I giornalisti, i fotografi e gli operatori tv del volo papale siamo stavolta solo 43, mentre eravamo 70 per il viaggio di aprile negli Usa. La minore presenza è dovuta al costo dei biglietti aerei: 3.338 euro il biglietto Alitalia per il volo di andata e altrettanto per il ritorno con la Qantas. Proporzionalmente minore sarà anche – e per lo stesso motivo – la presenza dei giovani, notoriamente squattrinati. Ma è giusto che la Giornata si faccia un po’ ovunque nel mondo perché dappertutto c’è un popolo di cattolici che non può venire a Roma – sempre per motivo dei costi – ed è giusto che possa incontrare il papa a casa sua. “Dico scherzando ma non troppo che i viaggi del papa sono una forma straordinaria di opzione preferenziale per i poveri”, ha dichiarato ad “Avvenire”, il 10 luglio, il cardinale onduregno Oscar Rodriguez Maradiaga. “E’ stato un atto di fede e di coraggio del card. Pell e della Chiesa australiana invitare a Sydney i giovani del mondo – ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi –. E’ stato un atto di fede e di coraggio del Papa accettare e delle Chiese locali mandare i loro giovani, nella misura delle loro possibilità, nonostante i costi e le fatiche di un lungo viaggio”.
Il mio viaggio in Australia costa al Corsera 6676 euro
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Avvenire. Vado all’hotel Radisson per una conferenza stampa del cardinale Bagnasco e trovo in distribuzione gratuita il quotidiano Avvenire di oggi: mi frego gli occhi, sono le 11 dell’Australia, corrispondenti alle 3 di notte dell’Italia e mi chiedo come abbia fatto Avvenire ad arrivare qua… Mi spiegano i colleghi del quotidiano cattolico (sono qui in sette) che da oggi il loro giornale si stampa – teletrasmesso – anche a Sydney, in diecimila copie, destinate idealmente – e gratuitamente – ai diecimila ragazzi italiani che sono venuti qua. Un’impresa analoga compì – in avanscoperta – il mio Corrierone per le olimpiadi di Los Angeles del 1984, e cioè 24 anni fa. Avvenire gia’ teletrasmise e stampo’ in loco in occasione delle Gmg di Toronto 2002 e di Colonia 2005. L’edizione di oggi da’ sei pagine alla Gmg. Mando un saluto ai colleghi che le firmano: Giacomo Gambassi, Annalisa Guglielmo, Vincenzo Grienti, Matteo Liut, Salvatore Mazza, Mimmo Muolo, Francesco Ognibene, Francesco Pierpaoli, Daniela Pozzoli, Nello Scavo, Paolo Viana.
Veramente un tuo collega mi ha detto che il viaggio sarebbe costato al suo giornale 11 mila euro. Motivo per cui non l’hanno mandato. Come hai fatto a risparmiare più di 4 mila euro?
Credo che 6676 euro sia solo il costo del viaggio aereo..
quindi è facile immaginare come si arrivi a 11 mila.
sempre se ho capito bene.
Iapino, don78 ha visto giusto: nel post parlo del “costo dei biglietti aerei”. Ovviamente poi uno deve pagare il conto dell’albergo e mangiare e spostarsi qua e la’ sempre a sue spese. Ma io quel conto lo sapro’ fare solo alla fine. Al momento so che gli otto giorni del mio albergo costeranno circa duemila euro. Stimando un cento euro al giorno per spostarsi e mangiare, e arrotondando l’insieme, si arriva a circa diecimila. Se il mio collega ti ha detto undici, vorra’ dire che ha fatto un conto un poco piu’ largo, o sta in un albergo piu’ costoso, o mangia di piu’. O arrotonda di piu’, ma – come vedi – non di molto.
Raccontare dei giovani che si incontrano insieme, in Asustralia (dall’altra parte del Mondo)per testimoniare Cristo vale l’investimento. Eccome!
Ricordo che Avvenire ci seguì anche a Toronto e Colonia, lo trovavamo all’uscita delle chiese dopo la catechesi e ad ogni evento, con una foliazione un po’ ridotta ma sempre completo nel racconto dell’evento. Era una bella compagnia e sono certo lo sarà anche quest’anno, poi magari capitava di “leggersi” in quei pezzi dedicati al racconto dei giovani presenti…
Quoto Mesagne7, ricordando la fantasia di mia mamma per darmi la possibilità di vivere le GMG e tutte le pensate con i ragazzi del gruppo per autofinanziarci… Ogni cosa per esserci, ne è sempre valso la pena. Peccato per lo stage di quest’anno, in qualche modo rocambolesco avremmo raggiunto anche l’Australia!
Un saluto a tutti e un grazie a Luigi Accattoli per il suo diario di viaggio.
Penso anch’io che un’esperienza così bella, straordinaria, unica, valga sempre e comunque la pena di essere vissuta. Certo, sarebbe stato più agevole se si fosse svolto in una qualsiasi metropoli europea, ma proprio in quanto “universale” la chiesa deve dare testimonianza anche con la presenza fisica.
Ho il rammarico, lo dico sinceramente, di essere nata in un periodo in cui queste adunanze oceaniche non erano pensabili. Ad inaugurare un minimo di cambiamento fu papa Roncalli visitando gli ospedali le carceri la parrocchie. Il suo successore, papa Montini (almeno per quel poco che posso ricordare) non ne seguì l’esempio, restò sempre all’interno della mura Vaticane . Non per questo i suoi rapporti con la chiesa universale furono meno intensi, forti, o incessanti. Anzi, mi sembra che tanti scandali neppure emergessero, non so se per ragion di stato o perchè effettivamente si operava un più accurato discernimento e selezione dei seminaristi. Lui non lasciava mai la sede, che resta comunque vacante, anche se per poco.
Di fatto è dal giubileo del 2000 di Roma con Giovanni Paolo II che si aperto il varco, per i pontefici, verso il mondo. Mi son chiesta tuttavia quanto sia opportuno, e giusto, che un papa con una personalità, una spiritualità, una individualità diametralmente opposta rispetto al predecessore debba necessariamente condividerne anche certi aspetti, che sono peculiari di ciascuno, magari Benedetto XVI potrebbe non trovarsi a suo agio, in sintonia o in continuità con quanto iniziato nel 2000 .”Questo “chiasso” ha colpito Roma e Roma non lo dimenticherà mai” disse GPII ed era vero….In quel preciso momento storico Roma rappresentava il nondo. Non fu lo stesso a Buenos Aires , né Santiago di Compostela e neppure Czestochowa o Colonia. In ognuna di queste tappe c’è qualcosa di diverso eppure tutte hanno raccontato i cambiamenti della storia. Ma penso che se dovesse concludersi questo ciclo non cambierebbe la testimonianza della chiesa.
Mi è piaciuto Bagnasco: anche se impegnato e lontano ha avuto un pensiero per Eluana.
Queste GMG nascono da una intuizione di Giovanni Paolo II.
Nel 1984 più di 300.000 giovani di tutto il mondo accettano l’invito del Papa a radunarsi la domenica delle Palme a Piazza San Pietro per celebrare il “Giubileo internazionale della Gioventù”. In quello c’ero e anche in quello del 2000 ci tenevo a dirlo.
Nel post sopra, volevo invece -spero di essermi spiegata- sottolineare una altro aspetto: quanto , cioè, fosse giusto, per il solo fatto di garantire continuità ad un progetto iniziato da un pontefice, l’obligo da parte del successore di doverne calcare le orme.
Era solo una domanda tra me e me medesima…e mi rispondo:” non lo trovo giusto!”
Cara Clodine,
la tua giovinezza ti ha giocato un brutto tiro. Papa Paolo VI non solo si guardò bene dal restare confinato all’interno delle Mura Vaticane, ma fu anzi un coraggioso e infaticabile viaggiatore intercontinentale. Il suo discorso all’ONU lasciò una traccia incancellabile, e alle Filippine subì persino un attentato. Certo, Giovanni Paolo II fu – sotto questo aspetto – unico, ma papa Montini fu anche in questo un suo degnissimo predecessore.
Un abbraccio.
Per tutto il resto, le tue considerazioni mi appaiono – come sempre – limpide e preziose.
(All’appuntamento di mezzogiorno sei sempre fedele, vero? Io ne ho fatto una bella occasione di preghiera e d’affetto. Ciao)
Scusate l’assenza, ma ero dall’altro lato a rispondere al gentilissimo invito di Luigi ad essere piu’ chiara per le mie proteste sui vaticanisti.
Un abbraccio e un saluto a tutti… e sempre uniti nella preghiera.
Saluti affettuosi a Clo, Sump e a tutti gli altri
Sump, il ricordo che ho di papa Montini è quello di un uomo prudente, non molto amato dai media a causa del suo temperamento mite e discreto. Ricordo che non era ben visto a causa dei molti conflitti di ordine morale ed etico(era il periodo dei dibattiti sul divorzio, l’aborto, si desiderava respirare aria di libertà ) i fedeli lo guardavano con un certo sospetto.
