Il padre Salvatore da morituro a commendatore

Il padre francescano Salvatore Morittu, animatore della Comunità di recupero di S’Aspru, Sassari, 74 anni, vive un dicembre 2020 di precipitosi eventi: contrae la polmonite da Covid, fa 11 giorni di terapia intensiva, viene dimesso e lo stesso giorno gli arriva la notizia che il Presidente Mattarella lo ha fatto Commendatore al Merito della Repubblica Italiana “per aver dedicato tutta la vita al contrasto alle tossicodipendenze e all’emarginazione sociale”. Nei commenti alcuni paragrafi del comunicato con cui il 31 dicembre il francescano ha narrato la sua vicenda ai media.

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Certezza di morire. Padre Salvatore 1. La sera del 1° dicembre sono stato portato al Pronto Soccorso di Sassari in ambulanza e sono stato sottoposto alla TAC: “Padre Morittu, lei ha una polmonite da Covid”. Sono stato portato in una grande stanza e sistemato in un letto e mi è stato applicato il boccaglio dell’ossigeno. In quella solitudine, in quel silenzio, con la lucidità che l’ossigeno ha prodotto nel cervello, ha preso spazio nei miei pensieri non solo la possibilità, ma la certezza di morire. Ho cominciato a dialogare con Dio e non so perchè non gli chiedevo di lasciarmi vivo, ma di farmi degno di entrare in Paradiso, di perdonare ogni mio peccato, e di rendere forti i miei collaboratori per continuare la nostra missione. Nel trasferimento al reparto di Pneumatologia dove i sanitari hanno inserito la mia testa nel “casco” ossigenato e ventilato, ho colto un ulteriore segno della gravità della mia situazione.
    Dopo 11 infiniti giorni il casco è stato sostituito dal boccaglio, mentre i valori rientravano nella norma. Questo mi ha fatto capire che Dio, nel frattempo, aveva cambiato programma: mi voleva vivo e dava tempi supplementari alla mia vita. Anche vivere il Natale in un reparto anti Covid, con nuovi poveri e io stesso povero, malato come loro e con il personale sanitario stremato ma indefesso, è stato per me francescano come vivere il Natale di San Francesco a Greccio in un contesto aggiornato al tempo della nostra pandemia.

    4 Gennaio, 2021 - 23:12
  2. Luigi Accattoli

    Dio vi ha ascoltato: sono vivo. Padre Salvatore 2. Se riconosco che Dio mi ha salvato dalla morte, con altrettanta certezza riconosco i suoi inviati speciali: il primario professor Piero Pirina e tutti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, il cappellano don Paolo Mulas. Quanta professionalità, quanta immane fatica e quanto amore. Vi ringrazio per tutto e anche per non avermi in nessun modo privilegiato: ho visto ogni malato essere al centro della vostra missione.
    Grazie ai malati che con me hanno condiviso la permanenza in ospedale: ci siamo incoraggiati, aiutati, pazientemente sopportati, facendoci familiari stante la lontananza imposta ai parenti. Inoltre il mio grazie commosso è per tutti coloro che hanno elevato a Dio preghiere e suppliche per la mia salute, ma anche per i giovani e per gli operatori delle nostre Comunità, chiamati anch’essi a vivere un periodo difficilissimo e ora anche loro fortunatamente negativi al virus. Intorno alla mia persona si è raccolto veramente un intero popolo. Dio vi ha ascoltato: sono vivo. Ho una infinita gratitudine verso di Lui e il dovere di realizzare il grande insegnamento di questa esperienza: essere ancor di più vicino a Dio, ai poveri e anche a me stesso. Il 29 dicembre sono stato dimesso dall’ospedale e quello stesso giorno il Presidente della Repubblica mi ha conferito la distinzione onorifica di Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”. Cari amici, oggi concludiamo un 2020 che riconosciamo essere stato particolarmente drammatico. Dio ci doni un Anno Nuovo ricco di pace, di fratellanza, di solidarietà e senza più pandemia. Fra Salvatore Morittu

    4 Gennaio, 2021 - 23:14
  3. Luigi, che gioia leggerti. E che grande edificazione le tue storie. Davvero un piccolo grande catalogo di “acta sanctorum martyrum et non martyrum” (o forse “diverse martyrum”).

    4 Gennaio, 2021 - 23:47
  4. Qui sopra è venuto questo link strano perché ho scritto la Parola di Gesù metanoeite in greco: M?????????

    5 Gennaio, 2021 - 9:11
  5. Luigi Accattoli

    Enrico Viganò mi ha intervistato per Radio Mater sul progetto di raccolta delle storie di pandemia e l’intervista può essere ascoltata qui

    5 Gennaio, 2021 - 19:13
  6. Bella anche questa ultima storia raccontata.

    5 Gennaio, 2021 - 19:42
  7. Queste storie di pandemia sono un aspetto significativo di una più profonda attenzione alla sinodalità e alla partecipazione, di cui vi è tanto bisogno per superare il mero tecnicismo che tanti danni sta causando alla società.

    L’Epifania e la sinodalita’
    Gennaio 6, 2021 / gpcentofanti

    Oggi è la festa dell’Epifania, ossia della manifestazione di Dio in Gesù. Certo Dio è infinito, Gesù è Dio e uomo e ci porta sempre più nel mistero divino, umano, materiale. Come è Luce che risplende gradualmente sempre più dentro di noi credenti così già in mille modi prende a illuminare il mondo intero, con doni che aiutano anche noi cristiani a penetrare nel profondo.

