Il mio cane ha avuto due ictus

Il mio cane ha avuto due ictus. Ha problemi intestinali. Ho bisogno di aiuto per comprare le medicine. Grazie”: ho letto questa scritta domenica a Genova su un cartone posto davanti al panchetto di un pittore di strada che decorava tazzine sotto i portici di via XX settembre, a due passi da piazza De Ferrari. Il cagnone è lì accanto, palpebre e orecchie basse.

24 Comments

  1. Clodine

    Questa immagine parlante mi colpisce molto, è una richiesta dì aiuto molto singolare che denota l’attaccamento verso un amico senza voce, un amico invisibile eppure così straordinariamente amato: il cane!

    Subito mi è tornato alla mente il giorno in cui, affacciata al balcone, vedo mio padre camminare seguito da una nuvola nera che trotterellava dietro di lui. Metto gli occhiale per guardare nitidamente: mi accorgo che si tratta di un piccolo cane. In effetti l’aveva tirato fuori da un cespuglio di rovi e buciafratte, accudito, abbeverato e da quel momento in avanti non era riuscito a liberarsene. Quel cucciolo nero era in realtà un Terranova e ben presto diventò un canone enorme, il suo migliore compagno! Quando papà morì lui era lì, al capezzale. E’ sopravvisuto a mio padre appena due mesi: cominciò a intristirsi, a non mangiare e… una mattina lo abbiamo trovato sotto il tavolo, sembrava dormisse…ma non si è più svegliato…

    21 Maggio, 2008 - 11:27
  2. Leonardo

    La mia interpretazione sarebbe diversa: il pittore di strada è un acuto osservatore del costume contemporaneo e sa che ormai gli animali fanno molta più compassione degli uomini. Con il suo beffardo cartello prende due piccioni con una fava: 1) sfrutta il sentimento animalista dei suoi contemporanei; 2) si diverte a pigliarli per i fondelli nel momento stesso in cui chiede aiuto. Chapeau!

    21 Maggio, 2008 - 11:55
  3. Clodine

    ottima interpretazione Leonardo, vedi, non ci avevo pensato ! Mi sa che c’hai ragione ehmmm…

    21 Maggio, 2008 - 11:57
  4. raffaele.savigni

    Anche a me piacciono gli animale, e mia figlia stravede per i nostri tre gatti (io mi sarei fermato a uno…). Ma con tutti i problemi che ha oggi l’umanità, mi pare che stiamo esagerando… Non dovremmo mai dimenticare che l’uomo e l’animale non sono sullo stesso piano, per cui trovo assurdo che ci siano testamenti miliardari a favore di animali, mentre c’è chi muore di fame…

    21 Maggio, 2008 - 13:21
  5. Luigi,
    ho appena telefonato ad un mio caro amico di Genova che, guarda caso, è veterinario.
    Gli ho chiesto di recarsi nella zona da te descritta alla ricerca del pittore e del cagnone.
    Se li troverà ancora lì, sarà lui ad occuparsi (medicine comprese) della salute della bestiola.
    Speriamo che così stia meglio anche il padroncino.
    Un caro saluto

    21 Maggio, 2008 - 13:43
  6. Clodine

    Condivido quello che dice prof Savigni, io non prenerei mai un cane in casa, ad esempio. Eppure sono cresciute con l’immancabile gatto-mia madre era una “gattara” inguaribile- tuttavia il gatto non da lo stesso coinvolgimento affettivo del cane. Ricordo la compagnia che ebbe mio padre da que canone!!Tobia, si chiamava!! Tra l’altro noi figlie avevamo preso la nostra strada eravamo cresciute, non vivevamo più con i genitori e quel cane lo aiutò a superare momenti di grande solitudine. Gli era molto affezionato. Ci si affeziona a questi amici a quattro zampe e si crea una strana simbiosi tra il padrone e l’animale, si instaura un rapporto di dipendenza molto forte. Non so quale sia il meccanismo che scatta ma, è così!