Certo, ero davvero fanciullina ma ho a mente le discussioni e le polemiche tra le suore e le collaboratrici salesiane circa l’indubbia simpatia che nutrivano per il papa che veniva chiamato “il mesto” costantemente e continuamente messo a confronto con il predecessore così tanto amato..Ricordo che fu criticato anche ai funerali di Moro.
A dire il vero non mi sono mai fatta persuasa del perchè di tanta ostilità eppure fu molto sensibile ai problemi del terzo mondo, la lettera enciclica “Populorum Progressio” del 26 marzo 1947 che ben si colloca accanto a quel coraggioso documento conciliare che è la “Gauduium et Spes” del 7 dicembre 1965 portano la sua firma…
Tuttavia ero convinta che non avesse varcato poi tanto i confini della città Vaticana…forse perché era un uomo essenziale, sobrio, lontano dai fasti e dalla pompa…e questo me lo rende davvero straordinario.
Sono sempre attenta alla preghiera delle 12, puntuale con tutti gli altri.
Un abbraccio Sump.
Hai proprio ragione, Clodine. Un uomo di spessore culturale elevatissimo, un grande papa. Sbagliò – a mio parere – a fidarsi troppo di Annibale Bugnini nel realizzare la riforma liturgica; ma questo fu – sempre a mio parere – l’unico vero errore del suo pontificato. Del depositum fidei fu guardiano infaticabile e insonne (il suo “Credo del Popolo di Dio” è un documento formidabile, efficacissimo e, per me, commovente); e non esitò ad andare coraggiosamente contro corrente, ad esempio sull’uso degli anticoncezionali e sull’esistenza del Diavolo e dell’Inferno. Certo, la cultura dominante lo sbeffeggiò ed espresse rancore, odio e calunnia nei suoi confronti; ma questo è normale. Un po’ meno lo è il distacco e l’imbarazzo di certi ambienti cattolici e gerarchici. Ma che vuoi! I “galantuomini” convinti che il Concilio Vaticano secondo dovesse segnare un ribaltamento rivoluzionario nella storia della Chiesa, gli alfieri della discontinuità, gli amichetti di don Farinella che è lì ad aspettare il Vaticano terzo, non possono amare Paolo VI, che col pensiero e con l’azione ha impedito lo scempio della Fede ed è stato davvero, in tempi difficili, la roccia su cui la Chiesa è edificata.
Buona sera a tutti !
Intanto, grazie a Luigi che, con pochi tratti di penna (metaforica), sa proiettarci nell’atmofera febbrile, vagamente eccitata (a proposito: complimenti all'”Avvenire” !), intensissima, che si sta vivendo in queste ore a Sidney, e riesce a trasferirci le emozioni suscitate dal contatto con quella terra lontana, unica, incantata e, se ben intendo, bellissima.
Anche a me, Clodine, è piaciuto molto che, da Sidney, il Cadinale Bagnasco si sia ricordato di Eluana.
Ho letto con molta attenzione i commenti del “pianerottolo” sulla crisi ed il rischio di scisnma che sta attanagliando la Chiesa Anglicana: non ci capisco abbastanza – vi confesso – per intervenire ma, dal mio “ultimo banco”, ho, però, trovato molto sagge le parole del nostro Pontefice.
Confesso, ancora, a Principessa che neppure mi intendo molto di “vaticanisti”: leggo con molto piacere – oltre, ovvio, a Luigi Accattoli – Marco Politi e Paolo Rodari; di Aldo Maria Valli penso che svolga con impegno un compito molto difficile e sottoposto (sulla prima rete televisiva “pubblica” e nazionale) ad impegnativi, anche pesanti condizionamenti: se posso dirti, non lo invidio proprio.
Mi piace molto che abbiate parlato, amici Sump e Clodine, di Paolo VI° e ne abbiate rammentato, tra le altre cose, la “Populorum progressio” che, non credo di esagerare, ha segnato profondamente la mia (e non solo mia) adolescenza e formazione: a tutte le vostre considerazioni mi permetto solo di aggiungere il discorso pronunciato a Medellin nel 1968 e, seppur su di un altro piano, la lettera aperta – che, alla sua lettura, ancora mi commuove – che Paolo VI° ebbe il coraggio e l’umiltà di scrivere alle Brigate Rosse in difesa di Aldo Moro nell’aprile del 1978.
Basta: ho tenuto il microfono anche troppo.
Un caro saluto a tutti voi !
Roberto 55
Daccero non capisco Clodine, e ora sono molto serio.
certe volte desideri essere trattata come teologa tuttologa e daresti lezioni di danza persino a Roberto Bolle e di impostazione della voce alla Callas se fosse viva. Poi sul GRANDISSIMO IMMENSO PONTEFICE PAOLO VI cadi in luoghi comuni e su ricordi delle suore di quando eri fanciullina…. allucinante, resto senza parole. Ma leggi qualche libro prima di riportare quella calunnia oscena e anche empia di Paolo “mesto”: se le tue suore non te lo hanno insegnato l’unica enciclica sulla GIOIA l’ha scritta Paolo VI la Gaudium et Spes.
Montini confinato nelle mura vaticane?????????????????? Ma sei da bocciare a vita in storia della chiesa! A vita! Il viaggio in terra Santa non lo ricordi? E quello in America latina dove presiedette una storica conferenza episcopale? E il già citato discorso all’Onu? Ma che cavolo stai dicendo Clodine, non è che ti sei confusa con Pio IX? E poi smettiamola di dire che Paolo VI ha fatto i funerali a Moro: SMETTIAMOLA DI DIRE CHE PAOLO VI HA FATTO I FUNERALI DI MORO NON E’ VEROOOOOO: bocciata a vita in storia dell’Italia contemporanea! E’ allucinante e fastidioso quello che hai scritto!
Per un ripasso.
La salma di Moro fu portata dalla famiglia a Torrita Tiberina per un funerale riservatissimo; ma il 13 maggio, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, alla presenza di tutte le autorità politiche, si celebrò un rito funebre in suffragio dell’onorevole, al quale prese parte anche il Romano Pontefice. Ci fu chi eccepì, soprattutto nella Curia, che non rientra nella tradizione che un papa partecipi a una messa esequiale, soprattutto se di un uomo politico (si cita, a proposito, il caso di Alessandro VI che non partecipò nemmeno ai funerali del figlio Giovanni), ma Paolo VI non mostrò interesse verso queste critiche. Il Papa, veramente provato dall’evento, recitò una delle più belle omelie che si ricordi nella storia della Chiesa moderna, un testo quasi poetico che rientra nello stile personale, tormentato e colto, di papa Montini:
« Ed ora le nostre labbra, chiuse come da un enorme ostacolo, simile alla grossa pietra rotolata all’ingresso del sepolcro di Cristo, vogliono aprirsi per esprimere il «De profundis», il grido cioè ed il pianto dell’ineffabile dolore con cui la tragedia presente soffoca la nostra voce.
Signore, ascoltaci!
E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo Uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato il suo spirito immortale, segnato dalla Fede nel Cristo, che è la risurrezione e la vita. Per lui, per lui.
Signore, ascoltaci!
Fa’, o Dio, Padre di misericordia, che non sia interrotta la comunione che, pur nelle tenebre della morte, ancora intercede tra i Defunti da questa esistenza temporale e noi tuttora viventi in questa giornata di un sole che inesorabilmente tramonta. Non è vano il programma del nostro essere di redenti: la nostra carne risorgerà, la nostra vita sarà eterna! Oh! che la nostra fede pareggi fin d’ora questa promessa realtà. Aldo e tutti i viventi in Cristo, beati nell’infinito Iddio, noi li rivedremo!
Signore, ascoltaci!
E intanto, o Signore, fa’ che, placato dalla virtù della tua Croce, il nostro cuore sappia perdonare l’oltraggio ingiusto e mortale inflitto a questo Uomo carissimo e a quelli che hanno subito la medesima sorte crudele; fa’ che noi tutti raccogliamo nel puro sudario della sua nobile memoria l’eredità superstite della sua diritta coscienza, del suo esempio umano e cordiale, della sua dedizione alla redenzione civile e spirituale della diletta Nazione italiana!
Signore, ascoltaci! »
Dall’Omelia di Paolo VI durante le esequie – non praesente cadavere – dell’on. Aldo Moro in San Giovanni in Laterano
Clodine, a settembre!
ciao a tutti,
Ignigo come fai a sapere di Paolo VI, visto che la tua generazione è tutta GP2?
Ho cercato di starmi zitto io…. e sorpresa. hai espresso la mia passione per un papa che tutti si divertono a fraintendere.
Complimenti per la conoscenza affatto non superficiale.
Non finisci di stupirmi.
ciao
Caro Ignigo, la storia della chiesa non è Paolo VI, e fortunatamente, non inizia né si conclude con Paolo VI il quale, continuo a dirlo e a ripeterlo, non conosco la biografia in maniera così esaltante e perfetta come la conosci tu : grande sperto papista, conoscitore eccelso degli umori della chiesa passati, presenti, e futuri, teologo, sociologo, esperto di omiletica, dalla memoria mirandolina, il giovane cecchio del blog “, grazie “genio della lampada” ti sono grata per la tua lezione, grazie di cuore.
