9) allora dove andrà ?
” Ora appena saranno finiti i mille anni, Satana sarà sciolto dalla sua prigione, e uscirà per sviare quelle nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarli alla guerra” Rivelazione 20.7-8)
Ma se dopo i mille anni ci sono ancora nazioni sulla terra, non sono mica morti tutti no ?
Leopoldo dice “questo crederei se credessi” e io queste parole me le segno da qualche parte.
Se si rileggono Leopoldo e alcune frasi di Fuerbach da me citate si vede una profonda coincidenza di impostazione.
Ecco perché Fuerbach è molto importante nel pensiero occidentale.
Io comunque sottolineo che i giusti sono giudicati tali in quanto le loro azioni li rendono tali agli occhi di Dio.
Dunque anche un ateo o un agnostico può essere un giusto.
…Suvvia, non facciamo gli ipocriti: c’è un ateo/agnostico in tutti noi, così come c’è un credente negli atei/agnostici.
“Si dice agnostico chi ha sufficiente coraggio per non credere in dio, ma non ancora abbastanza per negarlo!”
Mio nonno, Ateo irriducibile, sosteneva che solo l’indifferenza è atea e in fondo, il dubitare e il credere non sono che e facce di una stessa medaglia. Era convinto che il fanatismo fosse cento, mille volte più temibile di un ateismo filosofico e che nulla vi fosse di più pericoloso di chi crede che i propri pensieri siano i pensieri di Dio!
Ho due figlie: una credente, una no. Le amo entrambe.
@Marco
…Suvvia, non facciamo gli ipocriti: c’è un ateo/agnostico in tutti noi, così come c’è un credente negli atei/agnostici.
Fosse vero mi consolerei….
@Leopoldo
…Ho due figlie: una credente, una no. Le amo entrambe.
E ci mancherebbe altro….
Marilisa cara, proprio stavolta Lycopodium non ha proprio parlato nè toccato benchè minimamente nè di sfuggita l’argomento dei cattolici “progressisti” (tra i quali molto spesso sono stato annoverato anch’io…).
Sempre che io non sappia più leggere o abbia saltato qualche passo dello scritto di Lycopodium…
E cmq et-et e non aut-aut. Io sono uno di quelli (e perciò erroneamente mi annoverano tra i cd. “progressisti”) batte spesso il tasto sulle “opere” e sul prossimo, di quelli che esulta quando Papa Benedetto XVI ci ricorda che: “Servire il prossimo è liturgia”. Talmente tanto entusiasta che quel discorso lo pubblicai sul mio blog, così come pubblicai quello in cui Benedetto XVI affermava: “Dio è amore, e rendergli culto significa servire i fratelli con amore sincero e generoso.”
E può facilmente verificare sul mio blog…
Ma, non c’è solo quello. Ci sono anche i Sacramenti e la legge della Chiesa, in cui è inclusa la Tradizione (quella vera però, non lo pseudo-tradizionalismo simil-protestantico di alcuni urlatori dissidenti, che alla Totò, “si oppongono a priori”). Ed esulto quando Benedetto XVI richiama alla mente delle cose che oggi sembra non si badi più ma che sono il fondamento della nostra Fede. E di cui alcuni sembrano “scandalizzarsi”…E infatti sempre di Benedetto XVI sul mio blog ho riportato ben tre discorsi in cui insiste sulla importanza e necessità del SACRAMENTO della Riconciliazione.
Equilibrio ci vuole.
Oh, mò visto che ci troviamo, vado OT e vi racconto questa, fresca fresca di manco tre ore fa…
In chiesa vengo a “sapere” (forse qui si spiega perchè Qoelet dichiarava beata “l’ignoranza”…) che non basta desiderare un Sacramento ma, che ne occorre anche la “piena” comprensione…
Ora che dell’Eucaristia si debba credere (e lo credo!) che in essa vi è presente Gesù Cristo in Corpo Sangue Anima e Divinità, penso siamo tutti d’accordo. Ma che qualcuno di ciò ne abbia la “piena comprensione”, embè, si faccia avanti chi sa spiegare questo Dogma…
Io però pazientemente e in tutta calma ho espresso le mie perplessità, e chi di dovere… ha ben “ricordato” e ammesso esplicitamente anche lui con calma che anni fa bastava credere alla Presenza Reale per ricevere il Sacramento della Comunione per la prima volta.
E “tacitamente” siamo convenuti che son tempi che devono passare e cambiare. Senza fretta e con tanta, davvero tanta carità.
Così come sempre “tacitamente” ci siamo perdonati.
La carità, gli sguardi ed i silenzi sono un un unguento capace di guarire piaghe profonde…
@ Ubi
Sì certo, l’et-et. L’ho sempre sostenuto.
Resta il fatto che lei ha frainteso il mio discorso, e che si è intromesso maldestramente.
@ Ubihumiltas
Chissà perché la sig.ra Marilisa viene sempre così spesso “fraintesa” ? Sembra che siamo tutti un po’ incapaci.
Se poi ci si intromette, è possibile che si perda l filo…… e che l’ipocrisia venga a galla.
@ Leopoldo
“Ho due figlie: una credente, una no. Le amo entrambe.”
Ammirabile e lodevole ! Ma per caso quando necessario punisce solo quella credente o vv. ?
Benedetto XVI nell’Omelia al termine del XXV Congresso Eucaristico:
“La bimillenaria storia della Chiesa è costellata di santi e sante, la cui esistenza è segno eloquente di come proprio dalla comunione con il Signore, dall’Eucaristia nasca una nuova e intensa assunzione di responsabilità a tutti i livelli della vita comunitaria, nasca quindi uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata. Nutrirsi di Cristo è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato (cfr Mt 25,34-36). In ogni persona saprà vedere quello stesso Signore che non ha esitato a dare tutto se stesso per noi e per la nostra salvezza. Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate. Una spiritualità eucaristica è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell’unità della Chiesa, della sua vitalità e della sua missione. Una spiritualità eucaristica è via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione. Una spiritualità eucaristica ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità, accoglienza e aiuto. Dal Pane della vita trarrà vigore una rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell’esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci farà abitare la città degli uomini con la disponibilità a spenderci nell’orizzonte del bene comune per la costruzione di una società più equa e fraterna.”
Buona Domenica a tutti (et-et).
“La bimillenaria storia della Chiesa è costellata di santi e sante,” -non come vede l’uomo [vede Dio], perché il semplice uomo vede ciò che appare agli occhi; ( 1 Samuele 16.7)
“è segno eloquente di come proprio dalla comunione con il Signore, dall’Eucaristia nasca una nuova e intensa assunzione di responsabilità a tutti i livelli” – Bisognerebbe chiedere a Daniel Shea procuratore di Houston, per sapere se condivide.
“Una spiritualità eucaristica è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell’unità della Chiesa,” –
In Germania il clero cattolico non è proprio così, neanche in Belgio o in Irlanda neanche in Austria… forse hanno una diversa eucarestia dato che viene definita “una dittatura spirituale non più ispirata alla collegialità del concilio in un sistema medioevale autoreferenziale ostentatamente sfarzosa ”
Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all’individualismo e all’egoismo. Sembra che non sia proprio così !
“Io vi dico che di ogni parola non profittevole che gli uomini avranno detto renderanno conto nel Giorno del Giudizio; poiché dalle tue parole sarai dichiarato giusto e dalle tue parole sarai condannato”.” ( Matteo 12.36-37)
Leopoldo. Te lo chiedo col cuore in mano: cosa ti manca per credere?
@Leo, probabilmente tu credi senza saperlo.
D’altra parte sono più quelli che credono di non credere che quelli che credono di credere.