Stamattina alle 6,15 un gruppo di giornalisti che seguono la visita del papa in Brasile ha pregato per Orazio (vedi post precedente) nella stanza 189 dell’Hotel Club Dos 500 a Guarantiguetà. Ha celebrato la messa il padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. Ha ricordato che in occasione dell’anniversario della morte di Giovanni Paolo II la moglie di Orazio – Claudia – ha dato a lui due lettere, una per papa Benedetto e l’altra da portare sulla tomba di papa Wojtyla. Ha anche riferito che Benedetto XVI è stato informato via via delle condizioni di Orazio. Ha osservato che il nostro collega – come tutti noi giornalisti, d’altra parte – collaborava in qualche maniera con il papa, contribuendo alla diffusione del suo messaggio. Ha segnalato la passione di Orazio per il lavoro. Poi ha detto del grande amore tra lui e Claudia, quale si è manifestato “nella salute e nella malattia”. Ha concluso che stamattina noi non pregavamo per Orazio, ma con lui e lui con noi.
Il padre Lombardi in memoria di Orazio
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Mi sono appena accorto che la mia e altre testimonianza su Orazio Petrosillo sono state raccolte, con l’omissione dei nomi ma la citazione del blog di Luigi Accattoli, a pagina 31 del Messaggero di oggi. E’ solo una semplice segnalazione, ma mi rincuora sapere che le nostre parole hanno toccato il cuore di qualcuno. Buona Domenica!
Gianluca
Da Marcello – che non conosco altrimenti – ricevo questo messaggio:
In tutta questa giornata, (fin dal primo mattino ero a Bari per il turno di lavoro), dopo che mia moglie Rita ha chiamato per comunicarmi della dipartita di Orazio Petrosillo, ho pensato spesso a lui: quando veniva a Monopoli, dove l’ho conosciuto nella bellissima Cattedrale della Madonna della Madia, quando lo vedevo appassionato cronista della verità storica del Cristianesimo, in televisione, quando lo immaginavo successore di Navarro Vals al seguito del Papa. Prego per la sua famiglia, lui il suo premio dopo lungo calvario l’ha già avuto. Mi auguro che nella nostra città sia fatta degna memoria di questo figlio “prestato” al mondo della comunicazione. E ringrazio il buon Dio per le cose belle che ha lasciato, per quanto ha seminato. Non è importante quanto si è vissuto, ma come lo si è vissuto. Spero solo che il testimone da lui lasciato sia preso da altrettanto valido marciatore. Marcello
Attraverso questo blog vorrei lasciare un messaggio alla Cara Claudia e a Eleonora e Marta. Anche se ho conosciuto Orazio per pochissimo tempo (tre giorni prima del malore che lo ha colto) come tutti “i grandi” lui aveva una semplicità e una umiltà che hanno lasciato in me un ricordo imperituro. Mi dispiace di cuore. Ma sono sicura che come dicono in Inghilterra: ” those who we love are never far away…they are just in the next room… waiting…”
Un abbraccio,
Annitta Tudor
Il mio benvenuto nel sito ad Annitta e – per tutti – l’informazione che la messa di addio per Orazio si farà martedì mattina alle ore nove nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino. Luigi
“Ad Angela con affetto e con l’ augurio che tratti sempre come notizia di oggi la Buona Notizia di sempre. Orazio”
Riporto questa dedica di Orazio sul libro”Vangelo in cronaca” perchè per me è stata una frase guida molte volte. Conosco Orazio dal 1989, è sua la definizione di papa Benedetto come “grande innamorato”. E mai definizione fu più corretta, lo vediamo anche in questo viaggio brasiliano.
E sulla morte scrisse in quel libro una frese che vorrei ricordare a tutti noi:
” C’è da avere più paura di una vita sbagliata che di qualsiasi tipo di morte ”
Grazie Orazio! Ci sarebbero tanti motivi per dirti grazie dopo i tanti anni di amicizia, tante chiacchierate, tante interviste, tanti insegnamenti, tanta solidarietà in momenti difficili a Telepace ma il grazie più grande è perché hai voluto essere mio amico, alla luce della “Buona Notizia di sempre”!