Ammetto di non essere morbosa della vita dei papi e di tutti ricordo i tratti essenziali. Mi interessano i passaggi salienti di tali figure le encicliche quelle che apportano dei cambiamenti o modifiche alla struttura della chiera, che sono materia di studio ovviamente ed hanno il loro peso postumo, e di quelle te le posso citare tutte a memoria, compresa la G. et Spes, la mi sembra di averla citata correttamente ed anche in relazione alla lettera enciclica. Conosco di P.VI, perfettamente, la sua grande opera per portare avanti il Concilio, che concluse 8 dicembre 1965 avevo tre anni…E QUESTO MI BASTA!
Per il resto: delle sue omelie, di quante volte abbia preso l’aereo, quante volte sia andato in bagno a si sia fatto la barba, se aveva l’amante o fosse burbero, quante volte fosse allegro o piangesse, di che colore avesse gli occhi e quante, e a quanti funerali si fosse recato, beh, di questo, francamente me ne infischio!
Grazie per le informazioni Ignigo74, caro VECCHIO ignigo 74
Riguarda bene il fatto del “soprannone” Lo chiamavano “IL MESTO” rivedi il “copia incolla”, forze a fatto cilecca stavolta!
L’essere bocciata da te mi procura una notevole soddisfazione: una prova in più che non scrivo mai nulla che non sia farina del mio sacco!
Un saluto a Roberto 55, mi piciuto il tuo intervento
E un ciao a Matteo a Principessa a Sump e al dott Luigi e a tutto il pianerottolo. Oggi, Madonna del Carmelo, una preghiera per le intenzioni del S.Padre
Errata corrige : la Gaudim et Spes è costituzione che assieme ad altri documenti conciliari funge da spina dorsale ..ma anche le encicliche sono materia di studio e rivestono una grande importanza..
un bacio e un saluto
Mi fa specie: sembravate tutti morti invece a quanto pare eravate come le pettegole, comarelle di cortile, dietro l’uscio ad origliare!!!
E tu Matteo, sei resuscitato come “la lumachella al refrigerio” a quanto pare, per dare il “cinque” al tuo caro, amato, amico Ignigo74
Bravo, bravo!! Complimenti 7+
Vorrei soprannominare ignigo74 “cecchino del blog”.
Mi da una sempre una certa nausea l’accanimento e il veleno di ignigo.
Per l’esattezza Paolo VI usci solo 9 volte, solo per 9 volte lasciò la sede, irreilevante quasi nulla se paragonate alle :
141 visite pastorali di Giovanni PaoloII il quale come Vescovo di Roma ha visitato 301 delle 334 parrocchie della Capitale, ed ha toccato il suolo di 317 Paesi…per non contare i 1.319 beati, e 43 canonizzazioni…
Non per sterili paragoni tra i due, me ne guarderei.
Ma, vedi Ignigo74…questo intendevo dicendo con quel “non è uscito dalle mura” , non poteva che essere un lapsus una defaiance della memoria, come ha ben compreso Sump.
Ma che tu non sappia di “Paolo sesto il mesto” mi scandalizza davvero tanto, visto che sai tutto e sei così arguto ed intelligente…eh!
; )
PS
mi scuso per i tanti refusi, non me ne vogliate, spesso scrivo con piedi…”la gatta frettolosa fa sempre i figli ciechi”: cercherò di fare più attenzione in futuro.
off topic.. e lo dico con un po’ di auto-compiacimento 🙂
Benedetto XVI ha firmato il suo sms ai giovani con B-XVI
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_15/papa_sms_giovani_926e19f4-526a-11dd-b48c-00144f02aabc.shtml
Clodine un salutone da Sydney! Sono solidale con te e con i tuoi lapsus, ma tu prendi Ignigo74 com’e’ fatto e andiamo avanti. Sul fatto che Paolo VI sia restato “sempre all’interno della mura vaticane” Ignigo ha avuto ragione a reagire, perche’ Montini e’ il primo papa viaggiatore dell’epoca contemporanea: Giovanni XXIII era andato solo a Loreto e Assisi, lui e’ andato in tutti i continenti, compresa l’Australia dove poi Giovanni Paolo e’ venuto due volte e dove si trova ora papa Benedetto. Ma su tutte le altre questioni Ignigo e’ stato cattivo e me ne dispiace. Un abbraccio.
da dove hai dedotto clodine che non ero a conoscenza della calunnia ingiuriosa di paolo “mesto”?
In base a quale fole principio uno dovrebbe sapere solo ciò che è avvenuto dopo la propria data di nascita? Allora nessuno può parlare di Napoleone. Delirio totale e vano è questo (Violetta).
Dici, Clodine, che la chiesa non è Paolo VI.
Banalità assoluta.
Con un particolare: cardinale Luciani, cardinale Woitila, cardinale Ratzinger: tutti e tre creati cardinali da Paolo VI che, non sarà la chiesa ma ha fatto cardinali tali personaggi, compreso il regnante pontefice.
Accusi Matteo di essere stato in frigo.
Ma sai, di fronte a certi principeschi capolavori e clodiniane tautologie rimane solo un eloquentissimo silenzio.
Cara Clodine,
sono stato fuori Italia e sono rientrato ieri,
Vuoi che sia una comare?
mi va bene.
Mi sono sempre piaciute.
Riguardo a Paolo VI, ho visto e ho letto moltissimo, tanto da poter dire con la massima tranquillitià, che in generale molti e veramente molti dicono un sacco di corbellerie su di lui.
Quindi corbelleria piu’ o meno, ti puoi tranquillamente risentire,
non c’è problema.
Comunque da alcuni mesi sono usciti due volumoni su Paolo VI, fatti molto bene, e molto facilmente leggibili, ne consiglio la lettura, prima di sparare sentenze “per sentito dire”.
Informarsi prima di corbellare non è proprio una cattiva cosa.
Grazie del benvenuto.
Come si vede sono sempre io!
comunque ritorno in frigo,
ogni tanto usciro’ ad affacciarmi.
Tranquilla Clodine,
lo so che non sono migliore di nessuno.
dott. Accattoli,
io ho un genere letterario di sfondamento, lo ammetto, ma abbiamo già detto mille volte che sul blog le sfumature del viso e della voce non ci sono, che il blog è un pò lo spazio di quella piazza ottocentesca che non c’è più e dove si impara a discutere anche a suon di pernacchie e di vaffa. Io non ci trovo nulla di male anzi, un botta e risposta un pò selvatico mi stuzzica e diverte. Qui sul blog tutti indossiamo una maschera che – proprio come le maschere greche – amplifica la voce e le idee, almeno io la intendo così la virtualità che distinguo sempre dalla realtà e anche qualcun’altro qua so che sulle maschere del blog la pensa così. In merito alla mia difesa anticlodiniana su Paolo VI non credo di essere stato particolarmente cattivo, almeno non in modo particolare e la mia intenzione non era essere cattivo ma difendere Paolo VI dall’ingombrante e monocolore devozione a senso unico per Giovanni Paolo II.
Comunque la mia domanda è questa ed è assolutamente fraterna: come mai quando sono cattivo lo fa notare solo a me? Non è la prima volta che ho questa impressione.
La banalità assoluta la stai dicendo tu,Ignigo74, facendo di Montini Cristo in Terra solo perché “udite udite” nel corso del suo più che decennale pontificato ha elevato al soglio cardinalizio Albino Luciani, il cardinale Woitila, e il cardinale Ratzinger. Ma, mi sbaglio o è compito dei pontefici ordinare nuovi cardinali? E non per questo sono LA CHIESA cribbio, ma cavolo dici. Montini è stato un “servo dei servi di Dio” uno dei il 217 pastori della chiesa universale in ordine cronologico, nè più nè meno importante dei suoi 216 predecessori i quali tutti, nel bene come nel male hanno segnato il corso della storia della Chiesa punto
X Matteo, grazie per la segnalazione, ma credo -malgrado a voi, cari amici, torni piacevole pensare che non conosca il “papa sesto e mesto” -il che non mi turba- in realtà lo conosco, abbastanza bene, quanto basta per considerarne i pregi come i difetti, che sono appannaggio di tutti e di ciascuno, me compresa.
Pardon i papi sono 266 e Montini è il duecentosessantatreesimo per l’esattezza; sai com’è, il cecchino Ignigo potrebbe trovarci da ridire…
Matteo non stare troppo in frigo…di tanto in tanto mettiti al sole…è più salutare
: ))) con affetto e simpatia rinnovata ti abbraccio caro Matteo
Dott Luigi, grazie per la solidarietà.
Conosce il mio rapporto con Ignigo.
Lui esce fuori all’improvviso, quando meno te l’spetti..con lui non ti puoi rilassare, fare quattro chiacchiere anche così, giusto per un confronto tranquillo apprendendo anche alcune delle cose che per cause diverse possono sfuggire, o si può anche non avere conoscenza o rimembranza, che c’è di male (?). Proprio come su di un pianerotto, quando alla vicina manca lo zucchero, te ne chiede, e gentilmente glie ne offri: questo non significa che la vicina sia indigente, in quel momento è sprovvista di quella cosa, te ne parla con sincerità e semplicità, tutto qui. Similmente quando ci si trova su questo spazio virtuale: stavo conversando con Sump, semplicemente senza focalizzare più di tanto o entrare nel dettaglio men che meno approfondire, una cosa tranquilla, pacifica.