    21 Maggio, 2008 - 14:44
  7. vedrete che presto nella congerie di Uffici Cei, spunterà anche quello della “Pastorale degli animali”… che, visti i tempi, potrebbe avere un lavoro notevole davanti…

    21 Maggio, 2008 - 16:15
  8. ignigo74

    Duomo di Milano strapieno.
    Mons. Ravasi commenata Qoelet.
    Paolo Rivolta legge il testo.
    Cappella musicale del Duomo e grand’organo interludiano tra l’altro con l’oratorio “vanitas vanitatum” di Carissimi.
    All’uscita – pochi minuti fa, 23.10 – piazza del Duomo piena di camions e luci elettriche e gente che contempla la Ferilli che appesa ad un filo scende dal cielo vestita da angelo. Ovviamente sullo sfondo la facciata della nostra cattedrale. Qoelet e la Ferilli. Vanitas vanitatum, omnia vanitas, va bene, ma qualcuno è più vanitas del normale. O no?

    21 Maggio, 2008 - 22:47
  9. FABRICIANUS

    Stasera mi sono perso Mons. Ravasi in Duomo, ma ero troppo stanco…Ignigo per fav. dacci qualche “chicca”…..

    Buonanotte a tutti!
    F.

    21 Maggio, 2008 - 22:51
  10. lycopodium

    “ma qualcuno è più vanitas del normale”
    Non è l’unica misura in cui eccede …

    22 Maggio, 2008 - 6:30
  11. Sumpontcura

    Non so quanto sia in tema. Ma vorrei condividere con voi due diversi brani da libri diversi (non poi così tanto).
    da “La parabola del Signore sotto mentite spoglie” (Tonino Bello, “Parabole”, il Messaggero di S.Antonio, Padova, 2006, pp. 41 sgg.):
    è la storia di don Angelo, anziano prete ubriacone, scostante, rompiscatole, palesemente “disturbato”; il vescovo Bello lo ospita, lo richiama, lo rimprovera, lo accompagna a casa in macchina ma poi prosegue e si ferma “davanti a un santuario di campagna molto bello, del quale lui è stato per tanto tempo il custode, il padre spirituale, il sacerdote addetto: proprio in campagna, in solitudine…
    Siamo arrivati là sopra: la macchina era ancora chiusa ed è comparso un cane, poi un altro e un altro ancora.
    “Questo è Book – ha detto –. Veniva tutte le notti d’inverno, quando pioveva… Questo è Dick… Questo è Bobby… Questo è…”, conosceva tutti i cani della zona!
    A un certo momento un cagnaccio di quelli… che ancora ricordo con terrore, si è alzato su due zampe, vicino alla macchina, minaccioso…
    Allora don Angelo ha aperto il portello e io gli ho detto: “Ma che stai facendo?”.
    Nel parossismo della preoccupazione anch’io ho aperto subito dall’altra parte per prendere un bastone. Poi mi giro… e don Angelo era appoggiato al muro, perché ancora vacillava, e ai suoi piedi il cane che lui conosceva, Book, lo accarezzava con le zampe e mugolava, e lui, don Angelo, stava come un signore, ritto davanti a quel cane che lo aveva riconosciuto appunto come il suo signore. Mentre io non ero stato capace di scorgere in un mio sacerdote l’ombra di Gesù…”.

    22 Maggio, 2008 - 8:40
  12. Sumpontcura

    Il secondo brano è tratto da “Il grande divorzio. Un sogno”, di C.S. Lewis (Jaca Book, Milano, 1979, pp. 115 sgg.):
    in un luogo misterioso, che è una sorta di atrio del paradiso, giunge un corteo di beati che fa corona a una giovane donna d’incomparabile bellezza: il narratore pensa possa trattarsi della Vergine Maria: no, gli risponde il suo mentore e amico: sulla terra ella è del tutto sconosciuta, ma qui è una grande santa. Tutta la sua vita è stata un continuo comunicare intorno a sé la forza del suo amore. All’apparire, nel corteo, di una gran quantità di animali (cani, gatti e altri ancora), spiega il mentore:
    “Ogni animale e uccello che la avvicinavano trovavano il loro posto nel suo amore. In lei essi diventavano se stessi. E adesso l’abbondanza di vita che ella ha in Cristo dal Padre fluisce sopra di loro. (…) E’ come quando tu scagli una pietra dentro uno stagno, e le onde concentriche si allargano sempre più e sempre più. Chi sa dove finiranno? L’umanità redenta è ancor giovane, essa a stento raggiunge la sua piena forza. Ma vi è già gioia sufficiente nel dito mignolo di un grande santo quale la Signora laggiù per svegliare tutte le morte cose dell’universo a vita.”