Attraverso questo messaggio voglio rendere grazie a Dio per aver donato alla città di Monopoli una persona come Orazio Petrosillo, testimone della fede e della parola, un profeta di Dio. Mio padre è originario di Monopoli, ma attualmente non abitiamo lì con la nostra famiglia. Desiderei tanto essere presente lì a Roma per dare il mio personale saluto ad una persona che per me è stata un punto di riferimento molto importante grazie alla sua capacità di annunciare la Verità attraverso i mezzi di comunicazione. Sono certa che Orazio dal cielo sta già intercedendo per tutti noi. Un abbraccio particolare per sua moglie Claudia e le sue figlie Eleonora e Marta. Spero di poterle incontrare un giorno. Cosa dire a questo punto? Grazie a Dio e grazie ad Orazio per la sua testimonianza di vita e di vita cristiana.
Arrivederci in cielo Orazio!
Grazie Veronia di questo messaggio e benvenuta nel blog! Luigi
Per informazione Orazio giungerà a Monopoli mercoledì e nel pomeriggio la cittadinanza renderà il suo ultimo saluto nella Basilica Cattedrale Madonna della Madia in Monopoli.
Mi dispiace sentire parlare di “addio”, “ultimo saluto”, “estremo omaggio” e quant’altro. Secondo me sono espressioni che nel linguaggio cristiano non dovrebbero esistere. Mi piace invece continuare a credere e sperare con tutto il cuore che da qualche parte Orazio Petrosillo ci sia ancora. Con il taccuino pronto come è stato raffigurato da Gianluca. E’ questa la forza e la speranza del messaggio cristiano.
Sono d’accordo con Tonizzo, nel linguaggio cristiano comune quando ci rapportiamo alla morte usiamo parole (umanissime e comprensibilisse, per carità) che denotano troppa poca speranza.
Fabrizio, sono pessimista per natura e mi faccio ogni giorno una “chemio” di speranza. Credo che la grandezza del cattolicesimo è qui: non esiste un’altra religione in cui Dio si fa ammazzare per te (ti rendi conto che è un’eresia ai limiti della bestemmia, se ci pensi?), e soprattutto il grande carico di speranza e gioia che porta appresso. Voglio credere e sperare che questa non sia una morte, ma un passaggio a guardare il mondo da un altro lato. Voglio credere e sperare nell’arrivederci, non nell’addio.
Aggiungo un’altra cosa, prima che Luigi perda la pazienza: ci sono delle morti, quelle della gente oggettivamente buona (mamme, padri di famiglia, persone che si sono spese per amore del prossimo) che toccano il cuore di tutti. Tantissime persone, ad esempio, ricordano la morte di Aldo Moro e quando ne parlano di solito dicono: “Mi ha fatto dispiacere”. Perché sentivano Moro come un buono, evidentemente. Oggi qui nei post che leggo il filo rosso è uno: ha fatto dispiacere a tutti la morte di Orazio Petrosillo. Perché evidentemente è una persona buona. E allora, Orazio, buona fortuna e prega per noi.
C`è una bella storia che ci racconta che quando noi vediamo una persona cara allontanarsi e partire per l`altro viaggio, mentre noi gli diciamo addio o arrivederci, su un`altra riva in molti lo aspettano e scorgendolo, vedendolo arrivare esclamano con gioia : “eccolo” !
Quella che per noi è una partenza, per altri è un arrivo da festeggiare !
Il testo è di William Blake: ” Una barca a vela passa”, ” Un voilier passe”.
Sono in piedi sulla spiaggia.
Una barca a vela passa nella brezza del mattino e parte verso l`oceano.
È la bellezza e la vita. Lo guardo sino a che scompare all`orizzonte.