E ti esce ignigo con la cerbottana come un aborigeno, e giù a lanciare le freccette al curaro…ma insomma. Il bello è che li per li mi fa agitare, mi inquieta ignigo74..poi rileggendo mi fa ridere..non lo perché… ma mi fa un
sacco ridere. …lo dico sul serio..perchè me vedo davanti capito? Irresistibile..che devo fare, mi fa ridere!!!
Hai ragione, Clodine, una buona risata non fa mai male.
Vorrei provare, se possibile, a riportare un po’ di serenità nel pianerottolo: è estate, siamo in pochi e vale la pena cercar di sorridere in pace.
Propongo un “racconto d’appendice”, a puntate. L’autore è Jaroslav Hašek, l’immortale creatore del buon soldato Švejk. Il titolo è “Il peccato del parroco Andrea”, e siamo in qualche modo in tema con le giornate australiane del nostro padrone di casa, Luigi, che come vedremo si sta macchiando – e non solo lui! – dello stesso peccato del parroco suddetto.
Poiché si tratta di un racconto smaccatamente anticlericale (e anticristiano), riusciremo, rileggendolo, a dare una lezioncina anche a Sabna Guzz: leggi, ragazzina, e impara – se puoi – che cos’è la satira.
La prima puntata arriverà fra poco.
C’è un milanese gentile che porterebbe una bottiglia d’acqua al Duomo per Eluana in mia vece ?
scusate se vado fuori tema ma non sapevo dove scriverlo.
quanto ai paragoni tra Pontefici sugli aspetti umani o sui viaggi credo siano quanto meno inopportuni dato che ognuno ha un suo carattere piuttosto che un’età diversa, piuttosto che l’aver vissuto in tempi in cui i viaggi erano più difficoltosi di oggi. A me andrebbe bene anche un Papa che decidesse di non viaggiare.
va bene anche UNA milanese eh !
Infatti mandis, vedo che hai colto lo spirito con il quale intenevo approcciare…prima che arrivasse la freccia al curaro.
“Il peccato del parroco Andrea”. Prima puntata.
Il parroco Andrea si trovava già da diciotto anni in purgatorio, senza sapere perché. Non aveva ancora avuto la definitiva condanna, sebbene negli ultimi anni l’affluenza nel purgatorio non fosse stata così grande. La più parte delle anime si fermava solo un poco e subito veniva trasportata, fra digrignare di denti, all’inferno. Il parroco ogni tanto si faceva coraggio e domandava a qualcuno degli angeli custodi:
– Ma perché mi trattenete ancora qui, signori?
Si stringevano nelle ali e dicevano: – Il vostro processo non è ancora definitivamente concluso, reverendo.
Questi discorsi lo angosciavano, per quanto sia possibile sentirsi angosciato nel purgatorio, perché lui non era consapevole di alcun peccato. Era uno di quegli stimati parroci che son descritti dal romanziere K.V.Rais. Sulla terra aveva tutti i segni buoni di quelle descrizioni: lunghi capelli bianchi, voce tremula di vecchietto, anima di prim’ordine, moralmente pura.
Eppure stava da tanti anni nel purgatorio sotto istruttoria.
Negli ultimi tempi gli era compagno un cappellano, che aveva speranza di ottenere una condanna a diecimila anni. Il poveretto aveva guardato per un quarto d’ora le montagne russe, presso l’imbocco, alla mostra del giubileo e, tornato a casa, aveva avuto un infarto.
– Veri merletti di Bruxelles, reverendo, – diceva il povero cappellano al parroco Andrea, la cui anima pura non capiva la differenza tra la sottana semplice e quella dei merletti di Bruxelles.
E gli angeli gli volavano attorno silenziosamente, avevano pena di lui, e gli cantavano belle canzoni su parole dei santi padri e gli dicevano:
– Perché non fate il ricorso, reverendo?
E così lui presentò un ricorso scritto…
(Fine della prima puntata)
Ciao Clodine!(se vuoi puoi chiamarmi anche Giovanni).
sai che c’è qualcosa di buffo nella tua frase
” […] facendo di Montini Cristo in Terra […]” ?
in effetti in quanto Papa era proprio Cristo in Terra! 🙂
Io a portare una bottiglia d’acqua su ordine strumentalmente moralistico e politico di quel Ferrara che non perde occasione per insultare letteralmente il mio arcivescovo Tettamanzi e per sputare scemenze sul predecessore Martini NON CI VADO.
“Ordine”?
“Insultare”?
so che è partita da ferrara ma a me veramente è venuto in mente di aderire dopo aver letto in rete la bella e cristiana lettera di adriano celentano al corriere della sera.
Mi risulta che aderiscano in tanti (“Avvenire” compreso).
E’ un abarzelletta la tua, vero Sump?
Neppure un racconto con intento moralistico-parenteico, spero…
Di quelli con la morale della favola alla fine…
Tu sai, vero, che dal purgatorio si va solo in paradiso e non mai all’inferno… Vero?
🙂
saludus
Dai Sump, sono curiosa di sapere il resto..continua la storia del parroco Andrea…sono curiosa di sapere come andrà a finire
Giovanni, sinceramente, non credo che il papa sia Cristo in terra, te lo dico con grande convinzione: ritengo che la teocrazia si sia conclusa con l’impero Bizantino…
Ignigo, riguardo ad Eluana, come te, mi astengo, semplicemente perché davanti al dolore si deve tacere. Il dolore non si racconta né si strumentalizza….
davanti al dolore si deve tacere, davanti all’omicidio per interruzione di alimentazione solida e liquida no.
Mi astengo! L’accanimento terapeutico è contro la Volontà di Dio.
che c’entra poi la teocrazia col Papa “dolce Cristo in Terra” ?
(per dirla con Santa Caterina da Siena alla quale, alla tenera età di 6 anni, apparve Gesù Cristo vestito da Papa…)
dar da mangiare e da bere non è accanimento terapeutico.
Ignigo74: “come mai quando sono cattivo lo fa notare solo a me?” Non è vero. L’ho fatto notare a Leonardo, a Iginio, a Gianluca (al quale va il mio abbraccio per la nuova difficoltà di salute di cui abbiamo saputo in un commento a un altro post) e a vari altri. Sono a Sydney e non ho tempo di fare ricerche. L’intenzione è di farlo notare a tutti, poi magari qualche volta dormo, o faccio finta. Ecco il punto: mi capita di lo faccio più speso con te per il tuo “genere letterario di sfondamento” e perchè penso di potermelo permettere, appunto perchè ho ben capito che si tratta di un genere letterario.
Mandis, è sbagliato l’identificazione Cristo-Papa. Il papa ha il primato dell’infallibilità il quale non è che un aspetto particolare dell’infallibilità della chiesa, una infallibilità di cui “il divino Salvatore a voluto dotare la Sua chiesa ” certamente, ma è talmente lontano dall’essere Cristo (è il capo) che il suo potere non sarà mai assolutismo arbitrario. E questo non lo dico io ma gli atti del concilio vaticano I ( D III)
1) il potere del papa non è assoluto (absolute monarchica)
2)il potere del papa non è arbitrario
3)il potere del papa ha i suoi limiti (limitatio) attivamente da Cristo, passivamente dagli uomini e dai loro successori.
Anche il papa, evidentemente sottostà al diritto naturale (ius naturale) e al diritto divino (ius Dinivinum).
I documenti asseriscono -oltre ad un bel po’ di cosucce abbastanza importanti che non elenco per non tediare- che la direzione del papa non deve essere inadeguata, inopportuna e indiscreta, ma deve essere determinata dalle necessità e dagli evidenti bisogni della chiesa. Già queste poche righe lasciano intuire la diffrenza, credo, che il papa, cioè, non è il Signore, figlio dell’Altissimo, unico giudice che siede alla destra del Padre…
Con la Eluana temo che fin dall’inizio abbiano praticato accanimento terapeutico, altro che! E’ ovvio che quell’organismo giovane e forte superato lo shok iniziale si sia adattato, come si adatterebbe qualunque organismo animale vivente…
Caro Luigi, grazie di cuore.
Comprendo al 100% e accoglierò con interesse ogni osservazione futura.
Clodine.
concordo con te: mi inquieta il titolo di vicario di Cristo, preferisco successore di Pietro e ecclesiologicamente e teologicamente non sono solo.
concordo con te: l’accanimento terapeutico mi inquieta, non consente alla natura di fare il suo corso, concordo sul silenzio che l’etimologia della parola mistero suggerisce: chiedere le labbra di fronte al mistero del male.
Sumpontcura.
