“Lunedì il Papa ci ha detto alla Cei che noi vescovi siamo tutti un po’ bravi e un po’ stupidi: chiedo fin da adesso perdono per la mia stupidità”: così il nuovo vicario di Roma, Angelo De Donatis, venerdì salutava i collaboratori del Vicariato all’annuncio della nomina. Nei commenti altre quisquilie.
Il mio saluto al nuovo vicario di Roma Angelo De Donatis
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Qui trovate una foto del vicario e il testo del saluto:
https://www.romasette.it/il-primo-saluto-dellarcivescovo-de-donatis-dopo-la-nomina-a-vicario-di-roma/
Non conosco don Angelo, come lo chiamano gli amici che seguono da anni le sue lectio bibliche. Mi pace che sia un amante della Scrittura e che sia stato parroco in Roma: non so a quando occorra risalire per trovare un altro vicario che venga dalla Chiesa di Roma. Nessuno di quelli da me conosciuti erano stati parroci in questa città.
A conclusione del saluto di venerdì don Angelo ha invitato a invocare per lui la Vergine con una preghiera a me carissima composta da don Andrea Santoro, prete romano martire in Turchia nel 2006, che ha il titolo “Maria donna di Gerusalemme” e che dice così:
Maria Donna di Gerusalemme
Dove ti offristi con Gesù ai piedi della croce,
Maria Donna del Cenacolo
Dove raccogliesti il soffio dello Spirito Santo,
Maria Donna di Efeso,
Dove giungesti con Giovanni “tuo figlio”
Inviato in missione dallo Spirito: prega per noi.
Maria madre delle pecore fuori dall’ovile,
Madre di chi non conosce tuo figlio,
Madre di coloro che non sanno quello che fanno:
Prega per noi.
Maria madre delle anime senza vita,
Madre delle menti senza luce,
Madre di cuori senza speranza,
Madre dei figli che uccisero tuo Figlio,
Madre dei peccatori, madre del ladrone non pentito,
Madre del figlio non ritornato: prega per noi.
Maria madre di chi non lo ha seguito,
Madre di chi lo ha rinnegato,
Madre di chi è tornato indietro,
Madre di chi non è stato chiamato: prega per noi.
Maria madre di coloro che vanno come Giovanni
A cercare i figli di Dio dispersi,
Madre di quelli che scendono agli inferi
Per annunciare ai morti la Vita: prega per noi.
Maria madre vieni a vivere con me:
Vieni nella casa dove mi chiede di abitare,
Vieni nella terra dove mi chiede di andare,
Vieni tra gli uomini che mi chiede di amare,
Vieni nelle divisioni che mi chiede di sanare,
Vieni nei cuori che mi chiede di visitare.
Vieni a casa mia a farmi da madre,
Vieni Maria a darmi il tuo cuore di madre.
“Meryem anà” “Maria Madre” di tutti i popoli
Prega per noi.
Qui un mio post del 9 marzo 2014 dedicato a don Angelo nel giorno in cui iniziavano gli Esercizi di Quaresima che quell’anno dettò al Papa e alla Curia:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/ad-ariccia-in-pullman-e-con-la-borsa-nera/#comments
Incremento l’amarcord di Accattoli.
De Donatis (bella la sua preghera mariana, spiritualmente proselitista, presa da don Santoro) è stato uno dei predicatori non rosso-porpora e non violettati che nei decenni passati ha predicato gli esercizi spirituali al papa e alla curia vaticana. Ed è stato il primo a predicarli “fuori porta”, nel 2014.
Lo hanno seguito poi tre “mendicanti”. E se tra quelli venisse “quello” per Milano? Tifo “religioso” e non “pastore”.
Molto bella la preghiera alla Madonna.
Penso che uno dei “mendicanti” sia il padre Giulio Michelini, che andrò a sentire stasera proprio sul tema della predicazione alla Curia.
Decisamente questo Papa è imprevedibile.
Chi mai aveva sentito parlare di questo don Angelo De Donatis?
Di certo è un prete che ama lasciarsi sorprendere da Dio.
In questo credo che sia affine al Papa.
Entrambi puntano molto sulle sorprese di Dio.
Se anche noi li seguissimo su questa linea, forse saremmo capaci di abbandonarci più docilmente e con maggior fiducia a Dio.
Leggendo di mons. De Donatis e del discorso rivoltogli dal Papa quando lo cosacrò vescovo, mi hanno colpito certe parole di papa Francesco. Per esempio questa:
“Al vescovo compete più il servire che il dominare”. Sarei tentata di dire: ma quando mai??
Ma quello che mi ha divertito è questo passaggio riguardo all’omiletica:
” ricordati di tuo papà, quando era tanto felice di avere trovato vicino al paese un’altra parrocchia dove si celebrava la Messa senza l’omelia”. 😀
Perché per il Papa le omelie devono essere “la trasmissione della grazia di Dio: semplici, che tutti capiscano e tutti abbiano voglia di diventare migliori”.
