Il nunzio Viganò e le sue tre pietre per uno scisma

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Domanda del Regno: Abbiamo chiesto a Luigi Accattoli un breve commento sulla repentina svolta assunta dalla Santa Sede nella gestione del «caso Viganò».
    Mia risposta: Credo che in Vaticano abbiano ritenuta necessaria una chiarificazione canonica a fronte di tre atti di Viganò con nette implicazioni scismatiche: il suo richiamo formale allo scismatico Lefebvre nella denuncia dell’eterodossia conciliare, la sua decisione di farsi riconsacrare vescovo dallo scismatico Williamson [non c’è un riscontro documentale ma è ritenuta certa dagli osservatori], la fondazione del Collegium Traditionis a Viterbo per la formazione di sacerdoti secondo tradizione. Non ci sono più solo l’accusa al papa e il dubbio sulla sua legittimità apostolica, vecchi cavalli di battaglia dell’ex nunzio, ma ci sono tre pietre di un avvio di costruzione scismatica che – si è valutato – era urgente segnalare prima che diventassero quattro.

    23 Giugno, 2024 - 13:11
  2. Luigi Accattoli

    Più in là di Lefebvre. Nel testo per il Regno ho segnalato il “richiamo formale di Viganò allo scismatico Lefebvre”, ma credo si possa dire che l’ex nunzio è andato oltre Lefebvre. Lui dice che la sua posizione è esattamente quella del fondatore di Econe, ma ci sono almeno tre punti nei quali l’ha scavalcato: Lefebvre non ha disconosciuto la legittimità apostolica dei Papi Montini e Wojtyla con i quali ha avuto a che fare, non ha intimato ai suoi Papi di dimettersi, non li ha definiti “servi di Satana”. Dopo le mie parole su Viganò pubblicate dal Blog del Regno mi è stato chiesto quale potrebbe essere la quarta pietra dello scisma viganico: l’ordinazione di altri vescovi. Viganò era stato consacrato vescovo in San Pietro da Giovanni Paolo II nel 1992, dunque da un Papa che per lui è di dubbia legittimità, a motivo della fedeltà del polacco al Vaticano II; essendosi fatto riconsacrare da Williamson, che a sua volta era stato consacrato da Lefebvre nel 1988, l’ex nunzio ritiene d’avere una legittimità apostolica a prova di bomba e dunque può procedere serenamente a nuove consacrazioni episcopali.

    23 Giugno, 2024 - 13:28
  3. Fabrizio Scarpino

    Carissimo Luigi.
    Bentrovato.
    Proprio così: Mons. Viganò è molto oltre Mons. Lefebvre, anzi direi che i due non hanno nulla a che spartire l’uno con l’altro. Va spezzata una piccola lancia a favore dell’arcivescovo Lefebvre.
    La stessa Fraternità San Pio X ha preso le distanze da Mons. Viganò.
    A presto!

    27 Giugno, 2024 - 15:21
  4. Luigi Accattoli

    Sedevacantismo. Queste le parole del comunicato che contengono una presa di distanza dei lefebvriani da Viganò:

    C’è però un punto che lo differenzia significativamente dal fondatore della Fraternità San Pio X: mons. Viganò fa nel suo testo una chiara dichiarazione di sedevacantismo. In altre parole, secondo lui, papa Francesco non è papa.
    Come lo spiega? A causa di un “difetto di consenso” del cardinale Jorge Bergoglio, al momento dell’accesso al potere supremo: considerando il papato come qualcosa di diverso da ciò che realmente è, l’eletto del 2013 ha accettato l’incarico pontificale senza consentirvi a pieno, e da questo errore è derivata la nullità della sua accettazione. Il suo pontificato sarebbe quindi quello di un figurante.
    Né Mons. Lefebvre, né la Fraternità da lui fondata, hanno accettato di avventurarsi su questo terreno.

    27 Giugno, 2024 - 17:20
  5. Amigoni p. Luigi

    Aspettative personali deluse
    L’Avvenire del 6 luglio (pag. 8) in una breve nota biografica su Viganò, accompagnata anche da parole sagge e misurate del cardinal Parolin, insinua rispettosamente che l’ex supernunzio, vescovo da 32 anni, sia arrivato al punto cui è arrivato “forse anche a causa di deluse aspettative personali”. A mio parere: senza “forse” e senza “anche”

    7 Luglio, 2024 - 13:39

Lascia un commento