Non ho nè voglia nè tempo di reperire gli articoli ma a Ferrara non piace nè Tettamanzi nè Martini. Notissima è la diatriba a senso unico (perchè Ferrara se l’è cantata e se l’è suonata senza ottenere risposte) contro Tettamanzi durante il convegno di Verona: una paginata del Foglio titolava così: Tettamanzi il principe dell’ecclesialese. Il contenuto era oggettivamente aggressivo, beffardo e offensivo nei confronti dell’arcivescovo di Milano.
Recente è l’attacco di Ferrara allo stile di Tettamanzi.
Numerosi gli attacchi ai gesuiti, a Martini, ai cattolici adulti, ad Alberigo… tutto questo sul Foglio che non a caso è divenuto un baluardo ponte tra CL e Opus Dei.
Questi i fatti.
Io sto con il mio arcivescovo che è uomo innanzitutto equilibrato (e quindi io ho tanto da imparare da lui) e vero pastore. Ferrara vuole un anchorman, non un arcivescovo. Ferrara è un affabulatore furbastro, che non va tanto per il sottile: per esempio nel caso della religiosità americana non distingue mai tra evangelicali e cattolici ma li mette tutti strumentalmente nello stesso calderone della presunta tenuta o rinascita spirituale dell’america del nord.
Ferrara non lo seguo e sono indispettito che usi il mio amatissimo Duomo per le sue piccolissime e strumentali campagne pseudo cristiane.
W DIONIGI!
Posso darti un bacio Ignigo74?
ma certo.
22 luglio Boheme. Di Zeffirelli.
invidiami!
Maioba,
non è una barzelletta e non è mia. Si tratta di un racconto satirico anticlericale e anticristiano, come ho specificato nell’intervento delle 12:06. Se avrai voglia di continuare a leggere le puntate successive, di sfondoni teologici ne troverai ben altri. Ma noi sappiamo ridere della satira, quando è satira: alla faccia dei professionisti della porcheria e dell’insulto, come Sabna Guzz, appunto.
TI INVIDIO IGNIGO74 ! Ti invidio troppo..Grrrrrrr….Smaak !
Sump, dai ,termina il racconto, ti prego! Non avere paura degli sfondoni…eh…
“Considero il Cardinale Tettamanzi un bravo prete, un modesto teologo e un pastore un po’ avventato, non molto dotato di potestà di governo tanto da aver scelto per la sua Curia alcuni monsignori cretini e imprudenti”. Questi sono insulti, se non altro nei confronti dei monsignori; ma la frase non è stata scritta da Giuliano Ferrara (si tratta – per la precisione – del cattolico Francesco Cossiga). Le frasi che seguono sono tratte, invece, dal “Foglio” di oggi e siglate con l’elefantino:
“Sua Eminenza il cardinal Tettamanzi è un forte bioeticista e un signor vescovo. Perché mai dovrei mancargli di rispetto o esprimere avversione pregiudiziale? (…) Di tanto in tanto, per ragioni serie e meditate, su questioni profonde che coinvolgono passione e ragione di chi scribacchia sui giornali e si occupa delle cose del mondo, emergono divergenze con il successore di Martini. (…) Non credo sia uno scandalo sollevare problemi con tatto e rispetto…”.
Caro Ignigo: è tuo diritto “non seguire” Ferrara e rifiutare la lettura diretta dei suoi interventi, ma questo non ti mette nelle migliori condizioni per prendere parte alle polemiche che lo vedono protagonista. A quanto mi consta non c’è stato nessun insulto, nei confronti dell’articolo di Tettamanzi sull’Avvenire: sì invece un civile dissenso sul significante (non sul significato: la distinzione era esplicita, nell’articolo sul “Foglio” di lunedì, che ha dato il via alla polemica). Se invece intendi porre l’imperativo categorico di “amare” il tuo arcivescovo, be’, credo che l’amore debba essere conquistato, e certo non imposto come obbligo dovuto a una carica.
Rispettosamente, ma con dissenso, ti saluto.
Cara Clodine, ho diviso il racconto in quattro puntate, e conto di concluderne la trascrizione per domani: per sapere come va a finire, dovrai tirare un po’ il collo.
(Seconda puntata)
… E così lui presentò un ricorso scritto:
“Illustre Giudizio Universale!
La sottoscritta anima, il parroco Andrea, rivolge l’umilissima preghiera di essere dimesso dal purgatorio e motiva la sua rispettosa domanda con le seguenti ragioni:
a – Il sottoscritto non trova nella sua coscienza nulla che gli potrebbe nuocere. Ha sempre vissuto così com’è scritto nei libri sacri.
b – E’ del tutto impregiudicato, come può dimostrare il sindaco del villaggio Paluska, che si trova adesso nella caldaia numero 253 nel reparto mite del purgatorio, arredato con ventilatori.
c – Della sua buona condotta e della sua purezza può testimoniare anche il brigadiere dei gendarmi Loukota Giuseppe, vivente adesso in beatitudine in paradiso presso il quinto arganello.
d – Il sottoscritto scoprì una fontanella miracolosa e ne forniva l’acqua gratis agli orfanotrofi e agli istituti di correzione.
e – Studiò con lode, come può testimoniare il direttore del ginnasio Alexius, addetto agli angeli custodi dei ginnasiali nel purgatorio.
f – Il sottoscritto conosce a perfezione il latino, il greco, l’ebraico e l’aramaico.
g – Non ha mai dubitato di niente.
Per queste ragioni prega di essere dimesso dal purgatorio e promette che, nel caso di accoglimento della sua umile preghiera, cercherà di dimostrarsi degno di questa fiducia.”
La domanda gli fu restituita. – Manca il rubrum – disse l’angelo che gliela riportò. Quell’angelo era impiegato ab aeterno nell’ufficio della direzione.
Il reverendo Andrea aggiunse allora sulla pagina posteriore:
“L’anima reverendo Andrea prega di essere dimesso dal purgatorio: sub litteris a, b, c, d, e, f, g”.
Nel giorno dell’anniversario della sua morte (nemmeno sulla terra le domande vengono sbrigate favorevolmente prima) ricevette la risposta:
(Fine della seconda puntata)
Caro sum,
vedo che ti aggiungi alle fila di chi spara sui non allineati. Fai pure, non ti seguirò. La pagina temporalmente vicina al convegno di Verona era titolata PRINCIPE DELL’ECCLESIALESE, sul Foglio, giornale diretto da Ferrara, e descriveva in circa 17 cartelle – la paginate del foglio – l’operato e il pensiero del successore di Ambrogio con modi idioti e contenuti folli.
Da quel giorno il sottoscritto, già perplesso ma costante lettore della prima ora del Foglio, divenne ciò che è oggi: un afogliante radicale.
Ferrara sbeffeggia l’arcivescovo e le parole da te citate lo dimostrano.
Sui tuoi principi metodologici dissento: la Torre di Guardia l’ho letta per un annetto cercando di capire di TdG. basta, li ho capiti, non la leggo più e continuo a dissentire. Lo stesso dicasi del Foglio.
Un ultima cosa, e qui la maschera chiede il registro della comunicazione profonda e quindi bisognosa di particolare attenzione: forse per indole anarcodie, forse perchè non sono una brava persona, forse perchè sono un disgraziato eterodosso, fin da piccino ho manifestato insofferenza forte per chi tentava di mettermi briglie di qualunque tipo: linguistiche, ideologiche, culturali, mentali, etichette oratoriali o movimentiste, politiche, filosofiche… vado fiero di questa mia assenza di etichette e la difendo con forza.
Ferrara vuole imbrigliare in una angusta ideucola politicamente ammuffita quanto ho di più caro: la mia fede in Gesù Cristo risorto. Ferrara vuole contrapporre me che non sono di sinistra ai miei fratelli che lo sono e condividono con me la fede in Gesù Cristo risorto. Ferrara vuole fare l’auriga che gestisce e comanda energie e forze non sue perchè di noi cristiani, orientandole dove gli fa più comodo.
Io mi strappo le briglie di dosso, gliele tiro in faccia, gli dico che non si permetta e me ne vado a Messa.
Rispettosamente, in totale dissenso, ti saluto.
è chiaro che non è una uguaglianza come quella tra Padre, Figlio e Spirito Santo, ma è una “vicarianza” in cui il Papa a tutti gli effetti fa le veci del Figlio di Dio come Egli stesso gli ha comandato nel “pasci le mie pecorelle” e “pasci i miei agnelli” di evangelica memoria.
io sto con Santa Caterina e soprattutto con Nostro Signore.
se proprio lo devo dire mi inquietano le vostre inquietudini…
Ignigo:
“sparare sui non allineati”? O non ho capito l’espressione, o mi sembri del tutto fuori bersaglio.
1. A me sembri perfettamente (e legittimamente) allineato e coperto.
2. “Sparare” è una metafora un po’ forte; se provassimo con “dissentire” o, al massimo, “criticare”?
3. Giudizi pesantissimi sulle persone, mi pare di averne trovati nella tua prosa, non in quella di Giuliano Ferrara.
4. A me pare che non tutte le etichette siano da respingere con sdegno.
5. Leggendo “Il foglio” non mi sento addosso briglie di sorta; col cuore sereno, non mi strappo di dosso un bel niente e – quel che è più importante – vengo a Messa anch’io.