Diglielo tu a certi vescovi e preti che ti rifilano parole su parole, soporifere e al sapor di camomilla, che non lasciano la minima traccia nella memoria di chi ascolta o finge di ascoltare.
Il guaio poi è quando l’udito fa cilecca.
😀 😀 😀
Infatti, io ho un’amica sordarella che si lamenta sempre di non sentire le omelie. Eppure, il parroco ha una voce squillante.
Una volta sono capitata in una cappella di suore dove celebrava un vecchio prete. La sorella di questo andava su e giù, a destra e a manca della cappella per verificare se arrivava chiara la voce di lui. E quando non si capiva, lo sollecitava a gran voce gridando:” Giovanni, non si sente…”
Era un teatrino… 😀 😀
Scusate l’OT
Dal racconto dei testimoni oculari sopravvissuti all’eccidio dei cristiani copti in Egitto si viene a sapere che i pellegrini sono stati fermati da uomini col viso coperto ed armati,sono stati fatti scendere dal bus, e hli e’stato detto che se si convertivano all’islam sarebbero stati risparmiti, se no uccisi.
Neppure uno dei 29 pellegrini copti ha scelto la vita a prezzo del rinnegamento della fede cristiana. Eppure non erano una pattuglia di monaci temprati ma persone normali padri e madri di famiglia coi loro figli.Potevano scegliere lavita almeno per amor dei figli.
Mi chiedevo leggendo
Questa testimonianza cosa accadrebbe se un pulmann di pellegrini cattolici italiani venisse fermato e ai pellegrini venisse posto col fucile puntato lo stesso terribile dilemma:hai salva la vita se ti converti all’Islam. Quanti sceglierebbero di morire martiri?
E’una domanda che ognuno dovrebbe porre a se stesso:in circostanze analoghe io. cosa farei?
Certo la testimonianza del martirio non e’obbligatoria per tutti, e molte giustificazioni potrebbero scusare chi si piegasse ad una conversione forzata.Non e’ obligatorio essere degli eroi e dei martiri.
Pero’resta interessante la domanda:io cosa farei?
La cosa triste poi e’che l’eroismo di
Questi martiri ci lascia del tutto indifferenti.La loro testimonianza non ci scuote, il loro sangue non ci emoziona.
Non abbiamo neppure piu’ammirazione per i martiri.
E chi lo sa?
A volte quelli che appaiono più deboli e paurosi si dimostrano nella prova i più forti.
Non credo che quanto descritto da Geoges Bernanos nei “Dialoghi delle Carmelitane” sia solo sempre una finzione letteraria
Hai ragione. Siamo vicini alla Pentecoste:
Affidiamoci allo Spirito Santo e chiediamo a Lui la luce e la forza che ci manca.
“La cosa triste poi e’che l’eroismo di
Questi martiri ci lascia del tutto indifferenti.La loro testimonianza non ci scuote, il loro sangue non ci emoziona.”
Questo non è vero. Il Papa, per esempio, ne ha parlato.
E poi, si deve vedere come sono andate davvero le cose.
Una cosa è sentir dire; altra cosa è vedere e sentire di persona.
Sempre è così.
Da Andrea Marongiu ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, non sono riuscito a scrivere un commento diretto al tuo blog in riferimento all’attentato ai fratelli copti, ma vorrei segnalare – da testimone oculare – come è iniziato l’incontro di papa Francesco con i religiosi e i sacerdoti di Genova sabato scorso.
Papa Francesco: Fratelli e sorelle, vi invito a pregare insieme per i nostri fratelli copti egiziani che sono stati uccisi perché non volevano rinnegare la fede. Insieme a loro, ai loro vescovi, a mio fratello Tawadros, vi invito a pregare insieme in silenzio e poi un’Ave Maria.
[silenzio – “Ave Maria”]
E non dimentichiamo che oggi i martiri cristiani sono più dei tempi antichi, dei primi tempi della Chiesa. Sono di più.
Infine, in riferimento ai commenti di Maria Cristina Venturi e Andrea Salvi, le bellissime parole del prefazio dei martiri: «A imitazione del Cristo tuo Figlio il santo martire ha reso gloria al tuo nome e ha testimoniato con il sangue i tuoi prodigi, o Padre, che riveli nei deboli la tua potenza e doni agli inermi la forza del martirio, per Cristo nostro Signore».
Grazie, un caro saluto. Andrea Marongiu – Collegio Emiliani – Padri somaschi di Genova-Nervi
Aggiungo che ieri al Regina Coeli Francesco ha così salutato i martiri copti:
Cari fratelli e sorelle, desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza al caro fratello il Papa Tawadros II e a tutta la Nazione egiziana, che due giorni fa ha subito un altro atto di feroce violenza. Le vittime, tra cui anche bambini, sono fedeli che si recavano a un santuario a pregare, e sono stati uccisi dopo che si erano rifiutati di rinnegare la loro fede cristiana. Il Signore accolga nella sua pace questi coraggiosi testimoni, questi martiri, e converta i cuori dei terroristi.
Sarebbe stato forse auspicabile che queste parole trovassero una adeguata eco da parte dei fedeli.