    22 Maggio, 2008 - 8:41
  13. Feynman82

    Qui devo intervenire assolutamente, visto che conosco il mendicante di persona avendo trattato una ampia inchiesta sui poveri di Genova la scorsa estate. Fotografai il padorone (che è di orgini francese, ci ho parlato varie volte) mentre ordinava al cane di non saltellare pimpante, di fare la cuccia e starsene buono perchè se no la gente non si ferma…
    Ecco, credo che Leonardo nel suo commento iniziale abbia centrarto proprio il caso di questo uomo… Dire che questo mendicante è un furbacchione forse è eccessivo, ma dire che merita tutta questa compassione per quel cartello un po’ astuto neppure. Quasi tutti i giorni si compera con i soldi che riceve il giornale (il Secolo XIX di Genova), per passarsi il tempo. Un paio di volte l’ho visto anche con la settimana enigmistica.
    E una volta mi ha pure detto: “In Francia mi avrebbero già cacciato…ma qui sotto i portici nessuno mi dice nulla e la gente qualcosa lascia… Devo ringraziare il mio fedele cane che sta peggio di me…”

    Due portici più avanti ci sta il sigor Gianfranco. I suoi cartelli sono incredibili. Uno dice: “Sono in salute, le ginocchia non mi fanno male non ho cani che stanno male e che devono essere operati. Sono un povero che non fa pena, che pena!”

    AM

    22 Maggio, 2008 - 13:44
  14. Feynman82

    Per Gianluca:
    non si disturbi a chiamare veterinari. Il cane del nostro amico francese sta ottimamente. Al massimo non gode di una dieta abbondante, ma non rischia certo di morire. Me lo hanno detto già diversi amici medici genovesi che si son fermati a fargli una visita attratti dal cartello. Il giorno dopo ogni visita, puntualmente, il nostro amico si sposta di qualche portico…chissà, forse crede che cosi facendo la gente non lo riconosca…

    22 Maggio, 2008 - 13:49
  15. … tanto hanno appena chiesto l’istituzione del reato di accattonaggio… presto cane e padrone (mooolto furbacchione) non ci disturberanno più… ah, che meraviglia! Come mi sento siucro ora!

    22 Maggio, 2008 - 13:53
  16. Feynman82

    Per i non genovesi:
    genova è una delle città che vanta un sistema di Caritas più attivo di Italia. Da un paio d’anni esiste anche un gruppo di avvocati che presta gratuitamente consulenze, affiliate ai centri d’ascolto cui vengono indirizzati poveri e famiglie bisognose. Esiste un ottimo servizio mense, un altro di distribuzione viveri. 2 giorni alla settimana al Porto Antico si distribuiscono vestiti,raccolti capillarmente in tutta Genova con gli staccapanni (la roba è selezionata da un gruppo di signore in pensione e conservano solo la migliore) e ovviamente dalle Parrocchie. Esistono poi ben 2 centri di assistenza medica e distribuzione farmaci per chi non è iscritto al regolare servizio USL attivi un giorno alla settimana ciascuno. In questi centri, mi è stato detto, fa servizio volontario anche un medico veterinario.
    Il centro Banchi (vicino a Piazza Banchi – Palazzo san Giorgio, non distante dalla Cattedrale) distribuisce poi opuscoli con tutti i punti cui rivolgersi. Da 1 anno è attivo pure il centro anti usura e quello per le donne in difficoltà. So che quest’ultimo ha avuto molte richieste ed è in fase di potenziamento (anche se non è facile reperire i volontari).