Cari Giovanni e Clodine:
“Infatti il Romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di Vicario di Cristo e di Pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente” (“Lumen Gentium”, 22).
Applausi e plausi per Sump
Caro Gioavnni, sei d’accordo, immagino, anche con Lumen Gentium 48:
Già dunque è arrivata a noi l’ultima fase dei tempi (cfr. 1 Cor 10,11). La rinnovazione del mondo è irrevocabilmente acquisita e in certo modo reale è anticipata in questo mondo: difatti la Chiesa già sulla terra è adornata di vera santità, anche se imperfetta. Tuttavia, fino a che non vi saranno i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora (cfr. 2 Pt 3,13), la Chiesa peregrinante nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all’età presente, porta la figura fugace di questo mondo; essa vive tra le creature, le quali ancora gemono, sono nel travaglio del parto e sospirano la manifestazione dei figli di Dio (cfr. Rm 8,19-22).
La chiesa peregrinante nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni (compreso il papa), che appartengono all’età presente porta la figura fugace di questo mondo… fugace significa che passa…
Spero che LG 22 valga almeno quanto LG 48.
So che sono cattivo, scusate… è il caldo delle mie parti…
🙂
Saludus
“La chiesa peregrinante nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni (compreso il papa), che appartengono all’età presente porta la figura fugace di questo mondo… fugace significa che passa…”.
Perbacco, Maioba: sono annichilito dallo stupore. Chi l’avrebbe mai detto: e pensare che Giovanni e io – mischini! – pensavamo che il mondo fosse eterno! E che la Chiesa militante non avesse fine! E’ ben noto che secondo il Catechismo di San Pio X cinque sono i Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso e Papa…
Deve fare proprio un caldo torrido dalle tue parti, caro amico. (O sono io che non ho capito niente, e l’età, o le estati fresche, mi stanno facendo un brutto scherzo?).
Saludus
la Chiesa è il corpo mistico di Cristo, Cristo che vive e cammine nel mondo tramite Essa.
non ho capito granchè l’intervento del mio conterraneo Don Maioba
Comunque, per essere chiari: la “Lumen Gentium” è una costituzione dogmatica e “vale” tutta: dal numero 1 alla nota 195.
Buona notte a tutti.
cinque sono i Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso e Papa…
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realtà ultime e definitive: morte, giudizio, inferno e paradiso
il resto chi lo ha aggiunto?
lo Spirito Santo? o uno spirito di-vino
Matteo, Dio ti benedica! Le righe da 4 a 8 del mio intervento delle 21:09 vanno interpretate ironicamente…
🙂
Sump: ti sei sentito erroneamente chiamato in causa.
Il mio intervento per Giovanni voleva essere bonario.
Siccome altre volte si è discusso sul Vaticano II, e visto il suo plauso alla tua citazione di LG 22, volevo sapere se era d’accordo anche con LG 48…
Tutto qui: Sump: tranquillo!
Io avevo capito l’ironia… 🙂
ok ritorno in frigo
Noooo in frigo no Matteo, perché torni in frigo!!
Devo inventare qualcosa per tirarti fuori..ehmm fammi pensare…quale può essere un argomento friccicarello e stimolante..ehmmmm..ci devo pensare…Forse sul quinto Novissimo Sumpiano si potrebbe dire ancora qualcosina.. Ci penserò!
Ehilà, Matteo, era da un pò che non ti si sentiva, bentornato! Te ne vai in giro eh?
Grazie Davidino.
Ho letto i tuoi vari interventi.
Cara Clodine,
al di là di tutti i discorsi accademici,
quando mi presenterò davanti all’Onnipotente,
mi sarà chiesto che cosa ho fatto, ripeto fatto,
quando aveva sete, fame, carcerato, malato, comunque bisognoso, in ogni persona che è passata nella mia vita o a fianco della mia vita.
Se non ho fatti, atti concreti da presentare,
il mio essere cattolico chiacchierone, le s.Messe, le liturgie varie, gli impegni tipici di una parrocchia,
non sarà servito ad un ciufolo,
perchè l’Onnipotente non ha l’etichetta di cattolico, non gli basta il mero desiderio di cattolico devoto che non fa un piffero di concreto, che non risponde ai bisogni delle folle ad immagine di Cristo, ma si riempie la bocca di teologia o di cultura pseudo-cristiana o di possibile civiltà cristiana, perché ha paura dei diversi.
Nell’ora della mia morte, quando mi presenterò davanti a Lui, non mi domanderà se sono stato un cattolico, quante volte sono andato a Messa, che liturgia ho frequentato,
ma mi chiederà se nel vivere il Suo amore come relazione ad immagine di Cristo, ho risposto ai bisogni di coloro che mi sono passati a fianco.
Saranno sorci amari.
bravo Matteo!
fondiamo i cattolici insurrezionalisti: meno parole, più fatti.
io non ne posso più della sdulcinata melassa che appesantisce tutto come la marmellata bluastra dell’invasione degli ultracorpi. Non se ne può più di chierici effeminati che vivono fuori dal mondo e non sanno gestire se stessi figurati gli altri. Non se ne può più di gente che parla solo di volontariato in Africa e poi non sa nemmeno come si chiama il suo vicino di casa.
Domanda:
ma i cattolici parolai, i perbenini, quelli che la bomba nucleare se e ma dipende la guerra forse se e ma dipende, la pena di morte se e ma dipende dai casi ma mai mai mai mai dire cazzo o culo, quei cattolici lì, dico, l’hanno mai letta la lettera di Giacomo?
Tolle, lege.
Et tace.
+ profeti
– sacrestie
“Insurrezionalisti”?
“Chierici effeminati”?
Gulp!
Passo alla terza puntata del “Peccato del parroco Andrea”.
… Ricevette la risposta:
“Vostra Eccellenza!
Ci permettiamo di farvi notare che il Giudizio Universale non si riunirà nei prossimi tempi, perciò la Vostra domanda è stata inoltrata alla corte d’appello del purgatorio, perché essa voglia prendere il vostro caso in considerazione e chiamarvi davanti alla corte ordinaria dopo l’istruttoria del vostro peccato.
Per il comitato coordinatore del Giudizio Universale:
Gabriele.”
Silenziosamente passavano gli anni tra i gemiti delle anime e i malinconici canti degli angioletti che cullavano i pargoletti non battezzati.
Finalmente il parroco Andrea ricevette la citazione:
“Siete chiamato davanti al sacro senato.”
Il senato era già seduto sulla bassa pergola del tribunale del purgatorio, visibile solo agli angeli custodi che vi condussero l’accusato. Nell’aria ondeggiava il libro della vita del parroco Andrea, sfogliato da una mano invisibile.
– Reverendo Andrea – echeggiò una voce – vedi qui il libro della tua vita. E’ tutto puro, tranne una pagina. Rispondi ora onestamente alla domanda: avevi un fratello in Australia?
– L’avevo, illustre senato.
– Ti poniamo un’altra domanda: scrivesti a tuo fratello in Australia?
– Sì, glorioso senato. Nel 1882, a Sidney.
Il libro fu richiuso e si sentì…
(Fine della terza puntata)
caro Ignigo74,
La lettera di Giacomo, e non solo quella nel NT, le Beatitudini, il Magnificat, ma anche nell’AT, Isaia per esempio.
Mi è di conforto la lettura che sto facendo molto lentamente, perchè mi è divenuto un bellissimo libro di riflessione personale, “l’aratro, l’ipod e le stelle”, accidenti come mi ci ritrovo dentro alla grande, accidenti come mi provoca come cristiano, accidenti come non lascia indifferente.
Nei giorni scorsi sono stato provocato dal fantastico libro de la Rivelazione (3,15):
e queste parole ancora oggi continuano a risuonarmi nella testa:
[Conosco le tue opere:
tu non sei né freddo né caldo.
Magari tu fossi freddo o caldo!
Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo,
sto per vomitarti dalla mia bocca.]
Non mi sento così tranquillo!
QUALI SAREBBERO I FATTI?
ricordiamoci che vale sempre UNICUIQUE SUUM, a ciascuno il suo.
a qualcuno (a molti..) può bastare anche una silenziosa vita cristiana fatta di S.Messe, parrocchia e di preghiera (oltrechè di lavoro, educazione cristiana (faticosa) dei figli… ) senza proclami pomposi e letture a la page.
e senza presumini e ditini puntatini verso quegli idioti che leggono le letture a la page.
Nel mio commento parlavo di me e del mio rapporto con l’Onnipotente.
Giovanni, i fatti tuoi non erano in oggetto.
Non ho bisogno di essere in competizione con te.
E’ a me che il Signore domanda che cavolo ho combinato nella e della mia vita, se ho servito e lavato i piedi al mio prossimo.