    L’Epifania ci parla anche del potere terreno e del male che è nel mondo. Il Magnificat canta dell’opera di Dio che conduce la storia della salvezza con il contributo dei semplici, dei piccoli di cuore e non con la mera potenza umana. Uno sguardo tutto rovesciato rispetto a quello solo mondano. E in realtà molto più concreto. Ma certo vi troviamo uno stimolo per la Chiesa, per ciascuno, a lasciare che Luce e Vita si facciano nei modi più adeguati sempre più vicini ad ogni persona, a tutta la società.

    Così oggi nel giorno della manifestazione dell’amore di Dio nel bimbo Gesù possiamo pregare che la Chiesa diventi sempre più strumento della Luce divina. I cristiani, anche i vescovi, sono persone in cammino nella storia. Vanno comprese tante difficoltà, Gesù stesso ha detto ai discepoli che molte cose aveva ancora da dire loro ma che essi non erano ancora capaci di portarne il peso. Lo Spirito le avrebbe rivelate nel tempo, sempre facendo ritornare più profondamente a Gesù stesso, ai vangeli.

    Si sta appena scoprendo più profondamente l’importanza dell’autentica partecipazione di ogni cristiano nei discernimenti sulla vita ecclesiale. Vi è così poco l’abitudine a ciò che della cosa si tratta talora come se fosse semplice e agevole. Tanto si può non praticarla di fatto. È necessario aprire un dialogo sui problemi di una concreta sinodalità.

    I rischi che comporta, come il dare voce a cattive intenzioni di vario genere. L’uscita dalla formalistica cultura dei ruoli e delle competenze per aprirsi ad un cammino di vissuta e partecipata ricerca comune. Nella quale i ruoli e le competenze lungi dal venire sviliti trovano il vero terreno di sviluppo. Una formazione anche scolastica alla luce della identità liberamente scelta e dello scambio con le altre. Stimoli ad uscire dalle svuotanti astrazioni a tavolino e a maturare nella vita concreta. Senza una tale scuola la stessa sinodalità può venire ostacolata. Ma la sinodalità può al tempo stesso orientare, nei modi e nei tempi adeguati, verso quella scuola.

    E qui veniamo al punto che nell’epoca del globalismo vi è il rischio che formazione e informazione siano gestite da pochi potenti in nome di un astratto tecnicismo, anche imbellettato da un omologante solidarismo, che mentre proclamano filantropia spogliano la gente della propria viva ricerca, di un autentico scambio, dunque di una viva partecipazione e di qui di ogni cosa.

    Una Chiesa che cerchi di imparare a sviluppare una concreta sinodalità fornirebbe un contributo incisivo al superamento del pensiero unico. Sarebbe davvero di stimolo per ogni persona di buona volontà, anche non credente. Uscire dalle logiche del non lasciare intervenire chi ha da dire. Perché è proprio nella partecipazione che si matura e si imparano a riconoscere sia le veline del sistema che ogni altra immaturità. Dunque andare oltre il parlare di solidarietà affermando poi che la parola va data solo ai competenti. Tra l’altro un rischio è che la parola sia data solo al potere, il quale invece di favorire la maturazione e la capacità di valutare e di partecipare di ciascuno si può chiamare protettore dell’ignoranza delle persone e mettere tutti a tacere. E il competente chiuso nella sua torre d’avorio e nel suo apparato è strutturalmente incompetente come la crisi che viviamo dimostra abbondantemente. E come chiusi nella propria autoreferenzialità si può fingere di non vedere o persino davvero, drammaticamente, non vedere.

    Oggi il potere sta nella formazione e nell’informazione. Nelle mani di pochi ciò rischia di condurre al crollo. La vera rinascita può trovare un grande aiuto nel cercare sinceramente le vie di un’autentica, non velleitaria, sinodalità ecclesiale.

    Ne cito qui alcune solo come esempi di una valutazione, di una ricerca, che tocca anche aspetti operativi. Sui media cristiani in rete si dia ampio spazio ai commenti. Nell’epoca del pensiero unico spesso i veri spunti interessanti e originali si trovano nei commenti, lì dove, raramente, sono non solo in apparenza consentiti. E si tratta di commenti non di rado ad opera di persone preparatissime. Pensiamo a quanti sacerdoti che vengono dal mondo della cultura. Inoltre imparare ad ascoltare le concrete vite, esperienze, delle persone è una miniera infinita di scoperte, di crescita. Mentre nello svuotante mondo delle astrazioni tecniciste tutto appare scontato. L’apertura ai liberi commenti stimola anche gli articoli stessi mentre una certa chiusura può costringere i media ad evitare argomenti che favoriscano certi interventi. Si tratterà anche, in proposito, di comprendere che talora un commento può sembrare non risponda alla questione citata ma in realtà può farlo ugualmente per esempio andando alla radice di certi problemi.

    Per non allungare qui il riferimento alle mille possibili vie di sviluppo della sinodalità e della partecipazione mi riferisco solo ad un punto circa la scuola. Nelle parrocchie si potrebbero sviluppare cammini che tra l’altro aiutino i genitori, le famiglie, a contribuire ad una educazione scolastica dei figli nel senso sopra citato. Brevemente osservo che mille spunti sulla vita personale, relazionale, ecclesiale, sociale e via dicendo possono derivarne.

    6 Gennaio, 2021 - 17:19

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