“Siamo due persone con storie e vissuti estremamente diversi, eppure ci siamo riconosciuti in fretta. Un agnostico e un Papa, un ex comunista e un cattolico, un italiano e un argentino, un gastronomo e un teologo”: così nell’introduzione il gastronomo e scrittore Carlo Petrini presenta il libro “Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale” (pp. 234, euro 16.00), che Giunti-Slow Food Editore manda domani in libreria. Nel primo commento una scheda del libro e a seguire alcuni brani che a una prima lettura mi sono parsi più vivi.
Il Papa e il gastronomo agnostico Petrini sulla Terrafutura
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Tre colloqui datati. Il volume si apre con tre dialoghi tra Papa Francesco e Carlo Petrini avvenuti nel maggio 2018, nel luglio 2019, nel luglio 2020. “Con leggerezza ma senza faciloneria, con serietà senza seriosità” – così assicura Petrini nell’introduzione – i due discutono della necessità e possibilità di un nuovo umanesimo per fare fronte alle responsabilità planetarie che ci troviamo ad affrontare, poste in risalto dal grido della Terra, dal grido dei poveri e ora dallo spavento della pandemia. I tre colloqui sono seguiti da cinque approfondimenti con testi appaiati dei due autori su Biodiversità, Economia, Migrazioni, Educazione, Comunità. Ma in questa seconda parte le parole del Papa non sono originali: sono prese da documenti e interventi già noti.
In sintonia col messaggio di “ecologia integrale” lanciato da Papa Bergoglio, Carlo Petrini – fondatore di Slow Food e ideatore della rete internazionale di Terra Madre – aveva già scritto nel 2015 la “Guida alla lettura” della Laudato si’ pubblicata dalle Edizioni San Paolo. In seguito Francesco aveva voluto Petrini tra gli invitati al Sinodo amazzonico dello scorso ottobre. E’ così venuta crescendo – dice un comunicato dell’editore – “la loro condivisione di un impegno globale a coltivare e custodire i beni umani e terreni, procedendo con pragmatismo rivoluzionario verso una vita in armonia con se stessi, con la propria comunità e con la natura”.
Agnostico pio. “Lei sa che io sono agnostico” dice Petrini al Papa, che risponde: “Lei ha pietà per la natura e questo è un atteggiamento nobile”. Petrini osserva che “agnostico pio” è una bella definizione e parla al Papa della difficoltà che ancora incontrano credenti e non credenti a “contaminarsi” e ad “agire insieme” pur quando questo è necessario. Francesco replica evocando una “grande intuizione di Benedetto XVI”: “Nell’ultimo incontro interreligioso che tenne ad Assisi invitò anche gli agnostici ‘perché loro hanno qualcosa da dirci. A tutti i credenti, di qualsiasi religione siano, gli agnostici devono parlare’. E’ un’intuizione che ha avuto Benedetto e che ha aperto una nuova fase”. [p. 25]
Benedetto XVI rivoluzionario. Il primo dialogo si chiude con Carlo Petrini che elogia i Missionari della Consolata e la loro testimonianza del Vangelo attraverso un ospedale per gli Indios Yanomani, nell’Amazzonia brasiliana, senza fare proselitismo, e Papa Francesco che ricorda come sia stato Benedetto XVI, ad Aparecida, ad affermare che “la Chiesa cresce non per proselitismo ma per attrazione, cioè per testimonianza”, condannando così il proselitismo: “Perciò mi arrabbio quando dicono che Benedetto è un conservatore, Benedetto è stato un rivoluzionario! In tante cose che ha fatto, in tante cose che ha detto, è stato un rivoluzionario”. [p. 40]
La Chiesa va avanti grazie agli strappi. Interrogato da Petrini su che cosa si aspettasse dal Sinodo amazzonico, Francesco così rispondeva nel luglio del 2019: “Che abbia un impatto dirompente. La Chiesa è andata avanti grazie agli strappi, agli slanci in avanti. In certi momenti storici si sono proposti slanci coraggiosi che sparigliavano le carte e generavano accese discussioni, ne derivavano reazioni e in alcuni casi persecuzioni, infine si faceva il passo in avanti. C’è bisogno di accendere discussioni fertili e proficue, c’è bisogno di mettere in circolo energie e idee. Ma questa è solo una mia personale teoria”. [p. 43]
Largo a Greta e ai ragazzi. Petrini, promotore di “Terra Madre”, rete ecologista “di contadini, pescatori, artigiani, cuochi, ricercatori, indigeni, pastori”, chiede al Papa se abbia una valutazione positiva del movimento dei giovani nato dalle iniziative della ragazzina svedese Greta Thunberg: “Certamente” risponde Francesco: qualcuno dice che è spinta da altri, che è manipolata. Io non lo so e in ogni caso mi interessa relativamente. Se la sua azione e il suo attivismo consentono a milioni di giovani di tutto il mondo di mobilitarsi, di prendere parte non c’è che da gioire e da essere ottimisti. Mi interessa la reazione dei ragazzi: oltre che il futuro, loro devono prendersi il presente”. [p. 48]
Il piacere viene da Dio. A favore del piacere del cibo che “non è abbondanza ma morigeratezza”, l’agnostico Petrini obietta al Papa che “la Chiesa cattolica ha sempre un po’ mortificato il piacere, come se fosse qualcosa da evitare”. Papa Francesco non è d’accordo, e ricorda che la Chiesa ha condannato “il piacere inumano, volgare”, ma ha accettato quello “umano, sobrio”. “Il piacere arriva direttamente da Dio, non è cattolico né cristiano né altro, è semplicemente divino. Il piacere di mangiare serve per far sì che mangiando ci si mantenga in buona salute, così come il piacere sessuale è fatto per rendere più bello l’amore e garantire la prosecuzione della specie. [p. 59]
Amatrice e il vescovo Pompili. Alla presentazione del volume avvenuta oggi nella Sala Marconi della Radio Vaticana, gli oratori che accompagnavano Petrini erano il gesuita Antonio Spadaro e il vescovo di Rieti Domenico Pompili. Petrini è amico del vescovo di Rieti con il quale ha creato le Comunità Laudato si’ per “dare gambe” a quanto proposto da Francesco nella sua Enciclica. Il vescovo ha partecipato agli incontri di Petrini con il Papa, che ha incoraggiato l’iniziativa delle comunità da loro create. Ad Amatrice, terra ferita dal terremoto, le Comunità Laudato si’ si sono proposte di creare un Centro studi internazionale dedicato all’ecologia integrale: la “Casa Futuro – Centro Studi Laudato si’ ”. I ricavi del libro sono destinati a ristrutturare un edificio lesionato dal terremoto per farne la sede del Centro, dove giovani e meno giovani possano creare percorsi di riflessione collettiva, seguire corsi di formazione, partecipare a eventi educativi.
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