Quello che domanda a te,
è affar tuo e della tua coscienza.
ciao
e senza ditini puntati su chi non fa letture a la page e vive un cristianesimo che a te non aggrada ignigo.
matteo qui
“perchè l’Onnipotente non ha l’etichetta di cattolico, non gli basta il mero desiderio di cattolico devoto che non fa un piffero di concreto, che non risponde ai bisogni delle folle ad immagine di Cristo, ma si riempie la bocca di teologia o di cultura pseudo-cristiana o di possibile civiltà cristiana, perché ha paura dei diversi.”
parli in generale dopo parli di te.
la mia era una domanda sulla parte generale… (dopo aver letto anche ignigo che ti ha detto “bravo, meno parole più fatti” o qualcosa di simile).
le parolacce sono sempre VITANDE
i mafiosi sono vitandi.
le parolacce – che poi, che vuol dire parolaccia? – le ha usate anche Gesù.
Mandis, leggiti il nuovo testamento in greco: che soprese!
Altro che la versioncina tiepida e devozionistica della CEI…
Secondo te in greco, nel NT, c’è scritto “le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli…” o “le puttane vi precederanno nel regno dei cieli”?
Ah si, ecco il VI evangelo, trovato e tradotto dal sig. Mandis:
In quel tempo Gesù disse ad alcuni che presumevano di essere giusti: “le signorine che ehm fanno quel lavoro lì… hihih… si dai avete capito, daaaaiii non fatemelo direee…. le signorine che… che passeggiano di notte… hihihi… si si quelle lì un pò languide… hihih quelle lì ecco diciamo che forse… ma non è sicuro!… forse precederanno gli ipocriti nel regno dei cieli.
Però non è sicuro! Anche non dire le parolacce salva l’anima!!Perdincibacco!”
Ahhhhh ahhhhhhh ahhhhhhhhhhh
: )))))
Le gerarchie e le precedenze del regno dei cieli sono – direi – un po’ al di sopra della nostra portata. Ma poiché siamo in fase di cazzeggio (perdonami, Giovanni, absit iniuria, e comunque l’osservazione non riguarda te e i tuoi interventi), qualche cosina mi sento di dirla anch’io. Nel regno dei cieli è entrato – per primo? – un ladrone, di sicuro ci sarà una folta rappresentanza di prostitute, di adulteri, di mafiosi, di terroristi, di pedofili, di insurrezionalisti, di effeminati, di masturbatori, di coprolalici e altro ancora. Tutti, però, con una caratteristica: saranno ladroni, prostitute, adulteri, mafiosi, terroristi ecc. PENTITI ( e non nello squallido senso di cui parla la legislazione italiana). Tutte persone che entreranno nel regno dei cieli dopo aver fatto i conti fino in fondo coi propri peccati, essersene vergognati, aver chiesto – umilmente, in ginocchio e senza parolacce – il perdono e la redenzione.
Il rischio di entrare nel regno e dover poi tenere a bada una prostituta in attività o un disinvolto ammiratore del linguaggio forte è – credo – ridotto al minimo.
“Il peccato del parroco Andrea”: ultima puntata.
Il libro fu richiuso e si sentì una profonda voce, appartenente forse al presidente del senato: – Hai studiato bene tutti i libri di Sant’Agostino, dottore della Chiesa?
– Sì.
Si sentiva ora fruscio d’ali. Il tribunale s’era ritirato per consultarsi. Di nuovo fruscio d’ali e la voce dall’alto gridò:
“Il parroco Andrea è condannato a quindicimila anni di soggiorno forzato al purgatorio, inclusi i 22 dell’istruttoria.
Le ragioni:
Nel suo libro, scritto l’anno 415 dopo Cristo, “De retractione vel librorum recensione”, Agostino, dottore della Chiesa, dichiarò che la fede negli antipodi è eresia. Vedi foglio 213. Dato che l’Australia appartiene agli antipodi, anche la fede nell’esistenza dell’Australia è un’eresia, completata e accresciuta dall’accusato parroco Andrea con la lettera mandata al fratello agli antipodi, Sidney, Australia.
Circostanze attenuanti sono l’assoluta buona condotta e la sincera e completa confessione dell’accusato.”
– Non piangete – consolavano gli angeli il condannato – una cosa simile vi poteva capitare anche dinanzi a un qualsiasi senato sulla terra…
Spero che il raccontino di Hašek sia piaciuto a qualcuno.
Glosse:
1. Sant’Agostino afferma davvero l’impossibilità dell’esistenza degli antipodi (“De civitate Dei”, XVI, 9). E questo è molto consolante per tutti noi: se persino lui si è potuto permettere di scrivere bischerate…
2. Attento Luigi! Le tue corrispondenze da Sidney saranno, in purgatorio, prove a carico.
3. I rischi più gravi li corre comunque papa Ratzinger, che in Australia (Tornielli docet) ha una cugina coetanea, per di più Testimone di Geova!
4. Nessuno mi toglie dalla testa che il parroco Andrea sia una prefigurazione del noto e benemerito vaticanista Andrea Tornielli.
eppure Gesù siederebbe a tavola coi mafiosi (che secondo ignigo sono vitandi) così come faceva coi pubblicani, perchè malati(peccatori) bisognosi del medico(Gesù stesso), ma ne direbbe 4 al cristiano dal turpiloquio facile.
evidentemente le “parolacce” in bocca a Gesù non sono parolacce.
la parolaccia è intesa tale quando uno la utilizza per offendere qualcuno oppure come intercalare, cosa che non credo possa essere attribuita a Nostro Signore.
infatti Gesù chiamava le cose e le persone col proprio nome senza infingimenti, chiamava prostitute o puttane le prostitute o puttane (cioè persone che facevano quel mestiere..), ma diceva anche che se uno offende dicendo a qualcuno “pazzo” finisce dritto all’inferno.
e dico “pazzo”, non coglione stronzo figliodiputtana etc etc etc
se poi qualcuno pensa che intercalare i discorsi come mi capita di sentire pressochè ogni giorno con quanto appena riportato oppure cazzo, minchia, stronzo, culo, etc etc sia lecito e sia degno dell’essere umano (figurarsi poi del cristiano, che col battesimo è divenuto figlio di Dio….) beh si sbaglia e di grosso.
meno parolacce si usano meglio è, meglio ancora MAI.
Sump sono in sintonia perfetta col tuo intervento sui “pentiti”.
e vvvaiiiiiiiiii ho fatto dire (scrivere) la parolacce a Mandissssss e vvaiiiiiii si si e vvaooo che ridere.
Dai Mandis lo sai che ti voglio bene se pasi da Milano beviamo un caffè assieme.
Ti ringrazio Ignigo, un caffè lo prendo sempre volentieri, però non scriverò più parolacce 😉 … già è difficile non dirle nella vita di tutti i giorni (purtroppo);
non trovi che si esageri? in tv, sugli autobus, in taxi l’altro ieri a radio 105 c’era una trasmissione orrenda in cui i conduttori prima e gli ascoltatori dopo ne hanno dette di tutti i colori; i giovani e meno giovani, nel posto di lavoro (!!!), ormai certe parolacce neanche sono più considerate tali tanto è “normale” utilizzarle.
un caro saluto a tutti
(Rif. ignigo74, ore 10:07 di ieri).
Parabola dedicata a tutti i Cattolici Insurrezionalisti, per festeggiare le (quasi) ventiquattr’ore dalla Fondazione del Movimento e dalla consacrazione del santo slogan “Meno parole più fatti”.
Tre uomini – un cattolico insurrezionalista, un chierico effeminato e un mafioso – entrarono in chiesa, si volsero a Dio con reverenza e sincerità d’animo e pregarono dicendo così:
– Il chierico: Signore, sono un servo inutile, sciocco e a volte anche infedele; non so gestire me stesso e pretendo di gestire gli altri; sto sempre a blaterare di Africa e di volontariato e non so nemmeno come si chiama il mio vicino di casa. Perdonami Signore, e strappa dal mio cuore la sdolcinata melassa che appesantisce tutto.
– Il mafioso: perdonami, Signore: sono l’ultimo degli uomini, i miei delitti sono terrificanti, non son degno nemmeno di passare vicino alla Tua Casa, sono tutto impregnato di marmellata bluastra ed è anche un bel po’ di tempo che non ho letto la Lettera di Giacomo.
Il Cattolico Insurrezionalista: ti ringrazio, Signore, di aver aperto i miei occhi e di avermi illuminato con il santo kharma “Meno parole più fatti”. Giorno per giorno io mi vengo occupando delle cose concrete che contano davvero: la bomba nucleare, la guerra, la pena di morte, l’aumento del numero dei profeti e la diminuzione del numero delle sacrestie, nome e cognome e professione di tutti i miei vicini di casa, nome e cognome di tutti i miei vicini di quartiere, calcinculo a tutti i cattolici non insurrezionalisti, sputinfaccia a tutti i chierici effeminati, bleahcaccamerda a tutti i mafiosi, i ciellini, gli opusdeini e i foglianti.
Orbene, in verità vi dico: per avere una efficace satira anticristiana non serve rivolgersi a miscredenti quali Jaroslav Hašek o (maisìa!) Sabna Guzz: basta dare spazio a qualche buon credente, annoiato dalla troppa Grazia che Dio gli ha donato facendolo cristiano e cattolico senza aggettivi ulteriori.