    22 Maggio, 2008 - 13:55
  17. Feynman82

    Per chi volesse altre informazioni sul servizio Caritas a Genova e l’Osservatorio delle Povertà (sono infatti molti i tipi di povertà …) mi contatti pure (andrea.macco@libero.it) che gli passo tutte le info che ho raccolto sia per la mia inchiesta, sia come cristiano che ha cercato di interrogarsi su come affrontare il problema dei poveri per le strade (e non è per nulla un problema banale da risolvere con pochi slogan).

    Andrea

    22 Maggio, 2008 - 13:59
  18. ignigo74

    @feynman82
    Caro Andrea,
    certamente la caritas di Genova è cosa buona e giusta.
    Ma hai peccato di passione. Hai mai visto l’organigramma di tutte le istituzioni gestite dalla caritas ambrosiana? Figliolo carissimo… quella di Genova – intendiamoci, meritoria e inestimabile – è un puntino nell’oceano ambrosiano.

    Dico questo paolinamente, gareggiando nello stimarci a vicenda… ma dire che Genova ha “il sistema di Caritas più attivo di Italia” non corrisponde oggettivamente alla realtà.
    Comunque complimenti per l’entusiasmo, sempre prezioso.

    22 Maggio, 2008 - 15:51
  19. raffaele.savigni

    Non è bello rendere reato l’accattonaggio. Ma è vero che ultimamente, tra nomadi, extracomunitari, barboni, suonatori di strada eccetera, non si può più passeggiare per mezz’ora, né fare un viaggio in treno, senza essere importunati da qualcuno che chiede soldi… Una cosa è la mendicità rispettosa; un’altra la mendicità importuna. Soprattutto nelle stazioni si raccoglie gente sfaccendata che chiede i soldi per pagarsi la dose.

    22 Maggio, 2008 - 15:53
  20. raffaele.savigni

    Provate a offrire un panino al bar al mendicante che vi chiede soldi e vedete come vi risponde…

    22 Maggio, 2008 - 15:54
  21. ignigo74

    ripeto: san vincenzo dè paoli: gli accattoni di professione siano cacciati con forza fuori dalle porte della città.

    22 Maggio, 2008 - 16:05
  22. cerco di figurarmi un povero (vero o solo “di mestiere”) che non importuni… ma non ci riesco.

    23 Maggio, 2008 - 8:45
  23. Clodine

    Ti ho mai detto Moralista che mi sono adottata una famiglia nigeriana -mi sembra di averlo già raccontato su uno dei primi post- una mattina mi bussano alla porta, vado ad aprire convinta di trovare la vicina con l’immancabile tazzina da riempire di zucchero invece ti trovo un omone nero: un colpo!!! Dopo la prima rezione di sbigottimento mi riprendo. Apre di corsa il borsone contente le solite cose:calzini strofinacci ecc…inizia a parlare…alla fine compro anche ciò che non mi occorreva, siccome stavo preparando l’arrosto riempio il portapranzi con patate pollo ecc infilo tutto nel borsone e se ne va col sorriso a 32 denti. Il mese dopo era di nuovo davanti la porta con la moglie (Lisa) e due bambini il più piccolo dei quali di appena pochi mesi. Una famiglia bellissima e bisognosa di tanta umana solidarietà…li ho aiutati per anni. Ora si trovano nelle Marche, dove ha trovato lavoro presso una vetreria vicino Camerino. Ci scriviamo e seguo la crescita dei figli…

    Si può essere poveri e dignitosi, procurarsi da vivere lavorando anche quando il lavoro divente umiliante. Povero non è sinomino di miserabile

    23 Maggio, 2008 - 9:52
  24. Feynman82

    Per ignigo74 :

    Carissimo,
    grazie per la puntualizzazione. Con il mio pensiero non volevo dire che la Caritas di Genova fosse la migliore d’Italia, ci mancherebbe. Volevo solo dire che cerca di organizzarsi bene. Anzi, fortuna che non e’ la sola citta’ d’Italia 😉

    In ogni caso quello dei poveri resta un problema che non solo la Caritas, ma anche le Istituzioni, devono tentare di affrontare al meglio delle loro forze.

    Saluti a tutti e grazie per i validi spunti di rifelssione che si leggono da diversi di voi.

    Andrea

    23 Maggio, 2008 - 16:48

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