Qualcuno vicino a me dice ” È partito”. Partito verso dove?
Partito dal mio sguardo, è tutto.
Il suo albero è sempre altrettanto grande, il suo scafo ha sempre la forza di portare la sua carica umana.
La sua scomparsa totale dal mio sguardo è in me ,non in lui.
E nel momento in cui qualcuno vicino a me dice : “E partito”, ve ne sono altri che , vedendolo spuntare all`orizzonte e venire verso di loro, esclamono con gioia: “Eccolo!”
Questa è la morte.
…ho cercato di tradurre il più fedelmente possibile il testo.
Saluti, Luisa
Grazie a Luisa per la traduzione del bellissimo testo di Blake.
A Tonizzo e Fabrizio. “Estremo saluto” si trova nella liturgia romana, sia in una delle orazioni collette sia in una delle formule per il COMMIATO. Il rito dei defunti termina infatti con ULTIMA RACCOMANDAZIONE E COMMIATO e la mia espressione “messa di addio” si rifà a quella dizione liturgica: “addio” sta per “commiato” e mi pare bello perchè vuol dire affidamento a Dio e non altro. Uso quell’espressione da quando condussi l’inchiesta “Cerco fatti di Vangelo”, proprio perchè ritenevo poco adatto allo spirito cristiano il termine “funerale” e anche quello del resto oggi antiquato di “esequie”. Sempre nel messale si trova l’espressione “il rito cristiano del commiato”. In una delle sue formule si legge: “Il nostro addio pertanto, anche se non nasconde la tristezza del distacco, si conforta tuttavia nella dolcezza della speranza”.
Tutto questo per dire che condivido la vostra preoccupazione e mi adopero a cercare qualche soluzione da artigiano della parola. Luigi
Da don Massimo Camisasca ricevo questo messaggio:
Carissimo Luigi, sono in Cile. Qui mi ha raggiunto la notizia della morte di Orazio. Le vie di Dio sono proprio diverse dalle nostre. Mi consola aver conosciuto la sua grande fede, la sua passione per la Chiesa e per Gesù, la sua grande umanità. Ora dall’alto ci guida. Puoi portare ai suoi familiari anche la mia preghiera e il mio affetto? Tuo don Massimo
Da Franca Corbascio e Anna Pierro ricevo questo messaggio:
Sentite condoglianze per la perdita del caro dott. Petrosillo e un caloroso abbraccio alla signora Claudia e alle due figlie. Franca Corbascio e Anna Pierro.
Scusate…mi rendo conto che ho tradotto “voilier ” con barca a velo, e che in seguito passo dal femminile al maschile…….non ha grande importanza, ma per rispetto per l`autore e per la bellezza del testo, avrei dovuto mettere tutto al femminile o tradurre “voilier” con ” veliero” !
Sono comunque felice se ho potuto contribuire a far conoscere questo magnifico testo .
Saluti cari, Luisa
Grazie Luigi, della spiegazione. Proprio una bella soluzione da artigiano della parola, un “commiato” che vale quel “Per tutti pregherò. Arrivederci!” di Giovanni XXIII.
Poichè non mi è stato possibile partecipare ai funerali di Orazio Petrosillo questa mattina a Roma, volevo sapere se per caso verrà riportato testo dell’omelia che il celebrante ha donato alla comunità presente lì a Sant’Anselmo oggi.
Grazie di tutto in anticipo. Ed ancora un caro abbraccio a tutta la famgila di Orazio
L’omelia – davvero bella – l’ha tenuta il vescovo Piefranco Pastore, che fu già vice-direttore della Sala Stampa vaticana e come tale ricevette in origine la domanda di accreditamento di Orazio. Non so se esiste un testo scritto. Io sono stato richiesto dai colleghi e dai celebranti (una ventina di sacerdoti) di ricordare Orazio a nome dei colleghi. Il mio ricordo è nel post “A Orazio amico esuberante”. Saluti, Luigi