Sump, tu sai che sto seguendo con grande attenzione, e sono bramosa di sapere se alla fine riuscirà il nostro eroe, peregrino e negletto a strappare un angolino di paradiso, magari remoto,lontanissimo, estremo, ultimo, aggrapato ad una nuvoletta…lo spero anche per tutti noi…
Sulle parolacce, certo non sono belle ma, talvolta un vaffa… è liberatorio, Mandis dai!! Poi, sai che in ogni italiano si nasconde un “carbonaro”: il carbonaro del “marchese del Grillo” è in ogni animo ed emerge dai vari dialetti, con accenti vari, colorati e “forbiti”..ehmm non so se mi spiego!
Chiusa questa piccola chiosa, mi faccio seria e vorrei dire la mia sulla libertà, sulla vera libertà. La libertà, secondo me, è un qualcosa che merita vigilanza e per questo non è mai priva di riguardo, nel senso che non deve mai essere motivo di caduta (1Cor 8,9), perché se così fosse ci ridurremmo a schiavi di noi stessi in primis e degli uomini (1 Cor7,23). Invero, credo abbia ragione Ignigo in quello che dice, perchè il cristiano in ultima istanza non è mai legato ad opinioni o giudizi o tradizioni, men che meno a misure di valore degli altri :” A che scopo infatti esporre la mia libertà al giudizio della coscienza di un altro? …E’ la mia coscienza che ben distingue il bene dal male, a legarmi” questo non dico io ne Ignigo,ma è San Paolo a dircelo nella prima ai Corinzi (8,7-12;10,25-30)
Penso che la libertà del cristiano nella sua paradossale unità fatta di indipendenza, ma anche di obbligo, di potere, eppure di rinuncia, di autonomia si, ma al contempo di servizio per gli altri. Credo che conciliare questi contrasti che sono agli antipodi sia davvero un enigma, enigma che solo un precetto può sciogliere, quello dell’ amore, della carità…la quale non fa mai del male ed è pieno compimento della legge. Vedete, colui che è veramente legato a Dio, a Cristo, innestato in lui, non pensa neppure di fare del bene: lo fa, senza che la destra sappia cos’è la sinistra, viene naturale (“quando Signore ti ho visto affamato…prigioniero…nudo..)…così, amando , senza accorgencene, veniamo liberati per la vera libertà.
Un bacio a tutti..
Vedo che si fa una gran fatica ad accettare che ci siano altri fratelli cattolici che non si uniformano al pensiero unico di qualcheduno, magari nel blog stesso che è scuola della libertà all’ascolto della parola dell’altro.
Interessante la necessità che ha qualcuno di chiudere l’altro che deve a tutti i costi percepire diverso, chiuderlo in uno schema, in una griglia,
forse perchè se non si fa così,
forse perchè se in qualche modo non costruisco la figura di un possibile “nemico”
non ci si sente sicuri, ci si sente inquieti.
Purtroppo la Chiesta è UNA, cattolica e universale, e comprende TUTTE le Chiese particolari (Laodicea, Sardi…) con ciascuna le proprie differenzialità, e in ciascuna i cristiani vivono ciascuno la propria personalità, ciascuna differente dall’altra, uniti tutti nello stesso Signore Risorto.
Vedo che si ha bisogno di chiudere a tutti i costi il pensiero di un fratello cattolico o cristiano, che si diversifica nella forma e non nella sostanza, in un muro di cinta ben delimitato, a cui intellettualmente gli mettiamo nome (non carcere che non va di moda) ma qualsiasi altro appellativo di fantasia, purchè lo delimiti,
perchè fondamentalmente lo si vuole a tutti i costi percepire e vedere come diverso, anche un pò nemico,
perchè cosi’ si è tranquillizzati e si riesce meglio a riconoscere le proprie certezze,
e il paradiso promesso diviene sicuro alla propria portata.
Sì,
ciascuno deve avere la libertà di farsi e costruirsi la propria immagine di “nemico”.
Ovviamente non per amarlo,
ma soltanto per sentirsi confermato in un proprio personale “paradiso”, tutto suo…..
Sump, ho letto ora l’ultima puntata ,mi era sfuggita…insomma, alla fine povero cristiano i quindicimila anni di purgatorio non glie li ha condonati nessuno! Deve essere proprio così; la giustizia divinina è una cosa seria, quella umana è una pulcinellata, ma quella divina ..c’è poco da stare allegri.
Mi è piaciuta, mi è piaciuta tanto Sump, è stato proprio un racconto gustoso. Se ne hai altri..deliziaci!
Cara Clodine,
siamo arrivati al pianerottolo, stamattina, proprio nello stesso istante: ex-aequo sul filo di lana, praticamente c’è voluto il fotofinish…
Il tuo intervento sulla libertà e la coscienza è, come al solito, attento e luminoso; le parole di Ignigo, a dire il vero, le avevo interpretate diversamente, ma andrò a rileggerle alla luce delle tue, e spero che tu abbia ragione; nel caso, non mancherò di darne atto.
Il raccontino sul parroco Andrea è finito, con la condanna a quindicimila anni di soggiorno in purgatorio (mia cara, si tratta di eresia, sia pure in buona fede!). Ma ho appena saputo che con l’ultimo indulto, e grazie all’interessamento particolare delle sei zie suore di Silvio Berlusconi, il buon parroco ha avuto un considerevole sconto di pena e ha appena raggiunto, in paradiso, il suo autore Jaroslav Hašek, miscredente ma graziato per meriti artistici (“Il buon soldato Švejk” è una delle letture preferite di San Michele Arcangelo).
Ciao Clodine, con stima e affetto.
Sum io ho riso di gusto anche se c’era troppa aciditas in clausola.
il rischio in chi fa la morale è che poi gliela fanno a lui.
Allora al posto del cristiano insurrezionalista novello fariseo può benissimo finirci il sumpontcura che già con un nome così sa tanto di ortodossia pelosa e ostentata.
Tant’è ho riso di gusto, apprezzo sempre l’ironia ma scusami se alle tante reinterpretazioni del fariseo e del pubblicano io continuerò a preferire la donna Fabria dè Fabriani di Carlo Porta.
Il vangelo vale per me, ovvio, ma anche per te, mio caro.
“Sumpontcura, che già con un nome così…”. In questo hai proprio ragione, caro Ignigo; ma il problema l’hanno brillantemente risolto Carlo Porta e Giuseppe Gioachino Belli, che – stufi di un nome così impronunciabile ( e improbabile) – l’hanno semplificato in “Suppostcura”, con soddisfazione mia e di molti altri. Ciao
Per chi fosse interessato :
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Il volume segnalato da Syriacus è la mia fonte. Mi sembra, però, davvero molto caro. Meglio allora, più curata ed economica, la raccolta dei “Racconti” negli Oscar Classici Mondadori. E comunque questi raccontini stanno allo “Svejk” come le satire di Ariosto stanno all’Orlando Furioso.
Mia carissima amica Clodine, “illuminante” e’ l’unico aggettivo che mi piace accostare al tuo commento sulla liberta’ e la coscienza. Leggerti e’ sempre un piacere e un nutrimento per la mia brama di imparare.
Se mi consenti un piccolo strascico di polemica, i tuoi commenti sulle televisioni e questo sulla liberta’ e la coscienza, mi piacerebbe fossero letti dal Dr Valli che, tra la sua professionalita’ e bravura – dignita’ e rispetto, e’ riuscito a infilare una “strafottenza” per cio’ che gli accade intorno e che lo avvantaggia che molto poco ha a che fare con il definirsi e sentirsi cristiani.
So che non ti dispiacerai se ho fatto questo accenno e, chiunque si dovesse risentire delle mie parole, posso assicurarvi che ho finito con le mie critiche.
Non ne vale la pena, quando l’ambizione supera cio’ che dichiariamo di voler portare nel mondo.
un forte abbraccio a Clodine e a tutti gli amici del pianerottolo
Cara principessa, sai come siamo noi frequentatori del pianerottolo di Accattoli : ci parliamo, ci scambiamo le nostre esperienze e ci confrontiamo su temi che spaziano dal sacro al profano, talvolta ci si diverte anche.
Tutto ciò che emerge da ciascuno di noi, da tutti, anche da coloro che passano e lasciano un commento -compresa la critica ci mancherebbe- è frutto di elaborazione, di pensiero più o meno condiviso, di ricerca interiore..Coraggiosamente cerchiamo di mettere in comune il nostro percorso umano e spirituale, e i nostri difetti -che talvolta appaiono, ma non importa- affinché tutto serva ad edificazione e ci si possa arricchire l’un l’altro: trovo tutto questo davvero straordinario.
Sono felice, principessa, di sapere che trovi saggezza nelle mie povere parole, ma anche tu sei una ricchezza per noi tutti, e così ignigo e Sump e Matteo, ognuno di noi ciascuno con la propria caratteristica. Non credo, veramente,che al dott Valli possano interessare i mei interventi, anzi, sono certa che li troverebbe insipienti e li cestinerebbe seduta stante…
Ti abbraccio con grandissimo affetto principessa, ciao a presto..
http://www.marcocastoro.it/?p=1971